Piano d Azione per l Energia Sostenibile Comune di Bienno

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1 Piano d Azione per l Energia Sostenibile Comune di Bienno BASELINE EMISSION INVENTORY (BEI) luglio 2010 Redatto da Con finanziamento del bando 2010 PROMUOVERE LA SOSTENIBILITÀ ENERGETICA NEI COMUNI PICCOLI E MEDI della

2 Comune di Bienno P.zza Liberazione, Bienno (BS) Tel Fax info@comune.bienno.bs.it P. IVA C.F Codice NACE Unione degli Antichi Borghi della Vallecamonica Redazione a cura di Via Alessandro Lamarmora, Brescia Tel./fax Skype: sigeambientebs Sigeambiente è un azienda registrata EMAS Il logo EMAS viene rilasciato dall Unione Europea a quelle organizzazioni (aziende ed enti pubblici) che dimostrano concretamente il proprio impegno verso il miglioramento ambientale attraverso l adozione di un Sistema di Gestione Ambientale ben definito ed organizzato. 2

3 Sommario Che cose è il PAES?... 4 Contesto normativo... 4 I requisiti del PAES... 7 Come è attuato il PAES a Bienno... 8 Anno di riferimento... 8 Il gruppo di lavoro... 8 Le risorse finanziarie... 8 Coinvolgimento dei portatori d interesse... 9 La strategia generale e la metodologia ECORegion... 9 I dati di Bienno Inventario delle emissioni Piano d azione Obiettivi di riduzione Strategia generale Monitoraggio Le azioni

4 Che cose è il PAES? Contesto normativo Il Piano d Azione per le Energie Sostenibili (PAES) 1 si inserisce in un quadro di politiche europee volte alla riduzione dei consumi energetici, alla promozione delle rinnovabili, alla riduzione delle emissioni di CO2, all introduzione di innovazione tecnologica. Sostenibilità, sicurezza degli approvvigionamenti e competitività dell economia, sono i tre obbiettivi cardine che la Commissione UE intende raggiungere, tutti all interno del quadro più ampio dello sviluppo sostenibile. Il quadro normativo internazionale Nel 1992, a Rio de Janeiro, si riuniva per la prima volta la Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sull Ambiente e lo Sviluppo, con l obiettivo di porre all attenzione mondiale il tema ambientale inteso come elemento di rilevanza economica e non più fine a sé stesso. Tra i vari documenti approvati in quest occasione assumeva particolare rilevanza l Agenda 21 punto di riferimento fondamentale, soprattutto per gli enti locali, per l impegno verso lo sviluppo sostenibile con indicate le linee guida per affrontare il tema ambiente in tutte le sue sfaccettature. Nel 1994, con la Carta di Ålborg, è stato fatto il primo passo dell attuazione dell Agenda 21 locale, firmata da oltre 300 autorità locali. Durante la Conferenza europea sulle città sostenibili sono stati definiti i principi base per uno sviluppo sostenibile delle città e gli indirizzi per i piani d azione locali. Nel 1997 a Kyoto la comunità internazionale si riuniva nuovamente per discutere, in modo specifico, del tema del riscaldamento globale arrivando alla approvazione della Conferenza delle Parti che consiste in un atto esecutivo contenente le prime decisioni sulla attuazione di impegni ritenuti più urgenti e prioritari. Esso impegna i paesi industrializzati e quelli ad economia in transizione (Paesi dell Est europeo) a ridurre del 5% entro il 2012 le principali emissioni antropogeniche di 6 gas (anidride carbonica, metano, protossido di azoto, idrofluorocarburi, perfluorocarburi ed esafluoruro di zolfo), capaci di alterare l effetto serra naturale del pianeta. Il Protocollo prevede che la riduzione complessiva del 5% delle emissioni di anidride carbonica, rispetto al 1990 (anno di riferimento), venga ripartita tra Paesi dell'unione Europea, Stati Uniti e Giappone; per gli altri Paesi, il Protocollo prevede invece stabilizzazioni o aumenti limitati delle emissioni, ad eccezione dei Paesi in via di sviluppo per i quali non prevede nessun tipo di limitazione. Per l Unione Europea il protocollo di Kyoto prevede la riduzione dell 8% delle emissioni che sono stati tradotte in obiettivi differenziati per i singoli Stati membri. Per l'italia, in particolare, è stato stabilito l obiettivo di riduzione del 6,5% rispetto ai livelli del Il Protocollo di Kyoto, entrato in vigore il 16 febbraio 2005 senza l adesione degli Stati Uniti d America, ha visto alcune modifiche in occasione del summit internazionale sullo sviluppo sostenibile, tenutosi a Johannesburg dal 26 agosto al 4 settembre A distanza di 20 anni, nel 2012 si riunirà nuovamente il summit di Rio de Janeiro 2 e sarà l occasione per fare il punto sullo sviluppo sostenibile, sui cambiamenti intervenuti dal 1992 e sul tema specifico del riscaldamento globale. Il quadro normativo europeo Il trattato di Lisbona (art. 194) pone l energia al centro dell attività europea e le conferisce una base giuridica che le mancava nei precedenti trattati. Gli strumenti di mercato (essenzialmente imposte, sovvenzioni e sistema di scambio di quote di emissione di CO2), lo sviluppo delle tecnologie energetiche (in particolare le tecnologie per

