A cura di Wildlife Research Unit, Laboratorio di Ecologia Applicata del Dipartimento di Agraria

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1 SIC Gole di Pennadomo e Torricella Peligna - Piano Gestione della chirotterofauna e dell ittiofauna 1 STUDI CHIROTTEROLOGICI E ITTIOLOGICI VOLTI ALLA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO DI GESTIONE E PROTEZIONE DEL TERRITORIO DEL SITO DI INTERESSE COMUNITARIO IT GOLE DI PENNADOMO E TORRICELLA PELIGNA NELL AMBITO DEL PROGETTO RELATIVO AL FINANZIAMENTO CONCESSO DALLA REGIONE ABRUZZO CON IL PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE MISURA A cura di Wildlife Research Unit, Laboratorio di Ecologia Applicata del Dipartimento di Agraria Responsabile scientifico: Prof. Danilo Russo Consulenti: Dott. Leonardo Ancillotto (chirotteri) Dott.ssa Pierlisa Di Felice (ittiofauna)

2 SIC Gole di Pennadomo e Torricella Peligna - Piano Gestione della chirotterofauna e dell ittiofauna 2 Piano di gestione della chirotterofauna

3 SIC Gole di Pennadomo e Torricella Peligna - Piano Gestione della chirotterofauna e dell ittiofauna 3 Introduzione Il presente studio ha avuto lo scopo di indagare e definire le prime conoscenze originali sulla chirotterofauna presente all'interno del SIC Gole di Pennadomo, per il quale non si hanno informazioni al riguardo. Obiettivo principale è quindi definire una check-list aggiornata delle specie presenti nell'area di studio, al fine di delineare una guida per la gestione del territorio in funzione della conservazione dei chirotteri presenti. I Chirotteri costituiscono il secondo gruppo tra i mammiferi (dopo i Roditori) per abbondanza di specie, la maggior parte delle quali risulta attualmente in declino, sia globalmente (Hutson et al. 2001) sia in Italia. I fattori di minaccia sono principalmente costituiti dal disturbo, l alterazione o la distruzione di siti di rifugio (roost), il degrado o la scomparsa degli habitat di alimentazione, l intensificazione agricola ed una scorretta gestione forestale, oltre che dalla persecuzione diretta dovuta a miti e false credenze. Tutte le specie presenti in territorio italiano sono incluse nell Allegato IV della Direttiva Comunitaria Habitat 92/43/CEE, e13 di queste specie compaiono anche nell Allegato II (per le quali è prevista la designazione di SIC). La recente adesione dell Italia al Bat Agreement (Agreement on the Conservation of Populations of European Bats), sviluppato a partire dalla Convenzione di Bonn sulle specie migratrici, è stata ratificata con la Legge 27 maggio 2005 n In sinergia con questi provvedimenti legali è auspicabile un aumento delle attività di monitoraggio a livello locale e nazionale per definire la reale distribuzione delle specie sul territorio italiano, in modo da attuare puntuali azioni mirate alla conservazione delle popolazioni presenti. Obiettivi del lavoro: check-list della chirottero-fauna presente all'interno del SIC identificazione di aree importanti per la conservazione dei chirotteri stesura di linee guida per la gestione del territorio

4 SIC Gole di Pennadomo e Torricella Peligna - Piano Gestione della chirotterofauna e dell ittiofauna 4 Metodi Tutte le tecniche adottate sono conformi alle indicazioni contenute nelle Linee Guida per il Monitoraggio dei Chirotteri al cap. 4 (Russo, 2004). Catture Le catture temporanee cono state condotte previa autorizzazione del Ministero dell Ambiente (Protocollo /02/ PNM-II) ricorrendo a reti mist-net di dimensioni 2.4x6 m e 2.4x12 m poste su corsi d'acqua o tese attraverso potenziali corridoi di volo (margini ecotonali, corridoi in bosco, radure ecc.). Gli esemplari catturati sono stati sottoposti al rilievo delle misure biometriche di base (lunghezza avambraccio e massa corporea, ottenute rispettivamente con calibro di precisione 0.1 mm e bilancia digitale di 0.1 g), nonché all osservazione di sesso, classe di età (giovane o adulto) e stato riproduttivo. Gli individui così catturati vengono manipolati per il tempo strettamente necessario alla registrazione dei suddetti dati ed immediatamente rilasciati presso il sito di cattura, in modo da limitare eccessivo stress ed interferire il meno possibile sul comportamento naturale dei chirotteri catturati. Rilievi ultrasonori Sono state condotte registrazioni con bat detector nella modalità di campionamento diretto di ultrasuoni (mediante un Pettersson D1000X) e tramite registrazione automatica (mediante due registratori Pettersson D500X). Il campionamento diretto, ovvero l'acquisizione di segnali ultrasonori digitalizzati in tempo reale, consente di individuare rapidamente, tramite transetti e/o punti di ascolto, le aree maggiormente frequentate dai chirotteri, soprattutto per le specie più frequenti in un'area. Per il presente progetto sono stati effettuati rilievi diretti associati a transetti a piedi e su veicolo a bassa velocità, in modo

5 SIC Gole di Pennadomo e Torricella Peligna - Piano Gestione della chirotterofauna e dell ittiofauna 5 da coprire diverse tipologie ambientali (macchia, bosco, coltivo, ripariale, urbano) in ogni transetto effettuato. Il campionamento automatico invece consente di registrare per lunghi periodi e standardizzare le modalità di registrazione (durata, triggering, sensibilità ecc.), fornendo un valido strumento per la registrazione di specie presenti anche a basse densità. Le stazioni di campionamento automatico sono state scelte opportunisticamente presso punti ritenuti idonei per il foraggiamento o lo spostamento (commuting) di chirotteri (filari, siepi, corsi d'acqua, radure). I segnali così acquisiti sono stati digitalizzati sotto forma di file audio in formato.wav e analizzati in laboratorio mediante il software BatSound 3.31 (Pettersson Elektronik AB). Per l analisi spettrografica è stata adottata una finestra di Hamming; le misure di tempo sono state tratte dagli oscillogrammi, quelle di frequenza dallo spettrogramma e la frequenza di massima energia dallo spettro di potenza del segnale. L identificazione a livello specifico è stata limitata ai segnali di buona qualità applicando le funzioni discriminanti (DFA) sviluppate per l Italia da Russo e Jones (2002). Queste si basano su un set di variabili prefissato, e prevedono la comparazione statistica di un segnale con un ampio database di riferimento relativo a chirotteri di identità nota. Il responso è accompagnato da un livello di probabilità di classificazione corretta che rende possibile una valutazione dell attendibilità della performance di classificazione. Nei casi in cui il responso è caratterizzato da un basso livello di probabilità, esso può essere non considerato sufficientemente attendibile, come fatto nel presente studio, limitando la diagnosi al solo livello del genere. Così, ad esempio, alcuni passaggi di individui appartenenti al genere Myotis pur essendo identificati a livello di specie con l analisi DFA, sono stati attribuiti a Myotis sp. in quanto in quei casi la probabilità di classificazione corretta si è rivelata troppo bassa, a nostro giudizio, per essere accettata. Analisi dei dati Dalle registrazioni così ottenute sono stati estratti dati sulla ricchezza specifica (numero di specie

