R. REGOLAMENTO U. URBANISTICO E. EDILIZIO. Elaborato tecnico R.I.R.

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1 R. REGOLAMENTO U. URBANISTICO E. EDILIZIO Elaborato tecnico R.I.R.

2 ALLEGATO F DEL REGOLAMENTO URBANISTICO EDILIZIO TITOLO I ELABORATO TECNICO R.I.R. Premessa Il D.M. 9 maggio 2001, in attuazione dell art. 14 del D.Lgs. 334/1999 relativo al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose, stabilisce i requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione urbanistica e territoriale nelle zone interessate da stabilimenti soggetti agli obblighi di cui agli artt. 6, 7 e 8 del D.Lgs. 334/1999, riconoscendo la necessità di mantenere opportune distanze di sicurezza tra gli stabilimenti e le altre zone di sviluppo o trasformazione del territorio. Nello specifico, il D.M. 9 maggio 2001 si applica per: a. insediamenti di stabilimenti nuovi; b. modifiche degli stabilimenti di cui all art. 10, c. 1 del D.Lgs. 334/1999, ossia modifiche di impianti, depositi, processi industriali, natura o quantitativi delle sostanze pericolose che potrebbero costituire aggravio del preesistente livello di rischio; c. nuovi insediamenti o infrastrutture attorno agli stabilimenti esistenti, quali, ad esempio, vie di comunicazione, luoghi frequentati dal pubblico, zone residenziali, qualora l ubicazione, l insediamento o l infrastruttura possano aggravare il rischio o le conseguenze di un incidente rilevante. Per definire l eventuale esistenza di aree da sottoporre a specifica regolamentazione per lo sviluppo del territorio e di conseguenza i vincoli e le prescrizioni per tale sviluppo, il D.M. 9 maggio 2001, all art. 4, prevede che gli strumenti urbanistici vengano integrati con un Elaborato Tecnico Rischio di Incidenti Rilevanti (RIR), di seguito denominato RIR. In considerazione ai contenuti e ai disposti del Piano di Protezione Civile comunale, in particolar modo agli elaborati effettuati da ARPA, e alle indicazioni date dal D.M. 9 maggio 2001, si è proceduto alla stesura dell Elaborato Tecnico RIR, in particolare la valutazione della compatibilità territoriale e ambientale delle aziende soggette agli artt. 6, 7 e 8 del D.Lgs. 334/99 insediate nel Comune di Villanova. 1. Metodologia d analisi 1.1 Determinazione delle aree di danno dello stabilimento a rischio d incidente rilevante Per la redazione dell Elaborato Tecnico RIR si procede partendo dalla ricognizione della situazione del territorio comunale in merito alla presenza di stabilimenti a rischio di incidente rilevante ricadenti nell ambito di applicazione del D.M. 9 maggio Come previsto dal punto 7.1 dell allegato al decreto, i gestori degli stabilimenti soggetti all art. 8 del D. Lgs. 334/1999 devono trasmettere, su richiesta del Comune o delle autorità competenti, le informazioni relative all inviluppo delle aree di danno, le classi di probabilità di ogni singolo evento nonché le informazioni relative al danno ambientale. Le medesime informazioni per gli stabilimenti soggetti agli artt. 6 e 7 del D. Lgs. 334/1999 devono essere fornite solo nel caso in cui siano individuate aree di danno esterne allo stabilimento. Si precisa che, per aree di danno, si intendono in senso stretto quelle correlate agli effetti fisici (di natura termica, barica o tossica) di eventi incidentali, valutati con un approccio analitico attraverso l applicazione di specifici sistemi di calcolo; se a seguito dell evento incidentale si verifica il superamento dei valori di soglia espressi nella Tabella 2 dell allegato tecnico al D.M. 9 maggio 2001, l evento si considera dannoso a persone o a strutture, viceversa si ritiene convenzionalmente che il danno non accada. 2