5 l'efficienza energetica e le energie rinnovabili, o le tecnologie a basso contenuto di carbonio) e gli strumenti finanziari comunitari sostengono concretamente la realizzazione degli obiettivi della politica. L UE ha inoltre adottato nel dicembre 2008 una serie di misure il cui obiettivo è ridurre il suo contributo al riscaldamento del clima e garantire l approvvigionamento energetico. Il Libro verde del Marzo 2006 (Una strategia europea per un energia sostenibile, competitiva e sicura), propone una strategia energetica per l Europa che sia volta alla ricerca di un equilibrio fra sviluppo sostenibile, competitività e sicurezza dell approvvigionamento ed individua sei settori chiave in cui è necessario intervenire per affrontare le sfide che si profilano. Il documento propone inoltre di fissare come obiettivo per l Europa il risparmio del 20% dei consumi energetici in attuazione del Protocollo di Kyoto. Una politica energetica per l Europa è il titolo della Comunicazione della Commissione europea del gennaio 2007 (COM 2007/1) che consiste in un'analisi strategica della situazione energetica in Europa e che introduce il pacchetto integrato di misure che istituiscono la politica energetica europea (il cosiddetto pacchetto "Energia"). La Commissione sottolinea l importanza della riduzione dei consumi e lo sviluppo di tecnologie alternative, in particolare le c.d. fonti rinnovabili Energia per un mondo che cambia: una politica energetica per l Europa la necessità di agire è il nome dell impegno sottoscritto dal Consiglio Europeo dell 8-9 Marzo 2007 conosciuto come la politica (riduzione del 20% delle emissioni climalteranti, miglioramento dell efficienza energetica del 20%, percentuale di rinnovabili al 20% all orizzonte dell anno 2020) indica la necessità di fissare obiettivi ambiziosi di lungo termine, a cui devono tendere le politiche di breve e medio termine. energia prodotta a partire da fonti rinnovabili; scambio di quote di emissione dei gas a effetto serra; sforzo condiviso finalizzato alla riduzione delle emissioni di gas a affetto serra; stoccaggio geologico del biossido di carbonio; controllo e riduzione delle emissioni di gas a effetto serra provenienti dai carburanti (trasporto stradale e navigazione interna); livelli di prestazione in materia di emissioni delle autovetture nuove. Il 29 Gennaio 2008, nell ambito della seconda edizione della Settimana europea dell energia sostenibile (EUSEW 2008), la Commissione Europea ha lanciato il Patto dei Sindaci (Covenant of Mayors), un iniziativa per coinvolgere attivamente le città europee nel percorso verso la sostenibilità energetica ed ambientale. Questa nuova iniziativa, su base volontaria, impegna le città europee a predisporre un Piano di Azione con l obiettivo di ridurre di oltre il 20% le proprie emissioni di gas serra attraverso politiche e misure locali che aumentino il ricorso alle fonti di energia rinnovabile, che migliorino l efficienza energetica e attuino programmi ad hoc sul risparmio energetico e l uso razionale dell energia. Nell ambito di questa iniziativa, la DG TREN ha coinvolto la BEI (Banca Europea degli Investimenti), per mettere a disposizione le ingenti risorse finanziarie necessarie per investimenti fissi sul patrimonio dei Comuni, tali da produrre forti riduzioni dei consumi energetici e larga produzione da fonti rinnovabili. Il quadro normativo italiano Il 17 dicembre 2008 il Parlamento Europeo ha approvato le 6 risoluzioni legislative che costituiscono il pacchetto Energia dell UE, con oggetto: 5 L'Italia ha ratificato il Protocollo di Kyoto attraverso la legge di ratifica del 1 giugno 2002, n. 120, in cui viene illustrato il relativo Piano

6 nazionale per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra. L'obiettivo di riduzione per l'italia è pari al 6,5% rispetto ai livelli del 1990; pertanto, tenendo conto dei dati registrati al 1990, la quantità di emissioni assegnate all'italia non potrà eccedere nel periodo il valore di 487,1 Mt CO2 eq (valore obiettivo per l'italia). A partire dal 2005 sono state messe in atto una serie di misure finalizzate alla riduzione delle emissioni di gas serra. In particolare si fa riferimento alle misure di incentivazione del fotovoltaico, di promozione dell efficienza energetica negli edifici, della cogenerazione e dell utilizzo dei biocombustibili nei trasporti, agli incentivi previsti dalla legge finanziaria 2007 ed alle misure di incentivazione a carattere più strutturale previste dalla legge finanziaria Meritano inoltre di essere citati anche i nuovi obiettivi di risparmio energetico negli usi finali recentemente adottati. Lo strumento messo in atto per definire una risposta organica di adeguamento agli obiettivi è rappresentato dalla delibera CIPE approvata il 11 dicembre del L Italia ha presentato a Bruxelles il proprio piano di azione nazionale sull efficienza energetica (quale recepimento della Direttiva 2006/32/CE) per ottenere il 9,6% di risparmio energetico entro il 2016, più di quanto prevede la direttiva europea 2006/32 (9%) I punti salienti della strategia italiana prevista nel Piano sono: 1. il mantenimento dell applicazione delle Misure già adottate almeno per alcuni anni (come nel caso della riqualificazione energetica nell edilizia, la riduzione del carico fiscale per il Gpl e gli incentivi per creare un parco auto ecologico e diminuire l inquinamento, gli incentivi al sistema agro-energetico, le detrazioni fiscali per motori industriali efficienti; gli sgravi per elettrodomestici ad alta efficienza, la promozione della cogenerazione ad alto rendimento); 2. l attuazione di Misure in corso di recepimento, come nel caso della Direttiva europea sull eco design, per la quale esiste uno schema di Decreto legislativo di recepimento, che, in linea con le norme europee, stabilirà per tutti i prodotti e servizi che incorporano l uso dell energia l obbligo di commercializzazione accompagnata da specifica etichettatura di conformità agli standard europei; 3. l introduzione, a partire dal 2009, del limite di 140 grammi di CO2/km alle emissioni medie delle autovetture, corrispondente ad un risparmio di oltre GWh/anno (pari al 18% dell obiettivo complessivo). L adozione a livello regionale degli obiettivi La Regione Lombardia ha predisposto il Proprio Piano d Azione per l Energia nel 2007 e successivamente aggiornato. Fin dalla prima stesura la Regione Lombardia ha già avviato internamente un percorso di preparazione alla regionalizzazione degli obiettivi, che non riguardano solo le emissioni di gas ad effetto serra ma anche la produzione di energia da fonti rinnovabili e la riduzione dei consumi energetici negli usi finali. Il Piano si articola in 4 macrosettori, che prevedono interventi di diversa natura: incentivazione di interventi (co-finanziamento diretto da parte di Regione Lombardia); interventi volontari (derivati da Accordi volontari che prevedono impegni e obblighi); attuazione di strumenti normativi, pianificatori e programmatori; semplificazione amministrativa e autorizzativa e definizione di linee guida; azioni di sistema (Accordi per attivazione di filiere industriali, agro-industriali, ecc.); partecipazione a progetti di ricerca e sviluppo; attività di divulgazione e di informazione/formazione al pubblico. 6

