RISCHIO BIOLOGICO CONCETTI GENERALI E RIFERIMENTI NORMATIVI Carlo Nava Medico del lavoro Dipartimento di Medicina del Lavoro Milano
IL RISCHIO BIOLOGICO TITOLO VIII - D.Lgs626/94 Campo di applicazione (art.73) Tutte le attività lavorative in cui vi è rischio di esposizione ad agenti biologici Definizioni (art. 74) agente biologico: qualsiasi microrganismo anche se geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni; microrganismo: qualsiasi entità microbiologica, cellulare o meno, in grado di riprodursi o trasferire materiale genetico; coltura cellulare: il risultato della crescita in vitro di cellule derivate da organismi pluricellulari.
IL RISCHIO BIOLOGICO TITOLO VIII - D.Lgs626/94 In base a quanto stabilito nel D.Lgs 626/94, per esposizione ad agenti microbiologici, si deve intendere l esposizione per ingestione, contatto o inalazione a: Qualsiasi microrganismo, anche se geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie ed intossicazioni
Tabella delle lavorazioni per le quali vige l'obbligo delle visite mediche preventive e periodiche (art. 33 del Decreto) Causa del rischio 54. Anchilostomiasi 55. Carbonchio e Morva 56. Leptospirosi 57. Tubercolosi, Sifilide ed altre malattie trasmissibili Lavorazioni o categorie di lavoratori Lavori nelle gallerie, nelle fornaci di laterizi Lavoratori addetti: a) alle infermerie per animali; b) ai macelli; c) alle sardigne; d) alla concia delle pelli; e) alla lavorazione del crine; f) alla raccolta e alla lavorazione dei residui animali per la fabbricazione di concimi, di colla e di altri prodotti industriali. a) Lavori nelle fogne e nei canali; b) lavori di bonifica in terreni paludosi. Soffiatura del vetro con mezzi non meccanici (in quanto implichi l'uso di canne promiscue). Periodo visite Annuale e quando l'operaio denunci o presenti sintomi sospetti di infezione Annuale e quando l'operaio denunci o presenti sintomi sospetti di infezione. Annuale e immediata quando l'operaio denunci o presenti sintomi sospetti di infezione Ogni 15 giorni ed ogni volta che l'operaio riprenda il lavoro dopo una assenza superiore a 5 giorni
PUNTI QUALIFICANTI D.Lgs. 626/1994 TITOLO VIII Classificazione analitica dei microrganismi in base alla loro pericolosità per l uomo (art. 74 e art. 75) Distinzione tra esposizione potenziale a microrganismi ed utilizzo deliberato di agenti biologici nell ambito dei processi lavorativi (art. 78)
USO DELIBERATO Isolamento, coltura o trattamento di agenti microbiologici a scopi diagnostici (Laboratorio di microbiologia) POTENZIALE ESPOSIZIONE Presenza di microrganismi, senza la deliberata intenzione di farne oggetto di attività lavorativa (Rischio TRASVERSALE anche se con diversa intensità) La differenza tra ESPOSIZIONE POTENZIALE ed UTILIZZO DELIBERATO condiziona la frequenza e l entità dell esposizione e conseguentemente l entità del rischio
SETTORI LAVORATIVI CON USO DELIBERATO DI AGENTI BIOLOGICI Università e Centri di ricerca Ricerca e sperimentazione di nuovi materiali e processi utilizzanti agenti biologici Laboratori di microbiologia Sanità Ricerca e sperimentazione di nuovi metodi diagnostici Farmaci contenenti agenti biologici (uso e sperimentazione) Laboratori di microbiologia Prove biologiche (su animali e su cellule) Zootecnica e Veterinaria Industria delle biotecnologie come sopra Produzione di microrganismi selezionati
SETTORI LAVORATIVI CON USO DELIBERATO DI AGENTI BIOLOGICI Farmaceutica Ricerca e produzione di vaccini Ricerca e produzione di farmaci Processi di biotrasformazione Fasi di separazione, concentrazione, centrifugazione e produzione di sostanze derivate Ricerca e produzione kit diagnostici Prove biologiche (su animali e su cellule) Alimentare Produzione per la biotrasformazione (vino, birra, formaggi, zuccheri, ecc.) Produzione di microrganismi selezionati Laboratori di microbiologia per prove di saggio (ricerca patogeni) Chimica Produzione per biotrasformazione di composti vari (ad es. detersivi, prodotti per la concia del cuoio
