Il ruolo dell Infermiere nella Sanità d Iniziativa. L Esperienza dell Infermiere di famiglia



Documenti analoghi
Esiti del modello di intensità di cure sulla popolazione anziana

La malnutrizione nell anziano: interventi di prevenzione e controllo

Convegno SItI CURE PRIMARIE TRA MITO E REALTA : IL RUOLO DEI PROFESSIONISTI 13 novembre 2009 Bergamo

Gli interventi delle professioni sanitarie

L infermiere, le AFT, la Sanità d Iniziativa. Antonio Gant

Azienda Sanitaria Locale Roma G

Assistenza Domiciliare nelle persone con BPCO

Ruolo del Medico nell Assistenza Sanitaria di base. Prof. A. Mistretta

Il ruolo delle Aziende ULSS nel garantire prestazioni, sviluppare innovazione, promuovere buone prassi

L integrazione professionale per l assistenza a domicilio: infermieri e fisioterapisti a confronto

MARKETING, COMUNICAZIONE, DEONTOLOGIA: il biglietto da visita del libero professionista

ASSISTENZA DOMICILIARE: L ESPERIENZA DELL ARS TOSCANA

L INFERMIERE DI FAMIGLIA. Giornata internazionale dell infermiere STAR BENE INSIEME PER STAR BENE

Percorsi di innovazione nelle cure primarie Parma ottobre 2011

Assistenza Domiciliare e Malattie Rare: attuali e future strategie IPASVI Roma

GIORNATE MEDICHE FIORENTINE 2011 Firenze 2-3 Dicembre 2011

PROGRAMMA DI PREVENZIONE CARDIOVASCOLARE nella REGIONE VENETO

CONSULTA PROVINCIALE PER LA SALUTE: UN LAVORO DI RETE

Modalità di Gestione nelle Cure Primarie

1.OGGETTO 2.FINALITA 3. DESTINATARI

Il progetto della sanità di iniziativa in Toscana

LA CONTINUITA ASSISTENZIALE

Il Case Management infermieristico per la presa in carico, il governo e la sostenibilità del percorso di cura, la verifica dei risultati due anni dopo

Interventi evidence-based di primo livello nell ambito della medicina territoriale

Proposta di PSIM (Piano Sanitario Isole Minori) Regione Siciliana

Udine, 30 ottobre 2015

CAP di Arona ESPERIENZE DI CURE PRIMARIE NEL TERRITORIO

La multidisciplinarietà delle cure a casa: quali competenze. F. Saverio Proia Ministero della Salute

Migliorare la sua Competenza

I servizi per anziani non autosufficienti

GIMBE. Dr. Giuseppe Donato Medico di Famiglia ASL RmF Responsabile Area Formazione Cooperativa Medi.Ter

IL CONTRIBUTO DEGLI INFERMIERI ALLA IDEAZIONE DEL PSS REGIONALE

N II. 4. A di Prot. Servizio Infermieristico N 585 dd. 19 ottobre 05 Reg. Del.

Metodologie e modelli di assistenza sanitaria territoriale

Progetto Nazionale di Cure Palliative Pediatriche

PROPOSTA DI UN MODELLO DI RIFERIMENTO

Idee e proposte dall ASP Giovanni XXIII

Il moderno ruolo del medico di assistenza primaria nel sistema delle cure domiciliari distrettuali

Modelli di reti di cure palliative. Maria Anna Conte

XII CONGRESSO CURE PRIMARIE Azienda USL 11 Empoli TRA CHRONIC CARE MODEL E MEDICINA DI INIZIATIVA Empoli Palazzo delle esposizioni- 14 giugno 2012

Il medico di medicina generale, le cure domiciliari ed i bisogni non corrisposti. Ovidio Brignoli Mmg Brescia

L assistenza garantita dal medico di famiglia: tutte le novità per il prossimo triennio

Il ruolo dell infermiere specializzato nell educazione educazione terapeutica

Cure Domiciliari. Corso Elettivo Malato a casa 23 gennaio 2012

Le Cure Intermedie La specialistica territoriale tra ospedali di comunità, strutture residenziali ed Equipe domiciliari

