MONITORAGGIO LINEE DI INDIRIZZO SULL AFFIDAMENTO FAMILIARE



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MONITORAGGIO LINEE DI INDIRIZZO SULL AFFIDAMENTO FAMILIARE Report operativo di ricognizione degli ambiti territoriali coinvolti all interno del percorso di monitoraggio delle Linee di Indirizzo per l Affidamento Familiare. Versione 3 LabRIEF, Università di Padova, http://www.educazione.unipd.it/labrief/ Cabina di Regia istituzionale Aprile 2014

1

INDICE Introduzione Capitolo 1 - I Centri per l Affido nei 10 ambiti territoriali p. 5 1.1 Gestione dei progetti di affidamento familiare p. 10 1.2 Progetti specifici di affidamento familiare p. 17 Capitolo 2 - I dati dell affidamento familiare p. 18 2.1 Bambini e ragazzi in affido p. 18 2.2 Età dei bambini e ragazzi in affido p. 20 2.3 Bambini di cittadinanza non italiana in affidamento p. 22 2.4 Affidamenti giudiziali e consensuali p. 24 2.5 Affidamenti etero-familiari ed intra-familiari p. 26 2.6 Affidamenti diurni e residenziali p. 32 2.7 Durata degli affidamenti p. 39 2.8 Affidatari p. 42 Capitolo 3 - Sfide e risorse dell affidamento familiare nei 10 ambiti territoriali p. 49 Schede Scheda A - Centro Affidi di Alatri p. 52 Scheda B - Centro Affidi di Bari p. 54 Scheda C - Centro Affidi di Caltanissetta p. 56 Scheda D - Centro Affidi di Firenze p. 57 Scheda E - Centro Affidi di Genova p. 58 Scheda F - Centro Affidi di Jesi p. 60 Scheda G - Centro Affidi di Milano p. 61 Scheda H - Centro Affidi del consorzio Monviso Solidale p. 63 Scheda I - Centro Affidi di Salerno p. 65 Scheda J - Centro Affidi di Trieste p. 67 2

Introduzione Il presente report operativo si inserisce all interno del percorso di implementazione e monitoraggio delle Linee di indirizzo nazionale dell affidamento familiare (2012; d ora in poi: Linee di Indirizzo) nel contesto del progetto inter-istituzionale Un percorso nell affido Progetto nazionale di promozione dell affidamento familiare, attivato nel 2007 dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in collaborazione con il Coordinamento Nazionale Affido, il Dipartimento per le Politiche della Famiglia, la Conferenza delle Regioni e Province Autonome, l U.P.I., l A.N.C.I. e il Centro nazionale di documentazione e analisi per l infanzia e l adolescenza. In questo quadro, il Laboratorio di Ricerca e Intervento in Educazione Familiare dell Università di Padova, in quanto partner scientifico dell iniziativa e membro della Cabina di Regia, ha curato il presente lavoro che consiste nell analisi delle schede di ricognizione, inviate ai dieci ambiti territoriali coinvolti nell implementazione, il 20.06.2013 nella giornata formativa dedicata all avvio del percorso di implementazione e che ogni referente territoriale dell Ambito Territoriale (da ora in poi AT) ha debitamente compilato entro i primi di ottobre 2013. Una prima versione del report è stata pubblicata nella piattaforma Moodle (lo strumento base di comunicazione fra LabRIEF, la cabina di regia e gli AT aderenti) a fine novembre. In base alle osservazioni ricevute sulla prima versione da fine novembre 2013 al 21.01.2014 è stata redatta la seconda versione, la quale ha recepito quindi tutte le osservazioni inviate dagli AT in quell arco temporale. Anche quella seconda versione è stata discussa nel forum e in base alle osservazioni pervenute da alcuni AT nei mesi di febbraio e marzo 2014 e durante la Conferenza Nazionale sull infanzia e sull Adolescenza (Bari, 27-28 marzo 2014). La finalità del presente report è quella di dare conto delle informazioni contenute in suddette schede, organizzandole in una mappatura dei servizi territoriali per l affidamento familiare connessa alla verifica della consonanza nelle pratiche delle indicazioni/raccomandazioni promosse dalle Linee di Indirizzo nazionali. Ciò al fine di avviare con gli AT coinvolti una riflessione teorica e una rivisitazione operativa per quel che concerne l applicabilità effettiva delle indicazioni e gli eventuali ostacoli rispetto all implementazione concreta dei contenuti e delle procedure indicate nelle Linee di Indirizzo. Tutto questo servirà in ultima analisi alla Cabina di Regia per delineare un quadro globale di punti di forza e criticità delle stesse, eventualmente utile alla loro revisione. In secondo luogo, questa verifica permetterà di comprendere come possono essere implementati nuovi e specifici assetti organizzativi, gestionali e di intervento dei Centri per l Affido 1 territoriali. Il processo vedrà una successiva fase di seconda sottomissione di schede di ricognizione degli assetti territoriali entro il mese di ottobre 2014 che permetterà un analisi ex post dell avvenuta innovazione dei Centri per l Affido territoriali in termini di quadro organizzativo, pratiche di intervento e regolamenti messi in atto in ogni ambito territoriale. A questo si aggiunga l elemento di supporto operativo messo a punto a latere del presente report, che consiste nella pubblicazione del Sussidiario per famiglie e operatori, documento di approfondimento tecnico-professionale e manuale ad uso degli operatori e delle famiglie per inquadrare il fenomeno dell affidamento familiare da un punto di vista divulgativo e operativo. 1 Il termine Centri per l Affido è utilizzato nel presente report in maniera coerente al lessico utilizzato all interno delle Linee di Indirizzo, quindi come macro-categoria lessicale per riferirsi ai servizi che in ogni ambito territoriale si occupano di affido familiare. Tale termine non è quindi uguale ai diversi e specifici nomi attribuiti singolarmente in ogni ambito territoriale. 3

