limitare i danni Il pericolo può essere NON immediatamente rilevabile oppure può essere NON valutabile in tutta la sua portata NUCLEO NBCR

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1 INTERVENTI NBCR Il pericolo può essere NON immediatamente rilevabile oppure può essere NON valutabile in tutta la sua portata Prevenire = informare conoscere + i rischi formare per limitare i danni

2 RISCHIO BIOLOGICO : indice degli argomenti BREVE RASSEGNA STORICA AGENTI BIOLOGICI: definizioni AGENTI PATOGENI: le armi non convenzionali CONTAMINAZIONE: scenari e veicoli di contagio RISCHIO BIOLOGICO: il ruolo di biotecnologie e OGM CLASSIFICAZIONE: i quattro gruppi [D.Lgs. 81/2008 Titolo X] EFFETTI SULL ORGANISMO: sintomi e patologie QUADRO RIASSUNTIVO: batteri, virus, tossine, rickettsie

3 RISCHIO BIOLOGICO : breve rassegna storica L uomo scoprì presto i veleni esistenti in natura e la loro utilità come arma in caso di necessità la peste e il vaiolo protozoi I millennio a.c. Cinesi ed Assiri utilizzano zolfo e petrolio durante le campagne di guerra I secolo a.c. La cavalleria romana nella guerra di Spagna fa uso di rudimentali maschere antigas Medio Evo. Bizantini e Veneziani esperti nell uso di sostanze tossiche fuochi e fumi avvelenati Assedio dei tartari alla fortezza genovese di Caffa sul Mar Nero, dove catapultano cadaveri di appestati. La Morte Nera si diffonde poi in Europa, sterminando 20 milioni di persone nell arco di 3 anni Gli Inglesi diffondono tra i pellerossa della Nova Scotia coperte infettate di vaiolo. Negli stessi anni in Nuova Zelanda sterminano gli indigeni Maori diffondendo la sifilide

4 RISCHIO BIOLOGICO : breve rassegna storica protozoi le guerre mondiali e gli episodi moderni I Guerra Mondiale. Uso sistematico di aggressivi chimici: Cloro, Iprite, Fosgene II Guerra Mondiale. Selezione, produzione e stoccaggio di germi patogeni in bombe o testate missilistiche, per diffondere a largo raggio malattie come peste, morva, tifo petecchiale, carbonchio Ratifica del trattato internazionale di messa al bando delle armi batteriologiche e chimiche Avvio della manipolazione genetica dei microrganismi, con la creazione di agenti sconosciuti al nemico ma ben studiati dall attaccante che può vaccinarsi preventivamente Vozrozhdeniye (isola della Rinascita Mare d Aral). Usata come discarica per centinaia di tonnellate di batteri di Antrace, trasferiti segretamente dal laboratorio di Sverdlovsk per 1600 km attraverso Russia e Kazakistan. Test effettuati dopo oltre 10 anni su campioni di terreno, dimostrano che le spore sono rimaste vive e potrebbero diffondersi se dissepolte da topi, tartarughe, lucertole, uccelli. La malattia è trasmissibile dagli animali all uomo per contatto diretto.

5 RISCHIO BIOLOGICO : agenti biologici - definizioni protozoi microrganismi colture cellulari agenti biologici MICRORGANISMI: entità microbiologiche, cellulari o meno, in grado di riprodursi o trasferire materiale genetico. Sono considerati microrganismi i batteri, i protozoi, le alghe unicellulari e i funghi unicellulari. Tra i microrganismi vengono a volte indicati anche i virus che, per la loro particolare natura, non possono in realtà essere considerati organismi viventi COLTURE CELLULARI: risultati della crescita in vitro di cellule derivate da organismi pluricellulari AGENTI BIOLOGICI: microrganismi (anche geneticamente modificati), colture cellulari o endoparassiti umani capaci di provocare infezioni, allergie o intossicazioni nell uomo. 5

