ANALISI ECONOMICHE DELLA PRODUZIONE E DEL MERCATO DEL MANDORLO E DEL NOCCIOLO IN SICILIA



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REGIONE SICILIANA ANALISI ECONOMICHE DELLA PRODUZIONE E DEL MERCATO DEL MANDORLO E DEL NOCCIOLO IN SICILIA Ricerche nel ambito dele atività istituzionali dell Osservatorio sul Sistema del Economia Agroalimentare della Sicilia (OSEAAS) Responsabile della ricerca: Dott. AlessandroSCHILIRO Catania, Maggio 2005

INDICE 1. PREMESSA Pag. 5 2. SVILUPPO E SOSTEGNO PUBBLICO DELLA COLTIVAZIONE DEL MANDORLO E DEL NOCCIOLO 2.1. Analisi ed evoluzione della coltivazione del mandorlo nel contesto nazionale e regionale. pag. 7 2.2. Analisi ed evoluzione della coltivazione del nocciolo nel contesto nazionale e regionale. pag. 19 2.3. Il biologico nel comparto frutta secca pag. 30 2.4. L azione pubblica a favore del comparto fruta secca pag. 31 3. METODOLOGIA DELLE INDAGINI 3.1. L individuazione dele zone rappresentative e le rilevazioni territoriali pag. 35 3.2. La selezione delle aziende esaminate, i criteri generali di rilevazione e le modalità adottate pag. 36 3.3. Il metodo di elaborazione dei dati tecnico-economici delle aziende ai fini della determinazione dei risultati economici pag. 39 4. LA MANDORLICOLTURA E LA NOCCIOLICOLTURA NELLE ZONE D INDAGINE 4.1. Analisi tecnico-economica territoriale della coltivazione del mandorlo pag. 42 4.2. Analisi tecnico-economica territoriale della coltivazione del nocciolo pag. 47 5. ANALISI E RISULTATI ECONOMICI NELLE AZIENDE MANDORLICOLE E NOCCIOLICOLE 5.1. Analisi tecnico-economica, del organizazione, dela gestione e dei 2

risultati economici del aziende mandorlicole nell area d indagine pag. 52 5.1.1. Caratteri strutturali e localizzazione delle aziende esaminate pag. 52 5.1.2. Gestione delle aziende mandorlicole pag. 54 5.1.2.1. Impieghi di materiali pag. 54 5.1.2.2. Impieghi di lavoro pag. 55 5.1.3. Risultati economici delle aziende esaminate pag. 60 5.1.3.1. Le Produzioni lorde vendibili (Plv) pag. 60 5.1.3.2. I costi di produzione pag. 62 5.1.3.3. I profitti delle aziende mandorlicole pag. 66 5.2. Analisi tecnico-economica del organizazione, della gestione e dei risultati economici del aziende nocciolicole nel area d indagine pag. 70 5.2.1. Caratteri strutturali e localizzazione delle aziende esaminate pag. 70 5.2.2. Gestione delle aziende nocciolicole pag. 73 5.2.1. Impieghi di materiali pag. 73 5.2.2.2. Impieghi di lavoro pag. 73 5.2.3. Risultati economici delle aziende esaminate pag. 77 5.2.3.1. Le produzioni lorde vendibili (Plv) pag. 77 5.2.3.2. I costi di produzione pag. 79 5.2.3.3. I profitti delle aziende nocciolicole pag. 83 5.3. Possibili scenari per la mandorlicoltura e la nocciolicoltura alla luce della riforma di medio-termine della PAC pag. 87 6. ASPETTI EVOLUTIVI DEL MERCATO DEL MANDORLO E DEL NOCCIOLO 6.1. Generalità pag. 91 6.2. Aspetti ed organizzazione del mercato delle mandorle e delle nocciole prodotte in Sicilia pag. 94 7. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE pag. 100 BIBLIOGRAFIA pag. 104 3

APPENDICI: pag. 108 - Scheda A - Scheda B - Mandorlo pag. 109 - Nocciolo pag. 116 - Mandorlo pag. 123 - Nocciolo pag. 133 4

1. PREMESSA La frutta secca, rappresenta un comparto di un certo interesse in Sicilia sia con riferimento al importanza economica che lo stesso riveste, poiché tali coltivazioni risultano ubicate in aree ove le alternative occupazionali e di reddito si rivelano carenti, sia da un punto di vista paesaggistico ambientale, perché le coltivazioni sono localizzate in territori caratteristici del paesaggio siciliano e spesso ricadenti in aree di notevole interesse ambientale, oltre che ad assolvere a funzioni di difesa dei suoli. Il comparto della frutta secca comprende le mandorle, le nocciole, il pistacchio, il carrubo e il noce. Tra queste quele che asumono maggiore interese, nel ambito regionale risultano la mandorlicoltura e la nocciolicoltura, coltivazioni quest ultime che risultano le più consistenti sia in termini di superfici coltivate che riguardo alle produzioni realizzate. La mandorlicoltura siciliana incide, nel 2003, per poco meno del 55% sulla produzione nazionale e risulta prevalentemente localizzata nelle province regionali di Agrigento, Enna, Siracusa e Caltanissetta. La commercializzazione del prodotto siciliano, destinato quasi esclusivamente al mercato interno, è attualmente contrastata dalle produzioni provenienti dagli USA e dalla Spagna. Inoltre, le attività agroindustriali nazionali che effettuano la lavorazione e la trasformazione delle mandorle (per uso dolciario) tendono sempre più ad utilizzare materia prima californiana e/o spagnola, poiché l oferta regionalenon risulta sempre in grado di soddisfare le esigenze merceologiche delle stesse. La nocciolicoltura regionale che pesa per poco più del13% sulla produzione nazionale, nel Isola,risulta principalmente concentrata nel territorio di Messina, ed in particolare nel comprensorio dei Nebrodi. La coltivazione del nocciolo, in Sicilia, risulta tradizionalmente esercitata in aree collinari e montane, particolarmente declivi, caratterizzate da condizioni ambientali difficili che la pongono in una situazione sfavorevole rispetto ad altre realtà produttive (Carrà, 1995). La nocciolicoltura siciliana, alla pari di quella nazionale, risulta sempre meno competitiva sul mercato europeo, a causa della concorrenza esercitata dalla Turchia, la cui produzione incide per oltre il 70,% sulla produzione mondiale (FAO). 5

La presente indagine ha lo scopo, quindi, di verificare la consistenza e la localizzazione della coltivazione mandorlicole e nocciolicole in Sicilia, la specificità dele politiche d intervento, la redditività dele imprese, sia che adotano il metodo di produzione convenzionale che quello biologico e lo sviluppo del mercato (caratteri e destinazioni delle produzioni). Il presente rapporto risulta articolato nelle seguenti parti: la prima, che esaminal evoluzionedella mandorlicoltura e della nocciolicoltura in Italia ed in Sicilia, nonché l azione pubblica a favore del comparto attuata nel corso del ultimo decennio; la seconda, che analizza i risultati ottenuti dalle analisi territoriali svolte sul territorio siciliano e riguardanti le principali caratteristiche strutturali delle aziende in oggetto; la terza, che riporta i risultati delle analisi economiche svolte su campioni di aziende rappresentative delle realtà mandorlicole e nocciolicole in Sicilia; la quarta, che analizza i principali flussi commerciali oltre che i mercati di sbocco delle produzioni siciliane. 6