ADI : il punto di vista del MMG tra presente e futuro

Esperienza di sanità d iniziativa nell ASL 11 Empoli

L infermiere casemanager

FAMIGLIE AL CENTRO: Dott. Paola Mosa Roma 24 maggio 2013

Le relazioni funzionali tra UVM, UVA e Medicina Generale Firenze 8 maggio 2013 Stefania Giusti Eleonora Alasia Azienda USL 6 Livorno

Progetto di C.A.P. Distretto di Valenza

CORSO DI FORMAZIONE IPASVI PAVIA 6 GIUGNO 2015 IPASVI PAVIA 2015

Gli strumenti e le procedure del Chronic Care Model per la valutazione del caso e la redazione e il monitoraggio del Piano di Assistenza Individuale

DAY SURGERY collaborazione ospedale-territorio

L innovazione dei servizi per la cura delle malattie croniche

- Perchè definire un modello ideale di assistenza

Questionario per indagine nazionale conoscitiva data di avvio: marzo 2015

CURE PRIMARIE E L ASSISTENZA AL MALATO CRONICO La prospettiva della Medicina Generale. G.Carriero, FIMMG - Siena

)$6,'(/352*(772. &RVWLWX]LRQHGLXQJUXSSRGLSLORWDJJLR aziendale e nomina in ogni sede di sperimentazione di

Workshop: Telemedicina e Sanità elettronica: facciamo il punto! Telemedicina: il ruolo dei Medici di Medicina Generale

Le cure domiciliari nella programmazione nazionale. Carola Magni Ministero della Salute

DIPARTIMENTO ONCOLOGICO DELLA PROVINCIA DI PAVIA DOCUMENTO DI ANALISI E INDIRIZZO TRIENNALE

Servizi, risorse e organizzazione per le persone anziane e non autosufficienti

Il case manager del territorio nel bambino con disabilità complessa. Dr. Giorgio Conforti SAVONA 10 maggio 2008

Conferenza Stampa. Cure intermedie: attivi 6 posti. all ASP Bassa Est San Mauro Abate di Colorno

PROGETTO SIMULTANEOUS HOME CARE. Dr Mauro Bandera Oncologo

ASSESSORATO DELL'IGIENE E SANITA' E DELL'ASSISTENZA SOCIALE PIANO OPERATIVO DEL PRP REGIONE SARDEGNA

INTEGRAZIONE DELLA FIGURA OSS E INFERMIERE. Dott.ssa Flavia Fattore Unità Operativa Medicina Macerata

Modello di erogazione diffusa delle Cure Palliative/Fine Vita con supporto di esperti. Parma, 21 ottobre 2011 Dott.ssa Maria Luisa De Luca

L infermiere al Controllo di Gestione

Salute in tutte le politiche. Carlo Favaretti Università Cattolica del Sacro Cuore

Primary Nursing: Viaggio all interno del Cambiamento. Claudia Gatta Responsabile Infermieristico Dipartimento di Medicina ASL Bi- Biella

PROIETTI ANTONELLA CURRICULUM FORMATIVO PROFESSIONALE

Parma 21/10/2011. Percorsi di innovazione nelle cure primarie. AUSL Reggio Emilia Distrettto Castelnovo ne Monti

Programma Interventi Innovativi

IL PERSONALE DI STUDIO MEDICO. Dr. Filippo Capriotti 11 ottobre 2011 JESI Ospedale Murri

I bisogni della cittadinanza, le risposte di assistenza infermieristica.

LA RETE DELLE CURE PALLIATIVE PER I MALATI IN FASE AVANZATA DI MALATTIA IN PROVINCIA DI REGGIO EMILIA

Incontro di orientamento professionale. Bergamo 14 aprile 2014

Governo clinico e sviluppo organizzativo delle cure. primarie. Drssa Silvia Lopiccoli Direttore Dipartimento Cure Primarie

Il contributo dei Centri di servizi per anziani a supporto della domiciliarità: alcune esperienze a livello locale

SAN GIOVANNI BATTISTA DI TORINO MOLINETTE EMODINAMICA OSPEDALIERA

Corso di Formazione per Operatore Socio-Sanitario Complesso Integrato Columbus - Anno 2014

Regione Veneto Azienda ULSS 6 Vicenza. Ospedale Civile S. Bortolo

Scenario di Riferimento ICT AREZZO

Sviluppo del Sistema Cure Intermedie al fine dell utilizzo corretto delle risorse ex DGR 1235/2012

