Ciclo integrato dei rifiuti a Modena. Costi, esperienze, prospettive per l attivazione del porta a porta. Indice



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Transcript:

Ciclo integrato dei rifiuti a Modena Costi, esperienze, prospettive per l attivazione del porta a porta Indice 1. Per non perdere la rotta. 2. Confronto dei costi tra sistemi stradali e porta a porta. 3. La riduzione dei rifiuti come scelta strategica. 4. Vantaggi del cambiamento. 5. Scenari futuri. 6. Una scelta politica. 7. Proposta. Paolo Silingardi

1) Per non perdere la rotta. E indispensabile fissare alcuni punti di riferimento per non perdere la rotta nel mare di cifre e riflessioni che ruotano attorno al sistema dei rifiuti. Sono pochi argomenti che meritano di essere elencati e discussi in premessa ad ogni altro ragionamento. Punto 1, come contabilizziamo i costi? Parrebbe una domanda con una risposta scontata: in euro. In realtà la questione non è così banale. Ancora oggi è facile vedere studi approfonditi che rappresentano i costi dei sistemi di raccolta in Euro/tonnellata. E una metodologia fuorviante che penalizza le prestazioni dei comuni più virtuosi e introduce artatamente delle distorsioni nel sistema di contabilizzazione. E evidente che al cittadino importa quanto spende, e il parametro che meglio riporta il costo e che lo rende confrontabile con territori e sistemi differenti è la spesa in euro per abitante /ab. La spesa in /ton invece premia paradossalmente quei sistemi che intercettano più rifiuti. Di seguito una tabella dalla pubblicazione VALUTAZIONE STATISTICO ECONOMICA DEI MODELLI DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI IN LOMBARDIA dell Osservatorio rifiuti regionale. Nella Tabella 2.1 è presentata una 2pica situazione di confronto di esperienze in cui si evidenzia l effe<o distorsivo del costo in /ton. Punto 2, quanti rifiuti produciamo? Dimmi quanti rifiuti fai e ti dirò chi sei. Mentre ci descrive poco o nulla il dato assoluto è molto importante il dato ad abitante. In un anno quanti kg per abitante di rifiuti produciamo? Il dato Kg/Ab*Anno è comparabile, permette di confrontare territori diversi, aiuta nell identificare le possibili cause all origine delle differenti produzioni di rifiuti. Ad esempio in funzione dell assimilazione ai rifiuti urbani dei rifiuti prodotti dalle attività produttive o al grado di intercettazione di particolari frazioni merceologiche, come il verde e le potature. Ma anche in relazione al tipo di sistema di raccolta, infatti è una dato accertato che i sistemi stradali rendono quasi impossibile un controllo sui conferimenti nel circuito dei Rifiuti Urbani di Rifiuti Speciali non assimilabili