Il presente report è organizzato secondo una prima lettura d insieme degli assetti organizzativi, gestionali, quantitativi e qualitativi del fenomeno così come emerge dalla lettura congiunta delle schede ricevute e una lettura più puntuale, sotto forma di scheda specifica, per ogni realtà territoriale coinvolta. Tale organizzazione è finalizzata quindi sia ad una lettura d insieme che ad un analisi maggiormente dettagliata dell organizzazione, gestione e cura dei diversi Centri per l Affido territoriali. I termini e le tipologie di azione analizzate e nominate all interno del presente report sono coerenti agli assunti fondamentali, alle tipologie di affidamento, alle raccomandazioni e azioni indicate dalle Linee di Indirizzo e pertanto devono essere ricondotte ad esse. Il capitolo che segue inquadra la ricognizione degli assetti territoriali in merito all affidamento familiare da un punto di vista generale, con l obiettivo di restituire un quadro composito e coerente del fenomeno della gestione dell affidamento familiare nei dieci ambiti territoriali. Vi si troveranno riferimenti alle singole realtà unicamente come elementi di confronto per restituire al lettore l eterogeneità delle pratiche locali che hanno a che fare con l affidamento familiare. I capitoli 1 e 2 illustrano, a partire dai dati relativi all organizzazione, gestione e titolarità dei diversi Centri per l Affido per affrontare in secondo luogo la gestione dei progetti di affidamento familiare, i dati dell affidamento familiare, i progetti specifici e le sfide e risorse territoriali legate al fenomeno dell accoglienza familiare. 4

CAPITOLO 1 - I Centri per l Affido nei dieci ambiti territoriali Il presente capitolo risponde all obiettivo di restituire un quadro di funzionamento globale e organizzazione dei diversi Centri per l Affido dei dieci ambiti coinvolti all interno del loro territorio e delle specifiche risorse, anche associative, ivi presenti. Nello specifico, il capitolo si occupa: a) di individuare la presenza dei Centri per l Affido sul territorio, b) di evidenziarne la loro titolarità e gestione, c) di dar conto degli operatori coinvolti (numero, tipologia di coinvolgimento, professionalità, tipologia di legame contrattuale), d) di rappresentare la funzionalità dei Centri per l Affido, e) di dar conto dei servizi per gli operatori coinvolti (in termini di formazione e supervisione), f) di far emergere le collaborazioni con le associazioni territoriali e g) di dar conto della presenza di collaborazioni con reti di famiglie affidatarie locali. Tutti i dieci ambiti offrono un servizio specifico per affidamenti familiari, denominandoli con nomi diversi: Ufficio distrettuale per l'affidamento familiare (Alatri), Strada facendo - servizio affido (Bari), Equipe (Caltanissetta e consorzio Monviso), Servizio affido familiare (Genova), Servizio integrato affido (Jesi), Servizio coordinamento affidi (Milano), S.A.T. Servizio affidamento familiare e adozioni territoriale (Salerno) e Gruppo affido (Trieste). L unico Comune ad utilizzare il termine Centro Affidi è quello di Firenze. I Centri per l affido sono attivi in media da 15 anni, i più longevi sono i Centri per l Affido di Firenze (nel 1977 è stato stabilito il primo regolamento), di Milano (1982), di Genova (dal 1977 e fino al 1980 le funzioni relative all affidamento familiare sono state curate dal Comune di Genova, che nel 1978 ha approvato il relativo regolamento), di Salerno (nel 1988 è stato istituito il primo servizio di affido familiare, mentre nel 2005, a seguito di direttive regionali, è stata creata l attuale équipe) e di Trieste (1985). Quelli di più recente costituzione sono quelli di competenza di Bari (2009), Jesi e Alatri (2006). La titolarità dei servizi è per tutti i territori pubblica. Nella maggior parte dei casi si tratta di titolarità comunali (Bari, Caltanissetta, Firenze, Genova, Milano, Trieste); vi è poi un numero residuale di Centri per l Affido di titolarità inter-comunale (Monviso, Salerno) e infine distrettuale (Alatri). All interno di tali titolarità, vi è in qualche caso la presenza anche di altri soggetti pubblici, come il Tribunale per i Minorenni (Caltanissetta) e/o le Aziende sanitarie locali (Caltanissetta, Jesi, Salerno). La gestione dei Centri per l Affido è a prevalenza pubblica, ma più eterogenea rispetto alle titolarità. Sono infatti co-gestori anche altri soggetti pubblici come le Aziende sanitarie locali (Genova, Salerno) e altri soggetti titolari (per il Centro per l Affido di Caltanissetta sono coinvolti anche l Asp e il Tribunale Minorenni e per quello di Jesi la gestione è inter-istituzionale, con Comune e la locale Asp che gestisce aspetti amministrativi e organizzativi). Unico caso di gestione privata rilevato è il caso del Servizio Affidi «Strada facendo» di Bari che è in gestione a una cooperativa sociale (GEA soc. coop. Sociale) per tutti gli aspetti, sia amministrativi sia sociali. Un ruolo da protagonista delle realtà del privato sociale è quello riservato dal Servizio di coordinamento affidi di Milano che vede l integrazione, circoscritta ad alcune attività e sottoposta all orientamento e alla condivisione con l ente pubblico committente, di tre soggetti privati. Anche il 5

Centro Affidi di Firenze ha all attivo due protocolli di intesa con coordinamenti di associazioni del privato sociale. Tali accordi sono relativi alla collaborazione nella sensibilizzazione e promozione della cultura dell accoglienza e dell affidamento familiare tramite una programmazione di iniziative volte anche ad allargare la disponibilità nella cittadinanza e nel tessuto comunitario verso questa esperienza nelle sue diverse forme. Tutti i Centri per l Affido selezionati si occupano di affidamento familiare, ad eccezione del SAT, Servizio affidamento familiare e azioni territoriale di Salerno che si occupa anche di adozioni. Tale riscontro fa presumere che nella maggior parte dei casi ci siano distinzioni nette fra i servizi per l affidamento e quelli per le adozioni. Nei Centri per l Affido sono coinvolti in media 12 operatori, di cui 11 a tempo parziale. Il Centro per l Affido con il numero maggiore di operatori a tempo pieno è quello di Milano (5 operatori), mentre quelli senza operatori a tempo pieno sono Alatri, Bari, Caltanissetta, Jesi, Monviso e Salerno. Il Centro per l Affido con il numero maggiore di operatori a tempo parziale è quello del distretto Monviso, con 37 assistenti sociali coinvolti (2 dell équipe e 35 del Servizio Sociale territoriale) che contribuiscono a formare l équipe di riferimento. All altro estremo, i Centri per l Affido con il numero minore di operatori a tempo parziale sono quelli di Jesi e Milano (entrambi con 2 operatori part-time). Le professionalità coinvolte sono stabili nei diversi Centri per l Affido, con una presenza media di 10 assistenti sociali, 2,5 psicologi e un altro operatore di altra professionalità. Per quel che concerne l impiego di assistenti sociali, il Centro per l Affido con il numero più rilevante è quello del consorzio Monviso (37) ma questo evidentemente per un organizzazione fortemente integrata con il Servizio sociale di base, mentre all estremo opposto i Centri per l Affido di Alatri, Bari, Jesi e Trieste impiegano unicamente un assistente sociale. Il numero più rilevante di psicologi coinvolti (indipendentemente dalla forma contrattuale e dalle ore di lavoro) concerne il Centro per l Affido di Bari (7 psicologi), mentre quello più esiguo si riferisce ai Centri per l Affido di Jesi e Salerno e al consorzio Monviso, che impiegano un solo psicologo. Per quel che compete gli operatori con altra formazione: in linea generale, per i Centri per l Affido di Firenze, Genova e Trieste, si tratta della figura dell educatore, per Milano, si tratta della figura di un amministrativo, per Bari di un supervisore e un coordinatore, per il Centro di Caltanissetta di giudici togati e giudici onorari, per il consorzio Monviso di educatori professionali e operatori sociosanitari. Operatori coinvolti nei Centri per l Affido dei Comuni con piu di 200.000 abitanti Totale Tempo pieno Tempo parziale Professionalità altri operatori funzionari/coordinator i psicologi assistenti sociali Bari 10 0 10 1 supervisore 1 7 1 Firenze 7 2 5 educatori 1 Si 2 Genova 30 2 28 2 educatori 2 6 20 Milano 7 5 2 1 amministrativo 0 2 4 Trieste 4 1 3 1 educatore 0 2 1 Valore medio 12 2 10 1 4 5 6