3 Tabella 1 - Valori di soglia per la determinazione delle aree di danno, dalla tabella 2 dell allegato al D.M. 9 maggio SCENARIO INCIDENTALE ELEVATA LETALITÀ INIZIO LETALITÀ Incendio (radiazione termica stazionaria) LESIONI IRREVERSIBILI LESIONI REVERSIBILI DANNI ALLE STRUTTURE / EFFETTI DOMINO 12,5 kw/m² 7kW/m² 5 kw/m² 3 kw/m² 12,5 kw/m² BLEVE/Fireball (radiazione termica variabile) Flash-fire (radiazione termica istantanea) Raggio fireball 350 kj/m² 200 kj/m² 125 kj/m² m LFL 1/2LFL VCE (sovrapressione di picco) 0,3 bar (0,6 spazi aperti) 0,14 bar 0,07 bar 0,03 bar 0,3 bar Rilascio tossico (dose assorbita) LC50 (30min,uomo) - IDLH - - Relativamente al danno ambientale, correlato alla dispersione di sostanze pericolose all interno delle matrici suolo, sottosuolo, acque superficiali e falda acquifera, si precisa che il D.M. 9 maggio 2001 non prevede l'adozione di un approccio analitico, ma si limita a richiedere una stima qualitativa, distinguendo il danno in significativo o grave, a seconda della durata degli interventi di bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati, a seguito dell'evento incidentale. Nel caso dell insediamento presente nel territorio del comune di Villanova sull Arda, si è chiesto ai gestori la documentazione contenente le informazioni utili ai fini della predisposizione della presente relazione, ad integrazione degli elementi già resi disponibili dai gestori in documenti correlati al D.Lgs. 334/1999 ed ai procedimenti da quest ultimo derivati. 1.2 Identificazione degli elementi territoriali ed ambientali sensibili L unico comparto produttivo definito come stabilimento a rischio d incidente rilevante, nel territorio del comune di Villanova sull Arda, è la Keropetrol S.p.a. (attività di stoccaggio e movimentazione di idrocarburi liquidi GPL), localizzato lungo la Strada Provinciale, n. 588, km Si tratta di uno stabilimento soggetto agli adempimenti previsti dal D. Lgs. 334/1999, come modificato dal D. Lgs. 238/2005, degli artt. 6 e 7 dello stesso decreto. Figura 1 Inquadramento con ortofoto digitale della Keropetrol 3

4 Il procedimento per la redazione del RIR ha previsto un inquadramento del territorio in relazione agli elementi territoriali ed ambientali sensibili presenti in specifiche aree di indagine, scelte, nell intorno dello stabilimento, secondo un principio di coerenza con le aree di danno degli scenari incidentali ipotizzati dai gestori. Come espressamente richiesto dal D.M. 9 maggio 2001, l analisi del territorio è stata effettuata mediante la sua categorizzazione secondo le categorie territoriali elencate nella tabella 2. Nello specifico, la categorizzazione del territorio nell ambito dell area di indagine è avvenuta considerando le destinazioni d uso previste dal Piano Regolatore Generale vigente. L inquadramento del territorio è poi proseguito mediante l individuazione degli elementi di natura puntuale o lineare particolarmente sensibili, quali, ad esempio, infrastrutture di trasporto e reti tecnologiche. A completamento dell analisi territoriale svolta, sono stati individuati gli insediamenti esistenti all interno delle zone di piano ritenuti significativi ai fini della attribuzione delle categorie territoriali. Tabella 2 - Categorie territoriali, dalla tabella 1 dell allegato al D.M. 9 maggio 2001 CATEGORIA A 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice fondiario di edificazione sia superiore a 4,5 m³/m². 2. Luoghi di concentrazione di persone con limitata capacità di mobilità - ad esempio ospedali, case di cura, ospizi, asili, scuole inferiori, ecc. (oltre 25 posti letto o 100 persone presenti). 3. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante all'aperto - ad esempio mercati stabili o altre destinazioni commerciali, ecc. (oltre 500 persone presenti). CATEGORIA B 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice fondiario di edificazione sia compreso tra 4,5 e 1,5 m³/m². 2. Luoghi di concentrazione di persone con limitata capacità di mobilità - ad esempio ospedali, case di cura, ospizi, asili, scuole inferiori, ecc. (fino a 25 posti letto o 100 persone presenti). 3. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante all'aperto - ad esempio mercati stabili o altre destinazioni commerciali, ecc. (fino a 500 persone presenti). 4. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante al chiuso - ad esempio centri commerciali, terziari e direzionali, per servizi, strutture ricettive, scuole superiori, università, ecc. (oltre 500 persone presenti). 5. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante con limitati periodi di esposizione al rischio - ad esempio luoghi di pubblico spettacolo, destinati ad attività ricreative, sportive, culturali, religiose, ecc. (oltre 100 persone presenti se si tratta di luogo all'aperto, oltre al chiuso). 6. Stazioni ferroviarie ed altri nodi di trasporto (movimento passeggeri superiore a persone/giorno). CATEGORIA C 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice fondiario di edificazione sia compreso tra 1,5 e 1 m³/m². 2. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante al chiuso - ad esempio centri commerciali, terziari e direzionali, per servizi, strutture ricettive, scuole superiori, università, ecc. (fino a 500 persone presenti). 3. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante con limitati periodi di esposizione al rischio - ad esempio luoghi di pubblico spettacolo, destinati ad attività ricreative, sportive, culturali, religiose, ecc. (fino a 100 persone presenti se si tratta di luogo all'aperto, fino a al chiuso; di qualunque dimensione se la frequentazione è al massimo settimanale). 4. Stazioni ferroviarie ed altri nodi di trasporto (movimento passeggeri fino a persone/giorno). CATEGORIA D 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice fondiario di edificazione sia compreso tra 1 e 0,5 m³/m². 2. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante, con frequentazione al massimo mensile - ad esempio fiere, mercatini o altri eventi periodici, cimiteri, ecc. 4

