Semiotica Lumsa a.a. 2015/2016 Piero Polidoro. 14 ottobre 2015 lezione 3 il segno visivo: arbitrario o motivato?

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Semiotica Lumsa a.a. 2015/2016 Piero Polidoro 14 ottobre 2015 lezione 3 il segno visivo: arbitrario o motivato?

Sommario 1. Immagini: naturali o convenzionali? 2. Il linguaggio poetico secondo Jakobson 3. Testi da studiare Piero Polidoro, 2015 2

Immagini: naturali o convenzionali?

Who s that girl? 4

Contro la naturalità del segno iconico «Cosa significa dire che il ritratto della Regina Elisabetta dipinto da Annigoni ha le stesse proprietà della Regina Elisabetta? Il buon senso risponde: perché ha la stessa forma degli occhi, del naso, della bocca, lo stesso colorito, la stessa tinta dei capelli, la stessa statura... Ma cosa vuol dire la stessa forma del naso? Il naso ha tre dimensioni, mentre l immagine del naso ne ha due. Il naso, osservato da vicino, ha pori e protuberanze minuscole, così che la sua superficie non è liscia, ma ineguale, a differenza del naso del ritratto. Il naso infine ha alla base due buchi, le narici, mentre il naso del ritratto ha alla base due macchie nere che non perforano la tela» (Eco 1968: 110) 5

Il riconoscimento Come faccio a riconoscere degli oggetti del mondo tridimensionali quando guardo la loro immagine bidimensionale (una foto, un disegno...)? Anche se le immagini sembrano somigliare naturalmente alle cose che rappresentano, hanno anche una componente convenzionale? 7

Il dibattito sull iconismo Il dibattito sull iconismo vide (anni Sessanta-anni Ottanta) la contrapposizione fra i sostenitori della naturalità del segno iconico e quelli della sua arbitrarietà o comunque convenzionalità. 8

Estremismo convenzionalista I convenzionalisti giunsero a negare qualunque base naturale, motivata delle immagini. Ho imparato scrive J. Wilson che anche se si ha un immagine di qualcosa di familiare, può non essere interpretata come immagine di qualcosa». Ecco il resoconto di una proiezione effettuata di fronte ad un gruppo di Eschimesi di una scena di vita nella loro stessa tribù. «Appare l immagine, viene fuori una figura. C è silenzio. Gli eschimesi non capiscono. Guardate, è Namoak!, grida il traduttore. Il silenzio s approfondisce». Conclude Wilson: «L immagine è un simbolo arcano tanto quanto la parola stampata per un analfabeta». (da R. Fabbrichesi Leo, La polemica sull iconismo, ESI, Napoli 1983) 9

Importanza dei fattori culturali Negli anni 60 (ma per certi aspetti ancora oggi) l idea diffusa della semiotica era quella di una disciplina la cui finalità fosse quella «di ridurre eventualmente i fatti di natura a fenomeni di cultura, e non di ricondurre i fatti di cultura a fenomeni di natura» (Eco, La struttura assente, Bompiani, Milano 1968). Un paio d anni dopo Eco sarà ancora più chiaro su questo punto: «L avere sostenuto, come quasi sino ad oggi si è fatto, che il segno iconico è qualcosa di simile agli oggetti, spontaneo, fondato su rapporti analogici, ci impedisce di analizzare il segno iconico come prodotto sociale, e cioè come oggetto di convenzione. E quindi ci impedisce di vederne la storia, di esercitarne il controllo, di metterne in luce gli eventuali spessori ideologici». 10

Importanza dei fattori culturali Cerchiamo di capire, ora, in che modo i fattori culturali intervengono... 11

Piero Polidoro, 2015

1) Contesto Le immagini non sono mai isolate. L immagine di un singolo oggetto è sempre in un contesto, per quanto questo possa essere semplice (nel caso precedente, per esempio, il contesto era il semplice sfondo). Le informazioni contestuali sono di fondamentale importanza per il riconoscimento. 14

2) I Tipi Cognitivi Secondo Eco (1997) il riconoscimento avviene grazie ai Tipi Cognitivi (TC), che sono schemi mentali. I TC sono prodotti a partire dall osservazione della realtà e sono quindi motivati, ma sono anche fortemente influenzati dalla nostra tradizione visiva e, in generale, dalla cultura in cui viviamo. 16

Garland, Cattedrale di Chartres, 1836

3) Codici di rappresentazione I TC consentono anche il riconoscimento dei segni iconici, cioè delle immagini che rappresentano oggetti del mondo. Ma bisogna tener conto del fatto che spesso le immagini possono essere correttamente interpretate solo applicando anche una serie di regole convenzionali, che variano cioè a seconda del periodo, del luogo e di altri fattori. Per questo Eco (1997) preferisce, al termine segni iconici, quello di ipoicone, che mette in evidenza la natura mista (motivata, ma anche convenzionale) di questi segni. 23

3) Codici di rappresentazione 24

Da studiare 1. Traini, capitolo 5.7 (pp. 230-240). NOTA: si può studiare questa parte alla fine del corso, dopo le lezioni su Umberto Eco. Piero Polidoro, 2015 30

Per chi volesse approfondire Dibattito sull iconismo 1.Polidoro, Che cos è la semiotica visiva, Carocci, 2008, capitolo 1 2.Polidoro, Umberto Eco e il dibattito sull iconismo, 2012, Aracne. Piero Polidoro, 2015 31