Il ruolo delle Assicurazioni nelle catastrofi naturali. Ing. Sergio Ginocchietti



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Transcript:

Il ruolo delle Assicurazioni nelle catastrofi naturali Ing. Sergio Ginocchietti Workshop CNR-IRPI -Torino, 13/2/2015

Agenda Un quadro del rischio alluvionale in Italia dal punto di vista dell assicuratore Il possibile ruolo delle Assicurazioni Le richieste dell OCSE e della Commissione Europea L esperienza di UnipolSai Verso una partnership pubblico-privato? Conclusioni

2014: Un anno di alluvioni! 19 gennaio Modena (esondazione del Secchia) 31 gennaio Ponsacco (PI) (rottura dell argine del fiume Era) 3 maggio Senigallia e Chiaravalle (straripamento torrente Triponzio 8 luglio Milano (quartiere Niguarda inondato dal fiume Seveso) 21 luglio Camaiore e Lucca (straripamento del torrente Freddana) 2 agosto Refrontolo (TV) (piena secolare ed esondazione del torrente Lierza) 4/5 settembre Gargano (gravi allagamenti nei comuni della costa ed interni) 20 settembre Romagna (rottura degli argini dei fiumi Senio e Marzeno) 9/10 ottobre Genova (straripamento dei torrenti Bisagno e Ferregiano) 11/12 ottobre Alessandria (allagamenti nelle valli Scrivia, Orba e Curone) 11/12 ottobre Parma (esondazione del torrente Baganza) 14 ottobre Maremma (allagamenti ed esondazioni ad Orbetello) 14 ottobre Trieste (alluvione a Muggia)

Gli eventi del 2014 non costituiscono però una eccezione. Ormai con frequenza annuale registriamo in Italia la dolorosa perdita di vite umane oltre che, come assicuratori, danni gravissimi alle abitazioni e soprattutto agli insediamenti produttivi delle zone colpite a causa di questi eventi. L Italia è un Paese fortemente a rischio dal punto di vista delle catastrofi naturali, con il 67% dei comuni italiani che si trovano in zone a rischio sismico, oltre il 50% delle aziende ubicate in zone a forte rischio idro-geologico e due milioni di concittadini che vivono in zone ad alto rischio vulcanico. Sono dati impressionanti se messi insieme alla cifra media di 3,5 Mld di /anno che lo Stato italiano ha speso negli ultimi 20 anni per intervenire a posteriori con i contributi pubblici finalizzati via via ad indennizzare le popolazioni e le attività industriali colpite.

Il rischio idrogeologico 5.581 comuni su 8.101 sono ubicati in zone ad alto rischio idrogeologico (alluvioni/frane)

Il modello tradizionale di gestione degli indennizzi pubblici non regge più, perché questi costi pesano enormemente sul nostro non certo florido bilancio statale ed è arrivato ad un tale punto di crisi che con il Decreto Legge n 59 del 15 maggio 2012 il Governo dichiarava che non sarebbe più intervenuto per finanziare le spese di ricostruzione a seguito di calamità naturale! Poi il 20 maggio 2012 c è stato il terremoto dell Emilia, si sono accantonati i buoni propositi e si è tornati indietro. Perchè questo sistema non può però andare avanti? L indennizzo pubblico: è una inefficiente forma assicurativa pagata dai cittadini tramite la fiscalità generale (anche da chi non possiede immobili) favorisce paradossalmente gli evasori fiscali non fornisce certezza sui tempi e sui livelli di indennizzo non favorisce prevenzione e mitigazione del rischio

Può il sistema assicurativo dare un contributo alla gestione del rischio da calamità naturali? Come hanno affrontato queste problematiche gli altri Paesi Europei? Cosa si sta facendo in Italia per affrontare il problema?

Le Compagnie di assicurazione sono oggi chiamate a svolgere un ruolo di grande responsabilità sociale nella gestione di questi rischi, attraverso un ripensamento del ruolo dello Stato. Chi meglio del mercato assicurativo può svolgere quel ruolo di stabilità nel trasferimento dei rischi da soggetti deboli, come le famiglie, a soggetti economicamente forti come le Compagnie assicurative nazionali ed il mercato riassicurativo internazionale?

