Famiglie in salita Rapporto 2009 su povertà ed esclusione sociale in Italia a cura di Caritas Italiana - Fondazione Zancan



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Famiglie in salita Rapporto 2009 su povertà ed esclusione sociale in Italia a cura di Caritas Italiana - Fondazione Zancan LOMBARDIA: sintesi di alcuni dati 1. IL PUNTO DI PARTENZA: UNO SGUARDO STORICO ALLA POVERTÀ NELLA REGIONE Nelle otto regioni caso-studio del Rapporto (Lombardia, Veneto, Toscana, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia), l incidenza della povertà relativa negli ultimi anni evidenzia una certa vivacità, almeno rispetto alla forte stabilità che caratterizza la tendenza nazionale. Nel dettaglio, sono le regioni del Mezzogiorno che evidenziano le variazioni più significative, mentre in quelle del Nord la situazione appare stabile. In Lombardia, nel 2002 si collocava sotto la linea di povertà relativa il 3,7% delle famiglie residenti; nel giro di sei anni, dopi vari alti e bassi, la povertà in Lombardia è aumentata fino a riguardare il 4,4% delle famiglie. TAB. 1 - La povertà relativa in Italia. Regioni caso-studio. Anni 2002-2008 (% di famiglie povere sul totale delle famiglie residenti) 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Lombardia 3,7 4,5 3,7 3,7 4,7 4,8 4,4 Veneto 3,9 4 4,6 4,5 5 3,3 4,5 Toscana 5,9 4,1 5,5 4,6 6,8 4 5,3 Campania 23,5 20,7 24,9 27 21,2 21,3 25,3 Puglia 21,4 20 25,2 19,4 19,8 20,2 18,5 Basilicata 26,9 25,1 28,5 24,5 23 26,3 28,8 Calabria 29,8 24 25 23,3 27,8 22,9 25,0 Sicilia 21,3 25,5 29,9 30,8 28,9 27,6 28,8 Italia 11 10,6 11,7 11,1 11,1 11,1 11,3 Fonte: Istat Oltre ai dati sulla povertà economica in senso stretto, sono disponibili da fonte pubblica una serie di ulteriori statistiche, che ci possono aiutare a costruire un profilo socio-economico delle otto regioni caso-studio, soprattutto dal punto di vista della presenza in tali territori di varie forme di disagio sociale e carenza di risorse economiche. Utilizzando 12 indicatori di povertà e disagio sociale, la situazione non appare particolarmente negativa in Lombardia, dove tutti gli indicatori proposti si collocano sotto la media nazionale di disagio. Lombardia - Indicatori povertà (100: media Italia) 100 Fine mese Spese impreviste Pensioni sociali Disoccupazione giovanile 0 Bollette arretrate Riscaldamento Disoccupazione Alimenti Povertà relativa Spese mediche Disoccupazione femminile 1 / 6

Altri indicatori di povertà in Lombardia (Istat, 2007): il 10,6% delle famiglie lombarde arriva con grande difficoltà alla fine del mese; il 23,7% non riesce a far fronte ad una spesa imprevista di 700 euro; il 6,3% ha avuto difficoltà a pagare le spese mediche; il 4,1% non ha avuto i soldi per le spese alimentari, almeno in un occasione nei dodici mesi precedenti l intervista. TAB. 2 - Indicatori di disagio materiale in Lombardia, valori percentuali su 100 famiglie, 2007 Arriva a Non ha avuto fine mese Non riesce a È stata in Non riesce a Non ha avuto Non ha avuto soldi per con sostenere arretrato riscaldare la soldi per spese soldi per spese vestiti molta spese con le casa alimentari mediche necessari difficoltà impreviste bollette adeguatamente Lombardia 4,1 6,3 10,7 10,6 23,7 5,9 3,1 Italia 5,3 11,1 16,9 15,4 32,9 8,8 10,7 Fonte: Istat, 2008 2. PERSONE IN DIFFICOLTÀ NEL 2007: I DATI DEI CENTRI DI ASCOLTO CARITAS I dati illustrati nel Rapporto si riferiscono alle persone che nel corso del 2007 si sono rivolte ai Centri di ascolto (CdA) promossi dalle Caritas diocesane, che hanno aderito al sistema di rilevazione nazionale avviato e