2. SVILUPPO E SOSTEGNO DELLA COLTIVAZIONE DEL MANDORLO E DEL NOCCIOLO 2.1. Analisi ed evoluzione della coltivazione del mandorlo nel contesto nazionale e regionale Il mandorlo è una coltura tipicamente meridionale, localizzata soprattutto in Puglia e in Sicilia, che da sole rappresentano più del 95% delle superfici coltivate ed oltre il 96% delle corrispondenti produzioni. In Italia le superfici investite (tab.1) ammontano ad oltre 86 mila ettari (2003) con un decremento rispetto al 1990 pari a circa il 30%. Tale ridimensionamento della consistenza complessiva a livello nazionale è da addebitare sia alle mutate condizioni del mercato internazionale, sia al inasprimento del costo del lavoro, sia ancora ala destinazione delle superfici mandorlicole verso colture intensive maggiormente redditizie (orti irrigui, ecc.). A livello regionale, la Sicilia, nel 2003, assume il ruolo di leader con oltre 50 mila ettari, pari al 58,2% delle superfici nazionali, seguita dalla Puglia con poco meno di 32 mila etari, pari a quasi il 37% del intero patrimonio mandorlicolo italiano. E da rilevare che nel periodo 1990-2003 si è assistito ad una contrazione delle superfici, maggiormente incisiva in Sicilia (-35%) e più contenuta in Puglia (-18%), ambito teritoriale, quest ultimo, nel quale si è anche assistito ad un marcato rinnovamento degli impianti (nuove varietà) in chiave moderna (meccanizzazione delle operazioni colturali, della raccolta, ecc.). Con riferimento alle produzioni ottenute, la tabella 2, mostra la dinamica evolutiva delle consistenze registrate nei periodi 1988/91-2000/03 nelle principali regioni italiane produttrici di mandorle. La produzione italiana di mandorle, ammonta a 101 mila tonnellate (2000-2003), con un decremento, se pur contenuto, rispetto a un quindicennio fa (1988-1991), pari al -6%. Tale decremento è da imputare, sia alla contrazione delle superfici, sia alle condizioni climatiche che hanno caratterizzato il periodo esaminato.come per le superfici investite, anche per le produzioni ottenute, a livello regionale, la Sicilia nel 2003, assume il ruolo di leader con 55 mila tonnellate prodotte, corispondenti al 54,5% del intera produzione mandorlicola italiana, seguita dalla 7

TAB. 1 - DINAMICA DELLA SUPERFICIE MANDORLICOLA IN ITALIA (*) Regioni 1990 1995 2000 2003 ha % ha % ha % ha % Puglia 38.731 31,5 33.864 35,6 32.318 36,3 31.778 36,9 100 87 83 82 Sicilia 76.737 62,4 56.443 59,3 52.170 58,6 50.080 58,2 100 74 68 65 Altre 7.466 6,1 4.868 5,1 4.482 5,1 4.258 4,9 100 65 60 57 ITALIA 122.934 100,0 95.175 100,0 88.970 100,0 86.116 100,0 100 77 72 70 (*) Fonte: elaborazione su dati ISTAT, Statistiche dell'agricoltura, Roma, varie annate.

TAB. 2 - DINAMICA DELLA PRODUZIONE MANDORLICOLA IN ITALIA (*) Regioni 1988-91 1993-96 2000-03 t % t % t % Puglia 36.000 33,6 35.000 38,0 42.000 41,6 100 97 117 Sicilia 66.000 61,7 53.000 57,6 55.000 54,4 100 80 83 Altre 5.000 4,7 4.000 4,4 4.000 4,0 100 80 80 ITALIA 107.000 100,0 92.000 100,0 101.000 100,0 100 86 94 (*) Fonte: elaborazione su dati ISTAT, Statistiche dell'agricoltura, Roma, varie annate.

Puglia con 42 mila tonnellate, pari al 41,6% del totale nazionale. E da sottolineare che nel periodo 1988/91-2000/03, si è assistito ad un fenomeno esattamente opposto tra le due principali regioni produttrici di mandorle; in particolare in Sicilia si è avuto un ridimensionamento pari al 17% delle produzioni, mentre in Puglia si è registrato un incremento del 17% (2003). In merito alla Sicilia, dalla tabella 3 si osserva che la coltivazione del mandorlo (2003) è diffusa in tute le province del Isolaanche se le più rappresentative risultano Agrigento con un incidenza pari al 28,5% ed Enna con il 27,6% sulle superfici regionali. Altre province con superfici di un certo interesse risultano: Caltanissetta (15,8%) e Siracusa (11,9%); meno rilevante risulta la coltivazione in provincia di Ragusa (5,5%), in provincia di Catania (5,2%), in quella di Palermo (4,6%) ed infine le province di Messina e Trapani che nel loro complesso incidono per poco più del 1% delle superfici regionali. Per quanto attiene le produzioni mandorlicole del Isola, la tabella 4 evidenzia che nel ultimo quadriennio considerato (2000-03), raggiungono una consistenza di poco meno di 55 mila tonnellate, di cui 16,9 mila tonnellate nella provincia di Agrigento, 10,1 mila tonnellate in provincia di Enna, 8,6 mila tonnellate nella provincia di Caltanissetta, 6,4 mila tonnellate nella provincia di Ragusa, 6 mila tonnellate in provincia di Siracusa, 3,5 mila tonnalate in provincia di Palermo, 3,1 mila tonnellate in provincia di Catania e poco meno di 400 tonnelate nelle province di Messina e Trapani. Con riferimento al periodo 1993-2003, i maggiori incrementi produttivi sono stati riscontrati nel Ragusano, (+83%), nel Catanese (+ 35%) e nel Ennese (+22%). Andando al di là della fredda ripartizione amministrativa provinciale è possibile, individuare due poli di localizzazione della coltura del mandorlo, che si identificano nelle nel Siracusano e nel Agrigentino ; il primo con una base territoriale concentrata prevalentemente nei comuni di Avola, Noto ed Ispica, il secondo, indubbiamente con una base territoriale più ampia, rispetto alla precedente interessando le province di Agrigento, Caltanissetta ed Enna. La fig. 1 riporta la localizzazione delle zone mandorlicole e nocciolicole in Sicilia. Un altro interessante connotato della mandorlicoltura italiana attiene alla struttura delle relative aziende che grazie ai Censimenti Generali del Agricoltura è analizzabile

TAB. 3 - DINAMICA DELLA SUPERFICIE MANDORLICOLA IN SICILIA (*) Province 1990 1995 2000 2003 ha % ha % ha % ha % Trapani 44 0,1 44 0,1 35 0,1 35 0,1 100 100 80 80 Palermo 2.896 3,8 2.733 4,8 2.300 4,4 2.300 4,6 100 94 79 79 Messina 2.239 2,9 1.878 3,3 700 1,3 500 1,0 100 84 31 22 Agrigento 15.895 20,7 15.692 27,8 14.400 27,6 14.250 28,5 100 99 91 90 Caltanissetta 12.700 16,6 7.520 13,3 7.895 15,1 7.895 15,8 100 59 62 62 Enna 16.610 21,6 16.200 28,7 14.940 28,6 13.800 27,5 100 98 90 83 Catania 3.971 5,2 1.329 2,4 2.600 5,0 2.600 5,2 100 33 65 65 Ragusa 6.000 7,8 3.839 6,8 3.000 5,8 2.750 5,5 100 64 50 46 Siracusa 16.382 21,3 7.208 12,8 6.300 12,1 5.950 11,8 100 44 38 36 SICILIA 76.737 100,0 56.443 100,0 52.170 100,0 50.080 100,0 100 74 68 65 (*) Fonte: elaborazione su dati ISTAT, Statistiche dell'agricoltura, Roma, varie annate.

