LUCERNA BIZANTINA CON ISCRIZIONE BIDIREZIONALE S. Loffreda

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LUCERNA BIZANTINA CON ISCRIZIONE BIDIREZIONALE S. Loffreda La lucerna è stata acquistata il 7 marzo 1999 presso gli antiquari di Gerusalemme ed è conservata nel Museo dello Studium Biblicum Franciscanum che vanta una delle più ricche collezioni mondiali di lucerne con iscrizioni in greco. La lucerna, in buono stato di presevazione, misura cm. 11,8 di lunghezza per 7,4 di larghezza e 3,4 di altezza. Il diametro interno dell infundibolo è di cm. 2,9. La base a doppio anello misura cm. 2,9 nell anello interno e cm. 5,1 all esterno. L impasto è di colore marrone avana. La cottura è buona ma non forte. La lucerna, fatta su stampo, è stata sommariamente lisciata a mano nella parte inferiore e nella carenatura di sutura fra la parte alta e la parte bassa. Forti tracce di annerimento presso il beccuccio provano che essa fu usata a lungo. Non conosciamo il luogo di provenienza. Possiamo soltanto dire che essa aveva le identiche incrostazioni di un altra lucerna bizantina acquistata presso lo stesso rivenditore e contenente una iscrizione greca del tipo A 5.6 (Lucerne, p. 101s). Non è improbabile che le due lucerne provengano da una tomba nei dintorni di Gerusalemme. L infundibolo con bordo circolare marcato è circostritto da un secondo anello a rilievo da cui si diparte un costolone centrale che si sviluppa a doppia croce e che si ricollega al bordo del foro per lo stoppino. La doppia croce ha i bracci orizzontali terminanti a V. Un terzo anello circoscrive per oltre tre quarti l infundibolo e poi prosegue a canaletto verso il beccuccio, facendo da bordo alla croce centrale. Sui lati esterni del canaletto si hanno in rilievo quattro segmenti sul lato sinistro e tre sul lato destro. Un altra croce di tipo greco e con le estremità a V orna la parte delle spalle nel lato opposto al beccuccio nel punto dove a volte si ha un manico. Alle spalle della lucerna sono riprodotti a forte rilievo undici segni (croce centrale esclusa). Le lettere greche seguono il senso direzionale SD 10 (Lucerne, p. 4), cioè formano una duplice iscrizione bidirezionale con doppio inizio e doppia fine. La prima iscrizione inizia a sinistra e prosegue verso destra fino al secondo segno a forma di cerchietto dopo la croce centrale. La seconda scritta invece inizia a destra e comprende i primi quattro LA 48 (1998) 489-494; tavv. 33-34

490 S. LOFFREDA segni. Soltanto adottando questo senso bidirezionale l iscrizione può essere letta e decifratra nella sua integrità. A partire da sinistra, il primo segno è una alpha capovolta, vale a dire con la base verso l infundibolo, mentre gli altri segni hanno la base rivolta verso la carenatura esterna. Segue una regolare omega con una estremità legata alla lettera precedente. Il terzo segno è una kappa. Fra la kappa e la croce centrale si hanno due segni parzialmente legati, cioè una my e una ny. Oltrepassata la croce incontriamo una seconda my, ma con il segmento centrale che si biforca in basso per ricongiungersi verso le estremità dei trattini esterni dello stesso segno. Dopo la my si ha una omicron. A questo punto, siccome siamo di fronte ad una scritta bidirezionale, dobbiamo riprendere la lettura a partire dal primo segno a destra: il suddetto segno a forma di omega nelle iscrizioni bizantine delle lucerne può anche essere una phi aperta. Segue un segno composito a forma di occhiali che nelle lucerne segna la fase finale di una evoluzione e involuzione di tre lettere che pian piano si fondono e che sono un sigma, una chi e una ypsilon (Lucerne, p. 114). Il prossimo segno è una kappa, la quale in questa scritta bidirezionale è normalmente rivolta verso sinistra. L ultimo segno di forma ovale può essere una omicron oppure una phi difettiva. Ricapitolando: nella prima scritta da sinistra verso destra vi leggo: Å w K M N M O Nella seconda scritta da destra verso sinistra: F Ç C U K F La mia interpretazione è la seguente: Å w K(URIE) MN(HÇQHTI) MO(U) F(w)Ç C(RIÇTO)U K(URIOU) F(ÅINEI) O Signore, alpha e omega, ricordati di me. La luce di Cristo Signore brilla

LUCERNA BIZANTINA CON ISCRIZIONE BIDIREZIONALE 491 Il titolo cristologico di alpha-omega ricorre anche nelle scritte del tipo D 4.1-5 (Lucerne, p. 155-157). Ancor più pertinente è il tipo D 4.6 dove il titolo alpha-omega è riferito al Signore (kappa come abbreviazione di KURIOÇ) come nel nostro esemplare. Il capovolgimento della alpha rispetto all omega si riscontra non soltanto nelle scritte delle lucerne bizantine, ma anche nelle lucerne (Fig 3) e nella terra sigillata di origine africana (Fig. 4). Del tutto nuova è nelle lucerne di mia conoscenza l abbreviazione MN per MN(HÇQHTI), ricordati. E invece bene attestata l abbreviazione MO al posto di MOU, come ad esempio nelle scritte del tipo C 1.2: K(URIO)Ç FwRIÇMOÇ MO(U), Il Signore è la mia luce : In quanto alla seconda scritta, è facile riconoscervi la formula stereotipata La luce di Cristo illumina tutti sia pure leggermente alterata. La phi aperta a forma di omega è un fenomeno molto comune nelle lucerne: si vedano ad esempio le scritte del tipo A 3.1-A 3.3 (Lucerne, p. 87s), A 3.6-A 3.7 (ibidem, p.90s) dove wwç sta ovviamente per FwÇ. Del segno a forma di occhiali ne abbiamo già parlato a lungo in altra sede (Lucerne, p. 114). Nel grafico che qui riproduciamo si possono vedere le diverse fasi attraverso cui viene resa nelle lucerne la comunissima frase la luce di Cristo, in greco FwÇ C(RIÇTO)U.

