Spazio università di Carolina Moya

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1 Spazio università di Carolina Moya La mediazione culturale: una sfida professionale La realtà dell immigrazione presenta un fenomeno destinato a prolungarsi nel tempo e a diventare irreversibile. Uomini e donne venuti da lontano rappresentano una ricca risorsa per la società, la quale può ricevere importanti apporti attraverso uno scambio costante che porta allo sviluppo e crescita dei mondi culturali. Per noi infermieri, le differenze etniche e culturali con i nostri pazienti, rappresentano un ulteriore complicanza in un rapporto già spesso non facile. Per prendersi cura di un paziente straniero, dobbiamo avere delle conoscenze relative all immigrazione come fenomeno, alle caratteristiche socio-demografiche delle persone che incontriamo nello svolgere il nostro lavoro, nozioni sulla legislazione sanitaria in vigore e soprattutto aspetti comportamentali e culturali del paziente (concetti di salute-malattia, religione, struttura familiare, tradizioni e credenze), tutto ciò finalizzato a rendere più agevole il rapporto. La mediazione culturale ha come obiettivo l inserimento della popolazione immigrata nella società. Attua come un ponte fra paziente e società d accoglienza. Noi infermieri possiamo assumere un ruolo strategico per risolvere tanti problemi di comunicazione con i pazienti immigrati e i loro familiari: quante volte ci siamo trovati a fare da mediatori fra paziente e medico? La comunicazione è in genere, più libera e immediata con gli infermieri con cui l utente ha un rapporto più libero e diretto, perché questo accada anche con i nostri pazienti stranieri dovremo superare i pregiudizi e le ostilità, cercare di assistere la persona nella sua globalità e non per singoli organi, apparati o malattie e capire gli stili di vita dei pazienti, con lo scopo d ottenere 31

2 32 Per diventare mediatori o ponti nello svolgere il nostro lavoro è utile ricordare alcuni aspetti sulla religione e comportamenti della popolazione immigrata: Nord Africa: in Italia i musulmani, nel 1998 sono cresciuti al 45% sul totale degli immigrati, crescita incrementata dall arrivo degli stranieri provenienti dall Albania principalmente, i quali si dichiarano musulmani ma a differenza dei Nord africani non sono praticanti. Per comprendere il mondo musulmano e la cultura islamica, che si sviluppa dal Pakistan al Marocco, è indispensabile tenere conto di un dato essenziale: la religione domina la vita della società, coinvolgendo l uomo in ogni suo aspetto, regolando tutta la vita dell individuo con valori che sopravvivono al confronto con la modernità. L educazione musulmana, è basata sul rispetto per gli adulti maschi, sul pudore e la verginità delle figlie, e sulla sottomissione della donna, queste ultime, sono considerate in parte della società moderna ancora agenti sottomessi e passivi (non deve, dunque, stupirci una certa reticenza e imbarazzo da parte del paziente dell altro sesso a sottoporsi ad esami clinici che implichino nudità o ispezioni genitali). La sottomissione giuridica all ordine del padre, del fratello e del marito attestano la sua ineguaglianza (famiglia patriarcale). La malattia è spesso associata alla stanrisultati terapeutici e di essere veramente d aiuto con azioni congruenti con la loro cultura, evitando di imporre il proprio punto di vista, i propri valori e credenze perché ritenuti superiori o migliori (il cosiddetto fenomeno d etnocentrismo). I principali problemi nel rapporto infermieri-pazienti stranieri sono di comunicazione (principalmente dovuti a una scarsa o nulla comprensione della lingua) e di cultura (relazionati con l etnocentrismo). Una adeguata comunicazione, che comprenda un ascolto interessato e partecipe, una buona osservazione del paziente (movimenti, abbigliamento, espressione del viso, ecc.), ci aiuta a prendere conoscenza del paziente che abbiamo vicino. Molto importante è non sottovalutare l ansia del paziente dovuta sicuramente alla difficoltà di capire la lingua e alla paura di non riuscire ad esprimere i propri bisogni ed il proprio stato di malessere. Rispettare i valori, lo stile di vita espresso dal malato e il significato culturale del proprio comportamento e convinzioni, riportare la religione del paziente e gli eventuali divieti che essa impone, chiedere informazioni con attenzione (ad esempio le informazioni riguardanti il suo stato giuridico-legale), ricordando che nulla è ovvio, sono tutte azioni che iniziano un rapporto d assistenza sanitaria compatibile con lo stile di vita del paziente.