TAB. 4 - DINAMICA DELLA PRODUZIONE MANDORLICOLA IN SICILIA (*) Province 1988-91 1993-96 2000-03 t % t % t % Trapani 31 0,1 42 0,1 30 0,1 100 135 97 Palermo 4.500 6,9 4.900 8,9 3.500 6,4 100 109 78 Messina 800 1,2 800 1,4 350 0,7 100 100 44 Agrigento 28.100 43,1 17.100 30,9 16.900 30,7 100 61 60 Caltanissetta 13.600 20,8 10.900 19,7 8.600 15,6 100 80 63 Enna 8.300 12,7 10.000 18,1 10.100 18,4 100 120 122 Catania 2.300 3,5 2.300 4,1 3.100 5,6 100 100 135 Ragusa nd 0,0 3.500 6,3 6.400 11,6 0 100 183 Siracusa 7.600 11,7 5.800 10,5 6.000 10,9 100 76 79 SICILIA 65.231 100,0 55.342 100,0 54.980 100,0 100 85 84 (*) Fonte: Ispettorati Provinciali dell'agricoltura.

per il periodo 1990-2000 (tab. 5). Complessivamente, in Italia, la consistenza delle unità produttive passa da 128,8 mila del 1990 ed a 88,8 mila del 2000 con un decremento di circa il 31%. Con riferimento alle due più importanti realtà produttive regionali, in Sicilia il decremento è risultato più contenuto (21,6%), mentre in Puglia più accentuato (38%). La struttura aziendale in Italia si presenta con un grado di polverizzazione molto elevato, ove si consideri che al 2000 le aziende minori di 1 ettaro rappresentavano poco più del 41% del totale, aliquota che raggiunge quasi il 63% cumulando le classi di ampiezza minori di 2 ettari. A tutto ciò occorre aggiungere che nel ultimo decennio il regime aziendale ha visto crescere la propria suddivisione, stante il fatto che al 1990 le aziende minori di 1 ettaro ammontavano al 34,6% del totale e quelle minori di 2 ettari al 56,5%. La consistenza delle aziende di ampiezza compresa tra 2 e 4,99 ettari intercetta un aliquota del 21,4% nel 2000 (24,8% nel 1990); trascurabile è la consistenza delle aziende di ampiezza compresa tra 5 e 9,99 ettari che rappresentanopoco più del 8% nel 2000 (10% nel 1990), mentre le aziende di dimensioni oltre i 10 ettari costituiscono poco più del 7% nel 2000 (8,6% nel 1990). Per quanto riguarda la Sicilia, nel 2000, le aziende con ordinamento produttivo che comprende i mandorleti risultano 37.832 (tab.6). Si sottolinea che il grado di polverizzazione aziendale riflete l andamento registrato a livelo nazionale con il 38,2% di aziende inferiori a 1 ettaro ed il 57,8% inferiore a 2 ettari. Rivolgendo ora l atenzione ale superfici mandorlicole rientranti nele diverse clasi di ampiezza, si osserva come era prevedibile, uno scenario opposto a quello emerso in ordine al numero di aziende. Dal riscontro dei dati illustrati nella tabella 7, può infatti notarsi che nel 2000, in Italia, le superfici mandorlicole sottese nella classe minore di 1 ettaro raggiungono poco meno del 12% circa del totale, che diventa il 26,5% per la classe minore di 2 ettari ed il 26,6% per la classe compresa tra 2-4,99 ettari. Infine, la classe con ampiezza compresa tra 5-9,99 ettari registra un aliquota del 17,4% e la classe oltre i 10 ettari il 29,4% del totale. Per quanto riguarda la Sicilia, si registra un andamento analogo a quanto visto in ambito nazionale. Infatti, le superfici sottese dalla classe minore di 1 ettaro ammontano, nel Isola,al 10,4% (tab. 8) mentre quelle con superficie inferiore a 2 ettari, a poco

TAB. 5 - EVOLUZIONE DEL NUMERO DI AZIENDE MANDORLICOLE PER CLASSI DI SUPERFICIE AGRICOLA UTILIZZATA PER REGIONI IN ITALIA (*) Regioni fino a 0,99 ha 1-1,99 ha 2-4,99 ha 5-9,99 ha oltre 10 totale N. % N. % N. % N. % N. % N. % 1990 Puglia 24.235 37,0 15.688 24,0 15.616 23,8 5.568 8,5 4.380 6,7 65.487 100,0 54 56 49 43 40 51 Sicilia 15.203 31,5 9.541 19,7 12.930 26,8 5.940 12,3 4.663 9,7 48.277 100,0 34 34 40 46 42 37 Altre 5.174 34,4 3.002 19,9 3.412 22,7 1.457 9,7 2.008 13,3 15.053 100,0 12 11 11 11 18 12 ITALIA 44.612 34,6 28.231 21,9 31.958 24,8 12.965 10,1 11.051 8,6 128.817 100,0 100 100 100 100 100 100 2000 Puglia 18.366 44,6 9.461 23,0 8.177 19,9 2.680 6,5 2.458 6,0 41.142 100,0 50 49 43 37 37 46 Sicilia 14.468 38,1 7.743 20,5 8.846 23,4 3.689 9,8 3.086 8,2 37.832 100,0 40 40 46 51 47 43 Altre 3.758 38,1 2.103 21,3 2.032 20,6 910 9,2 1.061 10,8 9.864 100,0 10 11 11 13 16 11 ITALIA 36.592 41,2 19.307 21,7 19.055 21,4 7.279 8,3 6.605 7,4 88.838 100,0 100 100 100 100 100 100 (*) Fonte: elaborazioni dati ISTAT, IV e V Censimento Generale dell'agricoltura, Roma.

TAB. 6 - EVOLUZIONE DEL NUMERO DI AZIENDE MANDORLICOLE PER CLASSI DI SUPERFICIE AGRICOLA UTILIZZATA PER PROVINCE IN SICILIA (*) Province fino a 0,99 ha 1-1,99 ha 2-4,99 ha 5-9,99 ha oltre 10 totale N. % N. % N. % N. % N. % N. % 1990 Trapani 127 29,3 58 13,4 128 29,5 70 16,1 51 11,8 434 100,0 1 1 1 1 1 1 Palermo 1.463 31,6 810 17,5 1.115 24,2 653 14,1 584 12,6 4.625 100,0 10 8 9 11 13 10 Messina 537 39,0 315 22,9 292 21,2 108 7,8 126 9,1 1.378 100,0 4 3 2 2 3 3 Agrigento 3.679 25,3 2.930 20,1 4.743 32,6 2.055 14,1 1.144 7,9 14.551 100,0 24 31 37 35 25 30 Caltanissetta 2.901 32,1 1.825 20,2 2.416 26,7 1.045 11,6 849 9,4 9.036 100,0 19 19 19 18 18 19 Enna 2.480 36,1 1.221 17,8 1.548 22,5 831 12,1 790 11,5 6.870 100,0 16 13 12 14 17 14 Catania 1.428 46,2 651 21,0 607 19,6 229 7,4 178 5,8 3.093 100,0 9 7 5 4 4 6 Ragusa 1.182 33,6 712 20,2 812 23,0 422 12,0 394 11,2 3.522 100,0 8 7 6 7 8 7 Siracusa 1.406 29,5 1.019 21,4 1.269 26,5 527 11,1 547 11,5 4.768 100,0 9 11 10 9 12 10 SICILIA 15.203 31,5 9.541 19,8 12.930 26,8 5.940 12,3 4.663 9,6 48.277 100,0 100 100 100 100 100 100 2000 Trapani 143 34,3 74 17,7 94 22,5 54 12,9 52 12,6 417 100,0 1 1 1 1 2 1 Palermo 1.340 38,1 680 19,4 778 22,1 390 11,1 325 9,3 3.513 100,0 9 9 9 11 11 9 Messina 925 50,7 351 19,2 342 18,7 113 6,2 94 5,2 1.825 100,0 6 5 4 3 3 5 Agrigento 3.234 31,0 2.375 22,8 2.975 28,6 1.163 11,1 673 6,5 10.420 100,0 22 31 34 32 22 28 Caltanissetta 2.143 37,8 1.143 20,1 1.335 23,5 602 10,6 452 8,0 5.675 100,0 15 15 15 16 15 15 Enna 2.584 44,3 1.056 18,1 1.160 19,9 528 9,1 499 8,6 5.827 100,0 18 14 13 14 16 15 Catania 857 49,0 359 20,5 337 19,3 104 5,9 92 5,3 1.749 100,0 6 5 4 3 3 5 Ragusa 1.752 41,0 791 18,5 912 21,4 362 8,5 453 10,6 4.270 100,0 12 10 10 10 15 11 Siracusa 1.490 36,0 914 22,1 913 22,1 373 9,0 446 10,8 4.136 100,0 10 12 10 10 14 11 SICILIA 14.468 38,2 7.743 20,5 8.846 23,4 3.689 9,8 3.086 8,1 37.832 100,0 100 100 100 100 100 100 (*) Fonte: elaborazioni dati ISTAT, IV e V Censimento Generale dell'agricoltura, Roma.