Industria alimentare Agricoltura Operatori cimiteriali ESEMPIO DI ATTIVITÀ CHE POTENZIALMENTE ESPONGONO AD AGENTI BIOLOGICI Contatto con animali e/o con prodotti di origine animale Servizi sanitari (compresi isolamento e post-mortem) Laboratori clinici, veterinari e diagnostici (esclusi i laboratori di microbiologia) Impianti di smaltimento di rifiuti e raccolta di rifiuti speciali potenzialmente infetti Impianti di depurazione delle acque reflue
Decreto Legislativo del Governo n 626 del 19/09/1994 ALLEGATO XI Elenco degli agenti biologici classificati 1. Agente che presenta poche probabilità di causare malattie nell uomo 2. Agente con scarsa probabilità di diffusione, la malattia è curabile con efficaci terapie. 3. Agente con possibilità di diffusione, può causare malattie gravi nell uomo; di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche. 4. Agente con elevato rischio di propagazione, può provocare malattie gravi nell uomo; non sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche. Allegato XI D.Lgs 626/94
BATTERI Elenco non esaustivo Actinomyces pyogenes 2 Bacillus anthracis 3 Bordetella pertussis 2, V Brucella abortus 3 Brucella canis 3 Brucella melitensis 3 Brucella suis 3 Campylobacter spp 2 Chlamydia psittaci (ceppi aviari) 3 Clostridium botulinum 2, T Clostridium tetani 2, T, V Corynebacterium diphth. 2, T, V Escherichia coli (ad eccezione dei ceppi non patogeni) 2 Haemophilus influenzae 2 Klebsiella pneumoniae 2 Legionella pneumophila 2 Leptospira interrogans (tutti i serotipi) 2 Mycobacterium tuberculosis 3, V Neisseria gonorrhoeae 2 Neisseria meningitidis 2, V Pseudomonas aeruginosa 2 Rickettsia prowazekii 3 Salmonella paratyphi A, B, C 2, V Salmonella typhi 3 (*), V Shigella dysenteriae (Tipo 1) 3 (*), T Staphylococcus aureus 2 Streptococcus pyogenes 2 Treponema pallidum 2 Vibrio cholerae (incluso El Tor) 2 Yersinia pestis 3, V
VIRUS Elenco non esaustivo Adenoviridae 2 Virus Lassa 4 Virus Machupo 4 Virus Ebola 4 Virus di Marburgo 4 Virus dell'epatite C 3 (**), D Febbre gialla 3, V Virus dell'epatite B 3 (**), V, D Virus dell'epatite D (Delta) 3 (**), V,D Cytomegalovirus 2 Virus d'epstein-barr 2 Herpes simplex virus tipi 1 e 2 2 Herpesvirus varicella-zoster 2 Virus influenzale tipi A, B e C 2, V Virus del morbillo 2, V Virus parainfluenzali tipi 1-4 2 Parvovirus dell'uomo (B 19) 2 Virus Coxsackie 2 Virus Echo 2 Virus dell'epatite A 2, V Virus della poliomielite 2, V Rhinovirus 2 Virus del nodulo dei mungitori 2 Molluscum contagiosum virus 2 Variola (major & minor) virus 4, V Rotavirus umano 2 Virus della S. di immunodeficienza umana (AIDS) 3, D Virus di leucemie umane e cellule T (HTLV) tipi 1 e 2 3, D Virus della rabbia 3 (**), V Malattia di Creutzfeldt-Jakob 3 (**), D
PARASSITI Elenco non esaustivo Ancylostoma duodenale 2 Ascaris lumbricoides 2, A Ascaris suum 2, A Balantidium coli 2 Cryptosporidium parvum 2 Cryptosporidium spp 2 Echinococcus granulosus 3 Echinococcus multilocularis 3 Echinococcus vogeli 3 Entamoeba histolytica 2 Fasciola gigantica 2 Giardia lamblia (Giardia intestinalis) 2 Leishmania brasiliensis 3 Leishmania donovani 3 Leishmania major 2 Leishmania spp 2 Necator americanus 2 Plasmodium falciparum 3 Schistosoma haematobium 2 Schistosoma mekongi 2 Strongyloides stercoralis 2 Strongyloides spp 2 Taenia saginata 2 Taenia solium 3 Toxocara canis 2 Toxoplasma gondii 2 Trypanosoma brucei brucei 2 Trypanosoma cruzi 3 Wuchereria bancrofti 2
MICETI Aspergillus fumigatus 2, A Blastomyces dermatitidis (Ajellomyces dermatitidis) 3 Candida albicans 2, A Coccidioides immitis 3, A Cryptococcus neoformans var. neoformans (Filobasidiella neoformans var. neoformans) 2, A Cryptococcus neoformans var. gattii (Filobasidiella bacillispora) 2, A Emmonsia parva var. parva 2 Emmonsia parva var. crescens 2 Epidermophyton floccosum 2, A Fonsecaea compacta 2 Fonsecaea pedrosoi 2 Histoplasma capsulatum var. capsulatum (Ajellomyces capsulatus) 3 Histoplasma capsulatum duboisii 3 Madurella grisea 2 Madurella mycetomatis Microsporum spp 2, A Neotestudina rosatii 2 Paracoccidioides brasiliensis 3 Penicillium marneffei 2, A Sporothrix schenckii 2 Trichophyton rubrum 2 Trichophyton spp 2
