Ente Parco di Montemarcello-Magra Parco Naturale Regionale.
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- Mauro Ilario Di Gregorio
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1 Ente Parco di Montemarcello-Magra Parco Naturale Regionale. Progetto Pilota riproducibile mirato alla riabilitazione ed all'inserimento socio lavorativo di soggetti portatori di patologie psichiche attraverso la terapia occupazionale e orticolturale λογοσ Logos servizi
2 Ente Parco di Montemarcello-Magra Parco Naturale Regionale. i n d i c e pag. 2 relazione sul ruolo dell ortoterapia pag. 13 progetto del sito Piano di Beverino pag. 27 relazione minima sulla fitocenosi pag. 33 schede di coltivazione pag. 67 analisi terreno collinare Beverino pag. 70 giardino delle farfalle pag. 74 aspetti gestionali
3 λογοσ Logos servizi
4 Un mazzetto di fiori stretto in una mano, le cui dita rappresentano la frase ti voglio bene e' il simbolo della terapia orticolturale dal sito della Kansas State University. 1
5 Premessa: In tutti i miti la terra ha un ruolo primordiale: è la grande madre, il ventre materno, il linguaggio della natura e il linguaggio dell'anima. L'alchimia proponeva una visione simbolica della natura che è un libro che occorre imparare a leggere per conoscere noi stessi. Il grande giardino della natura è il luogo del medico del corpo e dello spirito. Il giardino, sia naturale che dell'uomo, può essere declinato attraverso l'incontro dei suoi paesaggi, anche agrari, e l'utilizzo che ne viene fatto: giardini di pace, delle emozioni, dei sensi, massonici, simbolici, filosofici, alchemici, fantastici, dell'armonia. di amore e di tolleranza; luoghi che possiamo variamente e diversamente utilizzare in funzione di obbiettivi differenti. Nel passato molte persone hanno tratto positivi benefici dall'interazione con le piante e con la natura: il recente ridestarsi di interesse ha fatto sorgere una terminologia varia che identifica tali attività quali terapia orticolturale HT(Horticultural Therapy), terapia del giardinaggio, orticoltura sociale e giardinaggio terapeutico; questi termini sono spesso usati in maniera interscambiabile e con il termine terapia orticolturale si ricomprendono i vari interventi sia terapeutici che occupazionali. L'HT rappresenta un modello di come l'agricoltura multifunzionale ed il giardinaggio servano per la riabilitazione psichiatrica ed occupazionale. Il progetto pilota ha questi obiettivi: attraverso l impianto dell azienda agricola sociale luogo/laboratorio nel quale la terapia orticolturale ed occupazionale sarà praticata. 2
6 La terminologia da A.H.T.A. (American Horticultural Therapy Association) Terapia orticolturale (HT) E' l'impiego di un utente in attività agricole e di giardinaggio facilitato da un trained therapist con obbiettivi specifici e documentati di trattamento; il processo stesso è considerato attività terapeutica. I programmi terapeutici possono essere adottati in una varietà di cure, riabilitazioni e comunità terapeutiche. Horticultural therapeutic E' un processo che usa le piante e la relazione con esse come mezzo per creare well-being nei partecipanti. Gli obiettivi non sono definiti clinicamente né documentati. Il leader usa il contatto con il giardinaggio e l'orticultura come un medium per il benessere umano. Social horticulture ( o community horticulture) Non vi sono trattamenti né obiettivi terapeutici, infatti non è presente alcun terapeuta: il focus è un'interazione sociale attraverso le attività di giardinaggio ed agricole in generale, in Italia fra le aziende agricole multifunzionali si considerano anche le aziende che praticano agricoltura sociale, sia per inserire disabili nei processi produttivi che come luogo di socializzazione (P.S.R ). Vocational horticulture Consente con la terapia occupazionale l'inserimento (dopo il training) di individui per lavorare in aziende agricole o di gestione del verde al fine di raggiungere l'indipendenza o la semi-indipendenza economica. Questi soggetti possono non essere disabili, ma anche fasce deboli del mercato del lavoro come le donne retravailler. 3
