TUTTO È COMINCIATO CON UNA GENIALE OPERAZIONE DI RENAULT, CHE CON IL MARCHIO DACIA HA LANCIATO LA LOGAN A UN PREZZO DA DISCOUNT

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1 mercato tendenze di Alessandro Ferrari Fenomeno low-cost TUTTO È COMINCIATO CON UNA GENIALE OPERAZIONE DI RENAULT, CHE CON IL MARCHIO DACIA HA LANCIATO LA LOGAN A UN PREZZO DA DISCOUNT. IN POCHI ANNI L AUTOMOBILE A BASSO COSTO HA SCALATO LA CLASSIFICA DELLE IMMATRICOLAZIONI. I MODELLI SI SONO MOLTIPLICATI, E TANTE CASE ANNUNCIANO NOVITÀ PER IL FUTURO PROSSIMO. FORTI DEL FATTO CHE IL PUBBLICO STA DIMOSTRANDO DI APPREZZARE SEMPRE DI PIÙ QUESTA INTELLIGENTE TIPOLOGIA DI VEICOLO: POCHI FRONZOLI, ALTA QUALITÀ, E SOPRATTUTTO UN GRAN RISPARMIO 42 AUTOMOBILE APRILE 2011

2 CHEVROLET SPARK Pensandoci bene, il fenomeno dell automobile low-cost non è una scoperta di questi ultimi anni. Attorno a questo tema, in un passato anche molto lontano, si sono concentrati gli interessi di molte Case nel mondo. Esattamente da quando, all inizio del XX secolo, Henry Ford inventò la catena di montaggio, un metodo di produzione rivoluzionario che tagliava i costi industriali e permetteva a moltissimi clienti di potersi comprare per la prima volta una macchina: la T. Poi vennero la Volkswagen Maggiolino ideata da Ferdinand Porsche sotto la sponsorizzazione di Adolf Hitler; la Fiat 500 che nella seconda metà degli anni 50 iniziò la vera motorizzazione di massa in Italia; la Citroën 2CV e la Renault 4, che in Francia fecero altrettanto. Si trattava di modelli concettualmente molto differenti fra loro, che comunque erano stati concepiti con una filosofia comune: permettere al maggior numero possibile di persone di acquistare un automobile. Oggi la motorizzazione, almeno nel mondo occidentale, è di massa. E quindi dalle nostre parti l esigenza di andare a cercare nuovi potenziali clienti non è più quella primaria. Ce ne sono però altre del tutto nuove, che riguardano sia chi compra le auto che le Case produttrici, che hanno la necessità di mantenere le quote di mercato e di tornare a creare una sorta di fidelizzazione del cliente, oggi molto meno legato di un tempo a un brand specifico. Per contro, i prezzi delle automobili negli ultimi anni sono saliti parecchio, complici lo straordinario arricchimento dei contenuti proposti - anche nelle versioni cosiddette base - e la crescita del costo del lavoro in buona parte dei Paesi occidentali come Italia, Germania, Francia, e persino penisola Iberica, che fino a qualche anno era conveniente sotto questo punto di vista. Tutto questo ha portato molte Case a ritornare sul tema dell automobile lowcost interpretandolo in modo nuovo rispetto a quanto è stato fatto in passato. Proprio per venire incontro all esigenza di risparmo che si è fatta strada fra i clienti. Oltretutto, il fenomeno delle vetture a basso costo è nato nel 2004, ovvero in tempi non sospetti, quando del ciclone crisi economica che si sarebbe 43 APRILE 2011 AUTOMOBILE

