OCCORRE SIMULARE O PROPORRE ESPERIENZE

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1 CRITERI DIDATTICI PROF. NICOLA PAPARELLA

2 Indice 1 INTRODUZIONE OCCORRE SIMULARE O PROPORRE ESPERIENZE IL SAPERE NASCA DAL FARE RECUPERARE L ESPERIENZA IN CHIAVE SCIENTIFICA VALORIZZARE LE ATTITUDINI AD OSSERVARE RAZIONALIZZARE L OSSERVAZIONE LA DIMENSIONE LUDICA IL GIOCO DI SQUADRA PROGETTARE ESPERIENZE PILOTA MONITORARE ESPERIENZE PILOTA di 12

3 1 Introduzione criteri. Dopo le indicazioni generali viste nella precedente lezione, illustreremo qui di seguito alcuni 3 di 12

4 2 Occorre simulare o proporre esperienze Quando si fa Educazione degli adulti, non si fanno discorsi, ma bisogna simulare, proporre esperienze, ricordando a mo di slogan, una frase: si impara per fare. Attenzione: non si impara facendo, ma si impara per fare. Quindi ciò che noi proponiamo all adulto, deve essere da quest ultimo percepito come qualcosa che può essere immediatamente fruito in contesti operativi ben specifici. Si agisce per capire quello che si è fatto e quando noi proponiamo all adulto un tirocinio, un esperienza non è per fornire un contesto di prova, bensì per fargli meglio capire quello che si è fatto. Ed anche quando, a lezione, chiediamo agli adulti notizia della loro esperienza, lo facciamo per capire le ragioni delle operazioni che hanno compiuto. Non ci può essere una formazione teorica cui debba far seguito un esperienza pratica, perché la pratica è sempre ricca di ragioni, di argomentazioni teoriche, e la teoria è sempre ricca di rinvii alla pratica. Non sono due mondi o momenti diversi. È una pratica che si costruisce continuamente rinviando all esperienza ed è un esperienza che si chiarisce con i riferimenti teorici. La stessa teoria deve potersi connotare sempre come commento per un agire pratico. 4 di 12

5 3 Il sapere nasca dal fare Il percorso didattico mostra come si fa e lascia che ciascuno impari a fare. Dal fare si deducono le regole, e le regole si spiegano con i perché. Il percorso inverso è pure possibile, è soltanto un po più difficile e richiede delle competenze sul piano della elaborazione formale: partire dalle regole per arrivare al fare. Dobbiamo in qualche modo mescolare queste due direzioni di marcia. 5 di 12

6 4 Recuperare l esperienza in chiave scientifica Bisogna partire dall esperienza (di un operaio, di un professionista, ecc.) e illustrare le ragioni che spiegano quell esperienza. Se ben illustrate, sarà lo stesso soggetto a capire di poter migliorare modificando alcuni aspetti. Questo significa anche valorizzare l esperienza e rappresenta il primo passaggio da compiere in direzione dell espansione dell esperienza medesima. Nell Educazione degli adulti questi accorgimenti sono fondamentali, anche perché l adulto ha, per definizione, un ampio ventaglio di esperienze, non gliele possiamo mettere in crisi, oltretutto lo destabilizzeremmo in tal modo. Dinanzi alla sua esperienza, invece, cerchiamo di capire i perché, chiariamo le ragioni scientifiche di questi perché, e in tal modo l adulto capisce che proprio dalla sua esperienza vengono dei suggerimenti sottintesi che possono modificarla anche profondamente. Allargando il campo dell esperienza, l adulto si affaccia al nuovo, a ciò che è autenticamente innovativo. 6 di 12

7 5 Valorizzare le attitudini ad osservare In genere chi ha molta esperienza ha anche molto osservato. Talvolta si resta incantati nell ascoltare dei contadini, nel vedere come sia in loro affinata la capacità di osservazione: colgono il variare delle situazioni come pochi sanno fare. Sottolineare e valorizzare questa attitudine, questa competenza di osservare, e farne un veicolo per imparare a leggere la realtà, è fondamentale e diventa una leva straordinaria per far maturare nuove conoscenze. Non abbiamo bisogno di trucchi didattici, basta affidarsi a queste competenze che già sono nell adulto. 7 di 12