Problemi ancora aperti nella gestione del malato di Alzheimer

LA FORMAZIONE DELL ASSISTENTE SANITARIO

Cos è. l equipe territoriale

SCHEDA DI VALUTAZIONE DEL TIROCINIO 2 ANNO

Percorsi di cura e assistenza tra ospedale e territorio: Il ruolo dei professionisti della sanità a supporto della conciliazione famiglia - lavoro

PROTOCOLLO D INTESA PER L INSERIMENTO DEI PAZIENTI PSICHIATRICI NELLE RSA e NEI CDI

Maria Cristina Cimicchi, Tiziana Risolo, Paola Saccò, Carlo Percudani Ambulatorio Diabetologico di Colorno, DCP AUSL di Parma

Diabete e confini. Valerio Miselli, Reggio Emilia

16 Convegno APeC Le malattie croniche: il futuro della assistenza in pediatria o l assistenza pediatrica del futuro? Ferrara 22 ottobre 2011

LA CONTINUITA ASSISTENZIALE: Infermiera Luisa Valleise Cardiologia- Utic Aosta

Un percorso di cura verso casa.

Strategia nazionale Aree Interne e indirizzi di politica sanitaria

Oggi in via Sant Eufemia la firma del progetto. Piacenza e provincia avranno un équipe specializzata nelle cure palliative domiciliari

Il programma regionale per le gravi disabilità acquisite: l assistenza nella fase degli esiti

Transcript:

Il ruolo dell Infermiere nella Sanità d Iniziativa. L Esperienza dell Infermiere di famiglia Granucci Lucia Infermiera di famiglia UO Infermieristica Territoriale Resp. Svaldo sensi UF Cure Primarie Piana di Lucca Resp. Dott. Marco Farnè

Il contesto del territorio Lucchese ASL 2 Lucca - 7 CSS Zona Lucca (Est e Ovest) - 6 CSS Zona Valle del Serchio (Alta e Media Valle) Popolazione residente Di questi: 228.432 Zona Lucca: 169.145 di cui 39.242 >65 anni Zona VDS: 59.287 di cui 15.236 >65 anni

L organizzazione ieri e.. oggi MODELLO TECNICO- FUNZIONALE/PRESTAZIONALE INFERMIERE DI DISTRETTO Un Territorio accentrato diviso per Zone a seconda dei CSS UNA FORTE CENTRALITA DELLE ATTIVITA SANITARIE UNA FORTE OFFERTA DEI SERVIZI PRESTAZIONALI ANZICHE ATTENZIONE ALLA DOMANDA E ALL ASCOLTO dei famigliari e dei pazienti MODELLO PROFESSIONALE INFERMIERE DI FAMIGLIA TERRITORIALMENTE DECENTRATO FORTE CENTRALITA DELLA RELAZIONE TRA PERSONE E TRA PERSONE E CONTESTO FORTE ENFASI SULLA DOMANDA REALE: ESPRESSA, INESPRESSA, POTENZIALE Ad ogni domanda una risposta

L Infermiere di Famiglia Sperimentazione a partire dal 2009 All interno del progetto Sanità d' Iniziativa per lo sviluppo del Chronic Care Model nel modulo di MMG Borgo Giannotti di Lucca

Dalla primavera del 2010 il progetto ha progressivamente coinvolto: -8 gruppi di MMG nella Zona Distretto Piana di Lucca - 5 gruppi di MMG nella Zona Distretto VDS - 17 Infermieri - 70.000 ass. (bacino d utenza nella Zona Distretto Piana di Lucca) - 25.000 ass. (bacino d utenza nella Zona Distretto Valle del Serchio)

L INFERMIERE DI FAMIGLIA.NASCE con la ferma convinzione che.. CREARE E LE IMPORTANTE MIGLIORI SUPERARE CONDIZIONI POSSIBILI L approccio PER SVILUPPARE TECNICO- UNA PRESTAZIONALE CULTURA SANITARIA A FAVORE FONDATA SULLA Dell approccio PROFESSIONALE PER PROMUOVERE E MANTENERE LA SALUTE DELLA PERSONA ED EDUCARLA ALL AUTOCURA Riuscire in maniera olistica a condividere l aspetto clinico ed assistenziale della persona vissuto sul territorio (da parte del MMG e dall Inf. Di famiglia) condividendolo con la realtà ospedaliera (e viceversa)

