Le Politiche di Genere: aggiornamento- 2013
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- Vittorio Simoni
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1 Le Politiche di Genere: aggiornamento Dr.Sara Bellomi Referente Pari Opportunità Ordine dei Chimici di Venezia 1
2 Introduzione: Il riconoscimento formale della parità di genere in Italia è una conquista del secolo scorso. Il diritto di voto alle donne italiane fu riconosciuto con decreto legislativo numero 23 del 01 febbraio 1945 I Principi fondamentali in tema di parità di diritti tra uomo e donna vengono chiaramente espressi e riconosciuti nel testo della Costituzione della Repubblica Italiana approvato il 22 dicembre 1947 dall assemblea costituente. 2
3 Introduzione 1947, Assemblea costituente Costituzione della Repubblica Italiana. Art. 3 principio generale di eguaglianza davanti la legge Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Art. 29 eguaglianza morale e giuridica dei coniugi Art. 37 La parità nel lavoro Art. 48 La parità nella partecipazione politica Art. 51 Parità nell accesso alle cariche pubbliche 3
4 Organismi e riferimenti Istituzionali Dipartimento per le Pari Opportunità 1996 istituzione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri del nuovo Dipartimento Ministeriale Nell'ambito dell'attuazione delle politiche di pari opportunità e non discriminazione, il Dipartimento promuove iniziative, protocolli d'intesa, progetti nazionali e internazionali volti alla realizzazione di azioni positive, allo scambio di informazioni e buone prassi tra gli attori locali e alla diffusione sul territorio dei valori rappresentati. 4
5 Organismi e riferimenti Istituzionali 5 Comitato Nazionale di parità e pari opportunità nel lavoro istituito con Legge n.125/91; ha sede presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali; formula, entro il 31 maggio di ogni anno, un Programma obiettivo nel quale vengono indicati i progetti di azioni positive che intende promuovere, i soggetti ammessi ed i criteri di valutazione. Viene pubblicato dal Ministero del Lavoro e nella Gazzetta Ufficiale. Nello specifico promuove l istituzione di Commissioni Comitati e referenti territoriali presso amministrazioni e ordini professionali con lo scopo creare una rete nel territorio con funzione informativa e propositiva.
6 Organismi e riferimenti Istituzionali Consigliera/e Nazionale per le Pari Opportunità. La Consigliera/e Nazionale viene nominata/o con decreto del Ministro del Lavoro di concerto con il Ministro delle Pari Opportunità. Nell esercizio di tale funzione riveste anche la qualifica di pubblico ufficiale ed ha l obbligo di segnalazione all autorità giudiziaria per i reati di cui viene a conoscenza. Oltre al livello nazionale, la legge prevede che la/il Consigliera/e di parità sia istituita/o, nel ruolo di effettiva/o e supplente, anche a livello regionale e provinciale (cfr Decreto Legislativo 11 aprile 2006, n. 198). 6
7 Una fotografia della situazione Proponiamo alcuni dati recenti che fotografano la situazione attuale in Italia in un confronto con il contesto europeo. 7
8 Il gap retributivo Le differenze salariali in Italia sono tra le più importanti d'europa ed incidono anche sulla situazione previdenziale della lavoratrice, per la quale il rischio di povertà o dipendenza economica in età avanzata è più alto 8
9 Il gap retributivo 9
10 Il gap retributivo 10
11 Il gap retributivo 11
12 Il gap retributivo Il problema dei differenziali salariali è strettamente correlato al problema della conciliazione fra vita familiare e contesto lavorativo. Secondo gli studi condotti sui differenziali retributivi, le donne, indipendentemente dal fatto che abbiano o meno figli, verrebbero pagate meno degli uomini poiché, a causa delle loro ipotetiche assenze sul lavoro connesse al periodo di maternità o derivate dalle responsabilità di cura della famiglia, possono rappresentare un costo per l azienda in termini di produttività. 12
13 Il tasso di attività Le donne italiane hanno un tasso di inattività che è 4 volte superiore alla media Europea ed il più basso in assoluto. Secondo Marco Centra (2012) il fenomeno dell inattività femminile in Italia è il risultato di una complessa serie di fattori ti tipo economico, sociologico, psicosociale e antropologico, legati al profilo del tessuto produttivo, al sistema del welfare esistente ed ai modelli culturali ancora prevalenti in molte parti del territorio italiano. 13
14 Il tasso di attività 14
15 Il tasso di attività La rinuncia all'occupazione si spiega in molti casi con il meccanismo del salario di riserva o del costo-opportunità. Per le donne che potenzialmente potrebbero entrare nel mercato del lavoro, specie per le meno istruite, il reddito atteso è inferiore o poco superiore ai costi di sostituzione del lavoro domestico, elemento che provoca un disincentivo netto alla partecipazione. Tale scenario è aggravato dalla scarsa presenza di servizi alle famiglie in diversi territori italiani, che impone alle donne di provvedere al lavoro domestico ed alle attività di cura dei figli e dei parenti anziani. 15
16 La segregazione orizzontale La segregazione orizzontale è la prevalenza o l'assenza di un sesso nei diversi settori. La partecipazione femminile al mercato del lavoro è confinata quasi esclusivamente nel settore dei servizi. Il fenomeno si produce non solo in Italia ma anche nei diversi paesi dell UE ed a livello mondiale. 16
