Karl Marx DESTRA E SINISTRA HEGELIANA

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1 Karl Marx * PARTE 1 * fig. 1 - Karl Marx 1. DESTRA E SINISTRA HEGELIANA Alla morte di Hegel, i suoi numerosi discepoli si divisero in due correnti, successivamente denominate destra e sinistra hegeliana. vecchi conservatori contro giovani progressisti La Destra hegeliana conferiva particolare valore alla sistematizzazione complessiva del sapere realizzata da Hegel, senza però approfondire tematiche particolari (come, per esempio, la dialettica). Essa, composta in buona parte da teologi e pastori protestanti, tendeva a utilizzare la dottrina di Hegel per difendere la religione, quella cristiana in particolare, dagli attacchi della cultura laica e positivista. La Destra hegeliana, inoltre, tendeva a presentare lo stato prussiano come l effettiva realizzazione dello stato etico hegeliano. 1

2 Potremmo, semplificando un po, definire la Destra hegeliana come conservatrice. La Sinistra hegeliana era invece composta per lo più da pensatori giovani, per ciò detti anche Giovani hegeliani, e valorizzava in modo particolare la componente critico-negativa della filosofia del maestro, quindi la dialettica. Essi ritenevano, da una parte, che la religione (e anche il Cristianesimo) fosse da guardarsi come una sorta di mitologia, superata e soppiantata dalla filosofia nella giusta ricerca dell Assoluto. Dall altra, pensavano che nessuna forma positiva di Stato (quindi neppure lo Stato prussiano) potesse essere riguardata come la realizzazione massima dello Spirito oggettivo: il movimento stesso della dialettica, sempre tesa nell atto dell auto-superamento, impedirebbe tale realizzazione. Potremmo, sempre in chiave semplificatrice, definire la Sinistra hegeliana come progressista. 2. CENNI SULLA VITA DI MARX non il solito intellettuale Quella di Marx non fu la classica vita da intellettuale magari quella di un professore tutto dedito allo studio e all insegnamento, lontano da ogni attività pratica, concreta ma per l intera sua esistenza si sforzò di contribuire alla realizzazione concreta di quelle idee che, nel frattempo, egli andava elaborando. Ecco che l immagine classica (e fortemente stereotipata) del filosofo tutto dedito a una speculazione teorica la quale qualunque cosa ne risultasse non avrà comunque un impatto concreto sul mondo trova qui la sua nemesi. Marx nacque a Treviri, in Renania, nel La sua era una famiglia ebrea di tendenze agnostiche, convertitasi al protestantesimo solo per opportunità politica: le leggi antisemite della Renania erano infatti di ostacolo alla professione (avvocato) del padre di Marx. Trasferitosi dalla facoltà di Giurisprudenza (che frequentava solo per volontà del padre) a quella di Filosofia, si laureò nel 1841 con una tesi su Epicuro e Democrito. In questo periodo divenne amico di alcuni giovani intellettuali appartenenti alla Sinistra hegeliana, la cui interpretazione della dottrina di Hegel egli in un primo momento condivise. Marx Svolse un intensa attività pubblicistica, collaborando anche con la Gazzetta renana, della quale fu poi direttore. Ben presto ebbe inizio l odissea personale di Marx, che fu costretto alla fuga nel 43 in seguito all interdizione del giornale da parte del governo. Ormai esule, Marx si stabilì a Parigi dal 43 al 45, dove conobbe Engels: fu qui che egli si proiettò in pieno nell attività politica. Frequentò gruppi clandestini e riunioni operaie. A Parigi approfondì anche gli studi economici e stese i Manoscritti economico-filosofici. Nel 45, Marx venne espulso dalla Francia su insistenza del governo prussiano. Si stabilì allora a Bruxelles ove, nel 46, organizzò dei comitati di corrispondenza fra movimenti operai di nazioni diverse. 2