TAB. 7 - EVOLUZIONE DELLE SUPERFICI DELLE AZIENDE MANDORLICOLE PER CLASSI DI SUPERFICIE AGRICOLA UTILIZZATA PER REGIONI IN ITALIA (*) Regioni fino a 0,99 ha 1-1,99 ha 2-4,99 ha 5-9,99 ha oltre 10 totale ha % ha % ha % ha % ha % ha % 1990 Puglia 4.966 10,5 7.078 15,0 13.121 27,8 8.778 18,6 13.269 28,1 47.212 100,0 56 56 51 50 48 51 Sicilia 3.280 8,3 4.795 12,2 11.278 28,6 7.903 20,1 12.158 30,8 39.414 100,0 37 38 44 45 44 43 Altre 604 10,7 694 12,3 1.273 22,6 837 14,9 2.220 39,5 5.629 100,0 7 6 5 5 8 6 ITALIA 8.850 9,6 12.567 13,6 25.673 27,8 17.518 19,0 27.646 30,0 92.255 100,0 100 100 100 100 0 100 100 2000 Puglia 3.143 13,3 3.735 15,8 6.002 25,5 3.857 16,4 6.829 29,0 23.566 100,0 50 48 43 42 44 44 Sicilia 2.746 10,5 3.611 13,7 7.361 28,0 4.856 18,5 7.698 29,3 26.272 100,0 44 46 52 52 49 50 Altre 381 11,8 471 14,6 746 23,1 544 16,8 1.086 33,7 3.228 100,0 6 6 5 6 7 6 ITALIA 6.270 11,8 7.817 14,7 14.109 26,6 9.257 17,4 15.613 29,5 53.066 100,0 100 100 100 100 100 100 (*) Fonte: elaborazioni dati ISTAT, IV e V Censimento Generale dell'agricoltura, Roma.

TAB. 8 - EVOLUZIONE DELLE SUPERFICI DELLE AZIENDE MANDORLICOLE PER CLASSI DI SUPERFICIE AGRICOLA UTILIZZATA PER PROVINCE IN SICILIA (*) Province fino a 0,99 ha 1-1,99 ha 2-4,99 ha 5-9,99 ha oltre 10 totale ha % ha % ha % ha % ha % ha % 1990 Trapani 18 9,0 16 8,1 46 23,1 46 23,1 73 36,7 199 100,0 1 0 0 1 1 1 Palermo 175 9,2 199 10,5 423 22,3 449 23,7 652 34,3 1.898 100,0 5 4 4 6 5 5 Messina 59 10,3 64 11,1 88 15,3 59 10,3 305 53,0 575 100,0 2 1 1 1 3 1 Agrigento 1.012 6,9 1.783 12,2 4.856 33,4 3.354 23,0 3.563 24,5 14.568 100,0 31 37 43 42 29 37 Caltanissetta 682 8,5 1.044 13,1 2.425 30,4 1.481 18,5 2.358 29,5 7.990 100,0 21 22 22 19 19 20 Enna 436 9,8 527 11,8 1.142 25,5 809 18,1 1.556 34,8 4.470 100,0 13 11 10 10 13 11 Catania 215 17,2 213 17,1 308 24,7 168 13,5 343 27,5 1.247 100,0 7 4 3 2 3 3 Ragusa 216 11,8 247 13,5 444 24,3 363 19,9 556 30,5 1.826 100,0 7 5 4 5 5 5 Siracusa 467 7,0 702 10,6 1.546 23,3 1.174 17,7 2.752 41,4 6.641 100,0 14 15 14 15 23 17 SICILIA 3.280 8,3 4.795 12,2 11.278 28,6 7.903 20,1 12.158 30,8 39.414 100,0 100 100 100 100 100 100 2000 Trapani 14 11,6 17 14,2 30 25,6 20 17,2 37 31,4 117 100,0 0 0 0 0 0 0 Palermo 136 12,3 149 13,4 290 26,0 233 21,0 302 27,3 1.109 100,0 5 4 4 5 4 4 Messina 62 19,7 53 16,6 91 28,8 57 18,0 54 16,9 317 100,0 2 1 1 1 1 1 Agrigento 861 9,3 1.382 14,9 3.068 33,0 1.986 21,4 1.982 21,4 9.279 100,0 31 38 42 41 26 35 Caltanissetta 532 10,5 694 13,7 1.352 26,6 967 19,1 1.525 30,1 5.070 100,0 19 19 18 20 20 19 Enna 415 12,9 432 13,5 886 27,7 561 17,5 909 28,4 3.203 100,0 15 12 12 12 12 12 Catania 114 18,3 119 19,1 168 26,9 81 13,0 142 22,7 623 100,0 4 3 2 2 2 2 Ragusa 233 13,5 227 13,2 442 25,7 221 12,8 599 34,8 1.722 100,0 8 6 6 5 8 7 Siracusa 379 7,8 539 11,2 1.034 21,4 731 15,1 2.149 44,5 4.832 100,0 14 15 14 15 28 18 SICILIA 2.745 10,5 3.612 13,7 7.361 28,0 4.857 18,5 7.698 29,3 26.272 100,1 100 100 100 100 100 100 (*) Fonte: Elaborazioni dati ISTAT, IV e V Censimento Generale dell'agricoltura, Roma

meno del 14%, mentre nel 1990 le rispettive aliquote si aggiravanointorno al 8,3% e al 12,2%. Per le altre classi di ampiezza si registrano aliquote poco differenziate e stabili nel tempo. 2.2. Analisi ed evoluzione della coltivazione del nocciolo nel contesto nazionale e regionale Per quanto attiene il nocciolo, la coltivazione in Italia interessa principalmente quattro regioni (Piemonte, Lazio, Campania e Sicilia), che intercettano poco meno del 97% della superficie nazionale ed il 98% delle corrispondenti produzioni complessive. In Italia le superfici investite (tab. 9) ammontano a 69 mila ettari (2003) con un decremento rispetto al 1990del 1%. Il ruolo di leader, a livello regionale, nel 2003 è stato svolto dalla Campania con poco più di 23 mila ettari, (33,6%), seguita dal Lazio con una superficie complessiva di 19 mila ettari (27,6%), dalla Sicilia con poco più di 15 mila ettari, (22,4%) e dal Piemonte con poco più di 9 mila ettari (13,3%). E da rilevare che nel periodo 1990-2003 si è assistito ad una contrazione delle superfici coltivate maggiormente accentuata in Sicilia (-9%) e più contenuta nel Lazio (-2%) e in Campania (-3%), mentre si è assistito ad un incremento delle superfici investite in Piemonte (+26%). Il ridimensionamento che ha interessato la Sicilia, è dovuto alle ricorrenti crisi economiche cui va incontro la nocciolicoltura, con conseguente abbandono, specialmente in alcune aree (Catanese, Messinese), e cambiamenti degli ordinamenti produttivi in altrezone (ficodindieti nel Ennese)(Carrà, 1995). Con riferimento alle produzioni ottenute in Italia, la tabella 10, illustra la dinamica delle consistenze nel periodo 1988/91-2000/03 nelle principali regioni italiane produttrici di nocciole. La produzione italiana di nocciole, ammonta a 105 mila tonnellate (2000-2003), con un decremento, se pur contenuto rispetto a poco più di un quindicennio fa, pari al -7%. Tale decremento è da imputare, sia alla contrazione delle superfici, sia alle condizioni climatiche che hanno caratterizzato il periodo esaminato.

