Disturbi dell Umore e medicina del lavoro
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- Gregorio Silvano Monti
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1 Disturbi dell Umore e medicina del lavoro Dott. Giuseppe Ferrari Presidente di SIPISS Presidente di Società Italiana di Psicoterapia Integrata per lo Sviluppo Sociale
2 Premesse La malattia psichiatrica e il disagio psicologico in genere sono in costante aumento. Più spesso che in passato è possibile imbattersi in lavoratori morbosi che si permettono di esprimere il proprio disagio anche nei luoghi di lavoro. Gli ambienti di lavoro non svolgono più il ruolo contenitivo che avevano in passato, in particolare i frequenti cambiamenti organizzativi slatentizzano le patologie psichiatriche anche nelle loro manifestazioni più acute.
3 Premesse E esperienza comune trattare con il disagio psicologico negli ambienti di lavoro. La medicina del lavoro e i suoi servizi sono spesso il primo collettore di questi disturbi. La casistica degli episodi è in aumento e non esistono metodi condivisi di azione.
4 Premesse L Organizzazione Mondiale della Sanità ha segnalato che nel prossimo decennio la depressione diventerà la prima causa al mondo per le giornate perse di lavoro. La depressione può comportare una riduzione della capacità lavorativa molto significativa. La disabilità derivata da questa malattia può essere tale da rendere necessario per la persona che ne soffre un supporto in gesti semplici della quotidianità.
5 Qual è il ruolo dello psicologo?
6 Come lo psicologo entra in azienda? Lo psicologo può essere coinvolto su diversi piani. Può essere chiamato come consulente esterno in caso di bisogni specifici (valutazione stress lavoro correlato, analisi di clima, assessment di selezione e sviluppo) o in casi di particolare emergenza (suicidi, PTSD). Alcune aziende predispongono degli sportelli, tematici o di supporto generale, in cui è possibile per i lavoratori ricevere supporto psicologico.
7 Il ruolo dello psicologo nella medicina del lavoro Lo psicologo può essere un ponte diretto tra il soggetto patologico e l ambiente di lavoro. Medico del lavoro e psicologo devono comunicare e collaborare per evidenziare i limiti e il funzionamento di un individuo con malattia psichiatrica. Individuare il funzionamento ottimale di un soggetto porta benefici all ambiente di lavoro e al soggetto stesso.
8 Lo psicologo come ponte Lo psicologo e il medico competente possono collaborare per: inquadrare correttamente la patologia e le sue caratteristiche. In particolare come le funzioni e i limiti dell individuo gli consentono di interagire con gli altri e con l ambiente di lavoro. individuare il funzionamento della persona permette di strutturare un progetto di inserimento. Per una buona ambientazione è necessario conoscere il funzionamento del lavoratore, ma anche che impattò avrà la patologia sugli altri e sull ambiente. l accettazione o meno della persona portatrice di disagio deve essere monitorata per facilitare l inserimento lavorativo.
9 Riconoscere la patologia E importante saper distinguere tra ciò che è patologico e ciò che non lo è. I disturbi dell umore si presentano con delle caratteristiche ben precise che è importante conoscere e riconoscere, ma è altrettanto fondamentale essere capaci di distinguerli da altre manifestazioni. Disturbi dell umore VS Disturbi di personalità Depressione maggiore VS Deflessione dell umore Disturbi dell umore legati all uso di sostanze Il ruolo dello STRESS
10 Malattia Psichica e Lavoro Gli elementi centrali da considerare per valutare l impatto di una malattia psichica sull ambiente che circonda il malato sono: Funzionamento psichico Limite psichico Episodicità
11 Funzionamento Psichico Il soggetto malato sviluppa una modalità adattiva che gli può consentire di mantenere un buon funzionamento sia sociale che lavorativo, avendo a disposizione competenze sufficienti e necessarie per far fronte alle richieste esterne. Questa capacità di adattamento è influenzata oltre che dalla patologia, dalle condizioni ambientali.