3 In collaborazione con Engels, scrisse, fra 45 e 46, L ideologia tedesca, rimasta però inedita, opera nella quale vengono poste le basi della concezione materialistica della storia, di cui parleremo. Nel 47 si tenne a Londra il primo congresso della Lega dei Comunisti, al quale Marx non ebbe però modo partecipare. Sempre con Engels, nel 47, stese il Manifesto del partito comunista, documento teorico-programmatico richiesto dalla Lega, che venne pubblicato a Londra nel 48. Come già sappiamo, i governi nazionali non tardarono a domare i moti rivoluzionari del 48: il successo della controrivoluzione tedesca portò alla definitiva espulsione di Marx dagli Stati tedeschi. Il nostro si rifugiò prima a Parigi e, successivamente, a Londra. Tentò di riorganizzare la Lega, ma questa viene sciolta. Dal 1851, deluso, abbandonò la politica attiva e cominciò a lavorare presso il British Museum: furono per lui e la sua famiglia anni difficili, anche dal punto di vista economico. Nel 1864 viene fondata l Associazione Internazionale dei lavoratori (la famosa Prima Internazionale), all interno della quale Marx e le sue idee ebbero un ruolo dominante. All interno della Prima internazionale egli si trovò a combattere contro quelle tendenze che potevano indebolire il carattere rivoluzionario del movimento proletario a favore di quello riformistico, le tendenze contro l internazionalizzazione di tale movimento, gli ideali astrattoutopistici. Nel 66 cominciò la stesura del Capitale, i cui ultimi due volumi saranno pubblicati, postumi, dall amico Engels. Marx era inizialmente assai scettico nei confronti della rivoluzione parigina del 70-71, ma appoggiò comunque la Comune, individuando in essa la prima realizzazione di potere proletario realizzato per via rivoluzionaria. 3. COMPLESSITÀ E RILIEVO DELLA FIGURA DI MARX Filosofo e storico, economista e sociologo, teorico politico, ma anche leader rivoluzionario: assai grande fu la varietà degli impegni di Marx e altrettanto grande fu la sua influenza sul mondo contemporaneo. Attraverso gli scritti giovanili, forse quelli più specificamente filosofici, Marx tratteggiò un lucido bilancio della filosofia del suo tempo e dei suoi limiti, giungendo a proporre una nuova nozione di filosofia. L autore del Capitale, segnò una rottura di ampie proporzioni nel cammino del pensiero dell Occidente: egli dimostrò che tutta una serie di problemi filosofici classici come, per esempio, la natura dell uomo e la produzione del pensiero potevano essere affrontati da un analisi che collegava il sapere e la prassi. Marx voleva fornire una interpretazione teorica dell uomo e del mondo che fosse anche impegno al cambiamento concreto, in particolare tramite la trasformazione rivoluzionaria. 3

4 Marx si propose, cioè, di attuare concretamente quell incontro tra realtà e razionalità che Hegel aveva almeno ad avviso di Marx medesimo solo pensato. 4. CRITICA FILOSOFICO-POLITICA ALL HEGELISMO contro l'astrattismo Accostatosi alla Sinistra hegeliana, Marx inizialmente fece propria una nozione di filosofia vista come attività laica della ragione e come critica razionale dell esistente. Successivamente, l esperienza politica reale fece sì che egli si distaccasse dai Giovani hegeliani, ai quali rimproverava l astrattezza delle posizioni teoriche e l estremismo vacuo delle loro posizioni politiche. Quella dei Giovani hegeliani, insomma, era agli occhi di Marx una dimensione puramente teorica, incapace di agire nel mondo e di avere una concreta influenza sulla realtà, ma è proprio questo ciò a cui Marx puntava! Assai più valido gli apparve il pensiero di Feuerbach: è in primo luogo in base alle sue idee che Marx decise di chiudere definitivamente con il sistema hegeliano. Lo fece con la sua opera Critica della filosofia del diritto di Hegel (1843) ove discusse e criticò i Lineamenti di filosofia del diritto, opera hegeliana che, a parere di Marx, legittimava filosoficamente l assetto socio-economico dello Stato prussiano. Il maggiore errore di Hegel consisteva, a parere di Marx, nel fare di cose concrete e dunque contingenti altrettante manifestazioni dello Spirito Assoluto. Hegel, per esempio, non si limitava a prendere atto dell esistenza di fatto della monarchia, ma sosteneva che lo Stato presuppone per forza una sovranità che si incarna nella figura del monarca. Inoltre, visto che ciò che è necessario (reale) è razionale, la monarchia diventava espressione della razionalità politica. Marx definisce misticismo logico queste operazioni: le istituzioni, invece che essere descritte per ciò che di fatto sono, divengono personificazioni di una realtà spirituale che starebbe dietro di esse. Proprio come Feuerbach, Marx ritenne che questa posizione fosse il risultato del rovesciamento idealistico fra soggetto e predicato, concreto e astratto. Un esempio scherzoso che illustra il concetto lo troviamo nella Sacra Famiglia: l uomo comune e il filosofo realista pensano che prima esistano pere, mele, fragole reali e poi, solo poi, il concetto astratto di frutto. L idealista, invece, sarebbe convinto del fatto che prima esiste il Frutto, realtà astratta e concettuale, e solo poi, come derivazione da essa, pere, mele e fragole reali. Così il filosofo idealista trasforma il soggetto (reale) in predicato (astratto) e viceversa. Di fatto Hegel, dopo aver costruito il concetto astratto di Spirito partendo dalla realtà, avrebbe fatto della Realtà la manifestazione dello Spirito... 4