8 6 Razionalizzare l osservazione L esercizio dell osservazione ha bisogno di essere razionalizzato, perché, in caso contrario, l osservazione rischia di rimanere sterile. Cosa intendiamo per razionalizzato? Razionalizzare l osservazione significa andare al di là del dato osservato, del dato percepito; razionalizzare l osservazione significa, ad esempio, creare delle classi, stabilire una regolarità al di sotto della confusione. Si razionalizza la formazione dando un assetto formale alle procedure. Anche il mio atteggiamento formativo deve avere delle regole ed essere espressione di un progetto, la qual cosa significa adottare strumentazioni innovative, stabilire criteri di registrazione dei dati. Per giungere ad una risposta significativa ho bisogno di registrare una serie di dati. Ancora: prendere delle decisioni coerenti. Rispetto a ciò che è stato osservato, bisogna avere un atteggiamento che spinga alla registrazione dei dati e quindi all assunzione di conseguenti decisioni. 8 di 12

9 7 La dimensione ludica Ludicità non significa mettersi a giocare ma chiariamo anzitutto, cos è il gioco? Il gioco è una sorta di pendolarismo tra il mondo della realtà e il mondo della irrealtà, è un confronto dinamico tra il reale e l irreale. È un confronto tra il mondo del desiderio, della fantasia, e il dato di fatto. In didattica è utile recuperare questo confronto. Confronto fra attese e dati di realtà, fra desideri e situazioni, fra immaginario e reale. Questo confronto può essere anche gestito male, perché nel mettere a confronto il dato di realtà con il desiderio, con l immaginazione, può accadere che l effetto non sia il gioco, ma la depressione. Il gioco invece è questo passaggio tra il possibile e il reale dove recupero una sorta di effettiva conquista di potestas agendi, cioè la capacità di agire, il possesso pieno di me stesso. Questa dimensione ludica aiuta tantissimo in didattica, aiuta ad utilizzare bene le informazioni che si studiano. 9 di 12

10 8 Il gioco di squadra L esperienza individuale non basta, si deve allargare all esperienza di gruppo, alla condotta della squadra, al comportamento dell équipe. Questo a volte l adulto lo impara in termini drammatici, quando per esempio, sul posto di lavoro, la mancanza di grande affiatamento, determina brutti incidenti. Invece il gioco di squadra si deve esercitare anche in dimensione ludica; nel gioco di squadra si impara l interdisciplinarità, perché ci possono essere soggetti con differenti attitudini che anziché scontrarsi, possono collegare le loro conoscenze e competenze. L intesa del gruppo viene sottoposta all interesse per il risultato. 10 di 12

11 9 Progettare esperienze pilota Facciamo un esempio: se in questo momento dicessimo di sospendere le lezioni, perché siamo stati chiamati a fare una sperimentazione d avanguardia, un esperienza pilota che ci viene richiesta dal ministro e che servirà a modificare gli assetti organizzativi dei corsi di studio, questa diventerebbe un idea così trainante, così coinvolgente che anche chi dovesse accettare di far parte di questo gruppo con qualche difficoltà perché ha delle urgenze, delle premure di tipo familiare, professionale, alla fine ne avrebbe un vantaggio. Se siamo convinti di essere qui chiamati a esprimere una élite in funzione di qualcosa che può essere talmente trainante per altri, il nostro coinvolgimento è maggiore, la motivazione è più spinta e i risultati saranno più efficaci. 11 di 12

12 10 Monitorare esperienze pilota Il nostro compito in questo caso non sarebbe quello di progettare un esperienza di avanguardia, ma quello di andare a controllare, a verificare l efficacia, i risultati, l efficienza di esperienza d avanguardia. Questo criterio permette di far acquisire l idea che c è sempre bisogno di una verifica e c è sempre bisogno di un controllo, che non è qualcosa di momentaneo, ma qualcosa che si sviluppa nel tempo. Quando tutto questo è finalizzato all apprendimento, anche se dovesse richiedere degli sforzi, gli adulti non soltanto rispondono in maniera encomiabile, ma addirittura presentano nuove domande e manifestano disponibilità verso nuovi bisogni formativi. Tutti i nove criteri segnalati sono da considerare in termini tassonomici, gerarchici. 12 di 12

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