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1 Il progetto europeo LIFE Seq-Cure: Sistemi integrati per accrescere il sequestro di carbonio attraverso la produzione di colture energetiche fertilizzate con residui organici A cura di CRPA 1 ed Agronomica Nell ambito del progetto europeo Seq-Cure in Emilia-Romagna per tre anni saranno monitorate una serie di esperienze agroenergetiche. Uno degli obiettivi è lo studio delle possibilità di impiego di materiali organici di scarto da usarsi come fertilizzanti per questa tipologia di colture a destinazione no-food. Il progetto, coordinato dal Centro Ricerche Produzioni Animali di Reggio Emilia, prevede molti partner, tra cui Agronomica R&S Terremerse. Seq-Cure, Sistemi integrati per accrescere il sequestro di carbonio, attraverso la produzione di colture energetiche fertilizzate con residui organici, è un progetto triennale a carattere dimostrativo che vuole contribuire ad attivare azioni per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera e il sequestro (cioè la fissazione) del carbonio nel suolo. Avviato da alcuni mesi, il progetto è stato recentemente anche presentato nel corso della trasmissione Finanziamenti europei per l ambiente, andata in onda sul canale satellitare Rai Utile. Le attività previste sono molteplici (tab. 1), in particolare da un punto di vista agronomico si vogliono indagare due aspetti: gli itinerari tecnici necessari per coltivare ed utilizzare vantaggiosamente le biomasse vegetali per generare energia rinnovabile; le modalità di utilizzo di residui organici di scarto nella fertilizzazione di queste biomasse vegetali. I dettagli del Life Plus si possono trovare nel regolamento n. 614 del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 maggio 2007, pubblicato su Gazzetta ufficiale dell Unione europea L149 del 9 giugno scorso. 1 Centro Ricerche Produzioni Animali, Reggio Emilia Prove raccolta varietà sorghi da biomassa per digestione anaerobica. In primo piano sorgo foraggiero al secondo sfalcio, in fondo sorgo da fibra. 34 agronomica 6/2007

2 Raccolta di trinciato di girasole per un successivo utilizzo in impianto a digestione anaerobica (biogas). Gli obiettivi Gli obiettivi principali del progetto LIFE Seq- Cure sono: promuovere l utilizzo di residui organici (effluenti zootecnici, fanghi di depurazione, altri) per la fertilizzazione di colture energetiche, così da limitare il loro impatto ambientale; sottoporre a monitoraggio diverse filiere agro-energetiche, partendo dalla produzione delle biomasse dedicate per arrivare alla loro conversione energetica e allo smaltimento dei residui; rendere utilizzabile una metodologia di calcolo delle emissioni di gas serra/sequestri di carbonio derivanti dai cambiamenti d uso del suolo; accrescere la consapevolezza di agricoltori e tecnici sulle emissioni di gas serra/ sequestri di carbonio dovute alle pratiche agricole ed alla attivazione di filiere agroenergetiche favorire l attivazione di filiere agro-energetiche che risultino sostenibili, sia dal punto di vista ambientale che economico. La strategia fondante del progetto dovrebbe risultare due volte vincente (win-win strategy), perché l uso dei residui organici ai fini fertilizzanti, se ottimizzato, permette di incrementare: le produzioni di biomassa e, quindi, la quantità di energia rinnovabile ottenuta per unità di superficie; il tenore di sostanza organica dei suoli. Questi due risultati, tra l altro, verrebbero ottenuti riducendo i costi di coltivazione e l impatto ambientale che si devono all utilizzo e, prima ancora, alla produzione dei concimi chimici. Le attività previste dal progetto sono riportate nella tabella 1. Sostanza organica e terreno L agricoltura moderna, caratterizzata da lavorazioni intensive, ha portato ad una diffusa diminuzione nelle concentrazioni di sostanza organica nei suoli, in modo particolare dove queste perdite non sono state compensate da apporti organici. Basti pensare alla parte orientale del territorio dell Emilia-Romagna, dove il tenore di sostanza organica nei suoli negli ultimi decenni ha subito una diminuzione