determinando un aumento complessivo del livello di intercettazione. Fenomeno tanto più marcato quanto più sono capienti i contenitori. Punto 3, sistema integrato VS sistema aggiuntivo. Quali sono le differenze principali tra un sistema integrato e uno in cui si aggiungono servizi? Un sistema integrato è un sistema progettato dall inizio per intercettare attraverso appositi circuiti tutte le differenti frazioni di raccolta. Un sistema aggiuntivo non fa altro che attivare modalità di conferimento in aggiunta a quelle esistenti. Un sistema integrato è per sua natura più efficiente, ed è facile verificarlo dai costi. Punto 4, quanta raccolta differenziata viene effettivamente avviata al recupero? Non è una questione di volontà ma di purezza merceologica. Se nel rifiuto è presente una percentuale troppo alta di scarto o di materiale non conforme il carico o viene destinato alla discarica o comunque rende più complesse e meno efficaci le operazioni di recupero. Se poi sono necessarie fasi di selezione bisogna considerare che ogni passaggio ha un costo e gli scarti negli impianti di selezione sono molto alti, ad esempio per le raccolte multimateriale da cassonetto spesso anche oltre il 50% destinato allo smaltimento. Si può tranquillamente affermare invece che le raccolte porta a porta hanno un grado di purezza merceologica ottimo, e in ogni caso permettono interventi di controllo impossibili nei sistemi stradali. Punto 5, Raccolta differenziata al 65% entro il 2012? Il Dlgs 152/2006 pone l obiettivo obbligatorio del 65% come media di bacino entro il 2012. Come? C è un solo modo per raggiungere questo risultato, attivare servizi domiciliari spinti. La letteratura di settore indica come con i servizi stradali si possa arrivare al massimo al 50-55% di raccolta differenziata intercettando però notevoli volumi di rifiuti, e quindi con un incremento complessivo dei costi. Punto 6, qual è il sistema più flessibile? La flessibilità rappresenta la capacità del sistema di raccolta di adattarsi alle caratteristiche urbanistiche e alla produzione di rifiuti. Il sistema stradale è per sua natura rigido, viene standardizzato su grandi aree per ottenere economie industriali nella gestione del servizio, offre una grande capacità volumetrica per gestire la variabilità (feste, scioperi, errori nei passaggi) ma prevede che l utente si adatti al servizio ricercando i cassonetti più vicini, ed occupa molto spazio urbano, una risorsa sempre più scarsa. Con il termine porta a porta si indica più che un sistema una filosofia. Il servizio può essere calibrato come numero e volumetria dei contenitori alla singola utenza, per via o per zone omogenee, adattandosi in modo flessibile alle diverse esigenze.

2 ) Confronto dei costi tra sistemi stradali e porta a porta Superando i luoghi comuni e guardando i numeri potremo fare una scoperta interessante: i sistemi di raccolta porta a porta in prospettiva costano come, e a volte anche meno, dei sistemi stradali. L affermazione che si sente fare con maggiore facilità quando si parla di sistemi di raccolta è che si, il porta a porta è bello, permette di raggiungere alte percentuali di raccolta differenziata, è ambientalmente sostenibile, da lavoro e crea occupazione, ma costa, costa tanto, troppo e comunque di più di un sistema stradale. Ma se andiamo a vedere i numeri non è proprio così. Certo, nel settore igiene urbana si possono trovare casi diversissimi, e ogni situazione singola deve essere analizzata e approfondita per capire come i suoi costi sono generati, quale storia impiantistica ha dietro, che struttura di personale gestisce i servizi, quali caratteristiche urbanistiche o turistiche sono proprie di quel territorio. Però si possono, direi si devono, prendere dati omogenei e consolidati di bacini significativi come numero di abitanti per capire cosa costano realmente alla collettività i servizi, non in /ton ma in /abitante. Un dato innegabile è che ogni mese partono nuovi servizi porta a porta in Comuni che hanno deciso di modificare il loro sistema di gestione dei rifiuti. Iniziò il Veneto nei primi anni novanta ed oggi ci sono bacini di oltre 500.000 abitanti interamente serviti con servizi domiciliari, la Lombardia a seguire, il Piemonte partì nel 2003 a causa del rischio emergenza rifiuti oggi superato grazie al decisivo sviluppo delle raccolte porta a porta, la regione Marche da tre anni è attiva per sostenere il cambio nei sistemi, ora la regione Abruzzo e la provincia di Roma, dove le entrate dell ecotassa sono state destinate a finanziare lo start up dei porta a porta. Stanno però partendo nuove raccolte domiciliari spinte anche dove non ci sono finanziamenti, ad esempio la provincia di Prato, o alcuni comuni del bresciano, stanchi di sostenere i costi legati al conferimento presso l inceneritore di Brescia. Se fino a qualche anno fa partivano i comuni medio piccoli, ora sono passate al porta a porta città e capoluoghi di provincia in contesti molto urbanizzati eliminando i cassonetti: la città di Torino, la città di Novara, la città di Salerno, un quartiere intero della città di Palermo da 140.000 abitanti. A breve anche la città di Parma sarà integralmente servita porta a porta. Il trend è innegabile ed evidente sotto gli occhi di tutti. E possibile che in tutte queste realtà, anche in un momento di crisi economica, sia scattata una tale sensibilità ambientale da accettare maggiori costi pur di fare bene la raccolta differenziata? La verità è che le raccolte porta a porta rispetto ai sistemi stradali costano uguale, a volte meno, e danno maggior stabilità arrestando il trend della crescita continua del