5 Oltre ad essere filosoficamente errato, il metodo di Hegel sarebbe anche politicamente conservatore: Hegel, mentre faceva mostra di voler dedurre da principi razionali la giusta essenza dello Stato in generale, stava semplicemente cercando di giustificare e legittimare la realtà molto empirica del discutibile Stato prussiano. I dati di fatto esistenti, del tutto contingenti, vengono così trasformati in manifestazioni razionali e necessarie dello Spirito. Il giustificazionismo politico di Hegel conduce all accettazione acritica delle realtà statali vigenti. a favore delle opposizioni dialettiche Marx riconobbe anche dei meriti a Hegel in relazione alla sua visione dialettica, ovvero alla concezione della realtà come totalità storico-processuale, costituita da elementi fra loro concatenati e mossa dalle opposizioni. Questo è giusto, anche se Hegel avrebbe giocato troppo sulle opposizioni concettuali invece che su quelle reali; inoltre avrebbe cercato una troppo facile sintesi, dimenticando che nella realtà fra gli opposti non c è sintesi, ma solo lotta o esclusione. 5. CRITICA DELLA MODERNITÀ E DEL LIBERALISMO critica della civiltà moderna idealità giuste, realtà ingiuste Alla base dell adesione di Marx al comunismo vi era una serrata critica della civiltà moderna e dello stato liberale. Marx mutuò da Hegel l idea che la categoria della modernità fosse da identificare con la scissione. Se nella polis greca l individuo si trovava in una sostanziale unità con la comunità della quale faceva parte, senza antitesi fra io pubblico e io privato, sfera individuale e sfera sociale, nella società moderna l individuo deve invece vivere due vite: una in terra, nell ambito dell egoismo e degli interessi particolari della società civile, e l altra in cielo, come cittadino dello Stato e del cosiddetto interesse comune. Ad avviso di Marx, però, questo cielo, è del tutto illusorio: la pretesa hegeliana dello Stato che avrebbe l alto compito di porsi come universale che media gli interessi particolari è, secondo la sua analisi, palesemente falsa. Nella realtà non accade affatto che lo Stato che innalzi la società civile (come Hegel vorrebbe!), ma è invece quest ultima che abbassa lo Stato, facendone lo strumento di interessi di parte delle classi più forti. Lo Stato allora, ben lungi dal perseguire il bene comune, non fa che riflettere e legittimare gli interessi di specifiche classi. Accade addirittura che la proclamazione formale dell uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, che è un po la grande conquista della Rivoluzione francese, non fa nel concreto che ratificare la loro disuguaglianza sostanziale. La società moderna, dunque, rappresenta per Marx il regno dell egoismo, delle particolarità reali, e della fratellanza e delle universalità illusorie. Tutti i moderni sono come i Cristiani, dice Marx: pur essendo realmente diseguali in terra (nella società civile) si consolano con l idea della futura uguaglianza in cielo (nello Stato teorizzato da Hegel). Rifacendosi ancora ad Hegel, il quale aveva descritto il sistema borghese come la società del bellum omnium contra omnes, Marx vede il tratto fondamentale 5