TAB. 9 - DINAMICA DELLA SUPERFICIE INVESTITA A NOCCIOLE IN ITALIA (*) Regione 1990 1995 2000 2003 ha % ha % ha % ha % Piemonte 7.291 10,5 8.096 11,6 8.042 11,5 9.211 13,3 100 111 110 126 Lazio 19.465 27,9 19.169 27,5 18.878 27,0 19.033 27,6 100 98 97 98 Campania 24.001 34,3 23.540 33,8 24.481 35,0 23.190 33,6 100 98 102 97 Sicilia 17.008 24,4 16.674 24,0 15.730 22,5 15.431 22,4 100 98 92 91 Altre 2.002 2,9 2.109 3,1 2.892 4,0 2.138 3,1 100 105 144 107 ITALIA 69.767 100,0 69.588 100,0 70.023 100,0 69.003 100,0 100 100 100 99 (*) Fonte: elaborazione su dati ISTAT, Statistiche dell'agricoltura, Roma, varie annate.

TAB. 10 - DINAMICA DELLA PRODUZIONE NOCCIOLICOLA IN ITALIA (*) Regione 1988-91 1993-96 2000-03 t % t % t % Piemonte 10.000 8,8 9.000 8,9 14.000 13,3 100 90 140 Lazio 36.000 31,9 37.000 36,6 31.000 29,5 100 103 86 Campania 56.000 49,6 44.000 43,6 44.000 41,9 100 79 79 Sicilia 9.000 8,0 10.000 9,9 14.000 13,3 100 111 156 Altre 2.000 1,7 1.000 1,0 2.000 2,0 100 50 100 ITALIA 113.000 100,0 101.000 100,0 105.000 100,0 100 89 93 (*) Fonte: elaborazione su dati ISTAT, Statistiche dell'agricoltura, Roma, varie annate.

Nel ambito deleproduzioni ottenute, la Sicilia ed il Piemonte, a livello regionale nel quadriennio 2000-2003, occupano l ultima posizionecon un quantitativo di 14.000 mila tonnellateper entrambe e con un incidenza del 13,3% sulla produzione nazionale. Tali regioni sono precedute dal Lazio con 31 mila tonnellate prodotte, pari al 29,5% delle produzione complessiva italiana e dalla Campania che intercetta poco meno del 42%, pari a 44 mila tonnellate. E da sotolineare che nel periodo 1988/91-2000/03, si è assistito a fenomeni differenti tra le quattro principali regioni produttrici di nocciole; in particolare Sicilia e Piemonte hanno registrato rispettivamente un incremento delle produzioni del 56% e del 40%. Contemporaneamente Campania e Lazio hanno, invece, avuto un ridimensionamento, rispettivamente, del 21% e del 14%. Per quanto riguarda la localizzazione della nocciolicoltura in Sicilia, si concentra in quattro province (tab. 11). Nel 2003 la maggiore superficie nocciolicola del Isola ricade in provincia di Messina (12.500 ha), che incide sulla superficie regionale per l 81%;le rimanenti superfici ricadono nella provincia di Catania (9,9%) dove però la coltivazione del nocciolo è in progressivo abbandono, in quella di Enna (7,5%) ed in quella di Palermo (1,6%). Quest ultima provincia è caraterizzata da una nocciolicoltura irrigua, che non viene enfatizzata perché la disponibilità idrica viene sfruttata principalmente per colture più redditizie (ortive). Un aspetto che caratterizza la nocciolicoltura siciliana è costituito dalla localizzazione degli impianti che per la maggior parte ricadono in aree protette (Parco dei Nebrodi, Parco del Etna e Parco dele Madonie), rappresentando un elemento tipico del paesaggio agrario. Inoltre, pur presentando livelli di redditività molto bassi, le aziende nocciolicole ricadenti nelle aree parco svolgono un importante e a volte insostituibile ruolo, sia riguardo alla conservazione dei suoli sia al mantenimento di livelli occupazionali, importanti per le economie locali. Per quanto attiene le produzioni nocciolicole in Sicilia, la tabella 12 evidenzia, che nel ultimo quadriennio considerato (2000-03), raggiungono una consistenza di 14 mila tonnellate, di cui 11,5 mila tonnellate nella provincia di Messina, 1,8 mila tonnellate in provincia di Catania, 500 tonnellate nella provincia di Enna e 200 tonnellate nella

TAB. 11 - DINAMICA DELLA SUPERFICIE INVESTITA A NOCCIOLE IN SICILIA (*) Province 1990 1995 2000 2003 ha % ha % ha % ha % Palermo 695 4,1 675 4,0 250 1,6 240 1,6 100 97 36 35 Messina 12.752 74,9 12.752 76,5 12.500 79,5 12.500 81,0 100 100 98 98 Enna 2.005 11,8 1.700 10,2 1.452 9,2 1.163 7,5 100 85 72 58 Catania 1.545 9,1 1.543 9,3 1.528 9,7 1.528 9,9 100 100 99 99 Altre 11 0,1 4 0,0 0 0,0 0 0,0 100 0 0 0 SICILIA 17.008 100,0 16.674 100,0 15.730 100,0 15.431 100,0 100 98 92 91 (*) Fonte: elaborazione su dati ISTAT, Statistiche dell'agricoltura, Roma, varie annate.

TAB. 12 - DINAMICA DELLA PRODUZIONE NOCCIOLICOLA IN SICILIA (*) Province 1988-91 1993-96 2000-03 t % t % t % Palermo 600 6,7 700 6,6 200 1,4 100 117 33 Messina 6.200 68,9 7.600 72,0 11.500 81,8 100 123 185 Enna 800 8,9 800 7,6 500 3,6 100 100 63 Catania 1.300 14,4 1.400 13,3 1.850 13,2 100 108 142 Altre 100 1,1 50 0,5 10 0,1 100 50 20 SICILIA 9.000 100,0 10.550 100,0 14.060 100,0 100 117 156 (*) Fonte: Ispettorati Provinciali dell'agricoltura.

provincia di Palermo. I maggiori incrementi produttivi sono riscontrabili nel Messinese, (+85%) e nel Catanese (+ 42%). Con riferimento alle principali caratteristiche strutturali delle aziende nocciolicole in Italia, secondo i dati censuari forniti dal ISTAT e riportati nela tabella 13, si evidenzia che la consistenza delle unità produttive è passata da 90,8 mila nel 1990 a 73,8 mila nel 2000. Nel decennio esaminato si è quindi registrato un decremento di circa il 18,6% del numero di aziende. In Campania ed in Sicilia, tuttavia, il decremento è risultato più contenuto (15% ed al 14% rispettivamente), mentre nel Lazio tale percentuale è stata pari al 20% ed in Piemonte al 29%. La ripartizione percentuale delle aziende nocciolicole per classi di ampiezza rileva una situazione caratterizzata da notevole polverizzazione, ove si consideri che nel 2000 le aziende minori di 1 ettaro rappresentavano il 50,3% del totale, aliquota che raggiunge il 71% cumulando alla precedente la classe inferiore ai 2 ettari. A tutto ciò occorre aggiungere che nel ultimo decennio il grado di frammentazione ha fatto registrare un aumento, considerato che nel 1990 le aziende con superficie minore di 1 ettaro ammontavano al 45% del totale e quelle minore a 2 ettari al 68,3%. Le aziende di ampiezza compresa tra 2 e 4,99 ettari intercettano un aliquota del 18,6%, mentre trascurabile è la consistenza delle aziende con ampiezza compresa tra 5 e 9,99 ettari, che rappresentano solamente il 6,3% del totale (6,8% nel 1990) e quelle maggiori di 10 ettari che costituiscono poco più del 4% (3,8% nel 1990). Per quanto riguarda la Sicilia le aziende nocciolicole sono 13.590 (tab. 14), di cui il 53% con superficie inferiore ad 1 ettaro e quasi il 73% inferiore a 2 ettari (2000). Con riferimento, invece, alle superfici investite per classi di ampiezza, si osserva come era prevedibile, uno scenario opposto a quello emerso in ordine al numero di aziende. Dal riscontro dei dati illustrati nella tabella 15, può infatti notarsi che nel 2000 in Italia le superfici nocciolicole sottese nelle classi minori di 1 ettaro raggiungono il 14,7% circa del totale, che diventa il 31% per l insieme delle classi minori di 2 ettari, mentre la classe compresa tra 2 e 4,99 ettari intercetta il 28,6% del totale. Per quanto riguarda la classe con ampiezza compresa tra 5 e 9,99 ettari, intercetta il 17,1% del totale e la classe con superfici oltre i 10 ettari intercetta il 23,3% del totale.

