Organizzazione dei servizi sociali (6cfu)
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- Fausto Zanella
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1 Dipartimento di Scienze Politiche Università di Pisa Classe L-39 Organizzazione dei servizi sociali (6cfu) Riccardo Guidi Blog: people.unipi.it/riccardo_guidi/didattica
2 Comuni (1) In Italia, il Comune è il principale ente locale nell architettura istituzionale dello Stato Gestisce funzioni proprie (es: servizi sociali) e funzioni delegate dallo Stato (es: liste elettorali) Pluralità di funzioni => pluralità di mandati, professioni... Governance dei Comuni: Sindaco / Giunta / Consiglio con commissioni (livello politico) + struttura tecnica a vari livelli (livello tecnico).
3 Comuni (2) Nel campo specifico dei servizi sociali (ex L.328/2000, art.6) i Comuni svolgono le funzioni di: 1. Programmazione, progettazione, realizzazione del sistema locale dei servizi (PROGRAMMAZIONE) 2. Gestione ed erogazione dei servizi (GESTIONE ed EROGAZIONE) 3. Autorizzazione, accreditamento, vigilanza degli interventi (e delle strutture) offerti da soggetti privati (AUTORIZZAZIONE E ACCREDITAMENTO)
4 1. PROGRAMMAZIONE Comuni (3) Con la L.328/2000, il Comune è chiamato a programmare i servizi su scala zonale, in collaborazione con gli altri Comuni della Zona, e d intesa con la ASL. La programmazione dei servizi è quindi realizzata dai Comuni in forma ASSOCIATA. Lo strumento fondamentale per gestire la programmazione zonale dei servizi è il PIANO DI ZONA.
5 Comuni (3) 1. PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE ASSOCIATA Gestita da: 1) il Comune capofila all interno della propria struttura, senza costituire nuove unità organizzative 2) il Comune capofila (con il contributo dei Comuni dell ambito) mediante la costituzione di un Ufficio di Piano ospitato all interno della struttura organizzativa del primo 3) un Ufficio di Piano costituito all esterno della struttura organizzativa dei Comuni dell ambito. Realizzata mediante: 1) Tavoli politici: partecipano Sindaci e assessori; definiscono strategie complessive e risorse 2) Tavoli tecnici/tematici: partecipano professionisti dei Comuni e rappresentanti del Terzo settore; trattano questioni specifiche. L esito dei lavori dei Tavoli è il Documento di Piano che è approvato dai Comuni mediante Accordo di Programma.
6 2. GESTIONE Comuni (4) Ogni Comune ha facoltà di erogare i servizi in forma autonoma o in forma associata con gli altri Comuni della Zona. Può anche decidere quali servizi erogare in un modo e quali nell altro (gestione associata selettiva). Quali vantaggi della gestione associata? 1. Riduzione dei costi grazie alla generazione di economie di scala 2. Maggiore uniformità dell offerta di servizi su scala locale (standardizzazione regole di accesso e qualità servizio) 3. Migliori condizioni per la specializzazione delle professioni sociali.
7 Comuni (5) GESTIONE ASSOCIATA (GA) Esistono 3 formule di gestione associata: 1. GA mediante patti di collaborazione amministrativa 2. GA mediante delega ad enti pubblici (a) preesistenti o (b) costituiti ad hoc 3. GA mediante delega a enti privati costituiti ad hoc.
8 Comuni (6) GA mediante patti di collaborazione amministrativa I Comuni condividono la gestione dei servizi utilizzando le risorse a loro disposizione (personale, sedi, attrezzature...). Forma più consueta: Convenzione intercomunale (ex art.30, D.Lgs. 267/2000) mediante cui la gestione dei servizi viene delegata al Comune capofila in cui è costituito un ufficio a cui è demandata l attività per la gestione della Convenzione e in cui lavora personale distaccato dagli altri Comuni partecipanti alla Convenzione.
9 Comuni (7) GA mediante delega ad enti pubblici pre-esistenti o costituiti ad hoc I Comuni affidano la gestione dei servizi della Zona ad un ente pubblico già esistente o che costituiscono appositamente. Vantaggi di questa alternativa: I Comuni alleggeriscono i propri oneri gestionali Utilizzano una struttura che garantisce maggiore specializzazione Maggiore l equilibrio tra i differenti Comuni (no capofila).
