Capitolo 21 Le alterne fortune della curva di Phillips
Nel 1958 Arthur Phillips trovò che la relazione tra tasso di disoccupazione e tasso di variazione del saggio di salario nominale, di segno negativo, fosse non lineare e si mantenesse stabile in buona parte del periodo di osservazione considerato. Nel 1960 Solow e Samuelson la chiamarono curva di Phillips. Tale relazione ha suscitato numerose pubblicazioni in campo sia empirico sia teorico.
A tal proposito, l analisi empirica svolta su Paesi simili negli anni 60 ha mostrato diverse regolarità. In ascisse il tasso di disoccupazione ed in ordinata il tasso di variazione percentuale dei salari nominali. Legame di segno negativo Relazione non lineare ma convessa La curva interseca l asse orizzontale circa al valore 5.5% (tasso di disoccupazione di equilibrio). Non si osserva mai un tasso di disoccupazione inferiore allo 0.8% (asintoto verticale). Non si osservano mai dati per i quali il tasso di variazione percentuale del salario nominale sia inferiore a -1% (asintoto orizzontale). Il comportamento è simile anche se si considera il tasso di variazione dell indice generale dei prezzi.
Dal punto di vista teorico, Phillips mise in luce che la variazione del salario poteva corrispondere ad eccessi di domanda e di offerta nel mercato del lavoro. Tale interpretazione fu approfondita da Lipsey. In generale la curva di Phillips può essere scritta come Si può anche sostenere che il tasso di variazione percentuale salariale sia una funzione negativa della differenza tra il tasso di disoccupazione ed il suo valore di equilibrio u o, W = F(u " u 0,) F # < 0 La curva di Phillips può anche essere rappresentata usando come variabile dipendente il tasso di variazione generale dei prezzi. Dalla teoria della spinta dei costi abbiamo che P=g[(W/π+altri)], che espressa in termini di tassi di variazione diventa,
Sostituendo nell equazione iniziale avremo che P = g + W " # $ W = P " g + # Così da avere il tasso di inflazione in luogo del tasso di variazione dei salari. P " g + # = f (u) $ P = f (u) + g. " # Indicando " = g # $ il parametro β può essere positivo o negativo a seconda che il margine di profitto delle imprese sia più o meno ampio del tasso di variazione della produttività. In conclusione la curva può scriversi come P = f (u) + ",con # f u < 0 oppure P = F(u $ u 0 ) + ",con # F u < 0 La curva di Phillips ha indicato l esistenza di un trade-off tra fra tasso di disoccupazione e tasso di inflazione. Quindi la disoccupazione diventata un obiettivo della politica economica mentre il tasso di inflazione era lo strumento.
La spiegazione teorica di Lipsey Lipsey sostenne che la relazione stimata da Phillips era soltanto la normale procedura di aggiustamento walrasiano del mercato del lavoro verso l equilibrio. Il mercato in presenza di eccesso di domanda causa un aumento de prezzo del bene che riporta il sistema in equilibrio. Il punto E della figura 21.2 rappresenta una situazione paradossale nella quale non esiste disoccupazione mentre nel punto nel quale i salari non si muovono si osserva un tasso di disoccupazione del 5-6%. Lipsey spiega tale incoerenza. Abbiamo che N S =N * +U (U = disoccupati) e N D =N * +V (V=posti vacanti). Nel punto di equilibrio dovremmo avere che U=V. Tuttavia si osserverà un tasso di disoccupazione detto frizionale dovuto all impossibilità di trovare immediatamente la corrispondenza tra posti vacanti e lavoratori in cerca di lavoro.
Quindi esiste una forma di disoccupazione frizionale che coincide circa con il numero di posti vacanti che sono pari al 5% circa dell offerta di lavoro. Quando l eccesso di domanda è elevato, vi sarà un abbassamento del salario tanto maggiore quanto più pronunciato è l eccesso. In realtà vi è un pavimento alla diminuzione dei salari indicato dall asintoto orizzontale a -1%. La curva diventa piatta nella sua parte terminale poiché i salari monetari sono rigidi verso il basso e diminuiscono soltanto quando il tasso di disoccupazione è molto alto. Bisogna considerare anche il ruolo dei prezzi. Sia Phillips sia Lipsey ritengono che il prezzo rilevante del lavoro, cioè il salario reale, sia da considerare costante.
