PATTO PER UNA POLITICA INDUSTRIALE LOCALE E PER UN TERRITORIO ATTRATTIVO

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1 Addì 1 ottobre 2014, in Pavia, tra CONFINDUSTRIA PAVIA, rappresentata da Alberto Cazzani, in qualità di Presidente, Giulio Bergaglio, in qualità di Delegato alle Relazioni Industriali, Francesco Caracciolo, in qualità di Direttore, Andrea Viola, in qualità di Responsabile Area Relazioni Industriali. C.G.I.L. PAVIA, rappresentata da Renato Losio, in qualità di Segretario Provinciale C.I.S.L. PAVIA rappresentata da Carlo Gerla, in qualità di Segretario Provinciale U.I.L. PAVIA rappresentata da Carlo Barbieri, in qualità di Segretario Provinciale è stato stipulato il PATTO PER UNA POLITICA INDUSTRIALE LOCALE E PER UN TERRITORIO ATTRATTIVO La situazione economica della provincia di Pavia è critica e preoccupante. Il sistema industriale della provincia sta soffrendo in particolare misura i colpi della

2 crisi. Dopo anni di sostanziale uniformità con l andamento congiunturale lombardo, dagli inizi del 2010, si è aperta una profonda divaricazione, con l industria pavese costantemente al di sotto del dato medio lombardo. Fatto 100 il 2005, a metà 2014 la produzione industriale lombarda è a quota 97 mentre quella pavese è ancora a quota 89,5. Secondo il centro per l impiego i non occupati hanno superato quota alla fine del 2013, il doppio del L utilizzo degli ammortizzatori sociali sia in Lombardia sia in particolare nella provincia di Pavia nell anno 2013 è stato elevato, con un aumento percentuale del 5,5% in Lombardia e un incremento più consistente in provincia di Pavia pari al 14,34% rispetto all anno Le ore di cassa integrazione ordinaria autorizzate nel 2012 sono state e nel 2013 sono state Per quanto riguarda le autorizzazioni della cassa integrazione straordinaria nel 2012, le ore complessive sono state , mentre nel 2013 sono state Nel primo trimestre 2014 la CIG si è ridotta del 23,4% ma la CIGS è aumentata ancora del 10,2% e la cassa in deroga del 14,6%. Queste difficoltà economiche vengono tuttavia da lontano, da quando è entrato in crisi, già negli anni 80, il modello di sviluppo centrato sulla presenza di grandi imprese industriali soprattutto a Pavia, sul distretto calzaturiero di Vigevano e su quello dei laterizi in Oltrepo. Quel modello di sviluppo non è stato sostituito da un nuovo modello che consentisse di esprimere dinamismo e capacità di crescita e che ora appare invece indispensabile ridefinire. L evoluzione economica di questi anni ci insegna che occorre rilanciare l industria. Questa provincia ha indubbi punti di forza nell economia agraria e nel terziario di qualità, segnatamente nell università e nell offerta sanitaria, ma lo sviluppo di questi settori non ha consentito di compensare l indebolimento dell industria. L industria è una vocazione antica di questo territorio, che oggi va recuperata e riscoperta. Cinque anni consecutivi di profonda crisi ci consegnano invece un sistema industriale provato e molto ridimensionato. Questo impoverimento del tessuto produttivo locale può aver ridotto il potenziale di crescita e dunque le capacità di riprendere a crescere a ritmo sostenuto. Appare dunque indispensabile uno sforzo straordinario per recuperare la