7 Breve storia dell'ht L'utilizzo dell'orticoltura e del giardinaggio in rapporto ai sensi data dal 2000 A.C.. Infatti i fertili fiumi della valle del Tigri e dell'eufrate ispirarono i primi giardini dei sensi. I Persiani, circa nel 500 a.c., crearono giardini per compiacere tutti i sensi, bellezza, fragranza, musica (acqua) e temperature miti. Nel 1100 San Bernardo descrive il giardino del monastero di Clairaux riferendo sui benefìci terapeutici del silenzio, del verde, dei profumi e del canto degli uccelli( Gerlach Spriggs, Kaupfman & Warner, 1998). Nel 1699 Leonard Maeger scriveva che non vi è modo migliore di conservare la propria salute che lavorare in giardino (English gardener). Nel 1812 il Dottor Benjamin Rush professore dell'istituto di Medicina e Pratiche Cliniche dell'università della Pennsylvania (conosciuto per il suo ruolo nello sviluppo della psichiatria moderna) pubblicò il suo libro Medical inquirers and observation upon diseases of the mind che introdusse il metodo scientifico in base al quale la lavorazione del terreno e in rapporto con le piante può avere un benefico effetto sulla salute mentale. Da allora l'agricoltura e le attività di giardinaggio furono incluse negli ospedali psichiatrici: primo esempio conosciuto data nella Philadelphia del Nel 1879 fu costruito il primo giardino terapeutico che iniziò la lunga tradizione della terapia orticolturale. Programmi di HT furono utilizzati in migliaia di interventi di riabilitazione di reduci della prima e seconda guerra mondiale. Negli anni '50 del secolo scorso Alice Burlingame progettò corsi di terapia orticolturale al Pontiac State Hospital e fu attivato il primo master in HT alla Michigan State University. Nel 1960 la Burlingame scrisse il primo libro sulla terapia orticolturale con il Dr. Donald Watson, Therapy through Horticulture (Burlingame & Watson 1960). Negli anni 70 fu istituito il primo corso di laurea universitaria presso la Kansas State University in collaborazione con il National Council Job Therapy, & Rehabilitation. I programmi di HT si sono diffusi in Australia, Giappone, Canada, Gran Bretagna (l'università di Reading rilascia un certificato in Social and Therapeutic Horticulture). In Italia la Scuola Agraria del Parco di Monza organizza corsi professionali in materia. La formazione Il primo master in HT risale agli ani 50 presso la Michigan State University ed il primo corso di laurea universitario è stato istituito 30 anni fa presso la Kansas State University in collaborazione con il National Concil Therapy & Rehabilitation through horticulture. Interessanti programmi di HT sono attuati in Australia dall Horticulturale Therapy Society e Giappone da Japan Horticultural Society. 4
8 In Gran Bretagna Università di Reading rilascia un Certificate in Social and Therapeutic Horticulture. La prestigiosa American Horticulture Therapy Association (AHTA),associazione senza fini di lucro, ha messo a punto uno schema di registrazione volontaria dei professionisti basato su un sistema di accreditamento a punti, ottenibili per lo più frequentando corsi ufficialmente riconosciuti, (ma anche dimostrando attività pubblicistica e ed altre esperienze professionali). organizzato nei seguenti livelli: Horticultural Therapist Assistant (HTA) (personale con ridotta esperienza in HT ma con almeno 500 ore di attività volontaria o retribuita). Horticultural Therapist Registered (HTR) (minimo una esperienza di 2000 ore retribuite). Master Horticultural Therapist (almeno 8000 ore retribuite). I programmi formativi includono le seguenti materie: specializzazione in terapia orticolturale; tecniche di HT tarate sui bisogni della popolazione; programmazione dell'ht (analisi dei bisogni, pianificazione delle attività e definizione degli obbiettivi); ricerca; programmazione (funding); grant writing; scienze orticolturali; management; botanica, propagazione delle piante, scienze del suolo, entomologia, patologia vegetale, fisiologia; progettazione e disegno del paesaggio; disegno dei fiori; scienze terapeutica human; psicologia; sociologia; dinamica di gruppo; riabilitazione vocazionale (occupazionale); Servizi e skills terapeutici; Anatomia e fisiologia; linguaggio dei segni, C.P.R., interventi sulle crisi. In attesa anche in Italia del riconoscimento della figura del terapista orticolturale, anche se alcune esperienze formative sono in atto (come i corsi della scuola Agraria del Parco di Monza o altre agenzie formative) appare necessario formare il personale preparato nella gestione del paziente psichiatrico ed esperto in orticoltura. Il progetto pilota è stato inserito nel programma triennale delle politiche attive del lavoro della Provincia della Spezia, partner del progetto. Le azioni formative richieste sono un corso di qualifica per terapista orticolturale: l'agricoltura e il 5
