RISCHIO CANCEROGENO E MUTAGENO
RISCHIO CANCEROGENO Le stime attualmente indicano che il 3-5% di tutti i tumori è di origine occupazionale. In Italia vi sono circa 200.000 morti/anno per tumore Tumori frequenti in alcune esposizioni professionali: POLMONE (alluminio, arsenico, cromo, IPA, nichel, formaldeide,cadmio, silice, cadmio, berillio, ecc.) VIE URINARIE (ammine aromatiche, industria della gomma, ecc.) LEUCEMIE (benzene, formaldeide, industria della gomma, ecc.)
RISCHIO CANCEROGENO Titolo IX, capo II Agenti cancerogeni e mutageni Art. 233 - Campo di applicazione tutte le attività nelle quali i lavoratori sono o possono essere esposti ad agenti cancerogeni o mutageni a causa della loro attività lavorativa.
RISCHIO CANCEROGENO FATTO SALVO quanto previsto: Attività che comportano esposizione ad amianto (Capo III) Lavoratori esposti esclusivamente alle radiazioni previste dal trattato che istituisce la Comunità europea dell energia atomica
RISCHIO CANCEROGENO Che cosa è una sostanza cancerogena? In generale, agente cancerogeno è una sostanza o un preparato che, in base alle conoscenze scientifiche, si ritiene in grado di provocare il cancro o di aumentarne la frequenza di insorgenza nei soggetti che ne vengono esposti.
RISCHIO CANCEROGENO In alcuni casi, quando esistono evidenze scientifiche che dimostrano che svolgere un determinato lavoro può comportare un maggiore rischio di tumore negli addetti ma non è possibile identificare con precisione un singolo agente cancerogeno, la "cancerogenicità" viene attribuita complessivamente al processo lavorativo o ad una esposizione (es. la raffinazione del nichel, la produzione della gomma, la verniciatura ecc.)
RISCHIO CANCEROGENO D.Lgs. 81/08 art. 234 Definizione di agente cancerogeno una sostanza che risponde ai criteri relativi alla classificazione delle categorie cancerogene/mutagene 1 o 2, stabiliti ai sensi del D.Lgs. 52/97, e successive modifiche
RISCHIO CANCEROGENO un preparato contenente una o più sostanze cancerogene/mutagene quando la concentrazione di una o più delle singole sostanze risponde ai requisiti relativi ai limiti di concentrazione per la classificazione di un preparato nelle categorie cancerogene/mutagene 1 o 2, stabiliti ai sensi dei D.Lgs. 52/97, e D.Lgs. 65/03 ( 0,1% in peso salvo limiti diversi e specifici riportati nell Allegato I)
RISCHIO CANCEROGENO Alcune definizioni Potenzialmente esposti: lavoratori la cui l esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni risulta superiore a quella della popolazione in generale solo per eventi imprevedibili e non sistematici Esposti: lavoratori la cui esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni è sempre superiore a quella della popolazione in generale Tutte le informazioni inerenti la pericolosità di una sostanza/composto chimico-cancerogeno sono rintracciabili nella SCHEDA DI SICUREZZA
RISCHIO CANCEROGENO Criteri di classificazione degli agenti cancerogeni e mutageni relative frasi di ischio: UE Commissione Consultiva Tossicologica Nazionale (CCTN) International Agency for Research on Cancer (IARC - Lyon)
RISCHIO CANCEROGENO American Conference of Governament Industrial Hygienist (ACGIH) National Institute for Occupational Safety and Health (NIOSH)
RISCHIO CANCEROGENO Secondo la classificazione della CE (direttiva 93/72/CEE) le sostanze cancerogene sono suddivise in tre categorie: Categoria 1: sostanze note per gli effetti cancerogeni sull uomo. Esistono prove sufficienti per stabilire un nesso causale tra l esposizione e lo sviluppo della neoplasia.
