TUMORI E LESIONI SIMIL-TUMORALI DEL FOLLICOLO PILIFERO
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1 Quaderni di dermatologia, Anno 3, n. 2, Novembre TUMORI E LESIONI SIMIL-TUMORALI DEL FOLLICOLO PILIFERO FRANCESCA ABRAMO Dipartimento di Patologia Animale, Università degli Studi di Pisa INTRODUZIONE Il gruppo di oncologia comparata della World Health Organization 1 ha pubblicato nel 1974 la prima classificazione istologica internazionale dei tumori degli animali domestici e tra questi venivano considerati anche i tumori del follicolo pilifero. Da allora sono seguite altre classificazioni non ufficiali dei tumori cutanei che identificano o un numero limitato di neoplasie 9 o una sottoclassificazione in molteplici piccoli gruppi, considerando la morfologia delle cellule neoplastiche nella loro differenziazione dalle cellule di origine 4. Quest ultima classificazione ha il vantaggio di offrire per la prima volta una dettagliata descrizione delle lesioni simil-tumorali e di classificare alcuni dei tumori a cellule basali come tumori derivanti non dalle cellule dello strato basale dell epidermide ma dal germe pilifero. La nuova entità tumorale è stata denominata tricoblastoma, analogamente a quanto già previsto nella classificazione umana. Nella seguente rassegna verranno presi in considerazione casi di tumori e lesioni simil-tumorali del follicolo pilifero: 308 nel cane (pari al 10,4% di tutti i tumori cutanei) e 50 nel gatto (pari all 8,1% di tutti i tumori cutanei), pervenuti al Registro Tumori del Dipartimento di Patologia Animale della Facoltà di Medicina Veterinaria di Pisa nel periodo compreso tra il 1985 e il Di ogni forma tumorale, classificata in base allo schema proposto da E.J. Walder e T.L. Gross 4, verranno riportati alcuni dati epidemiologici e descritti i principali aspetti macroscopici e microscopici. Nella tabella vengono specificati per ogni tipo di tumore e per alcune delle lesioni simil-tumorali i diversi segmenti del follicolo pilifero da cui prendono origine. LESIONI SIMIL-TUMORALI DEL FOLLICOLO PILIFERO Tra le lesioni simil-tumorali vengono descritte le cisti follicolari, le cisti dermoidi, la displasia focale degli annessi e il poro dilatato del gatto. Cisti follicolari Possono essere congenite, frequenti sulla linea mediana della testa, o conseguire a traumi cronici come nelle zone di pressione, secondarie in questo ad ostruzione degli osti follicolari per fenomeni fibrotico-cicatriziali, o avere origine ignota. Macroscopicamente si presentano come noduli intradermici e/o sottocutanei, singoli o multipli, ben delimitati e del diametro variabile da 1 a 2 cm, alla superficie di taglio evidenziano un materiale omogeneo poltaceo che facilmente fuoriesce dalla cavità (Fig. 1). Istologicamente le cisti follicolari che originano dai tre diversi segmenti del follicolo pilifero si differenziano in base alle caratteristiche della parete e al contenuto di cheratina, riproponendo le diverse modalità di cheratinizzazione della zona infundibolare, dell istmo e della regione bulbare (Fig. 2). La ciste follicolare infundibolare è rivestita da epitelio squamoso con evidenti granuli cheratoialini e contiene frammenti di cheratina ad andamento tipicamente lamellare ondulato (cheratinizzazione cheratoialina). La ciste follicolare istmo-catagena è rivestita da epitelio mancante di uno strato granulare con cheratinociti a citoplasma pallido e vitreo e contiene frammenti di cheratina amorfa e pallida (cheratinizzazione trichilemmale). La ciste follicolare matricale è rivestita da cellule epiteliali basaloidi con nucleo evidente, scarso citoplasma e con passaggio netto ad una cheratinizzazione di tipo matricale, nella cavità sono presenti materiale amorfo con cellule chiare refrattarie ai coloranti o debolmente eosinofile dette cellule ombra ( shadow o ghost cells), aree di melanizzazione e mineralizzazione (cheratinizzazione matricale). La rottura della parete di una ciste follicolare è un evento frequente e spesso rende evidente una lesione che altrimenti potrebbe passare inosservata. In tale caso istologicamente si rileva la presenza di un infiltrato flogistico misto costituito essenzialmente da macrofagi, cellule giganti, linfociti e plasmacellule. Ciste dermoide Spesso congenita ed ereditaria, è considerata una duplicazione dell intera struttura cutanea per anomalia di sviluppo. Nel Rhodesian Ridgeback le cisti dermoidi, definite seni dermoidi, sono localizzate sulla linea mediana del dorso e possono estendersi fino al canale spinale. Istologicamente risultano rivestite da un epitelio che mantiene connessioni con gli annessi riproponendo la normale struttura epidermica (Fig. 3). Nella cavità sono presenti frammenti di cheratina, secreto sebaceo e alcuni residui di peli.
