Città di Tortona Provincia di Alessandria

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1 Città di Tortona Provincia di Alessandria ADEGUAMENTO DEL REGOLAMENTO COMUNALE DI POLIZIA LOCALE AI SENSI DELLA LEGGE REGIONALE 12 NOVEMBRE 1999, N. 28, IN RELAZIONE ALL'ART. 6, COMMA 5 DEL DECRETO LEGISLATIVO 31 MARZO 1998, N Aggiornato alla deliberazione del Consiglio Comunale n. 59 del 21/10/2009, esecutiva ai sensi di legge.

2 Sommario PARTE I - DEFINIZIONI... 4 ART. 1 - OGGETTO E FINALITÀ... 4 ART. 2 - DEFINIZIONI... 4 PARTE II - REQUISITI... 9 ART. 3 - REQUISITI PER L'ESERCIZIO DEL COMMERCIO... 9 ART. 4 - REQUISITO DELL'ETÀ... 9 ART. 5 - REQUISITI MORALI... 9 ART. 6 - REQUISITI PROFESSIONALI PARTE III - MODALITÀ DI VENDITA ART. 7 - ESERCIZIO DI VENDITA CONGIUNTO ALL INGROSSO E AL DETTAGLIO ART. 8 - FORME PARTICOLARI DI COMMERCIO ART. 9 - AUTORIZZAZIONI TEMPORANEE ALLA VENDITA; PER L OCCUPAZIONE DEL SUOLO PUBBLICO; PER LA SOMMINISTRAZIONE TEMPORANEA DI ALIMENTI E BEVANDE ART SOSPENSIONE DELL'ATTIVITÀ ART AFFIDAMENTO IN GESTIONE DI REPARTI ART OTTEMPERANZA DI GIUDICATO AMMINISTRATIVO PER I TITOLARI DI ESERCIZI DI VICINATO ART AMPLIAMENTO DEGLI ESERCIZI DI VICINATO ART MODIFICHE NELLA RAPPRESENTANZA LEGALE DI SOCIETÀ E ASSOCIAZIONI ART PUBBLICITÀ DEI PREZZI ART CONSUMO DI PRODOTTI ALIMENTARI NEI NEGOZI DI VICINATO PARTE IV - INCENTIVAZIONE DEL PICCOLO COMMERCIO ART INTERVENTI PER LA VALORIZZAZIONE DEGLI ADDENSAMENTI COMMERCIALI URBANI E PER IL RECUPERO DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE (C.D. PIANI DI QUALIFICAZIONE URBANA ABBREVIATI IN P.Q.U.), NONCHÉ PROGRAMMI INTEGRATI DI RIVITALIZZAZIONE DELLE REALTÀ MINORI (ABBREVIATI IN P.I.R.) PARTE V - PROCEDURE AMMINISTRATIVE ART AUTORIZZAZIONI PER I CENTRI COMMERCIALI PARTE VI - PROCEDIMENTI DI CORRELAZIONE ART PRESUPPOSTI NORMATIVI ART ESERCIZI DI VICINATO ART MEDIE STRUTTURE DI VENDITA ART GRANDI STRUTTURE DI VENDITA ART STRUMENTI URBANISTICI PARTICOLAREGGIATI Comune di Tortona Pagina 2 di 35

3 ART PROCEDURE URBANISTICO-EDILIZIE ART DISPOSIZIONI COMUNI ART PROCEDURE INTERNE PARTE VII - ORARI DELLE ATTIVITÀ ART ORARI DI APERTURA E CHIUSURA ART ORARIO DEI CENTRI COMMERCIALI ART TIPOLOGIE DI VENDITA ESCLUSE DALL'APPLICAZIONE DELLA NORMATIVA SUGLI ORARI ART ORARIO DI APERTURA E CHIUSURA PER I COMUNI CLASSIFICATI COME "TURISTICI" O COME "CITTÀ D'ARTE" ART COMMERCIO ALL'INGROSSO PARTE VIII - TRASFERIMENTI DI AZIENDA E CESSAZIONE DI ATTIVITA ART SUBINGRESSO NEGLI ESERCIZI DI VENDITA AL MINUTO ART CESSAZIONE DI ATTIVITÀ PARTE IX - VENDITE STRAORDINARIE ART VENDITE STRAORDINARIE ART VENDITE DI LIQUIDAZIONE ART VENDITE DI FINE STAGIONE O SALDI ART VENDITE PROMOZIONALI ART SANZIONI IN FATTO DI VENDITE STRAORDINARIE PARTE X - DISPOSIZIONI PARTICOLARI ART OCCUPAZIONE DI SPAZI PUBBLICI ALL'ESTERNO DEGLI ESERCIZI COMMERCIALI ART VENDITA SENZA FABBRICATO ART INGRESSI MISTI O PER PIÙ ESERCIZI COMMERCIALI ART SANZIONI E REVOCHE ART FORME SPECIALI DI VENDITA ART RICHIAMO ALLE DISPOSIZIONI IN MATERIA EDILIZIA ED URBANISTICA Comune di Tortona Pagina 3 di 35

4 PARTE I - DEFINIZIONI ART. 1 - OGGETTO E FINALITÀ 1. Il presente regolamento comunale ha lo scopo di adeguare il vigente regolamento di polizia locale, commerciale ed annonaria in attuazione di quanto previsto dall'art. 6, comma 5, del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114, dalla legge regionale 12 novembre 1999, n. 28, dalla delibera del Consiglio Regionale n del 29 ottobre 1999 e successive modifiche ed integrazioni, nonché dalla delibera del Consiglio Comunale n. 83 del 25 settembre 2006 e da quella n. 52 del 21 luglio 2008 e loro successive modifiche ed integrazioni. ART. 2 - DEFINIZIONI 1. Ai sensi dell'art. 4, comma 1, lettera c) del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114, la superficie di vendita di un esercizio commerciale al dettaglio in sede fissa è l'area destinata alla vendita, compresa quella occupata da banchi, casse, scaffalature e simili. Non costituisce superficie di vendita l'area destinata ai magazzini, depositi, locali di lavorazione, uffici e servizi. 2. La superficie di vendita si determina, per ciascun esercizio commerciale, calcolando soltanto l'area coperta, interamente delimitata dai muri ed al netto degli stessi, che costituisce la superficie lorda di pavimento ai fini del rilascio del permesso di costruire o di altre procedure autorizzatorie di carattere edilizio. Non può essere considerata superficie di vendita quella all'esterno dell'edificio. 3. Ogni esercizio commerciale corrisponde al luogo fisicamente delimitato da pareti continue, separato, distinto e non direttamente collegato ad altro adibito a superficie di vendita. 4. Ad ogni esercizio commerciale, come definito al comma 3, corrispondono una sola superficie di vendita nonché una sola comunicazione, effettuata ai sensi dell'art. 7 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114 oppure un autorizzazione commerciale, rilasciata ai sensi degli articoli 8 e 9 del citato decreto legislativo n. 114/98 o ai sensi della legge 11 giugno 1971, n. 426, fatta salva la deroga di cui all'art. 7, comma 2 della delibera del Consiglio Regionale 29 ottobre 1999, n e successive modifiche ed integrazioni La superficie di vendita annessa ad attività produttiva industriale oppure artigianale deve essere ricavata, in condizioni di sicurezza, nello stesso immobile nel quale avviene la produzione. Tale superficie di vendita non deve superare quella massima prevista per gli esercizi di vicinato. 6. La superficie di vendita degli esercizi commerciali nei quali vengono vendute merci ingombranti, delle quali il venditore non è in grado di effettuare la consegna immediata (ad esempio: mobili, auto, legnami, materiali per l'edilizia e simili), può essere limitata alla dimensione massima degli esercizi di vicinato. La parte rimanente, ancorché comunicante con essa, deve essere separata e distinta da pareti 1 (1) L'art. 7, comma 2 della delibera del Consiglio Regionale 29 ottobre 1999, n e successive modifiche ed integrazioni testualmente recita: ( ) 2. L'offerta alimentare o extralimentare nelle medie e grandi strutture di vendita non si considera mista, ai fini dell applicazione dell articolo 8, quando sia integrata con l offerta dell altro settore merceologico, occupando una superficie non superiore al 20 per cento e comunque entro i limiti previsti dall'articolo 4, comma 1, lettera d) del d.lgs. n. 114/1998; tale integrazione di settore merceologico è ricavata nella superficie di vendita autorizzata dell esercizio ed è soggetta a sola comunicazione. Al proposito, si richiama altresì, a specificazione dell anzidetto indirizzo regionale, il dettato dell art. 5, comma 2 dei vigenti Criteri per autorizzare l esercizio del commercio al dettaglio : ( ) 2. Le medie e le grandi strutture di vendita, al fine di completare l offerta commerciale, possono integrarla con prodotti complementari appartenenti all altro settore merceologico, assegnando una superficie non superiore al 20% della superficie di vendita autorizzata e comunque entro i limiti massimi previsti per gli esercizi di vicinato all interno della superficie di vendita complessiva autorizzata dell esercizio. A tale scopo, è necessario presentare una comunicazione al Comune da parte dell interessato.( ). Comune di Tortona Pagina 4 di 35

