MANUALE DI VELA per PATENTE NAUTICA

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1 SCUOLA NAUTICA MA.ST.CHARTER VIALE GUGLIELMO MARCONI ROMA TEL CEL AUTH. 4/2015 MANUALE DI VELA per PATENTE NAUTICA

2 1 STRUTTURA DI UNA IMBARCAZIONE 3 2 SPINTA DI ARCHIMEDE 3 3 ARMAMENTO DI UN PICCOLO SLOOP MANOVRE FISSE E CORRENTI I TIPI DI ARMAMENTO TIPI DI SCAFO E MATERIALI 5 4 LE VELE 6 5 LE PARTI DELL ALBERO 6 6 IL TIMONE 7 7 FERRAMENTA 7 8 VENTO APPARENTE AVANZAMENTO E SCARROCCIO LASCO E POPPA CENTRO VELICO E CENTRO DI DERIVA LE ANDATURE ORIENTAMENTO DELLE VELE REGOLAZIONE DELLE VELE 11 9 NORME GENERALI DI MANOVRA MANOVRE PER LA PARTENZA COMANDI PER ISSARE LA RANDA COMANDI PER SVOLGERE IL FIOCCO COMANDI PER ISSARE IL FIOCCO MANOVRE PER LA REGOLAZIONE DELLE VELE COMANDI PER PRENDERE LE MANI DI TERZAROLI ALLA RANDA MANOVRE DURANTE LA NAVIGAZIONE COMANDI PER L INVERSIONE DI ROTTA MANOVRE PER IL RIENTRO IN PORTO SITUAZIONI PARTICOLARI PREPARATIVI PER IL CATTIVO TEMPO MANOVRE PER IL RECUPERO DELL UOMO A MARE LA CAPPA COMANDI PER ENTRARE IN CAPPA Tre modi per uscire dalla cappa La cappa può essere essenzialmente di tre tipi: NORME DI PREVENZIONE DEGLI ABBORDI IN MARE A MOTORE A VELA QUANDO C E PERICOLO DI COLLISIONE DIRITTO DI PRECEDENZA I NODI NODO PIANO NODO PARLATO GASSA D AMANTE NODO SAVOIA ORMEGGI ED ANCORAGGI Ormeggio di murata Ormeggio di poppa con il corpo morto Ormeggio di poppa con l ancora DOMANDE DI ESAME A VELA DIZIONARIO PRATICO DI TERMINOLOGIA NAUTICA 19 MA.ST.CHARTER Scuola Nautica 2

3 1 STRUTTURA DI UNA IMBARCAZIONE Qualsiasi sia il materiale di costruzione di una imbarcazione, la sua struttura fa sempre riferimento ad un gozzo in legno. Da qui ne derivano i nomi di tutte le sue componenti strutturali: dritto di prua ruota di prua chiglia dritto di poppa specchio di poppa ordinate serrette falchetta scalmiere fasciame la chiglia in realtà è composta da più strutture sovrapposte: controchiglia chiglia paramezzale contro-paramezzale torelli braccioli baglio anguilla puntale L oscillazione dell unità intorno al suo asse LONGITUDINALE è detto ROLLIO I dimensioni dell imbarcazione La SEZIONE MAESTRA è la sezione trasversale nel punto più largo dello scafo Lo scafo dislocante offre le migliori prestazioni in termini di stabilità di rotta La STAZZA è il volume degli spazi chiusi dell unità Una TONNELLATA DI STAZZA corrisponde a 2,83 metri cubi La PORTATA esprime la capacità di carico dell unità Altre componenti dell imbarcazione Il BOCCAPORTO è l apertura nel ponte di coperta per il passaggio all interno di persone o cose La distanza verticale tra la coperta e la linea di galleggiamento è detto BORDO LIBERO Il pavimento è detto PAGLIOLATO L OMBRINALE è un foro per far defluire l acqua presente in pozzetto Il foro a prora dal quale passa la catena è detto OCCHIO DI CUBIA Per evitare le CORROSIONI GALVANICHE sono installate delle BARRE DI ZINCO sotto la chiglia I CANDELIERI sono gli elementi verticali in cui passano le DRAGLIE : insieme costituiscono la BATTAGLIOLA che rappresenta una sorta di ringhiera laterale La carena di tipo TONDA, cioè DISLOCANTE è quella più adatta per la navigazione con cattivo tempo Gli scafi con carena a V non possono essere dotati di motori fuoribordo a gambo corto 2 SPINTA DI ARCHIMEDE Un corpo immerso in un fluido riceve una spinta dal basso verso l alto pari al peso del fluido spostato. Osservando lo scafo dall alto e suddividendolo secondo le sue assi sarà possibile individuare la proravia poppavia lato di dritta lato di sinistra mascone giardinetto Altre caratteristiche dello scafo sono: lunghezza fuori tutto: lunghezza totale dell imbarcazione inclusi gli slanci presenti a poppa ed a prua lunghezza al galleggiamento: lunghezza della linea di galleggiamento pescaggio: distanza verticale tra la linea di galleggiamento e la parte più profonda dello scafo. Movimenti della barca Il movimento di oscillazione intorno all asse VERTICALE di una unità è definito IMBARDATA L oscillazione dell unità intorno al suo asse TRASVERSALE è detto BECCHEGGIO La spinta di Archimede è applicata al Centro di Carena la cui posizione dipende dalla forma dell opera viva. L imbarcazione è anche sottoposta alla forza peso che viene applicata al Centro di Gravità. Sbandando il natante e variando così la forma della parte di scafo immersa il Centro di Carena si sposterà lateralmente dando origine ad una nuova Spinta Verticale. Dall azione della forza di peso (verso il basso) e di quella di spinta di Archimede (verso l alto) nasce la coppia di forze che tende a raddrizzare lo scafo. MA.ST.CHARTER Scuola Nautica 3

4 3 ARMAMENTO DI UN PICCOLO SLOOP Il metacentro rappresenta il punto di intersezione della spinta di Archimede, con il piano longitudinale di simmetria. Esso rappresenta il limite di stabilità della nave ed esso dovrà sempre sovrastare di Centro di Gravità per non invertire la tendenza della coppia di forze. L altezza metacentrica è la distanza del Metacentro dal Centro di Gravità: più grande è l altezza metacentrica più grande è la coppia raddrizzante e tanto più stabile è l imbarcazione. 3.1 MANOVRE FISSE E CORRENTI Le MANOVRE FISSE (o DORMIENTI) sono utilizzate per sostenere l albero, e sono: le SARTIE: Cavi laterali fissati all'albero per mezzo di staffe e allo scafo per mezzo delle lande; lo STRALLO DI PRUA: Cavo a prua fissato come le sartie, serve anche da sostegno per issare la vela di prua; lo STRALLO DI POPPA o PATERAZZO: Cavo a poppa fissato come le sartie; si definisce paterazzo quando è facilmente regolabile in navigazione. Se il paterazzo è biforcato si definisce a patta d'oca. SARTIE VOLANTI: Cavi laterali fissati all'albero per mezzo di staffe e allo scafo per mezzo delle lande. Servono a tirare e a sostenere l albero verso poppa, generalmente utilizzate negli armi frazionati: si dicono volanti perché si molla quella sottovento in modo da non ostacolare il movimento del boma. All albero sono fissate le CROCETTE e il BOMA. Lo snodo che collega il boma all albero si chiama TROZZA. L estremità libera del boma è detta VAREA. MA.ST.CHARTER Scuola Nautica 4

