Attività dimostrativa su carciofo condotta nell annata agraria

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Azienda Sperimentale Campo Carboj Castelvetrano (TP) Attività dimostrativa su carciofo condotta nell annata agraria 2012-13 Il Responsabile dell Azienda Campo Carboj Dott. Onofrio Tulone

La coltura del carciofo ha trovato in Sicilia una collocazione ottimale tale che in alcuni areali si può considerare attualmente l ortiva di pieno campo economicamente più remunerativa nel periodo autunno vernino. In areali ad orticoltura altamente specializzata, quali il ragusano ed il vittoriose, il comparto orticolo si è orientato, invece, verso altre specie ortofloricole, sia in pien aria che in coltura protetta (pomodoro, melanzana, peperone, melone, fiori recisi, etc.). Il carciofo occupa in Sicilia una superficie di circa 13.800 ettari (dati ISTAT 2013) e rappresenta circa un quarto dell intera superficie interessata alla coltura in ambito nazionale. Nella graduatoria delle province siciliane, in relazione alle superfici occupate e alla produzione, vediamo al primo posto la provincia di Caltanissetta seguita da Agrigento, Catania e Palermo. Il carciofo rappresenta una delle più antiche e caratteristiche specie ortive di pieno campo e la sua coltivazione ha manifestato nel tempo significativi cambiamenti evolutivi. La coltura in Sicilia è prevalentemente caratterizzata da: una coltivazione ad impianto estivo con raccolta autunnale che si protrae fino in primavera; pur essendo una specie a ciclo autunno-vernino, ciò risulta essere fondamentale per la precocità di entrata in produzione che garantisce prezzi di mercato remunerativi; una certa uniformità del panorama varietale dominato per il 70% circa da varietà inermi, quali il Violetto di Sicilia, e per il restante 30%, soprattutto nella fascia occidentale, dalla cultivar Spinoso Violetto di Palermo e dal Romanesco che sempre più gode di considerazione da parte degli agricoltori; una quasi esclusiva destinazione del prodotto al consumo fresco, in quanto mancano le specifiche coltivazioni per produzioni destinate all industria, e quando questa è presente, per la preparazione di sottoaceti, utilizza il cosiddetto carciofino, ossia i capolini di fine ciclo colturale raccolti ad uno stadio di maturazione precoce. Occorre tener presente, inoltre, che le produzioni cinaricole, così come per le altre ortive coltivate in Sicilia, non sono eccedentarie né a livello regionale né nazionale; infatti, 1

le produzioni trovano sempre facile collocazione sui mercati non essendosi mai registrate quote di invenduto, malgrado durante il ciclo produttivo si verifichino considerevoli variazioni di prezzo, dovute prevalentemente alla inadeguata programmazione delle produzioni e all inefficienza dell organizzazione commerciale. La presenza nel territorio in cui è ubicata l Azienda Campo Carboj, dove è svolta l attività dimostrativa di che trattasi, della Diga Arancio e del Consorzio di Bonifica 3 - Agrigento, che ne gestisce l acqua, ha permesso, negli ultimi decenni, di rendere irriguo un vasto territorio del Distretto Belice-Carboj, favorendo lo sviluppo delle colture ortofrutticole. La disponibilità di acqua per l irrigazione dei terreni, oltre a migliorare quantitativamente e qualitativamente le produzioni arboricole del territorio (vigneti, uliveti, frutteti ecc.), ha fatto sì che si sviluppasse un comparto orticolo alquanto fiorente, nel cui ambito la carcioficoltura rappresenta la parte preminente. Oltre ad un ampliamento delle superfici, la suddetta coltura, nel corso dell ultimo ventennio, ha visto un evoluzione migliorativa delle tecniche colturali nonché l introduzione di nuove cultivars che hanno permesso una diversificazione della produzione, con conseguente ampliamento del calendario di raccolta favorendo la conquista di nuovi mercati. Attualmente, la superficie investita a carciofo nel suddetto Distretto è di circa 600 ettari, di cui oltre l 80% ricadente nel territorio di Menfi. Le principali varietà coltivate sono: Tema, Violetto di Provenza, Spinoso di Menfi, Romanesco C3. Il prodotto, destinato quasi esclusivamente al mercato per il consumo fresco, viene commercializzato tramite grossisti del territorio che collocano la produzione nei mercati regionali e in quelli del nord e centro Italia. La specializzazione produttiva, conseguita nel corso degli anni dagli orticoltori di quest area, accreditata come zona cinaricola tra le più importanti a livello regionale, è stata frutto anche di un intensa attività condotta dagli Enti preposti ai servizi allo sviluppo in Agricoltura (Ente Sviluppo Agricolo ed Assessorato Regionale delle Risorse Agricole e Alimentari) che hanno favorito l introduzione nel territorio di cultivars, ecotipi, ibridi e 2