importante; a causa della progressiva specializzazione dei sistemi agricoli, in Romagna si è infatti assistito alla riduzione e migrazione dell attività di allevamento che, attraverso la produzione e l utilizzo sul suolo di liquami e letami, permette invece di rigenerare le riserve di carbonio nei terreni delle province emiliane. Se si estende il ragionamento a livello globale, va ricordato che la quantità totale di carbonio contenuta nei suoli del nostro pianeta, pari a miliardi di tonnellate sotto forma di sostanza organica, è circa doppia rispetto a quella atmosferica (principalmente come anidride carbonica). L incremento del tenore della sostanza organica nei suoli, oltre a contribuire al miglioramento di molte proprietà fisiche e chimiche del terreno, concorre anche al contenimento del livello di anidride carbonica - temuto gas serra - in atmosfera. I primi passi del progetto In questi primi mesi di attività sono state prese in considerazione alcune esperienze concrete, già avviate in ambito regionale, di filiere agroenergetiche corte, cioè che si concentrano principalmente all interno dell ambito aziendale e che appaiono già da ora redditizie per l agricoltore. Le attività di monitoraggio e di informazione previste nel progetto riguardano attualmente tre tipologie di conversione energetica delle biomasse: digestione anaerobica per la produzione di biogas; combustione di materiale legnoso per la produzione di calore, utilizzo in azienda di olio vegetale derivante dalla spremi- 35 agronomica 6/2007

3 Attività previste dal progetto 1. Sviluppo di aziende agro-energetiche dimostrative 2. Gestione e conversione delle biomasse 3. Uso dei residui dalla conversione delle biomasse 4. Valutazione degli impatti ambientali delle coltivazioni 5. Metodo di calcolo su emissione GHG / sequestro C 6. Valutazione bilanci economici ed energetici 7. Networking e trasferibilità 8. Divulgazione, dimostrazione e assistenza tecnica 9. Feed-back, monitoraggio e follow-up Tab. 1 In breve le attività previste dal progetto LIFE Seq-Cure. L attività consiste nella scelta di 8 aziende agro-energetiche, all interno delle quali verranno attivati e sottoposti a monitoraggio siti dimostrativi con colture energetiche fertilizzate con residui organici (effluenti zootecnici, fanghi di depurazione, altri).. Si completa l attività avviata nel task precedente, con lo studio dei cantieri di raccolta, di movimentazione, di stoccaggio e della conversione energetica delle biomasse. Sui prodotti vegetali vengono determinate le caratteristiche che ne influenzano la conversione energetica. Gli impianti per la produzione di energia sono sottoposti a monitoraggio, con il rilievo dei più importanti parametri di processo. L attività riguarda il riutilizzo dei residui derivanti dalla conversione energetica delle biomasse (digestati, ceneri, borlande) nella fertilizzazione delle colture. Sono previste caratterizzazioni chimico-fisiche dei residui, prove di distribuzione meccanica sul terreno e monitoraggio agronomico. In una prova di campo, condotta presso l Azienda Stuard di Parma, vengono determinati gli impatti ambientali dovuti alla coltivazione di diverse specie da biomassa fertilizzate con materiali organici. L attività consiste nella validazione di modelli matematici già disponibili per la simulazione dei sistemi agricoli e dei loro impatti, facendo uso dei dati derivati dalle attività di campo. L attività consiste nella determinazione dei costi e dei benefici dovuti alla produzione e conversione energetica delle biomasse, sia dal punto di vista economico che energetico. L attività consiste nello scambio di esperienze, informazioni e risultati riguardanti le tematiche del progetto, attraverso la creazione di un Gruppo Europeo d Orientamento. Comprende attività di informazione, comunicazione e sensibilizzazione che verranno condotte sia attraverso azioni dirette (giornate dimostrative, corsi, lezioni, conferenza finale) che indirette (articoli, sito Internet, altro materiale informativo). Le attività principali comprendono il monitoraggio della diffusione delle informazioni