2 16 Francesca Abramo Displasia focale degli annessi È considerata una distorsione dell unità pilo-sebacea per fenomeno cicatriziale o un amartoma comprendente tessuto collagene. Macroscopicamente si presenta come una formazione nodulare solitaria e circoscritta, delle dimensioni variabili tra 1 e 4 cm, frequentemente localizzata agli arti soprattutto in corrispondenza degli spazi interdigitali e dei punti di pressione. All esame istologico si osservano ghiandole sebacee ipertrofiche, follicoli piliferi tortuosi e dilatati ed uno stroma di collagene maturo che tende ad inglobare, separandole, le varie unità pilo-sebacee distorte. FIGURA 1 - Cute regione della testa di un Boxer di 9 anni. Presenza di numerose piccole cisti follicolari contenenti materiale poltaceo brunastro. Poro dilatato del gatto Simile al poro di Winer dell uomo, si riscontra solo nel gatto e si presenta come una massa solitaria, delle dimensioni di solito inferiori ad 1 cm e localizzata sul collo o sulla testa di soggetti sia giovani che adulti. Istologicamente appare come una dilatazione cistica dell infundibolo follicolare con una cavità centrale contenente cheratina. Il rivestimento è costituito da epitelio squamoso marcatamente iperplastico con papille epidermiche perpendicolari alla superficie basale ed allineate in modo parallelo tra loro (aspetto tipicamente dentellato). TUMORI DEL FOLLICOLO PILIFERO FIGURA 2 - Ciste follicolare intradermica caratterizzata da una sottile parete e dalla presenza di strati concentrici di cheratina all interno della cavità (E-E, 5X). FIGURA 3 - Ciste dermoide intradermica. La cavità, contenente cheratina e residui di pelo, è rivestita da epitelio e stutture annessiali (E-E, 5X). Acantoma infundibolare cheratinizzante Nodulo intradermico e/o sottocutaneo delle dimensioni variabili da 1 a 5 cm che, nella maggior parte dei casi, presenta un poro di connessione con la superficie cutanea da cui fuoriesce cheratina. Frequentemente localizzato su dorso, tronco e collo può presentarsi anche in forma multipla (razze nordiche e Pastore Tedesco). Al taglio evidenzia una cavità più o meno ampia contenente materiale omogeneo, poltaceo e brunastro. Istologicamente è possibile evidenziare la tipica struttura con concavità rivolta verso l esterno della superficie cutanea e la connessione con l epidermide. Il punto di passaggio con la superficie cutanea è caratterizzato da un brusco ispessimento dell epitelio che si continua in profondità con piccole formazioni cistiche che producono vortici di cheratina lamellare, trabecole e cordoni cellulari misti a tessuto mixoide (Fig. 4). Nella forma solitaria l escissione chirurgica è ritenuta risolutiva. Nella forma multipla l escissione è consigliata solo se i noduli sono in numero limitato. Nelle forme multiple è stata consigliata la terapia a base di etretinato ed isotretinoina, ma gli studi in proposito sono ancora limitati 3,5. Pilomatricoma Massa sottocutanea delle dimensioni variabili tra 2 e 6 cm, con cavità centrali non in connessione con l esterno, si localizza preferenzialmente nella regione dorsale del collo ma può svilupparsi in qualsiasi altra regione del corpo. Al taglio appare multilobato e possono essere visibili aree di melanizzazione e mineralizzazione (Fig. 5). Istologicamente
