COMPRENSORIO ALPINO DI CACCIA VALLE DI SCALVE 156
Comprensorio Alpino di Caccia Val di Scalve Comuni appartenenti all ambito. Caratteristiche ambientali Vocazioni e potenzialità faunistiche del territorio Emergenze faunistiche Superficie totale. 14.094,48 Superficie territorio agro-silvopastorale (Ha) 13.831,43 Azzone, Colere, Schilpario, Vilminore di Scalve. Il Comprensorio alpino è modellato nella conca naturale della Valle di Scalve, dal caratteristico andamento est-ovest e rappresenta un settore piuttosto appartato dal restante bacino dell Oglio, da cui è separato dall imponente forra del Dezzo (Via Mala). Il fondovalle è scavato dall alveo del fiume Dezzo con numerose piccole convalli su entrambi i versanti fino all'orrido lungo la via Mala che segna il confine del Comprensorio alpino e dei confini amministrativi della provincia di Bergamo. Dal punto di vista vegetazionale il CA rientra completamente nella zona cosiddetta alpina; procedendo per strati altimetrici sono presenti a seconda dei distinti orizzonti: la vegetazione erbaceo-arbustiva dell ambiente nivale, la vegetazione degli ambienti alpini, caratterizzata dagli insediamenti vaccinio-rododendreti, la vegetazione degli ambienti subalpini con consistenti popolamenti di aghifoglie, la vegetazione degli ambienti montani con formazioni forestali a predominanza di latifoglie dominate dalla faggeta. In tutti gli orizzonti è marcata la presenza di aree aperte coltivate a prato-pascolo con particolare incidenza dei prati da sfalcio polifiti nelle aree di fondovalle e di imponenti pascoli oltre il limite altitudinale della vegetazione arborea (mt. 1800-1900) ancora caricati con bestiame bovino in alpeggio. Il territorio del CA risulta particolarmente vocato agli ungulati selvatici, sia bovidi alpini come camoscio e stambecco, che cervidi come il capriolo e il cervo. Per quanto attiene il camoscio le aree di distribuzione potenziale coincidono con l areale di presenza della specie. In tutto il Comprensorio alpino risulta alta la vocazionalità ai galliformi alpini come il gallo forcello, la coturnice e la pernice bianca, per queste specie di avifauna tipica alpina l areale potenziale risulta più ampio rispetto all areale di distribuzione delle singole specie. Il territorio del CA risulta parzialmente vocazionale anche ai lagomorfi, lepre comune e lepre variabile, per queste specie l areale di distribuzione potenziale coincide con l areale di presenza, anche se con densità fortemente disomogenee. L'evoluzione degli ambienti forestali favorisce significativamente l'incremento della locale popolazione di cervi. I censimenti svolti in campo faunistico hanno permesso di realizzare un quadro di sufficiente dettaglio circa la distribuzione sul territorio di numerose specie di vertebrati terrestri. In base alla presenza di un numero più o meno elevato di specie, anche non di interesse venatorio, e alla loro diversa valenza naturalistica, attraverso un analisi di tipo sinecologico risulta possibile definire le principali emergenze faunistiche di rilevante interesse conservazionistico meritevoli di interventi mirati di tutela a lungo termine: pernice bianca, lepre variabile, stambecco, e aquila reale. L area individuata come vocazionale a queste specie, coincidente con i livelli altitudinali compresi tra i novecento e i duemilaottocento metri s.l.m., assume un indubbio valore per la conservazione di queste specie 157
Interventi per la ricostituzione del patrimonio faunistico Zone in cui sono collocati gli appostamenti fissi di grande interesse naturalistico e conservazionistico. Sul territorio del CAC è stata accertata nel 2004 la presenza del lupo e dal 2009, è stata più volte accertata la presenza dell'orso bruno. Nei SITI NATURA 2000 (SIC ZPS) fatto salvo il divieto di introduzione di specie non autoctone previsto dall art. 12 del D.P.R. 357/97, ogni intervento di reintroduzione di fauna selvatica all interno dei siti e nelle aree limitrofe, definite tali sulla base della mobilità delle specie oggetto delle reintroduzioni stesse, è sottoposto a specifica Valutazione di Incidenza. ripopolamenti Sono consentiti esclusivamente nella zona di minor tutela con le specie lepre comune, fagiano e starna. Nelle ZPS, i ripopolamenti sono autorizzati