TABELLA 1: OPERATORI COINVOLTI AL 31 DICEMBRE 2012 NEI CENTRI PER L AFFIO DEI COMUNI CON PIÙ DI 200.000 ABITANTI FRA I 10 AT DEL PROGETTO UN PERCORSO NELL AFFIDO. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI. Come emerge dalla Tabella 1, le esperienze sono eterogenee in merito alle figure professionali coinvolte. In media i Centri per l Affido delle grandi realtà impiegano circa 12 operatori, di cui 10 a tempo parziale. Le figure coinvolte sono in media 1 funzionario/coordinatore, 4 psicologi e 5 assistenti sociali. Entrando nel merito delle diverse esperienze, il Centro per l Affido di Bari vede per il 70% l impiego di psicologi che, se sommati al supervisore, rappresentano l 80% del totale: l équipe si caratterizza, almeno a livello di approccio, come prevalentemente centrata sulla valutazione, diagnosi, accompagnamento psicologico-clinico delle famiglie e dei bambini coinvolti. In questa équipe è previsto il coordinamento. Il Centro per l Affido di Firenze, che impiega soprattutto operatori a tempo parziale (70%), vede oltre agli psicologi, una figura di coordinamento e un numero non precisato di figure educative, mentre sono assenti le assistenti sociali nel team di lavoro sull affido. Anche in questa équipe è previsto il ruolo di coordinamento. Il Centro per l Affido di Genova, coordinato da una psicologa, coinvolge, in chiara antitesi, prevalentemente assistenti sociali (66%) e solo in misura minore un gruppo di psicologi (pari al 20%).Sono presenti anche 2 educatori, pari al 7% della compagine. Il Centro per l Affido di Genova prevede due figure organizzative pertinenti ai responsabili dei servizi coinvolti nel Centro (Comune e Asl). Il Centro per l Affido di Milano impiega in prevalenza personale a tempo pieno (70%), con il 60% di assistenti sociali (60%); in più tale Centro vede la presenza di un amministrativo. Il Centro per l Affido di Trieste impiega personale per il 75% a tempo parziale e la sua équipe è composta al 50% da operatori di formazione socio-educativa e per l'altro 50% da operatori di formazione psicologica. Operatori coinvolti nei Centri per l Affido dei Comuni con meno di 200.000 abitanti Totale Tempo pieno Tempo parziale Professionalità altri operatori Psicologi assistenti sociali funzionari/coordinat ori Alatri 3 0 3 1 2 1 giudici togati Caltanissetta 7 0 7 e giudici onorari si si si consorzio Monviso 37 0 37 0 1 37 Jesi 2 0 2 0 1 1 Salerno 16 0 16 1 1 14 Valore medio 13 0 13 1 1 13 TABELLA 2: OPERATORI COINVOLTI AL 31 DICEMBRE 2012 NEI CENTRI PER L AFFIO DEI COMUNI CON MENO DI 200.000 ABITANTI FRA I 10 AT DEL PROGETTO UN PERCORSO NELL AFFIDO. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI. Dal confronto possibile fra Centri per l Affido dei Comuni più piccoli visualizzati con la Tabella 2 rispetto ai Centri per l Affido delle grandi realtà (Tabella 1), emergono alcune considerazioni: 1) numero più allargato in media di personale impiegato con 13 operatori anziché 11; 2) totalità di impiego a 7

part time in confronto a personale a tempo pieno impiegato nelle grandi città; 3) presenza minore di psicologi (1 in media rispetto ai 4 dei Comuni sopra i 200.000 abitanti); 4) netta prevalenza della figura dell assistente sociale (13 versus 4); 5) minore partecipazione di altre figure, in particolare educative. Le funzionalità dei Centri per l Affido sono legate a quattro obiettivi principali, che vedono coinvolte tutte le realtà territoriali. Essi sono: a) promozione affidamento familiare, b) formazione famiglie affidatarie, c) conoscenza ed individuazione famiglie affidatarie, d) abbinamento bambino-famiglia affidataria. I Centri per l Affido che si occupano della definizione del progetto di affidamento familiare in maniera rilevante sono quelli di Alatri, Bari, Caltanissetta, Consorzio Monviso (su richiesta dell AS), Salerno e Trieste. Ad esclusione del Centro per l Affido del consorzio Monviso (che interviene su richiesta dell assistente sociale che ha in gestione il caso) e di Salerno (che interviene su richiesta dell assistente sociale nei casi di affido giudiziale), tutti i Centri per l Affido si occupano di sostegno alla famiglia affidataria. I Centri per l Affido che si occupano anche del sostegno alla famiglia naturale sono quelli di Bari, Caltanissetta e Salerno. Emerge, quindi, una totalità degli ambiti territoriali dell Italia meridionale coinvolta nel supporto esplicito alla famiglia del bambino; tale dato è anche da leggere in relazione all alto tasso di promozione nei suddetti Comuni delle politiche di affidamento a parenti (cfr. par. 1.3.2). I Centri per l Affido che si occupano anche del sostegno al bambino sono quelli di Bari, Caltanissetta, consorzio Monviso (che interviene su richiesta dell assistente sociale che ha in gestione il caso), Firenze (solo in casi particolari), Salerno e Monviso. I Centri per l Affido che si occupano della valutazione della famiglia naturale sono quelli di Caltanissetta, consorzio Monviso (che interviene su richiesta dell assistente sociale che ha in gestione il caso) e Salerno (solo su richiesta dell assistente sociale territoriale nei casi degli affidi giudiziali). Tale dato è da leggere in relazione alle osservazioni sul coinvolgimento della famiglia naturale messo in opera da parte dei Centri per l Affido di Bari, Caltanissetta e Salerno. Ad eccezione dei Centri per l Affido di Bari, Jesi, Milano e Trieste, tutti i Centri Affidi si occupano di consulenza/formazione con la scuola sui temi dell affidamento familiare e sulla gestione dei bambini in affido a scuola. I Centri per l Affido promuovono a loro volte altre attività, come la consulenza al servizio sociale (Alatri, Genova, consorzio Monviso e Milano), l attivazione di reti di risorse con imprese sociali, volontariato e loro coordinamento (Milano), la formazione e supervisione degli operatori (Alatri, Milano), il supporto ai comuni di tipo finanziario (Alatri) e l attività di ricerca intesa come ricerca scientifica, rilevazione ed elaborazione dati, costruzione e mantenimento di una banca dati di bambini in affido e famiglie affidatarie (Alatri, Genova). Tutti i Centri per l Affido ad eccezione di quelli di Caltanissetta, Salerno e Trieste offrono formazione specifica agli operatori coinvolti. Si tratta nella totalità dei casi di formazione rivolta a tutto il compar- 8

