IL CALO DELLE NASCITE E GLI ISCRITTI AI SERVIZI PER LA PRIMA INFANZIA

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1 IL CALO DELLE NASCITE E GLI ISCRITTI AI SERVIZI PER LA PRIMA INFANZIA Provincia di Parma Osservatorio Scolastico Servizio Programmazione rete scolastica

2 Commenti ed elaborazione dati a cura di Pietro Bazzini Dati aggiornati al 31 dicembre

3 1. Le variazioni dei bambini al di sotto dei tre anni L arco di tempo che va dal 1998 al è caratterizzato da due fenomeni fra loro opposti: nella prima parte, durata oltre dieci anni, si è assistito alla crescita costante dei bambini al di sotto dei tre anni, mentre la seconda parte ha mostrato un loro vistoso calo 2 che, come vedremo, trova le sue origini nella diminuzione drastica dei nati italiani e nell esaurirsi dell incremento di quelli stranieri. Dalla figura si ricava l importante decremento dei bambini italiani dopo il 2009 e, parimenti, la crescita dell incidenza della componente straniera la cui quota sul totale è passata da poco più del sette per cento del 1998 ad oltre il venticinque per cento del In poco più di un decennio gli italiani sono aumentati di unità e hanno sfiorato quota nel dicembre del 2009; dall anno successivo hanno però cominciato a decrescere, prima in modo contenuto - poco più di un centinaio all anno nel biennio e poi in modo sempre più consistente tanto da arrivare a quasi quattrocento unità in meno nell arco del Di fatto si è tornati ai valori di otto anni prima del 2009 in un tempo dimezzato. Vediamo ora come sono variati i bambini nei singoli distretti socio-sanitari focalizzando la nostra attenzione sugli ultimi anni. FIG VARIAZIONE DEI RESIDENTI NELLA PROVINCIA DI PARMA NELLA CLASSE D'ETA' 0-2 ANNI Totale Di cui italiani Fonte: Nostre elaborazioni su dati Ufficio di Statistica - Amministrazione Provinciale di Parma FIG RESIDENTI NELLA PROVINCIA DI PARMA IN ETA' 0-2 ANNI PER DISTRETTI SOCIO-SANITARI Residenti Totale Distribuzione percentuale Totale al 31 Dicembre Fidenza Parma Sud - Est Taro e Ceno Fidenza Parma Sud - Est Taro e Ceno provincia ,0 49,1 18,0 9, ,1 49,9 17,4 9, ,4 49,8 17,5 9, ,1 50,3 17,4 9, ,2 50,6 17,3 8, ,6 50,7 16,9 8,8 100 Max * Variazione % -5,4-5,0-9,7-13,9 * I valori sono calcolati come differenza fra quelli massimi - in grassetto - e quelli del 2013 Fonte: Nostre elaborazioni su dati Ufficio di Statistica - Amministrazione Provinciale di Parma 1 I dati degli ultimi quindici anni riportati nella figura fanno riferimento al 31 dicembre di ogni anno. 2 Fra il 2003 e il 2008 la crescita media è risultata di 400 unità all anno in valori assoluti e al 3,6 in termini percentuali, mentre l incremento fra il 1998 e il 2009 è risultato prossimo alle unità (+44,0%). Nell arco del 2010 si è assistito ad un forte ridimensionamento della crescita e, successivamente, ad una inversione di tendenza che ha interessato l ultimo triennio durante il quale si è avuto un calo complessivo di quasi 800 unità completamente riferibile alla componente italiana. 3 Oggi un bambino su quattro al di sotto dei tre anni è straniero mentre solo cinque anni fa se ne contava uno su cinque e poco più di dieci anni fa uno su dieci. Nel 2013 ogni 100 nati si contavano 27 stranieri e 73 italiani. 3