12 Limite Psichico Con limite psichico ci si riferisce all assenza di determinate capacità cognitive, emotive o relazionali dovuta a una determinata psicopatologia. E' un vero e proprio deficit mentale che può portare un individuo a sviluppare schemi di ragionamento e pattern comportamentali più o meno adattivi e funzionali, con la possibilità di provocare delle considerevoli limitazioni nella proprie capacità lavorative e sociali. Ogni malattia psichica pone dei limiti che possono essere solo in parte compensati dall ambiente esterno.
13 Episodicità La maggior parte dei disturbi clinici sono caratterizzati da un andamento episodico che prevede un alternanza tra periodi di quasi normalità e alcune crisi cicliche, in cui compaiono o si acuiscono i diversi sintomi che li caratterizzano. E durante l episodio che si ha un evidente cambiamento nel funzionamento dell individuo, che non è caratteristico del soggetto quando è asintomatico. La frequenza e la gravità di questi episodi determina quali e quante limitazione la psicopatologia può comportare, quanto possa determinare una marcata compromissione del funzionamento sociale o lavorativo.
14 L inserimento lavorativo Il lavoro può avere un ruolo fondamentale in termini di riabilitazione per il disagio psichico. Un inserimento curato e ben strutturato risulta essere uno svincolo fondamentale. L integrazione nell azienda di un disabile psichico è un processo che dovrebbe coinvolgere un ampia rete sociale che si estende ben oltre la sola famiglia e le figure di riferimento nel contesto lavorativo. La collaborazione tra psicologo e medico competente può in tal senso essere molto utile. L inserimento lavorativo prevede la scelta della mansione più adatta rispetto al funzionamento, la formazione della persona, un accompagnamento all ambientazione iniziale e un monitoraggio continuo nel tempo.
15 L inserimento lavorativo L inserimento lavorativo delle persone con Disturbi dell Umore dovrebbe prevedere anche un attenzione particolare ai lavoratori che con quelle persone inizieranno ad avere contatti. Si tratta di monitorare l accettazione o meno del nuovo collega, ma anche di risolvere piccoli dubbi sulle modalità di relazione possibili.
16 Malattia Psichica e Lavoro La malattia psichiatrica è sempre caratterizzata dalla rigidità. Il soggetto in vari modi non è in grado di adattarsi all ambiente di riferimento. La maggior parte delle malattie psichiatriche non peggiorano se il paziente viene esposto ad una specifica mansione o ad uno specifico ambiente lavorativo! e nel caso di disturbi dell umore?
17 Su cosa possiamo agire? 4 temi per cui dobbiamo definire linee guida specifiche e modalità di intervento Il giudizio di idoneità alla mansione La sorveglianza sanitaria La prevenzione nella salute mentale Il contenimento dei disturbi psichici
18 Capacità o idoneità L art del codice civile: Art.2087 c.c.: L imprenditore è tenuto ad adottare, nell esercizio dell impresa, le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro
19 Capacità o idoneità L IDONEITA ALLA MANSIONE: riguarda l escludere la sussistenza di vulnerabilità peculiari del lavoratore verso i rischi specifici della mansione (riguarda pertanto solo salute e sicurezza del lavoratore). Oggi riguarda anche la sicurezza del lavoratore e dei terzi. LA CAPACITA : riguarda l attitudine e l abilità fisica del lavoratore a riuscire a svolgere un certo compito.
20 La sorveglianza sanitaria La sorveglianza sanitaria deve includere il rischio psichico. Laddove è accertata la rischiosità di un tratto psicopatologico costituito o sopraggiunto deve essere coinvolto anche il giudizio di idoneità. La sorveglianza sanitaria diventa uno dei modi con cui il medico competente può attuare una forma di prevenzione anche per i disturbi psichici.