6 RISCHIO BIOLOGICO : agenti biologici - definizioni Eucarioti Procarioti Tutti gli organismi sono costituiti da una o più unità fondamentali dette cellule. Le cellule, in base alla loro organizzazione interna, possono essere distinte in due grandi categorie: le cellule procariote (per esempio, i batteri) e le cellule eucariote (quelle che formano il corpo delle piante, degli animali e dell'uomo). La maggiore differenza tra le cellule di questi due gruppi di organismi sta nel fatto che i procarioti presentano il materiale genetico libero nel citoplasma, mentre negli eucarioti esso si trova segregato in un nucleo circondato da membrana. Cellula eucariota. Negli eucarioti - ossia protisti, animali, piante e funghi - la cellula è caratterizzata da un nucleo, in cui è racchiuso il patrimonio genetico, e da organuli membranosi deputati allo svolgimento di specifiche funzioni. Queste strutture sono protette dalla massa gelatinosa del citoplasma e da un involucro detto membrana plasmatica. Le cellule procariote, oltre ad essere normalmente assai più piccole di quelle eucariote (con un diametro generalmente compreso fra 1 e 5 µm), hanno una struttura interna alquanto semplice. Il loro DNA si trova concentrato in una regione del citoplasma, senza essere delimitato da alcuna membrana. Sono prive di organuli, a eccezione dei ribosomi, preposti alla sintesi delle proteine. 6

7 RISCHIO BIOLOGICO : agenti biologici - definizioni Batteri: replicazione autonoma (scissione binaria) BATTERI: organismi unicellulari Procarioti, di dimensioni dell'ordine dei micron, senza membrana nucleare o altre suddivisioni interne. Sono diffusi in tutti gli ambienti. In condizioni avverse alcuni batteri si trasformano in forme quiescenti, dette spore, in grado di sopportare a lungo condizioni estreme di temperatura e umidità. Batteri Patogeni: causano malattia nell uomo Funzioni dei batteri I batteri sono distribuiti su tutta la superficie terrestre. La loro importanza è enorme; molte specie, vivendo su materiali organici, utilizzano i prodotti di rifiuto del metabolismo di altri organismi e mediante processi di fermentazione liberano carbonio, azoto e idrogeno, che influenzano la composizione dei terreni e dell'atmosfera. I batteri influenzano la fertilità del suolo, fissando l'azoto atmosferico e trasformandolo in composti azotati impiegati dalle piante per la sintesi delle proteine. La loro applicazione in campo industriale sfrutta le numerose attività chimiche (fermentazioni, idrolisi ecc.). 7

8 RISCHIO BIOLOGICO : agenti biologici - definizioni Virus Struttura dei virus: I virus sono costituiti essenzialmente da due parti: una interna - nucleo, e una esterna - capside. All'insieme di queste due parti si dà il nome di virione, mentre il termine virus è riservato alle particelle virali che si trovino in una fase di attività biologica. Il nucleo, formato da acido nucleico, è indispensabile al virus per portare a termine i suoi processi di moltiplicazione e di accrescimento; il capside ha la funzione di conferire forma e stabilità al virione. Risulta costituito da un certo numero di unità elementari, variabile a seconda dei virus, dette capsomeri, a loro volta formati da catene proteiche elementari. I virus hanno dimensioni estremamente piccole, che variano da 20 µm (per esempio, il virus dell'afta epizootica) a un massimo di µm (per esempio, il virus del vaiolo) I virioni non possiedono metabolismo: vengono quindi trasportati passivamente finché non trovano una cellula da infettare 8