4 FIG RESIDENTI NELLA PROVINCIA DI PARMA IN ETA' 0-2 ANNI PER DISTRETTI SOCIO-SANITARI E NAZIONALITA' Residenti Italiani Stranieri Totale al 31 Dicembre Fidenza Parma Sud - Est Taro e Ceno Fidenza Parma Sud - Est Taro e Ceno provincia Max * Variazione % -7,2-9,6-15,2-15,2 - -2,9-4,4-14,0-6,3 * I valori sono calcolati come differenza fra quelli massimi - in grassetto - e quelli del 2013 Fonte: Nostre elaborazioni su dati Ufficio di Statistica - Amministrazione Provinciale di Parma Le tabelle ci offrono diversi spunti che cerchiamo di illustrare in modo sintetico: 1 - la diminuzione dei bambini residenti non ha un uguale anno di inizio nei singoli distretti e nemmeno gli stessi effetti ma coinvolge prima gli italiani. 2 - nei distretti Valli Taro e Ceno e Sud-Est la contrazione degli italiani inizia già nel 2009 ed è seguita poi da quella degli stranieri - nel 2011 nel primo caso e nel 2013 nel secondo - e alla fine i distretti scontano le flessioni maggiori, in termini percentuali, sia nell arco del quinquennio (Valli Taro-Ceno -13,4% e Sud-Est -9,1%) sia rispetto ai valori massimi (-13,9% e -9,7%). 3 - nel distretto di Fidenza l anno di inizio è il 2011 e riguarda solamente i bambini italiani così alla fine del periodo si notano variazioni relative piuttosto contenute (-5,4%) rispetto ai valori massimi del nel distretto di Parma, dove il fenomeno appare più recente, il calo degli italiani si è avvertito già durante il 2010 ma fino al 2012 è stato compensato dalla crescita consistente degli stranieri e quindi mostra il decremento meno negativo in valori percentuali (-5,0%) rispetto al valore massimo raggiunto all inizio del 2012 e una variazione leggermente positiva (+0,4%) in rapporto al ad eccezione del distretto delle Valli del Taro e del Ceno, le variazioni dei bambini stranieri sono disomogenee e molto recenti tanto che in quello di Fidenza i valori sono pressoché stabili dal 2010, mentre in quelli di Parma e Sud-Est si nota una flessione solo nell ultimo anno (-2,9% e -4,4%). 6 - oltre la metà dei bambini al di sotto dei tre anni risiede attualmente nei comuni del distretto di Parma (50,7%) e quasi un quarto in quelli del distretto di Fidenza (23,6%). 7 - a dicembre 2013 nel solo Capoluogo si contavano bambini - di cui (26,9%) stranieri 4. I nati e le donne in età feconda Come accennato in precedenza, il vistoso cambiamento è dovuto innanzitutto al calo delle nascite dei bambini italiani - che sono passate dalle circa nell arco del 2009 a meno di nel 2013, con un saldo negativo superiore alle 400 unità - mentre quelle degli stranieri si sono stabilizzate attorno alle unità annue 5. Per ciò che riguarda la drastica riduzione delle nascite di bambini italiani risulta evidente che questa è dovuta quasi interamente al forte ridimensionamento del contingente delle donne nelle età più feconde a causa dell esaurirsi dell effetto del baby-boom degli anni sessanta e dei primi anni settanta 6. Considerando gli ultimi quindici anni, possiamo rilevare che nel 1998 una parte consistente delle donne italiane era compresa nelle classi d età più feconde e decrescevano rapidamente dopo i 35 anni; nel 2008 si nota una 4 La percentuale maggiore di stranieri sul totale dei bambini al di sotto dei tre anni la si riscontra invece in comuni diversi e prevalentemente di collina e montagna: Calestano (51,6%), Bore (50,0%), Solignano (44,0%), Langhirano (41,4%), Tizzano (39,5%), Fornovo (34,6%), Neviano (33,7%) mentre fra quelli di pianura troviamo: Busseto (38,6%), Colorno (37,7%), Polesine (34,5%) e Soragna (33,3%). 5 Pur mantenendosi su livelli di fecondità decisamente più elevati di quelli delle donne italiane il numero medio di figli per donna delle cittadine straniere è anch esso in rapida diminuzione e il loro contributo alla fecondità complessiva della popolazione si va progressivamente riducendo. ISTAT - Rapporto annuale Le donne nate negli anni sessanta e nei primi anni settanta hanno oggi superato i quarant anni età oltre la quale i tassi di fecondità sono decisamente inferiori a quelli delle classi centrali - raggiungono i valori massimi fra i 28 e i 36 anni quando i nati ogni mille donne superano le settanta unità, dopo di che decrescono molto rapidamente fino ad essere prossimi ad un nato ogni mille donne con età superiore ai 45 anni. Dal 1998 ad oggi non sono solamente diminuite di oltre unità le donne italiane fra i 15 e i 50 anni, ma il calo riguarda le classi d età più feconde e quelle più giovani: le donne con età inferiore ai 25 anni sono diminuite di oltre unità, quelle con età compresa fra i 25 e i 35 anni sono diminuite di quasi mentre quelle di oltre 35 anni sono aumentate di Questo ci spinge ad affermare che per gli italiani il calo della natalità non può considerarsi esaurito, anzi se nulla cambia si potrà avere un assestamento dei nati italiani solamente nel prossimo decennio. 4

5 forte riduzione dei contingenti più giovani però compensata dall alto numero delle trentacinquequarantenni. Nel 2013 la parte relativa alle età più feconde è calata ulteriormente mentre quella più cospicua ha superato abbondantemente i 40 anni e non è stata più in grado di sostenere la natalità 7. Per ciò che riguarda le donne straniere le serie storiche mostrano una crescita molto accentuata negli anni compresi fra il 1998 e il 2008 mentre le variazioni avvenute nei cinque anni successivi sono molto più contenute e hanno riguardato maggiormente le persone meno giovani. In particolare, nell ultimo quinquennio, le donne straniere più giovani non sono aumentate in modo significativo - quelle comprese nella classe d età anni sono aumentate solamente di 500 unità, quelle fra 25 e 35 anni di circa mentre fra le donne dai 36 anni in su la variazione ha quasi raggiunto le unità 8. A ben vedere, l aumento complessivo di donne straniere rilevato nell ultimo quinquennio ha riguardato maggiormente quelle con età più alta piuttosto che quelle nelle età più feconde. Ad incidere sul rallentamento delle nascite di bambini stranieri hanno probabilmente contribuito anche le nazionalità di provenienza delle donne nelle più recenti migrazioni, la loro età e la loro minor propensione ad avere figli nonché i mutati atteggiamenti riproduttivi delle coppie presenti da più tempo sul nostro territorio, resta in tutti i casi evidente il ridotto aumento delle donne nelle età più feconde che, in questo caso, potrebbe avere una buona parte della sua ragion d essere nella crisi economica FIG DONNE ITALIANE IN ETA' FECONDA RESIDENTI IN PROVINCIA DI PARMA Stima 2018 Fonte: Nostre elaborazioni su dati Ufficio di Statistica - Amministrazione Provinciale di Parma Per concludere crediamo utile sintetizzare in poche parole quanto riportato in queste brevi note: 1 - il forte calo delle nascite dei bambini italiani 9, che ha trascinato verso il basso l intero contingente della classe 0-2 anni, è frutto dell esaurirsi dell effetto baby-boom degli anni sessanta e settanta piuttosto che della mutata propensione ad avere figli 10, in altre parole: le donne italiane fanno figli né più né meno di quanti ne facevano in passato ma sono in numero inferiore - assieme agli uomini - soprattutto nelle fasce d età più feconde. Detto in altro modo: mancano i bambini perché mancano le persone che avrebbero dovuto metterli al mondo. 2 - l esaurirsi della crescita delle nascite dei bambini stranieri è probabilmente determinata da diversi fattori il cui contributo specifico è difficilmente misurabile; certo è che negli ultimi anni le donne nelle classi 7 Nella figura viene riportata anche la stima delle donne in età feconda alla fine del 2018 ipotizzando che la situazione non cambi. Se i dati fossero confermati, nel prossimo quinquennio, avremmo un calo di donne fra i 25 e i 35 anni (-8,3%) e di fra i 36 e i 45 anni (-19,5%) mentre quelle al di sotto dei 25 anni crescerebbero meno di 600 unità (+3,8%). 8 Nel quinquennio precedente ( ) le straniere al di sotto dei 25 anni erano aumentate di unità, quelle con età compresa fra i 25 e i 35 anni poco al di sotto delle e quelle da 36 a 50 anni di circa unità. 9 I nati italiani nel 2013 hanno raggiunto il valore minimo degli ultimi quindici anni. 10 Dal momento che una delle notizie ricorrenti imputa alla crisi economica il crollo delle nascite ci siamo preoccupati di verificare anche questo aspetto applicando i tassi specifici di fecondità anteriori al 2008 ai dati degli ultimi anni; i valori così ottenuti confermano che la crisi può avere inciso in misura limitata sulla natalità e quindi possiamo confermare che a Parma il fenomeno trova risposta essenzialmente nel drastico calo del numero di donne italiane nelle età più feconde. Questo pone, se è possibile, un problema ancora più serio dal momento che le giovani donne italiane di oggi non riusciranno a sostituire quelle che usciranno dalle età più feconde in futuro ragion per cui si potrebbe assistere ad un ulteriore calo delle nascite di bambini italiani. 5