La critica di Friedman Friedman sostiene che l errore fondamentale nell interpretazione standard della curva di Phillips risieda nel confondere il salario nominale con quello reale e nel non considerare l effetto che l inflazione esercita sulle aspettative di inflazione. Egli ritiene che si deve considerare il salario reale e mette in evidenza l esistenza di un asimmetria tra imprese e lavoratori. Le imprese possono osservare e conoscere i prezzi dei beni meglio di quanto possano fare i lavoratori. Quindi il salario rilevante per le imprese sarà W/P mentre per i lavoratori sarà W/P e. Essi considerano il livello generale dei prezzi percepiti dai lavoratori nel periodo corrente. Friedman precisa che il salario rilevante è quello reale atteso dai lavoratori e suggerisce la seguente espressione per la curva di Phillips, ( W / P e ) = f (u) " W = f (u) + P e
Tale curva viene chiamata curva di Phillips aumentata con le aspettative o alla Friedman. Esiste un fascio di curve ognuna relativa ad un determinato livello di inflazione attesa. Nella sua formulazione più generale diventa W = f (u) + " Dove il parametro α esprime il grado si illusione monetaria Quando esso è =0, l inflazione attesa non incide sul legare tra variazioni salariali e disoccupazione. Questo è il caso di completa illusione monetaria degli operatori i quali non si preoccupano dell inflazione. Quando è =1, la variabile rilevante è il salario reale e non vi alcuna illusione monetaria. Nei casi intermedi le attese di inflazione sono soltanto parzialmente inglobate nella dinamica dei salari nominali (illusione monetaria parziale). P e
L espressione della curva di Phillips aumentata alla Friedman in cui la variabile dipendente è il tasso d inflazione, P = f (u) + " + P e Consideriamo 3 casi relativi a diversi modi di considerare le aspettative d inflazione. Aspettative statiche significa che i lavoratori si attendono per il periodo t lo stesso valore della variabile realizzato ed osservato nel periodo precedente. Quindi si avrà P e t = P t"1 sostituendo si ha P t = f (u t ) + " + e P t#1. Il tasso di disoccupazione incide sulla variazione del tasso di inflazione. Tale ipotesi dà luogo all interpretazione accelerazionista della curva di Phillips. Cioè se u=u 0, è pari a 0 la variazione (accelerazione) del tasso di inflazione e non il tasso in sé. A tale proposito si parla di NAIRU, che è il tasso di disoccupazione compatibile con un tasso di inflazione che non accelera ma che non è necessariamente uguale a zero.
Formulazione più generale Consideriamo la seguente relazione P e t = " P t, 0 # " #1 ed inseriamola nell espressione della curva di Phillips, P = 1 1" # f (u) + $ [ ] = 1 1" # F(u " u 0 ) + $ [ ] Nel caso in cui l inflazione corrente non si traduca in alcuna aspettativa la curva di Phillips aumentata con le aspettative coincide con quella originaria. Nel caso in cui l effetto delle aspettative inflazionistiche sia parziale avremo una curva più ripida di quella originaria (Fig. 21.4). Partendo dal punto E si vuole giungere in A. Tuttavia l inflazione prodotta genera un aspettativa di inflazione che determina uno spostamento verticale della curva in corrispondenza del livello d inflazione voluta. In tale caso non ci si troverà in A bensì in B. Al crescere di γ crescerà l entità dello spostamento verticale. Nel caso in cui γ=1 la curva diventa una retta verticale in corrispondenza di u=u 0. In tale caso avremo il NRU che non è mitigabile.
La curva di Phillips e le aspettative razionali Secondo l ipotesi di aspettative razionali (Muth, 1961; Lucas, 1976) il mondo è soggetto a eventi stocastici non prevedibili ma gli agenti utilizzano tutte le informazioni a loro disposizione per elaborare aspettative sulle variabili rilevanti. Le aspettative coincidono con la migliore previsione effettuabile in base alle informazioni disponibili P e t = E( P t ") Sulla base di questa ipotesi, scostamenti del tasso di disoccupazione dal valore u 0 sono possibili soltanto se hanno luogo eventi non previsti. Le autorità di politica economica riusciranno a ridurre il tasso di disoccupazione al di sotto del livello u 0 soltanto se riusciranno a cogliere di sorpresa gli agenti. L efficacia in ogni caso ha durata limitata. Si dovrebbe sostituire il concetto di sorpresa inflazionistica con quello di inganno (Sargent and Wallace, 1975).
Curva di Phillips e curva di offerta aggregata È immaginabile l esistenza di una relazione tra gli scostamenti del livello di produzione rispetto quello di pieno impiego e gli scostamenti del tasso di disoccupazione rispetto a u 0 : (u-u 0 )=h[(y-y * )]. La funzione h è decrescente ed il segno di (y-y * ) è opposto a (u-u 0 ). L espressione della curva di Phillips diventa dunque, ( ) { [ ] + $ } P = 1 1" # F h y " y* Il legame tra il tasso di inflazione e gli scostamenti tra la produzione corrente ed livello di pieno impiego ha segno positivo. Tale equazione può essere letta come una funzione di offerta aggregata che diventa verticale per γ=1 come nel caso classico.