5 Le MANOVRE CORRENTI sono utilizzate per muovere qualcosa, e sono: le DRIZZE, per alzare e ammainare le vele; le SCOTTE, per regolarle; il TRASTO della randa; il VANG, tiene basso il boma; il TESABASE e le BOROSE nel boma; l AMANTIGLIO, per sollevare il boma; il CARICA-ALTO o AMANTIGLIO e il CARICABASSO, per alzare ed abbassare il TANGONE. 3.3 TIPI DI SCAFO E MATERIALI Nei moderni yacht l albero è in genere di lega di alluminio e costituisce, rispetto ai vecchi alberi di legno, un notevole alleggerimento del peso in alto. La flessibilità laterale dell albero è annullata dalle sartie basse e medie, mentre la flessibilità sul piano longitudinale è utile per adattare la forma della randa. Uno yacht può essere dotato di: ARMAMENTO IN TESTA D ALBERO, quando lo strallo di prora è attestato sulla parte più alta. In questo caso, la superficie della randa è pari al 40-50% della superficie velica totale; ARMAMENTO FRAZIONATO, quando lo strallo è attestato sull albero in una posizione più bassa della testa d albero. In questo caso, la superficie della randa è pari al 60-70% della superficie velica totale. 3.2 I TIPI DI ARMAMENTO Il piano velico o attrezzatura, è costituito, oltre che dalle vele stesse, dall insieme degli elementi che consentono di sostenere ed orientare le vele a seconda delle diverse andature e condizioni di vento. Questi sono albero, boma, manovre fisse e manovre correnti. Vetroresina: leggerezza, durata, semplicità di riparazione Acciaio: è robusto ma poco idoneo per barche di lunghezza inferiore ai 15 metri Alluminio: molto più leggero dell acciaio ma attualmente i costi sono ancora elevati. Legno: richiede costi di costruzione e di manutenzione elevati rispetto agli altri materiali. Ferrocemento: molto economico ma il peso è eccessivo SLOOP, un solo albero con randa e fiocco; CUTTER, un solo albero con randa e due fiocchi; KETCH, due alberi con randa di mezzana a proravia dell asse del timone; YAWL, due alberi con randa di mezzana a poppavia del timone; GOLETTA, due alberi con randa di maestra a poppa e randa di trinchetta a prora. MA.ST.CHARTER Scuola Nautica 5

6 4 LE VELE Cursori, verseggi o canestrelli Guide scorrevoli nella canaletta dell'albe- ro collegati all'inferitura della randa (impropriamente chiamati garrocci) Terzarolo Parte della randa da sottrarre al vento equivalente a circa un terzo della superfi- cie esposta Matafioni o gerli Cime per raccogliere il terzarolo, si fissano sotto il boma con un nodo piano ganciato anche detto dei matafioni o dei terzaroli Brancarelle Bugne Anelli metallici presenti sulle vele rinforzati dalle bugne Bugne Strati di tessuto atti a rinforzare le brancarelle Meolo, leech o tesabalumina Cimetta passante dentro la balumina che serve a regolarne la tensione Allunamento Convessità della balumina della randa, irrigidita dalle stecche, che determina un aumento della superficie velica Allungamento Rapporto tra altezza dell'albero e lun- ghezza del boma; un piano velico a ele- vato allungamento consente di stringere meglio il vento Inizialmente costruite in canapa o cotone pesante oggi vengono realizzate in Dacron per uso prevalentemente crocieri- stico e per uso agonistico in Kevlar, Mylar, Pentex, Vectran, Spectra, Carbonio. Le vele devono essere rigide, leggere e durature e il rap- porto tra queste tre caratteristiche ne determina il prezzo. Per quanto le vele triangolari rappresentino oggi l'assoluta maggioranza, esistono anche vele quadre, auriche, latine, di terzo e a tarchia. Le vele comunemente utilizzate nelle moderne imbarcazioni sono: Randa: Vela principale (denominata Marconi o bermudiana) inferita verticalmente nell'albero e inferita orizzontalmente sul boma Fiocco: Vela di prua con l'angolo di scotta a proravia dell'albero (si hanno fiocco 1 grande, fiocco 2 medio, fiocco 3 piccolo) Genoa: Vela di prua con l'angolo di scotta a poppavia dell'abero (si hanno genoa 1 grande, genoa 2 medio, genoa 3 piccolo) Tormentina: Vela pesante di piccola superficie, armata sullo strallo di prua e con uno stroppo d'acciaio per alzare l'angolo di mura permettendo il passaggio delle onde (si utilizza con vento forte e mare grosso) Trinchetta: Simile al fiocco, ma armato sullo strallo di trinchetto Spinnaker: Vela simmetrica di prua non inferita e di grande superficie. Viene utilizzata nelle andature portanti e murata sulla varea del tangone Yankee: Fiocco piccolo con angolo di scotta molto alto. Si utilizza sui cutter accoppiato alla trinchetta. 5 LE PARTI DELL ALBERO L albero può essere passante o poggiato in coperta. Originariamente costituito in legno, viene oggi realizzato prevalentemente in alluminio, ma anche in fibra di carbonio. Pomo o formaggetta Chiusura superiore dell albero Canaletta o rotaia Scanalatura dove si inferisce la vela Mastra Buccellato Foro in coperta nel quale passa l albero Camicia Collare ermetico degli alberi passanti per impedire l ingresso dell aria e dell acqua sotto coperta Miccia o piede Base dell albero Scassa Base su cui poggia il piede d albero Crocette Distanziatori trasversali tra albero e sartie che servono a stabilizzare l'albero (ango- lo minimo tra albero e sartie 18 ) Trozza Punto d attacco del boma e del tangone sul- l albero Varea Estremità opposta alla trozza su boma e tangone Altre parti della vela: Gratile o ralinga Cima cucita nell inferitura e nella base della randa per essere inferita nella cana- letta dell albero e del boma MA.ST.CHARTER Scuola Nautica 6