6 d età feconde sono diminuite e che la prevalenza dei nuovi arrivi riguarda donne, spesso sole, provenienti dai Paesi dell Est europeo e dell Unione Europea 11. I bambini di 1-2 anni Abbiamo visto in precedenza che le variazioni delle nascite hanno fatto mutare l intero contingente dei bambini al di sotto dei tre anni, vediamo ora come sono variati, e a partire da quando, quelli compresi fra uno e due anni. Questa scelta trova la sua giustificazione nel fatto che la classe d età 1-2 anni compiuti è attualmente quella più rappresentata fra i frequentanti i servizi per la prima infanzia 12. Vedremo anche come variano i residenti nei singoli distretti socio-sanitari dal momento che i dati sulle presenze nei servizi variano molto da distretto a distretto e quindi condizionano in diversa misura l andamento complessivo, infatti, a dicembre 2013 nel distretto socio-sanitario di Parma si contava il maggior numero di iscritti ai servizi per la prima infanzia e la sua quota sul totale supera di gran lunga il sessanta per cento (64,6%) 13 abbondantemente al di sopra della quota relativa ai bambini residenti (50,6%). Ma vediamo ora di commentare i dati riportati nel grafico che segue. FIG VARIAZIONE DEI RESIDENTI NELLA PROVINCIA DI PARMA IN ETA' 1-2 ANNI Totali Di cui italiani Fonte: Nostre elaborazioni su dati Ufficio di Statistica - Amministrazione Provinciale di Parma Da una prima lettura dei valori emergono in modo inequivocabile: 1 - la forte flessione avvenuta durante l ultimo biennio, 2 - in quale misura la componente italiana ha determinato questo andamento e 3 - il concomitante, seppur minore, calo degli stranieri 14. Di fatto la diminuzione di 600 unità nell ultimo biennio è in gran parte dovuto alla componente italiana (-490) mentre quella degli stranieri è stata di poco superiore alle cento unità (-110). Anche in questo caso vediamo come sono variati i bambini nei singoli distretti socio-sanitari nell ultimo quinquennio e illustriamo sinteticamente quello che emerge dai dati: 1 - in generale, il calo dei bambini di 1 e 2 anni, si concentra essenzialmente nell ultimo biennio. Se infatti si esclude il distretto Valli Taro e Ceno - dove si ha una flessione percentuale maggiore e di più lunga durata - si nota che il decremento ha riguardato gli altri distretti nel 2012 e nel Quello di Fidenza ha perso quasi duecento bambini e mostra la variazione peggiore fra i tre restanti (-9,7%), nel distretto sani donne immigrate che hanno un progetto migratorio prevalentemente per motivi di lavoro. La fecondità realizzata in Italia da queste donne è generalmente bassa. È il caso ad esempio delle donne ucraine, moldave, filippine, peruviane ed ecuadoriane, che hanno alti tassi di occupazione, prevalentemente nei servizi alle famiglie ISTAT - Rapporto annuale A questo proposito ricordiamo che, nell anno educativo , circa il 95 per cento degli iscritti aveva un età compresa fra 1 e 2 anni e che i bambini di due anni erano oltre il cinquanta per cento degli iscritti (meno di 1 anno: 5,1%; 1 anno: 40,6%; 2 anni: 54,3%). Un altro dato rilevante riguarda l alta percentuale di iscritti italiani che superava l ottantacinque per cento del totale (italiani: 86,1%; stranieri: 13,9%). 13 Per gli altri distretti le percentuali di iscritti sul totale sono: Fidenza 15,7%; Sud-Est 15,0%; Valli Taro e Ceno 4,6% mentre i valori relativi ai bambini residenti nella classe d età 1-2 anni sono: Fidenza 23,0%; Sud-Est 17,3%; Valli Taro e Ceno 9,2%. 14 Non dimentichiamo che gli stranieri sono meno degli italiani per cui, se si vuole fare un confronto fra le due componenti, è indispensabile utilizzare le variazioni relative. In questo modo si può vedere che gli italiani subiscono una contrazione pari al 7,6% mentre per gli stranieri il valore è pari al 5,3%, quindi minore ma assolutamente significativo. 6