6 SIC Gole di Pennadomo e Torricella Peligna - Piano Gestione della chirotterofauna e dell ittiofauna 6 per sito di registrazione) e sulla frequenza di utilizzo (numero di passaggi per minuto) sia per tutte le specie sia singolarmente (per le specie per le quali è stato ottenuto un numero di passaggi > 20), classificando i siti di registrazione in 4 categorie ambientali: ambiente ripariale, urbano, coltivi, macchia-bosco. È stata poi condotta un'analisi della varianza sui dati così ottenuti (ANOVA e Tukey's post hoc test) per rilevare eventuali differenze nell'uso delle differenti tipologie ambientali da parte dei chirotteri ed evidenziare quelle con maggior diversità specifica, delineando pertanto le emergenze per la conservazione della chirotterofauna dell'area. Risultati I rilievi sono stati effettuati nei mesi tra maggio e luglio 2013, in modo da coprire il periodo di attività di tutte le specie di chirotteri potenzialmente presenti nell'area ed ottimizzare lo sforzo di campo. Sono state effettuate 5 sessioni di catture (totale: circa 30 ore), 5 sessioni di registrazioni dirette (5 transetti, totale circa 30 ore) e realizzate circa 50 ore totali di registrazioni in automatico (in 10 punti di ascolto). In totale sono state registrati 298 passaggi di chirotteri, appartenenti ad almeno 11 specie differenti. Gli ambienti ripariali all'interno dell'area sono risultati quelli con maggior ricchezza specifica (F = 14.91, p=0.002) rispetto a tutte le altre tipologie ambientali. L'attività totale (per tutte le specie insieme) non è risultata significativamente differente tra ambienti diversi (F =1.88; p=0.195); tuttavia, a parità di ore di registrazione, gli ambienti maggiormente frequentati da chirotteri nell'area sono stati, in ordine: ripariale (n passaggi= 127), bosco-boscaglia (n=35), coltivi (n=27) e urbano (n=10). 1,12 1,12 Checklist aggiornata delle specie presenti nel SIC

7 SIC Gole di Pennadomo e Torricella Peligna - Piano Gestione della chirotterofauna e dell ittiofauna 7 Nome scientifico Nome comune Tipologia del dato Rhinolophus ferrumequinum Ferro di cavallo maggiore Bat detector Pipistrellus pipistrellus Pipistrello nano Bat detector; Cattura Pipistrellus pygmaeus Pipistrello pigmeo Bat detector Pipistrellus kuhlii Pipistrello albolimbato Bat detector; Cattura Hypsugo savii Pipistrello di Savi Bat detector Tadarida teniotis Molosso di Cestoni Bat detector Miniopterus shreibersii Miniottero Bat detector; Cattura Myotis daubentonii Vespertilio di Daubenton Bat detector; Cattura Myotis nattereri Vespertilio di Natterer Bat detector; Cattura Myotis mystacinus Vespertilio mustacchino Cattura Myotis emarginatus Vespertilio smarginato Cattura Descrizione delle specie segnalate Di seguito,sezione dedicata a descrizione, cenni sulla biologia delle specie censite nell'area e commenti sulla presenza delle stesse all'interno del SIC, organizzata per schede monografiche.

8 SIC Gole di Pennadomo e Torricella Peligna - Piano Gestione della chirotterofauna e dell ittiofauna 8 Rhinolophus ferrumequinum, Schreber, 1774 Rinolofo maggiore o Ferro di cavallo maggiore Distribuzione geografica Distribuzione ampia in tutta Europa, Africa settentrionale, regione Himalayana, Cina e Giappone. In Italia è segnalata in tutte le regioni. Habitat frequentati Frequenta soprattutto i sistemo agro-pastorali intervallati da aree boschive, con predilezione per aree caratterizzate da moderata pressione antropica. I rifugi riproduttivi sono spesso costituiti da edifici, dei quali vengono utilizzati soprattutto spazi ampi come soffitte e solai, mentre i rifugi invernali sono generalmente posti all interno di cavità ipogee naturali (grotte, preferenzialmente calcaree) o artificiali (bunker). Biologia I rifugi riproduttivi sono occupati da metà primavera fino all inizio dell autunno, quando gli animali si spostano verso i quartieri invernali. Le colonie estive sono composte da individui di ambo i sessi, in numero variabile da poche unità a diverse decine. La dieta si basa principalmente su insetti di grandi dimensioni quali Lepidotteri e Coleotteri, che vengono catturati in volo o, a volte, individuati da un posatoio. Status e conservazione In Europa: Least Concern (IUCN 2007) In Italia: Vulnerable (Lista Rossa Nazionale Mammiferi 2013) Tutela: Direttiva Habitat 92/43/CEE, allegato IV; Legge 11 febbraio 1992, n Presenza nell'area di studio Il rinolofo maggiore è presente all'interno del SIC, anche se probabilmente a bassa densità, essendo stato rilevato esclusivamente (tramite registrazione ultrasonora) in una stazione (Ponte di fronte alle Gole).

9 SIC Gole di Pennadomo e Torricella Peligna - Piano Gestione della chirotterofauna e dell ittiofauna 9 Illustra zione 1: Primo piano di rinolofo maggiore (Rhinolophus ferrumequinum). Foto di L. Cistrone

10 SIC Gole di Pennadomo e Torricella Peligna - Piano Gestione della chirotterofauna e dell ittiofauna 10 Pipistrellus pipistrellus, Schreber, 1774 Pipistrello nano Distribuzione geografica L'areale della specie è molto ampio, comprendendo praticamente tutta l'europa continentale. In Italia è presente in tutte le regioni. Habitat frequentati E' una specie versatile, che utilizza un ampio spettro di habitat per il foraggiamento, comprese le aree urbane. I rifugi sono comunemente posti su edifici, ma utilizza anche fessure in roccia, cavità di alberi e bat box. Biologia Come per la maggior parte dei Chirotteri europei, la specie è attiva esclusivamente nei mesi tra marzo e novembre, andando in letargo nel resto dell'anno. Le colonie riproduttive si formano a inizio estate, mentre gli accoppiamenti avvengono in autunno, con la formazione di harem da parte dei maschi. La dieta è simile a quella del congenere P. pygmaeus dal quale si distingue per essere maggiormente generalista sia per la selezione delle prede sia degli habitat di foraggiamento. Status e conservazione In Europa: Least Concern (IUCN 2007) In Italia: Least Concern (Lista Rossa Nazionale Mammiferi 2013) Tutela: Direttiva Habitat 92/43/CEE, allegato IV; Legge 11 febbraio 1992, n. 157 Presenza nell'area di studio La specie è molto frequente in tutta l'area del SIC, ed è stata rilevata in pressoché tutte le unità di rilevamento, in tutte le tipologie ambientali, anche in prossimità del centro abitato di Pennadomo, probabilmente a causa dell'uso che la specie fa degli edifici come siti di rifugio.

