Repubblica Centrafricana / Una testimonianza GUERRA DI MENZOGNE

Dimensione: px

Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Repubblica Centrafricana / Una testimonianza GUERRA DI MENZOGNE"

Cipriano Di Carlo
8 anni fa
Visualizzazioni

1 Repubblica Centrafricana / Una testimonianza GUERRA DI MENZOGNE Musulmani e cristiani hanno sempre convissuto pacificamente. L etichetta di confl itto religioso è fasulla e strumentale allo scontro politico. Sul terreno c è solidarietà tra le religioni. di ELIANNA BALDI, comboniana, da Bangui foto di UGO BORGA Sono in Centrafrica dalla fine del 2011, ho vissuto il colpo di stato del marzo 2013, ero in Italia quando Bangui è andata in fiamme, e sono rientrata nella capitale all inizio di febbraio Più il tempo passa, più si è sorpresi da nuove evoluzioni che sembrano complicare la situazione invece di renderla più chiara e dunque più vicina a una soluzione. Un vescovo ha denunciato la presenza di nuclei di estremisti che controllerebbero effettivamente il 5 e 3 arrondissement, il famoso Km5, tenendo in ostaggio le due comunità, musulmana e cristiana. Le migliaia di uomini pesantemente armati (le forze francesi della missione Sangaris e le forze africane di Misca) che hanno ricevuto il mandato Onu di disarmare la capitale, dopo 5 mesi non hanno ancora disarmato questa zona e nessuno sa il perché. È un conflitto per il controllo delle risorse (uranio, petrolio, oro). Ma i media e alcuni attori politici lo hanno etichettato come un conflitto religioso. E purtroppo sembra che questa menzogna sia diventata vera solo per il fatto di essere espressa. Questa etichetta è sfruttata da gruppi che di religioso non hanno nulla, ma che scelgono bersagli religiosi per screditare l immagine di questa o quella parte a li- 25

di ELIANNA BALDI, comboniana, da Bangui foto di UGO BORGA Sono in Centrafrica dalla fine del 2011, ho vissuto il colpo di stato del marzo 2013, ero in Italia quando Bangui è andata in fiamme, e sono

2 vello internazionale. Come, per esempio, la notizia che i servizi segreti camerunesi avevano sventato un attentato a un alto prelato, organizzato dai partigiani di Bozizé (il presidente scalzato nel marzo 2013 da Michel Djotodia) perché la comunità internazionale accelerasse la sua azione contro i gruppi armati musulmani denominati Seleka (che hanno portato al potere Djotodia e che sono stati sciolti con un decreto presidenziale nel settembre 2013). Quello che è certo è che da sempre le due comunità, cristiana e musulmana, Bangui. Miliziano Seleka sotto il tiro dei militari dell Unione africana. A destra, dall alto: truppe dell Ua all aeroporto della capitale; miliziani anti-balaka vestiti da musulmani per schernire gli avversari; Università delle scienze. Nella pagina precedente: campo di rifugiati di Mpoko. hanno convissuto pacificamente, tanto che molte famiglie sono miste. Le mie sorelle comboniane più anziane raccontano di come erano fraternamente aiutate dai commercianti musulmani quando avevamo le comunità nell est e avevano bisogno di chi portasse la posta e fornisse approvvigionamenti. Il nostro meccanico è un libanese musulmano che ogni anno, a Natale e Pasqua, ci regala la pizza e una torta con la panna. In una delle più grandi scuole private cattoliche della capitale, più della metà degli studenti sono bambini mu- 26

Djotodia) perché la comunità internazionale accelerasse la sua azione contro i gruppi armati musulmani denominati Seleka (che hanno portato al potere Djotodia e che sono stati sciolti con un decreto

3 sulmani. L autista e factotum di un associazione cattolica che lavora con parecchie congregazioni è un giovane musulmano. Lo scorso dicembre, varie realtà cattoliche lo hanno aiutato a salvare i propri beni dai nuovi ribelli cristiani anti-balaka. E ancora, sono stati dei cristiani a entrare con un ambulanza nei quartieri più pericolosi per mettere in salvo tanti musulmani, facendosi strada fra gli spari e i corpi delle vittime. Un giovane amico prete ha accolto nella parrocchia di cui è responsabile, a una sessantina di km da Bangui, centina- 27

E ancora, sono stati dei cristiani a entrare con un ambulanza nei quartieri più pericolosi per mettere in salvo tanti musulmani,