costo del servizio causata dall incremento dei rifiuti e dai progressivi ed inevitabili rincari dei costi di smaltimento. Basta guardare i numeri per rendersene conto. La Regione Lombardia si è dotata di un sistema informatico di raccolta dati, O.R.SO. che permette di realizzare analisi statistiche sui MUD compilati dai comuni integrandoli coi costi dei servizi. I dati sono ritenuti molto affidabili, sono normalizzati, sono validati dagli Osservatori Provinciali dei rifiuti e sono un punto di riferimento importante. Da la VALUTAZIONE STATISTICO ECONOMICA DEI MODELLI DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI IN LOMBARDIA della Regione Lombardia, pag. 30: Un altra differenza peculiare tra i due modelli è la differente composizione dei costi complessivi per la gestione dei rifiuti. Tipicamente, infatti, il sistema di raccolta porta a porta è più labour intensive richiedendo un maggior utilizzo di personale e mezzi, ma di contro permette un risparmio nei costi finali di trattamento e smaltimento. La comparazione più interessante riguarda ovviamente il costo totale per l intero servizio (raccolta + smaltimento). Nella seguente analisi è rappresentato il confronto tra i due modelli di raccolta su tutta la regione Lombardia. In questa comparazione è importante basarsi sul calcolo dei dati di costo per abitante, e non per tonnellata, in virtù di quanto specificato al par. 2.1. Il risultato dell analisi evidenzia mediamente un maggior costo attribuibile al modello a cassonetti nella misura di circa un +7% rispetto ai costi attribuibili al sistema porta a porta. Di seguito una distribuzione del servizio in Lombardia su oltre 1500 comuni:

Come si può vedere i sistemi porta a porta in Lombardia sono presenti in ambiti molto significativi e distribuiti territorialmente. Interessanti anche i dati pubblicati dall ARPAV del Veneto, Osservatorio regionale rifiuti. Le zone in verde sono servite con sistemi porta a porta integrali. In Veneto il 60,9% degli abitanti sono serviti da un sistema per la raccolta dell umido domiciliare. Interessante il dato relativo alla produzione pro capite, che cala significativamente a seconda del sistema di raccolta adottato.

Com è possibile che un servizio porta a porta costi complessivamente meno di quello stradale? Per alcune ragioni: 1) Cresce la raccolta differenziata, superando l obbligo di legge del 65% 2) Cala la produzione dei rifiuti 3) Per l effetto combinato dell incremento della raccolta differenziata e del calo nella produzione dei rifiuti il conferimento agli impianti di smaltimento si riduce sensibilmente 4) Il sistema integrato è più flessibile di quello stradale e si adatta al territorio realizzando cicli di raccolta specifici per le diverse tipologie di utenze 5) La purezza merceologica è migliore e gli impianti privilegiano questi materiali rispetto a quelli provenienti dalla raccolta stradale 6) I sistemi porta a porta sono molto graditi dai cittadini, sostengono un cambiamento culturale e creano le condizioni per un forte impegno sia nel riciclaggio che nella riduzione dei rifiuti. Sempre in merito al tema costi uno stralcio dall ultima relazione ISPRA (ex APAT) del 2009, Analisi tecnico-economica della gestione integrata dei rifiuti urbani: Come già accennato, gli standard operativi che hanno permesso di raggiungere l obiettivo di elevate percentuali di raccolta differenziata e di contenere i costi di gestione dei sistemi secco/umido prevedono generalmente la domiciliarizzazione o almeno la capillarizzazione (con raccolte di prossimità ) di alcuni circuiti. Questo approccio ha dimostrato di essere valido e ricco di implicazioni operative potenzialmente positive, quali: una raccolta dello scarto umido in purezza, ossia senza la presenza di scarto verde o di frazioni estranee; questo consente l impiego di automezzi privi di sistemi di compattazione; conseguentemente, l impiego di mezzi di raccolta che sfruttano le caratteristiche di compattabilità/non-compattabilità delle diverse frazioni raccolte comporta una sensibile differenza dei costi di raccolta; l efficace raccolta della frazione secca riciclabile e congiuntamente la forte intercettazione della parte putrescibile attraverso la raccolta secco/umido, consentono potenzialmente di diminuire il volume unitario dei contenitori da porre a disposizione per la raccolta del rifiuto residuo e soprattutto la frequenza di asportazione dello stesso; la riduzione o eliminazione di interventi di pulizia e manutenzione dei contenitori di raccolta, operazioni affidate in prevalenza alle utenze. Secondo i risultati di una analisi economica effettuata da Federambiente relativa ai costi medi di raccolta delle frazioni residue (secco) e umida, su un campione di 24 aziende tra le proprie associate per una popolazione servita pari a circa 7,8 milioni di abitanti, risulta il maggiore costo del circuito porta a porta per lo scarto umido anche se il sistema secco/umido, nel suo complesso, risulta meno oneroso nel caso delle raccolte a domicilio, in seguito alla riduzione dei costi di raccolta del RU residuo. Nel caso delle raccolte mediante contenitori stradali, il circuito di RD dello scarto umido