6 della civiltà moderna proprio nella separazione dell individuo dal tessuto comunitario, nell atomismo. Lo stato post-rivoluzionario (dunque successivo al 1789), dice Marx, legalizza questa situazione: riconosce cioè la libertà individuale e la proprietà privata. Questa non è altro che la proiezione politica di una società strutturalmente a-sociale o addirittura contro-sociale. Marx, dunque, rifiuta in blocco la civiltà liberale, comprese quelle che erano ritenute le due conquiste più preziose della rivoluzione anti-feudale e antiassolutistica: il principio della rappresentanza (che, in effetti, già presuppone la scissione fra individuo e Stato), e il principio della libertà individuale (espressione dell atomismo borghese). Nella Questione ebraica (opera del 44) Marx criticò Bruno Bauer (esponente della Sinistra hegeliana), il quale sosteneva che l emancipazione umana coincide con l emancipazione dalla religione. Per quale motivo? Non sono sufficienti le emancipazioni solo legali, in punta di diritto: il limite della teoria politica del liberalismo classico è proprio quello di essere tanto sensibile all esigenza di istituire leggi politiche giuste, quanto insensibile all esistenza di strutture sociali ingiuste. Facciamo un esempio in relazione alla proprietà privata: essa non costituisce di diritto differenza politica in relazione al voto, ma come vanno le cose realmente? In un sistema a suffragio universale, che io sia proprietario di molti beni o che non abbia nulla, il valore del mio voto sarà, teoricamente, identico. Questo è vero, tanto vero che è sancito dalla legge. Ma in pratica, di fatto, cosa accade? Non è forse vero che chi ha molti beni, e quindi grande potere, facilmente potrà influenzare la decisione di voto di chi beni, e dunque potere, non ha? Ciò che è necessario è distinguere l uguaglianza solo formale, politica, da quella reale, sociale. Queste critiche, che scavano un abisso fra marxismo e liberalismo, si comprendono in relazione all ideale di società che Marx ha in mente, una società ove vige una democrazia sostanziale o totale, in cui vi è una perfetta compenetrazione fra individuo e società, società nella quale ciascuno è realmente solo un momento dell intero demos. Hegel pensava che tale società, a suo avviso simile a quella della polis greca, si potesse ottenere tramite una serie di strumenti politici, come la burocrazia e lo Stato. Marx denuncia tutto ciò come mistificazione. La burocrazia e dunque lo Stato sono, a suo avviso, sempre espressione di interessi particolari! Ma, se le cose stanno così, come può lo Stato perseguire fini universali? proprietà privata e rivoluzione In che modo realizzare una società realmente democratica? Marx riteneva che la strada passasse dall eliminazione delle disuguaglianze reali fra gli uomini e, in particolare, del principio di ogni disuguaglianza: la proprietà privata. Questa è la vera democrazia: questo è il comunismo. Come realizzare il comunismo? Negli Annali franco-tedeschi e nei Manoscritti economico-filosofici del 44 Marx pensa allo strumento della rivoluzione, il cui esecutore deve essere il proletariato. 6

