LE DEFORMITÀ VERTEBRALI: INCIDENZA NELL'ETÀ SCOLARE

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Istituto Ortopedico del Mezzogiorno d'italia "F. Scalabrino" di Messina Direttore: Dott. Vincenzo Tedesco LE DEFORMITÀ VERTEBRALI: INCIDENZA NELL'ETÀ SCOLARE di C. LA MAESTRA M. MESSINA PREMESSE La caratteristica più importante della scoliosi e delle altre deformità vertebrali dell'infanzia e dell'adolescenza è costituita dalla evolutività ossia il progressivo aggravamento fino ad arrivare, se la deformità viene ignorata o trascurata, a gradi estremi ai quali corrispondono alterazioni estetiche e sopratutto funzionali molto gravi. È noto a tutti che la potenzialità evolutiva di una deformità vertebrale è tanto maggiore quanto più precocemente si manifesta, ed è massima in corrispondenza della crisi puberale, così come il successo di qualunque trattamento ortopedico è funzione della precocità con la quale vengono adottati tutti quei provvedimenti utili ad arrestare l'ingravescenza. La diagnosi precoce, l'esatto inquadramento evolutivo ed un adeguato approccio terapeutico rappresentano gli unici mezzi utili ad evitare che una deformità vertebrale porti a danni estetici e funzionali irreversibili. La diagnosi precoce dovrà essere effettuata dai Servizi di Medicina Scolastica attuando un programma di screening che consenta una valutazione collettiva degli alunni della scuola dell'obbligo (Fig. l). l casi giudicati positivi a questo primo livello dovranno essere inviati presso una struttura specialistica specifica che rappresenta quindi un secondo livello di controllo ed è fonda-

C. LA MAESTRA, M. MESSINA Fig. l mentale che ad essa confluiscano tutti i soggetti portatori di sospette deformità vertebrali evidenziate in sede di screening, perché solo così può essere garantita una continuità d'indagine che dia un senso allo stesso lavoro di screening evitando nel contempo di intasare gli studi dei medici curanti o gli stessi ambulatori di ortopedia dell'usl dove, detto senza polemica alcuna, presi dai mille problemi degli artrosici la cui lombalgia non intende regredire, o degli infortunati che devono o non devono rientrare al lavoro o degli invalidi che necessitano della carrozzella o di ortesi varie, ci si limita quasi sempre a consigliare nuoto e ginnastica, quando bisognerebbe invece giudicare attentamente la potenzialità evolutiva della deformità ed impostare di conseguenza il programma terapeutico. In questo secondo livello si comincerà quindi col differenziare i paramorfismi dalle deformità strutturate o in fase di strutturazione. I paramorfismi potranno seguire dei corsi di ginnastica e dovranno essere rivalutati anche 6 mesi dopo. Le deformità strutturate, a seconda della gravita e della

Le deformità vertebrali: incidenza nell'età scolare potenzialità evolutiva potranno essere trattate o con programmi di Kinesiterapia rieducativa della colonna vertebrale e controllati con cadenza trimestrale, o essere avviati al trattamento ortopedico correttivo che dovrà prevedere l'uso variamente alternato dei corsetti ortopedici e dei corsetti gessati con l'ausilio costante della stessa kinesiterapia di rieducazione, o infine, nei casi più gravi, si dovrà ricorrere all'intervento chirurgico di artrodesi vertebrale. Risulta intuitivo che, non considerando determinate scoliosi ad eziologia nota, nei casi di scoliosi idiopatica che abbiano raggiunto un valore di interesse chirurgico, diciamo 40-50, dovrà necessariamente esserci stato un tempo in cui la deformità era di 20-30 e proprio in quel momento sarà stato commesso un errore nella diagnosi, o nella valutazione della potenzialità evolutiva o nel trattamento praticato, o più semplicemente la deformità non era stata evidenziata. Invece era proprio quello il momento in cui una diagnosi precoce ed un trattamento corretto avrebbero potuto evitare una soluzione chirurgica che necessariamente è sempre molto impegnativa per il paziente e per la società tutta. MATERIALE E METODO Alla luce di quanto sopra, unitamente ai Colleghi della Medicina Scolastica della USL 41 di Messina, abbiamo approntato un programma di screening basato sull'esame clinico del paziente con il test della flessione anteriore del tronco, metodo questo che meglio di altri risponde alle esigenze indispensabili di uno screening, ossia rapidità, facile esecuzione in qualsiasi ambiente, basso costo sociale e scarse possibilità di errore. Lo screening, utile in tutte le classi, risulta indispensabile negli alunni della scuola media dove la patologia della colonna vertebrale è notevolmente più frequente, per cui sono proprio gli alunni della media che abbiamo sottoposto a screening. Abbiamo scelto 6 complessi scolastici sparsi nelle varie zone della città con una popolazione scolastica complessiva di 2975 alunni. Lo screening non era obbligatorio e veniva effettuato solo previa autorizzazione dei genitori.