9 giardinaggio e infatti non sono limitate solamente allo sviluppo di attività simboliche e riabilitative ma anche produttive; corso per operatore agricolo (biologico e biodinamico) rivolto ai riabilitandi: occorre verificare la sperimentabilità e finanziabilità di inserimenti lavorativi di lungo periodo: la terra e la natura hanno propri cicli e la formazione in situazione è essenziale, occorre inoltre verificare eventuali differenze di genere. Esistono diverse interpretazioni dell'operatività dell'ht, da una branca dell'ergoterapia alla declinazione di quelle interazioni non strutturate che riguardano anche il permanere in giardini perchè le immagini, il silenzio e i suoni della natura riducono lo stress, infatti la tipologia di programmi dell'ht e dei giardini terapeutici riguardano: programmi di riabilitazione occupazionale, vocazionale e per-vocazionale; programmi per ospedali psichiatrici e sulla salute mentale; programmi sull'abuso di sostanza stupefacenti; ospedali, cliniche, e centri attrezzati; programmi di cure palliative; centri oncologici; programmi correzionali; rifugi per i senzatetto e vittime di abusi; scuole pubbliche e private; orti sociali; giardini botanici. 6
10 Le possibilità di inserimenti lavorativi Diane Relf, individua quattro elementi per classificare un'attività come HT: una procedura di trattamento centrata su operazioni che riguardano le piante; un paziente a cui sia stata definita sia la diagnosi che la terapia; un obbiettivo dell'intervento opportunamente valutato e misurato; un professionista qualificato che somministri il trattamento. L'HT può far parte a pieno titolo di processi terapeutici-riabilitativi di persone afflitte da rilevanti problemi mentali, fisici o sociali, in quanto offre abilità motorie, stimola le capacità di problem solving, restituisce al paziente fiducia nelle proprie capacità, lo rende consapevole dello spazio, facilita il rapporto con il mondo esterno, contribuendo in maniera determinante al raggiungimento di un fondamentale obiettivo riabilitativo: il recupero di abilità per una qualità di vita accettabile. Ma si può andare oltre: un paziente in buon equilibrio, adeguatamente qualificato nel settore del giardinaggio e della cura delle piante può essere inserito in cooperative sociali che si occupano di manutenzione e sorveglianza del verde ornamentale pubblico e privato, anche se dovranno esservi limiti e vincoli sì che le operazioni complesse e particolarmente pericolose, quali la preparazione e somministrazione dei trattamenti antiparassitari, l'uso di macchine, il lavoro in quota, dovranno essere evitate, o quantomeno essere eseguite sotto la diretta sorveglianza del tutore. Per l'ht, così come per altre forme di riabilitazione di attualità (ippoterapia, pet therapy, musicoterapia), il ruolo del riabilitatore rimane fondamentale. Occorre ottimizzare l'integrazione degli interventi medici, sociali e riabilitativi nel paziente con disagio psichico. Gli elementi qualificanti dell'ht sono di natura fisica e psichica, connessi al fatto che nell'accrescere l'autostima del paziente. riscoprire la propria manualità, e svolgere un'attività fisica. Nell'acquisire competenze strumentali relative alle attività di HT, impara ad interagire con lo spazio circostante e a comprendere il valore del fattore "tempo", inteso come quello "proprio" e quello relativo alle diverse fasi vitali del mondo vegetale. Il rapporto di natura affettiva che si viene ad instaurare tra la persona e la pianta che cresce, grazie alle sue emozioni, risveglia capacità emotive distrutte da anni di malattia. Imparare a prendersi cura di un altro organismo implica una assunzione di responsabilità, con conseguente aumento di fiducia in se stessi e nelle proprie capacità; la non comune soddisfazione di ottenere un risultato concreto e tangibile è un altro elemento qualificante. Il lavoro di gruppo, che spesso utilizza L'HT, poi, sviluppa un senso di appartenenza e favorisce la socializzazione e la necessità di superare gli imprevisti legati alla coltivazione fa sì che ben poche altre attività riabilitative riescono a condensare la capacità del problem solving come L'HT. Esperienze La complessità dell'intervento pone l'esigenza di ricercare best manual practice. Alcune esperienze riguardano il progetto oliveto La Rocca di Pietrasanta che attraverso il progetto 7