492 S. LOFFREDA Nel n. 1 le tre lettere finali sigma-chi-ypsilon sono riprodotte ancora staccate, cioè senza legature. Nei n. 2 e 3 il sigma è legato al chi nella parte superiore (n. 2) oppure nella parte inferiore (n. 3), mentre la ypsilon finale è ancora a parte. Nel n. 4 il sigma viene legato al chi sia nella estremità superiore che in quella inferiore, mentre la ypsilon è già addossata al chi. Nel n. 5 la ypsilon finale perde la biforcazione terminale, diventando simile a una iota e viene legata alla parte inferiore del sigma precedente. Finalmente nel n. 6 la ypsilon finale si fonde completamente con i due segni precedenti e si arriva così alla curiosa forma degli occhiali. In questa scritta Cristo è anche chiamato Signore ( la luce di Cristo Signore ) e questo titolo ricorre anche nella prima iscrizione. Anche questo titolo ha alcuni paralleli nelle iscrizioni, come ad esempio nelle scritte del tipo A 6.1-A 6.3 (Lucerne, p. 105s). Generalmente però si preferiva lasciare la formula liturgica senza aggiunte. In quanto all ultimo segno a forma di cerchietto che il contesto fa riconoscere per una phi difettiva, rimando alle scritte del tipo C 7.1 (Lucerne, p. 137s), C 7.3a (Lucerne, p. 138s). Finalmente nella nostra scritta la formula manca del PÅÇIN finale. Probabilmente è stato omesso per mancanza di spazio, esattamente come si riscontra nelle scritte del tipo A 5.2-A 5.3 (Lucerne, p. 98). Tipologicamente la lucerna è ibrida. Infatti ha punti di contatto sia con i tipi L 16-L 17 (Lucerne, fig. 25) per la presenza dei rametti ai lati esterni del canaletto, sia con il tipo L 15 (ibidem) per la presenza della croce che si sviluppa direttamente dal costolone centrale.

LUCERNA BIZANTINA CON ISCRIZIONE BIDIREZIONALE 493 Si noti come in L 16-L 17 la parte centrale del canaletto è senza alcun simbolo, mentre in L 15 si ha il simbolo centrale della croce ma senza i rami della palmetta sui fianchi esterni. Ebbene la nostra lucerna fa la sintesi dei due tipi fondamentali, mettendo in evidenza il concetto fondamentale di albero della vita che nelle lucerne è espresso sia dalla palmetta che dalla croce (Lucerne, p. 215-218). La presenza della croce alle spalle è normale nel tipo L 17 (Lucerne, fig. 25). D altra parte in L 17 si ha una croce greca semplice, mentre nel nostro esemplare incontriamo una croce con estremità a V. Un altro aspetto da sottolineare riguarda il contenuto dello schema bidirezionale SD 10. Nelle iscrizioni finora conosciute questo schema era usato semplicemente per riprodurre in due direzioni la stessa frase espressa con sostanziali abbreviazioni attraverso lettere alfabetiche. Nel nostro esemplare invece lo schema bidirezionale riproduce due scritte del tutto distinte e sufficientemente sviluppate: da un lato una invocazione ( O Signore, alpha e omega, ricordati di me ), dall altra la proclamazione di Cristo-luce ( La luce di Cristo Signore brilla ). Anche sotto questo aspetto il nostro esemplare è unico. La cronologia del nostro esemplare non può essere fissata in base al suo contesto di provenienza che non si conosce. D altra parte la tipologia della lucerna suggerisce una fase di transizione verso le lucerne a canaletto che in questa regione sono introdotte nel periodo degli Omayyadi, cioè nel settimo e ottavo secolo. Segni di tardività vanno anche visti nell appesantimento dei bordi intorno all infundibolo e nel doppio anello concentrico della base. In quanto alla grafia, la presenza dei famosi occhiali dove sono fuse le tre lettere sigma-chi-ypsilon fino a perdere ogni forma di lettere greche, è in linea con la cronologia tardiva di questo esemplare. D altra parte va riconosciuto che il canaletto che collega l infundibolo al foro per lo stoppino è ancora poco profondo e molto ampio e che sussistono ancora vestigi di tipi più antichi nella rapprsentazione sia pure vestigiale della palmetta. Per tutti questi motivi la prima metà del settimo secolo mi sembra la data più verosimile per la nostra lucerna che, come si è visto, è sotto molti aspetti un nuovo e originale esemplare che si aggiunge al repertorio delle lucerne bizantine palestinesi contenenti iscrizioni greche di chiaro contenuto cristiano. Stanislao Loffreda, ofm Studium Biblicum Franciscanum, Jerusalem

494 S. LOFFREDA Bibliografia Hayes J.W., Late Roman Pottery, London 1972. Loffreda S., Lucerne Bizantine in Terra Santa con iscrizioni in greco, Jerusalem 1989. Abbreviazione: Lucerne. Nuovi tipi di iscrizioni su lucerne bizantine : LA 40 (1990) 357-364. Ancora sulle lucerne bizantine con iscrizioni : LA 42 (1992) 313-329. Dieci lucerne con iscrizioni : LA 44 (1994) 595-607. Luce e vita nelle antiche lucerne cristiane della Terra Santa, Jerusalem 1995.