17 La segregazione orizzontale 17
18 La segregazione verticale la segregazione verticale, consiste nella scarsa presenza femminile nelle posizioni apicali e decisionali. Un leggero miglioramento si è registrato negli ultimi anni in Italia e potrebbe essere dovuto alle disposizioni della legge 12 luglio 2011, n.120, sulle quote di genere nei CDA delle società quotate in borsa 18
19 La segregazione verticale 19
20 La segregazione verticale 20
21 L'imprenditoria femminile L Osservatorio sull imprenditoria femminile di Unioncamere censisce, alla fine del 2011, imprese femminili, pari al 23,5% di quelle registrate. definizione IMPRESA FEMMINILE: società di capitale in cui la media semplice delle quote del capitale sociale e degli amministratori riferibili a donne supera il 20%; le società di persone e cooperative in cui i soci donne rappresentano la maggioranza; le imprese individuali in cui il titolare è una donna e le altre forme giuridiche in cui gli amministratori di sesso femminile sono la maggioranza. 21
22 L'imprenditoria femminile 22
23 L'impreditoria femminile 23
24 I ruoli di genere L origine di molti dei fenomeni osservati è di natura culturale, nel senso che le scelte decisionali prese in età adulta appaiono strettamente correlate al modello culturale in cui si è cresciuti, a quello della società cui si appartiene e al processo di elaborazione personale di tali modelli che porta, nel processo di crescita, alla costruzione di un modello individuale imitativo o oppositivo. Tali modelli agiscono sia direttamente, producendo nelle donne la scelta di non lavorare, sia indirettamente, imponendo schemi di divisione del lavoro familiare dove la funzione produzione del reddito è principalmente o esclusivamente appannaggio dell'uomo. Marco Centra (Isfol, 2012) 24
25 I ruoli di genere 25
26 I ruoli di genere Distribuzione delle ore di lavoro retribuito e non retribuito (lavoro di cura e domestico) tra uomini e donne distinguendo l inquadramento full time o part time. Europa
27 La conciliazione famiglia lavoro Nell''analisi delle politiche di conciliazione è importante avere una definizione comune e completa delle attività di cura Lavoro domestico: cucinare, lavare o riordinare le stoviglie, pulizia e riordino della casa, lavare, stirare e altre lavorazioni dei capi di abbigliamenti, giardinaggio e cura degli animali, costruzione e riparazioni, altre attività di gestione della famiglia. Cura dei bambini fino a 13 anni: Cure fisiche e sorveglianza, aiutare i bambini nei compiti, giocare con i bambini, altra cura dei bambini (leggere e parlare con i bambini, stare con i bambini a scuola, in un centro sportivo, ecc., e altre attività specificate e non specificate legate alla cura di bambini). Acquisti di beni e servizi. Altre attività: cura di ragazzi oltre i 13 anni e di adulti della famiglia, aiuti rivolti ad altre famiglie. 27 (Istat La divisione dei ruoli nelle coppie 2010)
28 La conciliazione famiglia lavoro 28
29 La conciliazione famiglia lavoro 29
30 La conciliazione famiglia lavoro 30
31 Il Wellfare e (è) la donna in Italia 31
32 Strategie di intervento Nella storia delle politiche per le pari opportunità si sono definiti nel tempo approcci progressivamente più drastici ed incisivi (da Teresa Rees, 1998): politiche di parità nel trattamento; (uguaglianza formale e legale) politiche di parità nei risultati (azione positiva, uguaglianza nei risultati) politiche di mainstreaming di genere (modificazione politica e strutturale). In Italia sono già stati fatti grossi passi avanti in materia di tutela della maternità e, in tempi più recenti, sul piano della creazione di modelli culturali paritari, come le azioni positive a favore dell imprenditoria femminile o le quote di lista per favorire l ingresso della rappresentanza femminile negli organi di governo. 32
33 Strategie di intervento Un concetto importante nasce negli anni '90 Il mainstreaming di genere consiste nella (ri)organizzazione, nel miglioramento, nello sviluppo e nella valutazione dei processi politici per fare sì che gli attori abitualmente coinvolti nelle attività di formulazione delle politiche includano la prospettiva della parità di genere in tutte le strategie, a tutti i livelli ed in ogni fase. Consiglio d Europa. Gender Mainstreaming: conceptual framework, methodology and presentation of good practices. Strasburgo,
34 Crisi e conciliazione: Il wellfare e (è) la donna in Italia 34
35 Conclusioni Dal 1947 a oggi, sul piano legislativo e sostanziale, sono stati fatti numerosi ed innegabili passi avanti anche in Italia. Le conquiste nella direzione del riconoscimento e della garanzia della parità di genere e del diritto della donna ad accedere alla vita politica, economica e sociale del paese, sono state importanti. Ciò nonostante gli stereotipi, i ruoli di genere, le segregazioni orizzontali e verticali nel mondo del lavoro, sono ancora profondamente radicati. Se ci confrontiamo con l Europa purtroppo siamo spesso il fanalino di coda. In tempi di crisi e di tagli pesanti al wellfare, l impegno e l attenzione generale a rimuovere gli ostacoli che si frappongono al pieno e corretto utilizzo della risorsa femminile nella società, devono aumentare. Una visione condivisa e collaborativa, libera da discriminazioni di genere, sarà fondamentale per la ripresa e la lotta contro lo spreco di capacità, genio personale e risorse professionali. 35
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