Più profitti, meno debiti

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Transcript:

Strettamente riservato Più profitti, meno debiti La lezione delle imprese industriali italiane «leggere» (con limitata dotazione di capitale) di Filippo Peschiera e Marco Visani, Maggio 2014 2013 The European House - Ambrosetti S.p.A. TUTTI I DIRITTI RISERVATI. Questo documento è stato ideato e preparato da TEH-A per il cliente destinatario; nessuna parte di esso può essere in alcun modo riprodotta per terze parti o da queste utilizzata, senza l autorizzazione scritta di TEH-A. Il suo utilizzo non può essere disgiunto dalla presentazione e/o dai commenti che l hanno accompagnato.

Introduzione Recessione finita, si intravede la crescita Dopo anni di «stop», attesi nuovi investimenti per le imprese, sorretti dalle banche Nostra «osservazione della realtà»: indagine sugli investimenti di un campione di imprese industriali: 1. Le imprese industriali non hanno mai smesso di investire, anzi hanno investito parecchio negli ultimi 8 anni 2. Per metà delle imprese, risultati lusinghieri e viceversa 3. Esce vincente il modello di impresa asset light Per proteggere la seconda industria europea e la sesta del mondo, suggeriamo che le imprese, prima di far ripartire gli investimenti, comprendano bene il loro posizionamento e le opzioni future per essere più asset light 2

Il campione indagato: 1.055 imprese 54% 36% 11% 190 bn ricavi 9 bn profitti operativi 700 mila dipendenti Fonte: AIDA 3

Queste imprese hanno investito? Mld (*) +45% Sull orizzonte temporale 2004-2012, gli investimenti non sono certo mancati (*) la somma di Capitale Circolante Netto (Crediti commerciali meno Debiti commerciali più Magazzino) + Attivo Fisso Netto (Partecipazioni più Immobilizzazioni Tecniche ed Immateriali) 4

Con quali risultati economici? Mld +37% I ricavi sono cresciuti in modo significativo, superando il picco del 2008 +23% ed anche i profitti operativi hanno registrato un miglioramento in valore assoluto 5

Quali risultati di redditività e rendimento? Il margine Ebitda (% sui ricavi) sta scendendo e nel 2012 ha toccato un punto di minimo mentre il rendimento del capitale (Ebit/Capitale Investito) resta in zona «doppia cifra», ma con elementi di debolezza tendenziale 6

Come sono stati finanziati gli investimenti? Mld La patrimonio netto ha subito un notevole incremento mentre l indebitamento finanziario netto è rimasto sostanzialmente stabile 7

Alcune conclusioni generali + Ingenti investimenti nonostante crisi e recessione + Crescita assoluta di ricavi e profitti + Formidabile rafforzamento patrimoniale Continua erosione di redditività dei ricavi e rendimento del capitale Queste risultanze suggeriscono che sia proprio l intensità degli investimenti rispetto ai profitti, che deve essere ulteriormente investigata. Come misurarla? 8

L'ipotesi: comprendere il ruolo del Capitale L indicatore prescelto per misurare l intensità degli investimenti rispetto ai profitti: CIN (*) / Ebitda che misura quanti di Capitale l impresa utilizza per generare 1 di Ebitda indicatore basso (inferiore a 5): azienda indicatore medio (tra 5 e 10): azienda indicatore alto (maggiore di 10): azienda (*) Capitale Investito Netto, ottenuto sottraendo - dal Capitale Investito - le partecipazioni (immobilizzazioni finanziarie) per avere un dato patrimoniale più coerente con il dato economico, l Ebitda 9

Emergono tre cluster; poche le "pesanti" 56% 31% 13% Concentrando l attenzione sull 85% delle imprese del campione, osserviamo che oltre la metà delle imprese è «leggera» e circa 1 impresa su 10 è invece «pesante». Come hanno performato i tre cluster? 10

Le performance dei tre cluster a confronto Mld n aziende 507 283 113 indicatore < 5 indicatore tra 5 e 10 indicatore tra 10 e 15 2004 2012 D % 2004 2012 D % 2004 2012 D % CIN 22,9 30,7 34% 15,4 24,3 58% 4,8 8,3 75% Ricavi 69,1 102,1 48% 35,2 46,8 33% 11,5 15,7 36% Ebit 4,7 8,7 85% 2,0 1,7-17% 0,5 0,2-57% Ebitda % 11,9% 12,1% 10,9% 8,0% 8,8% 4,4% ROI % 20,4% 28,1% 13,2% 7,0% 10,5% 2,6% PN 21,8 41,4 90% 11,6 16,6 43% 2,7 4,0 47% PFN 6,9 0,1-99% 7,0 10,8 54% 2,7 4,8 75% Tutti i cluster hanno investito e tutti hanno incrementato i ricavi; ma solo le aziende «leggere» hanno migliorato le già alte performance e azzerato i debiti finanziari 11

A proposito di banche e credit crunch PFN aggregata di 984 imprese Mld 18,2 18,5 12

La ripartizione per dimensione aziendale Ogni cluster ha una quota simile di imprese «piccole», «medie» e «grandi». L effetto dimensionale esiste ma è debole 13

e quella per settore industriale Imprese leggere e pesanti sono distribuite secondo un modello stabile; le leggere sono sempre le più numerose ovunque, specialmente nei settori macchine, chimica, farma, gomma e plastica. Le pesanti sono più numerose nell alimentare e nei prodotti in metallo 14

Una evidenza importante Essere «leggere» o «pesanti» ha poco a che fare con il settore industriale di appartenenza o la dimensione Piuttosto, è il risultato di decisioni di investimento del vertice aziendale che plasmano il modello di business dell impresa e quindi le sue performance 15

Prime conclusioni Il Capitale «pesa» Imprenditori e manager, da sempre focalizzati sul conto economico, devono dedicare più tempo, attenzione, intelligenza alla gestione dello stato patrimoniale e degli investimenti in particolare Nello scenario incerto ed ipercompetitivo di oggi, fare investimenti di successo è più difficile che in passato Servono strumenti di gestione più adeguati ai tempi E urgente sviluppare un agenda per diventare«asset Light» 16

L'agenda del capitale «Asset Light» 507 (meno di 5) 283 (5 ~ 10) 113 (10 ~ 15) Accelerazione Discontinuità Separazione e rilancio benchmarking di settore Cominciare a ri-creare una struttura finanziaria per incoraggiare gli investimenti Valutare operazioni di M&A Affinare la procedura investimenti esistente e «pubblicizzarla» come valore aziendale Radicale modifica del processo di valutazione e approvazione degli investimenti (modelli, ruoli e responsabilità, strumenti organizzativi) Integrare il reporting Adeguare gli incentivi Diagnostica storica Studiare separazione bad company good company e valori in gioco Studiare le ipotesi di rilancio e i fabbisogni di nuova finanza Valutare aggregazioni percorribili 17

Il costo del "non fare" 507 (meno di 5) 283 (5 ~ 10) 113 (10 ~ 15) Accelerazione Discontinuità Separazione e rilancio Crescere a velocità inferiore rispetto a quella alla portata dell impresa e dei concorrenti più dinamici Perdere occasioni di acquisto non ripetibili Non accedere a finanziamenti a costo contenuto Eccesso di investimenti Ulteriore contrazione dei finanziamenti bancari Travaso nell area rossa Ritardo nell azione comporta sfocalizzazione dal business e nuove perdite Avvitamento Impatto AQR e richiesta di rientro dei finanziamenti 18

Grazie! filippo.peschiera@ambrosetti.eu marco.visani@ambrosetti.eu 19