5 continue e si può destinare a magazzino, deposito o superficie espositiva. A tal fine, è obbligatoria la sottoscrizione e la registrazione presso i competenti Uffici dell Agenzia delle Entrate di un atto di impegno d'obbligo dell operatore commerciale che va ad integrare la comunicazione di cui all'art. 7 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n Nell anzidetto atto di impegno d'obbligo, oltre alla delimitazione della superficie di vendita, è precisata, senza possibilità di deroghe, la composizione delle merceologie di offerta. La superficie di vendita degli esercizi commerciali che espongono merci ingombranti è calcolata al netto della superficie espositiva di cui al successivo comma 7. Il mancato rispetto del suddetto atto di impegno d'obbligo comporta la perdita di efficacia della suddetta comunicazione di cui all'art. 7 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n La superficie espositiva è la parte dell'unità immobiliare a destinazione commerciale, alla quale il pubblico può accedere, in condizioni di sicurezza. La superficie espositiva di che trattasi è da intendersi come superficie separata e distinta da quella di vendita mediante pareti continue. L'accesso del pubblico in quest'area può avvenire solo con l'assistenza di addetti alla vendita e solo per prendere visione dei prodotti non immediatamente asportabili. Nella superficie espositiva non può avvenire attività di vendita. 8. La superficie di vendita dei centri polifunzionali di servizi, previsti dall'art. 19 della deliberazione del Consiglio regionale 29 ottobre 1999, n e successive modifiche ed integrazioni, non comprende la parte dell'unità immobiliare occupata da attività non commerciali e dagli spazi di passaggio comuni. 9. Non costituiscono superficie di vendita l'area e le zone di passaggio antistanti le vetrine, nei casi in cui si trovino all'esterno del negozio sul fronte strada o siano integrate con spazi di passaggio comuni ad altri esercizi commerciali. 10. Si richiama la classificazione degli esercizi commerciali così come prevista dall'art. 4 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114 nonché dall'art. 5, comma 10 e dall art. 8, commi 1 e 2 della deliberazione del Consiglio regionale 29 ottobre 1999, n e successive modifiche ed integrazioni. 11. I centri commerciali, come definiti nell'art. 6, comma 1 e 1-bis della deliberazione del Consiglio regionale 29 ottobre 1999, n e successive modifiche ed integrazioni, sono classificati come segue, tenuto conto che la loro superficie di vendita è data dalla somma delle superfici di vendita degli esercizi commerciali al dettaglio in essi presenti (esclusi però i centri commerciali come definiti dalle sottostanti lettere c) e d)): a) centro commerciale classico : è un insediamento commerciale costituito da un unico edificio, comprendente uno o più spazi pedonali, dai quali si accede ad una pluralità di esercizi commerciali al dettaglio integrati, eventualmente, da attività paracommerciali e di servizio, nonché ricavato in area a destinazione d uso commerciale al dettaglio. L'edificio è soggetto a concessione edilizia unitaria a specifica destinazione. Le singole autorizzazioni commerciali discendono da un unico provvedimento generale rilasciato, eventualmente anche ad un soggetto promotore, sulla base delle procedure stabilite dalla Giunta regionale e nei tempi previsti dagli artt. 7 e 8 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114 e dall'articolo 29 della deliberazione del Consiglio regionale 29 ottobre 1999, n e successive modifiche ed integrazioni; b) centro commerciale sequenziale : è un insediamento commerciale costituito da uno o più edifici collegati funzionalmente da percorsi privati pedonali o veicolari ricavati in area a destinazione d uso commerciale al dettaglio e pertanto, non facenti parte di vie o piazze pubbliche, dai quali si accede a singoli esercizi commerciali o centri commerciali. I servizi accessori possono essere comuni all'intero complesso degli edifici. Il centro commerciale sequenziale è soggetto ad un unica autorizzazione urbanistica nei casi previsti dall articolo 26 della Legge regionale Piemonte 5 dicembre 1977, n. 56 e successive modifiche ed integrazioni; nei casi non previsti dall anzidetto articolo è soggetto a permesso di costruire rilasciato con le procedure previste per gli immobili destinati al commercio al dettaglio nonché dall'articolo 28 della deliberazione del Consiglio regionale 29 ottobre 1999, n e successive modifiche ed integrazioni. Le singole autorizzazioni commerciali, comunque, discendono da un unico provvedimento generale rilasciato, eventualmente, anche a un soggetto promotore. Comune di Tortona Pagina 5 di 35

6 La realizzazione della struttura può essere scaglionata nel tempo; c) centro commerciale naturale : è una sequenza di esercizi commerciali e di altre attività di servizio, ubicati nelle zone di insediamento commerciale che l articolo 12 della deliberazione del Consiglio regionale 29 ottobre 1999, n e successive modifiche ed integrazioni definisce addensamenti commerciali urbani ed extraurbani, i quali si affacciano, in prevalenza, su vie o piazze urbane e che possono costituirsi in forma associata e/o societaria, anche a capitale misto, per la gestione comune di servizi e di azioni di promozione e marketing. Nell ambito delle proprie competenze, il comune sottoscrive con i titolari dei summenzionati esercizi commerciali e delle altre attività di servizio, un preciso programma unitario di attività promozionali. Le autorizzazioni commerciali sono separate, indipendenti e non discendono da un unico provvedimento generale. Pertanto la superficie di vendita complessiva non deve essere determinata. I titoli autorizzatori edilizi sono rilasciati separatamente ed autonomamente a ciascuna unità o complesso immobiliare; d) centro commerciale pubblico : è rappresentato solo da mercati su area pubblica e da unità immobiliari predisposte per l'esercizio dell'attività di commercio al dettaglio su aree pubbliche disciplinata dal Titolo X del decreto legislativo 31 marzo 1998 n Per centri polifunzionali di servizi, s intendono uno o più esercizi commerciali ubicati in un unica struttura o complesso che si possono realizzare, anche in precario, su area pubblica, eventualmente integrata con un distributore di carburante, cui si associa una pluralità di altri servizi, quali, ad esempio: a) sportelli o servizi decentrati del Comune, ufficio postale, bancario o simili; b) sportelli e centri turistici, di informazione, pro loco e simili; c) presidio farmaceutico, medico, veterinario e simili; d) biglietterie, fermate autolinee, centri prenotazioni e simili; e) servizi per la casa e la persona; f) bar, circoli, rivendita tabacchi, rivendita giornali e riviste; g) impianti sportivi e ricreativi; h) strutture ricettive. Per detti centri polifunzionali, il Comune può rilasciare autorizzazioni alla somministrazione di alimenti e bevande ed alla vendita di giornali e riviste, anche in deroga alle norme regionali e comunali, dando la priorità ad operatori esistenti che intendano trasferire la loro attività. I centri polifunzionali di servizi sono soggetti a convenzione con l Amministrazione Comunale che preveda, nel caso di trasferimento senza il consenso del comune, la revoca delle autorizzazioni ottenute in deroga ed il recupero degli eventuali incentivi concessi. Ove esistano già insediamenti commerciali e di servizi non addensati, il Comune può prevedere la realizzazione di centri polifunzionali di servizi in prossimità delle preesistenze, favorendone l integrazione. I centri polifunzionali realizzati su area pubblica ai sensi dell articolo 19, commi 1 e 3 dell allegato A alla deliberazione del Consiglio regionale 29 ottobre 1999, n e successive modifiche ed integrazioni, non sono considerati centro commerciale pubblico e rientrano tra gli esercizi di vicinato. 13. Per "stagione", s intende un periodo di tempo, anche frazionato, non inferiore a 60 (sessanta) giorni e non superiore a 180 (centottanta), che può comprendere anche parte dell'anno successivo a quello nel quale ha inizio l'attività. L'apertura stagionale dell'esercizio, rimessa alla libera determinazione dell'esercente, deve essere comunicata preventivamente al Comune precisando il periodo della stessa. 14. Per trasferimento della gestione di un esercizio di vendita, s intende il trasferimento della gestione dell'intero esercizio ad altri che l'assumono in proprio. 15. Per gestore di azienda commerciale al dettaglio, s intende il soggetto al quale l'azienda è stata trasferita, affinché ne assuma in proprio la gestione per la durata stabilita. 16. Per requisiti professionali e morali per l'esercizio del commercio al dettaglio, s intendono quelli precisati all'art. 5 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n Comune di Tortona Pagina 6 di 35

