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1 4 Introduzione In questo mio lavoro ho cercato di mostrare il ruolo decisivo della madre nei confronti del suo bambino, focalizzando l attenzione su una forma di patologia depressiva che potrebbe coinvolgerla direttamente, scientificamente nota come depressione materna. Le motivazioni che mi hanno spinto a intraprendere questo cammino sono celate nel ruolo della genitorialità a rischio. Questo perché credo che il diventare genitori, già nei casi di assenza di qualsiasi tipo di disturbo, sia un processo alquanto delicato che comporta trasformazioni rivolte ad ambedue i partners, i quali si ritrovano ad avere il compito importante relativo allo sviluppo di un bambino. Nello specifico la donna è chiamata a fare appello a tutte le sue forze, perché la vita che la aspetterà quando diventerà madre sarà una vita completamente diversa da quella che possedeva quando era solo donna. Compiere un giusto passaggio dall essere donna al diventare madre rappresenta una buona garanzia di non comparsa dei disturbi post-natali e di conseguenza di una forma genitoriale difficile. Ed è per questo che ho deciso di occuparmi della depressione materna, perché nonostante sia una patologia alquanto sottovalutata, soprattutto in Italia fatta eccezione per alcuni progetti del Professor Massimo Ammaniti e di alcuni enti territoriali, rappresenta una mina vagante per il normale sviluppo del bambino e per l importante rapporto diadico madre:figlio. Infatti la genitorialità è strettamente legata alla fase di primo sviluppo del bambino, poiché i due elementi di questa diade, nonostante siano diversi nella loro interiorità e nei loro compiti, sono edificatori della stessa relazione. Mi è sembrato opportuno

2 5 perciò focalizzare il mio studio sulle possibilità esistenti volte a evitare danni a questi due importanti elementi della crescita di un neonato e soprattutto sull esistenza o meno dei modi d intervento necessari ad annullare o a limitare i danni di un disturbo depressivo materno. Ovviamente per rispondere a queste domande è stato necessario andare all origine del problema, e quindi classificare la depressione materna, erroneamente, nell immaginario collettivo, denominata depressione post-partum. Nel corso della trattazione è stato evidenziato come tale concetto in realtà rappresenti uno dei sottosistemi del grande sistema del disturbo depressivo concentrato nel periodo successivo al parto, anche se in prima analisi si è fatto riferimento ai manuali di classificazione diagnostica delle malattie mentali i quali considerano tutto l arco dell esistenza. Nello specifico la tesi è divisa in quattro capitoli così strutturati. Nel primo capitolo, riferendosi a quanto suddetto, si è affrontato il problema relativo alla classificazione delle principali malattie mentali secondo i sistemi di classificazione DSM-IV e ICD-10, e in un secondo momento si è messo in luce la classificazione del disturbo depressivo materno, evidenziando sintomi e brevemente le origini. Nel secondo capitolo, invece, si sono esaminati gli effetti della depressione materna sull importante rapporto madre:bambino, facendo riferimento ad uno studio condotto dalla ricercatrice Tiffany Field in relazione agli aspetti neurofisiologici e biochimici. Inoltre si è data spiegazione relativa ai diversi stili interattivi materni, e agli effetti della depressione materna sull attaccamento del bambino.

3 6 Nel terzo capitolo, invece, si è posto l accento sul ruolo della depressione materna nel normale sviluppo del bambino, sottolineando l incidenza di essa sui futuri disturbi relazionali e comportamentali. Inoltre si è cercato di specificare le modalità di trasmissione del rischio psicopatologico dalla madre al bambino, e nello specifico ci si è riferiti all approccio neurobiologico, transazionale e genetico. Infine nel quarto e ultimo capitolo, si è trattato l home visiting, una pratica di sostegno alla genitorialità innovativa ed efficace. Si è parlato del ruolo dell home visitor e della sua importanza. Inoltre si sono affrontati anche i relativi progetti di home visiting, sottolineando quelli italiani a cura del Professor Ammaniti.

