PREMESSA. Il Protocollo d intesa in materia di richiedenti asilo e rifugiati
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- Niccoletta Pepe
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1 PREMESSA Il Protocollo d intesa in materia di richiedenti asilo e rifugiati La normativa internazionale, europea e nazionale, impegna la stato italiano alla protezione dei rifugiati, dei richiedenti asilo, dei beneficiari di protezione umanitaria: si tratta di persone vittime di persecuzioni, figure giuridicamente diverse dagli immigrati stranieri, poiché non possono fare ritorno al proprio paese se non a rischio della propria vita o del godimento della libertà civili e democratiche. Con la legislazione finora in vigore, il richiedente asilo si trova in un limbo giuridico che può durare anche più di due anni, nei quali può essere titolare di diritti esclusivamente se accolto in programmi di accoglienza, peraltro insufficienti dal punto di vista numerico: in Emilia Romagna vi sono numerosi progetti di accoglienza, tra ex PNA, progetti finanziati coi fondi straordinari 8 per mille e progetti di enti locali all interno delle politiche sociali per l immigrazione. Con la Delibera di Giunta della Regione Emilia Romagna n. 2004/920 Approvazione del protocollo d intesa in materia di richiedenti asilo e rifugiati tra Regione ed Enti locali, la Regione si è impegnata, insieme agli enti locali firmatari e con l appoggio di realtà dell associazionismo e del terzo settore, alla realizzazione di alcuni obiettivi, per assicurare un sistema di accoglienza e tutela dei diritti di richiedenti asilo e rifugiati: 1. Attuazione della legislazione nazionale Con particolare riferimento all individuazione di un rappresentante degli enti locali nella Commissione territoriale prevista dal regolamento che entrerà in vigore fra pochi mesi e all osservazione / monitoraggio dell operare della Commissione stessa; particolare attenzione si ritiene inoltre debba essere prestata alle misure di trattenimento dei richiedenti, alla accessibilità dei Centri di Identificazione ed al rispetto/miglioramento delle norme minime di accoglienza 2. Accoglienza ed integrazione sociale Obiettivo è la costituzione di un sistema regionale di accoglienza, con Regione, Aziende USL, Province, Comuni, associazioni e organizzazioni sindacali, basato sul rispetto e il miglioramento degli standard minimi di accoglienza indicati dalla direttiva 2003/93/CE del Consiglio dell UE. 3. Osservazione del fenomeno Obiettivo: sistematizzare un monitoraggio quantitativo e qualitativo sulla presenza di richiedenti asilo, rifugiati e beneficiari di protezione umanitaria sul territorio e degli interventi a loro diretti, con particolare attenzione ai seguenti aspetti: raccolta di casi, segnalazioni ed informazioni con particolare riferimento alla fase di richiesta d'asilo e di prima concessione del permesso di soggiorno; monitoraggio della situazione interna ai Centri di Identificazione e dell'operato delle Commissioni Territoriali e degli altri organi dello stato coinvolti nelle procedure di concessione dello status di rifugiato; monitoraggio della fase successiva all'ottenimento dello status, relativamente all'effettiva integrazione sociale del rifugiato o del titolare di permesso di protezione per motivi umanitari. 4. Informazione, tutela legale e formazione degli operatori Con particolare riferimento alle competenze degli operatori delle Amministrazioni pubbliche e di tutti coloro che svolgono un ruolo chiave nel processo di accoglienza e integrazione,