coordinato da Caritas Italiana. Hanno partecipato alla rilevazione nazionale 372 CdA di 137 diocesi (sulle 220 in totale dove è presente la Caritas diocesana), ai quali si sono rivolte - una o più volte - 80.041 persone. Hanno partecipato alla rilevazione tutte le diocesi lombarde (10). Hanno fornito dati 17 CdA, di cui 33 parrocchiali, 13 diocesani e 6 zonali. Le persone ascoltate sono state 4.063. Principali caratteristiche degli utenti in Lombardia A livello nazionale, il 70% degli utenti Caritas è di nazionalità straniera. Anche in Lombardia si conferma tale tendenza: gli utenti italiani sono solamente il 22,7% del totale. In Lombardia si registri l incidenza più bassa di persone analfabeti o prive di titolo di studio (3,4% del totale, contro un valore medio nazionale del 6,4%. La presenza di una buona formazione scolastica degli utenti Caritas è un elemento positivo, soprattutto in vista di possibili percorsi di inserimento (o reinserimento) nel mercato del lavoro. PRINCIPALI CARATTERISTICHE DELLE PERSONE CHE SI RIVOLGONO AI CDA CARITAS CONFRONTO LOMBARDIA E ITALIA (DATI % SUL TOTALE DELLE PERSONE) Lombardia Italia Italiani 22,7 29,4 Donne 56,6 51,9 Anziani (>64) 3,8 3,5 Separati o divorziati 11,8 12,1 Vedovi o vedove 5,2 5,7 Coniugati 44,9 46,4 Ha un domicilio 66,8 79,6 È senza fissa dimora 33,0 19,1 Ha un lavoro 16,8 15,7 È disoccupato 73,8 69,7 Casalinghe 3,1 5,4 Pensionati 3,4 3,8 Analfabeti/nessun titolo di studio 3,4 6,4 2 / 6

Bisogni degli utenti Il «bisogno» rappresenta una o più situazioni di difficoltà in cui una persona viene a trovarsi in un determinato momento della propria vita. La difficoltà può nascere da situazioni occasionali (ad esempio la perdita di un familiare), può essere cronica o manifestarsi in modo continuativo nel tempo (ad esempio una malattia o forme di dipendenza da sostanze), può alternarsi a momenti in cui la persona fuoriesce dallo stato di bisogno. PROBLEMI E BISOGNI SOCIALI DELLE PERSONE CHE SI RIVOLGONO AI CDA CARITAS CONFRONTO LOMBARDIA E ITALIA (DATI % SUL TOTALE DELLE PERSONE) Lombardia Italia Povertà 56,3 50,1 Problemi di occupazione 59,0 50,5 Problemi abitativi 33,7 20,4 Problemi legati all immigrazione 22,4 9,3 Problemi di istruzione 9,3 8,0 Problemi familiari 9,2 9,5 Problemi di salute 6,7 6,7 Dipendenze 3,6 2,2 Detenzione e problemi con la giustizia 1,8 1,9 Handicap/disabilità 1,0 1,7 Altri tipi di problemi 5,1 5,2 Alcune differenze tra italiani e stranieri, in Lombardia: - il problemi più forti si segnalano nella sfera del lavoro (non necessariamente la mancanza di una qualsiasi fonte di occupazione). Il fenomeno è più forte tra gli utenti stranieri (63,8%) che tra gli italiani (41,6%). Tale peculiarità è dovuta alla presenza di un certo numero di anziani e donne italiane che per diversi motivi non sono alla ricerca attiva di un occupazione; - la povertà economica è più diffusa tra gli italiani (59,4%) che tra gli stranieri (55,4%); - per tutti seguono poi i problemi abitativi: 31,1% degli italiani e 34,6% degli stranieri. Da notare come la Lombardia superi di gran lunga il valore medio di incidenza dei problemi abitativi tra gli utenti italiani (18,4%). Richieste degli utenti e interventi realizzati La «richiesta» rappresenta ciò che la persona domanda esplicitamente durante i colloqui con l operatore del CdA. I dati sugli interventi effettuati forniscono anche importanti informazioni sulle modalità operative dei CdA (coinvolgimento della comunità ecclesiale, collegamento con i servizi del territorio, interventi diretti). In generale, in Italia, le richieste maggiormente