3 mercato tendenze CHEVROLET ORLANDO abbattuto sul mondo intero non c era neppure l ombra. Insomma, in un momento in cui fra le giustificazioni iniziali non era sicuramente primaria quella di arginare un imprevista e drastica contrazione del mercato. La prima Casa che ha avuto il coraggio di pronunciare questo termine è stata Renault, che in realtà non lo ha fatto direttamente, ma utilizzando il brand Dacia, che produce in Romania e che fa parte per l appunto del gruppo francese. L essenza dell automobile low-cost del terzo millennio è proprio questa: una vettura costruita all ombra di un grande produttore, che dispone di un fornitissimo magazzino di componenti meccaniche ampiamente collaudate ed economicamente ammortizzate, e assemblata in una parte del mondo dove il costo della manodopera incide in misura molto più ragionevole sul prezzo del prodotto finale. In brevissimo tempo il marchio Dacia ha guadagnato una straordinaria popolarità in tutta Europa, nonostante il modello proposto, la Logan, fosse esteticamente assai poco attraente. Ma costava pochissimo, si partiva da circa AUTOMOBILE APRILE 2011 CHEVROLET CRUZE euro, e montava i collaudatissimi e apprezzati motori che Renault utilizza su tutta la sua produzione. Inoltre aveva una dotazione di accessori più che sufficiente, che comprendeva ABS e airbag anteriori, e soprattutto era stata progettata per garantire la massima robustezza e affidabilità nel tempo, ma anche costi di manutenzione e mantenimento bassissimi. Il risultato è stato travolgente, nonostante la vettura non fosse certo priva di difetti. Con la Logan, che a breve distanza è stata seguita dal- la MCV, un apprezzata variante station wagon allungata a sette posti, il fenomeno dell auto economica è partito alla grande. Col risultato che nel primo decennio del nuovo millennio il gradimento verso le automobili economiche è salito del 45%, e oggi nientemeno che il 60% degli italiani si è dichiarato disposto a comprare una low-cost. Tutto ciò indica che i tempi sono davvero cambiati e che le esigenze degli utenti non sono più quelle del secolo scorso, quando molte Ca-

4 DACIA LOGAN E MCV DACIA DUSTER se hanno pagato pesantemente le lacune nell equipaggiamento di serie. Un esempio significativo viene da Renault, che nel 1993 introdusse in Italia la prima Twingo, un auto geniale ma purtroppo priva di vetri elettrici e chiusura centralizzata, due accessori che i clienti del nostro mercato ritenevano irrinunciabili e che costrinsero ben presto la Casa francese a rimediare all errore. Oggi questi accessori sono davvero diventati la normalità su qualsiasi macchina. Intanto, la tecnica e soprattut- 45 APRILE 2011 AUTOMOBILE

5 mercato tendenze TATA MOTORS TATA NANO Ratan Naval Tata, presidente di Tata Motors. AUTOMOBILE APRILE 2011 to l elettronica hanno fatto passi davvero notevoli e, come accade nei televisori, nei computer o nei telefoni, tanto per fare qualche esempio, le automobili che usiamo tutti i giorni hanno accessori e potenzialità che vanno ben oltre le nostre esigenze e, in molti casi, le capacità medie di sfruttamento di un cliente normale. Ma si pagano comunque. La filosofia dell auto low-cost è innanzitutto quella di eliminare il superfluo, ma proponendo comunque qualcosa di molto accattivante e funzionale. Prendiamo l ultimo e più eclatante esempio. Quello della Dacia Duster, la prima SUV a basso prezzo. Le finiture interne non sono all ultima moda, i sedili si regolano con semplicissime e quasi rudimentali levette di metallo verniciato, il rumore nell abitacolo non è certo quello di una limuousine, ma il design della carrozzeria e tutt altro che cheap, i motori sono i turbodiesel Renault e il telaio, trasmissione 4x4 compresa, è quello della Nissan Qashqai, una delle crossover che oggi vanno per la maggiore. Col risultato che si parte da euro e che la più accessoriata e cara delle Duster costa meno della più eco- 46 nomica della Qashqai. In più si ha una netta ripartizione dei clienti, nel senso che le versioni più basse di prezzo e spartane vanno bene soprattutto per chi le usa come rude mezzo da trasporto e lavoro in campagna, mentre le più rifinite non sfigurano per niente accanto alle SUV ben più costose che popolano le nostre città. Insomma, quello delle low-cost è un grosso business per le Case, ancora molto giovane ma che promette grandi cose per il futuro, al punto che quasi tutti i costruttori generalisti stanno facendo progetti per entrare a farne parte. Fiat ci sta lavorando, e uno dei possibili sviluppi potrebbe essere una vettura da produrre in Serbia, nella fabbrica ex Zastawa, e da vendere magari con il marchio Innocenti. Se questo progetto non andrà in porto, l alternativa sarà quella importare in Europa la nuova Uno che da qualche mese è stata presentata in Brasile e che verrà prodottà lì in grandi volumi, visto che per questo modello Sergio Marchionne ha deciso di realizzare addirittura una nuova fabbrica nel nordest del Paese sudamericano. In questo caso la gamma del marchio torinese si arricchirebbe di un auto più grande e più prestazionale, ma anche più economica della Panda. Volkswagen sta progettando una variante economica della Golf da produrre in Cina. Mitsubishi sta studiando una compatta, la nuova Colt, da vendere soprattutto nei mercati emergenti. Comunque la tendenza generale delle Case è quella di non esporsi direttamente sul mercato delle low-cost, ma di utilizzare altri marchi, che poi è anche l unica via per continuare a proporre e vendere automobili convenzionali, modelli alla moda, macchine costose con i brand di origine senza che si scateni una disastrosa concorrenza intestina. Insomma, una linea premium e una linea a basso costo con un anima comune, fatta di componenti meccaniche prodotte in grandissimi numeri e quindi a prezzi competitivi. Non sempre, comunque, le cose vanno per il verso sperato. Ne sanno qualcosa alla Tata, che tre anni fa ha sorpreso il mondo intero presentando al Salone di Delhi la Nano, una sorta di ovetto a quattro porte e quattro posti da vendere alla sbalorditiva cifra di euro. La vettura è stata mostrata anche in diversi