rappresenta un costo aggiuntivo al sistema pre-esistente, mentre nel caso di raccolta domiciliare i due circuiti sono, evidentemente, integrati. L economicità dei sistemi integrati per la raccolta della frazione umida rispetto a servizi stradali in espansione è documentata anche da uno studio di Federambiente: Per fare una comparazione tra grandi realtà omogenee si è scelto di confrontare i dati 2008 pubblicati dall ISPRA relativi all andamento dei servizi di igiene urbana, con un attenzione particolare a realtà che si presentano con caratteristiche definibili: Veneto, regione ad altissima presenza di servizi porta a porta consolidati Lombardia, regione tradizionalmente con raccolte domiciliari prima dell indifferenziato e poi delle raccolte differenziate Piemonte, regione in fase di transizione avanzata dal sistema stradale al porta a porta Emilia Romagna, molto legata a sistemi stradali Alle quattro regioni sono stati aggiunti i dati relativi alla città di Modena, alla città di Novara, passata nel 2006 ad un sistema porta a porta integrale e alla città di Brescia, dove si utilizza un sistema stradale spinto. I dati confrontati, tutti relativi al 2008, riguardano: Produzione kg/ab*anno di RSU Produzione kg/ab*anno di Rifiuto Indifferenziato avviato allo smaltimento Produzione kg/ab*anno di Raccolta Differenziata avviata al recupero Percentuale di Raccolta Differenziata Costo del servizio in /abitante*anno Numero abitanti per addetto, indicativo della ricaduta occupazionale

Tabella confronto dati caratteristici della sostenibilità, dell efficienza e dell efficacia del servizio I dati sono espressi in Kg/ab*anno, sono relativi al 2008, RSU RU IND RD Costo / Abitanti* Area 2008 TOTALE smaltito recupero % RD Ab*Anno addetto Piemonte 509 262 247 48,5% 149,60 505,7 Lombardia 515 277 238 46,2% 111,00 609,8 Veneto 494 233 261 52,9% 132,40 515,7 Emilia Romagna 680 390 290 42,7% 153,20 952,5 Modena 674 373 301 44,7% 134,73 n.d. Brescia 729 435 294 40,3% 129,91 n.d. Novara 462 138 324 70,2% 138,14 n.d. Il grafico rappresenta un indicatore di efficacia e sostenibilità ambientale del sistema. Ogni istogramma visualizza quanti rifiuti sono avviati al sistema di smaltimento, dato molto più indicativo della solo percentuale di raccolta differenziata. Come si può vedere le realtà che utilizzano sistemi stradali producono più rifiuti a causa della forte assimilazione, degli impropri conferimenti nei cassonetti e della mancanza di responsabilizzazione dell utenza. Al di là dei casi di eccellenza, sempre positivi ed utili da analizzare, le regioni come Lombardia, Veneto e Piemonte dove sono attivi anche in contesti fortemente urbani sistemi domiciliari spinti producono meno rifiuti.