cloni che il vivaismo orticolo propone costantemente per far fronte principalmente alle esigenze di mercato, nonché l introduzione di innovative tecniche di coltivazione. L azienda Campo Carboj dell ESA, in collaborazione con la Sezione Operativa dell Assessorato delle Risorse Agricole di Menfi, anche per l'annata agraria 2012-2013 ha realizzato e condotto un campo dimostrativo di confronto varietale sul carciofo. In esso sono stati messi a confronto alcuni ibridi ed alcuni cloni di violetto; per l impianto è stato utilizzato materiale di propagazione costituito da piantine ottenute da seme e da carducci. In generale, le piante da seme hanno mostrato una maggiore vigoria ed un ritardo nell'entrata in produzione, rispetto a quelle propagate per via agamica. Le piante sono state messe a dimora tra il 19 e il 25 luglio 2012, i sesti d'impianto adottati sono stati di 2 m. tra le file e 0.90 m. nella fila; tranne che per la cultivar Tema per la quale si è utilizzato il sesto 2 m. tra le file e 0,60 m. nella fila; per l'irrigazione è stato utilizzato il sistema ad ala gocciolante con gocciolatoi auto-compensanti a 30 cm. della portata media di circa 2 litri/ora. Il campo è stato suddiviso in due tesi, quella trattata con acido gibberellico ( alla dose di 36 ppm) e la testimone. Sono stati effettuati tre interventi di ormonatura a cadenza quindicinale iniziando dai primi di ottobre, nella fase in cui le piante presentavano uno sviluppo vegetativo di 12/15 foglie; alla suddetta forzatura, le cultivars hanno risposto in modo diverso. Nella maggior parte dei casi, l'ormonatura ha favorito un considerevole anticipo dell'entrata in produzione anche se le piante trattate hanno mostrato uno sfruttamento precoce con uno sviluppo vegeto-produttivo relativamente più contenuto. Di seguito sono riportati i dati produttivi e fenologici dei singoli ibridi e cloni; detti dati sono stati rilevati settimanalmente e si riferiscono alla sola prova di un anno. 3

Cultivar Tema Piantine da ovuli Piante trattate con Piante non trattate al al al al al 30 Novembre 30 Dicembre 30 Gennaio 28 Febbraio 30 Marzo Prod. al Totale 16 Aprile 10.790 32.370 21.580 64.740 3.320 21.580 43.990 68.890 Cultivar di media vigoria, scarsa la suscettività all ormonatura con lieve incidenza sull anticipo dell entrata in produzione più evidente rispetto al numero di capolini raccolti (vedi tabella) e al precoce sfruttamento della pianta. Punto di forza della cultivar è il precoce ciclo produttivo che si racchiude nei mesi di novembre, dicembre e gennaio, periodo in cui, non essendoci altra produzione cinaricola sul mercato, spunta prezzi remunerativi. Le piante presentano un portamento lievemente assurgente con modesti fenomeni di eterofillia e scarsa attività pollonifera durante la fase produttiva. I capolini di forma ovoidale presentano brattee, mediamente serrate, di colore viola intenso con apice inerme che talvolta presenta una leggera spinescenza. 4

Ibrido 4146 tipologia Tema piantine da seme al 30 al 30 al 30 al 28 al 30 al 16 Novembre Dicembre Gennaio Febbraio Marzo Aprile 0 11000 24200 25850 11000 72500 Piante non trattate 22000 26400 48400 Piante di elevata vigoria vegeto-produttiva; molto evidente la differenza tra le piante trattate con gibberelline e quelle non trattate, sia per quanto riguarda la precoce entrata in produzione che per lo sviluppo e la produttività complessiva. L'ormonatura, oltre a favorire un forte anticipo della entrata in produzione ha comportato un precoce sfruttamento delle piante che, malgrado ne abbia limitato la vigoria, ha portato ad una maggiore produzione complessiva. La produzione nella tesi con piante trattate ha avuto inizio nella prima decade di dicembre con un crescendo che ha portato alla raccolta di circa 80% della produzione commerciabile in 3 mesi con una produzione nel periodo di circa 10 capolini per pianta. Le piante non trattate con hanno raggiunto dimensioni eccezionali con altezze fino ad 1,5 m. e circonferenza del fusto al colletto fino a 30 cm. portando mediamente 4-5 branche secondarie di ottimo sviluppo. L'entrata in produzione, di quest'ultime, ha subito un ritardo di circa 90 giorni con la prima raccolta effettuata nella prima decade di marzo. Le piante dal portamento assurgente, hanno evidenziato una modesta eterofillia e non hanno presentato attività pollonifera rilevante durante la fase produttiva. I capolini di forma troncoconica presentano brattee mediamente serrate di colore viola intenso con leggere sfumature verdastre, apice leggermente incavo e spinescenza quasi assente. 5