7 17. I modelli denominati COM1, COM2, COM3, COM4, COM4a e COM4b corrispondono ai modelli approvati con deliberazione della Giunta regionale 1 marzo 2000, n , ai sensi dell art. 3 comma 5 della legge regionale 12 novembre 1999, n. 28, in conformità ai contenuti definiti dalla Conferenza Unificata Stato Regioni Città ed Autonomie locali ai sensi dell art. 10, comma 5 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114 da utilizzare come segue: Modello COM1: comunicazione per gli esercizi al dettaglio definiti di "vicinato" relativa a: aperture, concentrazioni, subingressi, trasferimenti di sede, variazioni di superficie di vendita, variazioni di settore merceologico, cessazioni di attività; Modello COM2: domanda di autorizzazione per medie e grandi strutture per: aperture, concentrazioni, trasferimenti di sede, ampliamenti di superficie di vendita, estensioni di settore merceologico; Modello COM3: comunicazione per medie e grandi strutture per: subingressi, riduzioni di superficie di vendita, riduzioni di settore merceologico, cessazioni di attività; Modello COM4: domanda di autorizzazione per centri commerciali relativi a: aperture, concentrazioni, trasferimenti di sede, ampliamenti di superficie di vendita, estensioni di settore merceologico, variazioni del numero degli esercizi; Modello COM4a: domanda di autorizzazione per gli esercizi inseriti all interno di un centro commerciale relativi a: aperture, concentrazioni, trasferimenti di sede, ampliamenti di superficie di vendita, estensioni di settore merceologico; Modello COM 4b: comunicazione per gli esercizi inseriti all interno di un centro commerciale relative a: subingressi, riduzioni di superficie di vendita, riduzioni di settore merceologico, cessazioni di attività. Tale modulistica può essere modificata oppure integrata mediante la stessa procedura sopra menzionata. 18. Per "camera di commercio", s intende la Camera di Commercio, Industria, Artigianato, Agricoltura. 19. E' preposto alla gestione di un esercizio commerciale o di un relativo reparto chi viene indicato, come tale, al Comune dal titolare dell'attività. Alla comunicazione di cui al precedente comma 17, deve essere allegato, se richiesto dal Comune, apposito atto giuridico in fotocopia semplice, in quanto il rapporto di preposizione non può essere desunto tacitamente per comportamenti concludenti. 20. "Concentrazione" è la riunione in una nuova struttura di vendita, rispettivamente, di esercizi di vicinato, di medie e grandi strutture di vendita, aventi la medesima titolarità all'atto della richiesta. 21. "Accorpamento" è l'ampliamento della superficie in una media o grande struttura di vendita mediante utilizzo di superfici di altri esercizi di vicinato, di altre medie o grandi strutture di vendita, aventi la medesima titolarità all'atto della richiesta. 22. Il Reimpiego del personale degli esercizi concentrati o accorpati è il reimpiego degli occupati nell'anno precedente, sia a tempo determinato che indeterminato. I lavoratori a tempo parziale sono considerati in percentuale, in rapporto al numero di ore lavorate rispetto a quelle previste nel contratto collettivo di lavoro di riferimento. 23. Qualificazione professionale adeguata al settore alimentare è l'aver esercitato in proprio, per almeno 2 (due) anni nell'ultimo quinquennio, l'attività di vendita all'ingrosso o al dettaglio di prodotti del settore alimentare, oppure aver prestato la propria opera, per almeno 2 (due) anni nell'ultimo quinquennio, in qualità di dipendente qualificato addetto alla vendita o all'amministrazione oppure, se trattasi di coniuge o parente o affine entro il terzo grado dell'imprenditore, in qualità di coadiutore familiare, comprovata dall'iscrizione all'inps, oppure aver frequentato con esito favorevole un corso di qualificazione professionale istituito oppure riconosciuto ai sensi dell art. 5, comma 5, lettera a) del decreto legislativo 31 marzo 1998, n Tutti gli esercizi di vendita, compresi i centri commerciali, già assentiti secondo le previgenti norme, aventi la superficie di vendita da 251 a metri quadrati, sono classificati come medie strutture di vendita. Comune di Tortona Pagina 7 di 35

8 25. Tutti gli esercizi, compresi i centri commerciali già assentiti secondo le previgenti norme, aventi la superficie di vendita superiore a metri quadrati, sono classificati come grandi strutture di vendita. 26. Il titolare in possesso, alla data del 24 aprile 1998, di autorizzazione amministrativa di cui all'art. 24 della legge 11 giugno 1971, n. 426, per il commercio al dettaglio di prodotti rientranti nei settori alimentare e/o non alimentare, ha diritto a porre in vendita tutti i prodotti compresi in detti settori, nel rispetto della vigente normativa igienico-sanitaria e fatte salve le disposizioni previste da leggi speciali che riguardano la vendita di determinati prodotti. 27. Il commercio al dettaglio e all'ingrosso, come definito dall'art. 4 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114, s intende "professionalmente" esercitato da chi dedica allo stesso almeno due terzi del proprio tempo di lavoro complessivo e che ricavi dall'attività medesima almeno due terzi del proprio reddito globale di lavoro, quale risulta dalla propria posizione fiscale. 28. Per utilizzatori in grande di cui all'art. 4, comma 1, lettera a) del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114, s intendono le comunità, le convivenze, le cooperative di consumo e loro consorzi, gli organismi associativi costituiti esclusivamente tra titolari di esercizi di vendita e/o pubblici esercizi al fine di procedere in comune agli acquisti dei prodotti necessari per le loro attività. 29. Per opere dell'ingegno di carattere creativo, s intendono tutte le opere di grafica, pittura e scultura, di provenienza propria, non classificabili come opere d'arte, proprie pubblicazioni letterarie e di natura scientifica o informativa realizzate anche mediante supporto informatico, oggetti e quant'altro sia frutto dell'ingegno creativo del realizzatore commerciante. Comune di Tortona Pagina 8 di 35