11 olivicoltura di qualità in collaborazione con l'a.r.s.i.a. Toscana ha consentito di inserire sette utenti seguiti dal servizio di salute mentale della A.S.L. in un'attività lavorativa, evitando un intervento solo di tipo assistenziale o economico. La comunità montana dell'alta Versilia ha inoltre realizzato un progetto per un centro di onoterapia. Tutti gli interventi che riguardano altre attività produttive sono stati gestiti dall'associazione l'uovo di Colombo ONLUS. Nel parco della Facoltà di Agraria dell'università di Pisa: in collaborazione con la locale ASL, sono in corso programmi di inserimento di pazienti psichiatrici riabilitati e formati professionalmente alla cura del verde. Recentemente sono state emanate dalla Regione Liguria le linee guida relative alla progettazione di un giardino sensoriale per malati di Alzheimer finanziato dalla Fondazione Carispe e realizzato in Comune di Brugnato. Nella Provincia di La Spezia è attiva l esperienza di inserimento di disabili nell attività agricola della Cooperativa CILS. Il ruolo dell'agricoltura sociale e l'ht Il Piano di Sviluppo Rurale (PSR) 2007/2013 rilancia il ruolo dell agricoltura multifunzionale e sociale e soprattutto della cooperazione sociale La considerazione del lavoro agricolo come fattore di salute mentale era emersa fin dall inizio nel dibattito scientifico che aveva dato vita alla disciplina psichiatrica. In quesiti e osservazioni mediche sui disturbi della mente si ritrova un'osservazione di Benjamin Rush divenuta storica, perché ormai è riportata da tutti i testi anglosassoni che trattano l argomento. Rush osservò che le persone con problemi psichiatrici ospedalizzate miglioravano se, essendo maschi, venivano coinvolte in operazioni di giardinaggio in senso allargato (tagliare legna, preparare il fuoco, zappare) ed essendo donne, collaboravano alle operazioni domestiche (lavare, stirare, pulire i pavimenti). Le persone di classi sociali superiori, invece, che normalmente erano esonerate da compiti di questo genere, languivano, spegnendosi lentamente tra le pareti dell ospedale. In poche parole Rush confermò, nell ambito degli studi psichiatrici del suo tempo, che relegare la persona con problemi psichiatrici in una condizione di assoluta inattività e di mancanza totale di coinvolgimento non fa che peggiorare la sua situazione, mentre un attività manuale, in particolare a contatto con la terra e con la natura, aiuta il processo di guarigione. La funzione sociale dell agricoltura ha subito nel tempo un evoluzione di pari passo con il processo di industrializzazione che ha investito il settore primario e che, come è noto, è avvenuto nel nostro paese con enorme ritardo e con caratteri del tutto peculiari: si diffuse la proprietà coltivatrice e iniziò a prendere corpo il fenomeno dell agricoltura a tempo parziale. Gli addetti agricoli erano ancora 8,6 milioni nel Scesero a meno di 5 milioni dieci anni dopo. Tra il 1951 e il 1971 le campagne persero 4,4 milioni di agricoltori, ma guadagnarono 1,9 milioni di operai, 8
12 impiegati e artigiani. Ogni anno 260 mila contadini lasciavano l agricoltura, negli anni Sessanta diventarono Per la prima volta, da secoli, incominciò a scarseggiare la manodopera agricola e aumentò il costo del lavoro. L esigenza di produrre di più e la minore disponibilità di braccia portarono verso l integrale meccanizzazione delle operazioni colturali. Nel Mezzogiorno l esodo fu imponente. Tra il 1955 e il milioni di persone spostarono la residenza dal Sud in un comune settentrionale, e si trattò per lo più di uomini e giovani, tutti o quasi provenienti dall agricoltura. A seguito di tali processi anche il paesaggio agrario mutò: un nuovo paesaggio rurale veniva a testimoniare gli effetti della grande trasformazione. Negli anni Novanta