to sociale (servizi socio-sanitari-educativi, privato sociale, professionisti operanti nel settore) sui temi dell affidamento (rapporto con la famiglia naturale, pratiche di valutazione e abbinamento, follow up, ecc), anche attraverso percorsi universitari e/o di alta formazione (convegni, iniziative seminariali, come in particolare per i Centri per l Affido di Genova, Milano e Trieste). La supervisione periodica degli operatori è offerta dai Centri per l Affido di Alatri, Bari e Jesi. Tutti i Centri per l Affido, ad eccezione di quello di Alatri, collaborano con altri servizi e soggetti per progetti di affidamento familiare, in particolare con reti di famiglie e associazioni di promozione familiare e dell affido. Le associazioni di volontariato collaborano con il Centro per l Affido di Genova per il reperimento di pensionati disponibili a progetti di affido diurno; lo stesso centro prevede una collaborazione con alcune associazioni di migranti finalizzata al reperimento di famiglie per l affido omo-culturale. Le fondazioni bancarie e le imprese sociali collaborano con il Centro per l Affido di Milano, mentre altre imprese collaborano con Genova. Le reti informali e parrocchiali collaborano con il Centro per l Affido di Caltanissetta. Le collaborazioni sono principalmente centrate sulle attività di: a) sensibilizzazione/promozione affidamento familiare (Centri per l Affido di Caltanissetta, Firenze, Genova, Jesi, Milano, Monviso, Salerno), b) individuazione famiglie disponibili (Centri per l Affido di Caltanissetta, Firenze, Genova, Jesi, Milano e consorzio Monviso), c) organizzazione dei cicli di formazione e informazione rispetto all affidamento familiare (Centri per l Affido di Bari, Genova, Milano e consorzio Monviso). In seconda battuta, tali legami sono coinvolti nel sostegno alle famiglie affidatarie (Centri per l Affido di Milano e del consorzio Monviso). Il Centro per l Affido del Comune di Milano rappresenta a questo proposito un caso particolare di collaborazione con il privato sociale. Attualmente, infatti, un protocollo d intesa biennale prevede convenzioni con tre associazioni temporanee di impresa per: a) azioni di sensibilizzazione, b) reperimento, formazione, conoscenza, valutazione affidatari, c) monitoraggio e sostegno del progetto di affido, d) sostegno educativo temporaneo durante la permanenza del minore in affido familiare, diretto a minore/famiglia affidataria/famiglia naturale. Particolarmente rilevante è la recente istituzione di un Tavolo Affidi cittadino, aperto a organizzazioni, imprese sociali, associazioni di famiglie impegnate per l affido e l accoglienza familiare di minori, con compiti consultivi, di studio e di confronto costante sulle attività istituzionali e non, in particolare, sulle strategie e azioni di comunicazione e diffusione della cultura dell accoglienza familiare. Il Centro per l Affido di Firenze, con i suoi due protocolli con altrettanti coordinamenti di associazioni, gestisce direttamente la formazione e la conoscenza delle famiglie che offrono la propria disponibilità e l abbinamento ai progetti di affido che vengono indicati dagli operatori territoriali titolari della presa in carico dei minori. 9

1.2 Gestione dei progetti di affidamento familiare L obiettivo di questo paragrafo è quello di offrire una panoramica generale delle attività realizzate dai diversi Centri per l Affido all interno del loro operato. Nello specifico, questo paragrafo permette di delineare un quadro globale delle attività dei Centri per l Affido rispetto all azione nelle diverse fasi dell affidamento familiare (in termini di coinvolgimento degli operatori, frequenza nella collaborazione con altri enti e azioni intraprese), rispetto alle tipologie di affidamento familiare utilizzate/promosse, alle forme di promozione della cultura dell affidamento familiare, al tipo di percorsi di conoscenza e individuazione delle famiglie affidatarie, alla scrittura progetti di affidamento familiare e inquadramento di tali progetti nel Progetto Quadro relativo alle famiglie naturali prese in carico, al monitoraggio dell affidamento familiare e alla valutazione dell affidamento familiare nel territorio. Per quel che concerne l azione dei diversi Centri per l Affido nelle diverse fasi dell affidamento familiare (intese nella scheda come: promozione dell affidamento familiare, formazione delle famiglie affidatarie, conoscenza ed individuazione delle famiglie affidatarie, abbinamento, definizione del progetto, sostegno alla famiglia affidataria, al bambino e alla sua famiglia, valutazione del progetto di affidamento, chiusura del progetto di affidamento e il Frequenza collaborazione con altri enti per promozione affido 30% 40% follow up), si analizzeranno di seguito il coinvolgimento degli operatori, la collaborazione con altri enti territoriali e la valutazione della frequenza della collaborazione. 20% 10% sempre molto spesso spesso abbastanza (Centri per l Affido di Jesi). La promozione dell affidamento familiare vede tutti i Centri per l Affido coinvolti in questa fase insieme a: a) personale delle ASL (Centri per l Affido di Genova, Salerno e consorzio Monviso), b) personale delle associazioni e del privato sociale (Centri per l Affido di Alatri, Bari, consorzio Monviso, Firenze, Genova, Jesi, Milano e Salerno), c) referenti dei Comuni (Centri per l Affido di Alatri, Bari e Jesi), d) personale delle scuole La frequenza della collaborazione con altri enti è giudicata particolarmente stretta, con il 70% dei Centri per l Affido che collabora costantemente. Frequenza collaborazione con altri enti per formazione famiglie affidatarie 22% Le azioni intraprese a tal proposito consistono in incontri a cadenza mensile (come nel caso del Centro per l Affido di Milano) e bimensile (per il Centro per l Affido di Bari). 11% 67% sempre spesso abbastanza Tutti i Centri per l Affido sono coinvolti nella formazione delle famiglie affidatarie insieme a: a) personale delle ASL (Centri per l Affido di Genova e del consorzio Monviso), b) personale delle associazioni e del privato sociale (Centri per l Affido di Alatri, Bari, consorzio Monviso, Genova, Jesi, Milano e Salerno), c) giudici del Tribunale per i Minorenni (Centro per l Affido di 10