9 RISCHIO BIOLOGICO : agenti biologici - definizioni Virus: incapacità di replicarsi in assenza di una cellula ospite il virus introdottosi nella cellula diffonde il proprio codice genetico; la cellula aggredita, a sua volta, se non riesce a eliminare il virus assimila il codice virale trasformando il proprio patrimonio genetico (in sostanza diventa una cellula tumorale), oppure si autodistrugge utilizzando i propri acidi nucleici per riprodurre le cellule virali mature. Il corredo genetico (genoma) dei virus è costituito da un solo tipo di acido nucleico (DNA, oppure RNA). La presenza di un virus in una cellula ospite può avere una varietà di effetti sulle sue funzioni, che vanno dalla rapida inibizione delle biosintesi, seguita dalla morte della cellula, a un disturbo persistente della crescita e della divisione cellulare, o a cambiamenti appena evidenziabili o del tutto irrilevanti. Il danneggiamento cellulare (effetto citopatico) dipende spesso da un'attività tossica diretta degli stessi virus infettanti o dalla precoce comparsa nelle cellule di sostanze lesive codificate dal genoma virale; più raramente dipende invece dal semplice accumularsi dei virioni neoformati nelle cellule.

10 RISCHIO BIOLOGICO : agenti patogeni come arma di distruzione di massa la bomba viva l atomica dei poveri economica - facile da produrre silenziosa e invisibile prima dell utilizzo arma biologica (o tossicologica): strumento in grado di diffondere agenti microbiologici nocivi, o le tossine da essi prodotte, al fine di contaminare e contagiare territori e popolazioni nemiche.

11 RISCHIO BIOLOGICO : agenti patogeni come arma Gli agenti patogeni utilizzati nella produzione di armi si classificano in base alla loro tipologia: virali, come il vaiolo, l Ebola o il Marburg U in grado di uccidere un uomo in 72 ore, causando una devastante febbre emorragica con un tasso di mortalità pari al 75%; batteriologici, come la peste, l antrace, il colera, la tularemia e la febbre Q; biologici ad effetto indiretto, il cui danno all'organismo umano deriva dalle tossine liberate, come ad esempio il botulino o la ricina (tossina di origine vegetale).

12 RISCHIO BIOLOGICO : agenti patogeni come arma I microrganismi patogeni usati a scopo bellico o terroristico possono rappresentare un rischio per la sicurezza nazionale. Perché?

13 RISCHIO BIOLOGICO : agenti patogeni come arma semplice diffusione e trasmissione alta morbosità e mortalità provoca panico e perturbamento sociale richiede azioni speciali di sanità pubblica possono essere disseminati agevolmente e trasmessi da persona a persona causano alta morbosità e mortalità, con un potenziale grave impatto sulla sanità pubblica possono provocare panico e perturbamento sociale richiedono azioni speciali per la preparazione della sanità pubblica 13

14 RISCHIO BIOLOGICO : scenari di contaminazione rilascio incidentale di sostanze accidente industriale RILASCIO INCIDENTALE DI SOSTANZE: per errore umano / rottura dei sistemi di lavorazione / reazioni chimiche ACCIDENTE INDUSTRIALE: incendio / crollo / cedimento / esplosione 14

15 RISCHIO BIOLOGICO : scenari di contaminazione L immissione dell agente patogeno può avvenire mediante: aerosol diffuso in edifici pubblici e zone affollate azione disabotaggio su impianti di aria condizionata, linee di distribuzione idrica o nella catena alimentare rilascio nei mezzi di trasporto (aerei, treni, navi) diffusione attraverso i canali delservizio postale ATTACCO TERRORISTICO: diffusione deliberata di agenti biologici in grado di causare malattie nell uomo e negli animali o di rendere inutilizzabili materiali e risorse. L attacco biologico è subdolo e graduale: lo sviluppo lento del contagio rende difficile il riconoscimento di piccoli focolai ed aumenta la possibilità di allargamento dell epidemia 15