11 SIC Gole di Pennadomo e Torricella Peligna - Piano Gestione della chirotterofauna e dell ittiofauna 11 Illustrazione 2: Pipistrello nano (Pipistrellus pipistrellus). Foto di L. Ancillotto

12 SIC Gole di Pennadomo e Torricella Peligna - Piano Gestione della chirotterofauna e dell ittiofauna 12 Pipistrellus pygameus, Leach, 1825 Pipistrello pigmeo Distribuzione geografica Questa specie è stata solo recentemente distinta dal congenere P. pipistrellus, dalla quale è distinguibile con certezza esclusivamente attraverso analisi genetica e/o analisi acustica dei segnali di ecolocalizzazione, e pertanto la sua distribuzione, soprattutto su piccola scala, richiede ulteriori approfondimenti. La sua distribuzione in Europa è piuttosto ampia, spingendosi a nord fino alla penisola scandinava e ad est fino alla Turchia, comprendendo pressoché tutta l area dell Europa centrale e mediterranea. In Italia la specie sembra meno frequente ed uniformemente distribuita rispetto a P. pipistrellus. Habitat frequentati Il pipistrello pigmeo risulta più selettivo della specie gemella P. pipistrellus, essendo legato essenzialmente ad aree umide di varia natura e ad ambienti forestali più o meno estesi. Utilizza come rifugi sia strutture antropiche (edifici, bat box) sia naturali (fessure in roccia, cavità di alberi). Biologia Visti gli ambienti a cui la specie è legata, la dieta del pipistrello pigmeo è composta principalmente da piccoli insetti con stadi larvali acquatici (Ditteri: Chironomidi, Culicidae) che vengono catturati in volo in prossimità dei corpi d acqua e su margini forestali. Le colonie riproduttive, spesso molto numerose, si formano in estate, quando vengono partoriti uno o due piccoli da ciascuna femmina. Gli accoppiamenti avvengono a fine estate-inizio autunno, spesso in seguito alla formazione di harem da parte dei maschi. Status e conservazione In Europa: Least Concern (IUCN 2007) In Italia: Data Deficient (Lista Rossa Nazionale Mammiferi 2013) Tutela: Direttiva Habitat 92/43/CEE, allegato IV: compresa nel taxon P. pipistrellus all'epoca dell'emanazione della Direttiva; Legge 11 febbraio 1992, n Presenza nell'area di studio La specie è presente nell'area del SIC, con registrazioni ultrasonore in prossimità delle Gole e lungo il corso d'acqua che scorre da queste, nonché presso la località Il Colle. È da considerarsi non

13 SIC Gole di Pennadomo e Torricella Peligna - Piano Gestione della chirotterofauna e dell ittiofauna 13 particolarmente frequente, essendo una specie tendenzialmente legata alle aree umide. Illustrazione 3: Primo piano di Pipistrello pigmeo (Pipistrellus pygmaeus). Foto di L. Ancillotto

14 SIC Gole di Pennadomo e Torricella Peligna - Piano Gestione della chirotterofauna e dell ittiofauna 14 Pipistrellus kuhlii, Kuhl, 1817 Pipistrello albolimbato Distribuzione geografica Specie ampiamente distribuita nell Europa centro-meridionale, fino all India orientale attraverso il Caucaso, ed in Africa settentrionale. In Italia è presente ed ampiamente distribuita su tutto il territorio nazionale. Habitat frequentati È una specie squisitamente antropofila, che frequenta principalmente gli ambienti urbani, anche intensamente antropizzati, ma risulta più abbondante in contesti suburbani ed intervallati da sistemi agro-pastorali. I rifugi, sia invernali sia estivi, sono quasi sempre su edifici, dove vengono utilizzate strutture che formano fessure strette, quali spazi dietro le grondaie, vani degli avvolgibili, spazi tra le tegole o i rivestimenti, spaccature e crepe. È inoltre una frequente colonizzatrice di bat box, e molto spesso è osservabile in caccia presso l illuminazione stradale artificiale. Biologia Forma colonie riproduttive di dimensioni medio piccole (15-50 individui). Le femmine partoriscono tra giugno e luglio uno o più spesso due piccoli ciascuna. La dieta è composta principalmente da piccoli Ditteri, Imenotteri, Lepidotteri e Coleotteri, che cattura in volo. Non è raro rinvenirla in attività anche durante i mesi invernali, in concomitanza con innalzamenti di temperatura improvvisi. Status e conservazione In Europa: Least Concern (IUCN 2007) In Italia: Least Concern (Lista Rossa Nazionale Mammiferi 2013) Tutela: Direttiva Habitat 92/43/CEE, allegato IV; Legge 11 febbraio 1992, n Presenza nell'area di studio La specie è da considerarsi ubiquitaria all'interno dell'area, ma è particolarmente frequente in prossimità di nuclei edificati (Pennadomo, Morretto), probabilmente in relazione alla preferenza che la specie presenta per gli edifici come siti di rifugio e formazione delle colonie. È la specie più frequentemente registrata tramite rilievo acustico all'interno dell'area.

15 SIC Gole di Pennadomo e Torricella Peligna - Piano Gestione della chirotterofauna e dell ittiofauna 15 Illustrazione 4: Pipistrello albolimbato (Pipistrellus kuhlii). Foto di L. Ancillotto

16 SIC Gole di Pennadomo e Torricella Peligna - Piano Gestione della chirotterofauna e dell ittiofauna 16 Hypsugo savii, Bonaparte, 1837 Pipistrello di Savi Distribuzione geografica L areale della specie si estende dall Europa centro-meridionale fino all India e al Giappone, attraverso tutta l area mediterranea (Africa settentrionale compresa) ed il medio oriente. In Italia è segnalata in tutte le regioni. Habitat frequentati È un chirottero dall ecologia molto plastica, potendo frequentare sia aree ad alto disturbo antropico (metropoli) sia ad alta naturalità, tra le quali sembra preferire zone rocciose e boscate. Utilizza come rifugi una grande varietà di strutture antropiche (grondaie, vani degli avvolgibili, spazi tra le tegole, intercapedini, bat box) sia naturali (tronchi cavi, spaccature in roccia), che vengono occupati sia in estate sia in inverno. Gli habitat di foraggiamento sono costituiti principalmente da agglomerati urbani intervallati da aree verdi di varia natura (giardini, boschi, pascoli) o zone ripariali lungo corsi d acqua. È tra le specie che utilizzano l'illuminazione stradale artificiale come territorio di caccia in aree urbane. Biologia Il pipistrello di Savi è attivo nei mesi tra Marzo e Ottobre, ma anche oltre se il clima lo consente, andando in letargo per il resto dell anno. La dieta è composta principalmente da piccoli Ditteri, Lepidotteri ed Imenotteri, che vengono cacciati in volo, spesso nelle vicinanze dell illuminazione artificiale delle strade. Le colonie riproduttive si formano ad inizio estate e sono composte da gruppi più o meno numerosi (in un range tra 10 e 70 circa). Le femmine danno in genere alla luce due piccoli ad ogni parto. Status e conservazione In Europa: Least Concern (IUCN 2007) In Italia: Least Concern (Lista Rossa Nazionale Mammiferi 2013) Tutela: Direttiva Habitat 92/43/CEE, allegato IV; Legge 11 febbraio 1992, n È una delle specie più abbondanti negli ambienti antropizzati e non sembra soffrire particolarmente della modificazione degli habitat. Presenza nell'area di studio