Ibrido 4166 tipologia Tudela piantine da seme al 30 Novembre al 30 Dicembre al 30 Gennaio al 28 Febbraio al 30 Marzo al 16 Aprile 4.950 Piante non trattate 7.700 Ibrido di buona vigoria vegetativa, non sono evidenti differenze vegeto-produttive tra le piante trattate con e quelle non trattate. Così come la cultivar di provenienza (Tudela) la produzione è rivolta alla trasformazione industriale. Presenta un ciclo produttivo primaverile con entrata in produzione molto tardiva; nella fattispecie, è stata solo rilevata la produzione del mese di aprile e non è stato possibile verificarne la reale produttività, in quanto, essendo state sospese tutte le operazioni colturali (irrigazioni e concimazioni) per l avanzata stagionalità, le piante non hanno potuto terminare il loro ciclo produttivo che tuttavia sarebbe risultato molto breve. Scarsa l'attività pollonifera, eterofillia quasi assente. I capolini di forma sferica presentano brattee serrate soprattutto in quelli primari e secondari, mentre in quelle delle diramazioni terziarie le brattee si presentano meno serrate. Le brattee di colore verde presentano apici lievemente incisi e privi di spine. 6

Ibrido 4255 tipologia Romanesco-Apollo piantine da seme al 30 Novembre al 30 al 30 al 28 al 30 Dicembre Gennaio Febbraio Marzo al 16 Aprile 550 7.700 12.100 18.700 3.850 42.900 Piante non trattate 21.450 31.350 52.800 Ibrido di discreto sviluppo vegetativo, rilevante la differenza produttiva (in relazione all'inizio dell'entrata in produzione) tra le piante trattate con e non. La produzione delle prime ha avuto inizio a fine novembre, mentre le altre (quelle non trattate) i primi di marzo; come si evince dalla tabella, la differenza tra trattate e non trattate ha inciso soprattutto sulla durata del ciclo produttivo che nelle prime è di circa cinque mesi, mentre nelle seconde si racchiude in soli due mesi; pertanto, si comprende la validità dell intervento ormonale che, anticipando la produzione, rende più remunerativa la coltura. Le piante portano 2-3 branche di discreto sviluppo con capolini secondari di dimensione inferiore rispetto ai primari. Scarsa o assente l'attività pollonifera durante la fase produttiva. Il capolino si presenta compatto e di forma sub-sferica, le brattee relativamente serrate di colore viola presentano sfumature apicali verdastre con apice fortemente inciso ed inerme. Scarsa l'attività pollonifera. 7

Ibrido 4245 tipologia Romanesco-Apollo piantine da seme al 30 Novembre al 30 al 30 al 28 al 30 Dicembre Gennaio Febbraio Marzo al 16 Aprile 550 8.250 11.000 22.550 3.850 48.950 Piante non trattate 9.900 29.700 39.600 L'ibrido, molto simile al precedente, presenta una certa differenza tra le due tesi (piante trattate con e non) oltre che nell'anticipo dell'entrata in produzione anche rispetto allo sviluppo vegeto-produttivo generale. Le piante trattate con hanno avuto un anticipo della produzione rispetto a quelle non trattate di circa 70 gg. con inizio raccolta a fine dicembre le prime, mentre le non trattate hanno iniziato a produrre nella prima decade di marzo. Le piante portano mediamente 3-4 branche secondarie di discreto sviluppo e modesti fenomeni di eterofillia. Scarsa l'attività pollonifera durante la fase produttiva. I capolini, di forma sub-sferica, portano brattee mediamente serrate di colore viola intenso con leggere sfumature verdastre ed apice inciso ed inerme 8