9 PARTE II - REQUISITI ART. 3 - REQUISITI PER L'ESERCIZIO DEL COMMERCIO 1. Il commercio al dettaglio e all'ingrosso disciplinato dal decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114 è articolato in due settori: alimentare e non alimentare. 2. Per l'esercizio dell'attività di commercio di prodotti alimentari è richiesto il possesso dei requisiti morali e professionali di cui all'art. 5 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n Per il commercio di prodotti non alimentari, è richiesto il possesso dei soli requisiti morali di cui ai commi 2, 3 e 4 del suddetto art. 5 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n Nelle imprese individuali, i requisiti morali devono essere posseduti dal titolare; nelle società in nome collettivo, da tutti i soci; nelle società in accomandita semplice, dai soci accomandatari; nelle società di capitali, cooperative, enti e associazioni, dal legale rappresentante e nelle società estere, da chi le rappresenta in Italia. 4. Per il settore alimentare, i requisiti professionali devono essere posseduti dal titolare, nelle imprese individuali; da un legale rappresentante o da un preposto per qualsiasi tipo di società, associazione o ente; da chi rappresenta in Italia un impresa estera o da un relativo preposto. E vietato che uno stesso preposto sia nominato per più società. Non è obbligatoria la presenza costante e continuativa del preposto durante l apertura al pubblico dell esercizio commerciale di vendita al dettaglio di prodotti del settore alimentare. 5. Il possesso dei requisiti soggettivi deve essere autocertificato o documentato nei modi di legge dal soggetto interessato. 6. I requisiti soggettivi per l'esercizio del commercio al dettaglio sono accertati dal Comune. Per l'esercizio del commercio all'ingrosso sono accertati dalla Camera di Commercio. ART. 4 - REQUISITO DELL'ETÀ 1. Il commercio sia al dettaglio che all'ingrosso può essere esercitato solo da chi ha raggiunto la maggiore età e, mediante l'autorizzazione del Tribunale, da chi, non avendola raggiunta, è emancipato di diritto ai sensi dell'art. 390 del codice civile. All'inabilitato ed al minore non emancipato non è consentito l'inizio di un'attività commerciale, ma soltanto la relativa continuazione, a seguito di acquisto della titolarità di un'azienda per causa di morte o per donazione a seguito di nomina da parte dell Autorità Giudiziaria rispettivamente di un curatore o di un tutore. ART. 5 - REQUISITI MORALI 1. La condanna per i reati indicati all'art. 5 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114, emessa con l'annotazione di "non menzione", è ostativa, a tutti gli effetti, ai fini dell'esercizio dell'attività commerciale. 2. L'attestazione dell'esito positivo dell' affidamento in prova al servizio sociale documentato nei modi di legge, è equiparabile alla riabilitazione. 3. L'applicazione della pena su richiesta delle parti (c.d. patteggiamento) per i reati indicati dall'art. 5 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114, è comunque ostativa all'esercizio dell'attività commerciale. Qualora il soggetto interessato che ha patteggiato la pena non commetta un delitto ovvero una contravvenzione della stessa specie di quelle oggetto di patteggiamento, rispettivamente entro 5 (cinque) anni in caso di delitto, o di 2 (due) anni in caso di contravvenzione, il reato è da considerare Comune di Tortona Pagina 9 di 35

10 estinto e, pertanto, non è necessario chiedere ed ottenere la riabilitazione ai fini dell'esercizio dell'attività commerciale. L'effetto estintivo non si produce se la persona, nei cui confronti è stata applicata la pena, pecuniaria o detentiva, si sottrae volontariamente alla sua esecuzione. 4. L'accertamento dei requisiti morali per l'esercizio del commercio viene fatto d'ufficio dal Comune, richiedendo il certificato penale al Casellario Giudiziale della Procura della Repubblica. ART. 6 - REQUISITI PROFESSIONALI 1. Ai fini del possesso dei requisiti professionali per l'esercizio del commercio nel settore alimentare occorre aver frequentato con esito positivo, un corso specifico di formazione professionale per il settore alimentare, istituito o riconosciuto ai sensi dell art. 5, comma 5, lettera a) del decreto legislativo 31 marzo 1998, n Non sono pertanto, ritenuti idonei, ai fini dell'accertamento dei requisiti: - i titoli di studio non specificamente abilitanti, quali: diploma di ragioniere, laurea in economia e commercio e simili; - attestati di corsi svolti all'estero; - attestati di frequenza di corsi relativi alla somministrazione al pubblico di alimenti e bevande o per la gestione di strutture ricettive turistico - alberghiere. 2. Il requisito della pratica commerciale per la vendita di generi alimentari, si intende acquisito da coloro che abbiano svolto un attività di vendita come conseguenza di un attività produttiva come industriali, artigiani e produttori agricoli; mentre non sono da ritenere comprese nelle anzidette categorie le attività di servizio. 3. Il requisito della pratica commerciale per la vendita di generi alimentari, per poter essere riconosciuto come valido, deve essere stato acquisito per aver svolto l attività in maniera effettiva e legittima, cioè mediante le iscrizioni e/o le autorizzazioni previste dalla normativa in vigore. 4. L'esercizio in proprio dell'attività di vendita, al dettaglio o all'ingrosso, di prodotti alimentari, è comprovato anche dalla posizione di socio di società di persone e di amministratore o institore di società di capitali o di altro organismo collettivo. Possiedono il requisito dell'esercizio in proprio: - l'imprenditore individuale; - nelle società di capitali in alternativa: il Presidente, il Vice Presidente ed i Consiglieri del Consiglio di Amministrazione, l'amministratore Unico, il Consigliere o l Amministratore Delegato nonché l'institore; - nelle società in accomandita semplice: i soci accomandatari; - nelle società in nome collettivo: il socio con poteri di ordinaria amministrazione e di legale rappresentanza; il socio d'opera o socio con "obbligo di prestazione di attività", pur senza poteri di rappresentanza; il socio d'opera o socio con "obbligo di prestazione di attività", pur senza poteri di rappresentanza legale e/o amministrazione ordinaria; - nel caso di associazione in partecipazione: colui che ha operato presso un'impresa autorizzata, senza vincolo di subordinazione, con un contratto di associazione, in qualità di associato. 5. La qualifica di dipendente qualificato addetto alla vendita o all'amministrazione di un'impresa che esercita la vendita di prodotti alimentari si ritiene posseduta da chi svolga mansioni direttamente attinenti alla vendita, lavorazione, trasformazione di alimenti o bevande. Non sono da considerare qualificati, gli apprendisti e coloro che hanno maturato un esperienza professionale con un contratto di formazione e lavoro. 6. Il requisito di dipendente qualificato è comprovato sulla base di idonea documentazione fornita dall'impresa presso la quale l'interessato ha prestato la propria opera. Per valutare la prestazione dell'attività in qualità di dipendente qualificato, occorre tener conto del tipo dell'azienda, del contratto collettivo di lavoro, della qualifica rivestita, del periodo di apprendistato, del tipo di attività esercitata rapportato alla qualifica rivestita. Comune di Tortona Pagina 10 di 35