17 SIC Gole di Pennadomo e Torricella Peligna - Piano Gestione della chirotterofauna e dell ittiofauna 17 Come per il pipistrello albolimbato, la specie è da considerarsi ubiquitaria, pur essendo particolarmente frequente in prossimità dei nuclei edificati (Pennadomo, Morretto) e lungo il torrente antistante le Gole, probabilmente in relazione alla preferenza che la specie presenta per gli edifici come siti di rifugio e formazione delle colonie. È la seconda specie (dopo P. kuhlii) più frequentemente registrata tramite rilievo acustico all'interno dell'area. lustrazione 5: Pipistrello di Savi (Hypsugo savii). Foto di L. Ancillotto Il

18 SIC Gole di Pennadomo e Torricella Peligna - Piano Gestione della chirotterofauna e dell ittiofauna 18 Tadarida teniotis, Rafinesque, 1814 Molosso di Cestoni Distribuzione geografica Il molosso di Cestoni presenta un areale particolarmente ampio, che si estende dal bacino del Mediterraneo fino al Giappone, comprendendo Medio Oriente, Asia centrale e Cina meridionale. In Italia le informazioni sulla distribuzione puntuale di questa specie sono scarse, ma è presumibilmente presente in tutta la penisola, con maggior frequenza nelle regioni centromeridionali e rivolte sulla costa tirrenica. Habitat frequentati I rifugi naturali di questa specie sono costituiti da spaccature e fessure, tendenzialmente ad andamento verticale, su pareti rocciose in un ampio spettro di tipologie ambientali, dalle falesie delle scogliere sul mare fino alle fessure su pareti oltre i 2000 m s.l.m. Adattandosi ad occupare interstizi su edifici, il molosso di Cestoni è particolarmente frequente negli ambienti urbani in tutto il suo areale. Utilizza per il foraggiamento principalmente aree aperte, spesso in vicinanza di corsi d'acqua. Biologia Il molosso di Cestoni risulta attivo durante tutto l'anno, a differenza della maggior parte dei chirotteri dei climi temperati. I rifugi sono comunemente posti su edifici, dove la specie occupa intercapedini e fessure poste sulle facciate di alti palazzi. È una specie in grado di compiere spostamenti di larga portata per raggiungere le aree di alimentazione, con un raggio d'azione di circa 30 Km intorno al rifugio. L'alimentazione è costituita essenzialmente da lepidotteri notturni, spesso catturati ad alta quota. Le colonie riproduttive si formano tra metà giugno e metà luglio, quando le femmine partoriscono un unico piccolo, che prende il volo dopo circa due mesi dalla nascita. Status e conservazione In Europa: Least Concern (IUCN 2001) In Italia: Least Concern (Lista Rossa Nazionale Mammiferi 2013) Tutela: Direttiva Habitat 92/43/CEE, allegato IV; Legge 11 febbraio 1992, n Presenza nell'area di studio

19 SIC Gole di Pennadomo e Torricella Peligna - Piano Gestione della chirotterofauna e dell ittiofauna 19 Il molosso di Cestoni è relativamente frequente all'interno dell'area. Essendo specie tipicamente rupicola ed antropofila (utilizzando infatti come rifugi fessure su pareti rocciose e/o edifici) la maggior parte delle registrazioni ascrivibili a T. teniotis si concentra presso il sito delle Gole e sue immediate vicinanze; la specie è stata registrata in pressoché tutte le stazioni, probabilmente in seguito alla grande mobilità e facilità di registrazione che la contraddistingue. Illustrazione 6: Molosso di Cestoni (Tadarida teniotis). Foto di L. Ancillotto

20 SIC Gole di Pennadomo e Torricella Peligna - Piano Gestione della chirotterofauna e dell ittiofauna 20 Miniopterus schreibersii, Kuhl, 1817 Distribuzione geografica la specie presenta un areale di grande estensione, spaziando dall'europa centro-meridionale fino all'estremo Oriente (Cina e Giappone), Australia e, verso sud, all'africa sub-sahariana. In Italia è segnalata per tutte le regioni. Habitat frequentati i rifugi sono sempre costituiti da cavità ipogee, di solito naturali (grotte), a quota medio-bassa, dove vengono formate colonie composte anche da migliaia di individui. Frequenta opportunisticamente un gran numero di ambienti, ma vola preferenzialmente in spazi aperti, anche in relazione alla morfologia dell'ala ed alla struttura dei segnali di ecolocalizzazione. Biologia il miniottero è strettamente legato ad aree con presenza di rifugi ipogei, utilizzando raramente altre tipologie di ripari. È una specie in grado di compiere grandi spostamenti sia giornalieri sia a livello stagionale, utilizzando roost anche a grande distanza gli uni dagli altri. I rifugi estivi dove si formano le grandi colonie riproduttive sono generalmente differenti da quelli invernali, dove la specie passa il letargo. Status e conservazione In Europa: Least Concern (IUCN 2001) In Italia: Vulnerable (Lista Rossa Nazionale Mammiferi 2013) Tutela: Direttiva Habitat 92/43/CEE, allegato IV; Legge 11 febbraio 1992, n Presenza nell'area di studio la specie è stata rilevata esclusivamente tramite cattura di un individuo (maschio adulto, non riproduttivo) nelle vicinanze delle Gole. La grande mobilità del miniottero e l'assenza di grandi cavità ipogee all'interno del SIC rendono improbabile la presenza di colonie stabili di questa specie, che comunque sembra frequentare, seppur irregolarmente, le zone aperte ricadenti all'interno dell'area.