3 Quaderni di dermatologia, Anno 3, n. 2, Novembre FIGURA 4 - Acantoma infundibulare cheratinizzante. La parete è costituita da trabecole, cordoni di cellule epiteliali e piccole cisti contenenti vortici di cheratina (E-E, 10X). FIGURA 5 - Cute regione della testa di un Barboncino di 9 anni. Pilomatricoma: massa intradermica lobulata, color bianco calce e brunastro. FIGURA 6 - Pilomatricoma: grossa formazione cistica tappezzata da uno strato di cellule basaloidi e contenente cheratina di tipo matricale, pigmento melaninico ed aree di mineralizzazione (E-E, 10X). FIGURA 7 - Cute del dorso di un cane Pastore Maremmano di 6 anni. Tricoepitelioma: massa intradermica esofitica, con piccole lobulature bianche immerse in uno stroma grigiastro. le formazioni cistiche sono rivestite da cellule basaloidi, basofile, con citoplasma a bordi indistinti e rare aree di epitelio squamoso. Il passaggio dallo strato di cellule basaloidi alla cheratinizzazione di tipo matricale è netto. Essendo solitario e ben demarcato generalmente l escissione chirurgica è risolutiva. Non infrequente è l insorgenza di nuovo tumore in altre sedi (tumore multicentrico). Sono segnalati casi di pilomatricoma maligno 7. Tricoepitelioma Massa solitaria di dimensioni variabili tra 1 e 10 cm, intradermica e/o sottocutanea, induce spesso alterazioni della cute soprastante (alopecia e ulcere). Si riscontra frequentemente sul collo, sul dorso e sugli arti. Al taglio mostra lobulature con piccoli focolai bianchi circondati da uno stroma connettivale grigiastro (Fig. 7). ZONE DEL FOLLICOLO PILIFERO TUMORI LESIONI SIMIL-TUMORALI Infundibolo Acantoma infundibolare Ciste follicolare infundibolare cheratinizzante Istmo Ciste follicolare istmo-catagena Bulbo Pilomatricoma Ciste follicolare matricale Tutti e 3 i segmenti Tricoepitelioma Cisti follicolare mista o ibrida Guaina radice esterna Trichilemmoma Germe primitivo del pelo Tricoblastoma
4 18 Francesca Abramo FIGURA 8 - Tricoepitelioma basaloide: numerose formazioni cistiche tappezzate da cellule basaloidi e contenenti cheratina (E-E, 10X). FIGURA 9 - Trichilemmoma: numerose isole epiteliali circondate da una spessa membrana vitrea e costituite da cellule con citoplasma chiaro e vacuolizzato (PAS, 10X). FIGURA 10 - Cute regione della testa di un Pastore Tedesco di 11 anni. Tricoblastoma: massa intradermica esofitica, color bianco grigiastro, particolarmente traslucida al taglio. FIGURA 11 - Tricoblastoma medusoide. Cordoni di cellule epiteliali, con tipico aspetto a medusa e al centro aree di cheratinizzazione trichilemmale, immersi in abbondante stroma di collagene (E-E, 10X). Istologicamente è costituito da strutture cistiche con epitelio sia di tipo squamoso che basaloide e isole epiteliali di varie dimensioni. Il prevalere di una delle due strutture epiteliali ci permette di distinguere due entità indipendenti, il tricoepitelioma squamoso e il basaloide (Fig. 8). L escissione chirurgica è risolutiva ma occasionalmente può svilupparsi in altre sedi (tumore multicentrico). Trichilemmoma Massa solitaria e circoscritta delle dimensioni variabili da 1 a 7 cm, di solito riscontrata in soggetti adulti. Istologicamente sono descritti il tipo bulbare e l istmo-catageno; nel primo tipo le cellule con citoplasma chiaro e vacuolizzato sono delimitate da una membrana basale spessa e vitrea, nel