7 tario Sud-Est la perdita si ferma a cento unità (-6,8%) mentre in quello di Parma si nota il calo percentuale minore (-5,6%) e quello assoluto maggiore (-240). 2 - nei tre distretti: Sud-Est, Valli Taro e Ceno e Parma il calo totale appena descritto viene anticipato da quello dei bambini italiani già nell arco degli anni mentre per quello di Fidenza la decrescita degli italiani ha inizio solamente nel 2012 in concomitanza con quello degli stranieri. 3 - oltre la metà dei bambini presi in esame risiede attualmente nel distretto di Parma (50,6%), il 23,0 per cento in quello di Fidenza, il 17,3 in quello Sud-Est e il restante 9,2 in quello delle Valli del Taro e Ceno. 4 - nell ultimo biennio ( ) i bambini si sono sempre più concentrati nei comuni del distretto di Parma o, come affermato in precedenza, sono diminuiti percentualmente meno rispetto a quelli residenti nei comuni dei restanti distretti sicché la loro quota sul totale è aumentata di quasi un punto percentuale (da 49,8% a 50,6%). 5 - nel solo Capoluogo attualmente risiedono bambini di 1 e 2 anni, il 43,2% del totale provinciale. 2. Gli iscritti ai servizi per la prima infanzia La serie decennale degli iscritti ai servizi per la prima infanzia mostra, nell ultimo anno e per la prima volta, una non trascurabile riduzione (-5,5%). Dopo la crescita, che ha portato dalle circa unità del 2003 alle circa del 2012 (+75,5%), il calo dei bambini italiani ha iniziato a fare sentire i suoi effetti contribuendo, in larga parte, al decremento degli iscritti nell ultimo anno (-200). FIG DINAMICA DEI BAMBINI RESIDENTI NELLA PROVINCIA DI PARMA E DEGLI ISCRITTI AI SERVIZI PER LA PRIMA INFANZIA Iscritti Popolazione 1-2 anni Popolazione 0-2 anni * I dati non comprendono gli iscritti ai Centri per bambini e genitori Fonte: Nostre elaborazioni su dati: SPI-ER Servizi per la Prima Infanzia - Regione Emilia Romagna e Ufficio di Statistica - Amministrazione Provinciale di Parma Vediamo ora in modo più dettagliato le principali variazioni avvenute negli anni più recenti considerando in particolare gli andamenti nei singoli distretti socio-sanitari illustrati nella figura 2.2. Fra gli anni si colgono variazioni di rilievo riassumibili nel modo seguente: - gli iscritti raggiungono il valore massimo nel dicembre 2011 grazie all aumento nei distretti di Parma (+179) e Fidenza (+93), rimangono stabili nel per poi diminuire in modo significativo nel 2013; - un andamento analogo lo si riscontra nei distretti di Fidenza e Sud-Est ma, mentre la flessione del primo è vistosa (-10,8%), nel secondo risulta molto contenuta (-1,7%); 15 La figura 2.1 ci mostra che nello stesso periodo i bambini residenti nella classe d età 1-2 anni hanno subito un drastico calo mentre gli iscritti ai servizi educativi si sono stabilizzati (-4). Il fatto è che proprio nel 2013 si è avuto, per la prima volta, il calo dei bambini residenti di due anni (-261) - che sappiamo essere i maggiori frequentanti dei servizi per la prima infanzia - e inoltre, se fino al 2011 la domanda superava ampiamente l offerta e una parte non trascurabile di bambini andava ad alimentare le liste di attesa, nei due anni successivi, la contrazione dei bambini residenti ha fatto sì che si ridimensionassero le liste d attesa e quindi l offerta si avvicinasse alla domanda. 7

8 - nel distretto di Parma la variazione negativa riguarda solamente l ultimo anno e si colloca appena al di sotto del cinque per cento (-115 unità). - i servizi del distretto Valli Taro e Ceno hanno visto diminuire i propri iscritti fin dall inizio e per tutto il periodo tanto che la variazione percentuale fra i valori massimo e minimo è la peggiore (-20,3%); - la riduzione ha riguardato anticipatamente gli italiani che subiscono una flessione già a partire dal 2012, un anno prima degli stranieri; - i bambini al di sotto dell anno d età sono calati in tutto il periodo (-44,2%) tanto che il loro numero rischia di dimezzarsi nell arco di un quinquennio. La parte inferiore della stessa figura riporta invece i rapporti fra gli iscritti e i bambini residenti al di sotto dei tre anni d età (indici di frequenza dei servizi), da questi si evince che: - l indice di frequenza totale, cioè di tutta la provincia, subisce una diminuzione di quasi un punto percentuale nell ultimo anno dopo essere aumentato in tutto il periodo precedente. Si è infatti passati da trenta bambini su cento a ventinove. - attualmente i valori maggiori si riscontrano nei distretti di Parma (37,1%) e Sud-Est (26,0%) seguiti da quelli di Fidenza (19,4%) e delle Valli Taro e Ceno (15,2%); - ad eccezione del distretto Sud-Est, che vede aumentare la percentuale di bambini iscritti di oltre un punto, per i restanti distretti si notano variazione negative nell ultimo anno: piuttosto contenute in quelli di Parma e delle Valli Taro-Ceno (-0,7 e -1,1) e più importante in quello di Fidenza (-1,9); - gli indici di frequenza degli italiani sono sempre molto più alti, e in diversi casi più che doppi, rispetto a quelli degli stranieri e, nell ultimo anno, mentre il primo resta pressoché costante (-0,3) il secondo cala di quasi un punto e mezzo. FIG DISTRIBUZIONE DEGLI ISCRITTI AI SERVIZI PER LA PRIMA INFANZIA DELLA PROVINCIA DI PARMA Iscritti Iscritti per distretti socio-sanitari Iscritti per nazionalità Iscritti per età Totale al 31 Dicembre Fidenza Parma Sud - Est Taro e Ceno Stranieri Italiani < 1 anno 1-2 anni iscritti Max * Variazione % -10,8-4,9-1,7-20,3-9,5-6,4-44,2-4,3-5,6 Dati Ind. frequenza per distretti socio-sanitari Ind. frequenza per nazionalità Ind. frequenza per età Ind. frequenza al 31 Dicembre Fidenza Parma Sud - Est Taro e Ceno Stranieri Italiani < 1 anno 1-2 anni Totale ,8 34,6 24,0 16,4 13,3 31,0 7,4 37,2 27, ,7 34,7 23,5 15,3 15,6 30,8 5,2 38,2 27, ,0 37,1 24,1 15,4 15,8 33,3 6,0 39,7 29, ,3 37,8 24,7 16,3 17,4 33,9 5,8 41,2 29, ,4 37,1 26,0 15,2 15,9 33,7 4,6 40,9 29,1 Max * -1,9-0,7 - -1,2-1,4-0,3-2,8-0,3-0,7 * I valori sono calcolati come differenza fra quelli massimi - in grassetto - e quelli del 2013 N.B. I dati non comprendono gli iscritti ai Centri per bambini e genitori La figura ci aiuta anche a comprendere meglio alcune cose; la prima: gli iscritti calano perché calano i bambini italiani residenti 16 ; la seconda: nel distretto di Parma si ha una quota molto più alta di bambini che frequentano i servizi a loro dedicati 17 rispetto ai restanti distretti 18 ; la terza: sono sempre meno i genitori che iscrivono i propri figli prima del compimento dell anno d età. 16 La percentuale di bambini italiani che frequentano i servizi è pressoché costante negli ultimi anni (circa un bambino su tre). Per quello che riguarda gli stranieri l indice di frequenza è diminuito sensibilmente nell ultimo anno dopo aver subito una impennata abbastanza anomala l anno precedente, se si esclude infatti il dato del 2012 notiamo che dal 2010 la percentuale di iscritti resta costante (poco meno di un bambino su sei). Un altro dato significativo riguarda la concentrazione degli iscritti nei servizi del comune di Parma: nel 2013 sono infatti 392 (82,2%) su un totale di 477 iscritti in tutta la provincia. 17 Attualmente la percentuale di bambini iscritti è particolarmente alta nel Capoluogo dove sfiora il quaranta per cento (39,6%) ma anche nei comuni di Sorbolo e Mezzani, dove le quote sono prossime al trenta per cento (27-31%). 18 Nel distretto Sud-Est si distinguono: Collecchio, che con il 41,3% risulta essere, attualmente, il comune col maggior indice di frequenza dei servizi dell intera provincia, Montechiarugolo (28,3%) e Felino-Sala Baganza, dove c è un asilo intercomunale, che nel complesso superano il venticinque per cento (26,9%). Nel distretto di Fidenza colpisce particolarmente la bassa percentuale di iscritti nel servizio del comune di San Secondo (6,9%) mentre all opposto i comuni di Fidenza e Polesine mostrano percentuali decisamente più alte (27,3-27,6%). Nel distretto delle Valli del Taro e Ceno si nota un alta percentuale di iscritti nel solo comune di Borgotaro (34,9%). 8

