UNICAL Facoltà di Economia DIRITTO DELL UNIONE EUROPEA prof. Alfredo Rizzo alfredo rizzo 1
Lezione 3. I principi del diritto comunitario alfredo rizzo 2
I principi del diritto comunitario Principi non scritti Ruolo della Corte di giustizia Art. 220 TCE Legittimo affidamento e certezza del diritto Forza maggiore Legittima difesa Uguaglianza Legalità Diritto comunitario e principi di diritto internazionale Criterio di interpretazione teleologica (art. 31 Conv Vienna 1969) Obiettivo dell integrazione europea. Rapporti tra norme dei trattati istitutivi e altri trattati internazionali con Stati terzi: Interpretazione di norme analoghe (trattati istitutivi e trattato internazionale): mirror provisions. alfredo rizzo 3
diritto internazionale, Effetto obbligatorio generale dei trattati internazionali una volta ratificato un trattato, lo Stato non può contrapporre l esistenza di una propria regola di diritto costituzionale che avrebbe potuto fondare l esclusione della ratifica del trattato per giustificare la successiva inosservanza degli obblighi derivanti da quest ultimo (v. art. 10 TCE). l applicazione dei trattati CE/UE non inficia gli impegni assunti dallo Stato membro mediante accordi conclusi con Stati terzi anteriormente alla stipulazione dei trattati comunitari (art. 307 TCE) garantire i diritti derivanti per detti Stati terzi dall accordo bilaterale (causa 56/64, Consten e Grundig Racc. 429). i giudici nazionali verificare quali siano gli obblighi che si impongono allo Stato in base all accordo determinare in quale misura tali obblighi siano idonei ad ostacolare la piena applicazione dei trattati nello Stato norme dei trattati comunitari che non si impongano in modo diretto agli Stati, v. art. 10 TCE, sentenza 14 gennaio 1997, 124/95, Centrocom, Racc. I-81). i trattati comunitari vanno interpretati in conformità con i principi di diritto internazionale solo nella misura in cui tali principi contribuiscano a garantire l effetto utile che sottende le norme dei trattati, escludendosi l applicabilità di principi di diritto internazionale incompatibili con la alfredo rizzo natura giuridica, la struttura internazionale e gli obiettivi dei trattati (v. 4 sentenze 1 luglio 1993, 20/92, Hubbard, Racc. I-3777).
Principi scritti Art. 5 TCE competenze d attribuzione principio generale di specialità delle organizzazioni internazionali (secondo il quale queste si occupano solamente delle materie conferite dagli Stati nell atto costitutivo) vincola le competenze delle comunità alla volontà dei soggetti che le hanno create. la regola è la competenza nazionale e l eccezione è la competenza comunitaria. sussidiarietà decentralizzazione decisioni vengano prese il più vicino possibile al cittadino senza compromettere i vantaggi propri di una azione comune e indebolire l equilibrio istituzionale proporzionalità settori che non rilevano della competenza esclusiva della Comunità, in tali settori, gli Stati perdono comunque la loro capacità di azione unilaterale. non si applica nei settori in cui gli Stati mantengono la loro competenza AMMESSE incursioni della competenza comunitaria ai fini di preservare l effetto utile sotteso a una norma del trattato. alfredo rizzo 5
L art. 308 : i poteri impliciti (opposto del criterio di competenze di attribuzione). Presupposti: assenza o insufficienza di base giuridica o legale specifica per l adozione di norme comunitarie supplire a tali deficienze senza che sia necessario rivolgersi all attuale art. 48 TUE, completando le norme dei trattati. carattere Sussidiario (necessario) non può essere utilizzato come base giuridica di una atto se non nel caso che non si riscontrino nei trattati altre disposizioni che conferiscano alle istituzioni la necessaria competenza. Complementare (eventuale), ad esempio per coprire aspetti non commerciali di alcuni accordi assunti sulla base del 133 TCE o nel settore della tutela dei vantaggi sociali per i lavoratori migranti per estendere gli stessi anche ai non salariati. La rilevanza della funzione esclusiva o complementare dell art. 308 è essenziale in quanto il ricorso a tale articolo può intaccare la validità stessa dell atto comunitario. Requisiti Si deve ottenere un obiettivo della comunità per il pieno funzionamento del mercato comune Il criterio di sufficienza pur prevedendosi nel trattato dei mezzi idonei per attuare un certo obiettivo, questi non risultino sufficientemente efficaci o adeguati al particolare scopo criterio essenziale, perché altrimenti si rischia di intaccare il carattere strettamente sussidiario dell art. 308 Riguarda l`ordinamento interno ma anche le relazioni esterne della Comunità, pur non potendo crearsi in base a tale articolo una competenza ulteriore ed esclusiva della comunità dal punto di vista del diritto internazionale, dovendo sempre appellarsi all accordo con gli Stati (sempre nel caso in cui non sussista una norma dei trattati che conferisca espressamente tale competenza esterna esclusiva della Comunità) alfredo rizzo 6
Art. 10 TCE non avrebbe effetto vincolante, i privati non potrebbero invocare tale norma avverso lo Stato che non abbia osservato tale norma. fedeltà federale applicato in Germania nei rapporti tra Stato centrale e i vari Lander. brocardo pacta sunt serranda richiama il concetto di buona fede concetto di non contraddizione dei vincoli assunti dagli Stati e non correttamente eseguiti o lasciati ineseguiti dagli Stati al proprio interno. opera interpretativa di tale articolo è stata fatta dalla Corte di giustizia.la La norma ha acquisito sempre maggiore autonomia, non agganciandosi sempre ad altre disposizioni del trattato. erronea o mancata applicazione negli Stati di fonti di diritto comunitario (segnatamente, le direttive, ma anche norme del trattato). obbligo di risarcimento degli interessi dei privati eventualmente lesi da tale comportamento dello Stato che trova fonte diretta nell art. 10 TCE. funzione deterrente fonte di conseguenze giuridiche negli ordinamenti nazionali. Da ciò, si è giunti a definire un concetto di leale collaborazione bilaterale tra Stati e Comunità che comporta due conseguenze. La prima, di sempre maggiore somiglianza di tale istituto a quello sopra accennato della fedeltà federale, ciò che ci consente di richiamare a tale fine il ruolo giocato anche dal principio di sussidiarietà. ruolo svolto a tale fine dai giudici nazionali e in generale dalle pubbliche autorità anche locali (ciò che si riconnette sempre al discorso sulla diretta applicabilità del diritto comunitario e delle sue fonti): E' compito dei giudici nazionali, secondo il principio di collaborazione enunciato dall' art. 5 (divenuto art. 10, n.d.r.) del Trattato CEE, garantire la tutela giurisdizionale spettante ai singoli in forza delle norme di diritto alfredo rizzo comunitario aventi efficacia diretta Sentenza 19 giugno 1990, causa C-213/89, 7 Factortame e a., Racc.I, pp. 2433 ss. [concl Tesauro]).
