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1 Rivista della Pro Civitate Christiana Assisi periodico quindicinale Poste Italiane S.p.A. Sped. Abb. Post. dl 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Perugia e dicembre 2015 Myanmar democrazia controllata politica italiana la doppia spallata Vatileaks perché proprio ora? gli italiani e la crisi nuove abitudini e nuovi stili di vita intelligenza artificiale le macchine al posto degli umani giustizia il Dna non è una prova decisiva teologia peccato perdono indulgenze questi adolescenti del 3 millennio TAXE PERCUE BUREAU DE POSTE ASSISI ITALIE ISSN X

2 sommario 1 dicembre Rocca 4 Ci scrivono i lettori 7 Anna Portoghese Primi Piani Attualità 11 Vignette Il meglio della quindicina 13 Maurizio Salvi Myanmar (ex Birmania) Una vittoria a democrazia controllata 15 Romolo Menighetti Oltre la cronaca 8 16 Roberta Carlini Vatileaks Perché proprio ora? 18 Ritanna Armeni Politica italiana Le due spallate 21 Tonio Dell Olio Camineiro Alla ricerca dell altra metà della medaglia 22 Fiorella Farinelli Gli italiani e la crisi Nuove abitudini e nuovi stili di vita 25 Oliviero Motta Terre di vetro Da spreco a risorsa 26 Marco Gallizioli Diario scolastico anno quinto Questi adolescenti del terzo millennio 29 Daniele Doglio Intelligenza artificiale Le macchine al posto degli umani 32 Pietro Greco Giustizia Il Dna non è una prova decisiva 35 Giovanni Sabato OGM Quando i mulini erano bianchi, le carote erano viola 38 Claudio Cagnazzo Esiti del postmoderno Dalla comunità reale a quella virtuale 40 Piero Ferrero Immigrati L integrazione cosa è? 42 Giannino Piana Etica Radicalità evangelica e mediazione pastorale 46 Umberto Allegretti Arturo Paoli Testimone del nostro tempo 47 Lilia Sebastiani Il concreto dello spirito Evangelizzare 50 Carlo Molari Teologia Peccato, perdono, indulgenze 52 Stefano Cazzato Maestri del nostro tempo Nicholas Rescher I cento fiori della filosofia 54 Giuseppe Moscati Nuova Antologia Tadeusz Różewicz Una inquieta poetica e colloquiale 56 Greta Salvi Pasolini L ultima parola 57 Paolo Vecchi Cinema Dheepan - Una nuova vita 58 Roberto Carusi Teatro Allievi e maestri 58 Renzo Salvi Rf&Tv L erba dei vicini 59 Mariano Apa Arte S. Francesco d Assisi 59 Michele De Luca Fotografia Brassaï 60 Alberto Pellegrino Fotografia Romano Folicaldi 60 Giovanni Ruggeri Siti Internet Ambivalenza della rete 61 Libri 62 Carlo Timio Rocca Schede Organizzazioni in primo piano UN-Habitat (Programma delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani) 63 Luigina Morsolin Fraternità Referenti in Brasile

3 radicalità evangelica e mediazione pastorale ROCCA 1 DICEMBRE 2015 Giannino Piana 42 Nel corso dei lavori del recente Sinodo sulla famiglia è affiorata ripetutamente la distinzione tra principi inalienabili e mediazioni pastorali. A farla emergere con insistenza è stato soprattutto il dibattito sul rapporto tra il principio dell indissolubilità matrimoniale, il cui fondamento evangelico è certo secondo la maggior parte degli esegeti si tratterebbe di un loghion di Gesù riportato per questo da tutti e tre i Sinottici (Mt 19, 3-9; Mc 10, 1-12; Lc 16, 18) e la cui assolutezza è dunque indiscutibile, e l esigenza di attenzione a una serie di casi concreti, i quali presentano aspetti di particolare delicatezza, che esigono, per venire correttamente affrontati, interventi ispirati alla mediazione pastorale. La questione va tuttavia al di là del caso specifico, e investe, più in generale, il modo di concepire il rapporto tra le istanze evangeliche e la loro applicazione nei vari contesti in cui si incarnano le esperienze, sempre limitate e precarie, della vita dell uomo. Il messaggio di Gesù ha infatti un carattere paradossale: le «beatitudini» e i «ma io vi dico» del discorso della montagna indicano un ideale di perfezione, che esige, per essere debitamente perseguito, l assunzione di un atteggiamento di permanente conversione. il significato della legge nella tradizione ebraica Per comprendere allora il significato dell etica evangelica, e dunque la necessità della sua mediazione nella concretezza delle situazioni esistenziali, evitando tanto il rischio del rigorismo quanto quello del lassismo, è importante tenere in considerazione la grande rilevanza che ha la Legge nella tradizione ebraica. Nel Primo Testamento un ruolo di prim ordine nella definizione della condotta morale è assegnato ad essa, la Torah, che è molto più di uno sterile elenco di precetti; è una «legge di vita» nella quale si manifesta la volontà di Dio e attraverso la quale si realizza l incontro personale con Lui. Questa visione alta della Legge religiosa e morale insieme è stata enfatizzata nel suo significato e insieme ridimensionata nel modo di intenderla e di viverla nel periodo postesilico, grazie all affermarsi di una religiosità incentrata sull osservanza materiale di essa, interpretata riduttivamente in chiave precettistica e giuridica. Il ritorno del «resto di Israele» nella propria terra, dove tutto è stato distrutto compreso il Tempio, segno della presenza di Dio, costringe Israele ad aggrapparsi a ciò che ancora sussiste, la Legge appunto, la quale diviene pertanto, nella sua materialità «sacralizzata», il simbolo privilegiato della identità del