6 FIAT UNO BRASILE MITSUBISHI NUOVA COLT Saloni ed era stata annunciata per il 2010 sui mercati europei, ma per il momento non se ne è fatto di niente. Perché non basta proporre un auto che costa come uno scooter per vincere la partita. Come abbiamo già detto, ci vuole anche una dotazione sufficiente e soprattutto un livello di sicurezza che ormai è irrinunciabile nel mondo occidentale. Che non ci sia l ESP passi, anche se questo accessorio per molti utenti è ormai considerato indispensabile, ma che non ci siano nemmeno ABS e airbag è del tutto inaccettabile. Se a questo si aggiunge una struttura carente che non dà sufficienti garanzie di protezione ai passeggeri in caso di incidente, il quadro si fa catastrofico. Se, poi, gli accessori per la sicurezza sono da montare a parte il gioco non ha più senso. Infatti la Nano equipaggiata in modo adeguato non avrebbe più un prezzo così rivoluzionario, e oltrettutto il suo look è ben poco accattivante agli occhi di noi europei. Sicuramente avrà molta più fortuna in India e nei Paesi emergenti, dove la fame di auto è molto forte e dove i clienti sono disposti a tutto pur di guadagnare la sognata mobilità. Lo stesso vale per le auto cinesi, che al momento sono pubblicizzate a prezzi bassissimi, ma che alla prova dei fatti non si sono rivelate in grado di soddisfare gli standard di qualità e sicurezza europei. Ecco uno dei motivi per cui se ne è parlato tanto negli anni scorsi, ma in realtà ne arrivano pochissime. Il tema sicurezza cambia completamente nel caso in cui le auto low-cost siano progettate e costruite sotto l ala protettrice di una grande Casa. In questo caso, lo sviluppo della scocca e dell intera vettura si avvalgono di metodi nettamente più evoluti e affidabili, e il risultato porta ad automobili che sotto il punto di vista della protezione passeggeri non sono certamente cheap. Lo dimostra ancora una volta Dacia, che ha superato in modo brillante il test dell EuroNCAP con tutti i modelli in gamma: Logan, Sandero e Duster. E lo dimostrano i modelli costruiti in Corea dalla Chevrolet, che hanno sostituito i vecchi Daewoo, andando a dare vita a un inedita linea a basso costo del Gruppo General Motors. In questo caso i nomi sono Spark (la citycar dalla linea modernissima che lo scorso anno ha sostituito la Matiz), Aveo, Cruze (una confortevole berlina da famiglia con una dotazione di accessori a cui non manca nulla, ma che costa meno di un utilitaria costruita in Europa), Orlando (la MPV a sette posti). Tutti modelli che, oltretutto, si presentano con un design molto personale e forte. Un particolare che su molti mercati, primo fra tutti quello italiano, ha il suo bel peso. La conclusione di tutto questo è che anche per l automobile come per il trasporto aereo e per tanti altri settori cruciali dell economia mondiale, è iniziata l era del low-cost, che nei prossimi anni si farà sempre più spazio. E il bello e che questa imponente operazione porterà ai clienti solo novità positive, perché finalmente ci sarà una vasta offerta di modelli a prezzi molto convenienti e con nuove possibilità di scelta. Il trucco sta solo nello scegliere la macchina e soprattutto il brand giusto. E non lasciarsi abbagliare solo dalla cifra apparentemente più bassa. Il fatto che, in un mercato italiano che nel 2010 ha visto una contrazione del 10% rispetto al 2009, Dacia sia passata da unità vendute a (+ 7%), dimostra che siamo sulla strada giusta. 47 APRILE 2011 AUTOMOBILE