Simbolo: molto tossico (T+) Frasi di rischio: R45 (può provocare il cancro) R49 (può provocare il cancro per inalazione)
RISCHIO CANCEROGENO Categoria 2 : sostanze che dovrebbero considerarsi cancerogene per l uomo. Esistono elementi sufficienti per ritenere verosimile che l esposizione possa determinare l insorgere della neoplasia in generale sulla base di: - adeguati studi a lungo termine effettuati sugli animali - altre informazioni specifiche.
RISCHIO CANCEROGENO Simbolo : tossico (T) Frasi di rischio : R45 (può provocare il cancro) R49 (può provocare il cancro per inalazione)
RISCHIO CANCEROGENO Categoria 3 : sostanze da considerarsi con sospetto per i possibili effetti cancerogeni sull uomo. Le informazioni disponibili non sono sufficienti per stabilire la correlazione diretta tra esposizione e comparsa della neoplasia.
RISCHIO CANCEROGENO Simbolo : nocivo Xn Frasi di rischio : R68 (possibilità di effetti cancerogeni - prove insufficienti)
RISCHIO CANCEROGENO T+ oppure T MOLTO TOSSICO TOSSICO CANCEROGENO CAT.1 e 2 R 45 Può provocare il cancro R 49 Può provocare il cancro per inalazione Xn Sono cancerogeni i preparati che contengono più dello 0,1% di sostanze della categoria 1 e 2 o più dell 1% di quelle della categoria 3 NOCIVO
RISCHIO CANCEROGENO Inoltre, esiste un elenco, periodicamente aggiornato, di processi o lavori che espongono ad agenti cancerogeni, tra cui, ad esempio i lavori che espongono agli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) presenti nella fuliggine, nel catrame, nella pece, nel fumo o nelle polveri di carbone. Esempi di agenti cancerogeni presenti in alcune diffuse lavorazioni
Lavorazione Agenti class. IARC Sedi o tipi di tumore Asfaltatura idrocarburi aromatici policiclici Bitume, Catrame 2A-2B 2B 3 1 Polmoni, vie respiratorie Cute Cute, polmoni Edilizia Amianto Silice Idrocarburi aromatici policiclici 1 1 2A-2B Pleure, polmone, tratto gastro intestinale Polmone Cute, polmone Erogazione, deposito, Trasporto carburanti Benzene Benzina 1 2B Leucemie Leucemie,altre sedi Estrazione e lavorazione marmi,porfido, lapidei in genere Silice 1 polmone Fusione ferro-acciaio Idrocarburi aromatici policiclici Cromati VI 2A-2B 1 Cute, polmoni polmone
RISCHIO CANCEROGENO Anche se numerosi studi scientifici hanno permesso di capire molto sulla comparsa e sullo sviluppo dei tumori, è sempre estremamente difficile stabilire una chiara relazione di causa - effetto fra l esposizione ad un sospetto agente cancerogeno e lo sviluppo della malattia.
Valutazione Rischio Cancerogeno
VALUTAZIONE RISCHIO CANCEROGENO D.Lgs. 81/08 art. 235 Sostituzione e riduzione 1. Il datore di lavoro evita o riduce l utilizzazione di un agente cancerogeno o mutageno sul luogo di lavoro in particolare sostituendolo, se tecnicamente possibile, con una sostanza o un preparato o un procedimento che nelle condizioni in cui viene utilizzato non risulta nocivo o risulta meno nocivo per la salute e la sicurezza dei lavoratori.
2. Se non è tecnicamente possibile sostituire l agente cancerogeno o mutageno il datore di lavoro provvede affinché la produzione o l utilizzazione dell agente cancerogeno o mutageno avvenga in un sistema chiuso purché tecnicamente possibile.
3. Se il ricorso ad un sistema chiuso non è tecnicamente possibile il datore di lavoro provvede affinché il livello di esposizione dei lavoratori sia ridotto al più basso valore tecnicamente possibile. L esposizione non deve comunque superare il valore limite dell agente stabilito nell ALLEGATO XLIII.
VALUTAZIONE RISCHIO CANCEROGENO D.Lgs. 81/08 art. 236 Valutazione del rischio Negli ambienti in cui si usano agenti cancerogeni e/o mutageni è necessaria una valutazione particolarmente approfondita e documentata dell esposizione di tutti i possibili modi di esposizione, compreso quello in cui vi è assorbimento cutaneo.