21 SIC Gole di Pennadomo e Torricella Peligna - Piano Gestione della chirotterofauna e dell ittiofauna 21 Illustrazione 7: Primo piano di Miniottero (Miniopterus schreibersii). Foto di L. Cistrone

22 SIC Gole di Pennadomo e Torricella Peligna - Piano Gestione della chirotterofauna e dell ittiofauna 22 Myotis daubentonii, Kuhl, 1817 Vespertilio di Daubenton Distribuzione geografica Specie diffusa in gran parte del continente europeo, a nord fino al 60 parallelo circa. In Asia è presente fino alla Cina meridionale. In Italia la specie è piuttosto diffusa, e presumibilmente presente su tutto il territorio nazionale. Habitat frequentati Il vespertilio di Daubenton è estremamente legata alla presenza di corpi idrici più o meno estesi, che costituiscono il principale habitat di foraggiamento. Sono utilizzate anche aree al margine di boschi e radure. I rifugi riproduttivi sono generalmente su strutture di origine antropica poste nelle vicinanze dei corpi d acqua (ponti, mulini, edifici) o all interno di cavità di tronchi ed alberi. In inverno vengono utilizzati principalmente cavità ipogee, dove la specie trascorre il letargo. Biologia La dieta di questa specie è composta quasi interamente da insetti con stadi larvali acquatici, e particolarmente Ditteri (Chironomidi, Culicidi), che vengono catturati sopra i corsi d acqua o direttamente dalla superficie dell acqua stessa. Occasionalmente possono essere predati anche piccoli pesci. Le colonie sono generalmente composte da individui dello stesso sesso, in numero variabile tra le poche unità e il centinaio. Status e conservazione In Europa: Least Concern (IUCN 2007) In Italia: Least Concern (Lista Rossa Nazionale Mammiferi 2013) Tutela: Direttiva Habitat 92/43/CEE, allegato IV; Legge 11 febbraio 1992, n Presenza nell'area di studio La specie è abbondante nel SIC, essendo stata più volte catturata presso il corso d'acqua antistante le Gole, confermando perciò il legame che la specie ha con le aree umide. La presenza di un gran numero di femmine in gravidanza suggerisce che la presenza della specie sia stabile e legata a colonie riproduttive all'interno del SIC.

23 SIC Gole di Pennadomo e Torricella Peligna - Piano Gestione della chirotterofauna e dell ittiofauna 23 Illustrazione 8: Vespertilio di Daubenton (Myotis daubentonii) fotografato all'interno dell'area di studio. Foto di L. Ancillotto

24 SIC Gole di Pennadomo e Torricella Peligna - Piano Gestione della chirotterofauna e dell ittiofauna 24 Myotis nattereri, Kuhl, 1817 Vespertilio di Natterer Distribuzione geografica Specie presente in tutta Europa fino al 63 parallelo nord. Le informazioni sulla distribuzione italiana della specie sono attualmente scarse ma fanno presumere che sia ampiamente presente su tutto il territorio nazionale. Habitat frequentati È una specie che si alimenta soprattutto i margini tra pascoli/prati e boschi, preferibilmente di latifoglie e le siepi, ma anche nei pressi della vegetazione ripariali e lungo i corsi d acqua. I rifugi sono in genere costituiti da cavità degli alberi e, più raramente, fessure su edifici abbandonati. I rifugi invernali sono invece all interno di cavità ipogee. Biologia La dieta del vespertilio di Natterer rispecchia la grande flessibilità nel volo di questa specie, capace di volare e cacciare anche nel sottobosco fitto grazie ad una grande manovrabilità. Le prede sono generalmente insetti (Lepidotteri, Ditteri) ma anche Ragni, che vengono prelevati in volo direttamente dalle ragnatele. Status e conservazione In Europa: Least Concern (IUCN 2007) In Italia: Vulnerable (Lista Rossa Nazionale Mammiferi 2013) Tutela: Direttiva Habitat 92/43/CEE, allegato IV; Legge 11 febbraio 1992, n Presenza nell'area di studio Il vespertilio di Natterer è presente in maniera stabile all'interno del SIC, in quanto sono state catturate diverse femmine in evidente stato riproduttivo (gravidanza) nelle vicinanze della località Morretto (a margine tra campi e bosco); la specie è stata inoltre registrata lungo il corso d'acqua antistante le Gole. In generale, può essere considerata una presenza stabile, ma relativamente rara, della chirotterofauna locale.

25 SIC Gole di Pennadomo e Torricella Peligna - Piano Gestione della chirotterofauna e dell ittiofauna 25 Illustrazione 9: Primo piano di Vespertilio di Natterer (Myotis nattereri). Foto di L. Cistrone

26 SIC Gole di Pennadomo e Torricella Peligna - Piano Gestione della chirotterofauna e dell ittiofauna 26 Myotis mystacinus, Kuhl, 1817 Vespertilio mustacchino Distribuzione geografica È una specie ad areale ampio, comprendente gran parte dell'europa mediterranea, a nord fino alla penisola scandinava, Irlanda e regno unito, ad est fino alla cani, comprendendo Caucaso e Asia centrale in maniera pressoché continua. La distribuzione italiana è poco nota, ma probabilmente è da considerare come presente in tutte le regioni. Habitat frequentati Il vespertilio mustacchino frequenta preferenzialmente ambienti boschivi o loro margini, meglio se in prossimità di corsi d'acqua con vegetazione ripariale ben conservata. I rifugi estivi possono consistere in una grande varietà di strutture, dagli interstizi o spazi interni di edifici (soffitte, crepe, rivestimenti ecc.) ma possono formarsi colonie anche all'interno di cavità arboree o bat-box. I rifugi invernali sono sempre ipogei, sia naturali (grotte, inghiottitoi) sia artificiali (bunker, gallerie). Per il foraggiamento, la specie frequenta una gran varietà di ambienti, preferendo comunque zone aperte in prossimità dei rifugi (radure, margini forestali) e corpi d'acqua sia stagnante sia corrente. Biologia Questa specie si nutre catturando le prede, soprattutto sia in volo (soprattutto ditteri e lepidotteri) sia dal substrato, tramite la tecnica definita gleaning (soprattutto aracnidi e larve di lepidottero). È una specie sedentaria, che non compie grandi spostamenti giornalieri; a livello stagionale, può compiere spostamenti anche su larga scala, superando i 100 km. Status e conservazione In europa: least concern (iucn 2007) In italia: Vulnerable (Lista rossa nazionale mammiferi 2013) Tutela: direttiva habitat 92/43/cee, allegato iv; legge 11 febbraio 1992, n Presenza nell'area di studio La specie è presente in maniera stabile all'interno del sic, come suggerito dalla cattura di diversi individui, tra cui anche femmine adulte in stato riproduttivo (gravidanza). La presenza della specie è accertata per il corso d'acqua antistante le gole e per l'area boscata intorno alla località Morretto.