3 chezza e percepita come una alterazione dello stato fisico, psicologico e mentale, dovuta a preoccupazioni concrete e quotidiane o a conflitti con parenti, amici o vicini, tutto ciò fortemente influenzato dal mektoub (il destino). Quando una persona si ammala, la famiglia e gli amici, qualora ritengano si tratti di malattie conosciute e temporanee, garantiscono al malato cure, sostegno e conforto, molte volte consultando una autorità religiosa (malgrado lo sviluppo del sistema di salute occidentale e il ricorso massivo ai servizi, è ancora diffuso il ricorso a terapie tradizionali). Quando la malattia, invece, viene ritenuta una punizione divina (per es. la lebbra), il malato viene escluso della società perdendo tutti i suoi diritti. Occorre anche considerare come il tempo, nella loro concezione culturale, non segua una successione sumare carne suina e di bere alcolici, mentre sua figlia avrà problemi di parto se le è stata praticata la circoncisione femminile. Questa pratica tradizionale ha radice preislamica, anche se è stata tuttavia associata alla religione islamica per le regole di comportamento come la modestia, la castità, il godimento del sesso all interno del matrimonio, a cui devono attenersi la donne mussulmane. Più che un rito religioso è pertanto una sorta di garanzia della castità di una donna. Africa Subsahariana: l Africa è un grande continente, è arduo ed impossibile parlare di un unica identità in cui tutti gli africani si possano riconoscere, ma si può parlare di una unità culturale dell Africa nera (Anta Diop, identità etnico culturale), dove ci sono degli elementi che hanno dato origine alle varie identità: la credenza e il culto lineare e varia da individuo degli antenati (perciò ad individuo, ciò si traduce in ritmi totalmente differenti o in ritardi agli appuntamenti, indice grande rispetto per gli adulti e anziani); il valore dell individuo e nello stesso tempo della della difficoltà ad adattarsi comunità alla quale alla gestione occidentale del tempo, è inoltre difficile per i musulmani praticanti, conciliare l esigenza della preghiera con l orario lavorativo. Un musulmano osservante non si ammalerà di cirrosi epatica etilica o di teniasi da solium, appartiene: il Io di gruppo (non esiste un io individuale), dove conta il conoscere il proprio posto nel gruppo, in relazione agli altri, sulla base dei propri ruoli e dei propri compiti tradizionali, dove la comunità ha la precedenza sull indivi- giacchè hanno il divieto religioso di conduo; 33 33

4 la preparazione dell individuo attraverso diverse iniziazioni; società matriarcale e famiglia nucleare e allargata, dove il cugino, figlio del fratello della madre, è a tutti gli effetti, un fratello; l inesistenza del dualismo occidentale mente-corpo, dove non esiste la differenza tra domande che riguardino lo status familiare o personale, in particolare chiedere sulle malattie di famiglia e sulla salute. Le persone africane che emigrano (secondo Edmund Delle Il paziente immigrato CUAMM, 1994), sono persone continuamente oscillanti tra valori tradizionali ed occidentali, non nutrono grande fiducia malattie organiche e nella medicina scienti- malattie mentali; dove essere malato coinvolge tutta la famiglia, dove non esiste l ansia sociale delle malattie incurabili, giacché la morte viene vissuta come un fenomeno naturale, questa visione fatalista spinge ad un atteggiamento fiducioso e rassegnato verso il futuro; nella medicina tradizionale, il guaritore, dopo aver chiesto al paziente dove e quando è stato colpito per la prima volta dalla malattia, in presenza dei parenti (senza che sia presente necessariamente il malato), fa la diagnosi e propone la terapia. Questo ci serve anche per capire come un paziente africano reputi le domande da parte del medico occidentale: sono un segno di impotenza, il sapiente non domanda perché fica, cui chiedono terapie brevi, economiche ed efficaci, non accettano visite di controllo e tornano spesso alla medicina tradizionale, così si può intuire come difficilmente la medicina scientifica possa attecchire ed essere accettata in un terreno così ancorato alle proprie tradizioni o con quale diffidenza e disagio un malato riesca a comunicare il proprio malessere a persone dalla formazione e dalle abitudini completamente diverse. Asia Centrale: la Cina impressiona per l immensità del territorio e della sua popolazione ma anche per il suo patrimonio culturale formatosi in millenni di storia e mantenuto grazie alla centralità del modello ideologico e alla uniformità non ne ha bisogno, d altronde non è della lingua scritta. I rapporti 34 abituale per il costume africano porre umani sociali si attengono a precise