Titolo VIII del D.L.vo 626/94: Allegato XII Misure di contenimento Livelli di contenimento 2 3 4 Zona di lavoro separata da qualsiasi altra attività nello stesso edificio No Raccomandato Si Ultrafiltrazione aria in entrata e in uscita No Sull aria estratta Sull aria immessa ed estratta Accesso limitato alle persone autorizzate Raccomandato Si Si, attraverso camera di compensazione
Titolo VIII del D.L.vo 626/94: Allegato XII Misure di contenimento Livelli di contenimento 2 3 4 4. Zona di lavoro chiusa a tenuta per disinfezione No Raccomandato Si 5. Specifiche procedure di disinfezione Si Si Si 6. Zona di lavoro a pressione negativa rispetto a quella atmosferica No Raccomandato Si
Titolo VIII del D.L.vo 626/94: Allegato XII Misure di contenimento Livelli di contenimento 2 3 4 7. Controllo dei vettori Raccomandato Si Si 8. Superfici idrorepellenti e di facile pulitura Si, per il banco di lavoro Si, per banco di lavoro, arredo e pavimento Si, per banco di lavoro, arredo, muri, pavimento e soffitto 9. Superfici resistenti ad acidi, alcali, solventi, disinfettanti Raccomandato Si Si
Titolo VIII del D.L.vo 626/94: Allegato XII Misure di contenimento Livelli di contenimento 2 3 4 10. Deposito sicuro per agenti biologici Si Si Si 11. Finestra di ispezione o dispositivo che permetta di vedere gli occupanti Raccomandato Raccomandato Si 12. I laboratori devono contenere l attrezzatura necessaria No Raccomandato Si
Titolo VIII del D.L.vo 626/94: Allegato XII Misure di contenimento Livelli di contenimento 2 3 4 13. I materiali infetti, compresi i materiali, devono essere manipolati in cabine di sicurezza, isolatori o altri adeguati contenitori Ove opportuno Si, quando l infezione è veicolata dall aria Si 14. Inceneritori per eliminare le carcasse di animali Raccomandato Si (se disponibile) Si, sul posto 15. Mezzi e procedure per il trattamento dei rifiuti Si Si Si, con sterilizzazione 16. Trattamento delle acque reflue Si Si Si, con sterilizzazione
Per gli agenti biologici - A differenza di quanto si osserva in ambito tossicologico per ciò che attiene agli effetti graduati di tipo deterministico. (esiste una proporzionalità tra l entità dell effetto e la dose) - In analogia a quanto si osserva (sempre( in ambito tossicologico) ) per gli effetti stocastici di tipo probabilistico. (in questo caso non esiste una proporzionalità tra dose e frequenza di comparsa dell effetto) SI REGISTRA LA MANCANZA DI DOSE-SOGLIA SOGLIA PER L INSORGENZA L DI EFFETTI AVVERSI NEI CONFRONTI DELLA SALUTE UMANA
Queste difficoltà oggettive possono portare ad effettuare la valutazione di questo rischio utilizzando il criterio di tipo PRESUNTIVO, ovvero considerare il rischio biologico ubiquitario per definizione. Questa logica può essere superata con l utilizzo di un criterio, che possiamo definire di tipo DESCRITTIVO, che consiste nella raccolta e successiva analisi, mediante apposita scheda, di una serie di informazioni correlate al rischio biologico; informazioni che permettono di formulare una stima dell esposizione esposizione e del danno potenziale.
La scheda dovrebbe prevedere un percorso ragionato che guida alla raccolta, mediante un sopralluogointervista, di una serie di informazioni specifiche allo scopo di caratterizzare i seguenti punti critici: Andamento del fenomeno infortunistico a rischio biologico. Adesione alla vaccinoprofilassi contro il tetano, epatite virale tipo A e B, ecc. Dotazione di Dispositivi di Protezione Individuale. Informazione e Formazione dei lavoratori addetti. Presenza e verifica delle procedure scritte per la tutela del rischio biologico.