Interessante anche l analisi del dato relativo al costo del servizio, dove si evidenzia come le Regioni che hanno più porta a porta attivi sono quelle che mediamente spendono meno. La regione Emilia Romagna, con l utilizzo più spinto di sistemi stradali è quella che spende di più. Il minor costo del servizio a Brescia merita alcune riflessioni. In primo luogo è il sistema che produce più rifiuti destinato allo smaltimento, il doppio del Veneto come media pro-capite, pur avendo un costo assimilabile. In secondo luogo essendo la città sede di un impianto non è chiaro se nel costo ricadano mitigazioni legate al danno ambientale. Il costo reale di Modena è molto più vicino alla media regionale, e da tempo Hera ne chiede un adeguamento.

Il numero di abitanti per addetto ci indica la capacità di un sistema di creare occupazione. Purtroppo il dato è disponibile solo per macro aree, ma resta ugualmente indicativo della capacità di produrre occupazione, quasi doppia a costi inferiori per la regioni dove sono diffusi sistemi domiciliari spinti I costi sono poi stati suddivisi nelle 4 voci principali, sempre in / abitante*anno : Costo della raccolta e smaltimento della frazione indifferenziata e della frazione differenziata Costo di spazzamento e lavaggio Costi Comuni Costo del capitale impiegato Di seguito il dettaglio dei costi suddivisi per voci di conto economico. Raccolte e Area 2008 smaltimento Spazzamento Costi Comuni Costo Capitale Costo totale Piemonte 89,44 15,59 23,40 7,74 136,17 Lombardia 75,99 18,42 17,47 6,22 118,10 Veneto 80,21 11,71 17,18 6,54 115,64 Emilia Romagna 82,81 15,85 26,95 9,11 134,72 Modena 61,62 8,45 54,57 10,09 134,73 Brescia 109,85 129,91

I dati non sono di facilissima lettura, emerge comunque come il costo del servizio sia maggiore in Emilia Romagna rispetto alla Lombardia e al Veneto, con un maggior incidenza dei costi comuni e della remunerazione del capitale. Questo ultimo aspetto appare ancor più marcato per la realtà di Modena e richiederebbe un maggiore approfondimento. Il dato della regione Piemonte è relativo ad un anno di forte transizione con l attivazione di servizi porta a porta per centinai di migliaia di abitanti, e andrebbe valutato a regime dopo un assestamento. Per il Comune di Brescia non sono disponibili i dati relativo allo spazzamento, ai costi comuni e al costo del capitale.

3) La riduzione dei rifiuti come scelta strategica La normativa europea e quella nazionale pone al primo punto nella definizione delle strategie per la gestione del ciclo dei rifiuti l obiettivo della riduzione. Rispetto a questo obiettivo strategico la scelta sul tipo di sistema non è indifferente, è infatti accertata che i sistemi stradali producono più rifiuti. Questa affermazione è sostenuta da diversi studi e ricerche, come questa di Federambiente, che dimostra la stretta relazione tra sistema di raccolta e produzione di rifiuti, un rapporto considerato ormai assestato nella letteratura tecnica di settore: Conferme si possono trovare anche nella recente relazione sull esperienza di attivazione del porta a porta della ASM SpA di Prato, presentata al SEP 2010, indicata nei documenti d approfondimento, che rileva, al netto di una piccola percentuale di migrazione, un calo dei rifiuti del 15%. Il sistema a cassonetti produce più rifiuti per una serie di fattori che è utile analizzare: La volumetria a disposizione deresponsabilizza il cittadino, dal momento del conferimento nel cassonetto il rifiuto non è più mio, ma del Comune o dell Azienda. Per estensione questo modo di pensare si infonde nei comportamenti quotidiani con ricadute negative. Nei cassonetti viene conferito di tutto. Anche rifiuto non assimilabile, come rifiuti da piccole attività produttive o artigianali, lavanderie, ferramenta, copisterie, meccanici. La mancanza di flussi separati e dedicati alla diverse tipologie di produttori (famiglie, attività commerciali, attività produttive) crea una crescita del rifiuto. Aumenta la quantità ma peggiora anche la qualità del rifiuto, con forti ricadute negative sulle emissioni degli impianti di incenerimento. Le esperienze legate all attivazione di servizi porta a porta dimostrano che il calo dei rifiuti è legato ad alcuni fattori positivi: Ogni tipologia di produttore ha il suo ciclo di conferimento I cittadini sono responsabilizzati e modificano in positivo le proprie abitudini di acquisto con ricadute sulla rete distributiva