Genova), d) famiglie affidatarie e case-famiglia (Centro per l Affido di Genova). La frequenza della collaborazione è valutata come particolarmente stretta, con l 80% dei Centri per l Affido che collabora costantemente con altri enti. Le azioni particolarmente rilevanti intraprese a riguardo sono quelle di percorsi formativi per le famiglie affidatarie, colloqui, individuazione di strumenti di assessment (come nel caso del Centro per l Affido di Alatri) e soprattutto incontri di gruppo (Centri per l Affido di Alatri, Genova, Milano). Frequenza collaborazione con altri enti per conoscenza famiglie 22% 11% 11% 56% sempre spesso abbastanza poco Tutti i Centri per l Affido sono coinvolti nella fase di conoscenza e individuazione delle famiglie affidatarie insieme a: a) assistenti sociali dedicati (Centri per l Affido di Alatri, Bari, Milano, Genova, Jesi e Trieste), b) personale delle ASL (Centri per l Affido del consorzio Monviso e di Genova e Jesi), c) personale delle associazioni e del privato sociale (Centri per l Affido di Bari, Milano e Salerno), d) giudici del Tribunale per i Minorenni (Centri per l Affido di Bari e Salerno). Frequenza collaborazione con altri enti per abbinamento La frequenza della collaborazione vede il 78% dei Centri per l Affido collaborare sempre e spesso con altri enti in questa fase. 10% 10% Alcune azioni intraprese a riguardo sono gli incontri di conoscenza e visita domiciliare, i supporti educativi 80% (come nel caso del Centro per l Affido di Milano) e l istituzione della figura del referente aggregativo del Centro per l Affido di Alatri. sempre molto spesso Per quanto riguarda l abbinamento, tutti i Centri per spesso abbastanza l Affido rivestono il ruolo di soggetto principale insieme a: a) assistenti sociali incaricati (Centri per l Affido di Alatri, Bari, consorzio Monviso, Genova, Jesi, Milano e Salerno), b) personale delle ASL (Centri per l Affido di Genova, del consorzio Monviso e di Jesi), c) personale delle associazioni e del privato sociale (Centro per l Affido di Bari), d) autorità del Tribunale per i Minorenni (Centro per l Affido di Salerno). La frequenza della collaborazione è strettissima, ricoprendo una collaborazione pari al 90% fra sempre e molto spesso. Frequenza collaborazione con altri enti per la definizione del progetto 10% 10% Un azione peculiare è intrapresa dal Centro per l Affido di Genova che ha costruito una banca dati delle famiglie condivisa fra Comune e Asl. 80% Per quel che riguarda la definizione del progetto di affidamento familiare, tutti i Centri per l Affido ad eccezione del Centro per l Affido di Salerno che per sempre molto spesso abbastanza 11

30% Frequenza collaborazioni con altri enti per sostegno alla famiglia affidataria 10% 10% 50% quelli giudiziali interviene unicamente su richiesta dell assistente sociale rivestono il ruolo di soggetto principale insieme a assistenti sociali incaricati e: a) personale delle ASL (Centri per l Affido del consorzio Monviso e di Genova, Milano e Trieste), b) personale delle associazioni e del privato sociale (Centro per l Affido di Bari), c) personale delle comunità educative (Centro per l Affido di Trieste), d) autorità del Tribunale per i Minorenni (Centri per l Affido di Bari e Salerno), e) famiglie affidatarie (Centro per l Affido di Alatri). sempre molto spesso abbastanza poco La frequenza della collaborazione è strettissima. Azioni rilevanti nell ambito sono il Patto di Affido del Centro Affidi di Milano, la Scheda di progetto di affido e Scheda di verifica del progetto di affido del Centro per l Affido del Comune di Firenze e la definizione del progetto con gli obiettivi della famiglia affidataria del Centro per l Affido di Alatri. Tutti Centri per l Affido sono i soggetti principali anche della fase di sostegno alla famiglia affidataria insieme a: a) assistenti sociali incaricati (Centri per l Affido di Alatri, Bari, consorzio Monviso, Genova, Jesi, Milano, Trieste), b) personale delle ASL (Centri per l Affido di Genova, del consorzio Monviso e di Milano), c) personale delle associazioni e del privato sociale (Centro per l Affido di Bari). La frequenza della collaborazione è soddisfacente, con una collaborazione con altri enti giudicata come frequente nel 60% dei casi. Le azioni più rilevanti segnalate sono i colloqui individuali di monitoraggio periodici (Centri per l Affido di Alatri, Milano e Genova), conduzioni di gruppi di famiglie affidatarie (Centri per l Affido di Milano e Genova) e l attivazione di supporti socio-educativi su richiesta (Centro per l Affido di Milano). Il Centro Affidi di Firenze mette in campo diversi strumenti: svolge colloqui psicosociali (individuali, di coppia o familiari) durante tutto il percorso dell'affido, gruppi di sostegno per le famiglie affidatarie e supporti educativi su progetto specifico. Frequenza collaborazione con altri enti per sostegno alla famiglia naturale 11% 11% 34% Più complessa è la collaborazione dei Centri per l Affido con altri enti rispetto al sostegno alla famiglia naturale. I Centri per l Affido coinvolti in questa fase sono quelli di Alatri, Bari, Caltanissetta, Milano, Salerno e Trieste insieme a: a) assistenti sociali incaricati (Centri per l Affido di Bari, Milano, Salerno e Trieste) e b) personale dei servizi terapeutici per adulti (Centro per l Affido di Milano). 33% 11% La frequenza della collaborazione è particolarmente diversificata, con lo stesso numero di centri che collaborano abbastanza, mai e poco con altri enti sulla questione (1 su 10). sempre abbastanza molto spesso poco Le azioni relative a questa fase in sinergia con altri enti sono i colloqui di verifica monitoraggio, attivazione di 12

