Il quadro dell innovazione tecnologica in Italia
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- Mirella Vacca
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1 Il quadro dell innovazione tecnologica in Italia FONDAZIONE ROSSELLI VIA S. QUINTINO 18/C TORINO TEL. (011) FAX (011) VIA FUCINI MILANO TEL. (02) (02) FAX (02) fondazione.rosselli@iol.it VIA PIEMONTE 39/A ROMA - TEL. (06) FAX (06) rosselli.roma@tiscali.it
2 È ben noto che l Italia dedica assai limitate risorse alla ricerca, nelle sue diverse articolazioni: dalla ricerca fondamentale allo sviluppo tecnologico, dalle università e enti pubblici di ricerca alle imprese. Pochi numeri sono sufficienti per evidenziare questa situazione di arretratezza rispetto ai principali Paesi dell Unione Europea, per non parlare di USA e Giappone: la spesa totale annua in R&S rappresenta 1,07% del PIL nel 2001, contro la media europea di 1,96% e le punte di 4,27% in Svezia, 3,40% in Finlandia e 2,49% in Germania; il numero complessivo di addetti alla R&S rappresenta lo 0,92% della totale forza lavoro, contro la media europea di 1,33% e le punte di 2,53% di Finlandia, 2,45% di Svezia e 1,89% di Germania. Va poi evidenziato che la maggior parte dello sforzo in R&S in Italia è sostenuto finanziariamente dal settore pubblico: infatti la spesa pubblica per ricerca ammonta ad oltre 50% del totale, essendo la quota rimanente finanziata dalle imprese: nei principali Paesi europei a queste ultime spetta il maggior contributo: 72% in Svezia, 71% in Finlandia e 65% in Germania. Rilevanti carenze del sistema Italia rispetto alla media europea e ai Paesi industrialmente più avanzati si evidenziano anche se si considera la capacità d innovazione in senso lato. A questo proposito la Fondazione Rosselli effettua ogni anno un analisi comparativa del potenziale di innovazione dei principali Paesi industrializzati. Tale potenziale viene valutato attraverso un ampio (30) insieme di indicatori che afferiscono a 7 aree che descrivono i processi di generazione, adozione e diffusione di innovazioni, ed individuano i principali fattori che li condizionano. Si tratta così di indicatori relativi alla generazione di conoscenze tecnico-scientifiche e al loro trasferimento in applicazioni, alla diffusione dell utilizzo di ICT, allo stock di capitale umano, alle fonti di finanziamento della R&S, alle caratteristiche e funzionalità del contesto economico, istituzionale e infrastrutturale di un Paese. Il valore complessivo dell indicatore del potenziale di innovazione di sistema per l Italia è pari a 2,97, contro 7,68 della Finlandia (prima nel mondo), 7,21 della Svezia e 5,69 della Germania (vedasi Tab. 1). Pagina 2 di 7
3 Tab. 1 Paese Innovazione di sistema (2003) Finlandia 7,68 USA 7,68 Svezia 7,21 Danimarca 6,58 Canada 5,79 Austria 5,77 UK 5,77 Olanda 5,75 Germania 5,69 Norvegia 5,62 Belgio 5,61 Francia 5,37 Giappone 5,24 Irlanda 5,23 Spagna 3,87 Italia 2,97 Portogallo 2,94 Grecia 2,89 Russia 2,12 Fonte: Fondazione Rosselli In definitiva sia gli indicatori di R&S sia quelli di innovazione di sistema collocano il nostro Paese alla retroguardia dai Paesi forti dell UE. Va però osservato che è ormai acquisita una concezione della ricerca scientifica, che non vede per essa solo una finalità di incremento dello stock di conoscenze a disposizione di un Paese, ma anche e, soprattutto, uno strumento per accrescere la competitività del suo sistema produttivo e la sua efficienza nella trasformazione delle risorse, materiali ed immateriali. Queste performance di un sistema produttivo dipendono strettamente dal suo livello tecnologico, inteso sia come capacità di generare tecnologie innovative, sia di utilizzarle, qualunque sia la loro fonte. Riferendoci all industria manifatturiera che ancora costituisce la componente portante della struttura produttiva dei Paesi avanzati, il suo livello tecnologico può essere misurato attraverso la produttività nell impiego delle risorse, in primo luogo, del lavoro. Quest ultima può essere valutata attraverso il valore aggiunto dell output per ora lavorata. La sua variazione nel tempo è fortemente correlata alla dinamica della tecnologia, sia Pagina 3 di 7
4 quella incorporata negli impianti e quindi risultante dagli investimenti, sia quella generata dalla R&S o acquisita tramite il trasferimento tecnologico; lo dimostra il fatto che fino all 800 il suo tasso di crescita è stato del 25% al secolo, mentre successivamente è stato pari a 500% al secolo. Considerando i valori di questo parametro riportati nella Tab. 2 si trova che la posizione dell Italia è allineata a quella di Paesi industrialmente forti, come Svezia, Germania e UK. Tab. 2 Paese VA/ora lavoro Svizzera 69,6 Giappone 58,5 Canada 44,2 Francia 41,4 USA 40,6 Germania 33,6 Svezia 33,3 Italia 32 UK 31,2 Sud Corea 30,3 Spagna 24,7 Messico 23,6 Turchia 17,6 Grecia 11,4 Fonte: ILO - International labour organization, UNIDO, Panorama (CE) Correlando questo indicatore del livello tecnologico di un sistema produttivo nazionale con l indice d innovazione di Paese fornito dalla Banca Mondiale, come riportato nel seguente diagramma, si possono individuare diversi modelli di sviluppo tecnologico e industriale, così configurabili * : * Questi risultati sono tratti dallo Studio Domanda di servizi per l innovazione: posizionamento dei diversi Paesi, redatto da e Paolo Vercesi su incarico di IPI Istituto Promozione Industriale (2002) Pagina 4 di 7