5 CATEGORIA E 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice fondiario di edificazione sia inferiore a 0,5 m³/m². 2. Insediamenti industriali, artigianali, agricoli, e zootecnici. CATEGORIA F 1. Area entro i confini dello stabilimento. 2. Area limitrofa allo stabilimento, entro la quale non sono presenti manufatti o strutture in cui sia prevista l'ordinaria presenza di gruppi di persone. 1.3 Valutazione della compatibilità territoriale Alla luce delle risultanze delle indagini svolte, per l azienda a rischio di incidente rilevante è stato formulato un giudizio di compatibilità territoriale, analizzando gli scenari incidentali. In particolare il giudizio di compatibilità si è espresso in considerazione delle attuali destinazioni del territorio. In queste aree si applicheranno dei vincoli dove potranno essere realizzati solo i progetti urbanistici compatibili con le categorie territoriali ricavate dalle tabelle 3.a e 3.b dell allegato tecnico al D.M. 9 maggio Valutazione della compatibilità ambientale Rispetto alla compatibilità ambientale, ai sensi del D.M. 9 maggio 2001 è da ritenere non compatibile l'ipotesi di danno ambientale grave; in tal caso, il Comune può procedere, ai sensi dell'art. 14, c. 6 del D.Lgs. 334/1999, invitando il gestore a definire misure complementari atte a ridurre il rischio di danno ambientale. Nel caso di danno significativo, lo stesso decreto prevede che siano introdotte nello strumento urbanistico prescrizioni edilizie e urbanistiche ovvero misure di prevenzione e di mitigazione con particolari accorgimenti e interventi di tipo territoriale, infrastrutturale e gestionale, per la protezione dell'ambiente circostante, definite in funzione delle fattibilità e delle caratteristiche dei siti e degli impianti e finalizzate alla riduzione della categoria di danno. 2. Stabilimento a rischio di incidente rilevante: Keropetrol S.p.A. Come già anticipato, lo stabilimento ricadente nell ambito di applicazione del D.M. 9 maggio 2001 è quello soggetto ai disposti degli articoli 6 e 7 del D. Lgs. 334/1999 è la Keropetrol S.p.A. 2.1 Inquadramento dello stabilimento Lo stabilimento sito a Villanova sull Arda in Strada Provinciale n. 588, km , è un deposito del gestore Keropetrol S.p.A., con sede in Via Boschetto n. 12, a Cremona. Lo stabilimento è localizzato in un area in prevalenza agricola, in particolare nelle immediate vicinanze sono presenti: a nord terreni agricoli, a est un allevamento zootecnico (suini) e un caseificio, a sud e a ovest terreni agricoli e un rustico diroccato. L unica via di accesso al deposito è la Strada Provinciale n