supporti sia sociali sia educativi del Centro per l Affido di Milano. Ad eccezione dei Centri per l Affido di Genova e Jesi, tutti gli altri servizi sono coinvolti nel sostegno al bambino insieme a: a) assistenti sociali incaricati (Centri per l Affido di Bari, consorzio Monviso, Firenze, Milano e Trieste), b) personale delle ASL (Centri per l Affido di Trieste e del consorzio Monviso), c) personale del privato sociale (Centri per l Affido di Bari e Milano), d) Personale dei servizi specialistici per minori (Centro per l Affido di Milano). Frequenza collaborazione con altri enti per sostegno al bambino sempre molto spesso spesso abbastanza La frequenza della collaborazione è estremamente eterogenea, poco mai con 3 Centri che collaborano sempre con altri enti sul sostegno al bambino, 1 che collabo- ra spesso e un altro che lo fa molto spesso, 2 che collaborano abbastanza, altri due che collaborano poco e due che non si occupano di questa fase. 20% 20% 10% 10% 30% 10% Le azioni intraprese dal Centro per l Affido di Milano a questo proposito sono i colloqui di verifica e monitoraggio e l attivazione di supporti sia sociali sia educativi. Per il Centro per l Affido di Trieste il sostegno alla famiglia naturale e al bambino sono attività marginali. Frequenza collaborazione con altri enti per valutazione progetto 30% 10% 50% Tutti i Centri per l Affido sono coinvolti nella valutazione 10% del progetto di affidamento insieme a: a) assi- stenti sociali incaricati (Centri per l Affido di Alatri, Bari, consorzio Monviso, Firenze, Genova, Jesi, Milano e Trieste), b) personale delle ASL (Centri per l Affido di sempre spesso abbastanza poco Alatri solo se sono presenti tali figure nell équipe, Genova, Trieste e del consorzio Monviso), c) personale del privato sociale (Centri per l Affido di Bari e Milano), d) giudici del Tribunale per i Minorenni (Centri per l Affido di Bari e Salerno), e) personale dei servizi specialistici (Centri per l Affido di Firenze e Milano). La frequenza della collaborazione è definita come soddisfacente, con azioni di monitoraggio dei dati relativi all'andamento del progetto e presentazione e analisi dei dati relativi alle azioni specifiche realizzate del Centro per l Affido di Alatri. Frequenza collaborazione con altri enti per chiusura e follow up 30% 40% Tutti i Centri per l Affido sono coinvolti nella chiusura del progetto di affidamento e follow up insieme a: a) assistenti sociali incaricati (Centri per l Affido di Alatri, Bari, consorzio Monviso, Firenze, Genova, Jesi, Milano e Trieste), b) personale delle ASL (Centri per l Affido di Alatri, se presente nelle équipes, Trieste e del consorzio Monviso), c) personale del privato sociale (Centri 30% sempre spesso poco 13

per l Affido di Bari e Milano), d) giudici del Tribunale per i Minorenni (Centri per l Affido di Bari e Salerno), e) personale dei servizi specialistici (Centro per l Affido di Firenze). La frequenza della collaborazione è diversificata, con la maggior parte dei Centri che collabora assiduamente (70%) contro un 30% che collabora poco con altri enti. Per quel che riguarda le tipologie di affidamento familiare utilizzate nei diversi Centri per l Affido mappati, la Tabella 3 riporta un quadro sinottico delle diverse realtà. Affidamento diurno Affidamento a tempo parziale Affidamento residenziale Affidamento bambini piccoli (0-24 mesi) Affidamento in emergenza Affidamento in complessità Affidamento di adolescenti Affidamento di MSNA Alatri no No si no no no no no no no Bari si Si si si si si si si si no Affidamento professionale Caltanissetta Affidamento genitorebambino no No si no no no si no no no Firenze si Si si no no si si no no no Genova si Si si si no si si si si no Jesi si Si no no no si no no no no Milano si Si si si Si si si si si no Monviso si Si si si si si si si si no Altro affido a parenti prossimità familiare appoggio diurno: affido omoculturale affidi a rischio giuridico affido a parenti affido diurno presso famiglia naturale Salerno si Si si si no si si no no no affido intrafamiliare Trieste si Si si si si si si no si no TABELLA 3: TIPOLOGIE DI AFFIDAMENTI FAMILIARI UTILIZZATI E PROMOSSI DAI CENTRI PER L AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO UN PERCORSO NELL AFFIDO AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHE- DE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI. La Tabella 3 riporta l utilizzo e la promozione delle diverse tipologie di affidamenti in uso ai Centri per l Affido dei dieci ambiti territoriali. Il Grafico 1 riporta i medesimi dati in maniera aggregata. 14

Tipologie di affidamento 9 8 8 8 8 6 5 4 4 5 GRAFICO 1: TIPOLOGIE DI AFFIDAMENTI FAMILIARI UTILIZZATI E PROMOSSI DAI CENTRI PER L AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO UN PERCORSO NELL AFFIDO AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHE- DE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI. La preferenza, come emerge dal Grafico 1, è orientata verso la tipologia residenziale di affidamento familiare; esso è qui inteso nelle sue forme etero ed intra-familiari. L unico Centro per l Affido a non utilizzarlo è quello di Jesi. Molto diffusi sono anche gli affidamenti temporalmente più limitati, come quelli diurni e a tempo parziale, non utilizzati dai Centri per l Affido di Alatri e Caltanissetta. Gli stessi Centri non utilizzano l affido in situazioni di particolare complessità e presso quello di Alatri al momento dell indagine non vi sono stati casi di affidamento di adolescenti, che pure è una tipologia largamente utilizzata nei territori di monitoraggio. Più problematico rispetto agli affidamenti di adolescenti sembra essere quello di bambini piccoli di età (0-24 mesi), che in 6 casi su 10 sono presi in carico dai Centri per l Affido, in ottemperanza al Legislatore che stabilisce la priorità per questi bambini di un affidamento in famiglia anziché in struttura. La metà dei Centri per l Affido promuove, inoltre, un altra tipologia di affidi per bambini piccoli che è notoriamente la modalità genitore-bambino, dove per genitore spesso si tratta della madre. Gli affidi in situazioni di particolare emergenza, come quelli relativi ai minori stranieri non accompagnati, sono utilizzati da una minoranza di Centri per l Affido all interno del campione selezionato. La categoria altre tipologie di affidamento include un ruolo maggiormente attivo della famiglia del bambino in 3 casi su 5 e sono per il Centro per l Affido di Milano e per quello di Alatri l affido a parenti, per quello del Consorzio Monviso l affido diurno presso famiglia naturale e per il Centro di Firenze l affido di prossimità familiare. Altre tipologie promosse dal Centro per l Affido di Genova sono la sperimentazione dell appoggio diurno Ho trovato un nuovo nonno con il coinvolgimento di pensionati attivi e l affidamento omoculturale con il quale il Centro per l Affido coinvolge le associazioni di migranti. Il Centro per l Affido di Jesi indica, invece, come tipologie aggiuntive di affidamento anche quello a rischio giuridico. Per quel che riguarda le forme di promozione della cultura dell affidamento familiare, tutti i Centri per l Affido promuovono collaborazioni con associazioni locali, serate di approfondimento sul tema 15