2 per ottenere la quale i firmatari si impegnano a definire dei moduli formativi e di aggiornamento. 5. Azioni di sensibilizzazione Il protocollo fa riferimento in particolare a una serie di interventi informativi per sensibilizzare i cittadini e le cittadine sui temi del diritto d'asilo: convegni, spettacoli teatrali, iniziative nelle scuole, rassegne cinematografiche, iniziative culturali, inserti negli organi di informazione, aggiornamenti con gli operatori dell'informazione ed altre forme divulgative e di approfondimento sono indispensabili per fornire una rappresentazione non distorta del rifugiato, da realizzarsi in maniera privilegiata intorno al 20 giugno, Giornata mondiale del Rifugiato. 6. Cooperazione decentrata e progetti europei 7. Legislazione regionale Adesioni protocollo: Provincia di Parma Comune di Parma Comune di Fidenza Comune di Sala Baganza Comune di Tizzano Comune di Langhirano Comune di Reggio Emilia Comune di Modena Comune di Fiorano Modenese (Mo) Unione Terre di Castelli (Mo) Comune di Bologna Comune di Calderara Provincia di Ferrara Provincia di Forli - Cesena Comune di Casola Valsenio Provincia di Piacenza Comuni capodistretto della provincia di Piacenza Proposta di realizzazione del Progetto Iniziative per l avvio del protocollo regionale d intesa in materia di richiedenti asilo e rifugiati Nel 2005 vedrà la propria realizzazione il Progetto Iniziative per l avvio del protocollo regionale d intesa in materia di richiedenti asilo e rifugiati, presentato dalla Provincia di Parma per un costo complessivo di ,00 e approvato con Delibera Regionale n del 6/12/2004 con un finanziamento regionale pari a ,00, allegato alla presente documentazione. La Provincia di Parma si impegna a coordinare la realizzazione degli obiettivi del progetto, mutuati da alcuni degli obiettivi del protocollo di intesa regionale, con gli enti locali sottoelencati che a vario titolo e in modi da definirsi, si impegnano alla realizzazione degli obiettivi previsti dal progetto. Enti partecipanti/aderenti al progetto: Enti locali: Comune di Ferrara Comune di Forlì Comune di Modena Comune di Piacenza Comune di Reggio Emilia Comune di Tizzano
3 Comune di Langhirano Comune di Fidenza Comune di Sala Baganza Comune di Felino Consorzio Servizi Sociali di Ravenna Comune di Fiorano Modenese Provincia di Rimini Provincia di Forlì Cesena Provincia di Bologna Associazionismo e terzo settore: CIAC onlus ICS CISL/ANOLF Emilia Romagna CGIL Emilia Romagna ARCI Regionale Emilia Romagna ARCI Modena ARCI Rimini ARCI Parma FORUM TERZO SETTORE Emilia Romagna CARITAS Bologna Struttura: Provincia di Parma ente capofila: o gestione amministrativa e contabile o supporto organizzativo (tenuta contatti, convocazione riunioni, circolazione informazione) o Supervisione andamento del progetto Referenti: o Elisa Floris (supervisione del progetto): tel. 0521/931314; fax. 0521/ e.floris@provincia.parma.it o Elisabetta Ferri (supporto organizzativo e amministrativo): tel. 0521/931314; fax. 0521/ Presenza in ufficio: martedì dalle 8.30 alle ferri_e_pr@libero.it Gruppo operativo di coordinamento coordinamento azioni territoriali realizzate dai nodi Referenti (8/9 persone): o Provincia di Parma; o Regione Emilia Romagna; o Comune di Modena; o Consorzio Servizi Sociali di Ravenna; o Ciac onlus;
4 o Ics o Un organismo del Terzo Settore?; o Una rappresentanza delle Parti Sociali?; o Un altro ente locale? Le attività/obiettivi del progetto: A seguito dell approvazione del progetto presentato dalla Provincia di Parma nel mese di novembre, è stato emanato il Regolamento relativo alle procedure per il riconoscimento dello status di rifugiato (D.P.R. n. 303 del 16/12/2004) che rende attuative le modifiche introdotte dalla Legge 189/2002 andando a modificare in maniera sostanziale il quadro normativo con conseguenze rilevanti, in particolare sul tema della protezione e dell accoglienza dei richiedenti asilo. Diventa pertanto prioritario adattare le azioni previste alla nuova situazione che si andrà a configurare. 1. Costituzione della rete: avvio della rete regionale con la riunione del 25/01/05 e con la dichiarazione degli enti aderenti al progetto del proprio ruolo e del proprio impegno nella realizzazione degli obiettivi del progetto. La rete oltre a favorire il confronto tra le esperienze esistenti e le buone prassi è funzionale alla diffusione delle iniziative sul territorio regionale: gli enti già attivi potrebbero supportare l attivazione di progetti da parte di altri soggetti interessati. Tali attività si realizzano parallelamente e trasversalmente a tutte le altre azioni previste dal progetto. Il coordinamento di tale obiettivo fa capo alla Regione. 