6 Figura 2 Inquadramento con ortofoto digitale della Keropetrol L attività svolta nel deposito consiste nel ricevimento, movimentazione, stoccaggio e spedizione di GPL (sfuso). Il GPL, tramite autobotti, è ricevuto presso il punto di travaso e da qui inviato ai serbatoi di stoccaggio, dai quali viene successivamente caricato su botticelle per il conferimento del gas ai vari utilizzatori. Il prodotto è movimentato con l ausilio di un compressore volumetrico, posto in apposito locale, sito in prossimità dei serbatoi di stoccaggio. Non avvengono processi di trasformazione della materia entrante, ma semplicemente movimentazione della stessa. Il deposito è costituito da 2 serbatoi cilindrici orizzontali, della capacità di 50 m3 e 150 m3, ciascuno appoggiato su selle in cemento armato. Ogni serbatoio è totalmente ricoperto con sabbia inerte e successivamente con terra, in modo tale da assicurare almeno 0,5 m di spessore minimo totale di ricoprimento, pur garantendo che le flange superiori siano a vista. La copertura è praticamente piana e sarà provvista di manto erboso in superficie. La superficie esterna di ogni serbatoio sarà protetta da un rivestimento con caratteristiche di resistività elettrica, aderenza, plasticità, resistenza meccanica, impermeabilità e inalterabilità rispetto agli agenti aggressivi del terreno, che dovranno essere garantiti dal costruttore. Entrambi i serbatoi sono dotati di impianto di protezione catodica. 6

7 Figura 3 Planimetria generale stabilimento Keropetrol Figura 4 Immagine della Keropetrol L unità di carico/scarico delle autobotti è costituita da un unico punto di travaso, dove avvengono sia le operazioni di scarico di GPL nei serbatoi delle autobotti, sia quelle di carico dai serbatoi alle botticelle. Il 7

8 collegamento tra le tubazioni fisse e l autobotte è realizzato con manichette in materiale compatibile con il GPL per la fase vapore e con bracci metallici per la fase liquida. Il prodotto è movimentato con l ausilio di un compressore volumetrico, posto in apposito locale sito in prossimità dei serbatoi di stoccaggio. Tale locale è di tipo aperto, a ventilazione naturale, con la parte chiusa dalle pareti laterali non superiore al 60% della superficie laterale e sotto tettoia. Il compressore è collegato in modo da poter essere utilizzato sia per il carico sia per lo scarico delle autobotti. La quantità massima effettiva prevista corrisponde alla massima capacità di stoccaggio che è legata alla capacità geometrica dei serbatoi (200 m3 totali) e al grado di riempimento del prodotto ivi contenuto (460 kg per m3 di capacità del serbatoio), rappresentato da miscela di tipo C, cioè propano commerciale. I quantitativi massimi stoccati sono riportati nella seguente tabella: 2 serbatoi fissi per un volume complessivo di 200 m 3 di propano commerciale 92 t 2.2 Analisi dei rischi In base al tipo di deposito e il prodotto di riferimento è stato possibile valutare il grado di assoggettabilità ai rischi indicati dal D. Lgs. 334/1999. Tabella 3 - Assoggettabilità all art. 6 del D. Lgs. 334/1999 PRODOTTO FASE DI RISCHIO ETICHETTATURA QUANTITÀ TOT (T) LIMITI ART. 6 LIMITI ART. 8 Propano, Miscela C R12 (estremamente infiammabile) F+ 92 t 50 t 200 t Vengono quindi individuate le informazioni per l identificazione dei pericoli e la valutazione delle relativa probabilità e gravità, come richiesto dal DM 9/5/2001 Requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione urbanistica e territoriale per le zone interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevante, analizzando quindi anche la localizzazione delle aree critiche. Per l applicazione del metodo indicizzato, il deposito è stato suddiviso nelle seguenti unità: a. area di stoccaggio in serbatoi fissi (stoccaggio) b. area di carico/scarico da vettori stradali (travaso) c. area di pompaggio per movimentazione GPL (pompe) Il risultato dell analisi a indici è illustrato nella tabella seguente, nella quale sono riportate anche le categorie delle unità individuate secondo i criteri del D.M. Ambiente del 25 maggio Tabella 4 - Indici di rischio e categoria unità UNITÀ STOCCAGGIO UNITÀ TRAVASO UNITÀ POMPE E COMPRESSORE Indice generale di rischio G ,4 Categorie delle unità non compensate C C B Indice generale di rischio compensato G 24, ,7 Categorie delle unità compensate A B A Sulla base di quanto contenuto al punto 1 dell appendice IV al D.M. Ambiente del 15 maggio 1996 (I classe: deposito in cui le unità logiche, individuate e valutate ai sensi dell Appendice II, risultano di 8