7 6 IL TIMONE Esistono due tipi principali di timoni: Ordinario Nel quale la superficie della pala si trova interamente a poppavia dell asse del timone Compensato o semicompensato Nei quali parte della pala si trova a pro- ravia dell asse del timone Pala, anima o testa Parte attiva del timone immersa nell acqua Agugliotti Perni fissati allo scafi per agganciare il timone (esterno) Femminelle Anelli fissati alla pala per essere aggan- ciati agli agugliotti Barra Asta per la manovra del timone Losca Foro nello scafo dove passa l asse del timone Frenello Sistema di trasmissione con cavi e catene Agghiaccio Sistema di trasmissione tra i frenelli e l asse del timone L impiego del timone produce i seguenti effetti: Riduzione della velocità Spostamento laterale sul lato opposto a quello dell accostata Sbandamento Leggero appruamento La CURVA DI EVOLUZIONE è la traiettoria descritta dall unità che accosta. L ANGOLO per ottenere il massimo effetto evolutivo è tra 30 e 40 7 FERRAMENTA Passacavi o bocca di granchio Ferro aperto dove scorrono le cime d'ormeggio Bitta Ferro a forma di T dove si dà volta alle cime d'ormeggio Galloccia o castagnola Accessorio a forma di T dove si dà volta alle manovre correnti Redancia Anello scanalato per rinforzare un occhiello nelle sartie o nelle cime Grillo Elemento metallico a forma di U chiuso con un perno a vite o a scatto Golfare Qualsiasi anello d'acciaio dove si fissano varie manovre: (es.: life line sullo scafo, tangone a bilancino sull'albero e borose al boma) Arridatoio o tornichetto Tendicavo a vite per tesare le manovre fisse e cavo (es.: draglie) Moschettone Gancio metallico con chiusura mediante leva a molla Strozzascotte Accessorio per bloccare rapidamente le manovre correnti Bozzello Puleggia per rinviare le manovre correnti Lande Staffa metallica ancorata ad una parte strutturale dello scafo dove si agganciano le manovre fisse Winch Verricello per ridurre lo sforzo di trazione delle manovre correnti qualsisi LOSCA CALCAGNOLO MA.ST.CHARTER Scuola Nautica 7

8 8 VENTO APPARENTE 1 caso Traghetto ormeggiato in banchina in presenza di vento: il fumo si dispone nella direzione del vento. 2 caso Traghetto in navigazione in assenza di vento: il fumo si dispone nella direzione opposta a quella in cui naviga il traghetto. 3 caso (1 + 2 caso) Traghetto in navigazione in presenza di vento: è intuitivo che il fumo si disporrà in una direzione che è una via di mezzo fra il 1 e il 2 caso. 8.1 AVANZAMENTO E SCARROCCIO Sul lato concavo della vela (sopravvento) si crea una pressione, mentre sul lato convesso (sottovento) si crea una depressione. Il risultato è quel fenomeno chiamato PORTANZA. Se riassumiamo tutte le forze che agiscono sulla vela, otteniamo la SPINTA VELICA. La spinta velica è applicata nel CENTRO VELICO (CV) della vela, ovvero a circa un terzo della corda della vela e orientata perpendicolarmente alla corda stessa Consideriamo quindi il vettore della spinta velica, con la barca nell andatura di bolina: scomponendolo con la regola del parallelogramma, otteniamo le componenti di FORZA PROPULSIVA (FP) e FORZA SCARROCCIO (FS). Vediamo ora cosa succede sotto la linea di galleggiamento. La deriva immersa nell acqua (che è un fluido come l aria) si comporta esattamente come una vela. Così come per la vela con il vento, quando l acqua investe la deriva con un certo angolo si crea una forza, la RESISTENZA IDRODINAMICA, che si oppone alla spinta velica. Anche la resistenza idrodinamica si scompone: otteniamo così la RESISTENZA ALLO SCARROCCIO e la RESISTENZA ALLA FORZA PROPULSIVA. 8.2 LASCO E POPPA il vento apparente arriva sempre più da prua del vento reale; il vento apparente varia di intensità a seconda della nostra andatura (per capirlo, basta osservare la lunghezza dei vettori di VA nella figura). È più forte di bolina e diminuisce via via che ci avviciniamo alla poppa. Ecco perché navigando di bolina sembra che ci sia più vento, mentre in poppa sembra che il vento diminuisca. Ed ecco perché spesso si fa l errore di credere che sia improvvisamente caduto il vento, mentre abbiamo solo poggiato un po. MA.ST.CHARTER Scuola Nautica 8

9 8.3 CENTRO VELICO E CENTRO DI DERIVA Si definisce centro di deriva il punto di applicazione della forza dell acqua sull opera viva che dipende strettamente dalle caratteristiche progettuali dell imbarcazione. Si definisce centro velico il punto di applicazione della forza del vento sulle vele. La posizione del centro velico dipende dalle caratteristiche progettuali, dalla posizione e regolazione dell albero, dalla forma e regolazione delle vele. Il centro velico di una singola vela si trova approssimativa- mente all intersezione delle bisettrici degli angoli della vela. Considerando l insieme di fiocco e randa, il centro velico complessivo si troverà lungo la congiungente dei centri veli- ci delle singole vele e ad una distanza da questi inversa- mente proporzionale alle rispettive superfici. Al livello progettuale il centro velico viene posizionato leggermente a poppavia del centro di deriva per fornire all imbarcazione una tendenza leggermente orziera che migliora la sensibilità del timone nelle andature strette e nel caso di non governo porti la prua al vento in una posizione di sicurezza. Se il centro velico (CV) e il centro di deriva (CD) cadono sulla stessa verticale, l imbarcazione sarà in perfetto equilibrio ed avrà la massima stabilità di rotta. Se il CV si trova a proravia del CD, l imbarcazione sarà poggiera, men- tre se il CV sarà a poppavia del CD (come generalmente avviene) l imbarcazione sarà orziera. L equilibrio direzionale di un imbarcazione può essere modifica- to in vari modi: variando l inclinazione dell albero mediante la regolazione del paterazzo e dello strallo di prua; modificando la superficie della randa e del fiocco; variando il loro profilo (vele più grasse o più magre); regolando le vele. La forza risultante del vento sulle vele può essere considerata applicata in un solo punto: il CENTRO VELICO (CV). La forza dell acqua che agisce sulla deriva e sull opera viva, invece, può essere considerata applicata in un solo punto chiamato CENTRO DI DERIVA (CD). 1 caso Ho solo la randa. RS e FS sono applicate in punti diversi e si crea una coppia che fa ORZARE la barca (CV più a poppa di CD). 2 caso Ho solo il fiocco. Anche in questo caso le forze sono applicate in punti diversi e si crea una coppia che fa POGGIARE la barca (CV più a prua di CD). 3 caso Ho randa e fiocco. Le forze sono applicate nello stesso punto e LA BARCA È EQUILIBRATA (CV e CD sulla stessa verticale). 8.4 LE ANDATURE Si definiscono andature i diversi modi di avanzare che un'imbarcazione a vela assume rispetto alla direzione del vento. La propulsione nelle barche a vela è prodotta, in modo analogo alla portanza di un'ala, dalla differenza di pressione generata dal vento sulle due "facce" della vela. La diversa direzione del vento rispetto all'asse longitudinale dell'imbarcazione costringe i conduttori della barca a modificare la regolazione delle vele per meglio sfruttare la spinta del vento sulle vele. Per indicare la direzione del vento rispetto all'asse longitudinale della barca si è sviluppato un sistema convenzionale che divide l'angolo tra prua e poppa dell'imbarcazione (corrispondente a 180 ) in 16 quarte ciascuna corrispondente quindi a 11 15'. La direzione del vento viene indicata convenzionalmente in quarte, che forniscono un'indicazione immediatamente comprensibile al conduttore della barca e ai marinai delle regolazioni da effettuare sulle vele. Andature contro il vento bolina per vento che proviene tra le sei e le quattro quarte da prua. Si può inoltre distinguere tra: bolina stretta (40-45 gradi al vento reale) bolina larga (45-55 gradi al vento reale) I limiti dell'andatura di bolina sono dipendenti dal tipo di imbarcazione. Le imbarcazioni a vele quadre, meno adatte a risalire il vento si trovano in andatura di bolina con vento a sei quarte da prua, mentre le imbarcazioni a vele auriche o a vele Marconi si trovano in andatura di bolina con vento a quattro quarte da prua. Andatura al traverso 2. al traverso detto anche a mezza nave per il vento perpendicolare all'asse longitudinale dell'imbarcazione. (90 gradi al vento reale). Andature portanti lasco (o di vento largo, più arcaico), quando il vento soffia di lato all'imbarcazione, con un angolo rispetto ad essa che può variare dal gran largo, quattro quarte da poppa, al largo, sei quarte da poppa,( gradi al vento reale) fino al vento a mezza nave o traverso allorché il vento spira perpendicolarmente all'asse longitudinale dell'imbarcazione. MA.ST.CHARTER Scuola Nautica 9