Si può quindi esprimere una stima semiquantitativa del rischio raggruppando le informazioni raccolte nelle seguenti categorie caratterizzate da valenze diverse: Procedure di lavoro codificate Dotazione e uso di DPI Informazione e formazione Adesione alla vaccinoprofilassi
IL RISCHIO BIOLOGICO - Titolo VIII D.Lgs 626/1994 Informazione e formazione (art. 85): Obbligatoria in tutte le attività con rischio per la salute dei lavoratori e comprende informazioni, istruzioni e formazione concernenti: i rischi per la salute dovuti agli agenti biologici utilizzati; e precauzioni da prendere per evitare l'esposizione; le misure igieniche da osservare; la funzione degli indumenti di lavoro e protettivi e dei dispositivi di protezione individuale ed il loro corretto impiego; le procedure da seguire per la manipolazione di agenti biologici del gruppo 4; il modo di prevenire il verificarsi di infortuni e le misure da adottare per ridurne al minimo le conseguenze.
IL RISCHIO BIOLOGICO TITOLO VIII D.Lgs 626/94 Sorveglianza sanitaria (art. 86) A. Obbligatoria in tutte le attività con rischio per la salute dei lavoratori. B. Il DDL, su parere del MC, adotta misure preventive particolari fra cui: Messa a disposizione di vaccini efficaci; Allontanamento temporaneo del lavoratore (ex art. 8 D.L.vo 277/91). La funzione degli indumenti di lavoro e protettivi e dei dispositivi di protezione individuale ed il loro corretto impiego. La revisione della Valutazione dei rischi in caso di anomalie riscontrate negli accertamenti sanitari. C. Il MC informa i lavoratori sulla necessità di sottoporsi a controllo anche dopo la cessazione della esposizione, e sui vantaggi e inconvenienti della vaccinazione e della non vaccinazione
IL RISCHIO BIOLOGICO TITOLO VIII D.Lgs 626/94 Registri degli esposti e degli eventi accidentali (art. 87) Il RE è obbligatorio in tutte le attività con esposizione ad agenti dei gruppi 3 e 4. E istituito dal DDL e tenuto dal MC. RSPP e RLS hanno accesso al RE. E consegnato in copia dal DDL all ISPESL e all ISS. Il DDL, alla cessazione del rapporto di lavoro, effettua comunicazione all OdV e all ISPESL, cui consegna le cartelle sanitarie (obbligo di conservazione per 10 o 40 anni). In caso di cessazione dell azienda il DDL consegna copia del RE all Odv e all ISS. In caso di assunzione di lavoratori già esposti il DDL chiede all ISPESL copia delle annotazioni del RE e della cartella sanitaria. Il DDL Comunica ai lavoratori, tramite il MC, le annotazioni individuali e al RLS i dati collettivi anonimi.
EPIDEMIOLOGIA GENERALE E PREVENZIONE DELLE MALATTIE INFETTIVE Nava Carlo - Servizio medico competnte
EZIOLOGIA DELLE MALATTIE INFETTIVE Le malattie infettive sono contraddistinte dal fatto di essere determinate da cause naturali (microrganismi patogeni) e di essere determinate ognuna da uno specifico agente biologico
VIE DI TRASMISSIONE Il passaggio del microrganismo dalla sorgente di infezione al soggetto sano può avvenire secondo due modalità principali: Malato o portatore sano Malato o portatore ambiente esterno sano
MODALITA di INGRESSO dei MICRORGANISMI L ingresso degli agenti patogeni nell organismo può avvenire per via: Connatale Mucosa Cutanea Umorale Attraverso l ingresso placentare (Malattie gruppo T.O.R.C.) Più importante via di accesso dei microrganismi patogeni nell organismo. Le mucose più implicate sono quelle dell apparato respiratorio e digerente; oltre alla mucosa genito-urinaria e congiuntivale. Se integra costituisce una barriera insormontabile per i microrganismi; bastano però lesioni, anche minime, perché l ingresso possa avvenire. Ingresso diretto degli agenti patogeni nel torrente circolatorio attraverso ferite accidentali, morsicature di insetti e/o animali infetti.
