TEST DI LINGUA ITALIANA Il materiale che viene presentato in queste pagine è una simulazione cartacea della prova d esame di LINGUA ITALIANA per gli studenti di Scienze della Comunicazione (codice 92008). La prova d esame dura complessivamente 60 minuti ed è costituita da: 1. esercizio di paragrafatura (5 punti) + scelta tra 3 brevi riassunti (9 punti); 2. esercizio di riordino del testo (18 punti); 3. individuazione dei nuclei informativi del testo riordinato (12 items, 24 punti); 4. breve riassunto (100-120 parole) del testo riordinato (40 punti attribuiti manualmente). Per qualsiasi chiarimento e per la correzione del riassunto potete rivolgervi ai Collaboratori Esperti Linguistici (dott.ssa. Rosella Bozzone Costa, dott.ssa Monica Piantoni) negli orari di ricevimento. TEST - PARAGRAFATURA Legga il testo e per ciascuno degli spazi vuoti (segnalati con ) indichi con una barra trasversale / se in quel punto è necessario iniziare un nuovo paragrafo. Se secondo lei non occorre andare a capo scriva: no. Attenzione: è necessario andare a capo 3 volte. La diffusione dell editoria moderna a partire dal XVIII secolo Nella lingua corrente italiana e francese, il termine editore/éditeur porta ormai solo nel mondo della pubblicazione materiale del libro, designando, prima di tutto, colui che rende possibile la pubblicazione e la messa in vendita di un opera stampata. Questo è il significato che compare come primo in tutti i dizionari di uso comune. Si può riflettere sul fatto che i due sensi del termine editore, unificati in francese e in italiano, siano invece distinti nella lingua inglese, nella quale publisher indica il ruolo di chi produce materialmente il libro, e editor designa invece chi stabilisce i caratteri del testo. Anche il verbo editare si traduce in due modi differenti, che indicano i due ruoli specifici: to publish e to edit. Occorre, dunque, da un lato, non trascurare il problema dell unificazione dei due ruoli nel solo termine editore, e, dall altro, sottolineare l importanza della cronologia nella definizione dei nuovi significati. I cambiamenti, hanno infatti luogo nel Settecento, quando cioè aumenta il numero dei libri pubblicati e il mercato editoriale prende una nuova identità e una nuova dimensione. Chi si occupa di fissare un testo nei suoi caratteri specifici si confonde con chi ne finanzia la pubblicazione: la distinzione è soltanto economica? Perché chiamare editore chi produce il libro? La risposta può essere trovata, forse, nella nuova funzione del produttore, che diventa il mediatore tra gli autori e il pubblico; al contrario, l editore che stabilisce l edizione era (ed è ancora) il mediatore tra un testo e un lettore. Nel primo caso quello dell editore che produce il libro l attenzione è rivolta al pubblico; nel secondo invece va ricondotta al testo. Testo tratto e adattato da: CARDIOLI A., Dall editoria moderna all editoria multimediale: 14. Paragrafatura: Chiave La diffusione dell editoria moderna a partire dal XVIII secolo Nella lingua corrente italiana e francese, il termine editore/éditeur porta ormai solo nel mondo della pubblicazione materiale del libro, designando, prima di tutto, colui che rende possibile la pubblicazione e la messa in vendita di un opera stampata. Questo è il significato che compare come primo in tutti i dizionari di uso comune. / Si può riflettere sul fatto che i due sensi del termine editore, unificati in francese e in italiano, siano invece distinti nella lingua inglese, nella quale
publisher indica il ruolo di chi produce materialmente il libro, e editor designa invece chi stabilisce i caratteri del testo. Anche il verbo editare si traduce in due modi differenti, che indicano i due ruoli specifici: to publish e to edit. / Occorre, dunque, da un lato, non trascurare il problema dell unificazione dei due ruoli nel solo termine editore, e, dall altro, sottolineare l importanza della cronologia nella definizione dei nuovi significati. no I cambiamenti, hanno infatti luogo nel Settecento, quando cioè aumenta il numero dei libri pubblicati e il mercato editoriale prende una nuova identità e una nuova dimensione. / Chi si occupa di fissare un testo nei suoi caratteri specifici si confonde con chi ne finanzia la pubblicazione: la distinzione è soltanto economica? Perché chiamare editore chi produce il libro? La risposta può essere trovata, forse, nella nuova funzione del produttore, che diventa il mediatore tra gli autori e il pubblico; al contrario, l editore che stabilisce l edizione era (ed è ancora) il mediatore tra un testo e un lettore. no Nel primo caso quello dell editore che produce il libro l attenzione