TAB. 13 - EVOLUZIONE DEL NUMERO DI AZIENDE NOCCIOLICOLE PER CLASSI DI SUPERFICIE AGRICOLA UTILIZZATA PER REGIONI IN ITALIA (*) Regioni fino a 0,99 ha 1-1,99 ha 2-4,99 ha 5-9,99 ha oltre 10 totale N. % N. % N. % N. % N. % N. % 1990 Piemonte 5.012 33,0 3.027 20,0 4.179 27,6 2.068 13,7 856 5,7 15.142 100,0 12 14 22 33 25 17 Lazio 6.830 40,9 4.207 25,2 3.840 23,0 1.081 6,5 734 4,4 16.692 100,0 17 20 20 17 21 18 Campania 18.809 52,6 8.839 24,7 6.219 17,4 1.352 3,8 565 1,5 35.784 100,0 46 42 33 22 16 39 Sicilia 7.466 47,1 3.373 21,3 3.121 19,7 1.069 6,7 816 5,2 15.845 100,0 18 16 16 17 23 17 Altre 2.747 37,7 1.677 23,0 1.727 23,7 634 8,6 511 7,0 7.296 100,0 7 8 9 10 15 8 ITALIA 40.864 45,0 21.123 23,3 19.086 21,0 6.204 6,9 3.482 3,8 90.759 100,0 100 100 100 100 100 100 2000 Piemonte 2.943 27,4 2.062 19,2 3.051 28,4 1.673 15,6 1.005 9,4 10.734 100,0 8 14 22 36 33 15 Lazio 5.918 44,4 3.132 23,5 2.837 21,3 860 6,4 594 4,4 13.341 100,0 16 21 21 18 20 18 Campania 18.703 61,4 6.176 20,3 4.305 14,1 898 2,9 385 1,3 30.467 100,0 50 40 31 19 13 41 Sicilia 7.209 53,0 2.703 19,9 2.358 17,4 727 5,3 593 4,4 13.590 100,0 19 18 17 16 20 18 Altre 2.383 41,7 1.196 20,9 1.213 21,2 504 8,8 424 7,4 5.720 100,0 6 8 9 11 14 8 ITALIA 37.156 50,3 15.269 20,7 13.764 18,6 4.662 6,3 3.001 4,1 73.852 100,0 100 100 100 100 100 100 (*) Fonte: elaborazioni dati ISTAT, IV e V Censimento Generale dell'agricoltura, Roma.

TAB. 14 - EVOLUZIONE DEL NUMERO DI AZIENDE NOCCIOLICOLE PER CLASSI DI SUPERFICIE AGRICOLA UTILIZZATA PER PROVINCE IN SICILIA (*) Province fino a 0,99 ha 1-1,99 ha 2-4,99 ha 5-9,99 ha oltre 10 totale N. % N. % N. % N. % N. % N. % 1990 Palermo 204 47,0 67 15,4 85 19,6 43 9,9 35 8,1 434 100,0 3 2 3 4 4 3 Messina 6.334 49,1 2.750 21,3 2.434 18,9 787 6,2 586 4,5 12.891 100,0 85 82 78 74 72 81 Enna 289 34,1 180 21,3 193 22,8 95 11,2 90 10,6 847 100,0 4 5 6 9 11 5 Catania 525 40,8 299 23,2 302 23,4 99 7,7 63 4,9 1.288 100,0 7 9 10 9 8 8 Altre 114 29,6 77 20,0 107 27,8 45 11,7 42 10,9 385 100,0 2 2 3 4 5 2 SICILIA 7.466 47,2 3.373 21,3 3.121 19,7 1.069 6,7 816 5,1 15.845 100,0 100 100 100 100 100 100 2000 Palermo 185 53,3 46 13,3 68 19,6 25 7,2 23 6,6 347 100,0 3 2 3 3 4 3 Messina 6.347 55,3 2.230 19,4 1.862 16,2 576 5,0 469 4,1 11.484 100,0 88 83 79 79 79 85 Enna 223 41,0 117 21,5 122 22,4 43 7,9 39 7,2 544 100,0 3 4 5 6 7 4 Catania 368 36,3 275 27,1 261 25,7 69 6,8 42 4,1 1.015 100,0 5 10 11 9 7 7 Altre 86 43,0 35 17,5 45 22,5 14 7,0 20 10,0 200 100,0 1 1 2 2 3 1 SICILIA 7.209 53,0 2.703 19,9 2.358 17,4 727 5,3 593 4,4 13.590 100,0 100 100 100 100 100 100 (*) Fonte: elaborazioni dati ISTAT,IV e V Censimento Generale dell'agricoltura, Roma.

TAB. 15 - EVOLUZIONE DELLE SUPERFICI DELLE AZIENDE NOCCIOLICOLE PER CLASSI DI SUPERFICIE AGRICOLA UTILIZZATA PER REGIONI IN ITALIA (*) Regioni fino a 0,99 ha 1-1,99 ha 2-4,99 ha 5-9,99 ha oltre 10 totale ha % ha % ha % ha % ha % ha % 1990 Piemonte 1.155 12,9 1.402 15,6 2.860 31,8 2.116 23,6 1.450 16,1 8.983 100,0 10 10 12 17 8 11 Lazio 2.060 9,4 3.212 14,6 6.552 29,7 3.740 17,0 6.465 29,3 22.029 100,0 18 22 28 30 37 28 Campania 5.936 21,1 6.842 24,3 8.857 31,5 3.161 11,3 3.327 11,8 28.123 100,0 52 47 38 26 19 35 Sicilia 1.942 11,6 2.432 14,5 4.325 25,9 2.759 16,5 5.264 31,5 16.722 100,0 17 17 18 22 30 21 Altre 385 10,7 545 15,2 1.002 27,9 571 15,9 1.090 30,3 3.593 100,0 3 4 4 5 6 5 ITALIA 11.478 14,4 14.433 18,2 23.596 29,7 12.347 15,5 17.596 22,2 79.450 100,0 100 100 100 100 100 100 2000 Piemonte 774 7,1 1.300 11,9 3.297 30,1 3.005 27,4 2.577 23,5 10.952 100,0 8 12 17 26 17 16 Lazio 1.744 9,0 2.562 13,2 5.301 27,3 3.578 18,4 6.223 32,1 19.407 100,0 18 24 28 31 40 29 Campania 5.324 24,9 4.775 22,4 6.608 30,9 2.427 11,4 2.224 10,4 21.359 100,0 54 44 35 21 14 32 Sicilia 1.693 13,6 1.866 15,0 3.291 26,4 1.961 15,7 3.658 29,3 12.469 100,0 17 17 17 17 24 19 Altre 270 10,8 357 14,3 593 23,8 409 16,4 866 34,7 2.495 100,0 3 3 3 4 6 4 ITALIA 9.804 14,7 10.860 16,3 19.090 28,6 11.379 17,1 15.548 23,3 66.681 100,0 100 100 100 100 100 100 (*) Fonte: elaborazioni dati ISTAT,IV e V Censimento Generale dell'agricoltura, Roma.