9 categoria A. Al deposito va attribuita questa classe anche nel caso in cui una sola unità logica, escluse quelle di stoccaggio, risulti di categoria B, purché con valore dell indice di rischio generale compensato G inferiore a 500, ovvero 700 se trattasi di unità di travaso ferro cisterne) e dai risultati della categorizzazione dell unità il deposito risulta essere di classe I. L azienda ha individuato i 7 principali eventi di rischio: 1. R2: rilascio GPL per rottura netta o distacco del braccio di carico del liquido durante le operazioni di scarico autobotti 2. R3: rilascio GPL per fessurazione del braccio di carico del liquido durante le operazioni di travaso 3. R9: rilascio di vapori per rottura compressore 4. R13: rilascio GPL per rottura limitata serbatoio in zona liquida 5. R14: rilascio GPL per fessurazione linea impianto 6. R15: rilascio di vapori per rottura limitata serbatoio in zona vapore 7. R11: rilascio GPL per rottura tubo di spurgo In base a questi eventi di rischio sono state considerate le relative distanze di danno e le probabilità di accadimento. Tabella 5 Eventi di rischio e stima delle conseguenze TOP EVENTS DESCRIZIONE SINTETICA STIMA DELLE CONSEGUENZE FREQUENZA DI ACCADIEMNTO R2 Jet Fire (pensilina di carico/scarico) Rilascio di GPL per rottura netta o distacco del braccio di carico del liquido durante le operazioni di scarico delle autobotti, con innesco di Jet Fire Danni strutture 12,5 kw/m 2 40,5 m 3,2*10-8 R2 Flash Fire (pensilina di carico/scarico) Rilascio di GPL per rottura netta o distacco del braccio di carico del liquido durante le operazioni di scarico delle autobotti e formazione di nube infiammabile che può dar luogo a Flash Fire Elevata letalità LFL 25 m Inizio letalità LFL/2 42 m 3,2*10-8 Elevata letalità 12,5 kw/m 2 16,7 m Inizio letalità 7 kw/m 2 21,2 m R2 Pool Fire (pensilina di carico/scarico) Rilascio di GPL per rottura netta o distacco del braccio di carico del liquido durante le operazioni di scarico delle autobotti, con innesco di Pool Fire Danni irreversibili 5 kw/m 2 23,7 m 3,2*10-8 Danni irreversibili 3 kw/m 2 27,8 m Danni strutture 12,5 kw/m 2 16,7 m R3 Jet Fire (pensilina di carico/scarico) Rilascio di GPL per fessurazione del braccio di carico del liquido durante le operazioni di travaso, con innesco di Jet Fire Danni strutture 12,5 kw/m 2 25,8 m 2,3*10-4 9