5 regole e gerarchie, come nella famiglia, dove ha valore il concetto di comando e di obbedienza, rispetto e sottomissione. I cinesi sono riservati, non parlano dei sentimenti ne dei problemi personali, la capacità di controllare le proprie emozioni è un segno di maturità. Non esiste il dualismo occidentale mentecorpo, il corpo fisico è incompleto, e viene determinato anche dal gruppo e dalla parentela. Per esempio un cinese si considera come figlio, fratello, marito, padre, difficilmente come se stesso. Nessuno può vivere svincolandosi dagli obblighi nei confronti degli altri. L importanza dell altro nella definizione del proprio sé, si riflette in alcuni tipici atteggiamenti culturali (modestia, umiltà, riservatezza, formalità, inibizione dei propri sentimenti) insegnati dalla propria famiglia per interagire con gli altri in una dipendenza connaturata dai vecchi e dai saggi, un rispetto profondo dell autorità, tutto ciò ci aiuta a comprendere le difficoltà dei cinesi nel relazionarsi con degli stranieri. La medicina tradizionale cinese si basa sul principio degli opposti (Yin e Yang). L equilibrio tra queste due energie rappresenta lo stato ottimale d armonia con la natura, e quindi la salute. Quest armonia può essere turbata da diversi elementi come emozioni, traumi, alimentazione, clima, ecc. Per loro non esistono le anomalie organiche: la malattia è il fallimento del medico che non ha saputo prevenirne l insorgenza. La prassi terapeutica cinese riserva antibiotici e medicinali costosi ai casi più gravi, avvalendosi generalmente di rimedi naturali estratti dalle piante e di tecniche come agopuntura, idroterapia, cinesiterapia, dietoterapia, ecc. modo adeguato. L individuo che la Cina Asia meridionale (India, Sri Lanka): nel ha prodotto, non si può dunque capire continente indiano convivono tre mondi: senza fare riferimento alla lunga storia il musulmano, il buddista e l induista. della centralità assoluta del modello Gli induisti credono nella reincarnazione ideologico culturale tradizionale. Il cinese così si porta inevitabilmente dietro un mangiare la carne (non possono mangia- che implica regole dietetiche come non marcato senso di superiorità culturale, re i loro simili perciò sono vegetariani) una salda e radicata concezione gerarchica dell organizzazione familiare e sociale, visione in caste, dove una persona di e nel loro ordine sociale esiste la suddi- 35

6 casta superiore non potrà mai avere dei contatti con una casta inferiore. I buddisti seguono l illuminato, Buddha; è una religione nella quale non esiste un Dio inteso come forza personale o impersonale che si collochi al di fuori di noi, c è solo una energia contenuta in tutte le cose, è fondata sulle capacità dell essere umano. Credono nel Karma e nella reincarnazione. sociale con persone che non appartengono alla loro comunità. È importante per loro la comunità terapeutica o rete parenterale e amicale che nel momento del bisogno di assistenza sanitaria influenza o può influenzare questa decisione. America Latina: per capire il concetto di cultura latino-americana, dobbiamo considerare la presenza di ben quattro gruppi Asia orientale (Filippine): le Filippine che hanno contribuito a costruire l at- sono un paese in via di sviluppo e come molti di questi con un piede nel passato e uno nel futuro, di conseguenza difficile da confrontare con i paesi europei. Nelle aree urbane esiste libertà nell uso delle strutture sociosanitarie del tipo occidentale, mentre nelle aree rurali questi servizi, molte volte, rimangono ignorati. La malattia quando si presenta, non viene quasi mai curata, pensando invece che si risolva da sola, quando la patologia si aggrava avviene il ricovero in ospedale. Gli immigranti sono molto legati alla cultura e quando non sono compresi, molte volte per un problema linguistico, si chiudono nel loro mondo e nella loro cultura preservata in casa con gli tuale profilo della popolazione: gli indigeni autoctoni, i colonizzatori ispanici e portoghesi in maggior parte e la loro discendenza, gli schiavi africani (Centroamerica e Brasile) e gli emigranti europei del XIX-XX secolo. Sebbene l America Latina sia considerata una società occidentale, si percepisce attualmente l influenza dei gruppi indigeni e dei gruppi neri (dove presenti) soprattutto nella medicina tradizionale e nella religione, ufficialmente cattolica ma molto influenzata dai culti autoctoni o africani. Nella medicina tradizionale viene praticata la prevenzione, centrata sulla moderazione e la vita equilibrata con la natura, che insiste su due campi: l alimentazione e 36 amici e parenti, limitando il contatto l abbigliamento e in generale sulla cura