VIE DI ELIMINAZIONE I microrganismi patogeni sono eliminati tramite secrezioni ed escrezioni. La conoscenza puntuale ed approfondita di questi meccanismi è essenziale ai fini della prevenzione. Le vie di eliminazione degli agenti biologici possono essere molteplici: Cutanea Intestinale Respiratoria Genito-urinaria Buccale Congiuntivale
L uomo è continuamente esposto ai microrganismi presenti nell aria: l incontro con i microrganismi potenzialmente patogeni è quindi un evento molto probabile Lo sviluppo di una malattia dipende, invece, da molti fattori: la suscettibilità dell ospite; la vitalità e la virulenza dei microrganismi; il contatto di un numero adeguato di agenti infettivi.
NOZIONI GENERALI di PREVENZIONE delle MALATTIE INFETTIVE PREVENZIONE PRIMARIA L obiettivo della prevenzione primaria è quello di impedire l insorgenza di nuovi casi di malattia nelle persone sane, agendo sulle cause e sui fattori di rischio delle malattie stesse. Di seguito si dettagliano i possibili procedimenti di intervento: 1. INATTIVAZIONE O RIMOZIONE DELL'AGENTE CAUSALE 2. RISANAMENTO E PROTEZIONE AMBIENTALE 3. AUMENTO DELLE DIFESE INDIVIDUALI E ADOZIONE DI UNO STILE DI VITA FAVOREVOLE AL MANTENIMENTO DELLA SALUTE
La prevenzione delle malattie contagiose può essere attuata con metodi diretti e indiretti METODI DIRETTI Attività rivolte ad aumentare le difese dell individuo nei confronti delle infezioni: vaccinazioni, prevenzione con sieri immuni o immunoglobuline, prevenzione farmacologica Attività organizzate per riconoscere gli agenti patogeni nei singoli individui e nella popolazione ed a ostacolarne la diffusione: ricerca e bonifica dei portatori, notifica dei casi di malattia, accertamento diagnostico e misure contumaciali
Attività di bonifica ambientale rappresentate da: STERILIZZAZIONE Elimina qualsiasi forma vivente, sia gli agenti patogeni, che i saprofiti Questa caratteristica rende la sterilizzazione il metodo di scelta per tutti i casi nei quali è necessaria la massima sicurezza: I materiali e gli strumenti chirurgici I farmaci iniettabili Le colture di germi patogeni e i rifiuti infetti che devono essere eliminati.
I procedimenti utilizzati per sterilizzare possono essere di tipo: FISICO calore - impiegato per l incenerimento, oppure utilizzato sotto forma secca - stufe -o umidaautoclave - e dalle radiazioni ionizzanti e ultraviolette. CHIMICO ossido di etilene e aldeide glutarica. MECCANICO filtrazione.
Attività di bonifica ambientale rappresentate da: DISINFEZIONE Pratica che ha come fine la distruzione della flora batterica patogena in un determinato ambiente o substrato, essa può essere attuata con: Mezzi naturali luce solare, essiccamento, temperatura, concorrenza vitale, diluizione, batteriofagia Mezzi chimici acidi, alcali, ossidanti, cloro, cloroderivati, iodio e derivati, alcoli, aldeidi, composti tensioattivi, clorexidina, sali di ammonio quaternario
Disinfezione Fattori limitanti l attività di un disinfettante Resistenza microbica Eccessiva carica microbica Temperatura, concentrazione e ph d uso Interazioni negative con altre sostanze chimiche Tempo di contatto
Attività di bonifica ambientale rappresentate da: DISINFESTAZIONE Pratica che ha come fine la distruzione dei vettori I mezzi di cui disponiamo per l attuazione di tale metodica sono numerosi e possono essere distinti in 4 categorie: FISICI, CHIMICI, BIOLOGICI e MECCANICI Qui ci occuperemo dei primi 2 gruppi: DISINFESTANTI INTEGRALI agiscono sia contro gli insetti che contro i ratti: Anidride solforosa e Acido cianidrico. INSETTICIDI Piretrine, composti clorurati organici, composti organofosforici. RATTICIDI Alfa-naftil-tiourea, e preparati Anticumarinici.
METODI INDIRETTI Comprendono tutta una serie di provvedimenti indirizzati: al risanamento e al miglioramento degli ambienti di vita e di lavoro; al controllo della qualità dell acqua, degli alimenti, delle bevande; al miglioramento delle condizioni di salute individuali e collettive.