La migrazione dei rifiuti viene misurata in un 3% iniziale, calante nel tempo e sempre meno incidente man mano che il sistema si allarga a zone più distribuite I sistemi di raccolta dell organico facilitano una perdita ponderale di peso legata all evaporazione dell acqua La riduzione dei rifiuti è misurata mediamente nel 15% Nelle zone con giardino la diffusione del porta a porta favorisce la diffusione del compostaggio domestico, un modo economico e pratico per eliminare alla fonte il rifiuto organico e il rifiuto verde. 4) Vantaggi del cambiamento Le raccolte domiciliari dimostrano di avere vantaggi economici, di sostenibilità ambientale, occupazionali, di qualità del territorio e di condivisione dell utenza. In un momento di crisi economica e ambientale il cambiamento di un sistema di raccolta ha una forte ricaduta sociale e politica. Tutti oggi parlano di sostenibilità e di green economy, di occupazione e di innovazione, di spirito competitivo e di disponibilità al cambiamento. Sappiamo che dobbiamo modificare molte delle nostre abitudini consolidate e che i principali fattori di criticità per il nostro territorio sono la mobilità, la qualità dell aria, l uso dell energia, l efficienza energetica dei nostri edifici e la gestione del ciclo dei rifiuti. Tra tutti questi il settore dove è più facile e dove è possibile promuovere una cambiamento è proprio quello dei rifiuti, dove in poco tempo, con scelte politiche forti, è possibile cambiare radicalmente struttura del servizio e comportamenti individuali. Sull accettazione sociale dei cittadini, dalla relazione ISPRA del 2009, Analisi tecnico-economica della gestione integrata dei rifiuti urbani, alcuni dati relativi ad indagini di customer sui sistemi porta a porta: Di seguito vengono esaminati i risultati di alcune indagini di customer satisfaction che forniscono dati molto interessanti rispetto alla percezione della qualità e comodità del servizio da parte degli utenti dei nuovi sistemi domiciliari a bidoni con tariffazione puntuale del RU residuo. Nel Comune di Salzano (VE) (11.500 abitanti con il 75% di RD) il passaggio alla raccolta domiciliare (avvenuto nel 2002) era stato preceduto da una manifestazione in piazza di cittadini contrari al nuovo sistema. Tuttavia, nonostante l iniziale posizione contraria dell opinione pubblica ed il poco incoraggiante esordio, a distanza di sei

