Emergency preparedness. Esperienze Eni sullo sviluppo di un sistema di supporto alla gestione di emergenze da idrocarburi a mare

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Transcript:

Emergency preparedness Esperienze Eni sullo sviluppo di un sistema di supporto alla gestione di emergenze da idrocarburi a mare Eni HSE - Unità Emergenze Rilevanti Giuseppe Giordano Francesca Polla Mattiot Roma, PMI Chapter - 27 febbraio 2009

Premessa Progettare il supporto alle emergenze "Preparedness refers to the state of being prepared for specific or unpredictable events or situations. Preparedness is an important quality in achieving goals and in avoiding and mitigating negative outcomes. It is a major phase of emergency management, and is particularly valued in areas such as the military science. Methods of preparation include research, estimation, planning, resourcing, education and rehearsing" Il processo e gli strumenti 2

Outline 1 Processo attori coinvolti 2 Strumenti: le Sale Emergenze i sistemi informativi gestionali 3 Simulazione 3

Emergency preparedness Emergenza è un improvvisa occorrenza, causata da un incidente già avvenuto e che può estendersi causando ulteriori danni a persone, ambiente, beni e immagine. Il Piano di Emergenza HSE Eni detta le regole generali per la gestione delle emergenze. I livelli di gravità dell evento, la gestione delle emergenze ed i flussi di comunicazione verso la struttura Corporate di supporto all emergenza sono definiti al suo interno. Emergenze Rilevanti 4

Emergency preparedness Emergenza di 1 Livello - Evento i cui effetti incidono al momento in maniera non rilevante sull operatività della Società. L evento può essere gestito a livello locale con i mezzi e dotazione in loco. Emergenza di 2 Livello Evento che ha la capacità di evolvere in una situazione di crisi influenzando negativamente le attività della Società. L evento viene gestito a livello locale con il supporto e l assistenza della Divisione/Società di riferimento e delle autorità locali. Emergenza di 3 Livello Evento grave che può avere pesanti ripercussioni sulla capacità produttiva ed operativa della Società, in grado di minacciare seriamente le sue prospettive di lungo termine e la sua reputazione. L evento viene gestito a livello locale con il supporto della Divisione/Società di riferimento ed in stretto coordinamento con le altre società Eni presenti nel Paese interessato nonché con le autorità centrali di quel Paese. Livelli delle emergenze L emergenza di 3 livello può comportare l attivazione dell Unità di Crisi 5

Emergency preparedness Gestione della crisi L Unità di Crisi Eni può essere attivata su richiesta della Divisione/Società in emergenza, su richiesta delle Autorità competenti o dal vertice aziendale. Compiti dell Unità di Crisi Eni Coordinare l apporto di risorse specialistiche/mezzi/attrezzature, assicurare il flusso delle informazioni e garantire la disponibilità di strumenti (tecnologici e previsionali) di supporto all emergenza. 6

Emergency preparedness Flusso delle informazioni Gli incidenti significativi e le emergenze di secondo e terzo livello, accaduti in Italia e all estero, devono essere comunicati, nel più breve tempo possibile, all'unità SIC/EMRIL dal Referente HSE/Responsabile di Sito o dalla funzione gerarchicamente superiore. 7

Emergency preparedness Le esercitazioni in cooperazione con lo Stato e le organizzazioni internazionali Un caso: esercitazione antinquinamento nell ambito dell accordo RAMOGE (Italia, Monaco, Francia) al largo dell Asinara 8

Outline 1 Processo attori coinvolti 2 Strumenti: le Sale Emergenze e i sistemi informativi gestionali 3 Simulazione 9

Gli strumenti Le Sale Emergenza I sistemi informativi gestionali 10

Gli strumenti: Sale Emergenza di Roma e San Donato Milanese Le Sale rappresentano il centro della catena di gestione delle emergenze, permettono di riunire, fisicamente e virtualmente, tutte le realtà coinvolte in una crisi, dal gruppo Emergenze Rilevanti ai rappresentanti di Divisioni e Società, dai costituenti l Unità di Crisi Eni ad eventuali delegati di strutture esterne della Pubblica Amministrazione, come Dipartimento della Protezione Civile, Ministero degli Esteri, Vigili del Fuoco, Capitanerie di Porto. Entrambe le sale, seppur costruite con tecnologie differenti, permettono di effettuare tutte le operazioni necessarie per fornire un adeguato supporto, sia a livello di comunicazioni audio-video, sia di tipo tecnico-informatico mediante l utilizzo di macchine performanti e complete. 11