4 popolo. Ha così origine una forma di spiritualità essenzialmente legalistica quella del giudaismo che si perpetua fino alla venuta di Gesù. La visione degli scribi e dei farisei, che fanno dell osservanza rigorosa e letterale della legge (la quale è venuta peraltro proliferando in una serie indefinita di precetti) la forma privilegiata di adesione alla salvezza, è la naturale conseguenza di questa idealizzazione. la «novità» cristiana Il Testamento cristiano mette sotto processo questa interpretazione. Il discorso della montagna, cui si è accennato, fornisce una lettura nuova della Legge e, più in generale, dell esperienza morale, nella quale si intrecciano continuità e discontinuità rispetto alla «tradizione degli antichi». Gesù non manca, anzitutto, di affermare con forza la sua fedeltà alla Legge («Non sono venuto ad abolire la Legge e i Profeti», Mt 5, 17) ma non esita, nel contempo, a sottolineare che la sua opera consiste nel «dare ad essa pieno compimento» (ibidem). E aggiunge che al discepolo è richiesto, per rendere fecondo il proprio agire, il superamento della giustizia degli scribi e dei farisei per accedere a una giustizia nuova: «Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli» (Mt 5, 20). A costituire la «novità» cristiana è dunque, da un lato, la capacità di condurre la Legge alla sua pienezza, al suo pleroma, non indulgendo verso una lettura negativa e minimalista, ma interiorizzandola e facendo propria la tensione alla radicalità; e, dall altro, l esigenza di acquisire una nuova forma di giustizia: una giustizia che non si accontenta di aderire alla lettera della legge, ma si impegna a coglierne lo spirito; in una parola, la giustizia dell amore, le cui istanze sollecitano come si è ricordato una tensione costante al rinnovamento interiore. Il modello etico, che viene qui proposto non è dunque riducibile a una precettistica chiusa, che ha trovato espressione in una casistica dettagliata e negativa, come quella che si è purtroppo affermata nella manualistica morale a partire dagli inizi della modernità e che aveva il suo riferimento nel carattere imperativo-negativo dei comandamenti. È, invece, un modello positivo, che indica un cammino da percorrere, mai totalmente esauribile. Un modello è bene ricordarlo che non si rivolge sotto forma di consiglio come qualche volta in passato lo si è inteso a una ristretta élite di perfetti, ma che riveste un carattere normativo ed è destinato a tutti coloro che intendono porsi alla sequela di Gesù. Si tratta, in altri termini, di 43 ROCCA 1 DICEMBRE 2015