questo movimento trova un primo assestamento normativo nella cooperazione sociale. Con la legge 381/91 sono state istituite le cooperative sociali, definite anche come enti ibridi, per la finalità sociale che perseguono, per il carattere privato della struttura di impresa e per la proiezione esterna del principio di mutualità, cioè la sua estensione a persone con bisogni sociali. Quella normativa ha previsto esplicitamente che le cooperative sociali potessero svolgere attività agricole. Alla fine del 2001, tra le cooperative di tipo B, cioè quelle la cui attività è finalizzata all integrazione lavorativa di persone svantaggiate, circa il 46% presentava come lavoratori svantaggiati esclusivamente persone con disabilità e tra queste cooperative il 16,7% operava in ambito agricolo. Si trattava complessivamente di 143 cooperative, distribuite fra tutte le regioni italiane, ma per la metà localizzate in Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Lazio e Sicilia. Se si considera che le donne operanti nelle cooperative sociali sono complessivamente il 70% e che la stragrande maggioranza delle esperienze sono basate su forme di gestione familiare e comunitaria, si può agevolmente ritenere che nell Agricoltura Sociale sia notevole il protagonismo femminile. Alla fine del 2003, le cooperative di tipo B sono diventate e le persone svantaggiate coinvolte sono , con un incremento del 26,1% rispetto al La percentuale di soggetti svantaggiati presenti in cooperativa rispetto al totale dei lavoratori si attesta, a livello nazionale, al 46,5%, ben al di sopra del limite minimo (30%) stabilito dalla legge 381 del Le cooperative sociali che operano in ambito agricolo sono 471 su tutto il territorio nazionale. Si tratta di un numero significativo ma ancora limitato, che denota da parte del movimento della cooperazione sociale una scarsa consapevolezza dell effettiva opportunità lavorativa per le persone svantaggiate rappresentata dalle attività agricole. Pur mancando, come si è detto, studi specifici sull inserimento lavorativo in ambito agricolo di persone svantaggiate, un documento redatto da un gruppo di esperti europei sulla situazione occupazionale delle persone con disabilità, quantifica nella misura del 5,7% la quota di occupati in agricoltura sul totale dei disabili che lavorano. Un dato superiore a quello relativo agli occupati complessivi (disabili e non), che a livello comunitario risultano impiegati nel settore primario per il 4%.. Sul finire degli anni Novanta un importante spazio di azione si è aperto grazie alla legge sui beni confiscati alla mafia. Nel 1996 l Associazione Libera, fondata da don Luigi Ciotti, aveva promosso una petizione popolare e presentato al Parlamento un milione di firme per utilizzare a fini sociali i beni 9
13 confiscati alla mafia. Con l emanazione del provvedimento si è avviato quello straordinario processo con cui i beni confiscati alla mafia, in particolare terreni e fabbricati rurali, sono stati recuperati a un utilizzo di interesse collettivo. Si chiama Dopo di noi il progetto che prevede come prendersi carico delle persone disabili quando la famiglia non è più in grado di farlo. Con Decreto Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 13 dicembre 2001, n. 470, si sono fissati criteri e modalità per la concessione di finanziamenti a sostegno di progetti Dopo di noi. Si tratta della legge 109 del 1996 che reca Disposizioni in materia di gestione di beni sequestrati o confiscati., col coinvolgimento, in molti casi, di persone svantaggiate. Sono nate così le prime cooperative agrisociali siciliane e calabresi che sfidano con coraggio le organizzazioni mafiose nel cuore dei loro possedimenti e contendono a queste il controllo del territorio e dell economia locale, su cui la mafia fonda buona parte del suo potere criminale anche sulla società civile. Ma dando uno sguardo a quello che avviene in Europa, il panorama delle potenzialità occupazionali per le persone svantaggiate da parte dell agricoltura diventa ancor più variegato. Le esperienze più significative in Europa ci dicono che il mondo della produzione agricola può cogliere nell Agricoltura Sociale. 10