10 gran lasco (o di buon braccio) o al giardinetto, per il vento che proviene una quarta fino a due quarte dalla poppa. ( gradi al vento reale) in poppa detto anche in fil di ruota, per il vento parallelo al piano longitudinale dell'imbarcazione, proveniente cioè dai quadranti poppieri. In questa andatura l'imbarcazione procede nella stessa direzione del vento (o quasi). Quest'andatura è estremamente pericolosa in quanto un rapido cambio della direzione del vento può far strambare senza preavviso. Nelle andature portanti (lasco, gran lasco e poppa piena) invece, si deve cercare di esporre la massima superficie al vento orientando le vele in direzione ortogonale al vento apparente. 8.5 ORIENTAMENTO DELLE VELE Per ricercare le migliori condizioni di scorrimento laminare del vento sulla superficie velica nelle andature strette (bolina stretta, bolina, bolina larga, traverso e spesso anche lasco stretto) le vele vanno regolate al limite del rifiuto, cioè una volta raggiunta l andatura voluta si lascano finché non rifiutano (fileggiano), in corrispondenza dell inferitura, quindi si cazzano leggermente. una vela porta quando il vento la gonfia completamente; una vela punge quando riceve il vento dalla sua parte sottovento e si gonfia al contrario sul bordo di inferitura; una vela fileggia quando sbatte al vento, esattamente come una bandiera MA.ST.CHARTER Scuola Nautica 10

11 Il vento apparente varia continuamente di intensità e dire- zione per l azione combinata di onde, corrente, vento e velocità dell imbarcazione. La regolazione delle vele, pertanto, deve essere continua. Per verificare lo scorrimento laminare del vento sulle vele si osservano i filetti mostravento, attaccati a diverse altezze sui due lati della vela di prua a cm dall inferitura, nonché sulla balumina della randa in corrispondenza delle stecche. I filetti, se mantenuti paralleli e orizzontali, indicano la mas- sima portanza. Se il vento scarseggia (cioè il vento reale ruota verso prua) il filetto sopravento tenderà a salire fino a sventare e sarà necessario cazzare le vele o poggiare. Se il vento ridonda (cioè il vento reale ruota verso poppa) sarà il filetto sotto- vento a sventare e sarà necessario lascare le vele o orzare. Per quanto riguarda i mostravento cuciti sulla balumina della randa, questi devono essere tenuti paralleli alle stecche, orzando o lascando la randa se tendono ad andare sottovento e poggiando o cazzando la randa se invece vanno sopravento. Per quanto riguarda il profilo delle vele, con vento debolissimo (0-4 nodi) o forte, utilizzeremo vele magre, con vento debole adotteremo vele grasse. 8.6 REGOLAZIONE DELLE VELE Una qualsiasi imbarcazione a vela, è dotata di un insieme di regolazioni che consentono di modificare l orientamento, l equilibrio ed il profilo del piano velico al variare delle con- dizioni di vento e mare, nonché alle diverse andature. Oltre alle scotte di randa e fiocco abbiamo: Carrello di scotta randa o trasto Consente di variare la posizione del bozzello inferiore del paranco di scotta della randa e, conseguentemente, la direzione di tiro della scotta. Varia la portanza della randa controllando lo svergolamento della balumina. Si usa spostarlo sottovento quando il vento rinforza e lo sbandamento eccessivo dell imbarcazione impone uno sforzo eccessivo sul timone per il mantenimento della rotta. Con poco vento invece il carrello può essere portato sopravento lascando un po di scotta e wang. Carrello del fiocco o punto di scotta Consente di variare il punto di trazione della scotta del fiocco per adattarsi sia alle differenti vele di prua che alle differenti intensità di vento. Di regola il punto di scotta deve essere posizionato sul prolungamento della bisettrice dell angolo di scotta; può essere avanzato o arretrato per variare l ampiezza del canale tra fiocco e randa e per controllare lo svergolamento. Si usa avanzare leggermente il punto di scotta con poco vento per ingrassare la vela e chiudere la balumina. Il contrario con vento forte. Wang o ritenuta del boma Impedisce che il boma si sollevi soprattutto nelle andature portanti quando la scotta randa è lascata. Controlla anche la tensione della balumina (svergo- lamento). Si può utilizzare come ritenuta del boma per impedire la strambata, quando si va di poppa, d obbligo con vento forte e/o con molto rollio, spostando il punto d attacco inferiore dall albero alla falchetta sottovento. Come smagrire la randa Variando la tensione dell inferitura Cazzando caricabasso o cunningham Cazzando la drizza randa Tendendo la base randa lungo il boma Cazzando il tesabase Variando la tensione trasversale della randa Cazzando il wang Cazzando il paterazzo Spostando sottovento il carrello randa Cazzando il meolo Prendendo una o più mani di terzaroli Come smagrire il fiocco Cazzando la drizza del fiocco Arretrando il carrello della scotta (la balumina si apre leggermente sventando la parte alta, la barca sbanda meno e scarroccia meno) Cazzando il paterazzo per diminuire la catenaria (curvatura sottovento dello strallo di prua) 9 NORME GENERALI DI MANOVRA 9.1 MANOVRE PER LA PARTENZA [1] Accendere il motore [2] Mollare prima la cima sottovento (quella non in tensione) poi quella sopravento [3] Mettere via cime e parabordi (appena lasciato l ormeggio) [4] Preparativi per issare la randa e, successivamente, il genoa (una volta usciti dal porto) 9.2 COMANDI PER ISSARE LA RANDA Randa già inferita sull albero e sul boma con drizza incocciata [1] Un uomo a piede d albero! (per aiuta- re l issata) [2] Un uomo al winch della drizza randa! (due colli minimo al winch della drizza) [3] Drizze in chiaro! [4] Aprire stopper delle borose! [5] Portare la prua al vento (in questa fase leggere sulla bussola la direzione del vento reale) [6] Molla wang! Molla scotta! [7] Su con la randa! (controllando che i cursori non si incastrino nella canaletta) [8] Dare la giusta tensione alla drizza della randa in funzione dell intensità del vento (con un terzo collo sul winch e usando la manovella) [9] Molla amantiglio! [10] Cazza wang! Cazza scotta! 9.3 COMANDI PER SVOLGERE IL FIOCCO Qualsiasi andatura va bene, mai controvento [1] Un uomo alla scotta sottovento! (almeno due colli sul winch) [2] Un uomo alla scotta dell avvolgifiocco! (almeno due colli sul winch) [3] Apri lo stopper della scotta dell avvolgifiocco! [4] Cazza fiocco! [5] Lasca la scotta dell avvolgifiocco! [6] Chiudi lo stopper dell avvolgifiocco! [7] Regolare la vela MA.ST.CHARTER Scuola Nautica 11

