IL LAND GRABBING E L AGRICOLTURA GLOBALIZZATA



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Transcript:

IL LAND GRABBING E L AGRICOLTURA GLOBALIZZATA di Maurizia Sii Onesto 34 INFORMAZIONI DELLA DIFESA 6/2013

Fino alla fine del Novecento il potere si è, in sostanza, sempre sviluppato su di una specifica dimensione territoriale ma nel Terzo Millennio, però, questi riferimenti sono stati sconvolti dal processo di globalizzazione. Esso è essenzialmente diventato un evento economico che comporta l integrazione dei commerci e l estensione del modello capitalista su scala globale. Tale dinamica va ad incidere sui tradizionali equilibri del potere e dell economia legandosi, in modo indissolubile, a fenomeni quali il decentramento produttivo e il mercato agricolo non è di certo immune da tale processo. Si stima che nel 2050 saremo più di 9 miliardi ad abitare il pianeta e che la produzione agricola potrebbe non tenere il passo della domanda, mentre la disponibilità di terre agricole e la relativa produttività tendono a ridursi. In tale scenario emerge un fenomeno del tutto nuovo, comunemente denominato land grabbing, traducibile con accaparramento di terra, che vede l acquisto o l affitto di milioni di ettari di terreno da parte dei paesi industrializzati e dei paesi arabi produttori di petrolio nei confronti di paesi a basso tasso di sviluppo, essenzialmente allo scopo di produrre beni agricoli, alimentari e non. Nel ricercare le cause di tale fenomeno, oltre a quelle di dover fronteggiare l aumento dei consumi e le modifiche avvenute nelle diete alimentari, non va trascurato l aspetto finanziario: la scarsità delle terre coltivabili è ormai un fenomeno incontrovertibile e dunque la terra è considerata un bene rifugio in grado di assicurare, oltre che rendimenti immediati, anche rendimenti futuri. Il fenomeno affonda le sue radici nella crisi alimentare degli anni Il Land Grabbing PANORAMA INTERNAZIONALE 35

Land-grabs minacciano la sicurezza alimentare nonostante le dichiarazioni della FAO 2007-2008: a seguito dell aumento dei prezzi alimentari si è resa evidente, da parte dei grandi paesi consumatori, la necessità di svincolarsi da un mercato che via via diventava sempre più incontrollabile. Nell identificazione dei soggetti coinvolti nel land grabbing è utile inizialmente distinguere due settori di intervento: il settore agroalimentare e quello dei biocarburanti. Per quanto riguarda il primo, gli attori più dinamici sono: la Cina, il Giappone, la Corea del Sud e i Paesi arabi produttori di petrolio. Nell ambito dei biocarburanti gli attori principali sono, invece, i Paesi europei e gli Stati Uniti. In questa pratica di accaparramento di terre, che alcuni definiscono neocolonialismo, risulta evidente una significativa novità: la comparsa proprio dei paesi arabi produttori di petrolio, in primo luogo dell Arabia Saudita. Gli Stati del Golfo, dispongono sì di enormi quantità di petrolio e di denaro, ma dipendono quasi totalmente dalle importazioni per molti beni di prima necessità. Il vero problema per le già scarse colture di tali Stati, oltre alla mancanza di terre fertili, è l inesorabile prosciugarsi delle riserve d acqua a loro disposizione. Tale situazione è particolarmente grave per l Arabia Saudita che, avendo praticamente esaurito le sue riserve d acqua dolce, ha deciso di cessare gradualmente la produzione di grano entro il 2016, quando diventerà completamente dipendente dalle importazioni. È ormai consuetudine, però, il diritto di prelevare l acqua legata alla terra accaparrata ed è per questo che la maggior parte degli investimenti esteri 36 INFORMAZIONI DELLA DIFESA 6/2013