Art. 12 TCE il Parlamento al Consiglio per l adozione di atti volti a interdire ogni discriminazione riguardante la nazionalità. principio di parità di trattamento espresso in forma negativa, fondato sul divieto di valutare situazioni simili in maniera distinta e situazioni distinte in modo uniforme. lex generalis, il divieto si applica solo nella misura in cui non possa essere sostituito da una lex specialis che ne garantisca l applicazione. generalmente vale ad interpretare correttamente il disposto di altre norme. Ciò avviene in particolare in materia di libera circolazione delle persone. l art. 12 CE non riguarda le eventuali disparità di trattamento che possono derivare, per le persone e per le imprese soggette al diritto comunitario, dalle divergenze esistenti tra le legislazioni dei vari Stati membri, dal momento che ciascuna di dette legislazioni si applica a chiunque sia ad essa soggetto, secondo criteri oggettivi e indipendentemente dalla nazionalità Poiché un cittadino dell'unione ha diritto a che gli venga riconosciuto in tutti gli Stati membri il medesimo trattamento giuridico concesso ai cittadini di tali Stati membri che si trovino nella medesima situazione, sarebbe incompatibile con il diritto alla libera circolazione che gli si potesse applicare nello Stato membro di cui è cittadino un trattamento meno favorevole di quello di cui beneficerebbe se non avesse usufruito delle facilitazioni concesse dal Trattato in materia di circolazione. Tali facilitazioni non potrebbero infatti dispiegare pienamente i propri effetti se un cittadino di uno Stato membro potesse essere dissuaso dal farne uso da ostacoli posti, al suo ritorno nel paese di origine, da una normativa che penalizzasse il fatto che egli ne abbia usufruito Diritto allo studio e divieto di discriminazione: l art. 12, deve essere interpretato nel senso che osta ad una normativa nazionale che concede agli studenti il diritto ad un siffatto aiuto solo se sono stabiliti nello Stato membro ospitante, escludendo così che un cittadino di un altro Stato membro ottenga, in quanto studente, lo status di persona stabilita, anche se detto cittadino soggiorna legalmente e ha svolto parte importante degli studi secondari nello Stato membro ospitante e ha, di conseguenza, stabilito un legame effettivo con la società di tale Stato. È certo legittimo che uno Stato membro conceda un siffatto aiuto solo agli studenti che abbiano dato prova di un certo grado di integrazione nella società di tale Stato. Quest ultimo non può tuttavia pretendere che gli studenti interessati istituiscano un legame con il suo mercato del lavoro. alfredo rizzo 8
La cittadinanza europea La determinazione dei modi di acquisto e di perdita della cittadinanza [nazionale, n.d.r.] rientra, in conformità al diritto internazionale, nella competenza di ciascuno Stato membro, competenza che deve essere esercitata nel rispetto del diritto comunitario. Lo status di cittadino dell'unione è destinato ad essere lo status fondamentale dei cittadini degli Stati membri che consente a chi tra di loro si trovi nella medesima situazione di ottenere, indipendentemente dalla cittadinanza e fatte salve le eccezioni espressamente previste a tale riguardo, il medesimo trattamento giuridico Il diritto di soggiorno sul territorio degli Stati membri sancito dall'art. 18, n. 1, del Trattato è riconosciuto direttamente ad ogni cittadino dell'unione. Per effetto del solo "status" di cittadino di uno Stato membro, e quindi di cittadino dell'unione, il soggetto minorenne di cui trattasi può legittimamente invocare l'art. 18, n. 1. Tuttavia, tale diritto di soggiorno dei cittadini dell'unione sul territorio di un altro Stato membro è attribuito subordinatamente alle limitazioni e alle condizioni previste dal trattato nonché dalle relative disposizioni di attuazione. Le disposizioni della parte seconda del Trattato, relativa alla cittadinanza dell Unione, non riconoscono ai cittadini dell Unione un diritto incondizionato di voto attivo e passivo per l elezione del Parlamento europeo. Infatti l art. 19, n. 2, CE si limita ad applicare a tale diritto di voto attivo e passivo il principio di non discriminazione in base alla nazionalità, stabilendo che ogni cittadino dell Unione residente in uno Stato membro di cui non è cittadino ha il diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni del Parlamento europeo nello Stato membro in cui risiede, alle stesse condizioni dei cittadini di detto Stato. alfredo rizzo 9