2. Osservazione e monitoraggio: A - rispetto alle fonti statistiche ufficiali la Provincia di Parma, in quanto ente coordinatore, si impegna a raccogliere le statistiche esistenti e i rapporti degli Osservatori Provinciali; B - individuazione di una metodologia condivisa al fine di rilevare attraverso la rete degli sportelli decentrati sul territorio criticità di tipo qualitativo; C - a seguito dell emanazione del Regolamento relativo alle procedure per il riconoscimento dello status di rifugiato (D.P.R. n. 303 del 16/12/2004), si ritiene opportuno avviare immediatamente attraverso le segnalazioni della rete dei soggetti aderenti al progetto un monitoraggio delle azioni di tutela poste in essere; D - mappatura dei servizi e delle attività di accoglienza svolte da istituzioni e altri soggetti, dei comportamenti delle questure e prefetture e della condizione giuridica e sociale degli utenti attraverso la predisposizione di una scheda comune di rilevazione. Particolare attenzione verrà dedicata al monitoraggio delle buone pratiche avviate sul territorio regionale. 3. Formazione operatori enti pubblici e terzo settore 1 livello: formazione interna: ad uso delle realtà già avviate, da realizzare subito, presumibilmente all inizio di marzo a Bologna, per essere preparati all entrata in vigore del Regolamento. Oltre alla conoscenza del regolamento e delle Direttive UE, si intende costruire uno spazio di discussione per acquisire consapevolezza dei processi in atto, prendendo posizione per un effettiva tutela del diritto d asilo e fornendo al livello politico-amministrativo informazioni ed elementi di valutazione in materia. Questo aspetto, a parere del gruppo tecnico, assume rilevanza fondamentale date le modifiche normative che nell arco di pochissimi mesi entreranno in vigore, a partire dal Regolamento di attuazione della Legge del 30 luglio 2002, n. 189, che desta preoccupazione rispetto al trattenimento/ detenzione nei Centri di Identificazione (
5 CDI), da molti visto come minaccia per la tutela dei diritti dei richiedenti e, se applicato alla maggioranza dei richiedenti, contraddittorio rispetto gli stessi progetti di accoglienza e integrazione già esistenti e la rete che la Regione Emilia Romagna intende realizzare. Tale formazione di aggiornamento è rivolta principalmente ai responsabili di servizio/organizzazione e ai legali di riferimento. 2 livello: proposta di formazione allargata da progettare in sede di gruppo di coordinamento sulla base delle esigenze emerse suddivisa in due moduli: 1 modulo di formazione giuridica rivolta a tutti i referenti della rete ed agli operatori di servizi non specificatamente rivolti ai rifugiati e ai richiedenti asilo (si potrebbe replicare in due luoghi diversi, uno in Emilia e uno in Romagna); 2 modulo di supporto, anche attraverso la metodologia dei workshop, all avvio di iniziative rivolta esclusivamente ai referenti degli enti interessati (da realizzarsi ipoteticamente a Bologna in un'unica data) 4. Guida Regionale: la guida (in formato cartaceo e/o on line) sarà il risultato dei principali esiti emersi dalle azioni di osservazione, mappatura e formazione. Una possibile bozza della guida potrebbe prevedere un introduzione al tema dei richiedenti asilo e rifugiati in Emilia Romagna attraverso i rapporti degli Osservatori Provinciali o materie di altre fonti statistiche, ecc. Una seconda parte potrebbe vedere l inserimento inviato dai soggetti che offrono servizi a richiedenti e rifugiati in sede di mappatura, in modo da costituire un punto di riferimento per gli operatori degli enti e dei servizi del territorio, ai quali inviare, chiedere informazioni o suggerimenti per avviare iniziative e progetti. Particolare importanza sarebbe riuscire ad avere dei riferimenti per tutta la rete regionale di legali esperti sul tema dell asilo. I materiali della formazione giuridico-legale potrebbero essere raccolti in modo da fornire un vademecum agli operatori non ancora formati su queste tematiche. Infine la guida potrebbe essere un utile supporto per diffondere le modalità di monitoraggio e i suggerimenti per la tutela nel nuovo quadro normativo che durante il presente progetto si intende produrre. 