è rivolta al pubblico; nel secondo invece va ricondotta al testo. Testo tratto e adattato da: CARDIOLI A., Dall editoria moderna all editoria multimediale: 14. Paragrafatura: Testo completo La diffusione dell editoria moderna a partire dal XVIII secolo Nella lingua corrente italiana e francese, il termine editore/éditeur porta ormai solo nel mondo della pubblicazione materiale del libro, designando, prima di tutto, colui che rende possibile la pubblicazione e la messa in vendita di un opera stampata. Questo è il significato che compare come primo in tutti i dizionari di uso comune. Si può riflettere sul fatto che i due sensi del termine editore, unificati in francese e in italiano, siano invece distinti nella lingua inglese, nella quale publisher indica il ruolo di chi produce materialmente il libro, e editor designa invece chi stabilisce i caratteri del testo. Anche il verbo editare si traduce in due modi differenti, che indicano i due ruoli specifici: to publish e to edit. Occorre, dunque, da un lato, non trascurare il problema dell unificazione dei due ruoli nel solo termine editore, e, dall altro, sottolineare l importanza della cronologia nella definizione dei nuovi significati. I cambiamenti, hanno infatti luogo nel Settecento, quando cioè aumenta il numero dei libri pubblicati e il mercato editoriale prende una nuova identità e una nuova dimensione. Chi si occupa di fissare un testo nei suoi caratteri specifici si confonde con chi ne finanzia la pubblicazione: la distinzione è soltanto economica? Perché chiamare editore chi produce il libro? La risposta può essere trovata, forse, nella nuova funzione del produttore, che diventa il mediatore tra gli autori e il pubblico; al contrario, l editore che stabilisce l edizione era (ed è ancora) il mediatore tra un testo e un lettore. Nel primo caso quello dell editore che produce il libro l attenzione è rivolta al pubblico; nel secondo invece va ricondotta al testo. TEST SCELTA DEI RIASSUNTI Leggete i tre brevi riassunti che seguono. Si riferiscono tutti al testo sopra, ma solo uno è corretto e adeguato per contenuto e forma: individuatelo e dite perché gli altri non sono accettabili. 1. L autore riflette sull evoluzione culturale del termine editore, indicante originariamente l addetto all edizione grafica di un testo (l editor inglese) ed in seguito associato alla funzione di produttore di un opera stampata (l editore italiano o l éditeur francese, nonché il publisher inglese). Tale sviluppo è collocabile storicamente nel XVIII secolo, quando, con l aumento
della produzione di libri, il mercato editoriale si ampliò riconfigurando il ruolo dell editore come colui che cura il rapporto non solo con il testo in sé, ma anche e soprattutto con il destinatario del testo stesso, il pubblico. 2. L autore riflette sul fatto che lo sviluppo della moderna nozione di editore come produttore di un opera stampata risale all epoca in cui, con l aumento della pubblicazione dei libri, il mercato editoriale si trasformò e si ingrandì, fino a quando stabilì la nuova funzione dell editore come pubblicatore e quindi mediatore tra l autore e il pubblico. Prima, invece, l editore era chi sceglieva i caratteri del testo. La moderna definizione di editore si ha nelle lingue romanze come il francese e l italiano, mentre quelle germaniche, a cui l inglese appartiene, mantengono il vecchio significato di editore. 3. L autore riflette sul significato del termine editore, che in italiano e francese indica colui che produce e mette in vendita un libro (editore o éditeur), mentre in inglese designa colui che si occupa dell edizione del testo (editor), diverso da colui che invece finanzia la pubblicazione del testo stesso (publisher). È nel XVIII secolo che si arriva a questa nuova funzione dell editore, sviluppata dall aumento della pubblicazione dei libri e di conseguenza del mercato editoriale e del pubblico. L editore non ha più una funzione culturale, è ormai ridotto alla figura di semplice finanziatore. CHIAVI SCELTA DEI RIASSUNTI L autore riflette sull evoluzione culturale del termine editore, indicante originariamente l addetto all edizione grafica di un testo (l editor inglese) ed in seguito associato alla funzione di produttore di un opera stampata (l editore italiano o l éditeur francese, nonché il publisher inglese). Tale sviluppo è collocabile storicamente nel XVIII secolo, quando, con l aumento della produzione di libri, il mercato editoriale si ampliò riconfigurando il ruolo dell editore come colui che cura il rapporto non solo con il testo in sé, ma anche e soprattutto con il destinatario del testo stesso, il pubblico.