9 Vediamo ora come sono variati gli iscritti nei servizi dei singoli comuni focalizzando la nostra attenzione prima sul confronto fra gli ultimi due anni ( ) e poi sugli ultimi cinque anni dal momento che le variazioni non hanno interessato tutti i servizi nello stesso lasso di tempo. Le variazioni degli iscritti nell ultimo anno La figura 2.3 che segue ci permette di calcolare le variazioni avvenute fra l ultimo anno e quello precedente e quindi possiamo affermare subito che, fra il 2012 e il 2013, i cali percentuali maggiori si sono a- vuti nei distretti socio-sanitari di Fidenza (-10,5%) e in quello delle Valli del Taro e del Ceno (-10,3%); che nel distretto di Parma la variazione negativa è del cinque per cento (-4,9%) mentre il distretto Sud-Est conferma sostanzialmente gli stessi iscritti dell anno precedente (-0,8%) 19. Un altro fenomeno evidente è il calo nella gran parte dei servizi dei singoli comuni, infatti, sono soltanto nove - su trentuno - quelli che non mostrano il segno meno: si tratta di Busseto, Fontevivo, Mezzani e Fornovo, che si attestano sui valori del 2012, e di Collecchio (+3), Lesignano (+4), Neviano (+6), Tizzano (+3) e Varano Melegari (+6) dove i bambini iscritti aumentano, anche se di poche unità. Ma vediamo ora la situazione anche dei restanti comuni inquadrando le variazioni dell ultimo anno all interno dei rispettivi distretti socio-sanitari. - Distretto di Fidenza: diminuiscono i bambini nei servizi di tutti i comuni tranne in quelli di Busseto e Fontevivo che, come accennato, nel 2013 hanno lo stesso numero di iscritti dell anno precedente. La situazione risulta invece particolarmente negativa nei servizi dei comuni di San Secondo (-42,9%) e Polesine (-33,3%) ma anche a Noceto (-22,1) e Fontanellato (-15,0%) la situazione non è certo positiva mentre per i restanti: Sissa, Trecasali, Salsomaggiore le variazioni negative risultano inferiori al dieci per cento e per il comune di Fidenza poco al di sopra del cinque per cento (-5,5%). - Distretto di Parma: anche in questo caso il totale del distretto risulta negativo al pari di quasi tutti i comuni che ne fanno parte tranne Mezzani che conferma gli iscritti dell anno precedente. Il saldo negativo è piuttosto rilevante a Sorbolo (-16,9%) e Colorno (-15,5%) mentre risulta più limitato (-4,2%) nel Capoluogo e a Torrile (-8,9%). - Distretto Sud-Est: in questo caso le perdite complessive dell ultimo anno sono estremamente contenute (-0,8%) grazie all aumento nei servizi del comune di Tizzano, Neviano, Lesignano e Collecchio anche se per Neviano l aumento nell ultimo anno è accompagnato dalla forte contrazione degli anni immediatamente precedenti. Per contro vede diminuire in modo netto gli iscritti ai servizi per la prima infanzia il comune di Montechiarugolo (-10,3%) mentre in quelli di Langhirano (-2,9%), e Traversetolo (-2,2%) i saldi negativi sono contenuti. - Distretto Valli Taro e Ceno: in questo distretto le variazioni non sono negative solamente nei comuni di Varano e Fornovo; il primo vede aumentare gli iscritti dopo due anni negativi mentre il secondo ha gli stessi iscritti dell anno precedente e di tre anni prima. Le variazioni degli iscritti negli ultimi cinque anni Approfondiamo ora le variazioni avvenute confrontando i valori massimi raggiunti nei cinque anni e l ultimo anno educativo 20 ; così facendo notiamo che sono soltanto cinque i comuni che nel 2013 hanno raggiunto - o mantenuto - il maggior numero di iscritti e per i quali si registra la condizione migliore: Collecchio (157), Lesignano (33) e Tizzano (8), tutti compresi nel distretto sanitario Sud-Est, e poi Busseto (28) e Mezzani (30) mentre sono quattro quelli che vedono ridursi gli iscritti di una quota contenuta: Traversetolo (-2,2%), Soragna (-4,0%), Parma (-4,2%) e Fidenza (-5,5%). Fra i restanti comuni spiccano invece: San Secondo, che praticamente dimezza gli iscritti (-53,8%) e poi: Bedonia (-33,3%), Polesine (-33,3%), Sorbolo (-31,2%), Varano Melegari (-30,0%), Noceto (-28,7%), Sissa (-28,6%), Fornovo (-27,5%), Borgotaro (-26,8%), Fontevivo (-23,8) e Colorno (-23,4%), che perdono da un terzo a poco meno di un quarto degli iscritti. 19 Un altra annotazione riguarda la similitudine fra gli iscritti nei servizi del distretto di Fidenza e quelli del distretto Sud-Est anche se quest ultimo ha un numero di bambini residenti, al di sotto dei tre anni d età, molto inferiore (1.981 contro 2.775). 20 Nel confronto non viene considerato il servizio per la prima infanzia del Comune di Berceto dal momento che ha cessato la propria attività. 9