11 Qualifiche abilitanti sono considerate, ad esempio: capo servizio di ufficio amministrativo e/o commerciale; gerente o gestore; capo reparto; ispettore; addetto all'amministrazione; magazziniere e aiuto magazziniere solo se svolto presso aziende all'ingrosso; cassiere; viaggiatore; piazzista; commesso ed aiuto commesso; banconiere ed aiuto banconiere; addetto alle operazioni ausiliarie alla vendita. Lo stato di dipendente qualificato può essere comprovato alternativamente dalla seguente documentazione: modello 01/M relativi alla denuncia annuale all'inps della retribuzione; libretto di lavoro; dichiarazione della sezione circoscrizionale per l'impiego; dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà del datore di lavoro; busta paga; dichiarazione dei redditi. E' idonea a comprovare detto requisito anche l'attività svolta all'estero, debitamente documentata. 7. Il requisito di familiare coadiutore è comprovato dall iscrizione all'inps, gestione commercianti. In caso di imprese miste, artigiano-commerciali, iscritte all'inps gestione artigiani con riferimento all'attività prevalente, il requisito professionale si ritiene provato. 8. Non ha valore la collaborazione familiare svolta all'estero, se non documentata nei modi di legge. 9. La pratica professionale in qualità di titolare, dipendente, collaboratore, deve essere acquisita per due anni negli ultimi cinque, che precedono la sottoscrizione della "comunicazione" per gli esercizi di vicinato o la "domanda di autorizzazione" per le medie e grandi strutture di vendita. 10. L'iscrizione al Registro Esercenti il Commercio per i gruppi merceologici di cui all art. 5, comma 5, lettera c) del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114 nel periodo che va dal 24 aprile 1999 al 24 aprile 2004, è provata sulla base di una certificazione rilasciata dalla competente Camera di Commercio da cui risulti la citata iscrizione entro detto arco di tempo. 11. Per vendere i prodotti che rientrano nelle tabelle speciali per le tabaccherie, le farmacie ed i distributori di carburante, è richiesto solo il possesso dei requisiti morali previsti dal decreto legislativo 31 marzo 1998, n Qualora vengano posti in vendita prodotti relativi al settore alimentare non compresi nelle suddette tabelle speciali, è richiesto il possesso dei requisiti professionali previsti sempre dal succitato decreto legislativo. L esercizio dell attività di vendita al dettaglio di merci contenute nelle suddette tabelle speciali per le tabaccherie, le farmacie ed i distributori di carburante, non dà diritto a titolari, dipendenti e collaboratori all acquisizione della pratica commerciale per ottenere il requisito professionale per la vendita di generi alimentari. 12. L'esercizio in proprio dell'attività commerciale è autocertificato nonché provato dall iscrizione al Registro delle Imprese tenuto dalla competente Camera di Commercio. 13. L'associazione in partecipazione è comprovata da copia del relativo contratto debitamente registrato e dalla dichiarazione dei redditi dell'associato. 14. L agente o il rappresentante di commercio nel settore alimentare può essere considerato in possesso del requisito professionale, qualora sia verificata, oltreché l iscrizione al Registro delle Imprese tenuto dalla competente Camera di Commercio, anche la regolare iscrizione al Ruolo Agenti di Commercio. 15. Chi intenda esercitare la vendita di prodotti di erboristeria e per l alimentazione degli animali dev essere in possesso del requisito professionale previsto per il commercio dei generi alimentari. Comune di Tortona Pagina 11 di 35

12 PARTE III - MODALITÀ DI VENDITA ART. 7 - ESERCIZIO DI VENDITA CONGIUNTO ALL INGROSSO E AL DETTAGLIO 1. Ai sensi dell art. 5, comma 6, della legge regionale 12 novembre 1999, n. 28, il divieto di esercitare congiuntamente nello stesso locale l attività di vendita all ingrosso e al dettaglio previsto dall art. 26, comma 2 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114, non opera per la vendita di: a) macchine, attrezzature e articoli tecnici per l agricoltura, l industria, il commercio e l artigianato; b) materiale elettrico; c) colori e vernici, carte da parati; d) ferramenta e utensileria; e) articoli per impianti idraulici, a gas ed igienici; f) articoli da riscaldamento; g) strumenti scientifici e di misura; h) macchine per ufficio e relativi accessori, compreso il materiale informatico; i) auto, moto, cicli e relativi accessori e parti di ricambio; j) combustibili; k) materiale per l edilizia; l) legnami. 2. L'esercizio dell'attività di vendita, all'ingrosso e al dettaglio, in una stessa struttura commerciale, può essere svolto in locali che abbiano, ciascuno, un proprio specifico ingresso dall'esterno. In tal caso, i locali destinati alla vendita al dettaglio devono: - avere accesso diretto ad area pubblica o privata qualora si tratti di cortili interni, androni e parti condominiali comuni; in quest ultimo caso, devono avere finestre o altre luci o insegne visibili da area pubblica; - essere divisi dai locali destinati al commercio all ingrosso mediante pareti stabili, anche se dotati di porte di comunicazione interna non accessibili al pubblico. 3. Nei mercati comunali all'ingrosso orto-floro-frutticoli è consentito vendere anche al dettaglio nel rispetto delle modalità e tempi previsti nei rispettivi regolamenti di mercato. ART. 8 - FORME PARTICOLARI DI COMMERCIO 1. La vendita al pubblico, in un'unica confezione e ad un unico prezzo, di prodotti che appartengono a settori merceologici diversi è consentita nell'esercizio che ha, nel proprio settore merceologico, il prodotto che, rispetto agli altri contenuti nella confezione, risulta di valore pari ad almeno i tre quarti del prezzo della confezione stessa, tenuto conto dei valori di mercato dei vari prodotti. 2. I prodotti alimentari a base di carni possono essere posti in vendita comunque preparati e confezionati, nonché anche allo stato di precotti. La cottura può essere effettata anche nell'esercizio, fatta salva l'osservanza delle norme igienicosanitarie. 3. Coloro che alla data del 24 aprile 1999 erano in possesso dell'autorizzazione ai sensi della legge 27 gennaio 1968, n. 32 recante Norme per la vendita al pubblico degli alimenti surgelati, possono continuare a vendere soltanto prodotti surgelati. 4. L'attività di vendita corrispondente alle tabelle merceologiche speciali è vincolata all'attività principale di farmacia, rivendita di generi di monopolio o distributori di carburante e non può essere ceduta separatamente dall'attività principale a cui si riferisce. 5. Non costituisce attività di somministrazione di alimenti e bevande, l'assaggio gratuito degli stessi organizzato dal venditore a fini promozionali oppure per orientare la scelta dei prodotti di vendita. Comune di Tortona Pagina 12 di 35