12 9.6 COMANDI PER PRENDERE LE MANI DI TERZAROLI ALLA RANDA Dipende dall andatura, dalle vele, dall equipaggio, dallo stato del mare, ecc. Portare la barca in un andatura stretta (bolina stretta per avere il boma a centro barca, bolina larga per prendere il mare al mascone) [1] Un uomo a piede d albero! (I terzaroli si prendono col cattivo tempo: l uomo avrà quindi il giubbotto di salvataggio e la cintura di sicurezza incocciata alla life line di sopravento) [2] Cazza amantiglio! [3] Lasca wang! [4] Lasca scotta! [5] Lasca drizza fino a incocciare la brancarella nel collo d oca! [6] Cazza drizza! [7] Cazza borosa! [8] Molla amantiglio! [9] Cazza wang! Cazza scotta! [10] Raccogliere il terzarolo in modo che non raccolga acqua, legarlo con i matafioni (con un nodo piano ganciato o nodo dei matafioni o nodo dei terzaroli). Se c è il lazybag non c è bisogno di utilizzare i matafioni 9.7 MANOVRE DURANTE LA NAVIGAZIONE 9.4 COMANDI PER ISSARE IL FIOCCO Fiocco già murato e inferito, con drizza e scotte incocciate [1] Un uomo a piede d albero! (per aiuta- re l issata) [2] Un uomo alla scotta sottovento del fiocco! [3] Portare la prua al vento [4] Su con il fiocco! (l uomo a piede d albe- ro issa il fiocco, l uomo alla drizza la recupera fino a darle la giusta tensione con un 3 collo sul winch e usando la manovella, l uomo alla scotta cazza la vela) 9.5 MANOVRE PER LA REGOLAZIONE DELLE VELE COMANDI PER SVOLGERE DI PIÙ IL FIOCCO [1] Sposta il punto di scotta più a poppa! (quello della scotta non in tensione) [2] Apri lo stopper della scotta dell avvolgifiocco (almeno due colli sul winch) [3] Cazza fiocco! [4] Lasca la scotta dell avvolgifiocco! [5] Chiudere lo stopper della scotta del- l avvolgifiocco [6] Cazza genoa! COMANDI PER RIDURRE IL GENOA [1] Sposta il punto di scotta più a prua! (quello della scotta non in tensione) [2] Lasciare almeno due colli sul winch della scotta sottovento del genoa [3] Preparare almeno due colli sul winch della scotta dell avvolgifiocco [4] Cazza la scotta dell avvolgifiocco! [5] Lasca genoa! [6] Cazza fiocco! Generalmente si passa dal genoa al fiocco intorno ai nodi COMANDI PER ORZARE [1] Pronti ad orzare! (attendere il pronti)... Orzo! [2] Cazza randa! (per facilitare la manovra in quanto vela orziera) [3] Cazza fiocco! COMANDI PER POGGIARE [1] Pronti a poggiare! (attendere il pronti)... Poggio! [2] Lasca randa! (per scaricare la randa e far portare di più il fiocco che è una ve- la poggiera) [3] Lasca fiocco! COMANDI PER LA VIRATA [1] Portarsi in bolina stretta regolando le vele [2] Pronti a virare! (attendere il pronti) [3] Viro! (orzare in modo deciso) [4] Passa fiocco! (non appena il fiocco comincia a fileggiare) [5] Regolare le vele per la nuova andatura (di solito bolina stretta sulle altre mura) COMANDI PER L ABBATTUTA [1] Portarsi al lasco regolando le vele [2] Pronti ad abbattere! (Attendere il pronti) [3] Abbatto! (Poggio lentamente) [4] Lasca randa! [5] Lasca fiocco! [6] (Prima di arrivare in poppa) Randa al centro! (per evitare la strambata) [7] Fiocco a collo! (per evitare la straorzata) [8] Lasca randa! (al cambio di mura, per scaricare la randa che, essendo orziera, potrebbe indurre alla straorzata) [9] Passa fiocco! [10] Regolare le vele per la nuova andatura (di solito lasco sulle altre mura) MA.ST.CHARTER Scuola Nautica 12