7 I requisiti del PAES Il PAES è uno strumento di attuazione a breve e medio termine delle politiche energetiche ed un elemento di comunicazione verso gli attori del territorio, ma è soprattutto un vademecum di riferimento per l amministrazione per la condivisione a livello sovra locale della politica energetica e la predisposizione di obiettivi specifici interni all amministrazione. La buona riuscita del PAES è possibile solo con un forte supporto delle parti politiche, l allocazione di adeguate risorse finanziarie ed umane ed il collegamento con altre iniziative ed interventi a livello comunale. Gli elementi chiave per la preparazione del PAES sono: svolgere un adeguato inventario delle emissioni assicurare indirizzi delle politiche energetiche di lungo periodo anche mediante il coinvolgimento delle varie parti politiche garantire un adeguata gestione del processo integrata da sistemi gestionali esistenti Il programma Convenant of Mayors, partito ufficialmente nel febbraio del 2009, coinvolge i Sindaci delle Amministrazioni Locali che diventano protagonisti nel processo europeo teso al risparmio energetico, firmando un Protocollo che li impegna ad attuare un Piano d Azione, che sia in grado di migliorare gli obiettivi di risparmio energetico, previsti nel Dicembre 2008: tre volte venti per il Per attuare tale impegno, i Comuni devono predisporre un Piano d'azione per l Energia Sostenibile (PAES) o Sunstainable Energy Action Plan (SEAP) nel quale devono essere indicate le misure e le politiche concrete, che dovranno essere realizzate per raggiungere gli obiettivi indicati nel Piano. Per quelle Amministrazioni locali che hanno firmato il Patto dei Sindaci, la realizzazione del Piano sarà obbligatoria e dovrà avvenire entro 1 anno dall'approvazione e dalla firma del Patto, da parte dei Consigli comunali della città. Il PAES è una componente chiave nell'impegno della città verso una strategia programmatica e operativa di risparmio energetico, perché permette di valutare: il livello di consumo di energia e di emissioni di CO2; consentire un adeguato coinvolgimento e preparazione dei dipendenti interessati dal processo pianificare ed implementare progetti sul lungo periodo predisporre adeguate risorse finanziarie gli eventuali campi di intervento; identificare i settori d'azione; contribuire a mettere in opera le politiche e i programmi necessari nella città, per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2. integrare il PAES nelle pratiche quotidiane dell Amministrazione Comunale documentarsi e trarre spunto dalle politiche energetiche e dalle azioni messe a punto dagli altri comuni aderenti al Patto dei Sindaci garantire il supporto degli stakeholder e dei cittadini L ambito di azione del PAES, deve includere, in linea di massima, i seguenti settori: edilizia, comprese le nuove costruzioni, i nuovi insediamenti, le riqualificazioni e ristrutturazioni importanti; infrastrutture urbane; trasporti e mobilità urbana; partecipazione dei cittadini; 7

8 comportamento energetico intelligente di cittadini, consumatori e imprese; pianificazione territoriale. Il Comune di Bienno ha aderito al patto dei Sindaci con delibera di Consiglio n 45 del Come è attuato il PAES a Bienno Anno di riferimento L anno di riferimento è l anno rispetto al quale viene definito il target di riduzione. Le linee guida per la redazione del PAES suggeriscono di fare riferimento al 1990 (anno base del Pacchetto clima e del Protocollo di Kyoto) o l anno ad esso più vicino per il quale si abbiano dati disponibili. L anno di riferimento di cui appare più semplice e completa l informazione disponibile è il 2005, anno scelto dall UE per l intero pacchetto energia e quindi anche maggiormente in linea con gli obiettivi comunitari. Per Bienno, essendo vigente ormai da diversi anni un Sistema di Gestione Ambientale (SGA) certificato ISO prima ed EMAS 3 poi i dati riferiti all anno 2005 erano immediatamente disponibili, ragion per cui si è optato per questa scelta. Il gruppo di lavoro Nell ambito del Sistema di Gestione Ambientale predisposto all interno dell ente è già stato strutturato un gruppo di lavoro (Comitato Guida) che rappresenta il motore principale del SGA. E costituito da: 1. Responsabile Ambientale: dipendente del comune con funzioni di coordinamento delle attività di raccolta dei dati attraverso acquisizione diretta oppure mediante coinvolgimento dei colleghi detentori dell informazione. E il soggetto che interagisce con gli altri dipendenti comunali; 2. Rappresentante della Giunta: assessore del Comune che fornisce supporto e coordinamento nell attività di raccolta dei dati attraverso il coinvolgimento degli stakeholders del territorio. E il soggetto che interagisce con la Giunta quale organo decisionale; 3. Responsabile dell informazione ambientale, nominato dal Sindaco ai sensi del d.lgs. 195/05, con funzioni di comunicazione da e verso l esterno su tutte le tematiche di tipo ambientale. E il soggetto preposto all interazione immediata con la popolazione. Il Comitato Guida è l organo che si occupa della raccolta dei dati ai fini dell aggiornamento dell AAI 4 ; verifica la realizzazione del programma di miglioramento; si occupa della predisposizione della relazione per il riesame della Direzione, funzionale alla verifica del monitoraggio dell andamento delle prestazioni ambientali. All avvio del progetto il Comitato Guida ha provveduto ad integrare al proprio interno la figura del Responsabile dell energia. Nel Comune di Bienno questa figura è stata individuata nell istruttore tecnico Claudia Botticchio, già Responsabile Ambientale del SGA. Le risorse finanziarie L attuazione del Piano d Azione verrà posta in essere dal Comune in modo graduale, secondo le possibilità concrete e le disponibilità di risorse finanziarie. Per le azioni che necessitano di copertura finanziaria, le risorse saranno reperite sia attraverso la partecipazione a bandi europei, ministeriali e regionali sia attraverso forme di autofinanziamento (ricorso a risorse proprie e accessi al credito). Verranno prese in considerazione dal Comune tutte le possibili forme di reperimento finanziario tra le quali: 3 EMAS (Eco Management and Audit Scheme) definito con Regolamento UE n 1221/ AAI Analisi Ambientale Iniziale che costituisce l insieme di tutte le informazioni e dati del Comune.