21 I Disturbi dell Umore
22 Disturbi dell umore Episodi di alterazione dell umore Episodio Depressivo Maggiore Episodio Maniacale Episodio Misto Episodio Ipomaniacale Disturbi Depressivi Disturbo Depressivo Maggiore Disturbo Distimico Disturbo Depressivo NAS Disturbi Bipolari Disturbo Bipolare I Disturbo Bipolare II Disturbo Ciclotimico Disturbo Bipolare NAS Altri Disturbi dell Umore Disturbo dell Umore Dovuto ad una Cond. Med. Gen. Disturbo dell Umore Indotto da sostanze Disturbo dell Umore NAS
23 I Disturbi dell Umore I Disturbi dell Umore avevano nel DSM-IV-TR una propria categoria diagnostica. Nel DSM 5 la categoria Disturbi dell Umore è scomparsa e ha lasciato spazio a due categorie: Disturbi Bipolari e Disturbi Depressivi. Nel DSM 5 è venuta meno la descrizione degli episodi (Maniacale, Depressivo, Ipomaniacale) che non rappresentavano una diagnosi e creavano confusione e fraintendimenti. Ora gli episodi sono descritti all interno dello specifico disturbo. Non è più presente l episodio misto. Seguiamo per praticità la categorizzazione del DSM 5.
24 CRITERI DIAGNOSTICI Disturbo Depressivo Maggiore A. Cinque o più dei seguenti sintomi sono stati contemporaneamente presenti durante un periodo di 2 settimane e rappresentano un cambiamento rispetto al precedente livello di funzionamento; almeno uno dei sintomi è costituito da 1) umore depresso o 2) perdita di interesse o piacere. Nota. Non includere sintomi chiaramente dovuti ad una condizione medica generale o deliri o allucinazioni incongrui all umore. 1. umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno, come riportato dal soggetto (per es., si sente triste o vuoto) o come osservato dagli altri (per es., appare lamentoso). Nota. Nei bambini e negli adolescenti l umore può essere irritabile. 2. marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno (come riportato dal soggetto o come osservato dagli altri)
25 Continua 3. significativa perdita di peso, senza essere a dieta, o aumento di peso (per es., un cambiamento superiore al 5% del peso corporeo in un mese) oppure diminuzione o aumento dell appetito quasi ogni giorno. Nota: Nei bambini, considerare l incapacità di raggiungere i normali livelli ponderali. 4. insonnia o ipersonnia quasi ogni giorno 5. agitazione o rallentamento psicomotorio quasi ogni giorno (osservabile dagli altri, non semplicemente sentimenti soggettivi di essere irrequieto o rallentato) 6. faticabilità o mancanza di energia quasi ogni giorno 7. sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi o inappropriati (che possono essere deliranti), quasi ogni giorno (non semplicemente autoaccusa o sentimenti di colpa per essere ammalato) 8. ridotta capacità di pensare o di concentrarsi, o indecisione, quasi ogni giorno (come impressione soggettiva o osservata dagli altri) 9. pensieri ricorrenti di morte (non solo paura di morire), ricorrente ideazione suicidaria senza un piano specifico, o un tentativo di suicidio, o l ideazione di un piano specifico per commettere suicidio. B. I sintomi causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti. C. I sintomi non sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza o di una condizione medica generale.
26 Continua D. Il verificarsi dell episodio depressivo maggiore non è meglio spiegata da un Disturbo Schizoaffettivo, Schizofrenia, Disturbo Schizofreniforme, Disturbo Delirante, o altri disturbi dello spettro schizofrenico o psicotici. E. Non si è mai verificato un episodio maniacale o ipomaniacale. Specificare l attuale gravità Lieve: Sono presenti pochi sintomi in più rispetto a quelli richiesti per formulare la diagnosi, l intensità dei sintomi è causa di disagio ma è gestibile, e i sintomi risultano in una lieve compromissione del funzionamento sociale e lavorativo. Moderata: Il numero dei sintomi, l intensità dei sintomi e la compromissione del funzionamento sono ad un livello intermedio tra lieve e grave. Grave: Il numero di sintomi è sostanzialmente in eccesso rispetto a quelli richiesti per formulare la diagnosi, l intensità dei sintomi è causa di grave disagio e non sono gestibili, e i sintomi interferiscono marcatamente col funzionamento sociale e lavorativo.
