Alleanza terapeutica oncologo-nutrizionista nutrizionista Dott. Antonio Maria Alberti Struttura Complessa di Oncologia Medica Ospedale Sandro Pertini ASL RM/B Dir. E. Cammilluzzi Università di Roma Tor Vergata - Roma 30 settembre 2010
Titolo di un film di successo Mangia, prega, ama J. Roberts
L alleanza terapeutica oncologo-paziente E il centro della cura e nasce dalla condivisione di obiettivi: Efficacia Tollerabilità Guarigione Qualità di vita durante e dopo la cura
Principali elementi che portano alla possibilità ed alla realizzazione dell alleanza terapeutica sono: 1. Capacità di ascolto: - Condivisione - Empatia
2. Conoscenza dell arte medica 3. Piano terapeutico condiviso linee guida, evidence-based medicine, tailored therapies 4. Apertura all innovazione
Gran parte della comunicazione non è verbale, ma avviene attraverso la gestualità,, il modo di presentare sés ed i problemi.
Uno dei meccanismi di comunicazione più forte, perché iniziale nell apprendimento, è legato alla conoscenza orale (mangiare, succhiare, baciare).
Da ciò deriva l importanza l della conoscenza della nutrizione e dei principi dietetici, che nel momento della difficoltà (diagnosi di malattia grave, terapie ad alto impatto fisico e psicologico) si rivela uno dei pilastri della resistenza alla malattia.
Domande tipo del paziente sono: Cosa posso mangiare durante la terapia? Come posso aiutarmi con l alimentazione? l Mi dia dei consigli
La prima evidenza è comprendere che queste domande sono una ricerca d aiutod aiuto, di condivisione cui bisogna dare una risposta di ascolto e di empatia.
Seguiranno gli aspetti tecnici: Conoscenza degli elementi nutritivi Tipologia e frequenza dei pasti Integratori e protettori Terapie di supporto
L alleanza paziente-oncologo può realizzarsi solo se vi è l attiva partecipazione delle altre figure sanitarie (infermieri, medici specialisti, psicologi, medici di famiglia, collaboratori) e non sanitarie (parenti, volontari, associazioni, assistenti spirituali).
La condivisione del percorso con altri pazienti attraverso la conoscenza personale o per mezzo dei media (televisione, internet, giornali, pubblicazioni) è elemento fondamentale della cura.
Qualità di vita e sopravvivenza durante e dopo la cura Tossicità precoce Neutropenia ed infezioni Nausea/vomito Alopecia Neuropatie
Effetti a media e lunga durata Fatigue Disturbi della sessualità e della fertilità Problemi cardiovascolari (ipertensione, vasculopatie e cardiopatie) Neurotossicità Sindrome metabolica Tossicità vascolare Ricadute tardive e seconde neoplasie
Il counselling circa la preservazione della fertilità prima di un trattamento oncologico è ancora considerato secondario. Quinn et al., Journal of Clinical Oncology, 2009
Un sondaggio condotto tra pediatri, oncologi, chirurghi e radioterapisti: 61% informa i propri pazienti oncologici circa la possibile riduzione della fertilità 45% invia a counselling dai medici della riproduzione Duke University (USA) Forman E.J et al., J Reproduction Medicine,, 2009
Malattie cardiovascolari Ipertensione, dislipidemia ed infarto del miocardio sono aumentati dopo BEP. Ad un follow-up di 18 anni il maggior rischio è del 2,1 per i minori di 45 anni e dell 1,9 per i soggetti compresi tra 45 e 54 anni. La fisiopatologia è multifattoriale con: iperaldosteronismo,, aumento della renina, ipomagnesiemia.
Sindrome metabolica E una sindrome caratterizzata da obesità, diabete mellito insulino-resistente resistente, dislipidemia ed ipertensione che compare nel 25% dei pazienti con tumori germinali del testicolo sottoposti a chemioterapia con cisplatino. Tali pz presentano un rischio più elevato di malattie cardiovascolari.
Tossicità vascolare Il fenomeno di Raynaud è presente nel 7% dei pazienti sottoposti a BEP e non nei trattati con EP.
Neurotossicità Ad un follow-up mediano di 10.7 anni dopo BEP, il 29% dei pazienti presenta persistenti parestesie ed il 21% ha difetti di udito; la qualità di vita non è tuttavia persistentemente ridotta.
Ricadute tardive Sono le riprese di malattia che avvengono dopo 2 anni dalla fine del trattamento. - Per i seminomi il 30% delle ricadute avviene dopo 2 anni e il 5% dopo 5 anni. - Le ricadute tardive nei non-seminomi sottoposti a chemioterapia con CR iniziale sono in genere retroperitoneali (3%).
Seconde neoplasie Il rischio di seconde neoplasie di tumori germinali del testicolo a 15 anni è circa del 2%, tuttavia il rischio di ricaduta non si estingue anche dopo 35 anni. Il rischio è minore dopo RPLND, intermedio dopo CHT e/o RT, alto con le terapie di salvataggio o l associazione di radiochemioterapia. Le neoplasie riportate sono le più varie (polmone, colon, vescica, pancreas, stomaco e melanoma oltre ai tumori ematologici).
Particolare attenzione ad altre tossicità Mucositi Cistiti Anemizzazione
Insulina, antidiabetici orali e chemioterapia nel tumore della mammella Recettori per l insulina l terapia insulinica e resistenza alla chemioterapia. Metformina e risposta completa patologica del trattamento neoadiuvante. Jiralerspon et al JCO July 2009
Indagine retrospettiva su 2592 pazienti diabetici: - 157 trattati in neoadiuvante per carcinoma della mammella tra il 1990 ed il 2007. - PCR nei pz diabetici trattati con metformina 24% Vs 8% nei non trattati - Diabetici non in trattamento con metformina utilizzavano due volte di più l insulina. - Nessuna differenza di PCR nei pz MET Vs MET + insulina. - Nessuna differenza in OS
Protettori in uso clinico Antiossidanti EPA Aloe Ribes Iperproteici
Ausilio di testi o guide per i pazienti Guida della Fondazione Federico Calabresi Consigli dietetici durante il trattamento oncologico. AIMAC la diete ed il malato di cancro.
Il nostro film Mangia, prega, ama, cura I nostri pazienti ed il team oncologico