IL COLLEGIO DI ROMA. Prof. Avv. Gustavo Olivieri Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario [Estensore]

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1 composto dai Signori: Dott. Giuseppe Marziale IL COLLEGIO DI ROMA Presidente Avv. Bruno De Carolis Prof. Avv. Pietro Sirena Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia Prof. Avv. Gustavo Olivieri Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario [Estensore] Prof. Avv. Claudio Colombo Membro designato da Confindustria, di concerto con Confcommercio, Confagricoltura e Confartigianato nella seduta del 23/11/2012 dopo aver esaminato il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica, Fatto La società ricorrente lamenta la non corretta esecuzione da parte della banca resistente di una serie di ordini di pagamento relativi a n.11 bonifici on line, effettuati tra il ed il , per un totale di ,28 euro. I predetti bonifici erano stati ordinati per pagare il corrispettivo di talune fatture per i consumi di energia elettrica che tuttavia, a causa di una errata indicazione dell IBAN da parte della ricorrente, non sono stati accreditati sul conto corrente del destinatario indicato negli ordini di pagamento (i.e. la società di erogazione della fornitura elettrica - Acea s.p.a.), bensì sul sul c/c di un soggetto ignoto. Parte ricorrente ammette di aver indicato in modo errato, negli ordini di cui sopra, il codice identificativo unico (IBAN) relativo al conto corrente della società di fornitura elettrica, ma ribadisce di aver invece indicato in maniera corretta, per ciascuna disposizione, il nominativo del soggetto destinatario (Acea Spa). La ricorrente ritiene, pertanto, che sarebbe stato onere della banca rilevare la suddetta difformità e porvi rimedio. In particolare essa lamenta: Pag. 2/6

2 - il mancato, regolare funzionamento del sistema di pagamento on line posto in essere dall'intermediario, che non ha adeguatamente rilevato l anomalia nelle disposizioni oggetto di contestazione (incoerenza tra il nominativo del beneficiario e codice IBAN) e bloccato automaticamente i bonifici. - il rifiuto opposto dall'intermediario alle reiterate richieste, oltre che di storno delle somme controverse, di comunicazione del nominativo del soggetto titolare del conto corrente su cui sono state accreditate erroneamente le somme oggetto di contestazione. La società ricorrente chiede pertanto che l ABF ordini alla banca resistente di riaccreditare l importo dei bonifici erroneamente eseguiti, per un totale di euro ,28. L intermediario, dal canto suo, rileva che l errore è imputabile esclusivamente alla società ricorrente, in quanto i bonifici sono stati eseguiti a favore del soggetto indicato con l identificato unico (IBAN) fornito dall ordinante. Pertanto, le operazioni sarebbero state correttamente eseguite ai sensi dell art. 24 del D. lgs n. 11 del 27/1/2010. Afferma inoltre: - di aver avviato un tentativo di recupero delle somme non andato a buon fine e di non poter avviare azioni più incisive in assenza di un titolo esecutivo; - di non poter fornire, per ragioni di privacy, i riferimenti anagrafici dell effettivo percettore delle somme (cliente dell intermediario), ma di tenere i predetti dati a disposizione dell Autorità Giudiziaria in ipotesi di denuncia dei fatti contro ignoti; - con riferimento alla richiesta di risarcimento del danno, la pretesa risarcitoria non sarebbe suffragata da elementi di prova che possano giustificare un effettivo danno di ordine patrimoniale che sarebbe derivato in conseguenza di quanto lamentato. La banca chiede pertanto che il ricorso venga rigettato. Parte ricorrente ha replicato alle controdeduzioni della banca osservando che: - la disciplina sulla corretta esecuzione dei bonifici prevista dal D.lgs. n. 11 del (che impone all intermediario solo una verifica sulla correttezza dell IBAN) non è applicabile, ratione temporis, alla fattispecie in quanto i bonifici in contestazione sono stati eseguiti tra il novembre 2008 ed il luglio 2009, ossia prima della sua entrata in vigore; Pag. 3/6

3 - l intermediario, avendo proposto un sistema di pagamento con la previsione dell inserimento di dati ulteriori all IBAN (nominativo, indirizzo, città), avrebbe dovuto incrociare il codice IBAN con gli altri dati che impone di inserire e, in caso di mancata corrispondenza, rilevare l incongruenza, bloccare l operazione e avvisare il richiedente; - l esecuzione dei bonifici da parte dell intermediario ha impedito la rilevazione e la rettifica dell errore commesso da parte ricorrente, ingenerando nella stessa il ragionevole affidamento sulla correttezza dei dati forniti; - con riguardo alle clausole di esonero di responsabilità invocate dalla banca, esse sarebbero da considerarsi nulle e/o inefficaci in quanto non specificamente sottoscritte dal cliente. In particolare, parte ricorrente riferisce che la mera sottoscrizione di una formula che contenga un richiamo cumulativo di tutte le condizioni generali di contratto non è idonea a dimostrare il requisito richiesto dall art c.c., essendo all uopo necessario che dette clausole siano chiaramente e autonomamente evidenziare dalla parte che le ha predisposte (soltanto in tal modo si può ritenere assolto l obbligo di informazione sul contenuto delle stesse per renderle conoscibili a coloro che le hanno sottoscritte). Insiste pertanto per l accoglimento del ricorso. Diritto La controversia sottoposta dalla società ricorrente al giudizio del Collegio riguarda la (asseritamente non corretta) esecuzione di alcuni bonifici on line da parte della banca resistente, la quale avrebbe omesso di rilevare la mancata corrispondenza tra l IBAN erroneamente indicato dall ordinante e l identità del beneficiario del pagamento, con conseguente esecuzione dell ordine di pagamento in favore di un soggetto diverso da quello titolato a riceverlo. Così inquadrato l oggetto del contendere, appare necessario affrontare preliminarmente la questione del diritto applicabile alle operazioni di pagamento in contestazione, avvenute come detto in un arco di circa otto mesi che va dal novembre del 2008 al luglio del Alla luce di quanto precede, non può essere accolta la tesi sostenuta dalla banca, la quale pretenderebbe di applicare al caso di specie la previsione contenuta nell art. 24 d. lgs. n. 11/2010, a mente del quale il pagamento si Pag. 4/6