OK: Mantenimento dei nuclei informativi principali + fedeltà al testo di partenza; registro alto, scelte lessicali appropriate, struttura morfo-sintattica adeguata. L autore riflette sul fatto che lo sviluppo della moderna nozione di editore come produttore di un opera stampata risale all epoca in cui, con l aumento della pubblicazione dei libri, il mercato editoriale si trasformò e si ingrandì, fino a quando stabilì la nuova funzione dell editore come pubblicatore e quindi mediatore tra l autore e il pubblico. Prima, invece, l editore era chi sceglieva i caratteri del testo. La moderna definizione di editore si ha [lessico generico] nelle lingue romanze come il francese e l italiano, mentre quelle germaniche, a cui l inglese appartiene, mantengono il vecchio significato di editore [informazione falsa, par. 1 e 2: l autore non afferma che in tutte le lingue romanze la parola editore rimanda al significato di produttore materiale di un testo, mentre in tutte le lingue germaniche è associata alla nozione di curatore grafico di un testo ; si tratta di un inferenza errata]. L autore riflette sul significato del termine editore, che in italiano e francese indica colui che produce e mette in vendita un libro (editore o éditeur), mentre in inglese designa colui che si occupa dell edizione del testo (editor), diverso da colui che invece finanzia la pubblicazione del testo stesso (publisher) [molte ripetizioni]. È nel XVIII secolo che si arriva a questa nuova funzione dell editore, sviluppata dall aumento della pubblicazione dei libri e di conseguenza del mercato editoriale e del pubblico. L editore non ha più una funzione culturale, è ormai ridotto alla figura di semplice finanziatore [elemento valutativo: il verbo ridotto implica un giudizio di valore sulla nuova funzione di editore, che l autore del testo non dà, in quanto si limita a descrivere come cambia la figura dell editore nel corso del tempo].
TEST - RIORDINO Rimettete in ordine le parti del testo La terza fase. La prima parte è già data. (Testo adattato da Simone, R., La terza fase. Forme di sapere che stiamo perdendo, Roma-Bari, Laterza, 2000) Introduzione Questo libro è nato dalla sensazione che stiamo entrando in una nuova fase di una storia che è di straordinaria importanza: la storia del conoscere, che dovrebbe descrivere il modo in cui si creano e si elaborano le nostre conoscenze, le nostre idee e le nostre informazioni. 1 La Seconda Fase si aprì venti secoli dopo con l invenzione della stampa, che di colpo fece del libro, fino allora costosissimo e non riproducibile, un bene a basso prezzo e quasi popolare, che permetteva a un pubblico vastissimo di accostarsi a testi che fin allora poteva soltanto sentir raccontare a voce. Per sapere non intendo naturalmente solo quello degli studiosi e degli scienziati; intendo, più in generale, tutte le forme di conoscenza di cui disponiamo, e che adoperiamo anche nella vita quotidiana irriflessa. Per questo, una modificazione profonda nel modo di formarsi delle conoscenze non è un tema accademico, ma una questione che tocca la vita di tutti. Non mi pare che, tra le tante storie che si scrivono, ce ne sia una dedicata a un tema così importante, ed è un peccato, specialmente perché siamo nel mezzo di cambiamenti di cui non abbiamo forse un immagine del tutto chiara. Infatti, sono convinto per molti motivi che ci troviamo in una Terza Fase della storia del modo in cui si formano le conoscenze della specie umana e si alimenta il patrimonio del suo sapere. La Prima Fase coincise con l invenzione della scrittura, che permise di fissare con segni scritti le informazioni su un supporto stabile, liberando la memoria individuale e collettiva dal peso di un enorme quantità di dati che, prima di allora, dovevano essere registrati nella mente. Non è la prima volta che nella storia dell uomo si realizza un cambiamento importante nel modo di formarsi delle conoscenze. Prima di oggi, in questo campo si sono susseguite almeno due Grandi Fasi.