9 Fondi di rotazione Finanziamenti tramite terzi Leasing: operativo/capitale Esco Partneship pubblico privata. primo importante passo, che è la valutazione del punto di partenza. E quindi fondamentale pesare, valutandolo tramite un opportuno bilancio, le emissioni di CO2 di cui siamo responsabili (carbon footprint) direttamente e indirettamente, e mantenere in seguito un costante controllo per verificare se le azioni rivolte alla riduzione stanno funzionando o meno. Coinvolgimento dei portatori d interesse Al fine della buona riuscita del Piano D Azione è necessario in coinvolgimento di tutti i protagonisti del mondo civile ed economico del territorio e sovra comunale. Questo coinvolgimento, infatti consente l effettiva consapevolezza di tutti circa il ruolo da giocare da parte di ciascuno. Ecco quindi che lo sviluppo sostenibile necessità di varie forme di coinvolgimento, comunicazione, divulgazione. L Amministrazione ha già aperto un dialogo con diversi soggetti del mondo imprenditoriale, delle associazioni dei consumatori, dei rappresentanti delle categorie produttive e del mondo dell associazionismo in generale per sviluppare questi temi, utilizzando diversi strumenti. Un esempio, l urbanistica partecipata, ovvero il coinvolgimento dei cittadini nelle trasformazioni del paese, realizzato con diversi strumenti, dai più tradizionali ai più innovativi. Importante in tal senso il coinvolgimento nella definizione di un Regolamento edilizio attento agli aspetti energetici che riguarda tutti i soggetti che a vario titolo operano sul territorio. Ruolo importante è assegnato al coinvolgimento dei cittadini al fine di poter spiegare le alternative energetiche disponibili per la realizzazione di interventi di ristrutturazione, ma anche più semplicemente nelle scelte quotidiane di elettrodomestici. Quale strumento utilizzare per effettuare questo calcolo? Non esiste un metodo univoco, vi sono diverse variabili che devono essere tenute in considerazione quando si parla di bilancio di CO2 a livello locale. Mentre a livello nazionale questo metodo è codificato e condiviso tra le diverse nazioni, il problema del livello locale è che isolare territorialmente un Comune, magari di piccole dimensioni non è molto facile. Considerare un Comune come un sistema isoalto non ha senso, quello che si produce e quello che si consuma dipende fortemente dagli scambi con l esterno e significherebbe perdere molte informazioni se non si tenesse conto dei consumi di cui un territorio locale è comunque responsabile. 5 Per valutare la CO2 di un dato territorio anche come indicatore di sostenibilità, dovremmo metodologicamente preoccuparci delle responsabilità delle emissioni e non solo della loro causalità, e inoltre occorre analizzare con chiarezza come e dove l utente a cui si rivolge il bilancio può intervenire per migliorare la situazione. Non a caso è lo stesso ufficio del Patto dei Sindaci ad evidenziare l importanza di indicare le fonti di emissioni sulle quali l ente locale ha poteri di intervenire e su quali no. Questo elemento, non a caso, si ripropone nel Piano d azione per l energia sostenibile ed è l elemento di trade union proprio con il programma di miglioramento ambientale voluto dall Unione Europea nell ambito del Regolamento EMAS III 1221/09. La strategia generale e la metodologia ECORegion La scelta del Comune di ridurre le emissioni di CO2 a livello locale e personale necessita del 5 Si tratta della cosiddetta energia grigia, ovvero di quell energia che è stata utilizzata in altri luoghi per produrre quel determinato prodotto energetico e consentirne l utilizzo finale. 9

10 In questa prospettiva è poco sensato includere nel bilancio le emissioni provenienti dal tratto autostradale che attraversa il territorio comunale perché questo sarebbe gravato da emissioni di CO2 di cui non è direttamente responsabile e su cui non ha possibilità d azione. Esistono molti principi e metodi su cui basare un bilancio di CO2, ciascuno dei quali presenta vantaggi e svantaggi; i due macro principi su cui si basano i bilanci di CO2 sono: 1) si può calcolare il proprio bilancio partendo dai dati di consumo dell energia finale (al netto delle perdite di trasformazione, trasporto e produzione), oppure 2) si può effettuare il calcolo tenendo conto dei fattori LCA (Life Cycle Assessment) dei prodotti energetici. Sulla base dei dubbi e delle perplessità sopra evidenziate, e considerando anche che il Comune di Bienno rappresenta in ogni caso una realtà di piccole dimensioni, in cui non sempre è facile recuperare dati e informazioni, si è deciso di utilizzare uno strumento metodologico che fosse già stato riconosciuto dall Unione Europea come valido per questo tipo di attività, rivolto in modo specifico agli enti locali e con possibilità quindi di comparazione fra realtà diverse. Si è inoltre deciso di utilizzare il metodo LCA perché più completo perché tutte le energia c.d. grigie entrano nel calcolo. ECORegion è un software online, che non richiede alcuna installazione, che consente di calcolare con cadenza annuale il bilancio di CO2 e di consumi energetici del proprio territorio e del proprio ente. Lo strumento è in pratica una macchina di calcolo che utilizza per l elaborazione sia dati di default (top-down) desunti dal modello nazionale, che dati propri locali (bottom-up) calcolati o reperiti in proprio dagli utenti. Con questo metodo si realizza uno strumento flessibile che approssima e integra i dati mancanti e che in definitiva permette di conoscere e monitorare l andamento delle emissioni di CO2 dovute ai consumi energetici del territorio di riferimento. I consumi e le relative emissioni sono suddivise in tre macro settori: Economia, Residenziale, Settore pubblico e 10 per tutti ECORegion permette la ricostruzione della serie storica , con la possibilità di costruire scenari per gli anni futuri. Il software consente poi l archiviazione online in perfetta sicurezza di tutti i dati e la distinzione della parte del bilancio calcolata con dati locali da quella elaborata sulla base di indicatori. I risultati possono essere calcolati come totali o parziali attivando un gran numero di filtri, possono essere rappresentati in numerosi modi come tabelle o grafici e importati sul proprio PC per gli usi più vari. Così per esempio si possono importare i risultati di ECORegion direttamente nel Template del Baseline Emission Inventory, le tabelle previste per il bilancio di CO2 punto di partenza per il Piano d azione energia sostenibile del Patto dei Sindaci. Il Metodo ECORegion si propone di essere, come spesso accade, una soluzione ibrida che, pur mantenendosi all interno dei parametri dei bilanci nazionali e delle linee guida IPCC, utilizza elementi di differenti principi, sempre seguendo l obiettivo di fornire il più possibile uno strumento utile e utilizzabile per gli attori locali e territoriali e in particolar modo per chi come amministratore è chiamato a gestire e organizzare il territorio e le sue attività. La strategia decisa dal Comune ha tenuto in considerazione l obiettivo generale e le azioni che lo stesso ha deciso di intraprendere da alcuni anni e che tutt ora persegue. Inserire il tema del bilancio della CO2 nell ambito del processo di certificazione ambientale riassume l intenzione dell amministrazione di perseguire una politica di sviluppo sostenibile a tutto tondo. Una politica, cioè, che non sia limitata al tema energetico, che, per quanto di impatto e rilevanza estrema nel nostro periodo storico, non rappresenta certo l unico elemento su cui l amministrazione deve focalizzare la propria azione. Non a caso lo stesso schema EMAS pone una particolare attenzione al tema energetico evidenziato l opportunità dell individuazione del Manager dell energia che possa analizzare e monitorare costantemente questo comparto oggetto di registrazione ambientale.