27 CRITERI DIAGNOSTICI Disturbo Bipolare I Per una diagnosi di Disturbo Bipolare I, è necessario soddisfare i criteri per un episodio maniacale. L episodio maniacale può essere preceduto e seguito o da un episodio ipomaniacale o da un episodio depressivo maggiore. Episodio Maniacale A. Un periodo definito di umore anormalmente e persistentemente elevato, espansivo o irritabile, della durata di almeno una settimana (o di qualsiasi durata se è necessaria l ospedalizzazione). B. Durante il periodo di alterazione dell umore, tre (o più) dei seguenti sintomi sono stati persistenti e presenti a un livello significativo (quattro se l umore è solo irritabile): 1. autostima ipertrofica o grandiosità 2. diminuito bisogno di sonno (per es., si sente riposato dopo solo 3 ore di sonno) 3. maggiore loquacità del solito, oppure spinta continua a parlare 4. fuga delle idee o esperienza soggettiva che i pensieri si succedano rapidamente 5. distraibilità (cioè, l attenzione è troppo facilmente deviata da stimoli esterni non importanti o non pertinenti)
28 Continua 6. aumento dell attività finalizzata (sociale, lavorativa, scolastica o sessuale) oppure agitazione psicomotoria 7. eccessivo coinvolgimento in attività che hanno un alto potenziale di conseguenze dannose (per es., acquisti incontrollati, comportamento sessuale sconveniente, investimenti finanziari avventati). C. L alterazione dell umore è sufficientemente grave da causare una marcata compromissione del funzionamento lavorativo o delle attività sociali abituali o delle relazioni interpersonali o da richiedere l ospedalizzazione per prevenire danni a sé o agli altri, oppure sono presenti manifestazioni psicotiche. D. I sintomi non sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una droga di abuso, un farmaco o altro trattamento) o di una condizione medica generale (per es., ipertiroidismo). Nota. Episodi simil-maniacali chiaramente indotti da un trattamento somatico antidepressivo (per es., farmaci, terapia elettroconvulsivante, light therapy) non dovrebbero essere considerati per una diagnosi di Disturbo Bipolare I.
29 Continua Disturbo Bipolare I A. I criteri sono soddisfatti per almeno un episodio maniacale. B. Il verificarsi di un episodio maniacale e di un episodio depressivo maggiore non è meglio spiegata da un Disturbo Schizoaffettivo, Schizofrenia, Disturbo Schizofreniforme, Disturbo Delirante, o altri disturbi dello spettro schizofrenico o psicotici. Specificare la gravità: leggera: due sintomi moderata: tre sintomi moderata-severa: quattro o cinque sintomi severa: quattro o cinque sintomi con agitazione motoria
30 CRITERI DIAGNOSTICI Disturbo Bipolare II Per una diagnosi di Disturbo Bipolare II, è necessario soddisfare i criteri per un episodio ipomaniacale attuale o passato e i seguenti criteri per un episodio depressivo maggiore attuale o passato: Episodio ipomaniacale A. Un periodo definito di umore persistentemente elevato, espansivo o irritabile, che dura ininterrottamente per almeno 4 giorni, e che è chiaramente diverso dall umore non depresso abituale. B. Durante il periodo di alterazione dell umore, tre (o più) dei seguenti sintomi sono stati persistenti e presenti a un livello significativo (quattro se l umore è solo irritabile): 1. autostima ipertrofica o grandiosità 2. diminuito bisogno di sonno (per es., si sente riposato dopo solo 3 ore di sonno) 3. maggiore loquacità del solito, oppure spinta continua a parlare 4. fuga delle idee o esperienza soggettiva che i pensieri si succedano rapidamente 5. distraibilità (cioè, l attenzione è troppo facilmente deviata da stimoli esterni non importanti o non pertinenti)
31 Continua 6. aumento dell attività finalizzata (sociale, lavorativa, scolastica o sessuale) oppure agitazione psicomotoria 7. eccessivo coinvolgimento in attività che hanno un alto potenziale di conseguenze dannose (per es., eccessi nel comprare, comportamento sessuale sconveniente, investimenti in affari avventati). C. L episodio si associa ad un chiaro cambiamento nel modo di agire, che non è caratteristico della persona quando è asintomatica. D. L alterazione dell umore e il cambiamento nel modo di agire sono osservabili dagli altri. E. L episodio non è abbastanza grave da provocare una marcata compromissione in ambito lavorativo o sociale o da richiedere l ospedalizzazione, e non sono presenti manifestazioni psicotiche. F. I sintomi non sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una droga di abuso, un farmaco o altro trattamento) o di una condizione medica generale (per es., ipertiroidismo). Nota. I criteri rappresentano un episodio ipomaniacale. Gli episodi ipomaniacali sono comuni nel Disturbi Bipolari I ma non sono richiesti per una diagnosi di Disturbo Bipolare I.