16 RISCHIO BIOLOGICO : veicoli di contagio inalazione ingestione contatto diretto PER VIA AEREA: avviene per disseminazione sia di nuclei di goccioline, sia di particelle di polvere contenenti l agente infettivo. I microrganismi trasportati in questo modo possono essere ampiamente dispersi dalle correnti d aria e risultano facilmente assimilabili dal corpo umano per inalazione. DROPLET: attraverso le goccioline emesse da una persona mentre parla o con la tosse, possono essere trasmessi alcuni virus o malattie. Perché si verifichi il contagio è però necessario un contatto molto ravvicinato. PER CONTATTO DIRETTO: Il passaggio di microrganismi da un soggetto infetto o colonizzato verso un ospite recettivo può avvenire per contatto cute contro cute. PER CONTATTO INDIRETTO: mediante la contaminazione di oggetti o sostanze che possono entrare in contatto o essere ingerite nell organismo umano. Veicoli di contaminazione biologica: biancheria sporca, strumenti e indumenti chirurgici, vomito, feci, urine, sangue, pus, siero, plasma, tessuti, organi, aghi, oggetti taglienti, attrezzature contaminate, acqua, cibo, latte; Vettori: insetti, artropodi.

17 RISCHIO BIOLOGICO : veicoli di contagio puntura infetta Antropozoonosi: malattia degli animali o dell'uomo che può essere trasmessa da una specie all'altra, in particolare sono considerate pericolose le malattie trasmesse dagli animali all'uomo (zoonosi) come rabbia, tigna, afta epizootica, TBC, leptospirosi. Zoonosi contratte in occasione di lavoro: Brucellosi: allevatori; Carbonchio: conciatori; Spirochetosi: fognaioli; Tetano: contadini, stallieri, allevatori; TBC umana: personale sanitario; TBC bovina: allevatori; rabbia: guardiacaccia.

18 RISCHIO BIOLOGICO : criteri di valutazione Le caratteristiche di PERICOLOSITÀ sono definite in base a: INFETTIVITÀ: capacità di un microrganismo di penetrare in un organismo ospite e moltiplicarsi (misurabile come LD50) PATOGENICITÀ: capacità di procurare malattia nell organismo a seguito di infezione TRASMISSIBILITÀ: capacità di un microrganismo di essere trasmesso da un soggetto infetto ad uno suscettibile NEUTRALIZZABILITÀ: disponibilità di efficaci misure di profilassi per prevenire la malattia o di misure terapeutiche per la cura In microbiologia la pericolosità di un microrganismo viene spesso classificata in base alla virulenza : la virulenza è intesa come l insieme congiunto delle caratteristiche di infettività e patogenicità.

19 RISCHIO BIOLOGICO : ruolo di biotecnologie e OGM IMPREVEDIBILITÀ: è possibile inserire geni in agenti che colpiscono specifiche funzioni, come umore, comportamento, stato mentale e temperatura corporea SELETTIVITÀ: è possibile clonare specifiche tossine per eliminare gruppi etnici o razze specifiche il cui costrutto genotipico predispone a certe malattie

20 RISCHIO BIOLOGICO : classificazione D.Lgs. 81/2008 Titolo X articolo 268 già D.Lgs. 626/94 Titolo VIII articolo 75 Gli agenti biologici sono ripartiti nei seguenti quattro gruppi: Gruppo 1: presentano poca probabilità di causare malattia in soggetti umani Gruppo 2: possono causare malattie nell uomo e costituire un rischio per i lavoratori, è poco probabile che si propaghino nelle comunità e sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche (es: S. Aureus, C. Tetani, B. Pertussis, N. Meningitidis) Gruppo 3: possono causare malattie gravi nell uomo e costituire un serio rischio per i lavoratori, sono capaci di propagarsi nelle comunità, ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche (es: HBV, HCV, HIV, S.Typhi) Gruppo 4: possono provocare malattie gravi nell uomo, costituire un serio rischio per i lavoratori, presentare un elevato rischio di propagazione nella comunità e non sono disponibili di norma efficaci misure profilattiche o terapeutiche (es: virus Ebola, Crimea, Congo)