Gli strumenti: Sala Emergenza Roma La Nuova Sala Emergenza HSE, nata nell ambito del progetto per l adeguamento e l innovazione tecnologica, in concomitanza con la nascita della nuova area crisi, offre le più recenti soluzioni tecnico-informatiche per il supporto nella gestione delle emergenze. 12

Gli strumenti: Sala Emergenza San Donato Milanese La Sala Emergenza sita presso il V Palazzo Uffici E&P è analoga, in dimensione ridotta, a quella di Roma. 13

Gli strumenti: Sala Emergenza Roma La Sala Emergenza è stata realizzata nell ambito del progetto dell area crisi che ingloba più Sale contigue L area crisi è dotata di una infrastruttura tecnologicamente avanzata, integrata con la rete Eni esistente, e progettata in coerenza con gli standard ICT di Eni per garantire una elevata performance, sicurezza e affidabilità dei sistemi L avanzato impianto multimediale inoltre garantisce la massima fruibilità dei segnali audio/video e la distribuzione degli stessi all interno delle sale dell area crisi per una visualizzazione plenaria di grande effetto comunicativo grazie alla predisposizione di innovativi Videowall e schermi LCD ad alta risoluzione 14

Gli strumenti: le Sale Emergenza Roma 15

Gli strumenti I sistemi informativi gestionali: 3TER 3TER Advanced - MedSTAR 16

Supporti informatici: 3TER Il 3TER è lo strumento principale Eni di supporto alle Divisioni e Società controllate per le emergenze rilevanti, in quanto fornisce: l inquadramento degli asset Eni nei territori e la localizzazione dei mezzi in movimento, strumenti di analisi e gestione dei dati impiantistici e degli scenari incidentali, modelli previsionali e di simulazione. La piattaforma cartografica è comunemente utilizzata non solo in Eni ma anche durante le esercitazioni in concerto con le Pubbliche Amministrazioni (Dipartimento della Protezione Civile, Guardia Costiera). L accesso all applicazione è attivo per circa 70 utenti di Divisioni e Società che possono utilizzare il 3TER direttamente dalle loro postazioni di lavoro. Lo strumento permette l organizzazione e visualizzazione degli asset e mezzi di traporto Eni su mappe geo-referenziate (Tele Atlas Europe, Digital Chart World, carte nautiche NAVIONICS). 17

Supporti informatici: monitoraggio mezzi navali in 3TER 18

Supporti informatici: planimetrie in 3TER 19

Supporti informatici: evoluzione della piattaforma 3TER Il Progetto 3TER Advanced è orientato per oltre il 70 % all adeguamento delle componenti base del software e per il restante 30 % all innovazione. La nuova piattaforma sfrutta gli sviluppi del panorama tecnologico cartografico per effettuare con maggiore semplicità e completezza l integrazione con i risultati delle simulazioni e con altri sistemi informativi aziendali (tramite web-services) l aggiornamento da remoto, la sovrapposizione con immagini satellitari. In particolare ci sono grandi potenzialità di integrazione con le più comuni piattaforme (i.e. Google Maps, Virtual Earth). Il prototipo realizzato sfrutta le capabilities di ArcGIS Server 9.3. 20

Supporti informatici: evoluzione della piattaforma 3TER Caricamento del servizio Deposito Genova Pegli e zoom 21

Supporti informatici: evoluzione della piattaforma 3TER Visualizzazione 3D 22

Supporti informatici: integrazioni della piattaforma 3TER Il supporto per le emergenze a mare è stato integrato dai risultati dello studio sul Mediterraneo condotto nell ambito del progetto MedSTAR (Mediterranean Safe Terminals and Routes) Obiettivi del progetto Rendere disponibili strumenti idonei a fornire assistenza alla gestione di emergenze ambientali connesse con il trasporto e la lavorazione dei prodotti petroliferi o chimici offshore attraverso il Sistema Informativo di Supporto alle emergenze di terzo livello (3TER) Focus sul Mediterraneo e in particolare su alcuni paesi di forte interesse Eni : Croazia, Turchia, Egitto, Libia, Tunisia, Algeria Applicabilità e replicabilità per altre location 23