generate e la verifica dell applicazione dei risultati del progetto, l attivazione di gruppi di lavoro (tavoli tecnici) che comprendano tutti i potenziali attori delle filiere agroenergetiche. Attivazione di due Sportelli informativi sulle biomasse, (attivi dal 2008) ubicati a Piacenza, presso CIA Piacenza e a Ravenna, presso la Cooperativa Terremerse Distribuzione fanghi di impianto di depurazione per la concimazione di colture da biomassa 36 agronomica 6/2007 tura aziendale di colture oleaginose per la produzione di elettricità e calore. Presso una serie di aziende pilota dislocate in diverse province della regione, già da quest anno sono state impiantate coltivazioni atte alla produzione di biomassa da convertire in energia presso gli impianti aziendali. Su tali coltivazioni le fertilizzazioni sono state effettuate in base a quanto previsto dal progetto, mettendo quindi a confronto le concimazioni tradizionali con quelle effettuate con materiali organici di scarto. L attività di sperimentazione sarà estesa anche alle fasi di raccolta, stoccaggio, traspor-

4 Concimazione organica con lettiera di polli su impianto di pioppo SRF. Particolare di trinciato di sorgo da fibra e di sorgo foraggero da utilizzare in impianto a biogas. to e conversione energetica delle biomasse. I risultati finali consentiranno di valutare i bilanci energetici ed economici delle diverse filiere e di identificare le opportunità economiche e gli ostacoli al loro sviluppo. Verranno anche valutati gli impatti ambientali delle filiere. Saranno infine considerate le possibilità di utilizzo dei residui derivanti dalla conversione energetica delle biomasse (digestato, ceneri, panelli, altro), in particolare ai fini della fertilizzazione. Una metodologia innovativa Parte delle misure di tipo ambientale che saranno effettuate serviranno per la messa a punto di un metodo per il calcolo delle emissioni di gas serra in atmosfera e della quota di carbonio che si può fissare nel suolo a seguito di variazioni dell uso dei terreni agricoli. Questa attività sarà svolta in collaborazione con il partner tedesco ed il metodo verrà in seguito messo a disposizione dei tecnici sul sito web del progetto ( it/seqcure). Un gruppo di tecnici ed esperti provenienti da diverse zone dell Unione europea, attraverso lo scambio di esperienze e informazioni sulle tematiche del progetto, avrà il compito di validare le metodologie di lavoro e verificare la possibilità di trasferire i risultati ottenuti a differenti situazioni socio-economiche ed agricole, garantendo internazionalità al progetto stesso. Sono previsti anche appositi tavoli che coinvolgeranno tutti i portatori di interes- Il progetto LIFE Seq-Cure: i partners Il progetto è finanziato dall Unione Europea nell ambito del Programma Life III Ambiente; l obiettivo prioritario del LIFE Ambiente è quello di contribuire allo sviluppo di tecniche e metodologie innovative e sostenibili, attraverso il finanziamento di progetti dimostrativi come Seq-Cure. Collaborano alla realizzazione del progetto i seguenti partners: Fondazione CRPA Studi e Ricerche; Cooperativa Terremerse; Azienda Sperimentale Tadini; Azienda Sperimentale Stuard; Confederazione Italiana Agricoltori di Piacenza; Max Planck Institute di Jena (Germania). Soggetti cofinanziatori del progetto sono: la Regione Emilia- Romagna (Assessorato Agricoltura, Assessorato Ambiente), sette Province emiliano-romagnole, le aziende multiservizi ENÌA ed HERA, Caviro. La responsabilità scientifica dell intero progetto è stata affidata al professor Giovanni Riva del SASC - Dipartimento di Scienze Applicate ai Sistemi Complessi, Facoltà di Agraria dell Università Politecnica delle Marche, Ancona Per ogni attività di tipo tecnico-scientifico sono stati individuati specifici responsabili scientifici (supervisori). L attività di sperimentazione si articolerà nell arco temporale compreso tra il 1 dicembre 2006 ed il 28 febbraio Tab. 2 Principali soggetti coinvolti nel progetto. 37 agronomica 6/2007