TAB. 16 - EVOLUZIONE DELLE SUPERFICI DELLE AZIENDE NOCCIOLICOLE PER CLASSI DI SUPERFICIE AGRICOLA UTILIZZATA PER PROVINCE IN SICILIA (*) Province fino a 0,99 ha 1-1,99 ha 2-4,99 ha 5-9,99 ha oltre 10 totale ha % N. % ha % ha % ha % ha % 1990 Palermo 47 17,7 37 13,9 74 27,8 49 18,4 59 22,2 266 100,0 2 2 2 2 1 2 Messina 1.651 11,9 2.044 14,7 3.577 25,7 2.234 16,1 4.399 31,6 13.905 100,0 85 84 83 81 84 83 Enna 61 9,8 90 14,5 153 24,6 104 16,7 214 34,4 622 100,0 3 4 4 4 4 4 Catania 164 10,2 219 13,5 438 27,0 320 19,7 480 29,6 1.621 100,0 8 9 10 12 9 10 Altre 20 6,5 42 13,6 83 26,9 52 16,8 112 36,2 309 100,0 1 2 2 2 2 2 SICILIA 1.943 11,6 2.432 14,5 4.325 25,9 2.759 16,5 5.264 31,5 16.723 100,0 100 100 100 100 100 100 2000 Palermo 37 21,1 21 11,9 49 27,7 38 21,7 31 17,6 175 100,0 2 1 1 2 1 1 Messina 1.507 14,1 1.591 14,9 2.754 25,8 1.627 15,2 3.202 30,0 10.681 100,0 89 85 84 83 88 86 Enna 29 13,9 37 17,3 65 30,8 45 21,3 35 16,7 211 100,0 2 2 2 2 1 2 Catania 108 8,5 204 15,9 406 31,7 242 18,9 320 25,0 1.279 100,0 6 11 12 12 9 10 Altre 12 9,5 14 11,0 18 14,3 9 7,7 71 57,5 123 100,0 1 1 1 0 2 1 SICILIA 1.693 13,6 1.866 15,0 3.291 26,4 1.961 15,7 3.658 29,3 12.469 100,0 100 100 100 100 100 100 (*) Fonte: elaborazioni dati ISTAT, IV e V Censimento Generale dell'agricoltura, Roma.

Su base regionale, in Sicilia al 2000, le superfici sottese dalle classi minori di 1 ettaro ammontano al 13,6% (tab. 16) e quelle dalle classi minori di 2 ettari al 28,6%, mentre nel 1990 le rispettive aliquote erano rispettivamente del 11,6% e del 26,1%. Per le altre classi di ampiezza si registrano aliquote poco differenziate e stabili nel tempo. 2.3. Il biologico nel comparto frutta secca Nel ultimo decennio uno dei fenomeni più interesanti, nei principali Paesi del Unione Europea, è stato rappresentato dala crescente richiesta, da parte dei consumatori, di prodotti ottenuti attraverso processi produttivi a ridotto impatto ambientale ed in particolare di quelli biologici (De Stefano et al, 2000). L espansione delmetodo di produzione biologico è stato incentivato a partire dai primi anni 90 (Reg. CEE 2092/91), per efeto dei premi concesi ai produtori agricoli che hanno aderito ai programmi comunitari attraverso un impegno pluriennale (Reg. CEE 1257/99). Gli ordinamenti produttivi maggiormente interessati a tali regolamenti sono foraggi, cereali, prati, pascoli e in misura minore le coltivazioni arboree, tra le quali mandorlo e nocciolo. In Italia, il metodo di produzione biologico interessa prevalentemente le regioni del Mezzogiorno ed in particolare la Sardegna, la Sicilia e la Puglia nelle quali si concentra metà dela SAU biologica nazionale. Secondo idati forniti dal Asesorato Agricoltura e Foreste della Regione Sicilia, le superfici in biologico relative al comparto fruta seccaammontano complessivamente nel 2002 a 3.997,70 ettari (tab. 17).

TAB. 17 - SUPERFICI DELLE PRINCIPALI SPECIE DI FRUTTA SECCA COLTIVATE IN BIOLOGICO IN SICILIA (2002) (*) Specie Superficie ha % Castagno 53,83 1,3 Mandorlo 2.789,45 69,8 Noce 283,81 7,1 Nocciolo 870,61 21,8 Totale 3.997,70 100,0 (*) Fonte: stime FIAO-ISMEA su dati OdC. Il mandorlo risulta la specie maggiormente coltivata con il metodo biologico, intercettando poco meno di 2.790 ettari della superficie complessiva (69,8%), seguito dal nocciolo con 870,61 ettari (21,8%) e dal noce con 283,81 ettari (7,1%). Del tutto marginale risulta il peso del castagno con 53,83 ettari (1,3%). 2.4. L azione pubblica a favore del comparto frutta secca Le normative atraverso le quali si esplica l azione pubblica a favore del comparto della frutta secca prevedono sia misure specifiche per le singole colture sia interventi a carattere generale (riguardanti cioè più comparti produttivi) e/o territori appositamente delimitati. Tra gli interventi specifici messi in atto a favore del comparto oggetto di studio, larga applicazione ha avuto la L.R 23/90 che al fine di assicurare la conservazione degli impianti di nocciolo, mandorlo, pistacchio e carrubo, il cui mantenimento è minacciato da situazioni di grave crisi, nele aree sensibili dal punto di vista ambientale, (delimitate a norma del D.P 10 Maggio 1989) nelle quali le colture suddette svolgono un ruolo di difesa del suolo e di mantenimento degli equilibri ambientali e degli 31

insediamenti umani, disponeva un contributo annuale per ettaro 1, pari al 60% delle spese di coltivazione. L importo corispondenteera fissato in base a parametri economici e colturali determinati ai sensi della L.R n. 13/1986, art. 29, com.3. Nel ambito dela normativa a favore del comparto in esame, vanno ricordate le misure specifiche istituite dal U.E. per la fruta in guscio e le carube (regolamenti CEE nn. 789 e 790 del 1989 e successive modificazioni 2 ). Dette misure prevedevano un aiuto supplementare forfetario per la costituzione di organizzazioni di produttori, nonché un aiuto per il miglioramento della qualità e della commercializzazione, approvato dalle autorità competenti dello stato membro. Perché potessero beneficiare degli aiuti, le organizzazioni dei produttori dovevano presentare un piano di miglioramento della qualità e della commercializzazione che prevedeva l esecuzione di reimpianti o riconversioni varietali. Fra gli interventi comunitari a livello generale, vanno ricordati quelli specificamente rivolti al agricoltura di montagna e ale zone svantaggiate, ai sensi dela diretiva CEE n. 268/75 e successive modificazioni; questi interventi prevedevano il pagamento di indennità intese a compensare gli svantaggi naturali permanenti nei territori delimitati dalla direttiva CEE n. 167/84 3. Vanno inoltre ricordati i Regg. CEE 2328/91 e 870/93 (circolare n. 125/DR del 28 maggio 1993), relative al indennità. Modesti risultati hanno conseguito altri provvedimenti regionali, quali quelli previsti dalla L.R. n. 36/76 e successive modificazioni, miranti al potenziamento delle strutture e delle infrastrutture nei vari comparti produttivi, fra cui la L.R. n. 83/80. L insuficienza dei finanziamenti e l inadeguatezza dela strumentazione predisposta dalle suddette leggi ha comportato, infatti, modesti riflessi applicativi per il settore. La stesa L.R. n. 13/86 ( Interventi in materia di Credito agrario ), ispirata ale finalità perseguite dal U.E. con la politica direta al miglioramento del eficienza dele strutture agrarie e che ha contribuito a dare una certa organicità ai provvedimenti 1 Faceva eccezione il carubo, il cui importo era stabilito, anziché ad ettaro, per pianta. 2 Reggg. CEE nn. 2145/91, 832/92 e 141/92. I regolamenti richiamati modificano il Regolamento n. 1035/72 relativo al organizzazione comune dei mercati nel setore degli ortofruticoli. 3 La direttiva CEE n. 167/84 ha ampliato la delimitazione dei territori montani e svantaggiati precedentemente individuati dalla direttiva CEE n. 273/75. 32