21 RISCHIO BIOLOGICO : classificazione MINISTERO DELLA SALUTE Direzione Generale della Prevenzione Ufficio III (Malattie infettive e profilassi internazionale - Osservatorio Epidemiologico Nazionale) AGENTI BIOLOGICI DICATEGORIA A (ALTA PRIORITÀ): Variola major (vaiolo) Bacillus anthracis (antrace o carbonchio) Yersinia pestis (peste) Tossina di Clostridium Botulinum (botulismo) Virus (Ebola, Marburg, Lassa, Febbri emorragiche sudamericane, etc.) Roma, 12 ottobre 2001

22 RISCHIO BIOLOGICO : effetti sull organismo malattia infettiva Esposizione all agente biologico responsabile Contagio Incubazione Comparsa sintomi Malattia conclamata Esito: Guarigione Cronicizzazione Morte Quando si realizza l infezione? Allorché la densità numerica dell agente infettante (la dose infettante) sia tale da interessare, direttamente o a seguito del rilascio di sostanze tossiche, un numero di cellule tale da indurre la malattia. Fattori importanti che possono determinare l instaurarsi di un processo infettivo in un ospite suscettibile: stato immunologico dell ospite (naturale, indotto); habitat e abitudini tipicamente individuali (dieta, fumo, alcool, droghe, farmaci); componenti genetiche o ereditarie dell ospite; utilizzo di misure preventive (DPI, misure di contenimento, vaccinazione); mansione lavorativa. Meccanismi di difesa dell organismo: 1. difesa aspecifica (cute, azioni quali tosse, starnuti, lacrimazione, sudorazione, desquamazione cutanea, escrezione feci e urine, secrezioni, ac. cloridrico dello stomaco, lisozimi, azione delle membrane mucose e degli epiteli ciliati); 2. difesa specifica (risposta immunitaria dell ospite sia umorale che cellulare); 3. difesa chimica (sostanze chimiche esogene: terapie antimicrobiche, immunizzazione passiva).

23 RISCHIO BIOLOGICO : effetti sull organismo carbonchio vaiolo Esposizione provata a spore di antrace: studi condotti su modelli animali evidenziano che la ciprofloxacina, la doxiciclina o la penicillina somministrate entro 24 ore dopo l esposizione ad un aerosol contenente un quantitativo letale di spore di antrace forniscono una efficacia protettiva significativa sulla sopravvivenza (British Medical Journal 2001; 323: ). La chemioprofilassi antibiotica post esposizione va proseguita per 60 giorni. Esposizione potenziale a spore di antrace: è utile effettuare al più presto una doccia completa. Nel caso la polvere abbia contaminato consistentemente la superficie cutanea, dopo il lavaggio accurato con acqua e sapone si può utilizzare ipoclorito di sodio al 0.5% (varechina domestica diluita dieci volte) per aspergere le superfici cutanee. Si risciacqua la cute dopo minuti.

24 RISCHIO BIOLOGICO : quadro riassuntivo BATTERI AGENTE PATOGENO MALATTIA VETTORE CONTAGIO TERAPIA salmonella typhi vibrio cholerae febbre tifoide colera acqua cibo acqua cibo shigella shigellosi cibo ingestione ingestione (oro-fecale) ingestione contatto diretto cloramfenicolo reidratazione tetraciclina doxiciclina antibiotici brucella brucellosi animali domestici ingestione contatto dir/indir doxiciclina rifampin TIFO ADDOMINALE: dolori addominali, febbre e ipotensione arteriosa, possibili compromissioni del sistema sensorio. COLERA: malattia infettiva del tratto intestinale, caratterizzata dalla presenza di diarrea profusa e vomito con conseguente stato di disidratazione che può culminare in uno stato di shock ipovolemico. La persona presenta sete, debolezza, ottundimento dello stato sensorio, ipotensione e tachipnea. La cute e le mucose sono asciutte. La perdita di potassio determina lo sviluppo di crampi muscolari. SHIGELLA: gastroenterite con diarrea sanguinolenta guaribile in 1-2 settimane. Presenta scarso potere immunogenico ed è spesso resistente agli antibiotici BRUCELLOSI: febbre, sudorazione, malessere, anoressia, cefalea, artro-mialgie. La malattia si manifesta improvvisamente dopo 2-4 settimane dall'infezione