3 competitività del territorio e rilanciare lo sviluppo industriale e creare occupazione La Commissione dell Unione Europea ha varato una nuova politica industriale che riconosce la centralità del manifatturiero e si pone l obiettivo di portarne il peso sul PIL totale dall attuale 15,1% al 20% entro il Anche nella Provincia di Pavia occorre rimettere il manifatturiero al centro del modello di sviluppo. Con questo accordo, le parti sociali pavesi condividono la volontà di reagire alla crisi, difendendo il patrimonio industriale esistente e al contempo guardando avanti e creando le condizioni per il rilancio e per l attrazione di nuovi insediamenti industriali. Le parti ritengono che: un moderno sistema di relazioni industriali è risorsa strategica di competitività e sviluppo e che, è altresì importante porre al centro il lavoro, che è in grado di generare opportunità e ottimizzare le risorse disponibili e che contribuisce alla prevenzione e soluzione di problemi economici e sociali; la flessibilità concordata, la formazione e la contrattazione aziendale sono strumenti strategici per affrontare in modo competitivo le mutate dinamiche dei mercati e per nuovi investimenti; la contrattazione di secondo livello finalizzata al miglioramento dei risultati aziendali e attuata nel rispetto delle regole, valorizza il lavoro come risorsa sociale ed economica in quanto strumento di crescita della competitività d impresa e di incremento di reddito per i lavoratori; sia da affrontare il tema del welfare locale attraverso l utilizzo della contrattazione aziendale territoriale valorizzando le forme di bilateralità e mutualità. A tal fine, concordano l istituzione di un Laboratorio per le relazioni industriali territoriali, organismo bilaterale che strutturerà il proprio operato in modo permanente, attraverso sessioni periodiche e tematiche. Tale laboratorio perseguirà l obiettivo della competitività e attrattività del territorio, promuovendo le condizioni per rilanciare lo sviluppo economico, gli investimenti e l occupazione. Il Laboratorio favorirà l accesso nel settore industriale dei giovani, disoccupati, inoccupati, in particolare delle persone espulse a causa della crisi; opererà inoltre nella coesione sociale, nel costruire un sistema di protezione sociale, idoneo a tutelare i lavoratori nell ambito delle mutate condizioni economiche e sociali, anche attraverso nuovi strumenti di Welfare integrativo; opererà inoltre secondo principi di responsabilità sociale e di sostenibilità ambientale e attraverso l utilizzo condiviso degli ammortizzatori sociali per la gestione delle crisi aziendali orientate al mantenimento occupazionale e l applicazione in primis dei contratti di solidarietà, partendo da un confronto stretto con le categorie sindacali del comparto industriale

4 che porti a una gestione delle crisi aperte e future, con l obiettivo di trovare le soluzioni più idonee alla tenuta occupazionale. Il Laboratorio per le relazioni industriali territoriali nella provincia di Pavia si costituirà come osservatorio della competitività del territorio, dell evoluzione del sistema industriale e della contrattazione decentrata. Esso sarà anche luogo di dialogo sociale, di progettualità e di sperimentazione di pratiche condivise di innovazione nelle relazioni industriali. Infine, il laboratorio definirà proposte di sviluppo del territorio, da presentare congiuntamente alle istituzioni pubbliche del territorio. Il Laboratorio si baserà sul presente accordo, che individua linee condivise e temi di lavoro comuni su: attrattività del territorio e politiche industriali contrattazione e mercato del lavoro *** ATTRATTIVITA DEL TERRITORIO E POLITICHE INDUSTRIALI Il documento comune di proposte al Governo di Confindustria, CGIL, CISL e UIL siglato a Genova il 2 settembre 2013 richiede e prospetta una nuova politica industriale, avanzando concrete proposte. Questo accordo si pone all interno della logica del documento condiviso a livello nazionale, di cui assume i contenuti, e si propone di condividere azioni e proposte di politica industriale a livello locale. La politica industriale deve infatti essere uno strumento fondamentale e praticato anche a livello locale. Non più, come nel passato, una politica dirigistica e programmatoria, quanto una