CHIAVE RIORDINO Tempo di esecuzione: ca. 15. Chiave: (1) 6 3 2 5 4 Adattato da Simone, R., La terza fase. Forme di sapere che stiamo perdendo, Roma-Bari, Laterza, 2000. Questo libro è nato dalla sensazione che stiamo entrando in una nuova fase di una storia che è di straordinaria importanza: la storia del conoscere, che dovrebbe descrivere il modo in cui si creano e si elaborano le nostre conoscenze, le nostre idee e le nostre informazioni. 1 La Seconda Fase [si illustra la seconda delle due grandi Fasi annunciate nella quarta parte] si aprì venti secoli dopo con l invenzione della stampa, che di colpo fece del libro, fino allora costosissimo e non riproducibile, un bene a basso prezzo e quasi popolare, che permetteva a un pubblico vastissimo di accostarsi a testi che fin allora poteva soltanto sentir raccontare a voce. 6 Per sapere [l autore spiega quale significato intende attribuire alla parola introdotta nella frase precedente] non intendo naturalmente solo quello degli studiosi e degli scienziati; intendo, più in generale, tutte le forme di conoscenza di cui disponiamo, e che adoperiamo anche nella vita quotidiana irriflessa. Per questo, una modificazione profonda nel modo di formarsi delle conoscenze non è un tema accademico, ma una questione che tocca la vita di tutti. 3 Non mi pare che, tra le tante storie che si scrivono, ce ne sia una dedicata a un tema così importante [rimando all importanza del tipo di storia di cui l autore intende occuparsi], ed è un peccato, specialmente perché siamo nel mezzo di cambiamenti di cui non abbiamo forse un immagine del tutto chiara. Infatti, sono convinto per molti motivi che ci troviamo in una Terza Fase della storia del modo in cui si formano le conoscenze della specie umana e si alimenta il patrimonio del suo sapere. _2 La Prima Fase [si illustra la prima delle due grandi Fasi annunciate nella frase precedente] coincise con l invenzione della scrittura, che permise di fissare con segni scritti le informazioni su un supporto stabile, liberando la memoria individuale e collettiva dal peso di un enorme quantità di dati che, prima di allora, dovevano essere registrati nella mente. 5 Non è la prima volta che nella storia dell uomo si realizza un cambiamento importante nel modo di formarsi delle conoscenze [l autore riprende il concetto introdotto nella frase precedente utilizzando un sinonimo: modificazione profonda -> cambiamento importante]. Prima di oggi, in questo campo si sono susseguite almeno due Grandi Fasi. 4
TESTO COMPLETO La terza fase (adattato da Simone, R., La terza fase. Forme di sapere che stiamo perdendo, Roma-Bari, Laterza, 2000) Questo libro è nato dalla sensazione che stiamo entrando in una nuova fase di una storia che è di straordinaria importanza: la storia del conoscere, che dovrebbe descrivere il modo in cui si creano e si elaborano le nostre conoscenze, le nostre idee e le nostre informazioni. Non mi pare che, tra le tante storie che si scrivono, ce ne sia una dedicata a un tema così importante, ed è un peccato, specialmente perché siamo nel mezzo di cambiamenti di cui non abbiamo forse un immagine del tutto chiara. Infatti, sono convinto per molti motivi che ci troviamo in una Terza Fase della storia del modo in cui si formano le conoscenze della specie umana e si alimenta il patrimonio del suo sapere. Per sapere non intendo naturalmente solo quello degli studiosi e degli scienziati; intendo, più in generale, tutte le forme di conoscenza di cui disponiamo, e che adoperiamo anche nella vita quotidiana irriflessa. Per questo, una modificazione profonda nel modo di formarsi delle conoscenze non è un tema accademico, ma una questione che tocca la vita di tutti. Non è la prima volta che nella storia dell uomo si realizza un cambiamento importante nel modo di formarsi delle conoscenze. Prima di oggi, in questo campo si sono susseguite almeno due Grandi Fasi. La Prima Fase coincise con l invenzione della scrittura, che permise di fissare con segni scritti le informazioni su un supporto stabile, liberando la memoria individuale e collettiva dal peso di un enorme quantità di dati che, prima di allora, dovevano essere registrati nella mente. La Seconda Fase si aprì venti secoli dopo con l invenzione della stampa, che di colpo fece del libro, fino allora costosissimo e non riproducibile, un bene a basso prezzo e quasi popolare, che permetteva a un pubblico vastissimo di accostarsi a testi che fin allora poteva soltanto sentir raccontare a voce.