4 28

5 Mons. Dieudonné Nzapalainga, arcivescovo di Bangui, visita un campo di rifugiati. Nella pagina di sinistra, dall alto: milizie anti-balaka; famiglia in lutto. ia di musulmani, per salvarli dalla violenza dei ribelli. Un altro giovane religioso ha aiutato famiglie miste a trovare rifugi più sicuri dei campi sfollati, dove chi è musulmano sarebbe stato linciato. I giovani si muovono. Quando sono rientrata a Bangui all inizio di febbraio, è stato desolante vedere tutti i negozi dei musulmani svuotati, senza porte e lamiere sui tetti, o addirittura rasi al suolo, come alcune case e la moschea di quartiere. Certo, possono esistere radici lontane di una crisi, come il conflitto tra pastori peul e agricoltori, le discriminazioni di cui erano vittime i musulmani e le In the name of Go(l)d frustrazioni degli autoctoni perché l economia era quasi interamente nelle mani dei musulmani, ecc... Ma questi elementi, da soli, non avrebbero mai portato il paese allo stato odierno di dissoluzione. Paradossalmente la città è piena di giovani vestiti in jalabiya, ma ciò perché sono stati svenduti gli abiti rubati ai commercianti musulmani. Nei quartieri tranquilli, questa è considerata una provocazione ironica, ma in un campo profughi o in una zona sotto il controllo degli anti-balaka costerebbe la vita. Intanto un gruppo di giovani del Km5 ha iniziato un percorso di ascolto 36 scatti del fotogiornalista torinese Ugo Lucio Borga, dell agenzia Echo, sono in mostra dal 23 maggio alla galleria d arte Paola Meliga di Torino. Il reportage In the name of Go(l)d racconta la guerra che da oltre un anno attraversa la Repubblica Centrafricana e che è diventata un emergenza umanitaria. La mostra, che dopo Torino toccherà altre città, è stata realizzata in collaborazione con le associazioni Amici per il Centrafrica onlus e Six Degrees, e ha lo scopo di far conoscere meglio la realtà del paese e di sostenere progetti di aiuto e di sviluppo. e mutuo sostegno. A qualcuno, poi, è venuta l idea di fare un film sull origine di questa situazione e sulla saggezza di una soluzione di dialogo e riconciliazione. Molti di questi giovani hanno perso, in questi avvenimenti, beni e familiari. Nel gruppo c è anche una ragazza figlia di una cristiana e un musulmano. La colomba, questo il titolo, racconta dell amicizia tra un ragazzo musulmano e uno cristiano, interrotta dall uccisione del fratello del cristiano in un tentativo di furto da parte di un gruppo di sbandati appartenenti alla comunità musulmana. L evento divide le famiglie e le comunità. Un intervento esterno, che spinge a riflettere sull indebita attribuzione religiosa dell accaduto, porta i vari attori in gioco a ritrovare la ragione e a riconciliarsi. Le riprese del film hanno messo a rischio la vita stessa dei giovani quando hanno girato le scene del mercato. E la loro attività è stata occasione di discussione, di scambio, di confronto per la gente di Bangui. Questi giovani continuano a credere e a impegnarsi per il dialogo, anche dopo che molti di loro hanno perso familiari e amici a causa dello scoppio di una granata nel luogo di una veglia mortuaria. Ci sono artisti di diverse confessioni religiose che si stanno rivolgendo soprattutto ai giovani per cercare di veicolare messaggi di pace e coesione sociale. Momenti di dibattito, confronto, formulazione di proposte, sono organizzati per creare unità e superare le contrapposizioni. Solo chi è spiritualmente cieco può pensare che per il futuro della Repubblica Centrafricana ci sia una strada diversa dalla convivenza. 29

Un altro giovane religioso ha aiutato famiglie miste a trovare rifugi più sicuri dei campi sfollati, dove chi è musulmano sarebbe stato linciato. I giovani si muovono.

Documenti analoghi

Anno 16, n. 3 - MARZO/APRILE 2008 - Edizioni OCD Roma - Sped. in abb. post. D. L. 353/2003 (conv in L. 27/02/2004 n 46, Comma 2) DCB - Filiale di

Anno 16, n. 3 - MARZO/APRILE 2008 - Edizioni OCD Roma - Sped. in abb. post. D. L. 353/2003 (conv in L. 27/02/2004 n 46, Comma 2) DCB - Filiale di Roma - Italia - Mensile Testimoni Persone e comunità Suor