esclusivamente con capi appartenenti a popolazioni autoctone provenienti da allevamenti nazionali o da zone di ripopolamento e cattura. reintroduzioni Gallo cedrone, coturnice, marmotta, gipeto. introduzioni Nessuna. Su tutto il territorio a caccia programmata, anche nei territori del C.A.C. ricompresi nella rete Natura 2000, ad esclusione delle aree protette dalla L.157/92 e dalla L. 394/91. Maggior dettaglio in allegata cartografia tematica. Zone in cui sono collocabili Sono collocabili su tutto il territorio del CAC a gestione programmata appostamenti fissi della caccia in zona di minor tutela. Non è consentito impiantare appostamenti fissi di caccia a distanza inferiore di 400 metri dai confini delle Oasi di protezione, delle Zone di ripopolamento e cattura, nonché dei Parchi nazionali e Riserve Naturali. Non è consentito impiantare nuovi appostamenti fissi di caccia nella Zona di maggior tutela. Il rilascio di autorizzazioni per nuovi appostamenti fissi nei Siti della Rete Natura 2000 e entro una fascia di 1.000 metri dagli stessi è sottoposto a specifica valutazione di incidenza, compresi quelli di cui all'art. 25, c. 14 della L.R. 26/1993; sono derogati da questo precetto esclusivamente il rinnovo dell'autorizzazione o il cambio di titolare di quegli appostamenti fissi di caccia dei quali è già stata acquisita in precedenza valutazione di incidenza positiva ovvero non negativa. Istituti faunistici e zone di divieto venatorio Tipologia istituto Denominazione Superficie territoriale T.A.S.P. Oasi di protezione Presolana 239,91 239,73 Parco naturale Orobie 1597,16 1580,44 Riserva naturale Giovetto 299,83 299,83 Valico alpino Passo Manina 116,57 111,57 Valico alpino Passo Presolana 88,03 82,64 Valico alpino Passo Vivione 312,56 310,26 Valico alpino Passo Giovo 212,69 212,69 TOTALE COMPLESSIVO 2866,75 2837,16 Rapporto TASP Ambito/TASP protetta 20,51% Note 158
L area in cui vige il divieto di caccia all interno del Parco Regionale delle Orobie Bergamasche trova quale fonte normativa esclusivamente la Deliberazione della Giunta Regionale n. 31209 del 19/09/ 1997 avente per oggetto: Approvazione della carta e del regolamento dell attività venatoria del Parco delle Orobie Bergamasche, ai sensi dell art. 1 lettera b), della Legge Regionale n 17 del 09/06/1997 ed in sostituzione del regime transitorio, di cui all art. 13 comma 5, della L.R. 811/96 n 32. Al riguardo nel presente Piano si fa riferimento alla denominazione Parco Naturale, perché utilizzata dallo stesso Ente Parco, sulle tabelle di perimetrazione dell istituto. 159
Comprensorio Alpino di Caccia "Valle di Scalve" PN Orobie VAL Vivione Istituti di protezione faunistica Oasi di Protezione VAL Giovo Parco Naturale Riserva Naturale Valico Montano VAL Manina OP Presolana RN Giovetto N VAL Presolana O E 0 2000 4000 metri S
Istituto Faunistico Comuni appartenenti all ambito Caratteristiche ambientali Vocazioni e potenzialità faunistiche del territorio Emergenze faunistiche Oasi di Protezione Presolana (CAC VAL DI SCALVE) Superficie totale 239,91 Superficie territorio agro-silvopastorale (Ha) 239,73 Colere, Vilminore di Scalve L Oasi di protezione è localizzata genericamente su due distinti orizzonti: l orizzonte nivale, molto ridotto e localizzato soprattutto oltre i 2.200 metri nelle stazioni ad esposizione settentrionale caratterizzate da creste rocciose esposte di natura calcarea, e l orizzonte alpino con successioni altimetriche riferibili al climax delle praterie naturali e dei vaccinio-rododendreti. Nelle radure provocate dalle valanghe e negli impluvi percorsi con frequenza dalle slavine è dominante l ontano verde. L OP include ambienti tra i più completi e significativi per la gestione dei galliformi alpini, in particolare la coturnice, il gallo forcello. Alle quote superiori caratterizzate dalle creste rocciose della Presolana permane integro l habitat della pernice bianca. Il settore della Presolana considerate le favorevoli condizioni geomorfologiche e vegetazionali è stato oggetto nel 1998 della reintroduzione del camoscio. E segnalata la presenza del gallo cedrone, del francolino di monte, della pernice bianca, delle lepre variabile e dell aquila reale. 161
Oasi di Protezione "Presolana" 0 500 1000 1500 metri O N E S