27 SIC Gole di Pennadomo e Torricella Peligna - Piano Gestione della chirotterofauna e dell ittiofauna 27 Illustrazione 10: Vespertilio mustacchino (Myotis mystacinus). Foto di L. Cistrone

28 SIC Gole di Pennadomo e Torricella Peligna - Piano Gestione della chirotterofauna e dell ittiofauna 28 Myotis emarginatus, Geoffroy, 1806 Vespertilio smarginato Distribuzione geografica È una specie molto diffusa in tutta l Europa continentale, Asia Centrale, Vicino Oriente ed Africa settentrionale. In Italia è presente su tutto il territorio nazionale. Habitat frequentati Il vespertilio smarginato è una specie termofila, che frequenta principalmente ambienti forestali e radure di pianura e bassa collina, dove caccia soprattutto lungo i margini dei boschi ed i corsi d acqua, anche in aree relativamente urbanizzate. I rifugi sono molto spesso su edifici agricoli abbandonati e tradizionali, o all interno di cavità degli alberi. Raramente utilizza anche le bat box. I rifugi invernali sono quasi sempre all interno di cavità ipogee. Biologia Le colonie riproduttive sono spesso composte da decine o centinaia di femmine, che danno alla luce un singolo piccolo ciascuna, a metà estate. L alimentazione si basa su Insetti Lepidotteri, Coleotteri, Neurotteri, Ditteri ed Imenotteri, ma comprende spesso anche Ragni, che vengono catturati direttamente dal substrato. È una specie sedentaria ma con buone capacità di volo, con spostamenti noti fino a 40 Km. Status e conservazione In Europa: Least Concern (IUCN 2007) In Italia: Near Threatened (Lista Rossa Nazionale Mammiferi 2013) Tutela: Direttiva Habitat 92/43/CEE, allegato IV; Legge 11 febbraio 1992, n Presenza nell'area di studio La specie è stata rilevata esclusivamente tramite la cattura di un individuo (femmina adulta, non riproduttiva) lungo il corso d'acqua antistante le Gole. È pertanto da ritenersi rara per l'area di studio.

29 SIC Gole di Pennadomo e Torricella Peligna - Piano Gestione della chirotterofauna e dell ittiofauna 29 Illustrazione 11: Vespertilio smarginato (Myotis emarginatus) fotografato all'interno dell'area di studio. Foto di L. Ancillotto

30 SIC Gole di Pennadomo e Torricella Peligna - Piano Gestione della chirotterofauna e dell ittiofauna 30 Discussione generale Il presente studio ha permesso di identificare all'interno del SIC Gole di Pennadomo la presenza di almeno 11 specie di chirotteri, la maggior parte delle quali caratterizzate da una notevole plasticità ecologica ed una preferenza per gli ambienti aperti, come previsto per un paesaggio con forti connotati agro-pastorali. Tuttavia, la presente checklist non è da ritenersi definitiva, in quanto l'elusività dei chirotteri, e particolarmente delle specie rare o di difficile registrazione, rende consigliabili studi prolungati nel tempo per una definizione esaustiva della chirotterofauna di una data area. Pur non essendo stati identificati nell'area i rifugi delle specie presenti, né è stata rilevata la presenza di specie particolarmente minacciate, rimane da sottolineare l'importanza di alcuni elementi paesaggistici che consentono la persistenza di una comunque nutrita comunità di chirotteri. In particolare alcune aree marginali (fossi, fiume, siepi) si sono rivelate fondamentali aree per l'attività di foraggiamento della maggior parte delle specie identificate nel presente studio. Infine, la presenza di specie che utilizzano rifugi di origine antropica (edifici), quali Rhinolophus ferrumequinum, Pipistrellus ssp., Hypsugo savii e Tadarida teniotis, suggerisce di attivare campagne di sensibilizzazione e di informazione sulla tutela dei chirotteri negli edifici, soprattutto per la diffusione delle tecniche di mitigazione in caso di situazioni conflittuali con la dimensione umana coinvolta. Linee guida alla gestione del territorio Obiettivi La definizione di linee guida per la gestione di aree protette in funzione della chirotterofauna presente è un obiettivo generalmente di difficile raggiungimento. Questo perché i chirotteri, a differenza della maggior parte dei mammiferi, sono caratterizzati da grande mobilità e da una biologia/ecologia generali piuttosto complesse, che li rende dipendenti da una grande varietà di elementi ambientali. A questo, si aggiunge la difficoltà nella definizione esaustiva delle chirotterofaune locali, a causa dell'elusività di alcune specie e dell'incertezza nella determinazione di alcune specie anche attraverso tecniche (per esempio bioacustiche) molto recenti ed aggiornate. La complessità dei loro cicli biologici e l'ampiezza delle aree utilizzate (dai singoli individui così come dalle colonie) rendono i chirotteri dipendenti da fattori ambientali su scale differenti. A scala micro-ambientale, diverse specie sono strettamente legate a particolari elementi dell'ambiente; un esempio tipico è costituito da Miniopterus schreibersii, specie che utilizza quasi esclusivamente cavità ipogee naturali come rifugio. Ad una meso-scala, alcuni elementi ambientali possono costituire delle risorse irrinunciabili, come ad esempio corsi d'acqua alternati a corpi idrici più

31 SIC Gole di Pennadomo e Torricella Peligna - Piano Gestione della chirotterofauna e dell ittiofauna 31 stabili (anse tranquille, laghetti ecc.) sono fondamentali per l'attività di foraggiamento di specie legate all'acqua come Myotis daubentonii. Ad una terza scala, quella del paesaggio, la maggior parte delle specie di chirotteri trae vantaggio da elementi lineari (fossi o fiumi con vegetazione ripariale ben conservata, siepi, filari di alberi) che colleghino tra loro aree ad alta idoneità (di roost o di foraggiamento). Da un quadro simile, emerge che le azioni per la conservazione delle specie presenti in un'area devono necessariamente spaziare da una scala dimensionale all'altra, a partire dalle azioni su singoli elementi ambientali fino ad arrivare ad interventi di tipo paesaggistico. Dai risultati della presente indagine, emerge che le specie presenti nell'area sono principalmente legate ai corsi d'acqua ed al mosaico agricolo-boschivo presenti all'interno del SIC. Pertanto, di seguito si riportano due proposte di linee guida gestionali per questi due elementi fondamentali del paesaggio in relazione alla chirotterofauna. Chirotteri e corsi d'acqua La presenza di corsi d'acqua è fondamentale per la maggior parte delle specie di chirotteri (Russo & Jones, 2003). Questi elementi del paesaggio costituiscono infatti una risorsa sotto diversi aspetti: sono innanzitutto delle fonti d'acqua per l'abbeveraggio di tutte le specie, soprattutto nei punti con minor turbolenza superficiale. Inoltre alcune specie sono strettamente legate a questi ambienti sia per il foraggiamento (ad esempio: Myotis daubentonii, M. nattereri, M. mystacinus) sia per il rifugio (es. M. daubentonii utilizza molto frequentemente i ponti sopra ai corsi d'acqua come siti di rifugio). È inoltre noto che i pipistrelli utilizzano spesso elementi lineari del paesaggio come linee preferenziali per il commuting (ovvero lo spostamento, per esempio dal rifugio alle aree di foraggiamento). Per tutte queste attività (roosting, abbeveraggio, foraggiamento, commuting), risulta fondamentale una buona conservazione dell'ambiente fluviale. In particolare la vegetazione ripariale naturale sembra ricoprire un ruolo importante perché il corso d'acqua sia funzionale per l'utilizzo da parte dei chirotteri. Una vegetazione ripariale spontanea ben conservata (canneto, saliceto, arbusti spontanei) che schermi il corso d'acqua dall'ambiente circostante (ad esempio agricolo) consente una maggior presenza di insetti tipici degli ambienti acquatici (ad es. alcuni gruppi di Ditteri), oltre ad offrire protezione da potenziali predatori ai chirotteri in volo sul corso d'acqua stesso. Oltretutto, la vegetazione ripariale consente probabilmente di amplificare la visibilità del corso d'acqua come elemento lineare. In tal senso, ai fini di una buona conservazione delle specie presenti nel SIC, si consiglia di mantenere la vegetazione ripariale del piccolo corso d'acqua presente nell'area (ad esempio lungo il tratto antistante le Gole), in modo da mantenere, e magari ampliare, lo schermo di vegetazione