formulate da circa la metà degli utenti, sia italiani che stranieri si riferiscono a beni e servizi materiali (soprattutto viveri e vestiario). Un altro tipo di richieste molto frequenti si riferisce al lavoro, in misura molto maggiore dagli stranieri (33,5%) rispetto agli italiani (19,8%). Inoltre, sia italiani che stranieri formulano con una certa frequenza anche richieste di alloggio (il 9,4% di italiani e l 11,4% di stranieri). Una quota non piccola di italiani (20,8%) chiede sussidi economici (in maggioranza per il pagamento di utenze); gli stranieri che formulano questo tipo di richieste sono invece solo il 6,8%. 3 / 6

In Lombardia, gli utenti Caritas chiedono prevalentemente beni e servizi materiali (55,6% degli italiani, 63,6% degli stranieri), lavoro (33,9% degli Stranieri), alloggio (20,8% degli stranieri e 14,4% degli italiani) e sussidi economici (17,4% degli italiani). TIPI DI RICHIESTE AI CDA CARITAS IN LOMBARDIA (% SUL TOTALE DELLE PERSONE) Beni e servizi materiali Lavoro Sussidi economici Scuola istruzione Sanità Consulenza professionale Alloggio Sostegno socioassistenziale Orientamento Italiani 55,6 15,0 17,4 0,1 2,1 2,9 20,8 4,0 7,4 Stranieri 63,6 33,9 4,3 1,0 4,3 2,5 14,4 0,2 5,4 A fronte di tali richieste, oltre all ascolto attento delle persone in difficoltà (spesso ripetuto nel tempo) e alla valutazione delle loro situazioni, i CdA hanno attuato i seguenti interventi: in Lombardia, a favore degli utenti italiani: - erogazione di beni e servizi materiali (pacchi viveri, mensa, abiti, medicine, ecc.): 54,9%; - sistemazione alloggiativa (prima e seconda accoglienza): 14,9%; - orientamento a servizi: 12,7%. In Lombardia, a favore degli utenti stranieri: - erogazione di beni e servizi materiali (viveri, mensa, abiti, medicine, ecc.): 61,5%; - ricerca di lavoro: 21,8%; - orientamento a servizi: 10,7%. Le nuove povertà del ceto medio: approfondimento sugli utenti italiani con reddito insufficiente Negli ultimi tempi, prima ancora della crisi finanziaria scoppiata nel 2008, numerose realtà hanno segnalato l aumento di situazioni di difficoltà economica rispetto alle normali esigenze della vita quotidiana per cittadini italiani senza particolari problemi. Essendo i dati dei CdA riferiti al 2007, è stato realizzato un approfondimento sui soli utenti italiani che hanno manifestato problemi di reddito insufficiente rispetto alle normali esigenze della vita, escludendo chi tra loro è risultato senza fissa dimora. In Italia, le famiglie italiane interessate dal problema sono corrispondenti al 7,7% del totale degli utenti Caritas. In Lombardia il fenomeno è più basso della media nazionale, e riguarda il 4,1% del totale. In Lombardia questo problema coinvolge soprattutto persone: - di sesso femminile (53,2%); - celibi/nubili (33,3%) (nelle altre regioni caso-studio il fenomeno riguarda prevalentemente persone coniugate); - disoccupate (31,8%); - con livello di istruzione basso o medio basso (81,8%); - che vivono normalmente con propri familiari o parenti (60,5%). 3. LA PRESA IN CARICO DELLE SITUAZIONI DI POVERTÀ ECONOMICA DA PARTE DELLE CHIESE LOCALI Uno specifico ambito di attività della Caritas è caratterizzato dai cosiddetti progetti 8xmille. È dal 2001 che la Caritas Italiana, su mandato della Cei, accompagna la realizzazione di progetti diocesani rivolti alle fasce deboli, grazie ad una quota dei fondi 8xmille destinati agli interventi caritativi a livello nazionale. In Lombardia, nel periodo 2001-2008, Caritas Italiana ha accompagnato la realizzazione di 99 progetti relativi a vari ambiti di bisogno, in riferimento a tutte le 10 Caritas diocesane, per un importo complessivo di oltre 8,8 milioni di euro. 4 / 6