11 Questo intreccio tra il PAES ed EMAS rappresenta esattamente il tipo di approccio delineato dall Unione Europea nella definizione della c.d. cassetta degli attrezzi dello sviluppo sostenibile Ma la realizzazione concreta dello sviluppo sostenibile passa anche attraverso aspetti pragmatici e problematici. A livello locale è importante tenere in debita considerazione la difficoltà nella reperibilità dei dati necessari ad implementare un bilancio di CO2 e soprattutto fare in modo che questo bilancio possa essere ripetuto negli anni, al fine di valutare le variazioni. E spesso difficile contare su grandi disponibilità di risorse da destinare alla redazione di questi bilanci, per cui è importante fornire strumenti snelli e di facile implementazione. Una parte rilevante del lavoro è proprio quella di implementare un sistema che consenta la facile reperibilità negli anni dei dati necessari ed è proprio per questa ragione che viene sviluppato, all interno dell ente, un Sistema di Gestione Ambientale (SGA) con lo scopo di stabilizzare la raccolta dei dati necessari e operare un monitoraggio costante delle azioni previste nel piano. Il vantaggio di Ecoregion è quello di dar vita ad un bilancio iniziale che viene calcolato semplicemente inserendo i dati dello storico sul numero di abitanti e occupati per categoria. Si tratta di un primo bilancio di lavoro di tipo top-down, utile come base e guida per il lavoro successivo, che elabora le emissioni di CO2 locali sulla base dei dati del modello nazionale, associando quindi ai dati locali di abitanti e occupati i dati e i fattori nazionali di emissione. Partendo da questo bilancio iniziale gli utenti possono sovrascrivere i dati top-down con i propri dati bottom-up per gli anni che hanno a disposizione e quindi ridefinire e specificare passo per passo il bilancio in modo che sia più aderente alla reale situazione territoriale e personalizzato. Maggiormente è sviluppato e maturo il SGA maggiori sono i dati propri dell ente (bottom-up) che possono essere inseriti nel software e più preciso diventa il bilancio. organizzativa specifica destinata alla trattazione del tema ambientale con riferimento a tutte le funzioni esercitate dal Comune. L obiettivo dell SGA è quello di identificare tutti gli effetti ambientali generati dall esercizio delle normali attività competenti al Comune, valutandone i punti di forza e le debolezze (legislative, tecniche, organizzative) e definendo quindi dei traguardi di miglioramento della situazione con la prospettiva di prevenire gli effetti ambientali della propria attività. Il Comune è così in grado di ottimizzare le proprie risorse, ridurre gli sprechi e migliorare la propria immagine. I dati di Bienno I dati utilizzati per la compilazione del PAES comunale si basano su banche dati nazionali, inserite in EcoRegion, a cui sono state apportate delle modifiche relativamente ai dati disponibili a livello locale, con particolare riferimento al settore pubblico la cui disponibilità dei dati era assoluta considerando il Sistema di Gestione Ambientale implementato da alcuni anni. In particolare per il calcolo del bilancio iniziale si è preso come punto di partenza l andamento demografico Figura 1 Andamento popolazione Bienno e i dati sugli occupati desunti dalle indagini ISTAT. Essendo Bienno un comune con meno di abitanti non è stato possibile integrare i dati ISTAT al 2001 con quelli della banca dati del registro ASIA Un Sistema di Gestione Ambientale (SGA) consiste nella definizione di una modalità 11 Si è quindi proceduto ad integrare il bilancio iniziale con i dati relativi al trasporto urbano,

12 desunti attraverso il numero di veicoli immatricolati per categoria di veicolo resi disponibili dall ACI. Con questi dati il software procede a moltiplicare automaticamente il numero di veicoli registrati con un fattore di prestazione di trasporto per veicolo. Questo fattore corrisponde al valor medio nazionale. n del dalla Regione Lombardia alla concessione di derivazione acqua dalla sorgente Fontanoni per l uso potabile e idroelettrico. Nel 2010, a fine anno, sono stati messi in funzione anche dei pannelli fotovoltaici sul tetto delle Scuole elementari che sono state oggetto di interventi di rifacimento del cappotto esterno a seguito delle valutazioni derivanti dalla diagnosi energetica svolta sullo stabile. Anno MWh prodotti Fonte idroelettrica , , , , ,657 Tabella 1 Produzione di energia elettrica nel Comune di Bienno. Fonte: Società Fontanoni e Uffici Comunali Figura 2 Numero veicoli immatricolati Fonte ACI Sono quindi stati inseriti i dati disponibili sul patrimonio comunale, il parco veicoli comunale e l illuminazione pubblica Per quanto riguarda gli impianti fotovoltaici si è fatto riferimento alla banca dati nazionali ATLASOLE, il sistema informativo geografico che rappresenta l atlante degli impianti fotovoltaici entrati in esercizio. Dalle informazioni desunte dalla banca dati (numero, potenza, data di entrata in esercizio degli impianti installati nel Comune, si è proceduto al calcolo della produzione considerando mediamente 1380 h 6 di irraggiamento solare del territorio. Il PAES richiede, oltre ai consumi, anche i dati di produzione locale di energia rinnovabile elettrica e termica. Si è quindi proceduto alla verifica della presenza di impianti fotovoltaici, idroelettrici, a biogas/biomassa, etc realizzati dalla Pubblica Amministrazione o da privati. Per le finalità del PAES vengono presi in considerazione solo gli impianti inferiori a 20 MW e non soggetti ad Emission Trading Scheme ETS. Il Comune è comproprietario (insieme ai Comuni di Berzo Inferiore e Cividate Camuno tutti in pari quote) di una centrale idroelettrica sull acquedotto comunale, in località Castagne di Mezzo Breno, la quale genera una potenza di Kw che vengono venduti all ENEL S.p.A.. L energia prodotta è riconosciuta come potenza certificata verde. I Comuni sono stati autorizzati con decreto 12 Figura 3 Potenza cumulata in rapporto al n di impianti nel territorio di Bienno Fonte ATLASOLE 6 Il calcolo è stato effettuato attraverso il calcolatore messo a disposizione dall UE ufficio JRC approssimando per difetto.