14 Benefits of Horticultural Therapy and Therapeutic Gardens The benefits of involvement in horticultural activities and exposure to nature can be seen in cognitive, psychological, social, and physical realms and research continues to reveal these connections across many groups of people. The following list includes some of the benefits that have been cited in the literature. Please note that many of these studies report on specific populations and the benefits may or may not be applicable to all groups. Coqnitive Benefits: Enhance cognitive functioning (Kaplan & Kaplan, 1989; Cimprich, 1993; Herzog, Black, Fountaine & Knotts, 1997) Improve concentration (Wells,2000; Taylor et al., 2001) Stimulate memory (Namazi & Haynes, 1994). Improve goal achievement (Willets & Sperling, 1983). Improve attentional capacity (Haftig, Mang & Evans, 1991; Ulrich et al., 1991; Ulrich & Parsons 1992; Ulrich, L999; Taylor et al., 2001) Psvcholoqical Benefits: Improve quality of life (Willets & Sperling, 1983; Waliczeketal., 1996) Increase self-sistem (Moore, 1989; Blair et al., 1991; Smith & Aldous, 1994; Feenstra et al., 1999; Pothukuchi & Bickes, 2001) Improve sense of well-being (Relf et a.1992; Ulrich & Parsons, 1992; Galindo & Rodriguez, 2000; Kaplan, 2001; Jarrott, Kwack & Relf, 2002; Barnicle & Stoelzle Midden 2003; Haftig, 2003) Reduce stress (Ulrich & Parsons, 1992; Whitehouse et al., 2001; Rodiek, 20A2) Improve mood (Wichrowski, Whiteson, Haas, Mola & Rey, 2005; Whitehouse et al., 2001) Decrease anxiety (Mooney & Milstein, 1994) Alleviate depression (Relf, 1978; Mooney & Milstein, 1994; Cooper Marcus & Barnes, 1999) Increase sense of control (Relf et al., 1992) Improve sense of personal wofth (Smith & Aldous, 1994) Increase feelings of calm and relaxation (Moore, 1989; Relf et al., 1992) Increase sense of stability (Blair et al., 1991; Feenstra et al., 1999; Pothukuchi & Bickes, 2001) Improve perconal satisfaction (Blair et al., 1991; Smith & Aldous, 1994; Feenstra et al., 1999; Pothukuchi & Bickes, 2001) Increase sense of pride and accomplishment (Hill & Relf, 1982; Matsuo, 1995) Social Benefits: Improve social integration (Kweon, Sullivan & Wiley, 1998) Increase social interaction (Langer & Rodin, 1976; Moore, 1989; Perrins-Margalis, Rugletic, Schepis, Stepanski, & Walsh 2000). Provide for healthier patterns of social functioning (Langer & Rodin, 1976; Kuo, Barcaicoa & Sullivan, 1998) Improved group cohesiveness (Bunn, 1986) 11
15 Phvsical Benefits: Improve immune response (Haftig, Mang & Evans, 1991; Ulrich et al., 1991; Ulrich & Parsons 1992; Ulrich, 1999) Decrease stress (Rodiek, 2002) Decrease health rate (Wichrowski, Whiteson, Haas, Mola & Rey, 2005) Promote physical health (Ulrich & Parsons, 1992; Kweon, Sullivan & Wiley, 1998; Cooper Marcus & Barnes, 1999; Armstrong, 2000; Rodiek,2002) Improve fine and gross motor skills and eye-hand coordination (Moore, 1989) Bibliografia Barnicle T., Midden K.S. (2003) -The effects of a horticulture activity program on the psychological well-being of older people in a long-term care facility. Horttechnology Calderoni G., Finco R. Esperienze di riabilitazione di persone portatrici di disagio psichiatrico attraverso percorsi formativi e di orientamento al lavoro nel campo dell'attività florovivaistica. Dennis L. (1994) -Garden for life: Horticulture for people with special needs. UEP, University of Saskatchewan. Saskatoon. Canada Ferrini F., E. Trombettoni (2000) - Un bisogno ancestrale: l'importanza della Horticultural therapy, Acer. Ferrini F.. Vaggioli P. (2001) -Horticultural therapy: le relazioni uomo-pianta. Linea Verde. Finuola R., Pascale A. (2008) - L'agricoltura sociale nelle politiche pubbliche Quaderni INEA Hewson M. (1996) -Horticulture as a therapy: A practical guide for using orticulture as a therapeutic tool. Homewood Health Centre, Guelph, Ontario, Canada. Lorenzini G., Lenzi A. (2003) Un nuovo ruolo per il verde urbano: la riabilitazione psichiatrica. Informatori Agrari Malo L. (2003) -HT activity booklet N.1. Canadian Horticulture Therapy Association, Guelph. Ontario. Relf D., DeHart-Bennett M. (1990) -Characteristics of horticultural businesses hiring persons with mental retardation. Journal of Therapeutíc Horticulture. Zerbini S., Ponzellini C. (1997) -La Scuola Agraria del Parco di Monza per l'educazione ambientale e la "terapia orticolturale". III giornate scientifiche SOI, Orto-Floro-Frutticoltura amatoriale. Cesena. 12