5 politica capace di accelerare l adattamento dell industria alle trasformazioni strutturali, a promuovere un ambiente favorevole all iniziativa e allo sviluppo delle imprese, a promuovere la cooperazione delle imprese e a favorire un miglior sfruttamento del potenziale industriale delle politiche di innovazione, di ricerca e di sviluppo tecnologico, come previsto dal Trattato sul Funzionamento dell Unione Europea. La provincia di Pavia deve collocarsi entro l orizzonte delle politiche europee di rilancio dell industria e delle politiche industriali regionali che sono chiamate a darle attuazione, in particolare col nuovo strumento della Smart Specialization Strategy definita dalla Regione Lombardia, che individua sette aree di sviluppo, in base alle competenze e alle specializzazioni esistenti: aerospazio, agroalimentare, ecoindustria, industrie creative e culturali, industria della salute, manifatturiero avanzato, mobilità. Condivisione degli scenari e allineamento delle strategie sono le azioni base delle nuove politiche industriali. Appare dunque urgente una rilettura dello sviluppo economico locale, che consenta di capire meglio gli effetti negativi di questi anni di crisi e di mettere a fuoco le potenzialità di sviluppo e gli strumenti migliori per agevolare la crescita. L obiettivo è individuare i punti di forza presenti sul territorio, in termini di imprese e di conoscenze presenti nell università e nel sistema della ricerca, tali da costituire filiere produttive connesse alle aree della Smart Specialization Strategy della Regione Lombardia e dei nove clusters tecnologici regionali nazionali e regionali: chimica verde, agrifood, aerospazio, scienze della vita, energia, tecnologie per smart communities, mezzi e sistemi per la mobilità di superficie terrestre e marina, tecnologie per gli ambienti di vita, fabbrica intelligente. I firmatari del presente accordo convengono dunque sull opportunità di lavorare ad un piano industriale di area che progetti lo sviluppo complessivo della provincia di Pavia a partire dalla risorse produttive esistenti e dal contributo e dai singoli progetti delle imprese. Le parti si impegnano a cooperare nella predisposizione di questo piano, in collaborazione anche con le istituzioni pubbliche e gli altri soggetti economici rilevanti. Il piano dovrà puntare sull innovazione e sulla qualificazione delle risorse umane, favorendo la costituzione di reti di imprese e di collaborazioni con le università, le scuole e gli istituti di ricerca. Si ritiene di grande rilevanza puntare sulla formazione continua dei Lavoratori anche utilizzando i fondi bilaterali. I firmatari considerano l università un prezioso punto di forza per il territorio ed esprimono unanimemente la convinzione che essa si debba sempre di più adoperare

6 per trasferire le conoscenze al sistema produttivo locale e per favorire lo sviluppo di nuova imprenditorialità sul territorio pavese. Sul credito occorre che si rafforzi il sistema delle garanzie, attraverso aggregazioni tra i consorzi, che Confindustria Pavia si impegna a promuovere ed adeguate politiche regionali di sostegno, in un quadro di razionalizzazione dei soggetti, e rapporti collaborativi col sistema bancario. L internazionalizzazione offre opportunità di crescita che occorre rendere più accessibili alle PMI, razionalizzando e rendendo più efficace il supporto degli organismi pubblici e consortili, semplificando, unendo le forze ed eliminando sovrapposizioni. Expo 2015 è una grande opportunità di sviluppo, da cogliere attraverso una partecipazione attiva del territorio, in particolare della filiera agroalimentare e delle tecnologie alimentari e del sistema dell offerta turisticoculturale-paesaggistica. L attrattività di un territorio è strettamente legata all infrastrutturazione. A dispetto di una collocazione geografica di grande interesse dal punto di vista economico, vicina alla città metropolitana milanese, ai porti liguri e agli aeroporti lombardi, la provincia di Pavia ha una infrastrutturazione inadeguata e risente di lunghi anni di investimenti insufficienti. Le parti concordano sulla costituzione di un osservatorio congiunto sugli investimenti infrastrutturali e si impegnano ad operare in modo sinergico per favorire lo sblocco delle opere infrastrutturali prioritarie. Occorre intervenire sia sulle infrastrutture informatiche, in quanto la dispersione del sistema imprenditoriale sul territorio lascia ancora vuoti nei collegamenti con la banda larga ed ultralarga, sia sul sistema complessivo della viabilità, che presenta vere e proprie emergenze, risultato di anni di mancate scelte: - la superstrada Vigevano-Malpensa, necessario collegamento con l aeroporto e con la città metropolitana milanese; - il sistema dei ponti, che è al collasso, con conseguenti divieti di circolazione per il traffico merci. Occorre inoltre modernizzare e adeguare alle migliori performances europee il sistema del trasporto pubblico locale, anche per far fronte al forte incremento della mobilità che si verificherà in occasione di Expo Le oggettive situazioni di difficoltà dell economia provinciale suggeriscono che siano esplorate tutte le possibilità di utilizzare gli strumenti disponibili delle politiche industriali europee, nazionali e regionali, in particolare: - la nuova legge LR 11/2014, Impresa Lombardia: per la libertà di impresa, il lavoro e la competitività, che prevede accordi di programma cui partecipino