Dal 2003 ad oggi, in Lombardia, Caritas Italiana ha contribuito alla realizzazione di: 8 progetti a livello diocesano che prevedono azioni dirette sulle famiglie, anche coinvolgendole come protagoniste; 36 progetti che lavorano su ambiti trasversali alla povertà economica, ed intercettano le molteplici problematiche legate alla solidarietà familiare (famiglie con detenuti ed ex detenuti, famiglie migranti, violenze nell ambito familiare, donne vittime di abusi, ecc.); 3 progetti che prevedono azioni di primo ascolto, orientamento ed accoglienza destinati anche alle famiglie (centri di ascolto parrocchiali e diocesani, consultori, servizi di orientamento, ecc.). Caritas Italiana ha inoltre sostenuto in Lombardia 11 progetti, destinati al sostegno delle reti dei CdA diocesani, anche attraverso l elaborazione di 4 Dossier regionali sulle povertà, l ultimo dei quali è stato pubblicato nel mese di ottobre 2009. Alcuni progetti esemplificativi delle Chiese locali in Lombardia: Sostegno economico: credito, microcredito, prestiti e fondi di solidarietà, carte prepagate Nella diocesi di Bergamo il progetto Microcredito, realizzato dall Associazione Diakonia Onlus, in collaborazione con quattro banche locali. Nato con l'intento di fornire un supporto concreto a famiglie che vivono momenti di grave difficoltà economica (sostegno iniziale per l'assunzione mutuo, pagamenti di rate, indebitamento da gioco, ecc.), ha sviluppato una particolare attenzione al rischio usura. A Crema, il progetto Prestiti di fiducia ha costituito un fondo di garanzia, a favore di persone in difficoltà, segnalate dai CdA Caritas e dalle strutture territoriali della Fondazione Migrantes. A Natale 2008 anche la Diocesi di Lodi ha attivato un Fondo di solidarietà per le famiglie. Nella diocesi di Milano segnaliamo il Fondo Famiglie e Lavoro e il Progetto Carta equa, avviato nel maggio del 2004, nell'ambito di una collaborazione fra Caritas diocesana e Coop Lombardia. Il progetto prevede il rilascio di due tipologie di carte: la Carta equa benefattore e la Carta equa beneficato. La prima consente ai clienti Coop di devolvere una percentuale della propria spesa in solidarietà; la seconda consente a famiglie in situazione di difficoltà economica temporanea di fare la spesa per sei mesi in modo autonomo e responsabile, fino ad un budget mensile massimo di 200 euro. Sensibilizzazione e coinvolgimento delle comunità parrocchiali La Caritas diocesana di Cremona ha attivato il progetto Sobrietà e solidarietà contro la crisi che prevede il coinvolgimento delle Caritas parrocchiali e delle comunità, con attenzione ai risvolti socio-economici della crisi (riscoperta della sobrietà, vicinanza e l accompagnamento alle famiglie in difficoltà). Progetti di formazione e inserimento lavorativo Il progetto Oikos-logia, promosso dalla Caritas diocesana di Vigevano, destinato a soggetti con disabilità psico-fisica e disagio sociale. Il progetto precede attività formative nell ambito della salvaguardia ambientale, della cura del verde, della raccolta ed avvio al riciclo e/o allo smaltimento di rifiuti non pericolosi. I progetti di accoglienza e alloggio per le situazioni di difficoltà temporanea Tra le varie attività segnaliamo: il progetto Approdi per richiedenti asilo e rifugiati, attivo a Varese e in Diocesi di Milano; il progetto Casa della Caritas diocesana di Como; il progetto Dimora nuova della Caritas diocesana di Brescia. 4. LA SPESA SOCIO-ASSISTENZIALE L assistenza sociale nei bilanci preventivi delle regioni italiane del 2007 pesa per circa il 3%, con un ammontare complessivo di 5,5 miliardi di euro (più 12% rispetto all anno precedente), cioè 95 euro per ogni abitante. Nelle diverse regioni la spesa pro capite per l assistenza sociale nel 2006 variava tra 16 euro e 611 euro (rapporto di 1 a 39). Nel 2007 il 5 / 6