10 Comuni (9) GA mediante delega ad enti pubblici pre-esistenti o costituiti ad hoc (2) Ad enti pubblici pre-esistenti: solitamente la delega è verso l ASL (ecco il secondo motivo per cui in un ASL possono lavorare molt* AASS), oppure verso la Comunità Montana o l Unione dei Comuni. Ad enti pubblici costituiti ad hoc: i Comuni delegano la gestione dei servizi a un nuovo ente pubblico territoriale (Consorzio o Azienda speciale consortile) che costituiscono appositamente. Si tratta di una nuova organizzazione con propria personalità giuridica, proprie regole di funzionamento, propri organi ecc. Il nuovo ente funziona sulla base delle risorse che i Comuni partecipanti decidono di conferirvi. I Comuni governano il nuovo ente su base indiretta e collegiale (assemblea del Consorzio) con fini di strumentalità.
11 Comuni (10) (e ASL) GA mediante delega ad enti pubblici pre-esistenti o costituiti ad hoc (2) UN CASO PARTICOLARE DI QUESTA POSSIBILITA : Le Società della Salute in Toscana In questo caso il Consorzio non è costituito ad hoc solo dai Comuni ma anche dalla ASL, con la finalità di integrare al meglio i servizi.
12 Comuni (11) GA mediante delega ad organizzazioni private costituite ad hoc La GA è delegata a un organizzazione privata che i Comuni (eventualmente insieme ad altri soggetti) costituiscono. Vantaggio: massimizzare la flessibilità organizzativa rispetto alle rigidità tipiche della burocrazia degli enti pubblici. Tipo di organizzazione privata più frequentemente costituita: Fondazione di partecipazione (FdP) = organizzazione del Terzo Settore con due organi decisionali: un assemblea che definisce gli indirizzi e un Consiglio di amministrazione con compiti gestionali (+ eventuale organo di controllo). In questo caso, la FdP ha per soggetti promotori e fondatori i Comuni. I Comuni coinvolgono - in veste di soci co-fondatori o di socipartecipanti - altri soggetti del territorio, anche privati (ETS) (es: Fondazione Casa Lucca)
13 Dove lavorano gli AASS italiani oggi? Maraviglia (2016, 105) Facchini (2010, 161) Tre informazioni fondamentali: (1) le/gli AASS in Italia lavorano dentro organizzazioni; (2) le organizzazioni in cui lavorano sono diverse e molteplici; (3) le organizzazioni preminenti sono: Comuni, ASL, Ministeri, Organizzazioni del Terzo Settore (OTS)
14 IL TERZO SETTORE (o settore nonprofit) Esiste in Italia un insieme eterogeneo e consistente di organizzazioni private senza scopo di lucro che ha assunto negli ultimi 30 anni [o da molto tempo prima?!?] un particolare rilievo per i servizi e per le/i professionist* sociali. Gli ETS sono oggi in Italia più di !!! (Censimento ISTAT) Questo settore (Terzo Settore / Settore non-profit) si distingue per essere composto da organizzazioni private con una missione specifica e senza scopo di lucro Dopo le leggi degli anni 90 e quelle degli anni 2000, è in via di attuazione la Riforma del Terzo Settore (L.106/2016)
15 OPPORTUNITA offerte dagli ETS ETS = soggetti-chiave per un welfare migliore (mobilitano le risorse di reciprocità presenti nelle società, conservano umanità e informalità necessarie nelle relazioni d aiuto, contrastano i fallimenti di Stato e mercato) ETS = principali organizzazioni alle quali gli enti pubblici hanno esternalizzato le funzioni di erogazione di servizi, interventi, progetti in campo sociale dagli anni 90 in poi ETS = crescente bacino occupazionale per le/gli AASS ETS = contesti di generazione, sviluppo e di vocazione delle professioni sociali
16 CRITICITA connesse agli ETS (Guidi, Matutini 2016) I critici hanno osservato che Gli ETS, seppure senza fini di lucro, sono soggetti privati che rischiano di alterare lo statuto pubblico del sistema di welfare, di renderlo meno universalistico e più frammentato NPM e «austerità permanente» (Pierson 2001) alimentano un interpretazione del lavoro sociale come semi-professione (Healy 2009: 407) e offre argomenti per la sostituzione del lavoro sociale professionale con lavoro sociale volontario (vd. proposta della Big Society in UK) La qualità del lavoro sociale nelle ETS sarebbe spesso sotto la soglia della dignità (precarietà, retribuzione, tutele...)