16 L agricoltura sociale in Europa L agricoltura sociale in Europa è diffusa nei Paesi Bassi, Norvegia, Italia, Belgio, Slovenia, Svizzera, Germania e Austria. Mentre nel Regno Unito e Svezia è diffusa la terapia orticolturale ed in Finlandia le terapie assistite con animali. Dimensione dell agricoltura sociale in alcuni paesi europei Paesi Bassi 600 Norvegia 500 Italia 500 Austria 300 Germania 150 Fiandre 140 n.b.: Le car farms Olandesi sono decuplicate nell ultimo quinquennio I cantieri aperti In Italia Università della Tuscia e Università di Pisa AIAB: promozione delle biofattorie sociali ARSIA: animazione in Toscana sull AS ALPA: creazione di uno sportello informativo Provincia di Roma: Forum delle Fattorie Sociali La Rete delle Fattorie Sociali Il Lombrico sociale blog dedicato all AS In Europa 13 La COST Action europea Green Care in Agriculture Il progetto europeo SoFar Social Farming La Community of Practice Farming for Health
17 Progetto del sito denominato Piano di Beverino L'Azienda Agricola, luogo laboratorio dell'inserimento lavorativo ha l'esigenza di ampliare la S.A.U. attraverso l'utilizzo di terreni incolti di proprietà demaniale. I terreni individuati quale estensione progettuale ricadono nel comune di Beverino e sono censiti: Terreni demaniali in Beverino F.16 e F.15 Foglio Mappale Mq /p /p Totale foglio /p Totale foglio Totale generale La superficie totale interessata dal progetto è di ha , l area è facilmente accessibile attraverso una strada vicinale e raggiungibile tramite una diramazione della strada dei Tedeschi e quindi collegata al sito di proprietà dell Ente Parco Montemarcello Magra nel quale insiste il fabbricato rurale oggetto di recupero di infrastrutture a fini socio assistenziali. 14
18 Il progetto pilota può essere ampliato attraverso la coltivazione di questa vasta area pianeggiante localizzata sulla destra idrografica del corso del fiume Vara. Il substrato geologico è costituito da depositi alluvionali, il clima di questa zona presenta una piovosità piuttosto elevata (circa mm. annui) con un massimo assoluto autunnale e un massimo relativo primaverile, come da dati termoudometrici e delle precipitazioni predisposti dal C.A.A.R. Sarzana (all. 1). Il clima è mite con inverni non eccessivamente rigidi e temperature medie annuali pari a 13,9 C, l area è interessata da un clima sub-mediterraneo, periumido e fresco, la zona fitoclimatica corrispondente è il lauretum sotto zona fredda. Il suolo, a seguito dei dati di analisi forniti dal Laboratorio Analisi Regionali Terreni e Produzioni Vegetali della Regione Liguria, presenta una classe granulometrica dal triangolo della tessitura francosabbioso con il 72,7% di sabbia e il 7,5% di argilla, con la reazione ph del suolo subalcalina, conducibilità molto bassa, rapporto C/N equilibrato, un contenuto di sostanze organiche relativamente elevato, suolo scarsamente calcareo e capacità di scambio cationico media (pari a 13 meq/100g -1 ). Per quanto attiene al contenuto degli elementi nutritivi si rimanda al grafico allegato. Nell area considerata insistono sia colture foraggere che di frumento tenero e di patata, abbiamo quindi inteso valutare l attitudine del suolo per la gestione aziendale e per la programmazione a livello puntuale del progetto pilota, riferendoci così al frumento tenero ed alla patata, perchè la coltivazione della stessa può rappresentare un interessante prodotto tipico vendibile attraverso i Gruppi d'acquisto Solidale o direttamente in Azienda. Il frumento tenero è stato individuato perchè il sito può diventare sede di un campo varietale per determinare le varietà che meglio si attaglino alla coltura non irrigua, in un momento in cui l'acqua sta diventando un fattore limitante. Il sito si presta inoltre alla realizzazione di un giardino delle farfalle,di seguito esplicitato dalle linee guida progettuali predisposte dalla Prof.ssa Rossi del Dipartimento di Coltivazione e Difesa delle Specie Legnose G.Scaramuzzi Sez. Entomologia Agraria dell Università degli Studi di Pisa, anche in virtù della presenza di esemplari di Zerynthia polyxena Denis & Schiffermüller catturati nell'areale come da all. 2 La relazione minima sulla fitocenosi della zona denominata Piano di Beverino è propedeutica sia all'individuazione di aromatiche coltivabili che alla predisposizione delle relative schede di coltivazione. L'elenco delle specie erbacee può rappresentare un'utile indicazione per la progettazione di un giardino delle aromatiche. 15