32 Continua Disturbo Bipolare II A. I criteri sono soddisfatti per almeno un episodio ipomaniacale e almeno un episodio depressivo maggiore. B. Non si è mai verificato un episodio maniacale C. Il verificarsi di un episodio ipomaniacale e di un episodio depressivo maggiore non è meglio spiegata da un Disturbo Schizoaffettivo, Schizofrenia, Disturbo Schizofreniforme, Disturbo Delirante, o altri disturbi dello spettro schizofrenico o psicotici. D. I sintomi di depressione o di imprevedibilità causati dalle frequenti alterazioni tra periodi di depressione e ipomania causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento sociale, lavorativo o altre importanti aree. Specificare più recente o attuale episodio: Ipomaniacale Depressivo
33 CRITERI DIAGNOSTICI Disturbo Ciclotimico A. Per almeno due anni ci sono stati numerosi periodi con sintomi ipomaniacali che non soddisfano i criteri per un episodio ipomaniacale e numerosi periodi con sintomi depressivi che non soddisfano i criteri per un episodio depressivo maggiore. B. Durante questo periodo di due anni, i periodi ipomaniacali e depressivi sono stati presenti per almeno la metà del tempo e l individuo non è mai stato senza sintomi per più di 2 mesi. C. I criteri per l episodio maniacale, ipomaniacale e depressivo non sono soddisfatti. D. I sintomi al Criterio A non sono meglio spiegati meglio spiegata da un Disturbo Schizoaffettivo, Schizofrenia, Disturbo Schizofreniforme, Disturbo Delirante, o altri disturbi dello spettro schizofrenico o psicotici. E. I sintomi non sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza o di una condizione medica generale. F. I sintomi causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre importanti aree.
34 La normativa
35 La tutela della privacy Il lavoratore non è obbligato a comunicare le diagnosi ricevute e le terapie praticate per curarsi questo può rappresentare un ostacolo per il medico competente. La tutela della privacy rappresenta un tema importante per il lavoratore che vuole mantenere privata la sua diagnosi.
36 I diritti del lavoratore I disturbi dell umore possono diventare patologie fortemente invalidanti. Per questo motivo trovano spazio nelle tabelle ministeriali sull invalidità. A seconda della gravità e della tipologia del disturbo possono essere riconosciute le seguenti percentuali di invalidità: sindrome depressiva endoreattiva lieve: 10%; sindrome depressiva endoreattiva media: 25%; sindrome depressiva endoreattiva grave: dal 31% al 40%; sindrome depressiva endogena lieve: 30%; sindrome depressiva endogena media: dal 41% al 50%; sindrome depressiva endogena grave: dal 71% all 80%; nevrosi fobico ossessiva e/o ipocondriaca di media entità: dal 21% al 30%; nevrosi fobico ossessiva lieve: 15%; nevrosi fobico ossessiva grave: dal 41% al 50%; nevrosi ansiosa: 15%; psicosi ossessiva: dal 71% all 80%.
37 Rischio vs Pericolo I fattori di rischio sono quei fattori la cui esposizione prolungata o l intensità specifica può produrre o acuire nel lavoratore delle forme di disagio psicologico. Lo psicologo collabora con il medico del lavoro per individuare i rischi sul luogo di lavoro per il soggetto con malattia psichica. In questo modo si contiene la possibilità che la persona diventi un pericolo per se stessa o per gli altri. L individuazione dei rischi, in particolare dei rischi psicosociali, è un ambito in cui lo psicologo può essere di supporto a livello generale nel contesto lavorativo. VALUTAZIONE DEL RISCHIO STRESS LAVORO CORRELATO
38 Contatti Docente Dott. Giuseppe Ferrari
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