Strategie di prezzo. La discriminazione di prezzo
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- Gilberta Moroni
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1 Strategie di prezzo La discriminazione di prezzo 1
2 In cosa consiste la discriminazione di prezzo Discriminazione di prezzo quando: Lo stesso bene è venduto a prezzi diversi senza che la differenza di prezzo rifletta una differenza nel costo di produzione p 1 p 2 > Cma 1 Cma 2 Obiettivo: Estrarre maggiore surplus del consumatore e di conseguenza ottenere extra profitti 2
3 Obiettivo Il monopolista che fissa un prezzo unico per tutti i consumatori non può appropriarsi del surplus A e B. 3
4 Esempio Tre tipi di consumatori con diversa disponibilità a pagare (D.P.). Il costo unitario di produzione è pari a ) P = 2500 π = = ) P = 2000 π = = ) P = 1500 π = = Se il monopolista può fissare prezzi diversi per i tre tipi di consumatore π = =
5 Condizioni necessarie per discriminare il prezzo In un mercato perfettamente competitivo vige la legge del prezzo unico se lo stesso bene è venduto a prezzi diversi, un agente può acquistare al prezzo basso e rivendere a quello alto (arbitraggio) La discriminazione di prezzo è possibile se non è possibile questo arbitraggio, ovvero non si sviluppa un mercato secondario del bene: Informazione imperfetta (gli operatori non sono perfettamente informati circa le differenze di prezzo) costi di transazione elevati " non è più conveniente l attività di arbitraggio rivendita illegale o fisicamente impossibile (es. servizi) 5
6 Modalità di discriminazione Esistono diversi modi per praticare la discriminazione. La classificazione più significativa è quella basata sulle informazioni di cui dispongono le imprese relativamente ai comportamenti dei consumatori (Disponibilità a pagare). 1 grado: discriminazione perfetta (prezzi personalizzati) 2 grado: ventaglio di offerte e autoselezione (menu pricing); prezzi non lineari (il venditore ha qualche informazione sulle diverse disponibilità a pagare dei consumatori ma non è in grado di identificare i consumatori) 3 grado: segmentazione del mercato (group pricing) (possibilità di identificare i consumatori) 6
7 Discriminazione di primo grado Un monopolista applica a ciascuna unità di prodotto venduta il prezzo massimo che ciascun consumatore è disposto a pagare. Viene quindi estratto l intero surplus del consumatore sotto forma di profitti. Poco frequente nella pratica ma fornisce un utile punto di riferimento nelle analisi di benessere. Se il monopolista stia pratica un prezzo unico p p M e Q q M ) CS = B; PS = A " BS = A + B Con discriminazione di prezzo perfetta Q q D, CS = 0 e PS = A + B + C 7
8 Discriminazione di primo grado e benessere colletivo Efficienza allocativa: quantità venduta = quantità di concorrenza perfetta CS = 0 tutto il surplus è trasferito all impresa (efficienza vs. equità) Attenzione: In realtà il PS = (A + B + C) D, dove D è il costo per discriminare i prezzi Se D > B + C al monopolista NON conviene discriminare Se D < B + C al monopolista conviene discriminare Ma se C < D < (B + C) la discriminazione NON aumenta il BS 8
9 Discriminazione di prezzo di terzo grado Le imprese sanno che certe caratteristiche osservabili dei consumatori sono correlate con la loro disponibilità a pagare (elasticità della domanda) L impresa può segmentare il mercato fissando prezzi diversi a gruppi diversi (selezione dei consumatori effettuata dal venditore) Possibili segmentazioni: Localizzazione geografica (pricing to market o discriminazione spaziale dei prezzi) Età (es. sconti agli anziani) Occupazione (es. sconti agli studenti) 9
10 La massimizzazione dei profitti Consideriamo un monopolista che vende su due mercati separati 1 e 2. Il profitto sarà pari a: π p1, p 2 = p 1 D 1 p 1 + p 2 D 2 p 2 C D 1 p 1 + D 2 p 2 La massimizzazione del profitto implica che: RM 1 = RM 2 = Cma da cui: p ε 1 = p ε 2 = Cma In regime di discriminazione di prezzo di terzo grado un venditore dovrebbe praticare un prezzo più basso in quei segmenti di mercato dove l elasticità è più alta. 10