13 Alla data del risultano in esercizio 16 impianti a partire dal 2007 (non risultano impianti attivati nell anno di riferimento 2005) per una potenza complessiva di 210,80 KW. Gli impianti maggiori sono uno da 31,5 KW di potenza installato nel 2010 e uno da 19,4 KW di potenza installato a fine

14 Inventario delle emissioni Settore residenziale (Famiglie) Dalla elaborazione dei dati effettuata con Ecoregion risulta un consumo energetico (metodo LCA) in MWh, riferita all anno 2005, come di seguito riassunto: Consumo totale ,32 di cui Metano ,29 16,95% Energia elettrica ,34 47,64% e di cui da fonti rinnovabili Biomassa ,62 0,80% geotermia + collettori solari Il settore residenziale, con ,89 MWh nel 2005, è tra i consumatori maggiori di energia nel comune e interessa il 21,05% del bilancio globale. Dai dati elaborati si evince che il consumo di energia da fonti rinnovabili (da cui è esclusa per convenzione l idroelettrico) è molto bassa, pari solo a circa l 1 % sul totale. Analizzando i dati relativi alla domanda di energia a scala comunale possiamo osservare che il comparto economico e quello dei trasporti incidono in misura maggiore, seguiti subito dopo dai consumi delle famiglie. MWh Famiglie ,89 Economia ,53 Trasporti ,91 Utenze comunali 2.774,34 Veicoli comunali 47,15 Figura 5 Domanda di energia per vettore nel settore residenziale (anno 2005), percentuali ricavate dai valori in MWh, elaborazioni da dati EcoRegion Il gas metano è la fonte energetica più utilizzata dal settore residenziale seguito dall energia elettrica e dal gasolio. Il ricorso a fonti rinnovabili risulta pari solo al 3,55% nell anno 2005 (somma tra biomassa 1.172,50 Mwh e collettori solari 15,27 Mwh). Per quanto riguarda le emissioni di CO2 il settore residenziale incide con 6.380,14 t/anno: CO2 (t/anno) % Famiglie 6.380,14 19,33% Totale ,89 di cui il 55% rappresentato dal metano per riscaldamento. Settore industriale (Economia) Figura 4 Incidenza per settore (Mwh/anno) riferiti all'anno Sono comprese in questa categoria le industrie che non aderiscono al Sistema di scambio delle emissioni di gas a effetto serra (Emission Trading

15 Scheme - ETS). Con un consumo stimato in ,21 MWh nel 2005, il settore industriale costituisce il 49,14% del bilancio complessivo del comune. La domanda del settore industriale è maggiormente orientata verso i consumi di energia elettrica (60.065,32 MWh) a cui fanno seguito i consumi di metano (6.461,28 MWh), seguito poi dal gasolio (4.310,94 MWh) che, diversamente dal settore residenziale, rappresenta ancora un voce non secondaria. Da ultimo va segnalato il dato del carbone fossile con 3.316,26 MWh che rappresenta un settore energetico con forti emissioni di CO2. Il settore terziario ha assorbito, nel 2005, 7.007,32 MWh, pari al 4,46% del consumo totale comunale. I vettori principali impiegati in tale settore sono il metano (2.057,57 MWh) e l energia elettrica (4.296,21 MWh). In termini di CO2 equivalente si registrano livelli non elevati, pari al 4,28% del totale di CO2 emessa dal territorio, di cui l energia elettrica rappresenta certamente la fonte principale (58,89%) seguita dal metano (29,56%). Figura 6 Domanda di energia per vettore nel settore industriale (anno 2005), percentuali ricavate dai valori in MWh, elaborazioni da dati EcoRegion In termini di emissioni energetiche l industria produce ,80 tonnellate equivalenti di CO2, per la maggior parte attraverso l impiego di: t/a CO2 % sul tot Energia elettrica ,13 77,43% Metano 1.257,56 8,49% Gasolio 1.150,39 7,77% Carbone fossile 863,72 5,83% Settore terziario e edilizia pubblica (Economia) 15 Figura 7 Domanda di energia per vettore nel settore industriale (anno 2005), percentuali ricavate dai valori in CO2, elaborazioni da dati EcoRegion All interno del settore terziario sono stati individuati i consumi energetici riferiti al patrimonio comunale. Tutti i dati dettagliati del patrimonio comunale sono riportati nella Dichiarazione Ambientale disponibile anche sul sito internet comunale Edifici comunali EE riscaldamento Scuola materna 20,20 155,18 Scuole medie 13,45 195,26 scuola elementare 69,67 704,84 Centro anziani nd Municipio 29,24

16 Ambulatorio Nd 22,44 Centro sportivo 10,58 29,30 Loc. Nessalveno 0,006 Cristo Re 11,81 Pro Loco, Teatro, gruppi 16,57 37,37 Simoni Fè ex asilo 14,69 30,61 Biblioteca e locali attigui 5,19 Chiesa S. Maria 4,68 34,00 Magazzino via Prati 0,24 Mulino 2,07 Fucina Via Resoleto 0,32 Fucina Franzoni 4,63 Fucina Ludoteca 1,93 Fucina Museo 5,72 Appartamenti comunali EE riscaldamento Via Contrizio 7 nd Via Contrizio 11 nd Via di Mezzo nd 12,85 Stabile via Prati 0,54 Infrastrutture comunali EE riscaldamento Acquedotto Mezzabreno 0,22 Acquedotto Roncolino 0,13 TOTALE 211, ,85 Tabella 2 Domanda di energia degli immobili e infrastrutture comunali Non sono stati compresi nel calcolo i consumi derivanti dalla Chiesa di S. Pietro, che il Comune paga, non trattandosi di edificio di proprietà comunale. Gli appartamenti di proprietà comunale sono stati inseriti nella voce restante e gli acquedotti nella voce infrastruttura pubblica. Nel complesso il settore pubblico, esclusa l illuminazione stradale, ha registrato, nel 2005, un consumo di 2.774,34 MWh, di cui 1.430,77 MWh di metano e 1.343,57 MWh di energia elettrica. Figura 8 Domanda di energia edifici pubblici comunali (anno 2005) percentuali ricavate da valori in MWh, elaborazioni da dati EcoRegion Illuminazione pubblica L illuminazione pubblica rappresenta una voce di particolare rilevanza sul consumo totale dell ente. Con circa 826,56 MWh stimati nel 2005 rappresenta una voce molto rilevante sul totale di 1.343,57 MWh di consumi di energia elettrica del comparto pubblico (i restanti 517,01 MWh sono riferiti al patrimonio immobiliare e alle infrastrutture). Il settore rappresenta lo 0,52% del consumo totale del territorio e il 29,79% del consumo totale di MWh del settore pubblico (comprensivo della voce riscaldamento), nonché l 11,80% dell intero terziario. Tale settore rappresenta l 1,77% del consumo totale del territorio e circa il 39,59% del terziario, quindi una voce rilevante ed in particolare rappresenta il 69,53% dei consumi di MWh di metano di tutto il settore terziario. Figura 9 Consumi elettrici per illuminazione pubblica (anno 2005) sul totale di EE consumata dal settore pubblico. Ppercentuali ricavate da valori in MWh, elaborazioni da dati EcoRegion 16