32 SIC Gole di Pennadomo e Torricella Peligna - Piano Gestione della chirotterofauna e dell ittiofauna 32 spontanea e favorire l'insorgere di formazioni quali canneti e saliceti lungo il corso del fiume. Parimenti, è raccomandabile un'altrettanto attenta gestione dei fossi per l'irrigazione presenti nei terreni coltivati all'interno del SIC, associando al contempo una sensibilizzazione dei locali perché vengano preservati questi elementi del paesaggio. Un'aumentata vegetazione ripariale consentirebbe anche un miglioramento della connettività tra corso d'acqua e lago di Bomba, e quindi al fiume Sangro, potenziando le capacità del SIC di conservare specie di chirotteri legate all'acqua, aumentandone le possibilità di spostamento e foraggiamento. È inoltre importante assicurare la presenza perenne dell'unico corso d'acqua presente nel SIC, che nel periodo estivo pare soggetto a parziale prosciugamento. Assicurare la presenza del corso d'acqua durante il corso dell'anno, particolarmente durante il periodo estivo, garantirebbe la funzionalità dello stesso come corridoio ed area di foraggiamento per i chirotteri, particolarmente per quelle specie particolarmente legate ai corpi idrici (ad esempio M. daubentonii). Chirotteri ed agro-ecosistemi Come emerge anche dai dati presentati nella presente relazione tecnica, molte specie di chirotteri utilizzano in maniera stabile gli agro-ecosistemi, ovvero ambienti caratterizzati da struttura a mosaico in cui si alternano aree coltivate (campi, orti, colture arboree) ed aree con copertura naturale (siepi naturali, arbusteti, piccoli boschi ecc). È proprio questa complessità strutturale del paesaggio agricolo, particolarmente se tradizionale, a sostenere l'elevato livello di biodiversità di molti gruppi animali, chirotteri compresi (Russo & Jones, 2003). In linea con quanto specificato nella discussione generale (vedi sopra), si possono definire delle azioni di mantenimento ed incentivazione della chirotterofauna in relazione agli ambienti agricoli presenti nel SIC. In particolare risulta fondamentale la conservazione di piccoli appezzamenti di bosco/boscaglia al limitare delle coltivazioni, che garantisca occasione di rifugio per le specie che preferiscono ambienti relativamente chiusi (es. M. mystacinus); il collegamento di questi appezzamenti tramite filari di alberi o siepi garantisce una discreta abbondanza di insetti-preda, offrendo quindi un buon sostegno per il foraggiamento dei chirotteri, e contribuisce a mantenere la connettività funzionale tra le diverse aree non coltivate, facilitando quindi gli spostamenti dei chirotteri all'interno del SIC. La larghezza delle siepi consigliata per ottenere una funzionalità effettiva in termini di connettività si attesta tra i 3-6 metri (alla base). All'interno dell'agrosistema, è consigliabile mantenere i grandi alberi isolati, tipici di molti paesaggi agricoli anche italiani, poiché spesso fungono da siti importanti per il foraggiamento dei chirotteri. Nelle aree boscate gestite, è consigliabile mantenere un alto grado di diversità strutturale del bosco (Russo et al. 2004; 2005; 2010): aree non sottoposte e tagli (e quindi con presenza di alberi vetusti o

33 SIC Gole di Pennadomo e Torricella Peligna - Piano Gestione della chirotterofauna e dell ittiofauna 33 morti) alternate a ceduo e a radure garantiscono una diversità sufficiente a sostenere un gran numero di specie differenti di chirotteri. In vista dell'applicazione di queste linee guida all'interno del SIC, si raccomanda una gestione mirata per le due aree adiacenti (ad est e a nord) alla località Morretto. In questi siti si è infatti verificata la presenza di specie potenzialmente sensibili alla gestione forestale e la cui presenza potrebbe essere facilitata (o incrementata) tramite l'applicazone delle suddette linee guida. Limitare l'utilizzo di sostanze insetticide per le colture risulta inoltre indispensabile per mantenere relativamente abbondanti le popolazioni di insetti, garantendo di conseguenza quindi il sostegno alimentare per tutte le specie di chirotteri presenti nell'area. Infine, la protezione degli edifici, specie (ma non solo) se abbandonati, ed una campagna informativa di sensibilizzazione rivolta ai residenti all'interno del SIC contribuirebbe alla protezione e conservazione di tutte quelle specie di chirotteri che utilizzano edifici come rifugi. In caso di situazioni conflittuali con la componente umana (ad esempio presenza di una colonia riproduttiva in concomitanza con lavori di ristrutturazione o demolizione) si raccomanda di rivolgersi ad un esperto (ad esempio contattando il Gruppo Italiano Ricerca Chirotteri) per una consulenza ad-hoc, o comunque si consiglia di effettuare gli eventuali lavori al di fuori del periodo riproduttivo dei chirotteri (che si estende in media tra i mesi di giugno ed agosto). Infine, la presenza di un buon numero di specie all'interno delle forre delle Gole, ed in particolare la presenza del Rinolofo maggiore (Rhinolophus ferrumequinum) suggerisce di limitare attività antropiche (quali free-climbing ed escursionismo) in determinati periodi dell'anno (mesi di giugnoluglio) e/o di installare pannellistica informativa per consentire una fruizione turistica dell'area limitando il disturbo alle specie di chirotteri (e non solo) presenti nel sito.