TEST SCELTA DEI NUCLEI INFORMATIVI Rileggete il testo e selezionate tra le frasi che seguono le sei che sintetizzano correttamente le informazioni principali del testo originale. Per individuare le 6 frasi principali corrette escludete le informazioni secondarie e quelle false o approssimative rispetto al contenuto originale. Se sono presenti versioni differenti della stessa informazione, scegliete la più precisa ATTENZIONE: dovete selezionare 6 frasi (non di più, non di meno) 1. La storia di come si creano ed elaborano le conoscenze appartenenti al patrimonio della specie umana è, secondo l autore, una storia particolarmente interessante. 2. Il modo in cui si elaborano le conoscenze umane non viene mai preso in considerazione nei libri di storia. 3. Secondo l autore non abbiamo ancora un idea molto chiara dei cambiamenti in corso nella storia del sapere. 4. Attualmente l umanità si trova in quella che l autore interpreta come la Terza Fase della storia del sapere. 5. L autore concepisce il termine sapere nell accezione ampia di insieme delle conoscenze che tutti noi utilizziamo anche in modo inconscio. 6. Con il termine sapere l autore non si riferisce alle conoscenze degli scienziati e degli studiosi. 7. L umanità ha già attraversato altre due fasi rivoluzionarie della storia del sapere. 8. Nella Prima Fase l uomo ha trovato il modo di conservare le conoscenze nel tempo servendosi della scrittura. 9. Grazie all invenzione della scrittura le informazioni che prima dovevano essere conservate nella memoria sono state affidate a un supporto durevole. 10. La Seconda Fase ha condotto a un ampia diffusione dei testi scritti attraverso l invenzione della stampa. 11. Dopo due millenni dall invenzione della scrittura si è aperta la Seconda Fase. 12. Con l invenzione della stampa il libro è divenuto uno dei prodotti più popolari.
CHIAVE 1, 4, 5, 7, 8, 10 1. La storia di come si creano ed elaborano le conoscenze appartenenti al patrimonio della specie umana è, secondo l autore, una storia particolarmente interessante. OK 2. Il modo in cui si elaborano le conoscenze umane non viene mai preso in considerazione nei libri di storia. approssimato (nel testo si dice che non è stata scritta una storia del sapere, non che l argomento non viene mai trattato) 3. Secondo l autore non abbiamo ancora un idea molto chiara dei cambiamenti in corso nella storia del sapere. secondario 4. Attualmente l umanità si trova in quella che l autore interpreta come la Terza Fase della storia del sapere. OK 5. L autore concepisce il termine sapere nell accezione ampia di insieme delle conoscenze che tutti noi utilizziamo anche in modo inconscio. OK 6. Con il termine sapere l autore non si riferisce alle conoscenze degli scienziati e degli studiosi. approssimato (nel testo si dice che non si riferisce solo a tali conoscenze) 7. L umanità ha già attraversato altre due fasi rivoluzionarie della storia del sapere. OK 8. Nella Prima Fase l uomo ha trovato il modo di conservare le conoscenze nel tempo servendosi della scrittura. OK 9. Grazie all invenzione della scrittura le informazioni che prima dovevano essere conservate nella memoria sono state affidate a un supporto durevole. secondario 10. La Seconda Fase ha condotto a un ampia diffusione dei testi scritti attraverso l invenzione della stampa. OK 11. Dopo due millenni dall invenzione della scrittura si è aperta la Seconda Fase. secondario 12. Con l invenzione della stampa il libro è divenuto uno dei prodotti più popolari. approssimato (nel testo si parla di bene economico e quasi popolare)