17 Trasporti urbani Il settore dei trasporti assorbe il 25,38% del bilancio energetico comunale, con un consumo annuo stimato in ,91 MWh nel La domanda energetica dei trasporti urbani vede una netta predominanza nel consumo di gasolio con ,20 MWh (55,50%), seguito dalla benzina con ,01 MWh (40,48%). Si riscontra invece un utilizzo marginale dei combustibili cosiddetti alternativi, con consumi complessivamente inferiori al 3% (0,55% per il gas naturale, 1,48% per il gas liquido). Figura 11 Domanda di energia per categoria di veicolo (anno 2005) percentuali ricavate da valori in MWh, elaborazione da dati EcoRegion Sul totale dei trasporti urbani il consumo dei veicoli di proprietà comunale incide in misura residuale. Il parco veicoli comunali incide per lo 0,12% sul totale dei trasporti urbani (anno 2005) con 47,15 MWh, con un totale di 11,41 tonnellate di CO2 equivalente. Agricoltura (Economia) Figura 10 Domanda di energia per vettore nel settore dei trasporti (anno 2005) percentuali ricavate da valori in MWh, elaborazione da dati EcoRegion L agricoltura rappresenta il settore di minore consumo specifico sia per le modeste richieste energetiche proprie del settore, sia per la scarsa propensione del territorio alla vocazione agricola, storicamente dedito alla lavorazione del ferro a livello industriale. Dall analisi dei dati di emissioni inquinanti osserviamo che, analogamente all andamento dei consumi energetici, il gasolio rappresenta il vettore con i più alti livelli di emissione pari a 5.373,99 tonnellate di CO2 (56,10%), seguito dalla benzina con 3.871,20 tonnellate (40,42%). 17

18 Fonte energetica Energia elettrica Olio combustibile - Gasolio Edifici/ infrastrutture residenziali Edifici/infrast rutture industriali CONSUMO ENERGETICO FINALE MWH Edifici/infrast rutture Trasporto TOTALE terziario Edifici/infra strutture comunali Illuminazio ne pubblica Veicoli comunali TOTALE , , ,21 418, ,58 517,01 826, , , ,94 357, ,16 Benzina , ,01 15,27 15,27 Diesel , ,20 31,88 31,88 Cherosene 373,16 373,16 Metano , , ,57 219, , , ,77 GPL 1.322,48 245,36 241,79 591, ,76 Carbone fossile 8, , ,35 Biomassa 1.172,50 3, ,78 Geotermia 47,57 47,57 Biogas 2.762, ,04 Collettori 2,99 15,27 solari 18,26 Biodisel 6,39 6,39 TOTALE , , , , , ,78 826,56 47, ,49 Tabella 3 Riepilogo consumo energetico finale (MWh) anno Fonte energetica Edifici/ infrastrutture residenziali Edifici/infras trutture industriali EMISSIONI TOTALI DI CO2 DEL COMUNE DI BIENNO Edifici/infras trutture terziario Trasporto TOTALE Edifici/infras trutture comunali Illuminazion e pubblica Veicoli comunali TOTALE Energia elettrica 1.913, ,13 820,34 79, ,08 98,72 157,83 256,55 Olio combustibile - Gasolio 690, ,39 95, ,87 0,00 Benzina 3.871, ,20 3,67 3,67 Diesel 5.373, ,99 7,75 7,75 Cherosene 90,71 90,71 0,00 Metano 3.479, ,56 400,47 42, ,96 278,47 278,47 GPL 272,64 50,58 49,85 121,86 494,93 0,00 Carbone fossile 2,11 863,72 865,83 0,00 Biomassa 21,23 0,06 21,29 0,00 Geotermia 11,13 11,13 0,00 Biogas 21,41 21,41 0,00 Collettori solari 0,29 0,06 0,34 0,00 Biodisel 0,29 0,29 0,00 TOTALE 6.380, , , , ,03 377,19 157,83 11,42 546,44 Tabella 6 Riepilogo emissioni CO2 anno

19 Piano d azione Obiettivi di riduzione Tre sono le linee di sviluppo della Direttiva Europea in tema di riduzione delle emissioni: 1. Riduzione dei consumi da fonti primarie; 2. Riduzione del 20% dei gas climalteranti; 3. Aumento del 20% dell impiego di fonti rinnovabili. Attraverso la verifica con l Annuario Statistico della Regione Lombardia per il Comune di Bienno è prevista una riduzione della popolazione al 2021 pari a 3186 abitanti contro i 3606 del motivo l Amministrazione Comunale congiuntamente con il gruppo di lavoro, ha deciso di concentrare le azioni solamente sugli altri settori. Il PAES, quindi, verrà redatto escludendo gli apporti del settore industriale e qualsiasi tipo di intervento ad esso collegato. L obiettivo di riduzione del 20% al 2020 verrà quindi calcolato senza prendere in considerazione la voce settore secondario o industriale. Ridurre i consumi da fonti primarie del 20% al 2020 significa portare la domanda di energia da ,11 MWh (tale valore non prende in considerazione il settore industrie) ad almeno ,69 MWh, quindi compiere azioni volte all abbattimento di ,55 MWh. Per ragioni prudenziali si ritiene di non fissare l obiettivo al 2020 considerando la diminuzione della popolazione, ma di mantenere il livello di popolazione al Riduzione dei consumi Al 2005 si registra un consumo pari a ,32 MWh distribuito nei seguenti settori: Settore MWh Edifici attrezzature e impianti comunali 1.947,78 Edifici attrezzature e impianti terziari 7.007,32 Edifici residenziali ,89 Illuminazione pubblica comunale 826,56 Industrie (non ETS) ,21 Trasporti ,91 Tabella 4 Domanda di energia (anno 2005) Il settore con la maggior domanda di energia è quello industriale con il 48,14% dei consumi totali. Tuttavia il Comune non ha competenze sul settore industriali, per cui le azioni del Piano si concentreranno su altri settori. Figura 12 Proiezioni al 2020 consumi energetici Abbattimento emissioni Considerando la quantità di CO2 prodotta dal territorio comunale nel 2005 (escludendo come sopra le emissioni derivanti dal settore secondario industriale), pari a ,23 t/a Va chiarito che le linee guida redatte dal JRC consentono la facoltà di non considerare nel bilancio delle emissioni il settore industriale proprio per le ragioni sopra indicate. Per tale 19