10 TOP EVENTS DESCRIZIONE SINTETICA STIMA DELLE CONSEGUENZE FREQUENZA DI ACCADIEMNTO R3 Flash Fire (pensilina di carico/scarico) Rilascio di GPL per fessurazione del braccio di carico del liquido durante le operazioni di travaso e formazione di nube infiammabile che può dar luogo a Flash Fire Elevata letalità LFL 10 m Inizio letalità LFL/2 20 m 2,3*10-4 Elevata letalità 12,5 kw/m 2 16,7 m Inizio letalità 7 kw/m 2 21,2 m R3 Pool Fire (pensilina di carico/scarico) Rilascio di GPL per fessurazione del braccio di carico del liquido durante le operazioni di travaso, con innesco di Pool Fire Danni irreversibili 5 kw/m 2 23,7 m 2,3*10-4 Danni irreversibili 3 kw/m 2 27,8 m Danni strutture R9 Jet Fire (sala compressori) Rilascio di vapori per rottura compressione, con innesco di Jet Fire 12,5 kw/m 2 16,7 m Danni strutture 12,5 kw/m 2 30,6 m 4*10-7 Elevata letalità R9 Flash Fire (sala compressori) Rilascio di vapori per rottura compressione e formazione di nube infiammabile che può dar luogo a Flash Fire LFL 11 m Inizio letalità 4*10-7 LFL/2 27 m Elevata letalità R13 Flash Fire (serbatoi di stoccaggio) Rilascio di GPL per rottura limitata serbatoio in zona liquida e formazione di nube infiammabile che può dar luogo a Flash Fire LFL n.r. Inizio letalità 5*10-7 LFL/2 38 m R14 Jet Fire (tubazioni) Rilascio di GPL per fessurazione linea di impianto, con innesco di Jet Fire Danni strutture 12,5 kw/m 2 10,3 m 1*10-5 Elevata letalità R14 Flash Fire (tubazioni) Rilascio di GPL per fessurazione linea di impianto e formazione di nube infiammabile che può dar luogo a Flash Fire LFL 2 m Inizio letalità 1*10-5 R14 Pool Fire (tubazioni) Rilascio di GPL per fessurazione linea di impianto, con innesco di Pool Fire LFL/2 6 m Elevata letalità 12,5 kw/m 2 3m 1*10-5 Inizio letalità 10

11 TOP EVENTS DESCRIZIONE SINTETICA STIMA DELLE CONSEGUENZE FREQUENZA DI ACCADIEMNTO 7 kw/m 2 4,3 m Danni irreversibili 5 kw/m 2 4,8 m Danni irreversibili 3 kw/m 2 5,6 m Danni strutture R15 Jet Fire (serbatoi di stoccaggio) Rilascio di vapori per rottura limitata serbatoio in zona vapore, con innesco di Jet Fire 12,5 kw/m 2 3 m Danni strutture 12,5 kw/m 2 19,7 m 1*10-6 Elevata letalità R11 Flash Fire (tubazioni di spurgo) Rilascio di GPL per rottura tubazione di spurgo principale e formazione di nube infiammabile che può dar luogo a Flash Fire LFL n.r. Inizio letalità 3*10-6 LFL/2 n.r. Le ipotesi con le quali sono state valutate le conseguenze dei rilasci sono le seguenti: a. Temperatura ambiente 25 b. Umidità 70% c. Velocità del vento 5 m/s d. Stabilità atmosferica secondo Pasquill D (neutro) E stata inoltre effettuata una valutazione di dispersione di nube infiammabile in condizioni meteo F/2 (molto stabile, velocità del vento 2 m/s) per i due scenari incidentali, fra quelli individuati, aventi effetti di danno per Flash Fire più gravosi: evento R2 ed R9, per i quali le distanze di danno che sono state calcolate rientrano ugualmente nel raggio di altri eventi incidentali. L analisi incidentale ha permesso di definire le massime distanze a cui si verificano le soglie di danno, che si assumono pari a quelle determinate dai top events R2 e R9 che vengono riportate nella tabella seguente. Tabella 6 Top R2 Rilascio di GPL da braccio di carico autobotti DISTANZE (M) SCENARIO PROBABILITA (OCC./ANNO) ELEVATA LETALITA (LFL) INIZIO LETALITA (LFL/2) Nube infiammabile (Flash-Fire) 3,2 x