Infermiere di famiglia PREVEDE UN ATTIVAZIONE DI UN SERVIZIO DI ASSISTENZA INFERMIERISTICA A LIVELLO DEL MODULO DEI MMG 1 INFERMIERE OGNI 4000-5000 ASSISTITI per la medicina di attesa 1 Infermiere ogni 10.000 assistiti per la medicina di iniziativa Collabora costantemente con tutti i professionisti presenti nel modulo e con le risorse attive nella comunità Riconosciuto dagli assistiti come figura di riferimento assistenziale ASSICURA L ASSISTENZA GENERALE INFERMIERISTICA CON TUTTI GLI ATTORI DELL EQUIPE DEL MODULO Svolge Medicina d Iniziativa insieme al MMG

L'infermiere di famiglia Effettua la PRESA IN CARICO, dei pazienti del modulo dei MMG curando la CONTINUITÀ della MEDICINA d attesa Diventa, insieme al MMG punto di RACCORDO-INTEGRAZIONE con gli altri professionisti impegnati nella cura della persona Svolge attività infermieristica ambulatoriale e domiciliare

In questa organizzazione Lucchese quali sono le attività dell Infermiere di Famiglia e di Comunità?

Queste sono alcune delle strategie messe in pratica dal nostro modello di infermiere di famiglia Presa in carico globale della Persona e della Famiglia da tutte le figure del modulo (non vi è più la prestazione singola e autonoma) E in costante rapporto con il PUA-COAD (Punto Unico d Accesso-Centrale Operativa per l Assistenza Distrettuale) anche in funzione della gestione informatizzata delle schede assistenziali Gestione integrata del paziente attraverso una stretta collaborazione tra l Ospedale e il Territorio

Attività ambulatoriale nell ambito dei Percorsi Assistenziali previsti dalla Regione: Medicina d iniziativa (med. Preventiva di II e III livello) Attualmente stiamo lavorando con i pazienti diabetici e scompensati cardiaci. In questo caso si tratta di interventi prevalentemente educativi e di supporto all autocura Per i pazienti con ICTUS e BPCO collaboriamo per la continuità dei percorsi assistenziali attivati nelle CURE INTERMEDIE e nell Assistenza Domiciliare.

Attività infermieristica sui pazienti del modulo in ambulatorio e a domicilio medicina d attesa medicazioni. rilevazione parametri, esami ematochimici, vaccinazioni, terapie intramuscolari ed endovenose, INR, ECG, Cambio e inserimento cat. vescicali Terapie varie e Tanto Ascolto!!!

Attività domiciliare E rivolta a pazienti non autosufficienti, allettati ad alta complessità assistenziale. Questo è sicuramente l ambito di azione più ampio e complesso dove l Infermiere di Famiglia risponde realmente alle necessità che derivano dal contesto attuale e si trova di fronte alle problematiche sociali, culturali e territoriali. L Infermiere di Famiglia deve sviluppare una particolare sensibilità e capacità di osservazione per saper cogliere le criticità degli assistiti e individuare, con i professionisti con cui collabora, le soluzioni più adeguate.

Cosa è cambiato In questi tre anni questa figura sta prendendo sempre più visibilità ed è sicuramente apprezzata dall Utenza. I Colleghi infermieri che svolgono questa professione sono per lo più motivati e professionalmente preparati. La nostra Ausl ha permesso a molti di noi di frequentare il Master per Infermieri di famiglia che ha sicuramente contribuito ad aumentare la professionalità e la competenza. Ma la cosa più speciale è il rapporto instaurato a livello professionale tra medico di famiglia e infermiere di famiglia.

E per il futuro.

Gli Infermieri di Famiglia e le AFT di Medicina Generale Obiettivo 1: recuperare più tempo per la sanità d iniziativa, migliorando le gestione dei prelievi domiciliari Obiettivo 2: migliorare i percorsi assistenziali per le patologie croniche, rafforzando il ruolo dell Infermiere di Famiglia come punto di riferimento che, in caso di problematiche emergenti, si rapporta con il medico curante Obiettivo 3: estendere la collaborazione per la prevenzione secondaria sulle patologie croniche, attraverso il counselling sul fumo, sulla dieta e sui corretti stili di vita.

Se un uomo ha un idea e la realizza state certi che altri uomini la miglioreranno con altre idee