Integrazione con 3TER MedSTAR Passi principali Sono stati raccolti ed inseriti i dati georiferiti relativi a tipologie di costa, aree protette, insediamenti turistici, porti e terminali, la capacità di risposta in termini di organizzazioni e mezzi idonei a fronteggiare eventuali emergenze, dislocati lungo le coste. La caratterizzazione concettuale e fisica dei tratti costieri, tramite l attribuzione di indicatori di rilevanza socio-ambientale, consente di definire la valenza della costa in relazione all impatto di un ipotetico oil spill. E stata messa a punto una procedura di calcolo dei rischi ambientali da eventi di spill in mare dove, a partire da punti di lancio, si simulano eventi di rilascio di contaminanti le cui traiettorie, sotto le azioni dei venti e delle correnti superficiali, vengono seguite fino ai possibili impatti con la costa di cui si conoscono le valenze ambientali. In tal modo vengono quantificate le conseguenze negative causate agli ambienti costieri dalla perdita degli inquinanti (danno). La probabilità di spill è associata al traffico. 24

Linea di costa - esempio LEGENDA verde = bassa rossa = alta marrone = artificiale Un esempio di attribuzione morfologica: Arbatax (Sardegna) 25

Aree marine protette WCPA (World Commission on Protected Areas), Commissione delle Nazioni Unite, è la maggiore rete mondiale di competenza sulle aree protette. WCPA è proprietario di un Database Mondiale delle Aree Protette che nel 2003 annoverava 120.120 aree protette nel mondo. Sono state analizzate, poligonalizzate se necessario, e inserite tutte le aree marine e costiere presenti nel database di WCPA per l area l mediterranea, integrandolo con informazioni desunte dai siti nazionali per l Ambiente. l Aree protette (poligoni): In BLU da Navionics, In ARANCIO da Cartogr. Nazionale, In MARRONE da EIS,. Nazionale, In In ROSSO da Ministero Ambiente, In ROSA dai poligoni di WCPA/IUCN, In VERDE dai punti di WCPA/IUCN, In AZZURRO da MEDPAN, In NERO da Rete Natura 2000 26

Integrazione con 3TER MedSTAR Aree marine protette 27

Dettaglio Medstar porti Fotointerpretazione 28

Aree turistiche E stata realizzata una mappa grafica del turismo nel Mediterraneo attraverso le fasi seguenti: Creazione di una copertura poligonale costiera del bacino a partire dalla carta Plan Bleu (Centro di Attività regionale UN per l Ambiente e lo Sviluppo nel Mediterraneo) delle presenze turistiche 1995: in totale si hanno circa 2000 poligoni costieri e insulari (questi ultimi rappresentano il 25 % circa del totale); Associazione ad ognuno dei poligoni grafici di un set di 7 dati inerenti la tematica turismo per aggiornare l assegnazione di Plan Bleu; Classificazione di ogni poligono secondo ognuno dei 7 dati; Definizione di una semplice formula per aggregare le 7 variabili in un unico indicatore, chiamato IFT (Indice del Fattore Turismo); 29

Integrazione in 3TER delle aree turistiche dettaglio Capacità turistica scarsa Capacità turistica debole Capacità turistica media Capacità turistica alta Capacità turistica molto alta 30

Integrazione in 3TER: valenza delle coste Da Aree Marine Da Turismo Da Coste La valenza risultante 31

MedSTAR: integrazione con il sistema 3TER L analisi di rischio L analisi del rischio condotta nell ambito del progetto MedSTAR non sostituisce studi dettagliati di impatto ambientale, di valutazione quantitativa del rischio per unità navale, nè di NEBA (Net Environmental Benefit Analysis) o di Environmental Sensitivity Index (ESI) mentre mostra una fotografia di potenziale danno qualitativo e rischio su base statistica a scala mediterranea che può servire per dare indicazioni generali di previsione e di prima valutazione in caso di un emergenza. Ci dà indicazioni per l organizzazione della risposta a disposizione di tutti i soggetti. 32

Obiettivi dell analisi di rischio Definizioni: Evento = perdita in mare di sostanze inquinanti a seguito di collisioni, condizioni meteo avverse e/o manovre scorrette (definizione Lloyd s per incidenti in mare con sversamento di inquinanti); Danno = conseguenze negative causate all ambiente costiero dalla perdita degli inquinanti Il rischio (R) abbinato all evento è definito come: R = p x d Con p = probabilità evento e d = danno causato dall evento 33