divario si è ulteriormente ampliato: il campo di variabilità è compreso tra 13 e 630 euro pro capite, con un rapporto di 1 a 48. In Lombardia, nel 2007, la spesa sociale della Regione è stata pari a 150 euro procapite (95 euro procapite nel resto d Italia). L incidenza sul totale della spesa regionale è stato pari al 7,27% (3% in Italia). Si noti il lieve aumento di spesa sociale in Lombardia: dai 146 euro procapite del 2006 ai 150 euro procapite del 2007. SPESA REGIONE LOMBARDIA, PREVISIONI DI COMPETENZA, VALORI PRO CAPITE IN EURO, 2006-2007 per assistenza sociale 2006 2007 Incidenza sul totale della per spesa assistenza totale regionale (%) sociale totale Incidenza sul totale della spesa regionale (%) Lombardia 146 1.985 7,37 150 2.061 7,27 Italia 85 2.946 2,89 95 3.073 3,08 Come si legge nella tabella seguente, in Italia, la spesa pro capite per interventi e servizi sociali dei Comuni per contrastare l esclusione sociale è stata di 6,24 euro nel 2004 e di 7,22 euro nel 2005 (ultimo anno con dati di qualità certificata dall Istat). SPESA SOCIALE DEI COMUNI LOMBARDI, VALORI PRO CAPITE IN EURO, 2004-2005 complessiva povertà 2004 2005 Utenti Incidenza per sulla spesa 1.000 complessiva abitanti complessiva povertà Incidenza sulla spesa complessiva Utenti per 1.000 abitanti Lombardia 104,56 4,88 4,7 7 104,1 6,21 6,0 9 Italia 92,44 6,24 6,8 15 98,0 7,22 7,4 15 Nota: come popolazione di riferimento è stata utilizzata quella media residente nell anno considerato. Anche questi valori hanno campi di variabilità significativi. Nel 2004 si va da 1,53 euro a 21,53 euro; nel 2005 da 1,91 euro a 21,75 euro. Tra il 2004 e il 2005, la Lombardia è una di quelle regioni dove i Comuni hanno aumentato in modo significativo la spesa pro capite per interventi di contrasto alla povertà: +27%. Nei Comuni del Sud la spesa pro capite per la povertà è quasi sempre inferiore alla media nazionale. In Lombardia, l incidenza della povertà relativa è bassa, ma l entità della spesa socioassistenziale dei comuni è comunque significativa: 6,21 euro a persona (in Italia è di 7,22 euro). L incidenza della spesa sociale sul totale della spesa complessiva è pari al 6% (7,4% in Italia). Vi sono 9 utenti sociali ogni 1000 abitanti (15 su 1000 in Italia). I Comuni italiani spendono di più complessivamente per gli interventi domiciliari (3,19 euro pro capite) e per quelli intermedi 1 (1,68 euro pro capite). Ma ancora una volta le differenze intra-regionali sono notevoli. In Lombardia, la spesa di contrasto alla povertà sostenuta dai comuni si dirige principalmente verso interventi domiciliari (3,98 euro procapite), seguiti dagli interventi residenziali (0,81 euro procapite). SPESA PER POVERTÀ DEI COMUNI LOMBARDI PER LIVELLO DI RISPOSTA, VALORI PRO CAPITE IN EURO, 2005 Servizio sociale Interventi domiciliari Interventi intermedi Interventi residenziali Interventi di emergenza Altro Totale Lombardia 0,46 3,98 0,68 0,81 0,03 0,25 6,21 Italia 0,75 3,19 1,68 1,12 0,11 0,37 7,22 Elaborazione Fondazione E. Zancan su dati Istat. 1 Esempi di servizi intermedi sono i centri diurni, i servizi socio-psico-educativi per la famiglia, i servizi per l affido familiare e le adozioni, l assistenza scolastica per disabili, ecc. 6 / 6