7 di sé, queste regole sulla prevenzione sono raccolte nei proverbi e detti popolari che sussistono ancora ma che hanno perso con il tempo la loro funzione sociale originaria. Quando qualcuno si ammala, ci si affida dapprima ai rimedi consigliati dai propri familiari, nel caso anche il successivo ricorso al herbolario non sortisca alcun effetto, ci si rivolge generalmente alla medicina scientifica. Ci si reca dal curandero invece, in caso di disturbi lievi, malattie croniche, stati d angoscia che potrebbero far pensare all intervento di qualche forza soprannaturale, infermità disfunzionali e debilitanti. Per il medico tradizionale o curandero, la religione costituisce il suo riferimento base, egli centra la sua attenzione sul peccato e sulla volontà di Dio come fattori che influenzano la predisposizione alla malattia. Con tutto questo, vorrei stimolare il vostro interesse, la vostra curiosità ed attenzione a cogliere l opportunità di iniziare una nuova sfida per la professione, com è l assistenza transculturale. In questa nuova situazione culturale, possiamo, senz altro, assumere un ruolo strategico per risolvere tanti piccoli e grandi problemi con i nostri pazienti stranieri e i loro familiari, se tutti noi avessimo delle minime conoscenze riguardanti gli aspetti comportamentali degli immigrati (struttura famigliare, religione, concetti di salute e malattia principalmente). Con questo non vorrei affermare che per assistere un paziente straniero e per avere un avvicinamento più efficace con quest ultimo, ci vorrebbe una specializzazione della professione che applichi conoscenze d antropologia, ma che dobbiamo semplicemente iniziare a considerare non solo la malattia degli organi ma un altra infermità, una malattia del dialogo, che ci allontana da questi pazienti. Credere nella differenza come un valore; differenza che significa padroneggiare due culture, due lingue, tradizioni diverse: è una risorsa, concetto che bisogna ricordare e rispettare costantemente. Il mondo è come la tastiera di un pianoforte: si possono suonare solo i tasti neri ed avere una melodia, così pure si possono suonare solo i tasti bianchi. Ma solo suonando tutta la tastiera con tasti bianchi e neri, si può produrre la vera musica Desmond Tutu Bibliografia PASINI Walter, Il medico e il paziente immigrato, news and views, ed. Alfa Wassermann, Bologna, 96. GERACI Salvatore, Argomenti di medicina delle migrazioni, edizioni Peri Tecnes, Busseto (PR), ISCOS-CARITAS ROMA, Italia multiculturale. I paesi d origine degli immigranti, Anterem, Roma, COLASANTI R., GERACI S., PITTAU F., Immigrati e salute: paure, miti e verità, ed. Lavoro, ISCOS, 91. CUAMM, il paziente immigrato, ed. Editeam, 94. LONGO G., MORRONE A., Cultura, salute, immigrazione, un analisi interculturale, Armando editore, 94. CHIOZZI P., GRECHI M., l identità etnico culturale, problematiche etnoantropologiche e analisi di casi, Quaderni IRRSAE, Toscana documenti, Firenze, CASTIGLIONI Marta, La mediazione linguistico-culturale, Franco Angeli, Milano, CRESPI Gabriele, Il matrimonio e il diritto di famiglia nel Magreb, quaderni ISMU, LANTERNARI V., Medicina, magia, religione, valori, Liguori editore, Napoli, UFFICIO STRANIERI, La famiglia in Cina, Settore Servizi Sociali del Comune di Milano, maggio

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