25 RISCHIO BIOLOGICO : quadro riassuntivo BATTERI AGENTE PATOGENO MALATTIA VETTORE CONTAGIO TERAPIA bacillus anthracis yersinia pestis francisella tularensis antrace o carbonchio peste tularemia animali ambiente roditori pulci roditori zanzare zecche contatto indir. ingestione aerosol spore morso contatto indir. droplet contatto indir. ingestione acqua infetta inalazione penicillina ciprofloxacina tetraciclina gentamicina streptomicina tetraciclina cloramfenicolo doxiciclina rifampin streptomicina escherichia coli (ceppi patogeni) dissenteria animali acqua cibo ingestione non esiste terapia specifica Antrace:èuna malattia infettiva acuta provocata dal batterio Bacillus Anthracis, le cui spore (ingerite o inspirate) possono essere letali. Si può manifestare come un raffreddore che degenera in sintomi più gravi e la morte può sopravvenire 24 ore dopo l acutizzarsi dei sintomi. L infezione causata da cibo contaminato determina infiammazioni intestinali, sangue vomitato e forti diarree. La cura è con antibiotici, se iniziata in tempo, e esiste un vaccino preventivo Peste: il batterio che provoca la peste, "Yersinia Pestis", si trova nei roditori e nelle loro pulci. Il batterio può essere diffuso via aerosol e determina sintomi come febbre, mal di testa, indolenzimento che possono portare alla morte entro 2-4 giorni. La cura è data da antibiotici, se presi in tempo utile dalla comparsa dei primi sintomi. Tularemia: il batterio che provoca la Tularemia è la "Francisella tularensis", considerato uno tra quelli più infettivi tra quelli conosciuti. Si può contrarre con il contatto con insetti, con cibi contaminati o per inalazione. I sintomi sono come quelli di un comune raffreddore o di una polmonite e il malato può perdere peso e aggravarsi fino a giungere alla morte in circa due settimane. La cura è con antibiotici ed esiste anche un vaccino. la patologia interessa prima la cute, poi i linfonodi, che sono soggetti ad ulcerazione e rigonfiamento indolore. Dai linfonodi il batterio può giungere nel sangue e quindi provocare noduli granulomatosi ad evoluzione suppurativa su tutti gli organi E. COLI: malattie intestinali e extra-intestinali come infezioni del tratto urinario, meningite, peritonite, setticemia, polmonite