Le raccomandazioni dell OCSE Nel Dicembre 2010 sono arrivate dall OCSE precise raccomandazioni agli Stati (tra i quali l Italia) che ancora non si sono dotati di una norma legislativa in tema di calamità naturali Good practices for mitigation and financing catastrophic risks, 16th Dec 2010.gli strumenti per il finanziamento ed il trasferimento del rischio, come i prodotti assicurativi, possono avere un ruolo fondamentale nella riduzione degli impatti economici dei rischi catastrofali. Le linee-guida dell OCSE: ogni Stato dovrebbe avere un sistema assicurativo di natura privatistica anche se vi è un sistema di protezione di ultimo livello da parte dello Stato, dovrebbero essere le Compagnie di Assicurazione a curare la raccolta dei premi e la gestione dei sinistri i premi assicurativi dovrebbero essere comunque proporzionali al rischio per stimolare interventi virtuosi di prevenzione il sistema attuato deve prevedere misure di salvaguardia per le fasce deboli della popolazione.

Le richieste della Commissione Europea (In relazione anche alla Direttiva 2007/60/CE) Libro Verde della Commissione Europea sull assicurazione contro le calamità naturali ed antropogeniche, 16/04/2013 Riconosce la necessità di aumentare la penetrazione sul mercato delle assicurazioni contro le catastrofi naturali e di..sviluppare appieno le potenzialità dei premi delle assicurazioni e di altri prodotti finanziari per la sensibilizzazione sulla prevenzione e l attenuazione dei rischi e per la resilienza a lungo termine degli investimenti e delle decisioni commerciali.

Cosa si è fatto in Italia? Diversi sono stati negli ultimi anni i tentativi di introdurre nella nostra legislazione una regolamentazione della materia attraverso il contributo del mercato assicurativo, ma tutti sono naufragati per vari motivi: il mancato accordo tra le forze politiche il mancato coinvolgimento delle altre parti sociali l insostenibilità finanziaria delle proposte avanzate (mancanza di garanzia di ultimo livello da parte dello Stato) la scarsità di dati certi sulla rischiosità e sulle caratteristiche idrogeologiche del territorio nazionale

L esperienza di UnipolSai nella gestione dei sinistri da catastrofi naturali

La prima considerazione che nasce anche dall esperienza maturata nella gestione dei sinistri derivanti dagli eventi alluvionali del 2014 è relativa alla scarsa, per non dire nulla, cultura in materia di prevenzione e di conoscenza delle tecniche di disaster recovery riscontrata ancora oggi nella stragrande maggioranza delle grandi aziende e delle PMI. UnipolSai è subito intervenuta con i propri tecnici sui luoghi colpiti ed uno degli aspetti sui quali si è maggiormente concentrata l attenzione è stato proprio quello del supporto e dell aiuto prestato alle ditte assicurate nel mettere in sicurezza gli immobili, gli impianti e le merci al fine di ridurre al minimo le conseguenze sull attività produttiva e per permettere una ripresa il più rapida possibile.

Uno studio realizzato dal Comitato Europeo Assicuratori (CEA) ha evidenziato che il danno indiretto è mediamente superiore di 2,5 volte al danno diretto. L AIBA ha recentemente pubblicato una ricerca nella quale si evidenzia come il 40% delle imprese che, in conseguenza di un sinistro, rimangono inattive per più di tre mesi, falliscono entro i due anni dalla ripresa dell attività, non riuscendo a compensare il dissesto finanziario maturato. Nel caso delle piccole e medie imprese questo limite di tempo diventa ancora più breve. Ciò nonostante, i danni derivanti dall interruzione dell attività sono spesso sottovalutati. Sempre l AIBA ha registrato che il 10% delle aziende in Italia ha un piano di emergenza e circa il 20% ha una polizza a copertura dei danni da interruzione dell attività (contro l 80% delle aziende tedesche).

Oltre all assistenza fornita nella fase di «disaster recovery», grazie alle società di bonifica e risanamento prontamente attivate, una ulteriore riflessione riguarda la velocità messa in campo da UnipolSai nella gestione delle pratiche di sinistro e dei relativi indennizzi. Anche nel caso del terremoto dell Emilia 2012, grazie alla squadra di collaboratori, società di bonifica e periti messa appositamente in campo, la quasi totalità (92%) degli assicurati UnipolSai ha visto riconosciuto il proprio diritto all indennizzo ad un anno esatto dagli eventi sismici del maggio-giugno 2012 (si tratta di circa 1.000 posizioni con pagamenti complessivi a ns carico pari a circa 200.000.000 ).