7 anche le parti sociali. La LR prevede inoltre che tali accordi possano prevedere la valorizzazione del capitale umano, sulla base di accordi sindacali e territoriali anche ai sensi delle leggi regionali 22/2006 (il mercato del lavoro in Lombardia) e 21/2013 (Misure a favore dei contratti e degli accordi sindacali di solidarietà), finalizzati anche al consolidamento della presenza di insediamenti produttivi, attivando gli strumenti delle politiche di formazione e politiche attive del lavoro e di politiche industriali. - le situazioni di crisi industriale complessa previste dall art. 27 del decreto legge 83/2012, la cui individuazione è demandata alle Regioni. - il nuovo POR 2014/2020 in via di predisposizione da parte della Regione Lombardia. Le parti si impegnano a promuovere e stipulare accordi sindacali e territoriali che consentano di cogliere le opportunità previste dalla LR 11/2014, a stimolare e sostenere la progettualità del territorio e ad intervenire congiuntamente presso le istituzioni pubbliche nazionali e regionali al fine di ottenere interventi pubblici che tengano conto della difficile situazione e dell urgenza di un processo di reindustrializzazione. Le parti convengono di valorizzare il recente strumento Garanzia Giovani a sostegno di politiche attive del lavoro per agevolare l ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. CONTRATTAZIONE E MERCATO DEL LAVORO Le persone e le loro competenze costituiscono patrimonio fondamentale del territorio e ne determinano in buona misura competitività e attrattività. L evoluzione del sistema produttivo si orienta in misura crescente verso competenze tecnologiche e manageriali che richiedono un elevata qualificazione delle risorse umane e, nel contempo, modelli organizzativi efficienti e flessibili. La competizione internazionale richiede alle imprese il raggiungimento di performances di innovazione e produttività sempre maggiori. In questi anni difficili, le parti sociali hanno gestito in modo responsabile e con un corretto sistema di relazioni industriali le situazioni di crisi ed il ricorso agli ammortizzatori sociali, esercitando un ruolo prezioso per la coesione sociale. Le parti sociali condividono l opportunità di innovare il sistema delle relazioni industriali sul territorio e della contrattazione decentrata, in modo da ulteriormente sostenere lo sviluppo economico ed il rilancio industriale, accrescere la capacità di attrazione di nuovi investimenti e promuovere la crescita dell occupazione, auspicando che l apprendistato diventi la forma d ingresso privilegiata nel mercato