11 Per massimizzare il profitto, il venditore deve praticare un prezzo più basso nel mercato dove l elasticità della domanda è più alta Questo può spiegare ad esempio: perché il prezzo di esportazione di un prodotto può talvolta essere più basso del prezzo sul mercato domestico prezzi più bassi per chi ha (presumibilmente) reddito più basso (elasticità più alta), es. giovani under 26, studenti 11
12 DISCRIMINAZIONE DI TERZO GRADO: UN ESEMPIO Domanda: Stati Uniti: P U = 56 4Q U Europa: P E = 48 4Q E Costo marginale costante in ciascun mercato C = 4 12
13 ESEMPIO: Prezzo uniforme sui due mercati Stati Uniti : P U = 56 4Q U Q U = 14 P/4 per P < 56 Europa: P E = 48 4QE Q E = 12 P/4 per P < 48 Invertiamo Invertiamo: Determiniamo la domanda aggregata: Q = Q U + Q E = 14 P/4 per 56 < P < 48 Q = Q U + Q E = 26 P/2 per P < 48 A questi prezzi viene servito solo il mercato USA. Ora entrambi i mercati sono serviti 13
14 ESEMPIO: Prezzo uniforme Determiniamo la domanda inversa di mercato P = 56 4Q per Q<= 2 P = 52 2Q per Q > 2 I ricavi marginali sono R = 56 8Q per Q < 2 R = 52 4Q per Q < 2 /unità R Domanda Poniamo R = C C 52-4Q= 4 Q=12 Prezzo dalla curva di domanda P = Quantità 14
15 ESEMPIO:prezzo uniforme Sostituiamo il prezzo nelle curve di domanda di ogni mercato: Q U = 14 P/4 = 14 28/4 = 7 Q E = 12 P/4 = 12 28/4 = 5 Profitti aggregati = (28 4) x 12 =
16 ESEMPIO: prezzi con discriminazione L impresa può migliorare il precedente risultato verificate che R non è pari a C in entrambi i mercati R > C in Europa R < C negli USA l impresa dovrebbe trasferire output dagli USA in Europa Ciò richiede che prezzi differenti siano praticati sui due mercati 16 16
17 ESEMPIO: CON DISCRIMINAZIONE DI PREZZO 2 Domanda negli USA: P U = 56 4Q U /unità 56 π = 56 4Q U Q U 4Q U Massimizziamo il profitto π Q U = 56 8Q U 4 = R Domanda C Q U = 6.5 Q U = 52 8 = 6.5 Prezzo dalla curva di domanda P U = Quantità 17
18 ESEMPIO: CON DISCRIMINAZIONE DI PREZZO 3 Domanda in Europa: P E = 48 4Q E /unità 48 π = 48 4Q E Q E 4Q E Massimizziamo il profitto π Q E = 48 8Q U 4 = 0 Q E = 44 8 = 5.5 Q E = 5,5 5.5 Prezzo dalla curva di domanda P E = R Domanda 12 C Quantità 18
19 ESEMPIO: CON DISCRIMINAZIONE DI PREZZO 4 Le vendite aggregate sono 12 le stesse rispetto al caso di assenza di discriminazione I profitti totali sono Π (U+E) = (30 4)x (26 4)x5.5 = = in più rispetto al discriminazione di prezzo caso di assenza di 19
20 NO DISCRIMAZIONE: COSTI VARIABILI L esempio assumeva C fosse costante Cosa cambia se C non è costante? Supponiamo che C sia crescente Procedura senza discriminazione di prezzo Calcolate la domanda aggregata Calcolate i ricavi marginali R da tale curva di domanda Uguagliate R a C per ottenere l output totale Trovate il prezzo dalla domanda aggregata Trovate le domande di ogni mercato dalle curve di domanda individuali 20
21 DISCRIMINAZIONE DI PREZZO: COSTI VARIABILI Con discriminazionione di prezzo la procedura è trovate i ricavi marginali in ogni mercato aggregate questi ricavi marginali per ottenere i ricavi marginali aggregati uguagliate questi R a C per ottenere l output aggregato trovate l R di equilibrio dalla curva dei ricavi marginali aggregati uguagliate l R di equilibrio con C in ogni mercato per ottenere le quantità per ogni singolo mercato identificate i prezzi di equilibrio dalle curve di domanda individuali 21
22 ALCUNI COMMENTI Supponete che le domande siano lineari la discriminazione di prezzo risulta nello stesso output aggregato rispetto al caso di unico prezzo la discriminazione di prezzo aumenta i profitti Per ogni tipo di domanda valgono due regole i ricavi marginali devono essere eguagliati nei due mercati i ricavi marginali devono essere pari ai costi marginali aggregati 22
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