QUALI MICRORGANISMI IN QUALI ATTIVITA Nava Carlo - Servizio medico competnte
PRINCIPALI MICRORGANISMI A CUI SONO ESPOSTIGLI GLI OPERATORI SANITARI E GLI ADDETTI AI LABORATORI MALATTIA AGENTE COINVOLTO SORGENTI SERBATOI TRASMISSIONE ESPOSTI Ep. virale B HBV uomo parenterale 1, 2, 3, 4 Ep. virale C HCV uomo parenterale 1, 2, 3, 4 Ep. virale A HAV uomo oro-fecale 2, 4 AIDS Virus HIV uomo parenterale 1, 2, 3, 4 Tubercolosi Micobacter. Bovis, Avium, Tuberculosis uomo, volatili, mammiferi domestici contatto indiretto e aerea 1, 2, 3, 4 Salmonellosi Salmonella typhi uomo oro-fecale 2, 3, 4 Infezioni da E. Coli Escherichia Coli uomo e tutte le specie animali oro-fecale 2, 4 Influenza virale Orthomixovir. A, B e C uomo contatto diretto e aerea 1, 2, 4 Brucellosi Brucella mammiferi contatto diretto e indiretto 3 SEGUE
PRINCIPALI MICRORGANISMI A CUI SONO ESPOSTIGLI GLI OPERATORI SANITARI E GLI ADDETTI AI LABORATORI MALATTIA AGENTE COINVOLTO SORGENTI SERBATOI TRASMISSIONE ESPOSTI Rosolia Varicella Virus rubeolico Virus varicella zoster uomo uomo aerea contatto diretto e aerea 1, 2, 4 1, 2, 3, 4 Raffreddore Adenovirus uomo aerea 1, 2, 4 Morbillo Morbillivirus uomo contatto diretto e aerea 1, 2, 4 Streptococcosi Streptococco gruppo A uomo contatto diretto 1, 2, 3 Parotite Paramixovirus uomo aerea 1, 2 Pertosse Difterite B. pertussis C. diphteriae uomo uomo aerea contatto indiretto, aerea 1, 2, 3, 4 1, 2, 3, 4 Sifilide Treponema pallidum Uomo, mammiferi Contatto diretto e indiretto 3 LEGENDA 1= Medici 2= Infermieri 3= tecnici laboratorio 4= Ausiliari
PRINCIPALI MICRORGANISMI A CUI SONO POTENZIALMENTE ESPOSTI GLI GLI ADDETTI ALLA RACCOLTA RIFIUTI, DEPURAZIONE ACQUE REFLUE URBANE E MANUTENZIONE DELLE RETI FOGNARIE MALATTIA AGENTE COINVOLTO SORGENTI SERBATOI TRASMISSIONE Poliomielite Poliovirus uomo oro-fecale Tetano Clostridium tetani mammiferi (erbivori) Contatto diretto Ep. virale A HAV uomo oro-fecale Ep. virale B HBV uomo parenterale Ep. virale C HCV uomo parenterale Leptospirosi Leptospira roditori Contatto diretto ed indiretto Infezioni da E. Coli Escherichia Coli uomo e tutte le specie animali oro-fecale SEGUE
MALATTIA Shigellosi PRINCIPALI MICRORGANISMI A CUI SONO POTENZIALMENTE ESPOSTI GLI GLI ADDETTI ALLA RACCOLTA RIFIUTI, DEPURAZIONE ACQUE REFLUE URBANE E MANUTENZIONE DELLE RETI FOGNARIE AGENTE COINVOLTO Shigella SORGENTI SERBATOI uomo, bovini TRASMISSIONE oro-fecale Colera Vibrio cholerae uomo oro-fecale Giardiasi Giardia lamblia animali domestici mammiferi oro-fecale da contatto indiretto Amebiasi Entamoeba histolytica uomo Contatto indiretto Anchilostomiasi Anchilostoma duodenalis Necator americanus uomo Contatto diretto
PRINCIPALI MICRORGANISMI A CUI SONO POTENZIALMENTE ESPOSTI GLI ADDETTI AL SETTORE ZOOTECNICO E AGRICOLO Malattia Agente responsabile Principale serbatoio animale Modo di trasmissione Operatori esposti Brucellosi Brucella abortus, Brucella melitensis Bovini, ovicaprini, suini Contatto diretto e indiretto AL; VET; AM; ALP; CONS Leptospirosi Leptospira interrogans Tutte le specie di mammiferi Contatto diretto e indiretto AL; VET; AM; ALP Febbre Q Coxiella burnetii Bovini, ovicaprini Contatto diretto e indiretto AL; VET; AM; ALP Tetano Clostridium tetani Tutte le specie di mammiferi Contaminazione ferite AL; VET; AM; ALP Psittacosi Ornitosi Chlamidia pittaci Volatili, pecore, bovini Contatto diretto AL; VET; AM Segue