26 RISCHIO BIOLOGICO : quadro riassuntivo VIRUS AGENTE PATOGENO MALATTIA VETTORE CONTAGIO TERAPIA Ebola (filovirus) Marburg (filovirus) Lassa (arenavirus) febbre emorragica di Ebola febbre emorragica di Marburg febbre di Lassa Primati uomo uomo roditori contatto fluidi organici contatto diretto fluidi organici contatto diretto inalazione non esiste terapia specifica non esiste terapia specifica ribavirina variola major vaiolo uomo contatto dir/indir aerosol vaccinazione preventiva sostegno antibiotico INFEZIONI DI ORIGINE VIRALE: Marburg e Ebola Il virus, dopo essersi diffuso attraverso il torrente circolatorio, si replica attivamente nei macrofagi e in molti organi quali fegato, rene, milza, ovaio, testicoli ed organi linfatici, dove provoca necrosi cellulare. Il virus si replica bene nelle cellule nell'endotelio vascolare dove determina gravi lesioni che portano ad aumento della permeabilità vasale, passaggio di liquidi e proteine plasmatiche, alterazione della coagulazione. Le conseguenze sono gravi emorragie esterne ed interne, shock ipovolemico e morte. Il periodo di incubazione è da 3 a 9 giorni nella malattia da virus Marburg e da 2 a 21 giorni in quella da virus Ebola. I sintomi sono frequentemente legati all'apparato digerente (nausea, vomito, dolore, diarrea) e delle vie aeree superiori (tosse, dolore al torace, faringite) si presenta poi febbre associata a mialgie e cefalea. Possono comparire anche fotofobia, emorragie congiuntivali, ittero, pancreatite e linfoadenopatia. Delirio, alterazioni del sensorio e coma indicano il coinvolgimento del SNC. Lo stadio successivo è rappresentato dalle emorragie, che interessano vari apparati: naso, intestino, genitali. Durante la seconda settimana di malattia, il paziente diviene apiretico e inizia la guarigione oppure sviluppa un insufficienza multi-organo che porta alla morte. La guarigione è lenta e può essere complicata da epatite ricorrente, uveite, mielite trasversa e da orchite. La letalità varia fra il 25 e il 90%. La febbre di Lassa fa parte del gruppo delle febbri emorragiche virali (Fev), patologie di origine virale a carattere sistemico, caratterizzate da esordio improvviso, acuto e spesso accompagnate da manifestazioni emorragiche. In generale, gli agenti responsabili delle Fev sono virus a Rna (arenavirus, bunyavirus, filovirus, flavivirus), la cui sopravvivenza è garantita da serbatoi naturali come animali o insetti. I virus sono confinati geograficamente nelle aree dove vivono le specie ospiti. La febbre di Lassa prende il nome dalla città nigeriana in cui, nel 1969, due infermiere missionarie morirono a causa di questa malattia, fino a quel momento sconosciuta. L agente eziologico è un virus a Rna appartenente alla famiglia degli Arenaviridae, diffuso prevalentemente in Africa, il cui serbatoio principale sono i roditori Mastomys. Vaiolo: il virus del Vaiolo è stato dichiarato ufficialmente eradicato dal mondo nel 1977 mentre l Organizzazione mondiale della sanità ne conserva alcune colture. Il virus esiste in due forme: la "Variola minor" e la più letale "Variola maior". Il Vaiolo si può diffondere facilmente via aerosol e il contagio avviene per via respiratoria. L incubazione è di circa 12 giorni e i sintomi includono febbre, affaticamento, dolori, cui fa seguito la comparsa di esantema con lesioni cutanee; la morte può avvenire in due settimane. Non esiste una cura, ma l unica forma di prevenzione è il vaccino che le autorità sanitarie di tutti i paesi occidentali hanno approntato, anche recentemente, in milioni di dosi da impiegare in caso di emergenza.

27 RISCHIO BIOLOGICO : quadro riassuntivo TOSSINE AGENTE PATOGENO MALATTIA VETTORE CONTAGIO TERAPIA clostridium botulinum ricina botulismo intossicazione da ricina alimenti ambiente - inalazione aerosol ingestione inalazione aerosol ingestione contatto indir siero antibotulinico ventilazione meccanica non esiste antidoto ventilazione meccanica fluidi endovena carbone attivo palythoa toxica intossicazione da palitossina ambiente aerosol contatto diretto? Botulino: la tossina del Botulino, la più letale per l Uomo, è prodotta dal batterio "Clostridium botulinum". Si può contrarre attraverso la respirazione o ingerendo cibi contaminati. I sintomi sono di visione sdoppiata, indolenzimento, arsura; la morte può avvenire, per asfissia provocata dalla paralisi dei muscoli respiratori, entro 24 ore. L unica cura è l antiveleno e come prevenzione il vaccino. Ricina: glicoproteina tossica che si trova nei semi del ricino (Ricinus communis L. (Euphorbiaceae)). In seguito alla captazione da parte delle cellule tramite endocitosi, la ricina provoca morte cellulare acuta per inattivazione dell RNA ribosomiale. Nell uomo i sintomi acuti derivanti dall assunzione di semi di ricino sono ematemesi (vomito sanguigno), diarrea, necrosi emorragica in vari organi, insufficienza renale, collasso circolatorio e morte dopo 6-14 giorni; la dose letale (DL) è di circa 1 mg/kg peso corporeo (p.c.), equivalenti all assunzione di 5-10 semi di ricino. Palitossine: la tossicità di alcune microalghe è dovuta alla capacità di produrre tossine, le palitossine, così chiamate dal nome del celenterato marino (Palythoa toxica) da cui sono state isolate per la prima volta nel 1971 alle Hawaii. Le palitossine sono tra le più potenti tossine marine di natura non peptidica e tra le principali cause di avvelenamento da prodotti ittici. Sono state osservate due principali modalità di intossicazione per l uomo, per via alimentare o per via aerea. Nel primo caso l intossicazione avviene a causa del consumo di molluschi, crostacei o pesci contaminati: la sintomatologia si manifesta con vomito, diarrea, dolori agli arti, spasmi muscolari e difficoltà respiratorie. Finora è stato registrato un unico caso letale dovuto a ingestione di pesce contaminato, in Madagascar nel La seconda modalità di intossicazione, associata frequentemente all uso ricreativo delle acque marine, è l inalazione di aerosol contenente frammenti di cellule di alghe marine o tossine: i sintomi, che in genere si presentano a distanza di 2-6 ore dall esposizione, sono febbre alta (>38 C), mal di gola, tosse, dispnea, cefalea, nausea, rinorrea, congiuntivite e lacrimazione, vomito e dermatite.