5 80 livello tecnologico (VA per ora lavorata) nel manufatturiero Messico Turchia Grecia Italia Spagna Sud Corea Francia Canada Germania UK Giappone USA Svizzera Svezia indice d'innovazione Paesi caratterizzati da elevato livello tecnologico (molto al di sopra della media) e contemporaneamente da elevata capacità di innovazione (molto al di sopra della media): Svizzera e Giappone, per i quali è evidente sia la rilevanza dell impiego di risorse per la ricerca tecnico-scientifica sia l efficacia del trasferimento delle conoscenze tecnico-scientifiche (comunque generate) in innovazioni tecnologiche nel sistema industriale. Va qui segnalata l anomala posizione di USA e di Svezia che, pur avendo una fortissima capacità di innovazione, presentano un livello tecnologico sostanzialmente allineato alla media Paesi con livello tecnologico attorno alla media e capacità di innovazione di poco al di sopra della media: Germania, Canada, UK e Francia Paesi con livello tecnologico attorno alla media e capacità di innovazione inferiore alla media: Italia, Sud Corea e Spagna. Paesi con basso livello tecnologico e bassa capacità di innovazione: Messico, Grecia, Turchia, Polonia, per i quali è evidente il ritardo rispetto ai Paesi industrializzati. Tenuto conto che la capacità di innovazione di un Paese si basa o sulla generazione di tecnologie con proprie risorse tecnico-scientifiche o con l acquisizione di Pagina 5 di 7
6 tecnologie dall estero, si è inteso approfondire l analisi del modello di sviluppo tecnologico dei Paesi attraverso la lettura incrociata di tre elementi: la capacità di innovazione (rappresentata sull asse orizzontale del diagramma), la bilancia tecnologica (rappresentata sull asse verticale) e il livello tecnologico (rappresentato attraverso la dimensione del cerchio). 0,9 Livello tecnologico = diametro cerchi indice bilancia tecnologica 0,7 0,5 0,3 0,1-0,1-0,3-0, ,7-0,9 indice d'innovazione Senza addentrarci in un articolata interpretazione della situazione dell Italia, emergono alcune considerazioni di fondo: il modello di innovazione tecnologica dell industria manifatturiera italiana è per molti aspetti diverso da quello dei principali Paesi industrializzati, meno basato su un endogena attività, formalizzata e strutturata, di R&S e meno dipendente dai risultati della ricerca pubblica rilevanti ai fini delle competitività tecnologica delle piccole imprese risultano la generazione di innovazioni attraverso processi non strutturati e quindi non adeguatamente contabilizzati nelle statistiche, nonché l utilizzo di avanzati sistemi di produzione, le cui tecnologie sono prodotte in gran parte in Italia, e l acquisizione di tecnologie dall estero, come dimostrato dalla negatività della bilancia tecnologica italiana il buon livello del valore aggiunto dell output manifatturiero per ora di lavoro indica che o si tratta di prodotti complessi e a forte contenuto di conoscenze o comunque di Pagina 6 di 7
7 innovazione, anche di tipo estetico-funzionale, o di prodotti semplici per i quali si utilizzano processi di produzione altamente efficienti. In definitiva, nonostante i ridotti investimenti in ricerca l industria manifatturiera italiana riesce a conseguire livelli di competitività tecnologica comparabili con quelli di Paesi nei quali sono ben più rilevanti le risorse dedicate alla ricerca; ciò avviene ormai da molti anni e decenni. Un problema si pone però, è di tipo strategico e riguarda il futuro a medio-lungo termine: potrà questo modello di competitività sopravvivere in una situazione in cui le innovazioni tecnologiche derivano da una sempre più ampia base di conoscenze scientifiche prodotte dalla ricerca e si caratterizzano per il ruolo critico di alcune famiglie di tecnologie emergenti di tipo trasversale, sostanzialmente estranee al core tradizionale di molti settori manifatturieri. In altri termini, si sta profondamente modificando la struttura della matrice tecnologiesettori, per cui aumenta la rilevanza, a fini di competitività, di tecnologie trasversali, esogene rispetto alla maggior parte dei settori, e si riduce quella delle tradizionali tecnologie di settore. Questa dinamica della tecnologia pone evidentemente problemi rilevanti alle imprese manifatturiere, soprattutto alle PMI, che si trovano a dover gestire processi di innovazione tecnologica per le quali non esiste una consolidata base di conoscenze nell impresa e nel settore. Il 2 Rapporto della Fondazione Rosselli, Le priorità nazionali della ricerca industriale, individua all interno di tali famiglie le tecnologie critiche, suscettibili di esercitare impatti rilevanti sulla competitività tecnologica dell industria italiana, e ne valuta le possibilità di sviluppo in Italia, dalla ricerca alle applicazioni, in base alle capacità di R&S del nostro Paese, in molti casi di elevata qualificazione internazionale. Tali tecnologie rappresentano le sfide, nonché le minacce per l industria italiana, alle quali bisogna rispondere con l adozione di nuovi modelli di innovazione tecnologica, che contemplino rilevanti e selettive azioni sul piano della ricerca, una forte collaborazione e integrazione fra strutture pubbliche di ricerca e imprese e un consistente intervento di sostegno degli organi di governo, a tutti i livelli territoriali. Pagina 7 di 7
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