dell affidamento e dell accoglienza familiare, la partecipazione ad eventi pubblici locali e diverse campagne di sensibilizzazione in forma di locandine, spot televisivi sulle reti tv locali, ecc. I Centri per l Affido di Alatri e Milano utilizzano anche il canale Internet per sensibilizzare e promuovere l affido, tramite specifiche newsletter, siti Internet, gruppi Facebook. Lo stesso Centro per l Affido di Alatri ha promosso poi un concorso sul tema dell affidamento all interno delle scuole del distretto. Genova punta, inoltre, al media cinematografico promuovendo rassegne di film con a tema l affidamento familiare, le sue risorse, i suoi problemi, le possibilità. Sempre a Genova si promuovono le scritture di articoli sul tema dell affido sugli organi di stampa locali. Come Genova, anche il Centro del consorzio Monviso promuove la sensibilizzazione a mezzo stampa. Trieste negli ultimi anni ha prodotto uno spot pubblicitario che viene proiettato periodicamente in uno dei principali cinema della città, depliant informativi in diverse lingue; ha inoltre organizzato serate tematiche per la sensibilizzazione della cittadinanza. Rispetto ai percorsi di individuazione e conoscenza delle famiglie affidatarie, tutti i Centri per l Affido promuovono percorsi orientativo-formativi per le coppie o i singoli interessati all esperienza: in particolare nei Centri per l Affido di Alatri, Caltanissetta, consorzio Monviso, Genova, Salerno e Trieste sono affiancati a colloqui individuali e di coppia e nei Centri per l Affido di Caltanissetta, Genova, Jesi, Salerno e Trieste anche a visite domiciliari. Strumento particolarmente innovativo in questa fase di conoscenza con le famiglie interessate all affido è la cartella di conoscenza della famiglia affidataria, promossa dal Centro per l Affido di Milano. Questo strumento si affianca al progetto educativo che, quando parte un affidamento, diventa indispensabile perché orientatore degli obiettivi dell affidamento. Tutti i Centri per l Affido lo utilizzano, ad eccezione di quelli di Genova e Firenze che non ne fanno un utilizzo sistematico. Esso rientra all interno del Progetto Quadro di tutela del bambino/ragazzo e della sua famiglia per tutti i Centri per l Affido ad eccezione di Alatri e Jesi. Una volta avviato, il progetto educativo, così come l andamento globale dell affidamento, viene monitorato attraverso pratiche eterogenee nei diversi Centri per l Affido, ad eccezione di quello di Alatri che non utilizza alcun strumento specifico. Per quel che concerne gli altri Centri per l Affido, tutti si basano in questa fase sull utilizzo di colloqui di monitoraggio/verifica e di incontri di rete con tutti gli operatori coinvolti. Il Centro per l Affido di Milano e quello di Trieste promuovono, inoltre, gruppi di famiglie affidatarie che utilizza anche come strumento per la verifica del percorso. I Centri del consorzio Monviso, di Salerno e di Trieste promuovono inoltre specifiche visite domiciliari mentre quelli di Bari, consorzio Monviso, Firenze e Trieste organizzano specifici incontri con la famiglia naturale, la famiglia affidataria e il bambino per valutare insieme l andamento del progetto di affido. Il Centro per l Affido di Salerno organizza specifici incontri con gli operatori scolastici. La valutazione come pratica abituale del percorso di affidamento è in uso sistematico nei Centri di Bari, Caltanissetta, Firenze, Milano e del consorzio Monviso. Si tratta di strumenti specifici, come apposite schede di valutazione (Bari), relazioni socio-ambientali e familiari (Caltanissetta), colloqui di monitoraggio/verifica, incontri di rete con tutti gli operatori coinvolti e incontri con la famiglia naturale, gli affidatari e il bambino (Firenze). Il panorama di utilizzo delle strumentazioni è quindi particolar- 16

mente eterogeneo, in particolare per ciò che riguarda la natura educativa dell affidamento, il suo monitoraggio, la valutazione e la chiusura del percorso. 1.2 Progetti specifici di affidamento familiare Negli ultimi cinque anni i Centri per l Affido di Bari, Firenze e Milano hanno effettuato un monitoraggio dell affidamento familiare, legandolo in particolare a esperienze di ricerca e di intervento dentro e fuori i servizi. A questo proposito, gli strumenti di monitoraggio dell affidamento familiare utilizzati sono stati specifici progetti, come nel caso del Centro per l Affido di Milano che ha visto coinvolta la Fondazione Cariplo per un monitoraggio globale sul sistema affidi che ha prodotto una relazione conclusiva. Per quel che concerne, invece, il Centro per l Affido di Firenze il monitoraggio è avvenuto attraverso un lavoro integrato insieme ai servizi Sociali Territoriali per la messa a punto del nuovo regolamento del Servizio di affidamento familiare. Accanto a questo, tale integrazione ha permesso, da una parte, un innovativa riflessione e ricerca sulla valutazione congiunta di risorse e competenze genitoriali e recuperabilità della famiglia naturale e dall altra ha costruito la base per la realizzazione di progetti rivolti ad insegnanti e alunni della scuola primaria e dell infanzia sui temi dell accoglienza, affido ed adozione. 17

