Politiche giovanili in Italia e in Europa

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1 Politiche giovanili in Italia e in Europa Arianna Bazzanella OGI Osservatorio permanente sulla condizione dell infanzia e dei giovani della Provincia di Trento 1

2 L Osservatorio permanente sulla condizione dell'infanzia e dei giovani della Provincia Autonoma di Trento 2

3 L Osservatorio permanente sulla condizione dell'infanzia e dei giovani L OGI della Provincia di Trento è nato con la Legge Provinciale sui giovani (LP nr 5 del 2007) e ha compito di: realizzare e gestire servizi informativi e banche dati sulla condizione e sulle politiche per l'infanzia e per i giovani, da mettere a disposizione degli organismi pubblici e privati e dell'associazionismo; studiare e approfondire la condizione dell'infanzia e dei giovani a livello provinciale; concorrere alla verifica del grado di realizzazione delle politiche per l'infanzia e per i giovani. E per far questo raccoglie, sistematizza, analizza e compara dati di fonti ufficiali già disponibili sul territorio (ASL, ISTAT, etc.); progetta e realizza ricerche sui fenomeni e sui contesti sociali relativi ai giovani; supporta i referenti provinciali delle politiche giovanili nel monitoraggio di interventi e dispositivi rivolti a adolescenti e giovani. 3

4 L Osservatorio permanente sulla condizione dell'infanzia e dei giovani Rapporto biennale «Giovani in Trentino»; Ricerche primarie su diverse tematiche in autonomie o con Università, Fondazioni, etc.; Supporto per la predisposizione di «Schede di progettazione» e «Schede di rendicontazione» per la predisposizione di progetti. 4

5 Una ricerca: modelli di politiche giovanili in Italia e in Europa 5

6 Uno dei risultati Le politiche giovanili in Italia e in Europa Uno studio comparativo sulle politiche giovanili in Europa che parte da una precedente ricerca realizzata dall Iprase in collaborazione con l Istituto di ricerca IARD di Milano. 6

7 Le premesse della ricerca Nel 1999 l Istituto IARD di Milano realizza per la Direzione Generale Ricerca della Commissione Europea uno «Studio sulla condizione e sulle politiche giovanili (EUROGiovani)» considerando 18 Stati europei (i 15 Stati allora membri più Islanda, Norvegia, Liechtenstein). Il lavoro realizza una prima mappatura di dati di contesto e politiche sintetizzati in modelli. Nel 2007 IPRASE del Trentino inizia (con la collaborazione di Istituto IARD) uno studio sull evoluzione di quei modelli, su un campione di 5 Stati definiti come idealtipici (Italia, Regno Unito, Germania, Danimarca, Slovenia). 7

8 Nel 2000, a partire dall analisi analisi di origine dei finanziamenti (pubblico VS privato); livello di attuazione (nazionale VS locale); grado di universalismo delle iniziative; aree tematiche di intervento (esclusione sociale, educazione, lavoro, mobilità) 8

9 si sono individuati 4 modelli idealtipici a) Universalistico (paesi scandinavi) b) Comunitario (paesi anglosassoni) c) Di tutela (paesi del centro Europa) d) Centralistico (paesi mediterranei) 9

10 I modelli individuati nel 2000 PROMOZIONE Modello Universalistico DK PARTICOLARISMO Modello Centralizzato Modello IT Comunitario UK Modello di tutela D PREVENZIONE UNIVERSALISMO 10

11 L evoluzione degli ultimi anni PROMOZIONE Danimarca (Modello universalistico) Slovenia PARTICOLARISMO UNIVERSALISMO Italia (Modello centralizzato) Germania (Modello di tutela) Regno Unito (Modello comunitario) PREVENZIONE 11

12 I punti di forza dell evoluzione evoluzione italiana Nasce il Fondo per le politiche giovanili: 130 milioni di euro all'anno per 3 anni, che grazie sistemi di co-finanziamento delle Regioni (APQ), generano un capitale complessivo che supera i 500 milioni di Euro: è l effetto generativo delle politiche giovanili; Nasce il Piano Nazionale Giovani (PNG); Nascono gli Accordi di Programma Quadro (APQ) tra Regioni e Ministero; Nasce l Agenzia nazionale Gioventù; Si avviano o continuano le sperimentazioni ANCI e Iter in molti Comuni, a partire dalla sperimentazione dei Piani Giovani di Zona attivi in Provincia di Trento; Nel 2008 si costituisce un Coordinamento Nazionale degli IG; Vengono banditi concorsi nazionali che attivano progettualità, idee, reti. 12

13 L esperienza in Provincia di Trento: alcuni dati 13

14 Gli investimenti e l effetto generativo dei Piani Giovani di Zona Anni Numero Piani Giovani di Zona Finanzia- mento PAT Spesa totale

15 i Piani Giovani di Zona 15

16 A cosa servono i Piani Giovani di Zona? Alcuni risultati secondo gli attori intervistati Dal monitoraggio emerge che i PGZ sono un laboratorio di fare politica pubblica basato su: La costruzione e lo sviluppo di reti e collaborazioni tra i principali attori sociali operanti sul territorio in materia di giovani e adolescenti; La creazione di spazi e strumenti di democrazia partecipata cui gli attori aderiscono portando i diversi punti di vista e integrandoli; Lo sviluppo di un clima di cooperazione vissuto positivamente. 16

17 In particolare, Piani funzionano soprattutto per Creare relazioni nuove sul territorio 7,1 Consolidare relazioni già presenti tra attori del territorio 6,9 Coinvolgere i giovani come promotori di attività Ottimizzare le risorse pubbliche Rispondere ai bisogni dei giovani Rapidità nel trovare soluzioni in caso di problemi o imprevisti Individuazione dei problemi prioritari del territorio Capacità di individuare le soluzioni migliori per i problemi del territorio 6,4 6,4 6, Voto medio 5 5,5 6 6,5 7 7,5 17

18 In particolare, Piani funzionano soprattutto per I Piani Giovani di Zona, dunque, come fonte di capitale sociale (capitale territoriale) 18

19 Per ulteriori informazioni: osse rvatorio_giovani/ GRAZIE! 19

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