IL PENSIERO DEL VOLONTARIATO. Dott. Adriano Bordignon
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1 IL PENSIERO DEL VOLONTARIATO Dott. Adriano Bordignon
2 L area della famiglia Il calderone del PDZ La famiglia come dimensione Riconoscimento di soggettività al sistema famiglia Potenziamento ed adeguamento dei consultori perché passino da un ottica riparatoria ad una anche di sostegno e di promozione della famiglia nella sua normalità : prevenzione del disagio/promozione dell agio. 2
3 L area dei minori, giovani Azioni sensibilizzazione dei giovani al mondo del Volontariato coinvolgendo le scuole primarie e secondarie. Attivazione di un servizio dedicato alla prevenzione per adolescenti: consultorio giovani (solo percorsi all interno delle scuole o sert) 3
4 L area anziani Rafforzamento della prospettiva che le persone anziane sono ancora una risorsa per la società. Favorire, guidare e supportare l auto-organizzazione degli anziani (contro solitudine, verso attivazione). 4
5 L area della disabilità In un epoca con prospettive di tagli e di riduzione di possibilità di investimenti procedere ad una valutazione corresponsabile delle priorità, di un nuovo coinvolgimento. Rimettere al centro una seria politica a sostegno della famiglie perché possano far fronte a situazioni di fatica e fragilità. Emerge gravemente il problema dell inserimento lavorativo 5
6 L area delle dipendenze Necessità dell adozione di una visione che trascenda il territorio Ulss, sia per garantire parità di trattamento agli utenti nei diversi territori, sia per diffondere quanto più possibile le buone pratiche maturate nelle diverse realtà. Emergenze : Dipendenze da alcol/sostanze e comportamenti patologici che coinvolgono fasce di popolazione sempre più giovani; aumento dei casi di sieropositivi; tabagismo, gioco 6
7 L area della salute mentale Applicazione del Progetto Obiettivo Salute Mentale approvato da giunta regionale nel 2010 (come sottolineato all assemblea del dipartimento del 1 giugno). Prevenzione giovani perché possano avere strumenti far fronte ai momenti di crisi 7
8 L area della marginalità sociale L aggravamento dell intensità della povertà negli strati sociali tradizionalmente disagiati; la comparsa di inedite figure di nuovi poveri. Va osservato che i nuovi poveri sono talora occulti, cioè non rilevabili dagli indicatori tradizionali: circostanza, questa, che rende più problematica la progettazione di idonee azioni di aiuto. Le politiche di contrasto della povertà, della disoccupazione e dell esclusione sociale debbano essere sempre più concepite come politiche di attivazione, e quindi sempre meno come politiche di natura assistenziale 8
9 L area della immigrazione Emergenza flussi migratori: necessità coordinamento tra gli attori presenti nel territorio. Necessità di una grande riflessione culturale per essere protagonisti e non solo osservatori (seconde generazioni, integrazione, lavoro, i flussi ) 9
10 Ci sentiamo più che mai in un periodo di passaggio. Al cambiare del panorama è necessario provvedere a ricalibrare le priorità con senso di responsabilità e coinvolgendo tutti gli attori del welfare comunitario; riportando ancora una volta e con ancora maggior forza il Principio di Sussidiarietà al centro del nostro agire e programmare. Siamo sicuri che il mondo del volontariato saprà ancora una volta essere lievito e sale! 10
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