PRINCIPALI MICRORGANISMI A CUI SONO POTENZIALMENTE ESPOSTI GLI ADDETTI AL SETTORE ZOOTECNICO E AGRICOLO Malattia Agente responsabile Principale serbatoio animale Modo di trasmissione Operatori esposti Tubercolosi Mycobacterium bovis, tuberculosis e avium Bovini, suini, ovicaprini, volatili Contatto diretto e indiretto AL; VET; AM; ALP; CONS Salmonellosi Salmonella spp. Tutte le specie animali Contatto diretto e indiretto AL; VET; AM; ALP; CONS Campilobatteriosi Campylobacter spp Bovini, ovini, suini, volatili Contatto diretto e indiretto AL; VET; AM; ALP; CONS Infezioni da E. Coli E. coli Tutte le specie animali Contatto diretto e indiretto AL; VET; AM; ALP; CONS Helicobatteriosi Helycobacter spp. Suini, altri mammiferi Contatto diretto AL; VET; AM Mal Rosso Erysipelothrix rhusiopathiae Suini, volatili, pesci Contatto diretto AL; VET; AM; ALP; CONS Segue
PRINCIPALI MICRORGANISMI A CUI SONO POTENZIALMENTE ESPOSTI GLI ADDETTI AL SETTORE ZOOTECNICO E AGRICOLO Malattia Agente responsabile Principale serbatoio animale Modo di trasmissione Operatori esposti Stafilococcosi Staphylococcus spp Varie specie animali Contatto diretto e indiretto AL; VET; AM Streptococcosi Streptococcus suis Suini Contatto diretto AL; VET; AM Listeriosi Listeria monocytogenes Bovini, ovicaprini, suini, pesci, volatili Contatto diretto e indiretto AL; VET; AM; ALP; CONS Carbonchio Bacillus anthracis Bovini, ovicaprini, suini, equini Contatto diretto AL; VET; AM; ALP Tularemia Francisella tularensis Lagomorfi, animali selvatici Contatto diretto AL; VET; AM; ALP; CONS Malattia Di Lyme Borrelia burgdorferi Bovini, ovicaprini, equini Contatto diretto AL; VET Segue
PRINCIPALI MICRORGANISMI A CUI SONO POTENZIALMENTE ESPOSTI GLI ADDETTI AL SETTORE ZOOTECNICO E AGRICOLO Malattia Agente responsabile Principale serbatoio animale Modo di trasmissione Operatori esposti Toxoplasmosi Toxoplasma gondii Ovini, lagomorfi, gatti Contatto diretto e indiretto AL; VET; AM; ALP; CONS Echinococcosi idatidosi Echinococcus granulosus Ospiti defin.: cani e canidi selvatici. Ospiti interm.: bovini, ovicaprini, suini Contatto diretto e indiretto AL Dermatofitosi Tricophyton spp Microsporum Bovini,cani, gatti Contatto diretto e indiretto AL; VET; AM Influenza virale Orthomyxovirus tipo A Volatili, suini Contatto diretto AL; VET Malattia Di Newcastle Paramyxovirus 1 volatili Contatto diretto * AL; VET Segue
PRINCIPALI MICRORGANISMI A CUI SONO POTENZIALMENTE ESPOSTI GLI ADDETTI AL SETTORE ZOOTECNICO E AGRICOLO Malattia Agente responsabile Principale serbatoio animale Modo di trasmissione Operatori esposti Stomatite papulosa Parapoxvirus bovini Contatto diretto AL; VET Ectima contagioso Parapoxvirus ovicaprini Contatto diretto* AL; VET AL = allevatori e addetti alla custodia e cura degli animali AM = addetti alla macellazione degli animali ALP = addetti alla lavorazione dei prodotti di origine animale CONS = consumatori VET = veterinari del servizio pubblico e liberi professionisti Contatto diretto = contatto con gli animali attraverso vettori (ectoparassiti ed insetti), alimenti contaminati, superfici imbrattate da feci, ecc. * Sia per contatto con gli animali, sia possibilità di infezione nel corso di operazioni di vaccinazione con vaccini a virus vivo attenuato.