19 (Solanum tuberosum, L.) Descrizione della coltura La patata è una pianta erbacea perenne a coltura annuale, provvista di fusti sotterranei carnosi trasformati, detti stoloni, gli ingrossamenti dei quali, i tuberi, costituiscono il prodotto commestibile: le patate. I tuberi sono provvisti di gemme (dette occhi) da cui prende avvio lo sviluppo della parte aerea della pianta. Le foglie sono di un bel colore verde, imparipennate, glabre nella pagina superiore e pelose in quella inferiore. I fiori, riuniti a grappoli, hanno calice verde formato da cinque sepali uniti, e corolla bianca o rosea formata da cinque petali, in parte concresciuti a formare un breve tubo che si apre in un largo lobo. Il frutto è una bacca carnosa, prima verde e poi scura, tondeggiante, contenente numerosi semi piccoli, appiattiti. La patata ha un fusto aereo di colore verde bruno ricoperto di peli, lungo da 50 a 100 cm circa, in posizione eretta nella fase iniziale dello sviluppo e prostrato verso il suolo a crescita avvenuta. La patata è conosciuta circa da 8000 anni, come testimoniano alcuni reperti storici. Gli Spagnoli la conobbero durante la conquista dell America del Sud. La pianta era invece sfuggita a Cristoforo Colombo, perchè la sua coltivazione veniva fatta solo sulle Ande, ma ebbe modo di gustare e di vedere altre piante da radice e tuberi come la manioca e l igname, specie di aree litoranee, con maggiore esigenze termiche. La patata è originaria del Messico e dell'america meridionale, dove è diffusa fino alle estremità meridionali del Cile. Le antiche popolazioni della Cordigliera delle Ande hanno addomesticato questa pianta da tempo immemorabile, più di 4000 anni fa, selezionandone un numero enorme di varietà adatte in pratica a tutti i climi. Il suo nome attuale deriva da batata, voce quechua. Nella nostra mente "patata" è associata a "montagna". In montagna le patate sono più saporite, più sane, perché meno soggette ai parassiti, alla peronospora, ai batteri ed alle virosi trasmesse dagli afidi che, a causa delle basse temperature, hanno un minor numero di generazioni. Portata in Europa dagli Spagnoli nel 1570, solo nel 1586 arrivò in Irlanda, dove venne immediatamente accettata come importante prodotto agricolo ed entrò nella dieta della gente povera. In Italia la patata si diffuse agli inizi dell Ottocento per merito del veneziano Vincenzo Dandolo. Oggi la sua coltivazione è diffusa in tutto il mondo ed è tra i più importanti alimenti del genere umano. Il suo alto contenuto di amido e il suo discreto contenuto di proteine, oltre alla vitamina C, la rendono un cibo ideale. La patata produce più energia dei cereali per unità di superficie coltivata. I tuberi si conservano preferibilmente in locali privi di luce per limitare la germogliazione ed è buona norma, di tanto in tanto, eliminare i germogli che si sviluppano. Le patate che diventano verdi contengono degli alcaloidi velenosi 16
20 (solanina). Le varietà coltivate in Italia sono molto numerose. La varietà locale ligure per eccellenza è la patata quarantina bianca, che è compresa nell'atlante regionale dei prodotti tradizionali coltivata su tutto il territorio dell'entroterra genovese e in parte dello spezzino. Ha un tubero a forma rotonda o rotonda/ovale, buccia liscia di colore giallo; pasta di colore bianco; germoglio a colorazione antocianica della base blu violetto. Fiori con frequenza bassa e colore bianco della parte interna: il germoglio presenta una colorazione antocianica poco intensa, gemme mediamente profonde e sfumature rosa chiara alla base del germoglio. Qualità culinarie di tipo B (adatta a tutti gli usi) con scarsa consistenza della polpa e aspetto umido, non farinoso a granulazione fine; gusto tipico di patata poco pronunciato, senza retrogusti, delicato, è considerato la più antica e la più buona varietà locale. 17
si comporta come perenne grazie alla sua propagazione attraverso i tuberi
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