Cultivar Madrigal - piantine da seme al 30 Novembre al 30 Dicembre al 30 Gennaio al 28 Febbraio al 30 Marzo al 16 Aprile 3300 21000 Piante non trattate 30000 Cultivar di buona vigoria vegetativa; minime le differenze vegeto-produttive tra le piante trattate con e quelle non trattate; la produzione è rivolta prevalentemente alla trasformazione industriale. Presenta un ciclo produttivo primaverile con entrata in produzione molto tardiva, e nella fattispecie è stata solo rilevata la produzione del mese di aprile; non è stato possibile verificarne la reale produttività, in quanto essendo state sospese tutte le operazioni colturali (irrigazioni ed concimazioni) per l avanzata stagionalità le piante non hanno potuto terminare il loro ciclo produttivo che tuttavia sarebbe risultato molto breve. Dai dati produttivi rilevati in campi impiantati nelle zona, la cultivar si presenta altamente produttiva e con un ciclo produttivo relativamente in anticipo rispetto alla presente prova, ciò dovuto molto probabilmente al più elevato dosaggio del trattamento gibberellico. Scarsa l'attività pollonifera, eterofillia quasi assente. I capolini di forma sferica presentano brattee serrate soprattutto in quelli primari e secondari, mentre in quelle delle diramazioni terziarie le brattee si presentano meno serrate. Le brattee di colore verde con leggerissime sfumature violacee diffuse, presentano un apice leggermente inciso ed inerme. 9

Cultivar Opal piantine da seme al 30 al 30 al 30 al 28 al 30 al 16 Novembre Dicembre Gennaio Febbraio Marzo Aprile 2.200 9.350 12.100 6.050 6.600 36.300 Piante non trattate 550 15.400 20.900 36.850 La cultivar presenta una discreta attività vegeto-produttiva; forte la differenza soprattutto rispetto l'entrata in produzione tra le due tesi (piante trattate e non), tant'è che le piante della prima tesi sono entrate in produzione il 30 novembre mentre le altre intorno alla prima decade di marzo con un ritardo di circa 90 giorni. Le piante, portanti 2-3 branche secondarie di discreto sviluppo, non presentano fenomeni di eterofillia, mentre modesta è l'attività pollonifera durante la fase produttiva. I capolini di forma sub-sferica presentano brattee mediamente serrate che man mano si passa a quelli secondari e tarziari diventano sempre più lasse. Le brattee di colore leggermente violaceo con intense sfumature e striature verdastre presentano un apice leggermente inciso ed inerme. 10

Clone Campana piantine da carducci al 30 al 30 al 30 al 28 al 30 al 16 Aprile Novembre Dicembre Gennaio Febbraio Marzo 3.300 13.200 19.250 8.250 2.200 7.700 53.900 Piante non trattate 1.650 13.750 35.200 50.600 Clone di Romanesco con habitus vegetativo di discreto sviluppo; rilevanti le differenze tra le piante trattate con e non; queste ultime risultano essere più vigorose e presentano una produzione più concentrata nel tempo. Rispetto al Romanesco C3, cultivar molto diffusa nel territorio ed apprezzata dai mercati soprattutto quelli del centro e nord Italia, il clone Campana risponde molto bene all'ormonatura con, anticipando rispetto alla stessa circa un mese l'entrata in produzione; mentre nelle due tesi del campo-prova la differenza di entrata in produzione è stata di circa 60 giorni. I capolini primari si presentano di forma sferica del diametro e altezza di circa 10-11 cm.; le brattee serrate di colore violaceo presentano sfumature verdastre ed apice arrotondato largamente inciso ed inerme. I capolini secondari, sempre di forma sferica risultano essere di dimensioni leggermente più ridotte e con brattee più lasse. Le foglie presentano lievi fenomeni di eterofillia; scarsa l'attività pollonifera. 11

Cultivar Sambo piantine da seme al 30 al 30 al 30 al 28 al 30 al 16 Aprile Novembre Dicembre Gennaio Febbraio Marzo 3.300 16.500 24.750 44.550 Piante non trattate 11.800 11.800 Varietà molto interessante sia dal punto di vista produttivo che commerciale, soprattutto sul mercato francese in quanto molto simile alla varietà Bretagne. Cultivar di buona vigoria vegetativa; evidenti le differenze produttive tra le piante trattate con e quelle non trattate. Presenta un ciclo produttivo primaverile con entrata in produzione relativamente tardiva, nella fattispecie la produzione è stata solo rilevata fino al 16 di aprile, e non è stato possibile verificarne la reale produttività, in quanto essendo state sospese tutte le operazioni colturali (irrigazioni e concimazioni) per l avanzata stagionalità le piante non hanno potuto terminare il loro ciclo produttivo che tuttavia sarebbe risultato molto breve soprattutto per quelle non trattate con. Scarsa l'attività pollonifera, eterofillia quasi assente. I capolini di forma sferica presentano brattee serrate soprattutto in quelli primari e secondari, mentre in quelle delle diramazioni terziarie le brattee si presentano meno serrate. Le brattee di colore verde presentano l'apice leggermente inciso ed inerme. 12