mesi un indagine condotta dal Comune ha rivelato che la cittadinanza ha in seguito riconosciuto i punti di forza del sistema, dato che l 85% degli intervistati si è dichiarato soddisfatto del sistema di raccolta dei rifiuti nel suo complesso, e il 77% ha dichiarato di voler mantenere il servizio porta a porta e la tariffazione puntuale. Quando agli intervistati è stato chiesto Ritiene giusto multare chi non rispetta le indicazioni sul conferimento dei rifiuti? il 92% ha risposto positivamente. Nella città di Asti (72.000 abitanti) il 73% degli intervistati ha ritenuto che Il nuovo servizio sia adatto alle proprie necessità. Il 74% di RD raggiunta nelle zone già coinvolte (circa il 70% dell intera città) conferma che quanto emerso dai questionari trova riscontro nei comportamenti quotidiani. Va, comunque, segnalato che più del 60% degli intervistati ha ritenuto piuttosto gravosa l esposizione fronte strada dei bidoni. Il problema del posizionamento e dell esposizione dei bidoni condominiali non deve quindi essere sottovalutato. Normalmente le cooperative o le imprese di pulizia forniscono tali servizi direttamente agli amministratori degli stabili. Nel Comune di Volpiano (TO) (14.000 abitanti con il 65% di RD) una indagine ha rilevato che, alla domanda Immagini di poter scegliere il tipo di raccolta: quello domiciliare attuale oppure quello precedente a cassonetti stradali, l 84% del campione intervistato ha risposto di preferire il sistema domiciliare mentre solo il 12,5% preferisce il sistema precedente. Quando è stato chiesto Quali sono per Lei gli aspetti più importanti del nuovo servizio (ammettendo in questo caso due possibili risposte) il 64% ha risposto La tutela dell ambiente, il 51% La pulizia perché le strade sono più pulite ed ordinate senza i cassonetti, il 25,3% La comodità ed il 18% Il risparmio poiché senza la RD si pagherebbe di più. Solo il 2,8% ha risposto che non vede nessun aspetto migliorativo. In effetti il sensibile aumento del decoro urbano in concomitanza con la rimozione dei cassonetti stradali (che liberano spazi urbani che possono essere utilizzati per posti macchina o altro) risulta sempre molto apprezzato ed è uno dei fattori che fanno spesso preferire il sistema porta a porta da parte degli amministratori dei Comuni con una spiccata vocazione turistica. Dal punto di vista politico e sociale l alternativa è tra difendere il consolidato, dando l impressione di tutelare più le scelte di politica industriale del gestore che gli interessi del cittadino, o promuovere l innovazione, con una forte ricaduta politica e sociale. Una comunità che cambia il proprio rapporto con i rifiuti si assume una responsabilità, innesca un processo di condivisione su un obiettivo strategico, ma soprattutto da il segnale che si può fare, che è possibile cambiare, che quello che abbiamo fatto fino ad oggi non è per forza quello che dovremo fare da domani. In un momento di crisi è un segnale forte, importante e capace di catalizzare energie positive.

5) Scenari futuri E inevitabile porsi una domanda. Con l attuale sistema, fortemente centrato sulle raccolte stradali, quali sono gli senari futuri a cui il Comune di Modena potrebbe andare incontro? Il trend di comuni vicini, come Reggio Emilia, che hanno spinto sull assimilazione e sulla raccolta anche del verde, per raggiungere alte percentuali di raccolta differenziata, dimostrano che la crescita dei rifiuti ci porterà a raccogliere 730 kg/ ab*anno. L obbligo di legge è di raggiungere il 65% di raccolta differenziata, ipotizzano di essere molto bravi si potrebbe arrivare con il sistema stradale al 55%, andrebbero allo smaltimento quindi non meno di 328 kg per abitante, molto di più dei 233 del Veneto e 277 della Lombardia. Inoltre con un incremento dei costi generati dai nuovi servizi necessari per garantire una maggiore intercettazione di rifiuto. Quali saranno poi i costi futuri di smaltimento? Nell ottica di un impianto di scala provinciale quali saranno le tariffe al cancello che saranno previste, anche per il Comune di Modena? Già quest anno abbiamo avuto un aumento del 4,9%, da 102 a 107 /ton al cancello dell impianto. Inoltre il costo del conferimento al termovalorizzatore è ampiamente calmierato dalla produzione di energia elettrica, finanziata dal CIP6. Fino a quando sarà attivo il CIP6? IL CIP6 utilizza risorse pubbliche, cioè soldi nostri, che paghiamo in bolletta e che dovrebbero essere destinati a sostenere le fonti rinnovabili. Politicamente considero un grave errore utilizzare queste risorse per finanziare l incenerimento dei rifiuti, che tutto sono tranne che una fonte rinnovabile. In questo modo sottraiamo finanziamenti alla Green Economy, al sostegno delle fonti rinnovabili, dell eolico e del solare, per supportare una modalità di gestione dei rifiuti, l incenerimento, rispetto ad altre. Su questa vicenda è attiva una procedura di infrazione della comunità europea contro l Italia, una delle tante. Sarebbe utile sapere cosa succederebbe dal punto di vista economico se l Italia decidesse di rispettare la normativa europea sui certificati verdi e di conseguenza quanto cambierebbero i costi di smaltimento.