5 se delle diverse filiere, per individuare le opportunità e le criticità che condizionano lo sviluppo delle energie rinnovabili da biomasse. Due uffici di informazione denominati sportelli biomasse, l uno gestito dalla Cia di Piacenza e l altro dalla cooperativa Terremerse a Ravenna, saranno a disposizione degli utenti dal prossimo anno. Nel 2008 prenderà avvio anche una estesa serie di azioni di divulgazione dei risultati: giornate dimostrative, seminari, corsi. Ogni evento verrà pubblicizzato e segnalato con anticipo sul sito web del progetto. A conclusione delle attività (fine 2009) è stata invece prevista l organizzazione di una conferenza internazionale sulle tematiche affrontate. Colture da combustione, in primo piano pioppo al primo anno di impianto (giugno), in secondo piano varietà di sorghi da biomassa condotte con differenti concimazioni. Carbonio e terreno Il suolo, oltre a svolgere funzioni ecologiche essenziali alla vita terrestre e a fornire il supporto per la produzione agricola, gioca un importante ruolo all interno del ciclo del carbonio rappresentando il terzo più rilevante serbatoio di scambio dopo gli oceani e i combustibili fossili. Si stima che, a livello mondiale, siano immagazzinati nel suolo da 1500 a 2000 Gt (miliardi di tonnellate) di carbonio sotto forma di sostanza organica, una quantità almeno doppia rispetto a quella attualmente presente in atmosfera (750 Gt) e molto superiore anche a quella fissata dalla biomassa vegetale (650 Gt). Tra il pool del carbonio nel suolo e il pool del carbonio nell atmosfera operano continui scambi in entrata ed in uscita che possono essere più o meno in equilibrio. Cambi di uso del suolo possono modificare sensibilmente il bilancio del carbonio e produrre accumuli e perdite reciproche nei due comparti. Nei terreni agricoli delle zone temperate, la biomassa che risiede sotto la superficie è mediamente volte superiore a quella epigea e può superare valori di 100 tonnellate per ettaro considerando i primi 30 cm di spessore. A livello locale e regionale, il contenuto di sostanza organica nei suoli agricoli, a parità di altri fattori quali il clima o la matrice pedologica, dipende strettamente dalle pratiche agronomiche e dalle connesse scelte colturali. Benché il quantitativo di carbonio immagazzinabile nel suolo sotto forma di sostanza organica sia fisicamente limitato, la salvaguardia dei terreni agricoli e la diffusione di pratiche agronomiche conservative e di buona gestione possono contribuire, nel medio periodo, a sequestrare quote rilevanti delle emissioni antropiche di CO 2. Secondo uno studio condotto da uno specifico gruppo di lavoro dell ECCP (European Climate Change Programme), i suoli agricoli dell Europa a 15, con l applicazione di opportune misure e pratiche di gestione, avrebbero un potenziale di sequestro del carbonio dell ordine di Mt CO 2 all anno sull intero arco temporale del primo periodo di adempimento del Protocollo di Kyoto. Tale tasso di sequestro di carbonio equivale a circa il 20% dell impegno di riduzione delle emissioni di CO 2 assunto dalla UE a 15 in sede di ratifica del Protocollo (pari a 337 Mt CO 2 /anno). I cambi di uso del suolo sono un ulteriore fattore che incide sul contenuto della sostanza organica nel terreno e quindi sui flussi di carbonio tra suolo e atmosfera. La coltivazione di biomasse da utilizzare per la produzione di energia rinnovabile oltre a contribuire in maniera diretta alla riduzione delle emissioni di CO 2 in atmosfera, generando un minor consumo di combustibili fossili, può rappresentare anche uno di quei cambi d uso del suolo capace di favorire pratiche conservative di lavorazione nonché apporti costanti di sostanza organica con conseguente accumulo di carbonio nei suoli. Le colture capaci di produrre elevate quantità di biomassa, asportando importanti quote di nutrienti dal suolo, necessitano di importanti apporti fertilizzanti ma sono in grado di contrastare efficacemente le dispersioni di azoto e fosforo dai terreni, così mitigando anche effetti di inquinamento delle acque sotterranee ed eutrofizzazione di quelle superficiali. 38 agronomica 6/2007

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