Cartina su land grabbing in Africa vanno a concentrarsi proprio lungo i due maggiori bacini idrografici di queste regioni: il Nilo e il Niger. Uno dei bersagli principali per gli Stati del Golfo, infatti, è proprio il Sudan (dal 2011 Sudan del Sud), ma anche l Etiopia occidentale, attraversata dal Nilo Azzurro e il Mali, sul quale scorre il Niger. Un altro attore fortemente coinvolto nel fenomeno è l India. Il land grabbing indiano è orientato tanto a garantire la sicurezza alimentare del paese quanto alla produzione di biocarburanti. Le sue direttrici minori conducono in Sud America (soprattutto in Argentina) e nel Sud-Est asiatico, ma il paese in cui l India opera maggiormente è senz altro l Etiopia dove si stima che il 70% degli investitori esteri sono indiani. A tal proposito ha suscitato molto scalpore il caso della Karuturi Global, la multinazionale che si è assicurata 300 mila ettari di terra etiope per novant anni nella regione di Gambella tanto che, un quotidiano locale ha ribattezzato tale regione Karuturistan. Sostanzialmente differente è invece l approccio cinese al land grabbing in quanto la Cina persegue una politica estera di grande indipendenza nei confronti delle altre potenze, intesa a stabilire fruttuosi rapporti economici seguendo la strategia di non interferire con gli affari interni dei diversi Stati e dimostrando che Pechino è capace di scommettere laddove l Occidente non è più disposto ad osare. Lo Stato più popoloso del mondo, infatti, ha un estremo bisogno tanto di energia, quanto di cibo e i contratti di maggiore portata stipulati dal governo cinese riguardano proprio la PANORAMA INTERNAZIONALE 37

Protesto contro il land grabbing produzione di biodiesel ed etanolo. La Cina possiede quasi 3 milioni di ettari di terreno nella Repubblica Democratica del Congo per la produzione di olio di palma e 2 milioni di ettari in Mali per la coltivazione di jatropha, ma anche in Kazakistan per la produzione di grano e semi di soia mentre, nel continente americano è presente con due modeste piantagioni di riso in Messico e a Cuba. L Unione Europea e gli Stati Uniti adottano invece una modalità d azione simile nell acquisizione di terreni; entrambi lo fanno esclusivamente attraverso operatori privati, non facendo impegnare direttamente i propri governi. L accaparramento di terre oltreconfine mira alla produzione di biocarburanti ma il Vecchio Continente, a differenza degli USA, punta più sul biodiesel (jatropha, oli) che non sull etanolo (canna da zucchero, amido). Il paese che guida il land grabbing europeo è il Regno Unito che possiede in Africa più di un milione di ettari di terreno, soprattutto in Madagascar per la coltivazione di jatropha, ma anche in Russia e Ucraina. Il secondo Stato europeo più attivo è l Italia: l ENI coltiva 180 mila ettari a palme da olio nella Repubblica Democratica del Congo, la Delta Petroli coltiva jatropha in Guinea, Etiopia e Senegal; al di fuori dell Africa la Benetton possiede 900 mila ettari di pascoli ovini in Argentina. Gli USA con Bush lanciarono un vasto programma per produrre biocarburanti, scelta dettata soprattutto da motivazioni politico-elettorali allo scopo di accontentare le potenti lobbies dei produttori di mais del Mid- 38 INFORMAZIONI DELLA DIFESA 6/2013