5 ROCCA 1 DICEMBRE 2015 dello stesso Autore SCIENZA E SOCIETÀ i nodi critici emergenti pp i 20,00 POLITICA ECONOMIA logiche della convivenza pp i 20,00 (vedi Indici in RoccaLibri norme escatologico-profetiche, dunque di norme aperte, che hanno per oggetto il perseguimento dell ideale di perfezione e il cui modello di riferimento è costituito dalla condotta del Maestro. la necessità della mediazione La radicalità delle istanze proposte rende pertanto necessaria la mediazione in rapporto alla varietà e complessità delle situazioni che connotano l esperienza umana. Per tornare al principio dell indissolubilità, che è legato al nuovo ordinamento morale inaugurato da Cristo è questa anche la ragione per cui esso viene da Matteo inserito nel discorso della montagna (5, 31-32) è significativo che sussistano fin dall inizio nei testi neotestamentari delle eccezioni, che rappresentano il tentativo messo in atto dalla primitiva comunità cristiana di mediare il principio in relazione ad alcuni casi particolari (senza attenuarne per questo la forza o tanto meno negarlo). È sufficiente ricordare qui il cosiddetto inciso matteano «eccetto il caso di porneia», termine che tradotto con «adulterio» come ritiene oggi la maggior parte degli esegeti giustificherebbe la separazione (Mt 19, 9; 5, 12); o, ancora, l ammissione che Paolo fa della possibilità di accesso alle seconde nozze da parte delle vedove (1 Cor 7, 8); o, infine, il cosiddetto «privilegio paolino, il quale prevede lo scioglimento di un matrimonio naturale validamente contratto per l impossibilità del coniuge che successivamente si converte a vivere con serenità la propria fede (1 Cor 7, 12-16). Senza entrare in una casistica dettagliata, non si può dimenticare che il criterio della mediazione pastorale qui praticato è stato applicato dalla chiesa nel corso della storia nei più svariati campi dell esperienza umana, e che la teologia morale ha fatto di tale criterio un principio fondamentale di valutazione e di orientamento dell agire. La ricerca del «bene possibile» (e non del «bene assoluto») talora persino del «male minore» cui si è ispirata l etica cristiana più seria e che ha contrassegnato l azione pastorale più feconda della chiesa è la chiara conseguenza dell ammissione che è essenziale compromettersi con per i lettori di Rocca la realtà, e che tale compromissione, lungi dal costituire indulgenza lassista o per- 15,00 ciascuno spedizione compresa sino accondiscendenza al male, ha piuttosto il significato di riconoscimento del li- richiedere a Rocca - Cittadella mite umano, espressione della strutturale Assisi fragilità creaturale, e risponde all esigenza di dare al bene concretezza nell ambito rocca.abb@cittadella.org delle diverse situazioni esistenziali. 44 nel segno del discernimento e della misericordia Sarebbe tuttavia riduttivo concepire la mediazione come una pratica da esercitarsi soltanto sul piano oggettivo, come un paradigma cioè al quale riferirsi nella elaborazione delle norme morali che devono guidare la condotta umana. Il limite di ogni legge, che, anche quando è giusta come già rilevava Aristotele «vale nella pluralità dei casi, e non nella totalità» (in pluribus sed non in omnibus), e l unicità e irripetibilità di ogni persona rendono necessario l accesso a una forma di mediazione soggettiva che coinvolge la coscienza personale. È qui affermata l importanza del discernimento, che ciascuno deve fare valutando la propria situazione a partire dalla propria vocazione. A tale proposito, fondamentale è l aiuto di coloro che hanno esperienza spirituale e/o competenza dottrinale, i quali non possono tuttavia sostituirsi nella decisione a chi è direttamente interessato, ma devono offrire con discrezione il proprio supporto alla formulazione di un corretto giudizio. Al di là di ogni considerazione dottrinale, per quanto importante, l attitudine di fondo che va tuttavia posta alla base dell esercizio di ogni forma di mediazione è la misericordia. Radicalità evangelica e misericordia non sono tra loro in conflitto; esprimono due istanze diverse, ma del tutto componibili. Da una parte, vi è infatti il riconoscimento della grandezza dell uomo, e dunque della possibilità che gli è data di perseguire l ideale di perfezione cui è chiamato; dall altra, vi è l attenzione alla sua debolezza alla sua «miseria» come direbbe Pascal e all incapacità di una fedeltà incondizionata alla proposta evangelica. L impegno costante al cambiamento deve perciò accompagnarsi alla disponibilità ad invocare il perdono di Dio, che passa attraverso l accoglienza e la riconciliazione con la comunità cristiana. Forse proprio questo è il senso ultimo dell ideale di perfezione. Non è senza significato infatti che il vangelo di Luca riassuma il senso della vocazione del discepolo di Gesù con le parole: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso» (Lc 6, 16). Il cuore che si piega sulla precarietà umana, anche su quella morale Gesù non è venuto a cercare i giusti ma i peccatori è l icona più alta del Dio cristiano. E dunque il contenuto della testimonianza che i credenti e la chiesa devono rendere trasparente nella vita di ogni giorno. Giannino Piana

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