6) Una scelta politica La scelta di attivare un sistema di raccolta porta a porta, domiciliarizzato, orientato alla sostenibilità ambientale e alla green economy è una scelta fortemente politica. I dati e le esperienze disponibili oggi in Italia documentano come i sistemi porta a porta siano in grado di essere competitivi sul piano economico con le raccolte stradali. Le performance e i risultati sono evidenti, il passaggio al sistema porta a porta di città come Salerno, Palermo (140.000 abitanti), Torino, Novara, Prato dimostra come l operazione sia fattibile in tempi contenuti (31.500 abitanti attivati in 6 mesi) e con costi ed investimenti gestibili. Il passaggio però richiede un forte investimento sulla comunicazione, ma anche su questo punto, come gestire gli start up dei sistemi porta a porta, la documentazione e le esperienze sono tante e facilmente disponibili. Un altra variabile da tenere in considerazione riguarda la gara per l affidamento del servizio da gennaio 2012. L attuale contratto di servizio con Hera sul territorio dei Comuni ex Meta, scade infatti a fine 2011 e la normativa nazionale obbliga a procedere con il nuovo affidamento tramite gara. La situazione o purtroppo molto confusa: le competenze erano dell ATO, sono passate alla Autorità provinciale che a seguito di un recente decreto verrà soppressa entro marzo 2011 e pare che le competenze verranno assegnate dalle Regioni. Non è solo il Comune di Modena ad essere interessato dalla gara, ma tutto il bacino della ex Meta, in cui comunque il Comune di Modena riveste un ruolo fondamentale, sia per numero di utenze che per indirizzo politico. Quale tipo di gara predisporre, di quale durata, con quali obiettivi e con quali obblighi? Una gara di questo tipo si prepara in diversi mesi e ne richiede altrettanti per essere svolta ed arrivare all assegnazione. E quindi fondamentale porsi delle domande e fare delle scelte propedeutiche alla gara, evitando che le cose maturino al di fuori di scelte politiche e di indirizzo condivise dagli enti locali competenti.

7) Proposta Come ha detto il responsabile tecnico di Enia Parma in un recente incontro la trasformazione di un sistema di raccolta da stradale a porta a porta è possibile solo se l azienda di gestione del servizio ci crede. E indispensabile quindi un ruolo attivo di Hera che deve far proprio l obiettivo concordato del Comune, riorganizzare le proprie strutture e dotarsi delle opportune conoscenze con la consapevolezza che gestire una transizione di questo tipo richiede impegno, risorse e passione. Serve quindi un gruppo di lavoro operativo costituito dal Comune e dall azienda che definisca un percorso per attivare per lotti i diversi quartieri di Modena. Le esperienza italiane dimostrano che sono gestibili interventi che coinvolgono aree urbanistiche ben identificate. L obiettivo politico deve essere di definire entro l anno un piano operativo condiviso per trasformare il sistema di raccolta. 1) Costituzione gruppo di lavoro per definire modalità e tempi di attivazione del porta a porta entro fine anno 2) Applicazione del servizio su 40.000 abitanti nel 2011 3) Estensione del servizio sul territorio Comunale entro il 2013 4) Analisi dei rifiuti speciali assimilabili prodotti a Modena e delle possibili azioni per ridurli, recuperarli e gestirli nel modo migliore possibile