CAPITOLO 2 - I dati dell affidamento familiare Nella sezione seguente si trovano i dati quantitativo-statistici richiesti dalle schede di monitoraggio degli assetti territoriali, aggiornati al 31 dicembre 2012. Tali dati sono stati trattati in maniera aggregata per fornire un quadro d insieme relativo all anno solare 2012 su alcuni punti rilevanti, come il numero di affidamenti totali, le percentuali di affidamenti ogni 1000 minorenni, le tipologie di affidamenti realizzati (giudiziali, consensuali, intra-familiari, etero-familiari, diurni, residenziali, ecc.), la durata media degli affidamenti, le frequenze delle principali tipologie di affidamento, le età dei bambini al momento della collocazione in un contesto diverso da quello della famiglia naturale e alcuni dati relativi alle famiglie disponibili all affidamento nel territorio. Nell elencare le differenti tipologie di affidamento, specifichiamo che per affidamento a tempo pieno intendiamo quelle esperienze di accoglienza residenziale del bambino/a per l intera settimana presso la famiglia affidataria, fatti salvi i rientri o gli incontri presso la propria famiglia. Intendiamo per affidamento part time quelle forme di affido in cui il bambino /a rimane presso la famiglia affidataria per alcuni giorni nella settimana con pernottamento, mentre l affido diurno prevede una permanenza del bambino presso la famiglia affidataria per alcune ore durante la giornata. I dati della presente sezione non comprendono in ogni caso gli affidamenti a strutture residenziali, ma i soli casi di affidamenti a contesti familiari. Alcune note relative alla lettura dei dati della presente sezione sono da proporsi per quel che concerne il Centro per l Affido di Salerno dove mancano i dati del Comune di Pellezzano, che afferisce allo stesso centro di competenza. In linea generale, l insieme dei dati qui presentati è in grado di dare conto del lavoro dei diversi Centri per l Affido (anche in relazione agli organici, competenze e impegni di tali gruppi come precedentemente illustrato) e dello specifico approccio all affidamento che territorio sociale e Centro realizzano in interazione fra loro. 2.1 Bambini e ragazzi in affido I dati relativi ai bambini in carico ai Centri per l Affido, insieme alle percentuali di affidi rispetto alla popolazione minorile di riferimento e rapporto fra affidamenti e personale dei Centri per l Affido sono esposti nella Tabella 4. Per ciò che concerne il numero di bambini e ragazzi in affidamento ogni 1000 minori, si è fatto riferimento alla popolazione minorile dichiarata nella scheda di rilevazione (come per i casi di Alatri e Genova). Laddove non tale dato non è stato espressamente dichiarato (come nei casi di Bari, Caltanissetta, Firenze, Jesi, Milano, Salerno e Trieste), la popolazione minorile è stata rilevata tramite l ultima rilevazione Istat 2012. Il dato del Centro per l Affido di Salerno è relativo agli affidamenti e alla popolazione minorile del solo Comune di Salerno (ad esclusione del limitrofo Comune di Pellezzano che non ha fornito i dati per la compilazione della scheda di rilevazione degli assetti territoriali). Non è stato possibile reperire l ammontare della popolazione minorile totale al Consorzio Monviso che pertanto rende impossibile produrre il dato relativo al numero di minori in affido ogni 1000. 18

I dati del Centro per l Affido di Trieste comprendono su 210 affidamenti un totale di 155 cosiddetti affidi leggeri che secondo le Linee di Indirizzo possono essere considerati affidamenti familiari diurni o residenziali part time; tale attenzione alla lettura di tutti i dati del report in generale è quindi oltremodo necessaria. Ambito territoriale Affidamenti al 31/12/2012 Affidamenti ogni 1000 minori Numero di affidi per operatore del Centro per l Affido Alatri 16 1,1 5 Bari* 89 1,3 6,4 Caltanissetta 15 1,4 2 Firenze 61 1,2 8,7 Genova 316 2,9 8,2 Jesi 27 4,4 13,5 Milano 246 0,5 35 Monviso 159 Nd 4,3 Salerno 87 4,1 5,1 Trieste 210 4,4 52 * non comprende gli affidamenti di neo-maggiorenni TABELLA 4: BAMBINI, RAGAZZI E NEO-MAGGIORENNI IN AFFIDAMENTO, TASSO DI BAMBINI E RAGAZZI IN AFFI- DAMENTO OGNI 1000 MINORI RESIDENTI E NUMERO DI CASI IN AFFIDAMENTO PER OPERATORE RELATIVO AI CENTRI PER L AFFIDO DEI 10 AT DEL PROGETTO UN PERCORSO NELL AFFIDO AL 31 DICEMBRE 2012. FONTE: ELABORAZIONE DATI SCHEDE DI RICOGNIZIONE DEGLI AFFIDAMENTI FAMILIARI. Tali riferimenti permettono di compiere alcune inferenze. Anzitutto, per quel che compete il dato del numero di affidi ogni 1000 minori (percentuale di affidamenti sulla popolazione minorile), si evince che l utilizzo dell affido familiare è particolarmente eterogeneo nelle diverse realtà. I Comuni di Salerno, Trieste e Jesi mostrano i tassi più elevati di affidi ogni 1000 minori con Trieste e Jesi che mostrano un valore di 4,45 bambini ogni 1000 in affidamento e Salerno (senza contare il Comune di Pellezzano) che tocca i 4,1 bambini e ragazzi in affido ogni 1000. I dati meno incisivi sono quelli relativi ai Centri per l Affido di Alatri e Milano. Questo dato, pur non essendo di per sé enunciativo, permette forse di dare la misura da una parte della complessità sociale di ogni territorio e dall altra delle politiche relative all affidamento dei bambini e dei ragazzi. In particolare, per quel che riguarda il Centro per l Affidi di Trieste fa fede l appunto avanzato in precedenza. Dall altro lato, i Centri per l Affido di Milano e Alatri possono mostrare dati meno incidenti forse a causa, fra l altro, di specifiche politiche sociali di prevenzione dell allontanamento da parte dei servizi competenti. Ma questi sono solo interrogativi utili a rilanciare la discussione negli AT coinvolti. In secondo luogo, i Centri per l Affido con un rapporto più elevato di operatori rispetto ai bambini e ragazzi in affidamento familiare sono quelli relativi a Caltanissetta e Alatri e al consorzio Monviso. Per ogni operatore coinvolto nel Centro per l Affido ci sono rispettivamente due bambini, 5 e 4,3. Di converso, i Centri per l Affido di Trieste, Milano e Jesi mostrano tassi molto più impegnativi per gli operatori coinvolti. Nel primo caso, ogni operatore segue 52 casi di bambini in affidamento, nel secondo 35 e nell ultimo 13,5, indipendentemente però dalle forme dell affidamento e dall impegno del caso specifico. 19