13 9.8 COMANDI PER L INVERSIONE DI ROTTA Partendo da un andatura stretta con- verrà effettuare una virata, se dal lasco un abbattuta. I comandi da dare saranno quelli della virata o dell abbattuta. [1] Pronti a invertire la rotta per... (indica re i gradi bussola della nuova prora). Attendere il pronti. Attenzione: il comando di inversione di rotta dato in andatura di gran lasco o di poppa porterebbe nell angolo morto, pertanto non effettuabile! CAMBIO TIMONIERE Nel passaggio del comando bisogna dire: Lascio prora XYZ (chi lascia il timone) Rilevo prora XYZ (chi prende il timone) 9.9 MANOVRE PER IL RIENTRO IN PORTO [1] Accendere il motore e inserire la marcia avanti [2] Drizze in chiaro [3] Prepararsi ad ammainare le vele. Prima quella di prua COMANDI PER AMMAINARE IL FIOCCO [1] Un uomo alla drizza! Un uomo allo strallo di prua! Un uomo alla scotta! [2] Portare la prua al vento [3] Ammaina fiocco! (mentre un uomo molla la drizza del fiocco, un altro ne afferra l inferitura piegandola sulla coperta all altezza dell angolo di mura, un terzo uomo recupera la scotta per impedire che la vela finisca in mare) COMANDI PER AMMAINARE IL FIOCCO CON IL VENTO IN POPPA [1] Un uomo alla drizza del fiocco! Un uomo all angolo di scotta del fiocco! [2] Portarsi in poppa! (con il fiocco sotto vento alla randa) [3] Ammaina fiocco! (mentre un uomo molla la drizza del fiocco, un altro ne afferra la balumina piegando la vela sulla coperta e camminando verso prua per impedire che la vela finisca in mare) COMANDI PER RIAVVOLGERE IL GENOA [1] Un uomo alla scotta dell avvolgifiocco! [2] Un uomo alla scotta del genoa! [3] Lasca la scotta del genoa! [4] Cazza la scotta dell avvolgifiocco! [5] Terminata la manovra, si tendono le scotte del genoa e si controlla che lo stopper della scotta dell avvolgifiocco sia chiuso COMANDI PER AMMAINARE LA RANDA CON IL VENTO IN POPPA [1] Vado di poppa! Motore avanti calcolando che più vado veloce e meno vento apparente ho sulle vele che si ammainano più facilmente [2] Randa al centro! [3] Cazza amantiglio! [4] Ammaina randa (mentre un uomo lasca la drizza della randa e recupera le boro- se, un altro la raccoglie ponendola sul boma) tirandola per la balumina. La manovra può essere effettuata per prendere le mani di terzaroli in caso di forte aumento del vento durante la poppa. 10 SITUAZIONI PARTICOLARI 10.1 PREPARATIVI PER IL CATTIVO TEMPO Sotto coperta. Chiudere le prese a mare, esclusa quella di raffreddamento del motore. Chiudere tutte le possibili vie d acqua (oblò, boccaporti, osteriggi, etc.) In coperta. Chiudere tambuccio e boccaporto. Ridurre la velatura (prima il fiocco perché è difficile manovrare a prua soprattutto se non si ha il rullafiocco, poi la randa). Far indossare i salvagenti. Chi deve manovrare in coperta indosserà anche le cin- ture di sicurezza e le collegherà alla life line (quella di sopravento). Verificare la posizione libera dell autogonfiabile, controllare che la sua cima di apertura sia ben assicurata e che razzi e dotazioni di sicurezza siano a portata di mano. Chiamare la radio costiera per comunicare stato del tempo e propria posizione solo se si è in vera difficoltà MANOVRE PER IL RECUPERO DELL UOMO A MARE Al grido di uomo a mare il comandante ordina COMANDI PER UOMO A MARE [1] Salvagente in acqua! Uomo di vedetta! Rilevamento e distanza! Vado al traverso! [2] Regola le vele per il traverso [3] (40 metri - Ore 6) Pronti ad abbattere! [4] (50 metri - Ore 6) Abbatto! Lasca randa! Lasca fiocco! (sto poggiando) Randa al centro! (prima di arrivare in poppa) Fiocco a collo! [5] (Cambio mura). Lasca randa! Passa fiocco! [6] (La vedetta: «Lo vede l uomo?») Uomo a vista! COMANDI PER AMMAINARE LA RANDA [1] Un uomo a piede d albero! [2] Un uomo alla drizza! [3] Cazza l amantiglio! [4] Portare la prua al vento [5] Molla wang! [6] Molla scotta! [7] Ammaina randa! (mentre un uomo molla la drizza un altro l ammaina e la piega dall inferitura) [8] Cazza wang! [9] Cazza scotta! [10] Mettere il copriranda o chiudere il lazybag Dirigere a 2/3 lunghezze barca sottovento all uomo, (dipende dalla barca e dallo stato del mare) preparandosi a mettere la prua al vento. [1] Pronti a mollare! [2] Molla tutto! E si porta rapidamente la prua al vento La barca si avvicina controvento all'uomo grazie al suo abbrivio. Se in cappa, puntare a 2 lunghezze barca sottovento all uomo. Quindi risalire il vento stringendo in bolina sempre più stretta. Quando l uomo passa al giardinetto: [1] Pronti alla manovra di cappa! [2] Viro! Lasciare il fiocco a collo e mollare randa: la barca si mette alla cappa e si avvicina al traverso verso l uomo. MA.ST.CHARTER Scuola Nautica 13

14 11 LA CAPPA La cappa è: 1. Una manovra per resistere al brutto tempo 2. Una manovra per rallentare o fermare l imbarcazione 3. Una manovra per recuperare l uomo a mare 11.1 COMANDI PER ENTRARE IN CAPPA [1] Pronti alla manovra di cappa! [2] Viro! (se parto da un andatura stretta e non passo il fiocco). Abbatto! (se parto da un andatura portante e non passo il fiocco) [3] Fiocco a collo! (rimane sulle vecchie mura) [4] La barca si mette al traverso 12 NORME DI PREVENZIONE DEGLI ABBORDI IN MARE 12.1 A MOTORE 11.2 Tre modi per uscire dalla cappa [1] Rimanendo al traverso (si passa solo il fiocco e si mantiene la rotta regolando le vele) [2] Mettendosi di poppa a farfalla (è sufficiente poggiare di 90, le vele sono già pronte per andare a farfalla rimanendo con le stesse mura) [3] Invertendo la rotta di 180 (si poggia, quindi si abbatte, solamente la randa cambierà di mura e si riprende la rotta sulle nuove mura). Il fiocco non si passa e rimane sullo stesso lato dove si trovava prima dell abbattuta Importante! Dalla cappa non si esce mai orzando 11.3 La cappa può essere essenzialmente di tre tipi: Ardente: Quando si mette il fiocco a collo, si cazza la randa quasi a ferro e si mette il timone all orza. La remora di mare lasciata dall imbarcazione è sopravento al giardinetto Filante: Quando si mette il fiocco a collo, si molla completamente la scotta randa lasciandola fileggiare completamente e si mette il timone all'orza. La remora di mare lasciata dall imbarcazione è sopravento al traverso Secca: Quando si ammainano completamente le vele (fiocco e randa), si fila l ancora galleggiante da prua con una cima di mt e si mette il timone all orza. È una manovra che si attua con i venti superiori a nodi. La remora di mare lasciata dalla imbarcazione è sopra- vento al traverso 12.2 A VELA Quando le imbarcazioni sono su mura differenti, quella con mura a sinistra (a) deve lasciare libera rotta a quella con mura a dritta (b) Quando le imbarcazioni sono sulle stesse Mura, quella sopravvento (a) deve lasciare libera rotta a quella sottovento (b) MA.ST.CHARTER Scuola Nautica 14

15 12.3 QUANDO C E PERICOLO DI COLLISIONE Quando due unità hanno rotte convergenti, ognuna dovrà rilevare a brevi intervalli gli spostamenti angolari dell altra: se il rilevamento non varia in modo apprezzabile, e la distanza diminuisce gradatamente, si deve ritenere che esiste pericolo di collisione. le unità a vela devono dare precedenza solo alle unità che si trovano nelle condizioni particolari elencate precedentemente. 13 I NODI 12.4 DIRITTO DI PRECEDENZA Le unità a motore devono dare precedenza alle unità a vela ed a tutte le unità che si trovano nelle seguenti condizioni particolari: alla fonda rimorchiatori con difficoltà di manovra che non manovrano condizionate dalla propria immersione draga escavante intente alla pesca militari Per andare in barca occorre saper fare qualche nodo. Quando facciamo un nodo, le due estremità del cavo che utilizziamo si chiamano: corrente, l estremità libera; dormiente, l estremità fissata alla barca, o a qualsiasi altra cosa, che non possiamo far scorrere liberamente NODO PIANO È un nodo di giunzione per collegare due cavi di uguale diametro. Non è un nodo di cui fidarsi perché spesso si scioglie. Il modo più semplice di eseguirlo: 1. creare un anello alla fine di uno dei cavi MA.ST.CHARTER Scuola Nautica 15