5. Sensibilizzazione/informazione A- attività di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza per la promozione della cultura dell asilo da realizzarsi in particolare intorno alla data del 20 giugno (potrebbe essere utile concentrare tali azioni in territori non impegnati in progetti di accoglienza, esempio Reggio Emilia e Rimini); B- attività di diffusione dei primi risultati del progetto rivolta in particolare agli amministratori e da realizzarsi intorno al 20 giugno; C- attività informativa tesa a rendere pubbliche le criticità individuate dai nodi delle rete in merito al sistema di accoglienza, alla tutela giuridica, alla fruizione dei servizi e alle ipotizzabili conseguenze del regolamento di attuazione, da realizzarsi alla conclusione del progetto in concomitanza alla presentazione della Guida. Si ritiene opportuno favorire il coinvolgimento alla realizzazione delle attività di sensibilizzazione le associazioni e organizzazioni impegnate in tali iniziative aldilà di quelle già aderenti al progetto (es. Amnesty International) Tempi previsti per la realizzazione delle azioni (ipotesi): Costituzione della rete: continua e trasversale a tutta la durata del progetto Osservazione e monitoraggio: A : entro giugno 2005
6 B: entro ottobre 2005 C: dalla data di entrata in vigore del regolamento a fine novembre 2005 D: entro giugno 2005 Formazione operatori: 1 livello: inizio marzo 2 livello: da definire Guida regionale: sistematizzare tutto il materiale entro metà novembre 2005 Sensibilizzazione/informazione: A e B: giugno 2005 C: dicembre 2005 Modalità operative: Considerando i tempi e le risorse a disposizione, sarebbe opportuno distribuire le attività di formazione e sensibilizzazione/informazione in luoghi diversi al fine di coprire il più possibile il territorio regionale e toccare i diversi punti della rete. Premesso che la progettazione di tutte le attività deve ovviamente essere definita e concordata da tutti gli enti partecipanti al progetto, ai fini organizzativi ed operativi si propone: al fine di agevolare il lavoro e il coordinamento tra tutta la rete si possono considerare due ipotesi: A - definizione di tre nodi regionali (emiliano, romagnolo, centrale) che individuano al loro interno un ente che diventa il punto di riferimento per la rete in relazione alle attività realizzate in quella determinata area e al raccordo con i soggetti partner di quel territorio oppure B individuare alcuni enti capofila delle diverse azioni previste, in relazione a specifici contenuti o temi. Gli enti individuati quali punti di riferimento delle diverse attività e/o dei nodi dovrebbero far parte del gruppo di coordinamento di progetto costituzione immediata di un gruppo di lavoro ristretto di esperti con competenze giuridiche in materia che affianchi e accompagni la realizzazione del progetto (in particolare nell azione di osservazione e monitoraggio e di formazione) avente lo scopo di elaborare un analisi accurata delle problematiche giuridiche relative all applicazione del regolamento e un monitoraggio delle azioni di tutela poste in essere attraverso le segnalazioni del territorio. Tale analisi potrebbe essere la base sulla quale proporre ai soggetti della rete l adozione concordata e il più possibile omogenea di percorsi di tutela dei richiedenti asilo. Il pool di esperti legali potrebbe fin da subito produrre una sintesi tecnica relativa alle modifiche apportate dal Regolamento da mettere a disposizione degli avvocati della rete. A seguito di una condivisione comune dei contenuti delle azioni e delle modalità operative ed organizzative (sulla base di tale bozza di proposta preliminare) si procederà quanto prima alla definizione di un progetto esecutivo e alla previsione più precisa di suddivisione del budget per le singole azioni.
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