Clone Corciolo piantine da carducci al 30 al 30 al 30 al 28 al 30 al 16 Novembre Dicembre Gennaio Febbraio Marzo Aprile 6.600 12.650 24.200 1.100 4.950 3.850 53.350 Piante non trattate 1.650 2.750 2.200 13.200 9.350 13.200 42.350 13

Clone 52 B piantine da carducci al al 30 al 30 al 30 al 28 al 30 16 Aprile Novembre Dicembre Gennaio Febbraio Marzo 550 3.300 3.300 3.300 2.200 5.500 18.150 Piante non trattate 550 8.250 20.350 29.150 14

Clone 7 B 1 piantine da carducci al 30 al 30 al 30 al 28 al 30 al 16 Novembre Dicembre Gennaio Febbraio Marzo Aprile 1.650 9.350 4.400 2.750 5.500 8.250 31.900 Piante non trattate 2.200 0 6.600 9.900 18.150 22.000 58.850 15

Clone 102 B piantine da carducci al 30 al 30 al 30 al 28 al 30 al 16 Novembre Dicembre Gennaio Febbraio Marzo Aprile 3.850 2.200 4.400 7.150 6.600 12.650 36.850 Piante non trattate 1.650 10.450 45.100 57.200 16

Clone 3 A piantine da carducci al 30 al 30 al 30 al 28 al 30 al 16 Novembre Dicembre Gennaio Febbraio Marzo Aprile 550 3.850 3.850 5.500 4.400 6.050 24.200 Piante non trattate 11.000 35.200 46.200 17

Clone 82 A piantine da carducci al 30 Novembre al 30 al 30 al 28 al 30 al 16 Dicembre Gennaio Febbraio Marzo Aprile 4.400 3.300 6.050 8.250 10.450 32.450 Piante non trattate 4.950 29.150 34.100 18

Clone 124 piantine da carducci al 30 al 30 al 30 al 28 al 30 al 16 Novembre Dicembre Gennaio Febbraio Marzo Aprile 3.300 6.600 5.500 7.700 5.500 9.350 37.950 Piante non trattate 1.100 0 0 2.750 9.350 30.800 44.000 19

Clone 92 B piantine da carducci al 30 al 30 al 30 al 28 al 30 al 16 Novembre Dicembre Gennaio Febbraio Marzo Aprile 2.200 2.750 3.300 5.500 8.250 13.750 35.750 Piante non trattate 4.400 22.000 26.400 20

Clone 271 piantine da carducci al 30 al 30 al 30 al 28 al 30 al 16 Novembre Dicembre Gennaio Febbraio Marzo Aprile 550 4.950 2.200 2.200 3.300 9.350 22.550 Piante non trattate 1.100 33.000 34.100 21

Cloni: Corciolo, 52 B, 7 B 1, 102 B, 3 A, 82 A, 124, 92 B, 271 tipologia Violetto piantine da carducci Gruppo di cloni di violetto molto simili tra loro con piccole differenze relative soprattutto all entrata in produzione. Le piante presentano un discreto sviluppo vegetativo ed una mediocre produttività. Evidente l'effetto dei trattamenti con rispetto all'entrata in produzione, soprattutto in alcuni di essi. La scadente produzione quanti-qualitativa, probabilmente è stata dovuta alla precoce e intensa attività pollonifera delle piante durante la fase produttiva, che già nel mese di gennaio, presentano mediamente 8-10 polloni laterali per pianta. Tra essi spiccano per precocità di entrata in produzione i cloni Corciolo e 7 B 1. I capolini si presentano di medie e piccole dimensioni e con una pronunciata apertura apicale delle brattee che li rende scadente dal punto di vista commerciale. I suddetti punti di debolezza, da notizie acquisite, sono quasi assenti nelle zone d origine (Puglia), pertanto potrebbero addebitarsi a diversi fattori non ultimi le diverse condizioni pedo-climatiche e/o tecnico-colturali. Pertanto, un giudizio più attendibile si potrebbe avere solo ripetendo la prova per alcuni anni, visto che i dati fenologici e produttivi sono riferiti alla sola annata 2012-13. 22