13 6. Coloro che hanno titolo per vendere al dettaglio prodotti alimentari possono, parimenti, vendere gli stessi prodotti allo stato di "surgelati". 7. Il commercio al dettaglio di "oggetti preziosi" è subordinato anche al possesso della licenza prevista dall'art. 127 del R.D. 18 giugno 1931, n Il titolare di autorizzazione per l'esercizio di un attività ricettiva che, unitamente al servizio ricettivo, effettuava, alla data del 24 aprile 1999, l'attività di vendita di giornali, riviste, pellicole, videocassette, cartoline e francobolli alle persone alloggiate, può continuare ad esercitarla alle stesse condizioni. 9. Per la vendita di piante o parti di esse e di semi per la loro riproduzione, di fitofarmaci, di piante officinali, di prodotti oggetto dell'esercizio di arti ausiliare delle professioni sanitarie, oltre all'autorizzazione richiesta dal decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114 occorre essere in possesso dei requisiti particolari previsti dalla normativa che disciplina il commercio di detti prodotti. 10. Per i titolari di farmacie, per i titolari di rivendite di generi di monopolio e per i titolari di impianti di distribuzione carburanti, sono state istituite tre apposite tabelle merceologiche speciali, tenuto conto della natura degli esercizi, degli usi e delle esigenze del pubblico. E qui richiamato il dettato del precedente comma 5 del presente articolo al riguardo del vincolo rispetto all attività principale di dette tabelle merceologiche speciali e della conseguente impossibilità di loro separata cessione. 11. La tabella speciale per i titolari di farmacie comprende i seguenti articoli merceologici: - prodotti dietetici per l'infanzia, gli anziani e gli ammalati; - articoli per l'igiene della persona; - articoli di puericultura, quali biberon, scalda-biberon, bagnetti, spargitalco, ciambelle lavatesta, accessori per il bagno, spugne, termometri, accappatoi per neonati, pannolini e tutine assorbenti, vasini ortopedici, indumenti per neonati e per la prima infanzia di speciale tessuto filtrante e anallergico, lenzuolini di gomma o filtranti per neonati; - apparecchi propedeutici allo sviluppo dell'attività sensoriale e visiva del bambino parzialmente ritardato, quali attrezzature montessoriane; - articoli per la sicurezza e la custodia del bambino nella deambulazione e nel riposo, quali bretelle sostenitrici e prime attrezzature per la custodia del bambino, tipo infantseat; - bilance per neonati e per adulti; - busti, guaine, pancere, correttivi e curativi, calze collants elastici contenitrici per varici, preventivi e curativi; - cinti, cavigliere, ginocchiere, polsini elastici, guanti di gomma per la casa; - indumenti e biancheria dimagranti preparati esclusivamente a tale scopo; - indumenti terapeutici antireumatici in lana termica creati allo scopo; - massaggiatori, articoli di masso-terapia; - prodotti per la cura del capello: lozioni, creme, shampoo medicato (e mezzi per il loro impiego: spazzole e pettini) ed altri cosmetici destinati ad essere messi a contatto con la pelle o con le mucose, con esclusione dei concentrati e delle essenze; - amari, liquori, vini e pastigliaggi medicati; - polveri per acque da tavola; - alimenti per piccoli animali; - disinfettanti, disinfettanti per uso animale e per ambienti; insetticidi per uso umano e per uso veterinario e prodotti chimici in genere non di uso farmaceutico. 12. La tabella speciale per i titolari di rivendite di generi di monopolio comprende i seguenti articoli merceologici: - articoli per fumatori; - francobolli per collezione ed altri articoli per filatelici; - moduli e stampati in genere, per comunicazioni e richieste ad enti vari, moduli per contratti; - tessere prepagate per servizi vari; - articoli di cancelleria e cartoleria (compresi materiali di consumo per computer e fax); - articoli di bigiotteria (articoli prodotti ad imitazione della gioielleria per l'abbigliamento e l'ornamento della persona in metallo o pietra non preziosi) quali spille, fermagli, braccialetti, catene, ciondoli, collane, bracciali, anelli, perle, pietre e vetri colorati, orecchini, bottoni, da collo e da polso, gemelli da polso, fermacravatte, porta chiavi e simili; - pellicole fotocinematografiche, compact disc, musicassette e videocassette da registrare; - lampade, torce elettriche, pile, prese e spine (elettriche e telefoniche); Comune di Tortona Pagina 13 di 35

14 - articoli per la cura e l'igiene della persone, nonché prodotti cosmetici e di profumeria; - articoli di pelletteria (escluse le calzature, la valigeria e la borsetteria); - articoli di chincaglieria, purché realizzati in materiali non preziosi (a titolo di esempio: pietre e vetri colorati, bottoni, temperini, portachiavi ecc.); - pastigliaggi vari (caramelle, confetti, cioccolatini, gomme americane e simili); - fazzoletti, piatti, posate, bicchieri "usa e getta" e simili; - detersivi, insetticidi in confezioni originali, deodoranti; - articoli sportivi (esclusi capi di abbigliamento e calzature), inclusi gli articoli da pesca per dilettanti, distintivi sportivi; - articoli ricordo (esclusi gli articoli di oreficeria); - carte geografiche e stradali, mappe e guide turistiche su qualsiasi supporto realizzate; - giocattoli (escluse le biciclette), articoli per festività o ricorrenze a carattere civile e/o religioso, articoli per feste, giochi di società, giochi pirici; - fiori e piante artificiali; - articoli per la cura e la manutenzione delle calzature; - callifughi, cerotti, garze, siringhe, profilattici, assorbenti igienici, pannolini per bambini, cotone idrofilo, disinfettanti (alcool denaturato, acqua ossigenata, tintura di iodio e simili), cotone idrofilo; - orologi a batteria in materiali non preziosi; - articoli per il cucito, il ricamo ed i lavori a maglia. 13. I soggetti titolari dell autorizzazione per l esercizio di un impianto di distribuzione di carburanti, rilasciata dall'ufficio Tecnico di Finanza appartenente all attuale Agenzia delle Dogane, eventualmente già in possesso della relativa tabella merceologica speciale di cui sopra, hanno titolo a porre in vendita tutti prodotti relativi al settore merceologico alimentare e non alimentare su una superficie di vendita non superiore a quella di un esercizio di vicinato di cui all art. 4, comma 1, lettera d) del decreto legislativo 31 marzo 1998, n Le aree destinate in via principale all esercizio di impianti per l erogazione di carburante, previa attivazione di specifica procedura amministrativa presso i competenti Uffici del Comune, possono essere dotate, oltreché di autonomi servizi all auto ed all automobilista, anche di autonome attività artigianali, commerciali, di vendita di quotidiani e periodici, nonché di pubblici esercizi per la somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, fatto salvo il rispetto delle norme igienicosanitarie ed urbanistico-edilizie. 15. All interno delle zone di piano regolatore comunale urbanisticamente definite come agricole, possono essere installati esclusivamente impianti stradali di distribuzione carburanti per autotrazione riconducibili a stazioni per il solo rifornimento nonché a stazioni di servizio con presenza di servizi all auto ed all automobilista e di autonome attività artigianali, commerciali, di vendita di quotidiani e periodici, di pubblici esercizi per la somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, fatto salvo il rispetto delle vigenti norme igienicosanitarie ed urbanistico-edilizie. 16. In ogni caso, le attività commerciali devono essere esercitate su una superficie di vendita non superiore a quella di un esercizio di vicinato di cui all art. 4, comma 1, lettera d) del decreto legislativo 31 marzo 1998, n Le attività integrative a quella di distribuzione di carburanti menzionate ai precedenti commi 15 e 16 sono connesse all impianto, quindi non possono essere cedute autonomamente e decadono automaticamente con la chiusura definitiva dell impianto stesso. 18. La titolarità di autorizzazioni per l esercizio di attività integrative a quella di distribuzione di carburanti menzionate ai precedenti commi 15 e 16 spetta al soggetto titolare della licenza di esercizio dell impianto rilasciata dall attuale Agenzia delle Dogane ai sensi dell art. 19 della legge 5 marzo 2001, n. 57, fatta salva una sua eventuale espressa rinuncia a favore del titolare dell autorizzazione dell impianto. 19. La vendita di prodotti relativi al settore merceologico alimentare è svolta, fermo il possesso dei requisiti di cui all art. 5 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114, in locali attrezzati e nel rispetto delle vigenti disposizioni igienico-sanitarie vigenti. 20. Fermi restando i requisiti igienico-sanitari, nei locali commerciali con superficie di vendita non superiore a quella di un esercizio di vicinato di cui all art. 4, comma 1, lettera d) del decreto Comune di Tortona Pagina 14 di 35