10 Restano infine i comuni per i quali le flessioni variano dal dieci a circa il venti per cento: Langhirano (- 12,8%), Medesano (-14,3%), Fontanellato (-15,0%), Sala Baganza-Felino (-16,2) 21, Neviano (-17,4%), Montechiarugolo (-21,6%) e quelli che sono interessati da un calo di poco inferiore al dieci per cento: Salsomaggiore (-8,8%), Trecasali (-8,3%) e Torrile (-8,9%). FIG ISCRITTI AI SERVIZI PER LA PRIMA INFANZIA PER COMUNE E DISTRETTO DEI SERVIZI Iscritti a Dicembre Saldi annuali Saldo Tot. Saldo 2013-Max Comuni/Distretti Var.Ass. Var.% Busseto Fidenza ,5 Fontanellato ,0 Fontevivo ,8 Noceto ,7 Polesine ,3 Salsomaggiore ,8 San Secondo ,8 Sissa ,6 Soragna ,0 Trecasali ,3 Distr.Fidenza ,8 Colorno ,4 Mezzani Parma ,2 Sorbolo ,2 Torrile ,9 Distr.Parma ,9 Collecchio Langhirano ,8 Lesignano Bagni Montechiarugolo ,6 Neviano Arduini ,4 Sala Baganza - Felino ,2 Tizzano Val Parma Traversetolo ,2 Distr.Sud-Est ,7 Bedonia ,3 Berceto ,0 Borgo Val Di Taro ,8 Fornovo di Taro ,5 Medesano ,3 Varano Melegari ,0 Distr.Valli Taro-Ceno ,3 Totale generale ,6 N.B. Nella figura sono evidenziati i valori massimi raggiunti nei cinque anni riportati Fonte: Nostre elaborazioni su dati Regione Emilia Romagna * I dati non comprendono gli iscritti ai Centri per bambini e genitori 3. Uno sguardo al futuro Per tentare di comprendere come evolverà la situazione nei prossimi anni abbiamo ipotizzato che le variazioni avvenute nell arco del 2013 rimarranno le stesse fino al 2018 così da potere stimare la popolazione di riferimento dei servizi educativi e l ordine di grandezza degli iscritti. Per fare questo si sono stimati i futuri contingenti di donne in età feconda e applicato a questi i tassi specifici di fecondità degli ultimi anni. Così facendo si sono ricavati i possibili nati futuri e da questi i residenti al di sotto dei tre anni. Procedendo oltre si sono poi calcolate le variazioni degli iscritti applicando ai bambini residenti le percentuali di frequentanti, per singolo anno d età, dell anno educativo Ma andiamo con ordine e partiamo dalle variazioni dei nati, che come descritto nei capitoli precedenti condizionano a cascata gli iscritti ai servizi per la prima infanzia, e facciamo riferimento alla figura se- 21 Gli iscritti ai servizi dei comuni di Sala Baganza e Felino vengono accorpati perché hanno un servizio intercomunale. 22 Per potere arrivare ad una migliore approssimazione si sono calcolati separatamente, nei singoli passaggi, i valori relativi agli stranieri e agli italiani e a quelli presenti nel Capoluogo e nel resto della provincia. Per ciò che riguarda invece la stima degli i- scritti si è tenuto conto anche della distribuzione dei bambini residenti nei singoli anni d età focalizzando l attenzione su quelli con età compresa fra 1 e 2 anni che, come abbiamo visto, rappresentano la gran parte degli iscritti ai nostri servizi. 10