34 SIC Gole di Pennadomo e Torricella Peligna - Piano Gestione della chirotterofauna e dell ittiofauna 34 AZIONI PREVEDIBILI NEI PIANI DI GESTIONE DEI SIC/ZPS DI INTERESSE AGRICOLO E FORESTALE C H I R O T T E R I AZIONE 1: MIGLIORAMENTO DEGLI AMBIENTI AGRARI FINALITÀ DELL INTERVENTO: miglioramento del sistema di connectivity negli ambienti agrari e mantenimento degli agro-ecosistemi. SUPERFICIE: fino ad un massimo dell 80% della SAU aziendale nell ambito dei terreni seminativi e seminativi arborati oggetto di coltivazione. TECNICHE DA ADOTTARE: A) effettuare la cura, la pulizia e la manutenzione dei terreni seminativi arborati, i quali stanno naturalmente evolvendo verso arbusteti o formazioni vegetazionali più complesse; B) realizzare ex novo o mantenere un sistema continuo di siepi e/o filari alberati nel paesaggio agricolo, ai margini dei terreni seminativi, ossia conservare un elevato livello di connectivity. L ideale sarebbe avere siepi con una larghezza basale di 3-6 m; C) mantenimento degli esemplari camporili (alberi isolati) all interno dei terreni seminativi; D) mantenimento della gestione tradizionale delle colture arboree permanenti (vigneti, oliveti, impianti di arboricoltura da legno, etc.). AREA DI INTERVENTO: per le azioni di cui alla lettera A): le aree prospicienti ai querceti, con particolare riferimento alle località Il Colle, Fonte Fico e Vallone Boragna ; per le azioni di cui alla lettera B): area di seminativi coltivati, in località Moretto, Pietra di Cristo e Vallone Boragna, verso il centro abitato di Pennadomo; per le azioni di cui alla lettera C e D): aree agricole alle località Il Colle, Fonte Fico Monte Moresco e verso il Vallone Boragna. MOTIVO E QUANTIFICAZIONE MANCATO RICAVO/COSTI AGGIUNTIVI: per le azioni di cui alla lettera A): i costi aggiuntivi sono legati agli interventi di manutenzione e ripulitura in aree marginali, ormai poco idonee per la coltivazione; per le azioni di cui alla lettera B): i costi aggiuntivi sono legati all acquisto e/o reperimenti di esemplari arborei e/o arbustivi per la realizzazione dei filari alberati e delle siepi. CONTRIBUTO AMMESSO:

35 SIC Gole di Pennadomo e Torricella Peligna - Piano Gestione della chirotterofauna e dell ittiofauna 35 Contributo massimo ammissibile/ha: 50,00 AZIONE 2: DIVIETO DI USO DI SOSTANZE BIOCIDE E PESTICIDI FINALITÀ DELL INTERVENTO: evitare l uso di sostanze chimiche biocide e pesticidi che provocano il declino dell entomofauna predata dai chirotteri. SUPERFICIE: fino ad un massimo del 100% della SAU aziendale nell ambito dei terreni seminativi e seminativi arborati oggetto di coltivazione. TECNICHE DA ADOTTARE: si incentivi la lavorazione tradizionale del terreno, con bassa meccanizzazione, e il non utilizzo di sostanze biocide evitano il declino dell entomofauna predata dai chirotteri. Inoltre, si eviti l utilizzo di pesticidi, che costituisce una forte minaccia perché porta alla morte dei vertebrati insettivori, chirotteri inclusi, a seguito di un processo di biomagnificazione. AREA DI INTERVENTO: area di seminativi coltivati, in località Moretto, Pietra di Cristo e Vallone Boragna, verso il centro abitato di Pennadomo. MOTIVO E QUANTIFICAZIONE MANCATO RICAVO/COSTI AGGIUNTIVI: i costi aggiuntivi sono legati agli interventi di lavorazione e coltivazione effettuati con un più basso livello di meccanizzazione, oltre che ad una probabile maggiore perdita di prodotto dovuto al mancato uso di prodotti anticrittogamici o pesticidi in generale. CONTRIBUTO AMMESSO: Contributo massimo ammissibile/ha: 100,00 AZIONE 3: TUTELA DELLE AREE DI PASCOLO FINALITÀ DELL INTERVENTO: evitare l impiego di sostanze chimiche sverminanti quali l avermectina (IVOMEC e preparati simili). Infatti, l impiego di tali sostanze può deprimere, nelle aree di pascolo del bestiame, la colonizzazione degli escrementi del bestiame domestico da parte di coleotteri coprofagi, prede prioritarie di specie di chirotteri come R. ferrumequinum. SUPERFICIE: fino al 100% delle superfici aziendali destinate a pascolo e sul 100% degli animali

36 SIC Gole di Pennadomo e Torricella Peligna - Piano Gestione della chirotterofauna e dell ittiofauna 36 allevati in azienda. TECNICHE DA ADOTTARE: si eviti l impiego dei suddetti farmaci nelle aziende agricole che allevano animali. Inoltre, si favorisca il mantenimento del bestiame al pascolo brado nei pressi di rifugi nursery di R. ferrumequinum eventualmente presenti sul territorio (entro 1 km, con densità di 2-3 bovini oppure ovini secondo le indicazioni di English Nature). È dimostrato che questo fattore favorisce sensibilmente il successo riproduttivo della colonia. AREA DI INTERVENTO: tutte le aree adibite al pascolo brado e/o semibrado di animali. MOTIVO E QUANTIFICAZIONE MANCATO RICAVO/COSTI AGGIUNTIVI: i costi aggiuntivi sono legati all uso di prodotti alternativi, nonché a spese veterinarie significativamente maggiori. CONTRIBUTO AMMESSO: Contributo massimo ammissibile/capo 10,00 AZIONE 4: TUTELA DEGLI AMBIENTI FORESTALI FINALITÀ DELL INTERVENTO: miglioramento dei popolamenti forestali finalizzato ad un più consistente insediamento di chirotteri fitofili. SUPERFICIE: fino ad un massimo del 100% della superficie forestale (pubblica e/o privata). TECNICHE DA ADOTTARE: Popolamenti governati a ceduo: rilasciare un numero di matricine per ettaro non inferiore a 110/120 piante/ha, di cui almeno 1/3 di età multipla del turno; è opportuno rilasciare inoltre alberi ad invecchiamento indefinito (anche alberi morti in piedi, qualora presenti) in numero non inferiore a 2 per ettaro; favorire l incremento della necromassa forestale, tramite cercinature, schianti di alberi appositamente indotti o altre tecniche appropriate; rilascio di isole di biodiversità da preservare dal taglio in misura non inferiore al 3% della superficie netta assegnata al taglio; favorire il mantenimento di piccole chiarìe interne al bosco; laddove possibile, favorire interventi di conversione ad alto fusto; Epoca delle tagliate: al fine di non interferire con la stagione riproduttiva dei chirotteri fitofili, si raccomanda di evitare interventi forestali nei mesi di giugno, luglio ed agosto.

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