VACCINOPROFILASSI Nava Carlo - Servizio medico competnte
LINEE GUIDA SIMLII RISCHIO BIOLOGICO Vaccini attualmente disponibili
SCHEMI VACCINALI Elenco delle vaccinazioni, obbligatorie o raccomandate,a cui sottoporre gli operatori esposti a rischio biologico in relazione alla tipologia di attività lavorativa svolta VACCINAZIONE NORMATIVE DI RIFERIMENTO SCHEMA VACCINALE RICHIAMI VACCINAZIONE ANTI EPATITE TIPO B Circolare Ministeriale n. 19/2000 esplicativa del D.M. 20.11.2000 CICLO PRIMARIO 0, 1, 6 mesi Dopo 1 mese controllo HBsAb se negativo somministrare 4 a dose se dopo 1 mese HBsAb ancora negativo soggetto NON RESPONDER suscettibile di infezione NON PREVISTI VACCINAZIONE ANTIROSOLIA Circolare Ministeriale del 13 luglio 1999, n. 12 Dose unica da iniettare per via sottocutanea e costituita da 0,5 ml di vaccino contenente stipiti di virus vivente attenuato. NON PREVISTI
SCHEMI VACCINALI VACCINAZIONE NORMATIVE DI RIFERIMENTO SCHEMA VACCINALE RICHIAMI VACCINAZIONE ANTI TUBERCOLARE Legge Finanziaria 2001 D.P.R. 7 Novembre 2001 n. 465 La vaccinazione antitubercolare è obbligatoria per il personale sanitario, studenti in medicina, allievi infermieri e chiunque, a qualunque titolo, con test tubercolinico negativo, operi in ambienti sanitari ad alto rischio di esposizione a ceppi multifarmacoresistenti, oppure che operi in ambienti ad alto rischio e non possa, in caso di cuticonversione, essere sottoposto a terapia preventiva, perché presenta controindicazioni cliniche all uso di farmaci specifici. Dose unica da iniettare costituita da 0,1 ml del vaccino ricostituito allo stato liquido, contenete da 200.000 a 1 milione di batteri vivi. NON PREVISTI VACCINAZIONE ANTI TIFICA Legge 30 aprile 1962, n. 283 D.P.R. 26 marzo 1980, n.327 Vaccino orale costituito da germi uccisi. Somministrare per via orale a digiuno e non ingerire cibo per almeno 1 ora dopo l assunzione. 3 dosi per os a giorni alterni (1, 3, 5 giorni). DA RIPETERE OGNI 2-3 ANNI
SCHEMI VACCINALI VACCINAZIONE NORMATIVE DI RIFERIMENTO SCHEMA VACCINALE RICHIAMI VACCINAZIONE ANTI TETANICA Legge 292 05 marzo 1963 D.P.R. 7 novembre 2001, n. 464 CICLO PRIMARIO - Tempo 0 1 a DOSE - Dopo 6 8 settimane 2 a DOSE - Dopo 6 12 mesi 3 a DOSE Dopo 5 anni dalla vaccinazione basale 1 DOSE DI RICHIAMO Le successive DOSI da effettuarsi a 10 anni dell ultima dose di richiamo VACCINAZIONE ANTI EPATITE TIPO A Circolare Ministeriale n. 4 13 marzo 1998 Vaccino a virus inattivato; il ciclo completo è costituito da 2 dosi (la seconda deve essere somministrata a distanza di 6-12 mesi dalla prima). Dopo un ciclo completo la durata della risposta immune è superiore a 10 anni, forse 25 anni NON PREVISTI
SCHEMI VACCINALI VACCINAZIONE NORMATIVE DI RIFERIMENTO SCHEMA VACCINALE RICHIAMI VACCINAZIONE ANTI VARICELLA Circolare Ministeriale n. 8 del 10 marzo 1992 E raccomandata la somministrazione di 2 dosi per via sottocutanea. Si è dimostrato in grado di fornire il 70% di protezione contro l infezione e circa il 95% di protezione contro la forma severa della malattia per 7-10 anni Dopo 5-10 anni Qualora si evidenzi la scomparsa del titolo anticorpale VACCINAZIONE ANTI MORBILLO e PAROTITE Circolare Ministeriale n. 12 del 13 luglio 1999 Vaccino combinato da somministrare in dose singola per via sottocutanea NON PREVISTI VACCINAZIONE ANTI INFLUENZALE Circolare Ministeriale n. 8 del 31 maggio 2001 Una singola dose somministrata per via intramuscolare annualmente. L efficacia protettiva è stimata intorno al 75% dei vaccinati
CONTROINDICAZIONI ALLE VACCINAZIONI Individuo con malattia in atto o convalescente Controindicazioni assolute Gravidanza nei primi 3 mesi e negli ultimi 2 Nefropatie e cardiopatie scompensate o malattie circolatorie gravi Leucemie e neoplasie