C. LA MAESTRA, M. MESSINA Gli alunni sottoposti a visita sono stati 2728 con una adesione del 91% e ciò a mio avviso sta a testimoniare l'importanza che le singole famiglie degli alunni hanno attribuito all'iniziativa. I relativi rilievi statistici sono stati interessanti. Sono rilievi che si riferiscono solo allo screening, ossia al primo livello. Ci mancano tutti i dati relativi al II livello in quanto il numero degli alunni ricontrollati è stato troppo esiguo per permettere qualsiasi considerazione che potesse avere una qualche rilevanza. Ci stiamo adoperando per l'anno scolastico prossimo venturo per organizzare anche questo secondo livello di controllo. I 2728 alunni visitati erano così suddivisi per classe: 967 in prima media con 539 maschi e 428 femmine; 893 in seconda media con 487 maschi e 486 femmine; 868 erano in terza media con 496 maschi e 372 femmine, per un totale di 1522 maschi e 1206 femmine (Fig. 2). Per quanto attiene alla diagnosi sono stati riscontrati paramorfismi in 443 casi pari al 16%, una ipercifosi è stata riscontrata in 261 casi pari al 9% ed una scoliosi in 147 casi pari al 5% (Fig. 3). In merito alla incidenza rispetto al sesso abbiamo notato che paramorfismi erano presenti in 223 maschi pari al 14% ed in 220 femmine pari al 18%; l'ipercifosi era presente in 156 casi pari al 18% dei maschi ed in 105 casi pari al 9% delle femmine, le scoliosi erano presenti in 52 maschi pari al 5% ed in 95 femmine pari all'8%. E da rimarcare come le ipercifosi abbiano una frequenza raddoppiata nei maschi mentre le scoliosi siano significativamente più frequenti nelle femmine (Fig. 4). L'incidenza rispetto alle classi e quindi all'età è stata la seguente: in prima media sono stati riscontrati 182 paramorfismi pari al 18%, 74 ipercifosi pari al 7,6% e scoliosi in 41 casi pari al 4%. In seconda media i paramorfismi sono stati 144 pari al 16%, le ipercifosi 77 pari all'8% e le scoliosi 46 pari al 5%. In terza media i paramorfismi sono stati 117 pari al 13%, le ipercifosi 110 pari al 12% e le scoliosi 60 pari al 7%. Va sottolineato come con il progredire dell'età e quindi della maturazione scheletrica si abbia una significativa diminuzione

Le deformità vertebrali: incidenza nell'età scolare Fig. 2 Fig. 3

C. LA MAESTRA, M. MESSINA Fig. 4 Fig. 5

Le deformità vertebrali: incidenza nell'età scolare dei paramorfismi ed un aumento delle deformità strutturate (Fig. 5). In conclusione è possibile affermare che l'incidenza delle deformità vertebrali nell'età scolare è particolarmente elevata e la possibilità di evidenziarle precocemente rappresenta la migliore garanzia per una vera prevenzione. Riassunto Nel campo della prevenzione e cura delle deformità vertebrali vengono evidenziati due livelli di intervento: un primo livello di prevenzione che dovrà essere effettuato dalla Medicina Scolastica in sede di screening ed un secondo livello specialistico di cura. Vengono inoltre riportati i rilievi statistici di una campagna di screening effettuata su 2728 alunni della scuola dell'obbligo. Bibliografia 1) G. SALVAGGIO, A. ZAGRA: Considerazioni sul depistage scolastico delle deviazioni vertebrali. Progressi in Patologia vertebrale 163-165,1978. 2) G. FRONTINO, R. SCARPONI: Nuove prospettive nel trattamento della scoliosi: screening sistematici scolastici. Progressi in Patologia Vertebrale 215-218, 1979. 3) G. DUVAL BEAUPERE: L'Evolutività della scoliosi Progressi in patologia vertebrale, 9-24, 1980. 4) C. CAPASSO, P. BIANCHI, A. LANGELLE, P. AFFAITATI: Un metodo fotografico per lo studio delle deformità del rachide. Progressi in Patologia Vertebrale 219-221, 1979. 5) E. ASCANI, P. BORRELLI, G. LA ROSA: Screening ormonale nella scoliosi idiopatica: risultati preliminari. Progressi in Patologia Vertebrale 205-213, 1979. 6) S. AGOSTINI, D. FABRIS, S. MAMMANO, C. FERRARO, G. TAGLIALAVORO, P. SCALELLA: L'analisi della escrezione urinaria di idrossiprolina come metodo di screening in soggetti con paramorfismi e dismorfismi del rachide. Progressi in Patologia Vertebrale 163-168,1980.