8 del lavoro, anche attraverso modifiche normative che ne incentivino ulteriormente l utilizzo. A tali scopi, il Laboratorio dovrà in particolare: Elaborare suggerimenti e proposte di piani per l attrazione di investimenti nel territorio della Provincia di Pavia. Individuare possibili linee guida e/o strumenti che possano agire sul fronte del mantenimento e recupero della produttività con l obiettivo di favorire l ottenimento dei seguenti risultati: riposizionamento, quanto meno rispetto al dato lombardo, del totale delle ore lavorate. i livelli anomali di assenze sono tra le cause che incidono negativamente sull organizzazione produttiva, sull efficienza e sulla competitività delle aziende e, di conseguenza, sulla stessa occupazione. Pertanto si conferma che la diminuzione del fenomeno rientra tra gli obiettivi comuni. Ciò vuol dire costruire un quadro di riferimento provinciale. A fronte di eventuali situazioni anomale, avviare un confronto tra le singole aziende, le RSU e le OO.SS di categoria di riferimento, per individuarne le cause e ricercare soluzioni condivise intervenendo sui modelli organizzativi, sui carichi e orari di lavoro, sui comportamenti individuali anche nei confronti delle autorità preposte ritenute più opportune. facilitare un diverso impiego delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti nei processi di ristrutturazione/riorganizzazione verso sbocchi diversi elaborare periodicamente un censimento delle situazioni di crisi, nel rispetto dei dati riservati e/o sensibili, al fine di costituire un archivio comune delle soluzioni e dei percorsi adottati; la maggiore conoscenza e consapevolezza trasversale dei processi può costituire la base per condividere percorsi replicabili o individuare strumenti diversi o innovativi. monitorare l andamento degli ammortizzatori sociali (e possibilmente del loro effettivo utilizzo) con particolare attenzione alla gestione condivisa anche in un ottica R.S.I. individuare e proporre la programmazione di interventi di formazione continua adeguati alle specifiche esigenze delle imprese e dei lavoratori coinvolti dal ricorso ad ammortizzatori sociali. Al fine di favorire i percorsi formativi e la loro efficacia, si dovrà valutare anche

9 l'utilizzo dei fondi Inter professionali, cosi come attivare nei confronti del sistema scolastico e universitario, delle Istituzioni locali, un percorso che ci consenta di individuare i fabbisogni professionali di cui il nostro sistema produttivo avrà bisogno nei prossimi anni Monitorare l andamento delle misure adottabili in via sperimentale di cui alla successiva lettera B Il Laboratorio ricercherà il coinvolgimento di INPS, Camera di Commercio, DTL, Dipartimenti competenti della Facoltà di Economia e di tutti i soggetti che dispongono dei dati necessari. Con particolare riferimento alla composizione dell occupazione ed alle forme di utilizzo della forza lavoro si riconosce la necessità di uno stretto raccordo con il Centro per l Impiego della Provincia al quale sarà richiesta una collaborazione attiva sia nella lettura dei dati sia nella individuazione di proposte e iniziative tese a migliorare la delicata fase dell incontro domanda/offerta. In coerenza con gli strumenti interconfederali e legali vigenti, in forza del presente accordo, potranno essere aziendalmente adottate le seguenti soluzioni: A) Lavoro stagionale. Fatti salve eventuali modifiche legislative, le parti si impegnano a individuare le realtà dove esistono lavorazioni connesse ad esigenze di carattere stagionale, proprie o indotte dall attività di altri settori collegati e/o connessi all'attività produttiva e promuoveranno incontri a livello aziendale con le RSU e le OO.SS di categoria al fine di ricercare soluzioni adeguate. Congiuntamente le parti attiveranno confronti con l'ispettorato del lavoro per verificare la rispondenza degli accordi con la legislazione vigente e i relativi C.C.N.L B) Appetibilità del territorio della Provincia di Pavia nei casi di START-UP e REINDUSTRIALIZZAZIONE B 1) Le parti si impegnano a valutare i progetti aziendali per l'avvio di nuovi insediamenti industriali, con particolare attenzione agli investimenti resi disponibili, alla qualità della produzione, alla sua collocazione sul mercato interno e estero, ai livelli occupazionale previsti. B2) A seguito di queste iniziative le parti si attiveranno nei confronti delle Istituzioni locali per attivare politiche fiscali che favoriscono i nuovi insediamenti produttivi.

10 B3) le parti favoriranno accordi aziendali che intervengano sull'organizzazione del lavoro funzionale a un miglior utilizzo degli impianti, sul salario di produttività favorendo il contenimento dei costi aziendali nella fase d'avvio della nuova impresa. B4) L'insieme di queste misure trovano una loro collocazione all'interno della legge Regionale 11/2014 sul nostro territorio. CONFINDUSTRIA PAVIA CGIL CISL UIL

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