Sono tempistiche assolutamente apprezzabili, soprattutto se considerate in relazione alle esigenze finanziarie delle ditte colpite e se paragonate ai tempi biblici con cui lo Stato è normalmente intervenuto con finanziamenti pubblici dopo eventi di questo tipo. Questo è stato possibile perché abbiamo messo a disposizione dei nostri assicurati non solo la classica prestazione assicurativa, attraverso rilevanti risorse finanziarie (circa 12 milioni di euro versati come anticipi indennizzo entro un mese dal sisma), ma anche e soprattutto perché abbiamo fornito un servizio di assistenza diretta, con l intervento dei periti e delle società di bonifica e di salvataggio con noi convenzionate.

Quali insegnamenti raccogliere. Anche l occasione di oggi può essere forse sfruttata proficuamente, vista la presenza autorevole di Autorità, professionisti e parti sociali, anche per fare cultura in materia e magari per fare anche qualche passo in avanti, oltre che per raccogliere le migliori idee e proposte di possibile partnership pubblico-privato che possano scaturire da queste esperienze, dando per primi il nostro contributo di maggiore player nel mercato assicurativo danni. Come anticipato, da anni infatti si sta parlando in Italia della possibile introduzione anche nel nostro Paese di una legislazione in materia di assicurazione delle calamità naturali, sull esempio di quanto già realizzato da tempo nelle altre principali nazioni europee.

Le esperienze sinteticamente citate possono essere l occasione per proseguire un percorso virtuoso che porti in tempi brevi alla predisposizione di un progetto, auspicabilmente condiviso da tutte le parti sociali, per una gestione del tema catastrofi naturali con tecniche di Risk Management che superino il ricorrente approccio emergenziale, tipico del nostro Paese. Anche se non sappiamo infatti quando e dove succederà il prossimo evento calamitoso, certo potremmo tutti rispondere affermativamente alla domanda se questo potrebbe accadere nel prossimo futuro.

Un approccio proattivo. La soluzione non può essere che quella di favorire un approccio sistemico e non corporativo al problema, che veda il coinvolgimento di tutte le parti potenzialmente interessate (Amministrazioni Pubbliche, Imprenditori, Sindacati, Associazioni di categoria e dei consumatori, Università, Professionisti, Compagnie di Assicurazione) affinchè si possano valorizzare i grandi vantaggi economici e sociali che una legge in materia porterebbe a tutte le parti in causa.

I possibili vantaggi per lo Stato: ridurre la spesa pubblica e gestire le conseguenze delle catastrofi naturali con un ottica di Risk Management favorire la prevenzione e gli interventi di consolidamento e delocalizzazione attraverso la liberazione di risorse da dedicare all adozione di misure di attenuazione del rischio ai vari livelli: - normativo (es. prescrizioni sulle tecniche costruttive) - di pianificazione (es. PRG, misure di salvaguardia, etc.) - tecnico-scientifico (es. nuove tecnologie) - informativo (educazione di operatori e popolazione) adeguare la propria normativa in materia agli altri principali Paesi europei e extra-europei

I possibili vantaggi per i cittadini e le aziende: aumentare la tutela dei propri beni passare dalla cultura all assistenzialismo alla cultura della prevenzione alleggerire la pressione fiscale attraverso un più efficace utilizzo delle risorse pubbliche avere la certezza di una maggiore tempestività negli indennizzi ottenere una maggiore trasparenza ed omogeneità di trattamento su tutto il territorio nazionale

Conclusioni Una regolamentazione per legge dell assicurazione delle calamità naturali non può quindi essere ulteriormente rinviata per evitare di trovarsi impreparati alla prossima, inevitabile catastrofe. Nella situazione attuale, i costi delle polizze causati dalla forte antiselezione del rischio rendono ancora le coperture assicurative poco diffuse, tanto che nei fabbricati civili tali coperture sono praticamente assenti, mentre solo una minoranza delle aziende ha una qualche forma di garanzia di questo tipo. E quindi auspicabile che in tempi brevi vengano rimossi questi vincoli affinché il ruolo sociale delle assicurazioni, in un contesto di partnership pubblico-privato, possa essere quindi utilmente messo in campo per garantire a tutti i cittadini una gestione delle conseguenze di questi eventi più veloce, economica, efficiente e forse anche più etica.

Grazie per l attenzione! Il ruolo delle Assicurazioni nelle catastrofi naturali Ing. Sergio Ginocchietti Torino 13/2/2015 Workshop CNR-IRPI