12 Tabella 7 Top R9 Rilascio di vapori per rottura compressore DISTANZE (M) SCENARIO PROBABILITA (OCC./ANNO) ELEVATA LETALITA (LFL) INIZIO LETALITA (LFL/2) Nube infiammabile (Flash-Fire) 4 x Entrambi gli scenari descritti presentano conseguenze di poco esterne allo stabilimento, che risulta comunque dotato di una recinzione in muratura di altezza pari a 2,5 m dal piano di calpestio. Il D.M. 9 maggio 2001, che detta i requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione urbanistica e territoriale per le zone interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevante, per i depositi di GPL rimanda a criteri di valutazione della compatibilità territoriale definiti dal D.M. 15 maggio 1996, il quale fa riferimento alla classe del deposito invece che alla probabilità di accadimento degli eventi incidentali. Pertanto, con riferimento alla tabella IV/1 depositi nuovi del DM 15/05/1996, il deposito in esame è compatibile con le seguenti categorie territoriali: Tabella 7 Top R2 CATEGORIE DI EFFETTI CLASSE DI DEPOSITO ELEVATA LETALITA INIZIO LETALITA LESIONI IRREVERSIBILI LESIONI REVERSIBILI I EF (32 m) DEF (68 m) Tabella 8 Top R9 CATEGORIE DI EFFETTI CLASSE DI DEPOSITO ELEVATA LETALITA INIZIO LETALITA LESIONI IRREVERSIBILI LESIONI REVERSIBILI I EF (16 m) DEF (52 m) Come è possibile notare non sono previste lesioni nè reversibili, né irreversibili, gli inviluppi sono visibili nello stralcio di cartografia seguente ossia nella tavola del quadro conoscitivo: QC D3 Vincoli e codice dei beni culturali e del paesaggio, così come riportato anche nelle tavola di PTCP: All. C1.9 (R) Schede e tavole di inquadramento territoriale e di vulnerabilità ambientale per ogni stabilimento a rischio rilevante. Dalla cartografia emerge dunque che le aree che fuoriescono dal perimetro dello stabilimento sono di poca rilevanza e comunque trattano aree agricole e non intercettano in alcun modo categorie urbanizzate o dove possono transitare persone in maniera frequente ed abituale. 12

13 Figura 5 Stralcio dalla tavola QC D3 Vincoli e codice dei beni culturali e del paesaggio 2.3 Giudizio di compatibilità territoriale ed ambientale Per individuare le vulnerabilità del territorio nell intorno dello stabilimento si è scelto di considerare un area di indagine di raggio pari a 150 m dal baricentro del sito industriale. L estensione di tale area è ritenuta cautelativamente significativa in relazione alla tipologia dell insediamento in esame e nell ambito di tale area si è indagato tra le categorie del territorio secondo le specifiche classi, riassunte nella Tabella 2. Nell ambito di tale area le funzioni presenti sono unicamente agricole e quindi la popolazione che potrebbe essere esposta, è solamente di poche decine, vi è un'unica strada, quella provinciale, la n. 588, 13

14 con fascia di rispetto a seconda del rango previsto dal Codice della Strada, affiancata da un percorso ciclabile. Dall indagine sull eventuale presenza di risorse ambientali appartenenti alle categorie tematiche indicate nel D.M. 9 maggio 2001 si è riscontrato che nell area di indagine nell intorno dello stabilimento (che si ricorda essere di raggio pari a 150 m dal baricentro dello stabilimento) non sono presenti né aree protette dal punto di vista ambientale né beni ambientali o paesaggistici di pregio. Figura 6 Inquadramento Keropetrol rispetto all urbanizzato di Villanova Considerate le precauzioni di tipo impiantistico e gestionale adottate, è possibile dichiarare che rilasci di GPL di entità significativa e in grado di minacciare i comparti ambientali risultano ragionevolmente non credibili. Il rilascio di prodotto classificato pericoloso per l ambiente, ipotizzato nelle varie aree di danno del deposito, non comporta quindi conseguenze dal punto di vista ambientale e territoriale. Pertanto, ai sensi del D.M. 9 maggio 2001, lo stabilimento risulta compatibile con il territorio, sul quale non esercita alcun impatto. Nell appendice seguente sono stati ripresi i singoli eventi di rischio analizzando le probabilità di scenario, con le ipotesi fatte, la descrizione dell evento e l indicazione quantitativa e cartografata delle aree di danno. TITOLO II APPENDICE 14

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