17 Gli ETS sono molteplici... I tipi più rilevanti sono COOPERATIVE SOCIALI 2. ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO E ASSOCIAZIONI DI PROMOZIONE SOCIALE 3. FONDAZIONI
18 1. COOPERATIVE SOCIALI (L.381/1991) Costituiscono la componente più imprenditoriale del TS. Coop.sociali di tipo A: finalizzate alla produzione di servizi socio-assistenziali ed educativi. Coop.sociali di tipo B: finalizzate all inserimento lavorativo di persone svantaggiate (disabili, ex degenti istituti posichiatrici, soggetti in trattamento psichiatrico, alcolisti, tossicodipendenti, minori in situazione di difficoltà familiare, condannati ammessi alle misure alternative) e composte da almeno un 30% di lavoratori portatori di svantaggio. I soci di una Coop.sociale possono essere: lavoratori, volontari, sovventori, fruitori. Il funzionamento di una Coop.sociale è caratterizzato dalla democraticità (vd.fig.6.3, in Rossi, 2014: 195).
19 2. ORGANIZZAZIONI DI VOLONTARIATO (ODV) e ASSOCIAZIONI DI PROMOZIONE SOCIALE (APS) Costituiscono la componente del TS più orientata al volontariato. ODV = operano principalmente a beneficio dei non soci; i soci non possono ricevere alcun corrispettivo per l attività di volontariato (salvo rimborsi delle spese sostenute), sono automaticamente ONLUS (trattamento fiscale di vantaggio). APS = possono avere per beneficiari anche i soci; questi occasionalmente possono essere retribuiti per le attività professionali che svolgono, non sono automaticamente ONLUS. Il funzionamento di entrambe è caratterizzato da democraticità e debole strutturazione interna.
20 3. FONDAZIONI A differenza degli altri ETS, si caratterizzano per la centralità del patrimonio (e la sua destinazione a un fine specifico). Fondazioni di erogazione: distribuiscono contributi monetari a persone o organizzazioni per lo svolgimento di attività meritevoli. Fondazioni operative: gestiscono specifiche attività e sono strutturate coerentemente (struttura, professionalità...). Fondazioni di diritto civile Vs. bancarie Vs. di partecipazione / comunità Il funzionamento delle Fondazioni è caratterizzato da modalità non democratiche.
21 FOCUS: Perché gli ETS sono importanti per AASS e servizi sociali? OTS come contesto di lavoro per le/gli AASS (principalmente Coop.sociali) OTS come soggetti delle esternalizzazioni di interventi e progetti in campo sociale (principalmente Coop.sociali) OTS come co-finanziatori del sistema o di progetti specifici (Fondazioni) OTS come supporto leggero alla relazione d aiuto (principalmente ODV e APS) o per l inserimento lavorativo (principalmente Coop.sociali tipo B) Esempi...?
22 L OFFERTA DI SERVIZI SOCIO-ASSISTENZIALI MINISTERI ASL COMUNI OTS Quali attività offrono queste organizzazioni? Nomenclatori interventi e servizi sociali Classificare i tipi di attività offerte è complicato e rischioso... Varietà, complessità, mutevolezza delle attività Problemi di classificazione dell offerta di servizi: quale criterio? Nelle logiche di programmazione, il criterio più utilizzato per la classificazione dei servizi è quello per AREA DI UTENZA
23 L OFFERTA DI SERVIZI SOCIO-ASSISTENZIALI PRINCIPALI AREE DI UTENZA 1. Anziani (e in particolare anziani non auto-sufficienti) 2. Minori (e giovani) 3. Adulti in difficoltà (a volte aggregazione con 2. => Minori e famiglie ) 4. Persone disabili 5. Persone con problemi di dipendenze 6. Persone con problemi di salute mentale
24 SERVIZI PER ANZIANI (non-autosufficienti) (1) Tendenze: crescita numero utenti, integrazione sociale / sanitario, domiciliarizzazione interventi 1. Servizi di assistenza domiciliare (interventi presso il domicilio) - Assistenza per igiene personale e/o ambientale - Servizio consegna pasti a domicilio - Telesoccorso / Teleassistenza - Assistenza domiciliare integrata (ADI), con caratterizzazione sanitaria - Trasporti sociali 2. Servizi di assistenza semi-residenziale (presenza in una struttura per alcune ore del giorno) - Centri diurni (strutture con differente caratterizzazione: riabilitativa, sociosanitaria, ricreativa...)
25 SERVIZI PER ANZIANI (non-autosufficienti) (2) 3. Servizi di assistenza residenziale (presenza completa in una struttura a causa di non-autosufficienza) - Residenza sanitaria assistenziale (RSA) (familiare o comunitaria): né casa, né ospedale, offre prestazioni mediche, infermieristiche e riabilitative di varia intensità sociosanitaria e attività socioeducative e di sostegno psicologico. - Soggiorni estivi presso strutture 4. Contributi monetari per fronteggiare non-autosufficienza - Indennità di accompagnamento: erogato dall INPS, in accordo con il MMG e dopo istruttoria presso ASL, a prescindere dalla situazione economica del richiedente (2017: 515,43 x 12 mensilità). Non è corrisposto in caso di presenza gratuita presso struttura.