20 Settore t/a Edifici attrezzature e impianti terziari 1.219,58 (comunali e non esclusa IIPP) Edifici residenziali 6.380,14 Illuminazione pubblica comunale 157,83 Trasporti 9.580,69 Tabella 5 Emissioni CO2 (anno 2005) è possibile quantificare una riduzione della quantità prodotta al 2020 che si attesta sulle ,58 t/a, pari alla riduzione di 3.467,65 t/a di CO2. Figura 14 Emissioni di CO2 nel 2005 divisa per settori Aumento della quota di fonti rinnovabili Nel 2005 la richiesta di energia da fonti rinnovabili 7 (collettori solari, biogas - solo residenziale o terziario -, biodisel, biomassa, geotermia) corrispondeva solamente al 1,56% del totale. Figura 13 Proiezioni al 2020 emissioni CO2 Il residenziale è il settore che maggiormente fa ricorso a fonti di energia rinnovabile (95,17%), impiegando principalmente biomasse (1.172,50 MWh). Il settore dei trasporti invece, con l impiego di biocombustibili, consuma circa 6,39 MWh. Delle emissioni totali riferite al 2005 sul territorio comunale il 55,26% (9.580,69 t/a) e il 36,80% (6.380,14 t/a) si riferiscono rispettivamente alla voce trasporti e residenziale. Da evidenziare come nel settore terziario sia pressoché dominante la Pubblica Amministrazione comunale con 535,02 t/a (circa il 38,84% del settore) sul totale di 1.377,41 t/a dell interno settore terziario. Figura 15 Ricorso a fonte rinnovabili per settore (anno 2005) Aumentare del 20% la quota di energia da fonti rinnovabili nella copertura dei consumi finali 7 Anche in questo calcolo è escluso il settore industriale. 20

21 significa passare da 1248,01 MWh a 1560,01 MWh di consumo da tali fonti di energia. Incrementando del 20% il ricorso a fonti di energia rinnovabile e nel contempo riducendo i consumi energetici del 20%, si avrebbe al 2020 un consumo percentuale di energia da fonti rinnovabili del 2,44% sul totale. Incrementare ulteriormente le fonti rinnovabili consentirebbe un abbattimento maggiore delle emissioni nel territorio. Strategia generale Il Comune di Bienno ha intrapreso negli ultimi anni una politica di riduzione delle emissioni di CO2 attraverso la realizzazione di pannelli fotovoltaici, ristrutturazione di edifici pubblici per la riduzione di dispersioni termiche; nonché ha attuato una politica di diffusione e comunicazione che è risultata molto positiva nello sviluppo di fonti energetici rinnovabili a servizio delle abitazioni private. Tra queste azioni merita di essere segnalata la sostituzione di tutta l illuminazione pubblica comunale con lampade a LED, realizzata nel corso del 2010, che ha permesso di registrare evidenti segnali di riduzione dell inquinamento luminoso anzitutto, e una riduzione dei consumi energetici del 42% corrispondente a 20 t/a in meno di CO2. Questa politica ha prodotto i suoi effetti al punto che al si registra una diminuzione della CO2 emessa dal territorio pari a ,98 t/a (-1079,25 t/a) corrispondente al 31,12% dell obiettivo finale di riduzione di ,65 t/a di CO2. L obiettivo del 20% del Piano è funzionale al fatto che si tratta di amministrazione locale di piccole dimensioni, che si colloca in un territorio con dinamiche economiche difficili, soprattutto nell attuale momento storico. Si è quindi cercato di valutare risultati realistici e il più possibile attuabili attraverso l intervento dell amministrazione locale. Il settore a cui si impone l obiettivo più rilevante è indubbiamente quello residenziale, prevalentemente attraverso interventi sull involucro edilizio e sull efficienza degli impianti, nonché con lo sviluppo del rinnovabile, si impone una riduzione delle emissioni di circa 1.637,20 t/a 21 (corrispondenti ad una riduzione del fabbisogno energetico pari a 4.983,63 Mwh). Il settore a cui si impone l obiettivo più importante dal punto di vista della buona riuscita del PAES, non tanto per il raggiungimento dell obiettivo finale, quanto per la capacità di fornire spunti riproducibili sul territorio e del buon esempio da offrire ai cittadini, è quello Pubblico, le cui azioni previste contribuiscono alla riduzione di 65,55 t/a (pari a 318,26 Mwh di energia risparmiata). Per contro, è anche il settore che potrebbe risentire maggiormente degli impedimenti burocratici e dei limiti imposti dalla legge. Infine, al settore dei trasporti, è imposto l obiettivo di riduzione di 230,64 t/a delle proprie emissioni. Si tratta di un obiettivo sicuramente ambizioso e di difficile conseguimento perché richiede non un investimento economico ma un cambio di abitudini da parte dei cittadini che devono modificare l utilizzo dell automobile e porre in essere comportamenti differenti. Monitoraggio Il sistema di monitoraggio è attuato attraverso l applicazione degli strumenti già esistenti all interno del Comune (certificato ISO e registrato EMAS). La normativa della certificazione, infatti, prevede obbligatoriamente la definizione di un sistema di monitoraggio per la verifica periodica degli obiettivi definiti e dei risultati raggiunti, nonché del miglioramento delle performance ambientali stabilite. Il sistema viene annualmente verificato da un certificatore accreditato Sincert che può togliere la certificazione qualora rilevi che il sistema di monitoraggio non sia adeguato alle esigenze. I monitoraggi vengono effettuati con strumenti differenti tra loro collegati: 1) con periodicità quadrimestrale vengono effettuati degli audit interni 8, svolti da personale qualificato ISO 19001, che consentono di verificare lo stato di 8 È una valutazione sistematica, documentata, periodica e obiettiva delle prestazioni ambientali di un organizzazione, del sistema di gestione e dei processi destinati alla tutela

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