28 RISCHIO BIOLOGICO : quadro riassuntivo RICKETTSIE AGENTE PATOGENO MALATTIA VETTORE CONTAGIO TERAPIA coxiella burnetii rickettsia prowazeki rickettsia rickettsii febbre Q tifo esantematico (petecchiale) febbre purpurea intradermico inalazione ingestione intradermico intradermico cloramfenicolo doxiciclina tetraciclina cloramfenicolo doxiciclina tetraciclina cloramfenicolo doxiciclina tetraciclina rickettsia thyphi tifo endemico (murino) intradermico cloramfenicolo doxiciclina tetraciclina Rickettsiaèun genere di microrganismi che vengono considerati una forma intermedia tra i batteri e i virus. Comprendono forme a bastoncino, tondeggianti e filamentose, sono parassiti intracellulari obbligati, non sporigeni. Le loro dimensioni partono da un minimo di circa 100 nm. Le malattie causate da rickettsie si manifestano con un esordio brusco, un decorso febbrile da una a diverse settimane, cefalea, malessere, prostrazione, vasculiti periferiche. La maggior parte delle Rickettsie si presenta in natura con un ciclo vitale che implica un serbatoio animale e un insetto vettore (solitamente un artropode) che infetta l'uomo. Poiché molte delle rickettsie sono localizzate in particolari aree geografiche, sapere dove il paziente viva o si sia recato di recente in viaggio aiuta spesso nella diagnosi. FEBBRE Q: sintomatologia simile alla influenza con febbre, mal di testa, dolore muscolare. Può sviluppare una endocardite a distanza di molti anni dall'infezione o le rickettsie possono annidarsi nel fegato causando una epatite.

29 RISCHIO BIOLOGICO : riferimenti bibliografici Linee guida sulla gestione delle segnalazioni di sospetta contaminazione da B. Anthracis, Regione Friuli Venezia Giulia, 4 dicembre 2001 Libro Verde sulla preparazione contro gli attacchi biologici CEE MEMO _IT Health Aspects of Biological and Chemical Weapons, Organizzazione Mondiale della Sanità (Bozza non ufficiale, agosto 2001) Francesco Santoianni: "L'ultima epidemia: le armi batteriologiche. Dalla peste all'aids" Edizioni Cultura della Pace Paola Tomao: La valutazione dei rischi da agenti biologici - ISPESL Febbri Emorragiche Virali (FEV) Raccomandazioni e indicazioni per il trasporto Ministero della Salute, CCM - Centro Naz. Prevenzione e Controllo Malattie Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n Istruttore Nazionale Protezione Civile Alessandro Santolini alessandro.santolini@gmail.com

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