15 legislativo 31 marzo 1998, n. 114, è consentito il consumo immediato dei prodotti di cui all art. 4 della legge 25 marzo 1997, n. 77, a condizione che siano esclusi il servizio assistito di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande e le attrezzature ad esso direttamente finalizzate. 21. All interno delle aree di servizio adibite all esercizio di impianti per l erogazione di carburante, possono essere attrezzati appositi spazi per il rifornimento di acqua e lo scarico dei liquami per roulotte e camper. ART. 9 - AUTORIZZAZIONI TEMPORANEE ALLA VENDITA; PER L OCCUPAZIONE DEL SUOLO PUBBLICO; PER LA SOMMINISTRAZIONE TEMPORANEA DI ALIMENTI E BEVANDE 1. In occasione di fiere, feste, mercati o di altre riunioni straordinarie di persone, il Comune può concedere autorizzazioni temporanee alla vendita al dettaglio. Esse sono valide soltanto per i giorni delle predette occasioni e sono rilasciate esclusivamente a chi è in possesso dei requisiti soggettivi e professionali di cui all'art. 5 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114 e di cui alla legge 31 maggio 1965, n. 575 e successive modificazioni ed integrazioni (c.d. normativa antimafia), che devono essere autocertificati. Nell'autorizzazione devono essere precisati i giorni e l'orario di validità, il luogo di esercizio ed il soggetto autorizzato. Data la temporaneità e l'occasionalità del rilascio, si possono rilasciare anche per siti non a destinazione commerciale, accertate comunque le condizioni di sicurezza e di igienicità dei luoghi nei modi di legge. Eventuali pareri interni ed esterni possono essere raccolti anche attraverso la conferenza dei servizi. 2. In occasione di fiere, feste o mercati o di altre riunioni straordinarie di persone, è consentita, previa richiesta, l occupazione del suolo pubblico antistante l esercizio commerciale da parte del titolare di detto esercizio per la vendita di prodotti appartenenti al settore merceologico per il quale possiede i presupposti che gli consentono l attività commerciale su area privata e nel rispetto, comunque, delle merceologie ammesse alla vendita nel corso della fiera, festa, mercato o altra riunione straordinaria di persone. In ogni caso, lo spazio occupato non dovrà superare le dimensioni di m. 3 di lunghezza e m. 1,50 di profondità. Le strutture che verranno utilizzate non dovranno essere in alcun modo di impedimento o di intralcio alla circolazione veicolare oppure pedonale. E altresì vietato collocare tende, assi od altre opere fisse o mobili oppure merci, in modo da danneggiare o intralciare l esercizio di vendita degli operatori commerciali attigui. Le derrate alimentari non possono essere collocate sul suolo ma su banchi appositamente attrezzati aventi altezza non inferiore a m. 0,50. L altezza dei cumuli delle merci non può superare m. 1,40 dal suolo. L occupazione dello spazio pubblico così individuato è assoggettato alle disposizioni circa il pagamento dei corrispondenti oneri secondo le disposizioni stabilite dal Comune per una dimensione minima pari a m. 3 x m. 1,50, qualunque sia la dimensione effettivamente occupata. 3. In occasione di fiere, feste, mercati o di altre riunioni straordinarie di persone, il Comune può concedere, previa richiesta, autorizzazioni temporanee alla somministrazione di alimenti e bevande, ai sensi dell art. 10 della legge regionale Piemonte 29 dicembre 2006, n. 38 e successive modifiche ed integrazioni. Esse sono valide soltanto per i giorni delle predette occasioni e sono rilasciate esclusivamente a chi è in possesso dei requisiti soggettivi e professionali di cui agli artt. 4 e 5 della legge regionale Piemonte 29 dicembre 2006, n. 38 e successive modifiche ed integrazioni e di cui alla legge 31 maggio 1965, n. 575 e successive modificazioni ed integrazioni (c.d. normativa antimafia), che devono essere autocertificati. Nell'autorizzazione devono essere precisati i giorni e l'orario di validità, il luogo di esercizio ed il soggetto autorizzato. La somministrazione di bevande, nel caso di cui sopra, aventi un contenuto alcolico superiore al 21 per cento del volume non è consentita negli esercizi operanti nell'ambito di impianti sportivi, fiere, complessi di attrazione dello spettacolo viaggiante installati con carattere temporaneo nel corso di sagre, fiere e simili luoghi di convegno, nonché nel corso di manifestazioni sportive o musicali all'aperto. Comune di Tortona Pagina 15 di 35

16 Il sindaco può, con propria ordinanza, temporaneamente ed eccezionalmente estendere tale divieto alle bevande con contenuto alcolico inferiore al 21 per cento del volume. Data la temporaneità e l'occasionalità degli eventi, si possono rilasciare autorizzazioni temporanee anche per siti non a destinazione d uso commerciale, accertate comunque le condizioni di sicurezza, di igienicità e di sorvegliabilità dei luoghi nei modi di legge. ART SOSPENSIONE DELL'ATTIVITÀ 1. Della data di inizio della sospensione dell'attività nell'esercizio di vendita al pubblico al dettaglio, il titolare ne deve dare notizia al Comune almeno 5 (cinque) giorni prima di detto inizio, qualora debba protrarsi per più di 30 (trenta) giorni consecutivi. Nella comunicazione deve essere indicata la durata della chiusura. L'esercente interessato, entro il suddetto termine di 5 (cinque) giorni, deve comunque rendere noto al pubblico il periodo di sospensione con apposito cartello. ART AFFIDAMENTO IN GESTIONE DI REPARTI 1. Il titolare di un autorizzazione commerciale, il cui esercizio sia organizzato in più reparti in relazione alla gamma di prodotti trattati o alle tecniche di servizio impiegate, può affidare tali reparti a terzi in possesso dei requisiti morali e professionali di cui all art. 5 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114, affinché li gestiscano in proprio, previa comunicazione del titolare stesso al Comune per la durata contrattualmente convenuta. 2. La comunicazione al Comune di cui al precedente comma dovrà avvenire prima dell'inizio della gestione, dichiarando nella stessa il possesso dei requisiti, la sede dell'esercizio, il reparto gestito, la durata della gestione. Alla comunicazione deve essere allegata fotocopia semplice del contratto di gestione, per atto pubblico o scrittura privata autenticata. ART OTTEMPERANZA DI GIUDICATO AMMINISTRATIVO PER I TITOLARI DI ESERCIZI DI VICINATO 1. I titolari di esercizi di vicinato, nei confronti dei quali è stato favorevolmente deciso in sede di giudicato amministrativo, in via definitiva, un ricorso avverso il diniego di autorizzazione o la comunicazione di non efficacia della dichiarazione di inizio attività, hanno diritto di ottenere d ufficio dal Comune il rilascio dell'autorizzazione o ad iniziare l'attività, se non siano sopravvenuti nuovi elementi ostativi e/o nuove normative successivamente alla decisione che impediscano il rilascio dell'autorizzazione o l inizio dell attività. ART AMPLIAMENTO DEGLI ESERCIZI DI VICINATO 1. A decorrere dal 24 aprile 1998, i titolari di autorizzazioni amministrative per il commercio di cui all'art. 24 della legge 11 giugno 1971, n. 426 che operano su una superficie di vendita inferiore a mq. 250 hanno diritto di ampliare la stessa fino al raggiungimento del limite suddetto. Dell'effettuato ampliamento deve essere data notizia al Comune a mezzo del modello COM1, precisando, nello stesso, la nuova superficie di vendita dell'esercizio. Sono fatte salve le prescrizioni di carattere urbanistico-edilizio ed igienico-sanitario, se necessario in relazione ai prodotti commercializzati. Comune di Tortona Pagina 16 di 35