secondo tipo sono presenti cordoni e trabecole con tendenza alla cheratinizzazione trichilemmale (Fig. 9). Andamento biologico: sono riportati ancora troppi pochi casi per poter prevedere il comportamento biologico del tumore. Tricoblastoma Noduli intradermici e/o sottocutanei di dimensioni variabili tra 1 e 5 cm, cupoliformi, che si localizzano preferenzialmente sulla testa di soggetti in età avanzata (nel gatto spesso dopo i 10 anni). Al taglio mostrano un aspetto traslucido (Fig. 10). Istologicamente possiamo riconoscere due forme, il tipo cordoniforme, frequentemente riscontrato nel cane e caratterizzato da cordoni di cellule che talvolta assumono un tipico aspetto a medusa (Fig. 11), e il tipo trabecolare, di più facile riscontro nel gatto, caratterizzato da isole di cellule che tendono a formare una palizzata periferica. L escissione chirurgica è ritenuta risolutiva ma possono insorgere recidive locali. CONCLUSIONE Anche se per la maggior parte dei tumori del follicolo pilifero considerati il comportamento biologico è beni-
5 Quaderni di dermatologia, Anno 3, n. 2, Novembre gno, è necessario sottolineare come per alcuni di essi sia già stata segnalata la controparte maligna, esempio di ciò è il pilomatricoma maligno o carcinoma matricale 7. Alcuni dei tumori del follicolo pilifero hanno inoltre la tendenza, soprattutto in alcune razze, a localizzarsi in sede multipla, rendendo spesso improponibile un intervento chirurgico (da 30 a 40 noduli nell acantoma infundibolare cheratinizzante multicentrico) 8. Più recentemente è stata anche segnalata l evoluzione verso il carcinoma squamoso da cisti follicolari multiple in un cane 6 e in pecore Merinos 2. Un vantaggio della nuova classificazione è quello di aver distinto il tricoblastoma, tumore ad andamento esclusivamente benigno, dai tumori a cellule basali che, soprattutto nel gatto, possono presentare un quadro istologico con caratteri di malignità ed una evoluzione verso il carcinoma squamoso 3. Bibliografia 1. Bulletin of the World Health Organization. International Histological Classification of Tumors of Domestic Animals. Vol. 50, No 1-2, Carne H.R., Lloyd L.C., Carter H.B. Squamous cell carcinoma associated with cysts in the skin in Merino sheep. Journal of Pathology and Bacteriology. 1963, 86: Goldschmidt M.H., F.S. Shofer. Skin Tumors of the Dog and Cat. Pergamon Press, Oxford, Gross T.L., P.J. Ihrke, E.J. Walder. Veterinary Dermatology. A Macroscopic and Microscopic Evaluation of Canine and Feline Skin Diseease. Mosby Year Book, St. Louis Power H.T., Ihrke P.J. Synthetic retinoids in veterinary dermatology. Veterinary Clinics of North America: Small Animal Practice 1990, 20: Scott D.W., E.A.C. Teixeira. Multiple squamous cell carcinomas arising from multiple cutaneous follicular cysts in a dog. Vet. Dermatol. 1995, 6: Sells D.M., Conroy D.J. Malignant epithelial neoplasia with hair follicle differentiation in dogs. Malignant pilomatrixoma. Journal of Comparative Pathology 1976, 86; Stannard A.A., Pulley L.T. Tumors in Domestic Animals. Ed. Moulton J.E., 2nd edition, University of California, Berkeley, Yager J.A., B.P. Wilcock. Color Atlas and Text: Surgical Pathology of the dog and cat: Dermatopathology and skin tumors. Vol 1 ed. Wolfe 1: 230, 1994.
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