4 considera correttamente eseguito se l intermediario lo ha effettuato in favore del soggetto corrispondente al codice identificativo (IBAN) fornito dal cliente. Questa regola, tuttavia, è entrata in vigore successivamente e non può ritenersi applicabile ai fatti di cui è causa. La condotta dell intermediario deve quindi essere valutata alla luce delle clausole contrattuali che regolano la responsabilità delle parti nella esecuzione degli ordini di pagamento impartiti dal cliente, nonché dei principi generali vigenti in materia di mandato. Sotto il primo profilo, l art. 14 del contratto contiene una chiara ed ampia limitazione della responsabilità gravante sull intermediario, il quale non risponde dei flussi elettronici immessi nel sistema dal cliente né della autenticità delle informazioni da questi fornite. Una siffatta previsione, pur essendo certamente incompatibile con il regime successivamente introdotto dal citato d. lgs. n. 11/2010 in favore di consumatori e microimprese, deve ritenersi valida e cogente all epoca dei fatti in contestazione, sia pure nei limiti previsti dall art c.c. Occorre dunque valutare se la banca sia incorsa o meno in colpa grave dando corso ad una serie di ordini di pagamento on line senza rilevare la mancanza di corrispondenza tra il codice identificativo (errato) fornito dal cliente (IBAN) e il nome del beneficiario. Tale valutazione va svolta alla luce dei principi generali in materia di mandato che, come noto, regolano l esecuzione di ordini di pagamento da parte della banca. Quest ultima, nei rapporti contrattuali con il cliente, risponde secondo le regole del mandato (art c.c.) e la diligenza a cui è tenuta va valutata con particolare rigore. In particolare, come più volte statuito dalla giurisprudenza, anche della Suprema Corte, la diligenza del buon banchiere deve essere qualificata dal maggior grado di prudenza e attenzione che la connotazione professionale dell agente consente e richiede (cfr. di recente Cass., sez. I civile, 24 settembre 2009, n ). In particolare, e con specifico riferimento all utilizzazione di servizi e strumenti con funzione di pagamento o altra, che si avvalgono di mezzi meccanici o elettronici, non può essere omessa ( ) la verifica dell adozione da parte dell istituto bancario delle misure idonee a garantire la sicurezza del servizio ( ); infatti, la diligenza posta a carico del professionista ha natura tecnica e deve essere valutata tenendo conto dei rischi tipici della sfera professionale di Pag. 5/6

5 riferimento ed assumendo quindi come parametro la figura dell accorto banchiere (cfr. Cass., sez. I civile, 12 giugno 2007 n ). Alla luce dei principi sopra richiamati, questo Collegio ritiene di poter ravvisare gli estremi della colpa grave nel comportamento della banca resistente, la quale a fronte di ben 11 bonifici eseguiti in un arco di tempo di otto mesi non si è mai avveduta della mancanza di corrispondenza tra l IBAN e il nome del beneficiario. Non solo, ma anche dopo averla scoperta, non si è attivata per consentire al cliente di recuperare le somme indebitamente corrisposte al destinatario degli ordini erroneamente eseguiti. Ciò posto, va rilevato altresì come il comportamento gravemente colposo della banca sia stato in parte causato dall errore del cliente, il quale riconosce di aver inserito negli ordini di bonifico un codice identificativo errato, in quanto diverso da quello indicato in fattura dal creditore destinatario dei pagamenti. Tale circostanza, non contestata dal ricorrente, appare tale da giustificare un riparto delle conseguenze dannose derivanti dalla condotta delle parti nella misura del 70% a carico dell intermediario al quale va comunque ascritta la responsabilità maggiore dell accaduto - e del 30% a carico della ricorrente. Non sussistono invece i presupposti per accogliere la domanda di risarcimento danni, che la ricorrente quantifica in circa 5.000,00 euro senza peraltro fornire alcuna prova circa l esistenza e l ammontare del danno asseritamente subito. P.Q.M. Il Collegio accoglie parzialmente il ricorso nei sensi di cui in motivazione. Dispone, inoltre, ai sensi della vigente normativa, che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e al ricorrente quella di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6