4 7 Capitolo 1 Eziopatogenesi della depressione materna. Introduzione I normali cambiamenti psicofisiologici e ambientali, che si verificano nel periodo immediatamente successivo alla nascita di un figlio, possono provocare fastidi nel passaggio dall'essere donna al diventare madre. Infatti in questa fase molte donne possono soffrire di un lieve e protratto sintomo depressivo noto come depressione materna. Tale patologia è alquanto complessa e per certi aspetti non facilmente classificabile. Proprio per tale motivo prima di analizzare le diverse forme di depressione materna, si cercherà di andare all origine del problema, evidenziando le differenti malattie mentali nelle quali sono inseriti i disturbi depressivi. 1.1 I manuali di classificazione diagnostica delle malattie mentali 1 I sistemi di classificazione a cui si farà riferimento sono il DSM-IV 2, e l ICD Tali classificazioni, però, considerano tutto l arco dell esistenza, ossia l infanzia, 1 M. Ammaniti; S. Cimino; C. Trentini; Quando le madri non sono felici. La depressione postpartum. Il Pensiero Scientifico Editore, 2007, p DSM è l acronimo di Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders e sta ad indicare il sistema di classificazione dei disturbi mentali. 3 ICD-10 è l acronimo di International Classification of Diseases e indica la classificazione internazionale delle malattie e dei problemi.

5 8 l adolescenza e l età adulta, senza specificare le caratteristiche principali della depressione materna. Solamente all interno dell ultima edizione del DSM-IV è presente una breve sezione relativa ad alcune caratteristiche specifiche della depressione materna. Di seguito si provvederà ad effettuare un analisi esaustiva ed approfondita delle particolarità di questo sintomo depressivo DSM-IV-TR American Psychiatric Association 2000 In questo sistema di classificazione i disturbi depressivi sono legati ad alterazioni dell umore. Essi si suddividono in: 1) disturbi depressivi; 2) disturbi bipolari; 3) altri disturbi dell umore; 4) disturbi dell umore con esordio nel post-partum. Si spiegano di seguito tali alterazioni del umore sottolineando l importanza relativa al manifestarsi della depressione in presenza degli stessi sintomi dei sopra elencati disturbi dell umore. Disturbi depressivi o unipolari I disturbi di questo raggruppamento si distinguono dai disturbi bipolari per l assenza, in anamnesi, di episodi maniacali. Essi a loro volta si suddividono in: Disturbo depressivo maggiore: la caratteristica principale di questa patologia è il decorso clinico, il quale è costituito da uno o più episodi di depressione dell umore. Per almeno due settimane vi è la perdita di interesse per quasi tutte le attività con la comparsa di altri sintomi quali: variazioni di peso; insonnia o ipersonnia; agitazione o rallentamento psicomotorio; sentimenti eccessivi di autosvalutazione; sentimenti di colpa; ridotta capacità di concentrazione; indecisione.

6 9 Tale disturbo è associato al rischio di suicidio per una percentuale pari al 15% dei soggetti affetti, ed è doppiamente maggiore nelle donne adulte rispetto agli uomini. Inoltre alla sopracitata alterazione dell umore si possono associare disfunzioni mentali come l'anoressia nervosa, la bulimia, il disturbo borderline di personalità, il disturbo ossessivo e compulsivo, il disturbo di panico e l'abuso di sostanze. Inoltre, il disturbo depressivo maggiore può manifestarsi una sola volta, definito così singolo episodio, oppure in plurimi momenti. In tal caso si parla di episodio ricorrente. Disturbo distimico. La peculiarità di questo disturbo è costituita dalla presenza di un umore depresso, per la maggior parte del giorno e per almeno due anni accompagnato da altri sintomi depressivi quali: iporessia o iperfagia; insonnia o ipersonnia; ridotta energia o affaticabilità; bassa autostima; scarsa capacità di concentrazione; difficoltà nel prendere decisioni; sentimenti di disperazione. Questa alterazione dell umore è stata riscontrata con una prevalenza intorno al 6% con relativo esordio prima dei 21 anni, esordio precoce, o dopo i 21 anni, esordio tardivo. Disturbo depressivo non altrimenti specificato. Questa categoria comprende i disturbi con manifestazioni depressive che non possono essere categorizzate né come disturbi depressivi maggiori né come disturbi depressivi minori. A questa classificazione appartengono i seguenti disturbi: disturbi disforici premestruali; disturbi depressivi minori; disturbi depressivi brevi ricorrenti; disturbi depressivi post-psicotici della schizofrenia.