Il datore di lavoro in relazione ai risultati della valutazione, adotta tutte le misure preventive e protettive adattandole alla particolarità delle situazioni lavorative. La valutazione e le corrispondenti misure di prevenzione devono essere predisposte preventivamente, cioè prima dell inizio dell attività lavorativa. L attenzione deve essere rivolta prima di tutto alle materie prime impiegate, attraverso un analisi accurata del processo.
VALUTAZIONE RISCHIO CANCEROGENO Schema della Valutazione Il primo passo richiesto è quello di ricercare all interno delle proprie lavorazioni l eventuale presenza di "agenti cancerogeni". Per fare questo è possibile individuare le frasi di rischio R45/R49 nelle schede di sicurezza delle sostanze e dei preparati o direttamente sulle etichettature.
conoscenza della sostanza impiego quantitativi usati vie e tempi di esposizione numero dei lavoratori esposti indagini svolte per l eventuale sostituzione modalità di utilizzo dei quantitativi (minimi) modalità di stoccaggio dell agente cancerogeno misure preventive adottate dispositivi di protezione individuale divieti procedure operative e di emergenza
VALUTAZIONE RISCHIO CANCEROGENO Controllo delle sostanze negli ambienti di lavoro L indagine ambientale permette di rilevare, negli ambienti di lavoro, la concentrazione delle sostanze nocive e quindi calcolare l esposizione dei lavoratori che vi operano.
VALUTAZIONE RISCHIO CANCEROGENO
VALUTAZIONE RISCHIO CANCEROGENO Valori limite di esposizione professionale il limite della concentrazione media, ponderata in funzione del tempo, di un agente cancerogeno o mutageno nell aria, rilevabile entro la zona di respirazione di un lavoratore, in relazione ad un periodo di riferimento determinato stabilito nell ALLEGATO XLIII.
VALUTAZIONE RISCHIO CANCEROGENO Strategie di misurazione Le misurazioni possono essere effettuate con campionamento personale, con campionamento a punti fissi o con una combinazione tra le due metodologie. 1.Campionamento personale Tale metodologia impiega dispositivi di campionamento applicati alle persone che raccolgono campioni di aria nella zona di respirazione.
2. Campionamento a punti fissi Si possono effettuare campionamenti a punti fissi secondo due tecniche diverse: - misurazioni stazionarie di tipo discontinuo - misurazioni stazionarie con metodo permanente sequeziale (monitoraggio in continuo).
Nel primo caso i campionamenti vengono fatti seguendo un apposito piano di controllo che sia il più rappresentativo dei compiti di ciascuna Procedura di Lavoro. Nel secondo caso le sonde di prelievo vengono collocate in tutte le aree/punti individuati nella mappatura degli ambienti di lavoro.
VALUTAZIONE RISCHIO CANCEROGENO Valutazione del rischio La valutazione tiene conto in particolare di: caratteristiche delle lavorazioni durata e frequenza delle lavorazioni quantitativi utilizzati e loro concentrazione capacità di penetrare nell organismo per le diverse vie di assorbimento compreso l assorbimento cutaneo Datore di lavoro Misure di prevenzione e protezione
Quando aggiornamento? in occasione di modifiche del processo produttivo significative ai fini della SSL e in ogni caso trascorsi tre anni dall ultima valutazione effettuata
VALUTAZIONE RISCHIO CANCEROGENO Il Documento di Valutazione dei rischi va integrato con: Le attività lavorative con l indicazione dei motivi per i quali sono impiegati agenti cancerogeni o mutageni I quantitativi utilizzati o presenti in sottoprodotti o come impurità Il numero dei lavoratori esposti o potenzialmente esposti Il grado di esposizione se è noto Le misure preventive e protettive e i DPI utilizzati Le indagini svolte per la possibile sostituzione degli agenti cancerogeni e mutageni RLS ha accesso a tali dati
Misure di prevenzione/protezione