11 guente che riporta i dati reali fino al 31 dicembre 2013, le stime nei successivi cinque anni e le possibili variazioni. Il calo delle nascite I dati riportati nella figura suggeriscono, innanzitutto, che nel prossimo quinquennio dovrebbe continuare il calo delle nascite e che il saldo negativo potrebbe essere di poco inferiore alle 450 unità fra il 2013 e il Si passerebbe quindi dai circa bambini nati nel 2013 ai del 2018 con un decremento medio annuo prossimo alle 90 unità. Si nota infine che nell ultima parte del quinquennio i decrementi annui stimati dovrebbero diminuire progressivamente per poi azzerarsi nei primi anni del futuro decennio. Ciò non toglie che la decrescita dei nati fra il 2009 e il 2018 potrebbe risultare alla fine superiore alle ottocento unità in valori assoluti e attorno al venti per cento in termini percentuali, il ché significherebbe circa un neonato in meno su cinque in nove anni. FIG STIMA DEI NATI RESIDENTI NELLA PROVINCIA DI PARMA Totali Di cui italiani Fonte: Nostre elaborazioni su dati Ufficio di Statistica - Amministrazione Provinciale di Parma Per quello che riguarda gli italiani questi si ridurrebbero dai circa del 2009 ai del 2018 con una perdita di circa 650 unità e un calo superiore al venti per cento nell arco di nove anni. Nel quinquennio futuro ( ) i nati italiani potrebbero diminuire di circa 280 unità (-10,1%) mentre i nati stranieri subirebbero un calo ancora più consistente in valori relativi (-15,3%) ma, ovviamente, minore in valori assoluti (-157). Detto questo, procediamo oltre analizzando meglio le variazioni e le stime dei bambini nei singoli anni d età, focalizzando la nostra attenzione su quelli che compiranno uno e due anni in futuro 24. Le variazioni dei bambini di 1 e 2 anni Ferma restando l ipotesi iniziale, possiamo riferire che nei prossimi cinque anni i bambini in questa classe d età potrebbero subire una variazione negativa di circa 950 unità (-11,9%) e decrementi medi annui attorno alle 190 unità. In particolare, dal 2013 al 2018, gli italiani subirebbero un calo maggiore rispetto agli stranieri (-13,1% contro -8,3%) dal momento che, questi ultimi, diminuirebbero in modo consistente solo a partire dal Nel Capoluogo il calo potrebbe aggirarsi attorno alle unità all anno fino al 2016 e alle nel biennio successivo. Le nascite passerebbero perciò dalle del 2013 alle circa del 2018 e farebbero registrare un decremento complessivo di circa 200 unità (-12,0%). Nei comuni della cintura urbana si avrebbe una variazione negativa simile a quella del Capoluogo e i nati potrebbero passare da a 950 nel quinquennio. Se consideriamo poi le due aree appena descritte come unico aggregato territoriale possiamo rilevare che quasi i tre quarti delle variazioni stimate avverranno in questo ambito (-320 unità su -440 complessive; 72,4%). 24 A questo proposito ricordiamo che nel 2013 circa il 95 per cento degli iscritti aveva un età compresa fra 1 e 2 anni e che i bambini di due anni erano oltre il cinquanta per cento degli iscritti (meno di 1 anno: 5,1%; 1 anno: 40,6%; 2 anni: 54,3%). 11

12 Osservando meglio la figura 3.2 si può cogliere un altro dato rilevante: le variazioni negative dei bambini italiani dovrebbero ridursi anno dopo anno e dimezzarsi già nel dai 253 in meno del 2013 ai circa 120 in meno stimati nel per poi ridursi ulteriormente e annullarsi nei primi anni del prossimo decennio quando i valori degli italiani potrebbero stabilizzarsi attorno alle unità all anno 25. FIG STIMA DELLE VARIAZIONE DEI RESIDENTI NELLA PROVINCIA DI PARMA IN ETA' 1-2 ANNI Totali Di cui italiani Fonte: Nostre elaborazioni su dati Ufficio di Statistica - Amministrazione Provinciale di Parma Com è corretto pensare, le variazioni dei bambini potrebbero continuare a non essere omogenee in tutte le aree del nostro territorio ma stimarne la consistenza porterebbe ad un margine d errore talmente elevato da rendere del tutto inutilizzabili i dati calcolati e le possibili indicazioni che se ne dovrebbero ricavare. L unico approfondimento che possiamo tentare di fare riguarda il comune Capoluogo che, come già anticipato, accoglie oltre il quaranta per cento dei bambini con età compresa fra uno e due anni compiuti 26. Così facendo notiamo che, fra il 2013 e il 2018, il complesso dei bambini, fra uno e due anni, residenti nel comune di Parma potrebbe diminuire di circa 450 unità 27 (-12,5%) mentre le variazioni negative annue potrebbero essere poco al di sotto delle cento unità fino al 2016 per poi diminuire e raggiungere le 75 unità in meno nell arco del Per gli italiani le variazioni negative annue nel 2014 saranno prossime alle 100 unità per poi ridimensionarsi già durante il 2015 (-60) e infine diminuire gradualmente e arrivare alle 40 unità in meno nel 2018, questo porterebbe i residenti italiani dai circa del dicembre 2013 a poco più di del 2018 (-290; -11,4%). Per gli stranieri la decrescita dovrebbe iniziare solo nel 2015 ma sarebbe molto accentuata tanto che in soli quattro anni si registrerebbe un calo di circa 170 unità - da 940 del 2014 a 770 circa del e molto alta in termini percentuali (-18,4%) 28. Gli iscritti ai servizi per la prima infanzia nei prossimi cinque anni Analogamente a quanto riportato nei paragrafi precedenti, cerchiamo ora di descrivere, seppur in modo sommario, il possibile andamento delle iscrizioni ai servizi della prima infanzia della nostra provincia riferendoci al grafico seguente che mostra i dati reali fino al 2013 e le stime al 2018 considerando il solo effetto del calo delle nascite. Se consideriamo separatamente i due quinquenni che compongono la serie storica e raffrontiamo i dati di inizio e fine periodo possiamo notare che gli iscritti totali, fra il 2008 e il 2013, mostrano un saldo positi- 25 Riferire la situazione riguardante i bambini italiani non è priva di significato dal momento che gli ultimi dati disponibili ci indicano che sono oltre l ottantacinque per cento degli iscritti ai servizi per la prima infanzia della nostra provincia (86,1%). 26 Va anche ricordato che i servizi per l infanzia del comune di Parma accolgono attualmente circa il sessanta per cento del totale degli iscritti in tutto il territorio provinciale (59,0%). 27 Vogliamo porre ancora una volta all attenzione di chi legge il fatto che si è ipotizzato che le variazioni rilevate negli ultimi anni siano le stesse fino al In altre parole, ci si è posti la domanda: se la situazione rilevata nell ultimo periodo fosse la stessa anche negli anni a venire, ovvero non intervenisse nulla in grado di modificarla, cosa succederebbe? 28 Teniamo presente che scomporre la popolazione complessiva in gruppi più piccoli può generare errori di stima importanti, nel caso poi degli stranieri possono intervenire fenomeni molto rapidi, ancorché limitati quantitativamente, che potrebbero fare mutare la situazione in un verso o nel suo opposto. 12