7 10 Disturbi bipolari o maniacali Questi disturbi implicano il riscontro in anamnesi di episodi maniacali che solitamente si accompagnano a episodi depressivi maggiori. Un episodio maniacale è caratterizzato, per la presenza di almeno una settimana, di un umore anormalmente eccessivo, espansivo o irritabile, costituito da: autostima ipertrofica; sentimenti di grandiosità; diminuito bisogno di sonno; maggiore loquacità rispetto al solito; fuga delle idee o esperienza soggettiva di pensieri che si succedono rapidamente; distraibilità; aumento delle attività. A loro volta i disturbi maniacali possono essere suddivisi in: Disturbo bipolare I. E' caratterizzato da uno o più episodi maniacali, solitamente accompagnati da episodi depressivi maggiori, durante i quali possono aver luogo comportamenti violenti. Nello specifico tali manifestazioni possono colpire il bambino tramite violenza fisica o trascuratezza. Solitamente questi disturbi possono essere associati alla presenza di svariati problemi quali perdita di lavoro, divorzio, comportamenti antisociali e/o violenti, casi di anoressia nervosa o di bulimia, momenti di agitazione psicomotoria, attacchi di panico, fobia sociale, disturbi correlati all abuso di sostanze. Il DSM riporta un alta percentuale di rischio di suicidio per le persone affette da tale disturbo; essa viene stimata intorno al 10-15%. Disturbo bipolare II. La caratteristica essenziale di questo disturbo è un tipo di decorso clinico segnato da uno o più episodi depressivi maggiori, accompagnati da almeno un episodio ipomaniacale. In particolare per un periodo di almeno quattro giorni vi può essere la presenza di umore irritabile o eccessivamente

8 11 espanso. I disturbi mentali correlati ad esso includono anche il disturbo borderline di personalità. Inoltre il verificarsi anche di un solo episodio maniacale compromette la diagnosi di disturbo bipolare II. Infine è necessario ricordare che la percentuale di suicidio si aggira intorno al 10-15%. Disturbo ciclotimico. E' un alterazione cronica dell umore, con periodi in cui possono essere presenti sintomi maniacali e/o sintomi depressivi. La diagnosi di tale disturbo viene effettuata solo se il periodo iniziale relativo a due anni, non è costituito da episodi depressivi maggiori e/o maniacali. Disturbo bipolare non altrimenti specificato. Questa categoria comprende i disturbi che non presentano caratteristiche propriamente bipolari. Altri disturbi dell umore Fanno parte di questa classificazione: Disturbo dell umore dovuto a una condizione medica generale: è costituito da un alterazione dell umore dovuta ad una patologia medica, con la presenza di umore depresso, diminuzione degli interessi o della sensazione di piacere, oppure umore alle stelle o notevolmente irritabile. Disturbo dell umore indotto da sostanze: in questo caso l alterazione è dovuta agli effetti di sostanze stupefacenti o tossiche introdotte nell organismo, con possibilità di umore depresso o elevato e di diminuzione di stimoli. Disturbo dell umore non altrimenti specificato: tale classificazione non soddisfa i criteri classificatori dei disturbi precedentemente elencati.

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