7 È proprio la classe che più soffre della alienazione prodotta dalla società borghese quella che eseguirà la condanna della civiltà borghese egoistica. 6. LA CRITICA DELL ECONOMIA BORGHESE E IL TEMA DELL ALIENAZIONE non eternizzare il capitalismo! l alienazione I Manoscritti economico-filosofici, redatti a Parigi nel 44, rappresentano l applicazione in sede economica degli schemi critico-dialettici applicati in precedenza alla sola politica. La struttura fondamentale della società sta infatti, a parere del nostro, proprio nelle relazioni economiche. Marx ritiene che l economia borghese da una parte sia espressione teorica della società capitalistica e, dall altra, la accusa di fornire una immagine mistificata, falsa, del mondo borghese. Essa infatti, invece di collocarsi in una prospettiva storico-processuale, tende ad eternizzare il capitalismo, considerandolo non solo come uno dei tanti possibili sistemi economici, ma come il sistema economico naturale, razionale e immutabile (strutture storiche assumono così un valore metafisico, come in Hegel). La stessa proprietà privata, di fatto, appare come un dato indiscusso e indiscutibile da cui muovere, come un elemento metastorico. L economia politica, poi, non scorge la struttura contraddittoria del proprio oggetto, cioè l intima conflittualità che caratterizza il sistema capitalistico, incarnata nell opposizione reale fra capitale e lavoro salariato. Nei Manoscritti, tale contraddizione viene espressa proprio con il fondamentale concetto di alienazione. Il concetto ha le sue radici nella filosofia tedesca precedente: Hegel indicava come alienazione il processo secondo il quale lo Spirito diviene altro da sé, nella natura e nell oggetto, per potersi poi riappropriare di sé in modo arricchito. Con Hegel, l alienazione era dunque qualcosa di negativo e positivo al tempo stesso. Con Feuerbach, invece, l alienazione era qualcosa di solo negativo: essa si identificava con la costituzione dell uomo religioso, che si sottomette a una potenza estranea (Dio) da lui stesso posta, estraniandosi così dalla propria realtà. Anche per Marx l alienazione è una condizione patologica di auto-estraniazione, come per Feuerbach, ma se per questi si tratta soprattutto di un fatto coscienziale, che deriva da una sbagliata interpretazione di sé, in Marx essa diviene un fatto reale, che si identifica con la condizione del salariato nella società capitalistica. Il lavoratore è, nella sua concreta esistenza, alienato in maniera molteplice: (1) È alienato rispetto al prodotto del suo lavoro. Egli, infatti, produce qualcosa che non gli appartiene e che, quindi, si costituisce si costituisce come una potenza che lo sovrasta e domina; (2) È alienato rispetto alla sua stessa attività. Tale attività è, tipicamente, forzata (il lavoratore può scegliere?), costrittiva (il lavoro, di fatto, lo costringe nei suoi lacci) ed è orientata a fini estranei al 7

8 lavoratore medesimo: egli, infatti, lavora per un altro (il capitalista) e per i suoi fini (l aumento del capitale). L uomo, così, finisce col sentirsi bestia proprio in quella che dovrebbe essere la sua funzione più umana, quella sociale del lavoro, mentre si sente uomo solo negli aspetti più animali, come il nutrirsi e il procreare. Ecco che (3) il lavoratore, inoltre, è alienato rispetto alla sua stessa essenza. Infatti ciò che potrebbe distinguerlo dagli animali è il lavoro libero e creativo, mentre dal capitalismo è costretto a un lavoro forzato, unilaterale, ripetitivo. (4) Il lavoratore salariato è, infine, alienato rispetto al prossimo: l altro è, per lui, soprattutto il capitalista che lo espropria del frutto della sua fatica, facendo sì che il suo rapporto con l umanità sia conflittuale. Chi è, infatti, l altro? È, evidentemente, qualcuno che si presenta a me come diverso da me: ecco che l operaio che lavora al mio fianco è, invece, identico a me: fa ciò che faccio io, vive dove vivo io, ecc. Il diverso è, allora, solo il capitalista, con il quale ho un rapporto negativo. La causa del meccanismo dell alienazione risiede essenzialmente nella proprietà privata dei mezzi di produzione, mezzi che vengono utilizzati tramite lo sfruttamento in una logica di mero profitto. Il superamento dell alienazione si identifica con l abbattimento della proprietà privata e con l avvento del comunismo. Come nella Fenomenologia dello spirito di Hegel la coscienza si perde in molte figure, per poi ritrovarsi nella dimensione dell eticità, così per Marx l uomo dopo essersi perso nella civiltà di classe ritroverà sé medesimo nella società comunista. ancora Hegel! Non a caso è nell ultimo capitolo dei Manoscritti che Marx riconosce una serie di meriti a Hegel: aver concepito l uomo in un ottica storica e dunque come risultato della propria attività; per avere indicato, in tale processo, l importanza del lavoro; per avere indicato il processo nei termini dell alienazione e della soppressione dell alienazione; per avere evidenziato la dialettica della negatività come principio motore. Hegel ha però dei limiti: aver ridotto l uomo a spirito, negando l uomo reale in favore di una figura da esso astratta; l aver considerato soprattutto il lavoro speculativo del filosofo; l avere inteso l alienazione e la liberazione da essa come operazioni ideali, che si consumano a livello coscienziale, e non sul piano pratico. Hegel non ha fotografato la storia vera e il suo concreto procedere, ma ne ha descritta una ideale e astratta che si risolve tutta nel pensiero. L alienazione economica invece è un fatto reale, che sta alla base dell alienazione religiosa e di quella politica, che si può abbattere solo con una azione reale. 8

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