Metodologia Una variante di quanto descritto dal Journal of Marine System (45 2004); Guillen, Rainey e Morin Descrizione di una metodologia per realizzare una carta del rischio da oil - spills dalle piattaforme petrolifere off-shore del Golfo del Messico 34

I passi principali Identificare la presenza di navi da immagini radar satellitari Valutare le probabilità di spill Generare i punti di lancio a cui poi abbinare le probabilità di spill Effettuare simulazioni di trasporto inquinanti dai punti di lancio per periodi temporali diversi Produrre rappresentazioni cartografiche di grandezze relazionate al rischio ambientale: Carta del rischio sulle fasce costiere: evidenza, di tipo qualitativo, dei livelli di propensione a subire il danno derivante dagli spiaggiamenti degli spill prodotti dai punti di lancio nel periodo temporale preso in esame; Carta del rischio sui punti di lancio: evidenza di tipo qualitativo, sulle aree di mare occupate dai punti di lancio, dei livelli di propensione ad essere causa di danno alle coste, attraverso gli spill emessi nel periodo temporale considerato. 35

Identificazione navi da immagini radar Elaborazione di 400 immagini RADAR nel triennio 2004 2006 Algoritmo di identificazione della navi (lunghezza > a 75 m) 36

Identificazione navi da immgini radar Una delle 400 immagini RADAR Envisat elaborate: 4 navi identificate 37

Identificazione navi da immagini radar Densità di navi su base annuale 38

Rappresentazioni cartografiche Concentrazioni inquinanti in mare (risultato simulazione su un trimestre invernale) 39

Integrazione con 3TER - MedSTAR rappresentazione grafica 0 0.01 % 0.01 0.02 % 0.02 0.05 % 0.05 0.1 % 0.1-100 % Percentuale di impatti subito dalle coste rispetto al totale dei lanci 40

Rappresentazioni cartografiche 41

Rappresentazioni cartografiche 42

Simulazione Introduzione Alla comunicazione di un emergenza, l unità svolge una sequenza di operazioni programmate e molto interiorizzate che concretizzano le indicazioni del piano d emergenza. Riportiamo nella simulazione che segue un caso di oil spill, che NON ricalca alcun incidente realmente avvenuto, ma può essere ritenuto un evento credibile; i diversi step corrispondono ad azioni che in caso di crisi vengono regolarmente effettuati dal personale in servizio. a.m. 43

Simulazione Individuazione area d emergenza A seguito della comunicazione, il team di EMRIL si attiva e provvede come prima operazione all individuazione dell area coinvolta nell incidente. Entrano subito in gioco le piattaforme tecnico informatiche in dotazione all Unità come in questo caso il sistema 3TER. a.m. 44

Simulazione Modellazione spandimento macchia con OSCAR Nel più breve tempo possibile si ricercano i dati meteorologici di input per l inizializzazione del modello OSCAR, modello di trasposto e diffusione tridimensionale di prodotti petroliferi in mare. Si ricorre sia a modelli di libera consultazione sia ai dati forniti dall Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Bologna, disponibili 24 ore su 24, con cui ENI ha un contratto di fornitura dei dati elaborati da INGV stesso nell ambito del Progetto MFS. a.m. 45

Simulazione Modellazione spandimento macchia con OSCAR Punto di attenzione Le simulazioni effettuate con qualsiasi strumento software sono in grado di fornire una linea di tendenza di quella che sarà l evoluzione di un dato evento; i processi vengono reiterati in funzione dell aggiornamento dei dati (previsioni meteorologiche, eventuali osservazioni/telerilevamenti della macchia ecc.) A prescindere dalla qualità del modello, dalla sofisticazione con cui riproduce la realtà, permane sempre una approssimazione legata alla modellizzazione in sé oltre che ai dati di input. Per ovviare almeno in parte a queste problematiche, nelle fasi di inizializzazione dell OSCAR, si preferisce ad esempio ritardare di qualche minuto l elaborazione al fine di poter reperire e rendere gestibile dal software il dato meteo-marino più attendibile, poiché l output finale ne trarrà certamente vantaggio in termini di qualità e precisione. 46

Simulazione Modellazione spandimento macchia con OSCAR Il modello OSCAR restituisce un primo trend dello spostamento della macchia sulla base delle previsioni meteomarine fornite da INGV a.m. 47

Simulazione Conclusioni La Sala Emergenza Eni con i suoi modelli e strumenti gestionali è l unica realtà industriale per l Italia e Eni worldwide che consente di effettuare questo tipo di simulazioni e di operazioni 48