legislativi in favore del agricoltura siciliana, ha avuto un impato inferiore a quelo atteso (Carrà, 1995). Di grande interesse si sono dimostrati i Regolamenti CEE relativi ai metodi di produzione agricola compatibili con le esigenze di protezione del ambiente e con la cura delo spazio naturale, atraverso i quali si istituisce un regime di aiuti in favore degli imprenditori che sottoscrivono, per almeno cinque anni, uno o più impegni definiti dal art. 2, come meglio evidenziato al paragrafo precedente. Interesante risulta esere la misura 4.06 (ex 4.2.1) denominata Investimenti aziendali per l irobustimento dele filiere agricole e zootecniche del Programma operativo della regione siciliana POR 2000-2006, la misura 4.06 ha lo scopo di migliorare la competitività dei sistemi agricoli ed agroindustriali in un contesto di filiera, sostenere lo sviluppo dei sistemi rurali e valorizzare le risorse agricole, forestali, ambientali e storico culturali nonché, di favorire l ampliamento dele dimensioni aziendali per il conseguimento di vantaggi sul lato dei costi di produzione e di aumentare la capacità di innovazione di processo e anche di prodotto delle imprese. Tuttavia non è sempre applicabile nel comparto della frutta secca, in quanto il raggiungimento delle UDE richieste, implica la disponibilità di superfici elevate. Infine, il Regolamento CEE 1782/03 relativo alla Riforma di medio termine della PAC,prevede tra l altro l istituzione di un regime di aiuto per le superfici a fruta in guscio e a frutta secca che dalle prime indicazioni sembra abbia dato risultati incoraggianti per quanto riguarda il grado di applicazione. Le specie ammesse all'aiuto sono mandorle, noci, pistacchi, carrubo e nocciolo, tale Regolamento, sembra essere la carta vincente per risollevare le sorti della frutta in guscio ed in particolare dei noccioleti. Si tratta di un aiuto secco, i cui vincoli sono limitati al numero di piante per ettaro che varia secondo la specie; in particolare il numero di alberi per ettaro non può essere inferiore a: 125 per le nocciole; 50 per le mandorle; 50 per le noci comuni; 50 per i pistacchi; 30 per le carrube. 33

Inoltre l estensione minima dei fruteti è fisata a 0,10 etari. Con riferimento agli importi erogabili, il prospetto sottostante riporta gli aiuti comunitari previsti per la frutta in guscio. PRODOTTI AIUTO COMUNITARIO PREVISTO ( /ha) AIUTO NAZIONALE PREVISTO ( /ha) Nocciole 314,00 120,75 Altra frutta in guscio 227,00 120,75 Fonte: Mipaf, 2004. 34

3. METODOLOGIA DELLE INDAGINI 3.1. L individuazione dela zone rappresentative e le rilevazioni teritoriali. Al fine di definire la consistenza delle superfici interessate e al fine di individuare le principali aree di diffusione delle colture oggetto di studio, si è ritenuto opportuno attingere ai dati ISTAT, nonché alle informazioni raccolte presso enti ed istituzioni varie (Ispettorati Provinciali del Agricoltura, Sezioni Operative di Asistenza Tecnica, Assessorato Agricoltura e Foreste). Sulla base di dati ottenuti dalle ricerche sopra menzionate, si è ritenuto opportuno scegliere come zona d indagine la provincia di Siracusa, che non è la provincia più rappresentativa in termini di superfici e produzioni, ma che rappresenta la provincia in cui la coltivazione del mandorlo ha avuto maggiori riscontri soto l aspeto economico e qualitativo. È stato così possibile accertare che nel Siracusano, le aree mandorlicole interessano 19 comuni ed in particolare Noto, Siracusa, Avola, Rosolini (ISTAT, 2000). Per quanto attiene alla coltivazione del nocciolo, la zona d indagine è stata individuata nella provincia di Messina, che è quella più rappresentativa del Isola intercetando l 81% dele superfici investite e quasi l 82% delle produzioni sul totale regionale. È stato così possibile accertare che nel Messinese, le aree nocciolicole interessano circa una trentina di comuni, con una elevata concentrazione nei territori di Tortorici, Montalbano Elicona, Sant Angelo di Brolo, Sinagra, Ucria, San Piero Pati, San Salvatore di Fitalia (ISTAT, 2000). Le indagini territoriali hanno avuto come supporto una scheda di rilevazione appositamente predisposta (un modello della quale, denominata Scheda A, è stata riportata in Appendice) che ha consentito di acquisire una notevole quantità di notizie e di fornire quindi una quadro particolareggiato della realtà in cui sviluppare succesivamente l indagine aziendale. In particolare, la Scheda A è costituita dalle seguenti sezioni: 35

1) ambiente fisico (caratteri del terreno, quali: origine, tipo, profondità, giacitura ed altitudine); 2) carateri e notizie del azienda mandorlicola nel Siracusano(superfici investite per cultivar; caratteristiche strutturali delle piantagioni, quali: sesti di impianto e forme di allevamento; calendari di maturazione e rese unitarie per cultivar; classi di ampiezza delle aziende; tipi di impresa ed indirizzo produttivo); 3) cara teri e notizie del azienda nocciolicola nel Mesinese(superfici investite per cultivar; caratteristiche strutturali delle piantagioni, quali: sesti di impianto e forme di allevamento; calendari di maturazione e rese unitarie per cultivar; classi di ampiezza delle aziende; tipi di impresa ed indirizzo produttivo); 4) caratteri del mercato di produzione delle mandorle (epoca e modalità di vendita, mediatori: funzioni svolte e relativi compensi, figure degli acquirenti, principali canali distributivi); 5) caratteri del mercato di produzione delle nocciole (epoca e modalità di vendita, mediatori: funzioni svolte e relativi compensi, figure degli acquirenti, principali canali distributivi). Sulle base delle informazioni acquisite, è stato possibile individuare le zone maggiormente interessate alla coltivazione del mandorlo nel Siracusano e del nocciolo nel messinese, inoltre è stato possibile disporre di un quadro sufficientemente esaustivo sulle principali caratteristiche strutturali e produttive delle coltivazioni. Tali informazioni sono state utili nella fase successiva del lavoro per poter predisporre un idoneo piano di campionamento aziendale. 3.2. La selezione delle aziende esaminate, i criteri generali di rilevazione e le modalità adottate L indagine economicaè stata svolta partendo dalla formazione di un campione aziendale, che sia nel caso del mandorlo che del nocciolo, è costituito da 10 aziende, di cui 5 coltivate con il metodo di produzione biologico e 5 con il metodo di produzione convenzionale. In tal modo è stato possibile svolgere analisi comparative dei risultati economici nele due tipologie d aziende esaminate. 36

Al fine di esaminare le principali caratteristiche organizzative e gestionali, nonché i relativi risultati economici delle aziende mandorlicole e nocciolicole nelle aree d indagine, si è proceduto al acquisizione di specifici dati ed informazioni, operando sui campioni di cui sopra, opportunamente prescelti sulla base delle risultanze emerse dal analisi teritoriale. Le aziende sono state scelte sulla base di appositi criteri in grado di garantire la rappresentatività del campione alla realtà economico-territoriale delle aree esaminate. Per questo motivo, ci si è orientati in primo luogo verso quelle aziende che presentavano caratteri strutturali (natura, giacitura e altimetria del terreno, ampiezza delle superfici ecc..) maggiormente rappresentativi delle situazioni più largamente diffuse nei territori in esame. La tecnica di campionamento adottata è quella mista, che prevede la fissazione di alcuni fattori di stratificazione scelti in relazione ai principali caratteri delle aziende mandorlicole e nocciolicole, lasciando agli altri di manifestarsi in maniera casuale. In particolare i fattori di stratificazione presi in esame per l indagine aziendale sono stati: 1) cultivar; 2) forma di allevamento; 3) Tipo di conduzione (biologico, convenzionale); Per rendere maggiormente significativi i risultati economici e considerando la variabilità della produzione in rapporto agli andamenti stagionali, sono state rilevate le produzioni medie relative al quadriennio 1999-00/2002-03 ed i prezzi spuntati nel annata 2002/03.Per quanto attiene, invece, ai prezzi dei fattori produttivi e dei servizi, ci si è riferiti al annata 2002/03. Per le rilevazioni aziendali è stata utilizzata una scheda-questionario predisposta ad hoc (denominata Scheda B ) una copia dela quale è riportata in Appendice. Tale scheda è articolata nelle seguenti sezioni: 1) caratteri generali del fondo; 2) organizzazione del azienda; 3) investimenti fondiari; 4) mandorleto, noccioleto; 37