MISURE DI PREVENZIONE/PROTEZIONE Misure di prevenzione e protezione Aspirazione localizzata e Ventilazione generale Aspirazione localizzata consiste nel catturare (bocche aspiranti o cappe) gli agenti inquinanti vicino al punto di emissione prima della dispersione nell ambiente Ventilazione generale consiste nella diluizione dell aria inquinata (riduzione concentrazione agenti inquinanti) tramite uno scambio di aria con l esterno
VANTAGGI ASPIRAZIONE LOCALIZZATA VENTILAZIONE GENERALE Cattura completamente gli agenti inquinanti prima della diffusione negli ambienti di lavoro Basse portate di aria (basso consumo energetico per riscaldare/raffreddare l aria di ricambio immessa) Può consentire il recupero di inquinanti (es. solventi) Integra efficacemente l aspirazione localizzata quando le sorgenti sono numerose e non tutte raggiungibili con una propria cappa Unico sistema quando non esistono sorgenti localizzate (uffici, negozi, toilettes)
MISURE DI PREVENZIONE/PROTEZIONE Misure di prevenzione e protezione Aspirazione localizzata e Ventilazione generale SVANTAGGI ASPIRAZIONE LOCALIZZATA VENTILAZIONE GENERALE Difficile da realizzare se le sorgenti sono numerose e sparse Costi alti di impianto Rigidità del lay-out Non elimina gli inquinanti Richiede alti consumi energetici per riscaldare/raffreddare grandi quantità di aria di ricambio Non consente il recupero degli inquinanti
MISURE DI PREVENZIONE/PROTEZIONE DPI Classificazione dei filtri antipolvere: in base alla diversa efficienza di filtrazione CLASSE P1 P2 P3 EFFICIENZA FILTRANTE Bassa Madia Alta Classificazione dei filtri antigas: in base alla diversa capacità di filtrazione (durata) CLASSE CAPACITA FILTRAZIONE 1 Piccola 2 Madia 3 Grande
MISURE DI PREVENZIONE/PROTEZIONE Sorveglianza sanitaria I lavoratori per i quali la VR ha evidenziato un rischio per la salute sono sottoposti a sorveglianza sanitaria Ove gli accertamenti sanitari evidenziano l esistenza di un anomalia imputabile all esposizione, il medico competente ne informa il datore di lavoro
il Datore effettua una nuova valutazione e ove tecnicamente possibile una misurazione della concentrazione dell agente Il medico competente fornisce adeguate informazioni ai lavoratori sulla SS e dopo la cessazione
MISURE DI PREVENZIONE/PROTEZIONE Cartelle sanitarie e di rischio Il medico competente istituisce ed aggiorna, sotto la propria responsabilità, per ogni lavoratore sottoposto a sorveglianza sanitaria, una cartella sanitaria e di rischio da custodire presso il datore di lavoro con salvaguardia del segreto professionale
MISURE DI PREVENZIONE/PROTEZIONE Il datore di lavoro: a) consegna copia del registro all'ispesl ed all'organo di vigilanza competente per territorio, e comunica ogni tre anni e quando i medesimi ne facciano richiesta, le variazioni intervenute; b) consegna, a richiesta, all'istituto Superiore di Sanità, copia del registro; c) in caso di cessazione di attività dell'azienda, consegna copia del registro all'organo di vigilanza competente per territorio;
d) in caso di assunzione di lavoratori che hanno già esercitato attività con esposizione ad agenti cancerogeni, il datore di lavoro chiede all'ispesl copia delle annotazioni individuali contenute nel registro, nonché copia della cartella sanitaria e di rischio In caso di cessazione del rapporto di lavoro, il datore di lavoro invia all ISPESL la cartella sanitaria e di rischio del lavoratore con le annotazioni individuali contenute e ne consegna copia al lavoratore stesso
MISURE DI PREVENZIONE/PROTEZIONE Le annotazioni individuali contenute nel registro e le cartelle sanitarie e di rischio sono conservate dal datore di lavoro almeno fino a risoluzione del rapporto di lavoro e dall'ispesl fino a 40 anni dalla cessazione di ogni attività che espone ad agenti cancerogeni o mutageni