16 2. far scorrere l altro cavo all interno dell anello 3. girare intorno al primo cavo in modo da creare un secondo anello 4. rientrare nell anello iniziale dalla stessa parte dalla quale si era usciti precedentemente NODO PARLATO È formato da due mezzi colli in successione quando le volte sono eseguite intorno ad un oggetto. Il parlato è un nodo di avvolgimento e si utilizza come nodo d ormeggio o, per esempio, per legare i parabordi alla battagliola. Se in tensione, si assucca (si stringe) GASSA D AMANTE È forse il nodo più usato a bordo: permette di ottenere un anello che non si assucca e si scioglie facilmente anche dopo essere stato sottoposto a tensione. È un nodo di avvolgimento e viene utilizzato in tantissime occasioni: per ormeggiare, per giuntare cime, per collegare scotte o drizze alle bugne delle vele, etc. La catena va generalmente filata di prua (ma anche di poppa) fino a quando l ancora tocca il fondo. Si procede quindi a marcia indietro (o a marcia avanti in caso di ancora filata di poppa) fino alla distanza richiesta per filare il calumo necessario. L ancoraggio con due ancore afforcate (prima figura) e appennellate (seconda figura) offre, rispetto a quello alla ruota, una maggiore sicurezza di tenuta e consente di limitare gli spostamenti laterali dell imbarcazione in corrispondenza a contenute variazioni di direzione del vento NODO SAVOIA È un nodo d arresto: lo troviamo, per esempio, all estremità delle scotte per impedire che si sfilino dai passacavi o dai bozzelli. 14 ORMEGGI ED ANCORAGGI Si definisce ancoraggio quando l imbarcazione si vincola dando fondo all ancora ed ormeggio quando si aggancia ad un punto fisso a terra (banchina, ponti- le, etc.). Quando l imbarcazione ha necessità di fermarsi in un punto non dotato di attrezzature a terra oppure è costretta a mantenersi in rada, è obbligata a dar fondo ad una o più ancore o ad agganciarsi ad un gavitello fissato ad un corpo morto. È opportuno ricordare che le ancore sono concepite per lavorare in senso orizzontale. È pertanto fondamentale, a seconda delle con- dizioni del vento e del mare, filare una quantità di catena, il cosiddetto calumo, pari ad almeno 3-5 volte la profondità (io personalmente uso sempre da 5 fino a 10 volte il fondale). I diversi tipi di ancoraggio sono illustrati nella figura che segue. Le modalità rappresentate sono applicabili allo stesso modo sia che si utilizzi una o più ancore, sia qualora si utilizzi un gavitello al posto di un ancora. La presa di gavitello, sia a vela che a motore va effettuata, come nel caso di recupero di uomo a mare, procedendo negli ultimi metri solo con l abbrivio e la prua al vento, fino a fermarsi. Per quanto riguarda invece l ormeggio, le cui diverse modalità sono illustrate nella figura, è opportuno ricorda soltanto alcune regole di base. Cerchio di fonda: in rada, ancorando alla ruota (scafo libero di ruotare con raggio pari alla propria lunghezza più quella del cavo/catena) si dovra calcolare che col mutamento del vento, la barca non vada a collidere con altre unità Ormeggio di murata Preparare i parabordi sul lato di previsto ormeggio. Sarà meglio se il punto di ormeggio sarà posto sul lato verso cui si sposta la poppa quando si innesta la retro- marcia: con un elica sinistrorsa si accosterà pertanto sul lato destro, con un elica destrorsa sul lato sinistro. MA.ST.CHARTER Scuola Nautica 16

17 Ci si avvicina alla zona di ormeggio alla minima velocità consentita dalle capacità di governo dell imbarcazione tenendo conto della direzione e dell intensità del vento, del pescaggio e del tipo di elica. Se l ormeggio avviene in un canale è opportuno affrontare l ormeggio controcorrente, in modo da migliorare il governo dell imbarcazione a bassa velocità e ridurre inoltre l abbrivio. Ci si avvicina al posto di ormeggio un po sguardati (con un angolo di circa 20 gradi) e ad un paio di lunghezze dal punto di ormeggio si disinserisce la marcia avanti e si pro- cede con il solo abbrivio. Raggiungendo il punto di ormeggio si dà timone in modo da avvicinare la poppa alla banchina e si innesta la marcia indietro in modo da arrestare l'imbarcazione e sfruttare così l effetto evolutivo dell elica per accostare la poppa in banchina. Una volta che l imbarcazione è ferma, si disinserisce la marcia e si danno i comandi necessari per l ormeggio. (Ricordate all equipaggio di non mettere le gambe tra barca ed eventuale banchina o altra barca) Ormeggio di poppa con il corpo morto L' ormeggio di poppa è il neo di molti velisti soprattutto se durante la manovra è presente vento forte (bastano 15 nodi), ma basta seguire e soprattutto conoscere delle regole fondamentali prima di inizia- re la manovra. Spenderò due parole in più per questa manovra a molti ostica! Regole fondamentali: 1) Sapere dove e quanto "tira" l'elica a marcia indietro. 2) Partire sempre da lontano e da una posizione sottovento rispetto all'ormeggio. 3) Più il vento è forte e più la manovra deve essere eseguita con maggiore velocità (senza esagerare) per evitare che il vento ci abbatta la prua sottovento durante la parte fina- le della manovra. 4) Scegliere, possibilmente, un posto dove ci sia ormeggiata un'imbarcazione a fianco, meglio se sottovento, che si servirà d'appoggio!! 5) Posizionare bene e alla giusta altezza i parabordi, soprattutto sulla murata sottovento e se disponete di un grande parabordo a "pallone" mettetelo sul mascone sottovento, servirà da "spessore" quando si abbatterà la prua sottovento nel momento in cui la barca rallenterà!!. 6) Preparare, prima dell'inizio della manovra, tutte le cime d'ormeggio necessarie (lanciare sempre prima quella sopra- vento poi quella sottovento), preparare il mezzo marinaio a portata di mano. 7) Dire all'equipaggio di non mettere mai le gambe tra la barca e il molo o la barca sottovento per fermare la barca (ricordate che un 12 metri pesa circa 8 tonnellate!!). 8) Partire rivolti con la poppa al vento e con un angolo che permetta di compensare l'effetto evolutivo dell'elica. 9) Dare molto gas indietro (e qui sbagliano in molti) per far prendere una buona velocità a marcia indietro che ci consentirà di mantenere l' imbarcazione su un binario immaginario fino alla nostra agognata posizione finale senza far abbattere la prua sottovento. 10) In base all'intensità e alla direzione del vento e alla velocità di avvicinamento si passerà per il folle, per poi usare la marcia avanti in modo deciso solamente quando saremo abbastanza vicini alla banchina. 11) Se tutto è andato bene si lancia prima la cima d'ormeggio sopravento poi si prende il corpo morto poi si pensa alla cima sottovento! Non esitate e non vergognatevi a chiedere l'assistenza al gommone d'appoggio del porto che può essere di notevole aiuto soprattutto in mancanza di un'imbarcazione vicino dove appoggiarsi Ormeggio di poppa con l ancora Per l'ormeggio di poppa con l'ancora valgono più o meno le stesse regole ricordando che l'ancora va mollata un po sopravento nel caso di vento al traverso per tenere la prua della barca e non farla scadere sottovento (con un buon addetto all ancora la manovra è veramente facile anche con 35 nodi al traverso), date sempre molta catena anche 7 o 8 volte il fondale (lunghezza della catena permettendo). Sia nell ormeggio di lato che in quello di prua o di poppa è poi sempre importante tenere debito conto dell azione del vento e della corrente, nonché delle onde di risacca. 15 DOMANDE DI ESAME A VELA Di seguito troverete le domande che più comunemente vengono poste durante la prova pratica: Cosa sono la Corda e la Freccia? La Corda sono le linee immaginarie tra l'inferitura e la balumina La Freccia (o grasso della vela) punto di massima concavità della vela; distanza tra la corda e la vela Il grasso della vela deve essere tra il 6% (vela magra) e il 12% (vela grassa) della lunghezza della corda Cos'è l'angolo di incidenza? Le vele si regolano con il vento apparente con il giusto angolo di incidenza di circa 20 gradi; E l angolo formato tra il vento e il piano velico (attacco delle vele); meglio dire la corda della vela Cos'è lo scarroccio? Lo scarroccio è lo spostamento laterale della barca Cos'è la catenaria? La catenaria è la curva sottovento dello strallo di prua; tanta catenaria vela grassa; se voglio diminuire la catenaria, cazzo il paterazzo. Cos'è il bordeggio? E' una successione continua di virate per risalire il vento Si può bordeggiare anche con il vento in poppa facendo delle abbattute continue con poco vento Cos'è l'andatura? L'andatura è l'angolo che forma l'asse longitudinale dell'imbarcazione con la provenienza del vento apparente; è il modo di navigare ovvero il movimento della barca Cos'è il vento apparente? Il vento apparante è la risultante vettoriale tra il vento reale e il vento di velocità. Il vento apparente è più forte nelle andature strette/montanti e ha la sua massima intensità (per calcolarlo si esegue la somma VA=VR+VV); è più debole nelle andature portanti o di poppa e ha la sua minima intensità (per calcolarlo si esegue la differenza VA=VR-VV). Cosa sono il piano velico e il piano di deriva? Il piano velico è la sommatoria della superficie delle vele spiegate; il piano di deriva è la sezione longitudinale immersa dello scafo Cos'è il centro velico? E' il punto di applicazione della forza del vento sulle vele Cos'è il centro di deriva? E' il punto di applicazione della forza dell'acqua (idrodinamiche) sull'opera viva Come devono stare i due centri? Devono stare in asse al fine di creare il giusto equilibrio della barca (posizione neutra) Il centro velico si può spostare anche lateralmente? Si può spostare nel piano trasversale Più la barca sbanda più il centro velico si sposta lateralmente e più la barca va all'orza La randa è orziera o poggiera? La randa una vela orziera Perché? MA.ST.CHARTER Scuola Nautica 17