13 vo (+149; +4,6%) e sono il frutto di un consistente aumento iniziale - degli italiani nel 2009 e nel 2011 e degli stranieri dal 2009 al seguito da un rapido calo nell ultimo anno. Di fatto gli iscritti complessivi tornano a valori simili a quelli del Nel futuro quinquennio le cose potrebbero invece andare diversamente e fra il 2013 e il 2018 potremmo assistere ad una contrazione complessiva prossima alle 450 unità mentre in termini percentuali la flessione degli iscritti totali potrebbe aggirarsi attorno al tredici per cento in un solo quinquennio (-12,9%). Questo porterebbe il valore finale poco al di sotto delle tremila unità (2.981) 29. In questo caso le variazioni annue, dovute al solo calo demografico, sarebbero sempre negative e prossime alle cento unità fino al 2016 mentre inizierebbero a diminuire a fine quinquennio. Dal grafico possiamo anche ricavare i futuri decrementi annui degli italiani e notare che potrebbero dimezzarsi alla fine del 2018 quando le variazioni negative dovrebbero oscillare attorno alle cinquanta unità - un terzo delle perdite registrate nel 2013 e la metà del centinaio stimato nel mentre le variazioni negative potrebbero cessare solo dopo il FIG STIMA DELLA VARIAZIONE DEGLI ISCRITTI AI SERVIZI PER LA PRIMA INFANZIA PER EFFETTO DEL CALO DELLE NASCITE Totali Di cui italiani N.B. I dati non comprendono gli iscritti ai Centri per bambini e genitori Fonte: Nostre elaborazioni e stime su dati SPI-ER Servizi per la Prima Infanzia - Regione Emilia Romagna Conclusioni Per concludere, ci preme porre l accento sul fatto che si è cercato di quantificare l effetto del calo delle nascite sui futuri iscritti ai servizi per la prima infanzia senza considerare altri fenomeni che ne possono influenzare l andamento in senso negativo o positivo. In altre parole si è voluto mettere al cento dell attenzione quello che secondo noi sarà il principale fattore in grado di condizionare, negli anni a venire, l affluenza ai servizi riservati ai più piccini - e non solo, perché il forte calo delle nascite influenzerà prestissimo in modo significativo anche il numero di iscrizioni alle scuole materne. Per essere ancora più chiari ripetiamo che le stime degli iscritti nel prossimo quinquennio partono dall ipotesi che la percentuale dei bambini residenti al di sotto dei tre anni che frequenteranno in futuro i servizi per la prima infanzia resterà la stessa rilevati a dicembre In altre parole: Se la situazione delle varie componenti prese in esame - numero delle donne in età feconda, natalità, indice di frequenza dei servizi - resteranno quelle rilevate fra il 2012 e il 2013 ci si può aspettare un calo degli iscritti di questa portata. Se al contrario dovessero variare in modo significativo e rapido alcune o tutte le componenti appena descritte ci troveremmo di fronte ad uno scenario diverso; a questo proposito basti pensare che una diminuzione dell affluenza ai servizi di un solo punto percentuale ogni anno porterebbe ad una diminu- 29 La percentuale di bambini iscritti ai servizi per la prima infanzia, rispetto ai residenti con età inferiore ai tre anni, risulta costante attorno al 29% perché si è considerata volutamente stabile nel tempo l affluenza ai servizi. Certo è che se dovesse variare l indice di frequenza, anche di una sola componente, questo influenzerebbe sicuramente l andamento delle iscrizioni. Se immaginiamo, per esempio, un suo calo si avrebbe un numero di iscritti ancora inferiore a quelli stimati mentre una sua crescita cospicua - oggi piuttosto improbabile - potrebbe addirittura portare ad un aumento degli iscritti. 13

14 zione di circa 900 iscritti nel 2018, esattamente il doppio di quelli stimati, mentre un suo aumento analogo porterebbe ad una sostanziale stabilità degli iscritti. Proprio quest ultima considerazione ci permette di ampliare il discorso e porre l accento sul fatto che l affluenza o meno ai servizi non attiene solo al tema delle nascite, ma alla loro ridefinizione non più come servizi individuali ma come servizi educativi a pieno titolo nell ambito di un sistema integrato dei servizi prescolari. Ad oggi questi servizi gravano quasi interamente sui bilanci dei Comuni che sono investiti da una grave crisi che rischia di compromettere gli sforzi compiuti in questi anni per assicurare i diritti dei più piccoli all educazione e all inclusione sociale. E ormai un dato acquisito che l investimento nei servizi per l infanzia è un investimento anche per lo sviluppo futuro di un Paese, si tratta di una scelta però che richiede di essere supportata da una coerente normativa nazionale. 14

15 4. Appendice statistica FIG TOTALE DONNE NELLA CLASSE D'ETA' ANNI RESIDENTI IN PROVINCIA DI PARMA PER COMUNE E DISTRETTO Residenti al 31 dicembre Comuni/Distretti sanitari Saldo Busseto Fidenza Fontanellato Fontevivo Noceto Polesine Roccabianca Salsomaggiore San Secondo Sissa-Trecasali Soragna Zibello Distr.Fidenza Colorno Mezzani Parma Sorbolo Torrile Distr.Parma Calestano Collecchio Corniglio Felino Langhirano Lesignano Bagni Monchio Montechiarugolo Neviano Arduini Palanzano Sala Baganza Tizzano Val Parma Traversetolo Distr.Sud-Est Albareto Bardi Bedonia Berceto Bore Borgo Val Di Taro Compiano Fornovo Taro Medesano Pellegrino Solignano Terenzo Tornolo Valmozzola Varano Melegari Varsi Distr.Valli Taro-Ceno Totale generale N.B. La figura riporta il numero di donne comprese nelle età più feconde - fra i 25 e i 35 anni compiuti Fonte: Nostre elaborazioni su dati Ufficio di Statistica - Amministrazione Provinciale di Parma 15

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