26 SERVIZI PER MINORI (e famiglie) 1. Servizi per tutti i minori (anche in assenza di condizioni di particolare disagio, prescindono dall azione specifica del SS) - Asili-nido e Ludoteche Tendenze: denatalità, aumento separazioni/divorzi, presenza donne nel MdL - Centri di aggregazione/animazione giovanile 2. Servizi per minori in situazioni di fragilità (sempre in raccordo con autorità giudiziaria) - Affido (competenza: Comune) e adozione (competenza: ASL) - Comunità alloggio e comunità familiari: strutture residenziali a vocazione socio-educativa (non terapeutica)
27 SERVIZI PER ADULTI (e famiglie) IN DIFFICOLTA Tendenze: aumento disoccupati, precarietà lavorativa, crescita disagio abitativo 1. Attività di assistenza economica e abitativa (contrasto di stati caratterizzati da urgenza) - Contributi economici (generici, per pagamento utenze, affitto, per acquisto cibo, farmaci...) - Fornitura beni di prima necessità (mense, distribuzione beni) - Accoglienza abitativa in dormitori di prima necessità o strutture residenziali 2. Progetti sperimentali in collaborazione con organizzazioni competenti in tema di occupazione e disagio abitativo
28 SERVIZI PER PERSONE DISABILI Tendenze: evoluzione della definizione di disabilità (vedi ICF - OMS, 2001 /// Portale italiano delle classificazioni sanitarie) 1. Attività di supporto a persone disabili nei loro differenti contesti di vita (differente gravità disabilità / differenti servizi) - Integrazione scolastica (supporto all apprendimento dentro la scuola) - Integrazione lavorativa (inserimento assistito in contesti produttivi) - Supporto domiciliare (igiene personale, cura dell ambiente...) - Supporto alla socialità (Centri socio-educativi, Centri diurni), anche con componente sociosanitaria (Centri diurni integrati) 2. Servizi residenziali (trasferimento in struttura) - Comunità alloggio (co-housing in autonomia di persone disabili accompagnate da educatore) - Residenze sanitarie assistite per persone disabili 3. Amministratore di sostegno...
29 SERVIZI PER PERSONE CON PROBLEMI DI DIPENDENZE Tendenze: diffusione e trasformazione delle dipendenze 1. Comunità residenziali terapeutiche: offrono/richiedono il soggiorno continuativo e completo (durata variabile) dell utente (alta soglia) 2. Comunità diurne terapeutiche: offrono/richiedono un soggiorno continuativo ma semi-residenziale (durata variabile) dell utente (media soglia) 3. Centri di accoglienza / Comunità diurne aperte : la presenza dell utente può essere discontinua (bassa soglia) 4. SER.T / SER.D: sono i Servizi per le (Tossico)Dipendenze, gestiti dalle AASSLL, ad accesso diretto. Le loro attività hanno carattere PREVENTIVO, RIABILITATIVO, DI CURA. NB: fuori dal sistema dei servizi, ma rilevanti, stanno i Gruppi automutuo aiuto che facilitano l uscita dalle condizioni di dipendenza attraverso il confronto e la condivisione di esperienze
30 SERVIZI PER PERSONE CON PROBLEMI DI SALUTE MENTALE Tendenze: de-istituzionalizzazione dell assistenza (L.180/1978) Dipartimento salute mentale (DSM) della ASL: coordina le attività di cura e assistenza per persone con problemi di salute mentale. Il DSM opera mediante: 1. Centro salute mentale (CSM), sede organizzativa del DSM e struttura che offre attività ambulatoriali e di assistenza domiciliare. 2. Day hospital e Servizio psichiatrico, collocati presso ospedali, forniscono prestazioni diagnostiche e trattamenti farmacologici di breve-medio periodo (day hospital) o trattamenti medici che richiedono un (breve) periodo di permanenza completa (servizio psichiatrico) 3. Centri diurni territoriali: offrono attività di socializzazione ed inserimento sociale (anche lavorativo) 4. Strutture residenziali psichiatriche: previste per soggiorni a tempo definito e utenti con specifici quadri patologici (vd.documento Min.Salute, Le strutture residenziali psichiatriche, 2013)
Organizzazione dei servizi sociali (6cfu)
Dipartimento di Scienze Politiche Università di Pisa Classe L-39 (nuovo ordinamento) Organizzazione dei servizi sociali (6cfu) Riccardo Guidi, riccardo.guidi@unipi.it Cosa facciamo oggi? 1) Question time.
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