18 Perchè il centro velico è spostato più a poppavia del centro di deriva Il fiocco è una vela poggiera o orziera? Il fiocco è una vela poggiera Perché? Perchè il centro velico è spostato più a proravia del centro di deriva Quale vela è direzionale e quale è di potenza? La randa è direzionale e il fiocco è di potenza Incontri un branco di delfini che fai? Passo a poppa dei delfini e non gli dò da mangiare Cos'è il calumo? La lunghezza della linea di ancoraggio (catena dell'ancora sotto l'acqua). Quanti metri di calumo devo lasciare? Dalla 3 alle 5 volte la profondità del mare Quali sono le manovre fisse? Sartie, Strallo di prua, Strallo di poppa o Paterazzo che controlla la catenaria Cos'è lo svergolamento? L'apertura della balumina dal basso verso l'alto (forma elicoidale) Cos'è il fetch? Il fetch è il tratto di mare sul quale il vento può soffiare senza incontrare ostacoli. Il moto ondoso aumenta man mano che ci si allontana dalla costa. Indica anche il cammino che il vento o un onda possono percorrere prima di incontrare ostacoli. Cos'è il CB? Il CB è l'abbreviazione del cumulonembo, una nube a forte sviluppo verticale che si genera in condizioni di instabilità atmosferica Come prepari la presa di gavitello? Un uomo alla prua con il mezzo marinaio e un cavo d'ormeggio, prendo la boa con il mezzo marinaio, passo il cavo nell'anello, dò volta sulla bitta di ormeggio, abbasso le vele (fiocco e randa) Come ci arrivi al gavitello? Con la prua nella direzione della provenienza del letto del vento. Se ci sono delle raffiche di vento cosa si può fare? Posso dare una mano di terzaroli Cosa sono i terzaroli? La riduzione di un terzo della superficie velica (randa) Per abbassare il fiocco? Per ammainare/abbassare il fiocco si va di gran lasco perché protegge la randa Per alzare il fiocco? Il fiocco si alza di bolina larga Che cosa si tiene all'uscita dei porti? La dritta Sempre? No tranne che a Porto Ferraio dove si tiene la sinistra Chi ha precedenza nei porti chi entra o chi esce? Chi esce Sempre? No tranne che a Brindisi dove ha la precedenza chi entra Se ormeggio al traverso che cosa faccio? Ormeggio i cavi (cime) di prua e di poppa e si scende dal baglio massimo Come è armata questa barca? E armata a sloop frazionato a 9/10 Qual è la procedura per issare la randa? Un uomo a piede d albero, un uomo alla drizza della randa, tre colli al winch, drizze in chiaro, portare la prua al vento, aprire gli stop della drizza della randa Molla wang, molla scotta, su con la randa Molla l amantiglio, cazza wang, cazza scotta Qual è la procedura per issare/alzare il fiocco? Porto la barca in bolina larga Come si fa il recupero dell uomo a mare? Salvagente in acqua, uomo di vedetta, rilevamento e distanza Vado al traverso, pronti a poggiare, poggio, lasca randa, lasca fiocco Pronti ad abbattere, lasca randa, lasca fiocco, randa al centro, fiocco al collo, lasca randa, passa fiocco Uomo in vista, pronti a mollare (recupero l uomo con la prua al vento), molla tutto, recupero l uomo a sinistra o a dritta Cosa devo fare se io voglio rendere più poggiera la barca? Devo spostare il centro velico verso prua Per il fiocco: lasco il paterazzo, l albero si raddrizza e tende ad andare verso, lo strallo di prua si allenta, la catenaria aumenta, ho ammorbidito l inferitura, posso intervenire sulla balumina lascando il meolo, lasco la scotta del fiocco. Per la randa: mollo il tesabase, lasco il paterazzo, lasco il meolo, per l inferitura calo un po di drizza della randa A cosa serve il wang? Serve per la ritenuta del boma nelle andature portanti Che cos è la portanza? E un effetto aereodinamico che si crea tra la pressione e la velocità; la pressione è maggiore nella parte sopravento; la velocità è maggiore nella parte sottovento; si generano delle turbolenze sottovento, che creano l effetto depressivo di risucchio chiamato portanza e di conseguenza l abbrivio della barca Se si rompe la sartia sopravento che faccio? Porto la sartia rotta sottovento poggiando Chi emette le previsioni metereologiche? Il servizio meteorologico dell aeronautica militare. Il bollettino è emesso ogni 6 ore ed ha una validità di 12 ore con tendenza nelle 12 ore successive. E emesso sul canale 16 e diffuso sul canale 68. L orario in cui viene emesso è relativo al meridiano di Greenwich (ZULU) MA.ST.CHARTER Scuola Nautica 18

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