Land grabbing nel mondo west. Ma la coltura di biocarburanti sottrae terreno necessario alla produzione alimentare. È per questo che gli Stati Uniti si sono accaparrati terreni in tutto il mondo: in Brasile, Argentina e Uruguay, in Russia, ma soprattutto in Africa. Lo Stato africano su cui l America punta maggiormente è il Sudan del Sud per la produzione di riso e grano; sorge però il dubbio, visto che tali accordi solitamente permettono di sfruttare tutte le risorse naturali e minerarie comprese nell area del progetto, che lo scopo reale di tali acquisizioni sia l accaparramento delle grandi riserve di petrolio delle quali è ricco il Sudan del Sud. Non sempre però tali investimenti vanno a buon fine: un caso di land grabbing fallito è senza dubbio quello tra Corea del Sud e Madagascar. Nel novembre del 2008 il Financial Times diede la notizia che la sud coreana Daewoo Logistics aveva ottenuto il controllo di 1 milione e 300 mila ettari di terreno del Madagascar assicurandosi diritti per 99 anni per la coltivazione di mais e palma da olio. In cambio Daewoo si impegnava a costruire un porto, creare infrastrutture e posti di lavoro. Le proteste a livello mondiale e le accuse di neocolonialismo portarono Daewoo e il governo del Madagascar a smentire l esistenza di un contratto. Nonostante le smentite, si scatenò una rivolta capeggiata dal Collettivo per la difesa delle terre malgasce, movimento creato con lo scopo di informare le popolazioni locali su quanto stava accadendo. Fu proprio l affare Daewoo uno dei motivi che hanno portato, nel marzo del 2009, al colpo di stato che ha costretto all esilio il presidente Ravalomanana dando il potere ai militari. PANORAMA INTERNAZIONALE 39

Proteste contro il land grabbing Tutto ciò però rappresenta solo la punta di un iceberg rispetto al totale degli investimenti agricoli di cui si ha notizia solo grazie ad organizzazioni no profit come GRAIN che aggiornano quotidianamente i propri blog con le notizie più importanti riguardanti l acquisto o l affitto di terreni esteri. Questo perché i protagonisti di tali investimenti tendono ad essere evasivi nascondendosi dietro la necessità di proteggere informazioni sensibili. La segretezza delle trattative che impedisce alle popolazioni di sapere cosa sta accadendo perfino nel proprio villaggio, induce a porre numerosi interrogativi sull equità e sull impatto dei contratti stipulati. Secondo i calcoli della Banca Mondiale, in Africa soltanto dal 2 al 10 per cento della terra è detenuta formalmente. E questo soprattutto nelle città. Nelle zone rurali, invece, circa il 90 per cento dei terreni appartiene a famiglie o a gruppi che li coltivano sulla base di diritti consuetudinari. Diritti che spesso non godono di un riconoscimento ufficiale. Quindi, se si escludono alcuni Stati, come l Indonesia, le cui costituzioni prevedono che tutta la terra appartenga allo Stato, ciò comporta che perfino dove la proprietà privata è legittimata, la maggior parte delle terre è controllata dallo Stato. Per questo, in Africa e in Asia, le società straniere preferiscono stipulare contratti di affitto a lungo termine (che possono variare dai 25 ai 99 anni) più che acquistare le proprietà della terra. Gli effetti negativi del land grabbing, risiedono proprio nell espropriazione forzata di terreni agricoli alle comunità locali e nell imposizione di mo- 40 INFORMAZIONI DELLA DIFESA 6/2013

Land grabbing nel mondo delli di agricoltura industriale su aree in cui invece la popolazione pratica ancora l agricoltura di sussistenza. I diritti degli investitori possono dunque rivelarsi molto più forti di quelli, labilissimi, di un contadino o di un pastore africano. Ciò che ci colpisce subito è la vastità di tali terre. Milioni e milioni di ettari di terreno che non appartengono più ad un popolo. L analisi del land grabbing, esploso all inizio di questo secolo, è ancora oggetto di dispute ed approfondimenti, in campo accademico come geostrategico e geopolitico. Alcuni palesano i forti rischi legati alla perdita di sovranità da parte di stati o popolazioni, altri, invece, pongono l accento sull importanza di sostanziosi investimenti garantiti nel tempo. È comunque certo che il fenomeno può esasperarsi in quelle aree dove già non mancano pericolosi focolai di crisi, potendo quindi innescare ulteriori tensioni in popolazioni già messe a dura prova da fenomeni naturali e antropici. PANORAMA INTERNAZIONALE 41