17 ART MODIFICHE NELLA RAPPRESENTANZA LEGALE DI SOCIETÀ E ASSOCIAZIONI 1. Le modifiche che intervengono nella rappresentanza legale di una persona giuridica o di una società, dopo la comunicazione di inizio attività per gli esercizi di vicinato o il rilascio delle autorizzazioni per una media e grande struttura di vendita, non obbligano alla presentazione di una nuova comunicazione o al rilascio di un autorizzazione. La persona giuridica, oppure la società, ha l'onere di darne comunicazione al Comune, a mezzo lettera raccomandata con avviso di ricevimento oppure mediante consegna diretta a mano presso il Comune stesso, entro e non oltre 30 (trenta) giorni dalla registrazione della variazione della rappresentanza legale. Detta comunicazione deve contenere le generalità complete del nuovo legale rappresentante e gli estremi dell'iscrizione al Registro delle Imprese tenuto dalla competente Camera di Commercio. 2. Il nuovo legale rappresentate, in mancanza di "preposto", deve essere in possesso dei requisiti soggettivi di legge per l'esercizio dell'attività. 3. Il Comune, entro 30 (trenta) giorni dal ricevimento della comunicazione di cui al precedente comma 1, trasmette, alla persona giuridica oppure alla società, la "presa d'atto" della variazione intervenuta nella legale rappresentanza. 4. La trasformazione di una società in un'altra, nell ambito delle tipologie previste dal vigente quadro normativo in materia, comporta una variazione del titolo autorizzatorio e non obbliga ad una nuova dichiarazione per l'apertura di un esercizio di vicinato oppure a richiedere il rilascio di una nuova autorizzazione per le medie e grandi strutture. 5. La società che risulta dalle trasformazioni deve darne comunicazione al Comune, a mezzo lettera raccomandata con avviso di ricevimento oppure mediante consegna diretta a mano presso il Comune stesso, entro e non oltre (30) trenta giorni dalla registrazione dell'atto. Detta comunicazione deve contenere la nuova ragione sociale ed il numero di iscrizione al Registro delle Imprese tenuto presso la competente Camera di Commercio. 6. Il Comune, entro 30 (trenta) giorni dal ricevimento della comunicazione di cui al precedente comma 5, trasmette alla nuova società, la "presa d'atto" dell avvenuta trasformazione. ART PUBBLICITÀ DEI PREZZI 1. Per tutti i prodotti esposti per la vendita al dettaglio, nei luoghi indicati dall'art. 14, comma 1, del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114, deve essere indicato il prezzo di vendita al pubblico. 2. La pubblicizzazione del prezzo può avvenire con l'uso del mezzo ritenuto più idoneo dall'esercente interessato, a condizione, peraltro, che il sistema utilizzato permetta all'utente di leggere sempre, in maniera chiara ed inequivocabile, l'effettivo prezzo di vendita al pubblico della merce esposta. ART CONSUMO DI PRODOTTI ALIMENTARI NEI NEGOZI DI VICINATO 1. Negli esercizi di vicinato abilitati alla vendita di prodotti appartenenti al settore alimentare, è consentito il consumo diretto ed immediato sul posto dei prodotti di gastronomia al fine di consentire l assaggio dei prodotti posti in vendita, a condizione che non venga effettuato un apposito servizio di somministrazione e non vengano collocate nel locale di vendita attrezzature finalizzate a permettere o favorire la consumazione sul posto dei prodotti. 2. Si fa servizio di somministrazione se vengono predisposte liste o "menu" dei prodotti offerti con i relativi prezzi, nonché se vengono raccolte o registrate le ordinazioni e fatto servizio ai tavoli con portate di alimenti e/o bevande. Comune di Tortona Pagina 17 di 35

18 3. Per attrezzature finalizzate alla somministrazione, s intende un qualsiasi elemento di arredo che sia appositamente collocato nel punto vendita per consentire o favorire la consumazione dei prodotti sul posto, come tavoli, sedie, banchi, panche, scaffali murali e simili. Non sono tali, eventuali piani di appoggio per consentire di collocarvi i contenitori di alimenti e bevande proposti per l assaggio. Comune di Tortona Pagina 18 di 35

19 PARTE IV - INCENTIVAZIONE DEL PICCOLO COMMERCIO ART INTERVENTI PER LA VALORIZZAZIONE DEGLI ADDENSAMENTI COMMERCIALI URBANI E PER IL RECUPERO DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE (C.D. PIANI DI QUALIFICAZIONE URBANA ABBREVIATI IN P.Q.U.), NONCHÉ PROGRAMMI INTEGRATI DI RIVITALIZZAZIONE DELLE REALTÀ MINORI (ABBREVIATI IN P.I.R.) 1. Al riguardo degli interventi per la valorizzazione degli addensamenti commerciali urbani e per il recupero delle piccole e medie imprese (c.d. Piani di Qualificazione Urbana abbreviati in P.Q.U.), nonché dei Programmi Integrati di Rivitalizzazione delle realtà minori (abbreviati in P.I.R.), sono qui richiamati gli artt. 18 e 19 della deliberazione del Consiglio regionale 29 ottobre 1999, n e successive modifiche ed integrazioni, nonché l art. 15 dei Criteri per autorizzare l esercizio del commercio al dettaglio approvati con deliberazione del Consiglio Comunale N: 52 del 21 luglio 2008 e successive modifiche ed integrazioni. Comune di Tortona Pagina 19 di 35

20 PARTE V - PROCEDURE AMMINISTRATIVE ART AUTORIZZAZIONI PER I CENTRI COMMERCIALI 1. Un centro commerciale è definito ai sensi dell'art. 6, commi 1 e 1-bis dell allegato A alla deliberazione del Consiglio Regionale 29 ottobre 1999, n e successive modifiche ed integrazioni. 2. Il centro commerciale è unitario rispetto al sistema del traffico, dei parcheggi e dei servizi ad uso collettivo, in modo che il consumatore abbia un'immagine unica dell'offerta commerciale e dei servizi annessi. 3. La superficie di vendita di un centro commerciale è data dalla somma delle superfici di vendita degli esercizi commerciali nello stesso presenti. 4. I centri commerciali necessitano: - di un'autorizzazione commerciale generale per il centro come tale, in quanto media e grande struttura, che è richiesta dal suo promotore o, in assenza, congiuntamente da tutti i titolari degli esercizi che costituiranno detto centro; - di un autorizzazione per ciascuno degli esercizi al dettaglio presenti nel centro stesso, qualunque siano le loro dimensioni. 5. Colui che intende dar vita ad un centro commerciale può presentare al Comune un'unica domanda, che sarà esaminata secondo un criterio unitario. Trattandosi comunque di una media o grande struttura, la domanda di autorizzazione deve essere formulata conformemente al modello COM4. Ai soli fini della presentazione della domanda, il richiedente può non essere in possesso dei requisiti professionali di cui all'art. 5, comma 5, del decreto legislativo 31 marzo 1998, n L'attivazione dei singoli esercizi che, nel loro insieme, costituiscono il centro commerciale, avverrà dietro specifica domanda e rilascio della relativa autorizzazione, sia che si tratti di medie e grandi strutture, sia che si tratti di esercizi di vicinato. 7. Qualora il soggetto promotore del centro commerciale chieda, prima del rilascio delle autorizzazioni corrispondenti agli esercizi oggetto di domanda, che esse, se rilasciabili, siano intestate ad altri soggetti, la richiesta va accolta alla sola condizione che questi ultimi siano in possesso dei requisiti soggettivi di legge per gestire l'attività. Se il centro commerciale è costituito, in tutto o in parte, da esercizi di vicinato, il Comune invita i soggetti indicati dal promotore ad inoltrare le domande di autorizzazione utilizzando il modello COM 4a, entro il termine di 30 (trenta) giorni precedenti l'attivazione dell'esercizio. La comunicazione deve contenere le dichiarazioni previste dall'art. 7, comma 2 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n I commercianti associati, che intendono creare un centro commerciale mediante l'apertura di esercizi dei quali vogliono conservare la distinta titolarità, possono chiedere al Comune che l'esame delle domande sia svolto congiuntamente e secondo un criterio unitario. Prima del rilascio dell'autorizzazione comunale generale e unica per il centro commerciale, è possibile sostituire i richiedenti originari con altri. 9. Le fattispecie di che trattasi ai precedenti commi 7 e 8 non costituiscono subingresso. 10. Dopo che le varie aziende che costituiscono il centro commerciale sono state effettivamente attivate, i relativi cambi di titolarità possono avvenire soltanto a seguito di regolari e validi atti di trasferimento tra vivi oppure per causa di morte. 11. Nel caso di cessazione di attività da parte di un azienda inserita all interno di un centro commerciale senza che venga dato luogo ad un trasferimento di proprietà o di gestione per atto tra vivi, l operatore che cessa l attività ne dà comunicazione al Comune utilizzando il modello COM 4b, mentre l operatore che aprirà la nuova attività commerciale nei locali lasciati liberi dovrà fare istanza Comune di Tortona Pagina 20 di 35

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