IL COLLEGIO DI ROMA. Prof. Avv. Giuliana Scognamiglio Membro designato dalla Banca d'italia

Transcript

1 IL COLLEGIO DI ROMA composto dai signori: Dott. Giuseppe Marziale... Presidente Avv. Bruno De Carolis Membro designato dalla Banca d'italia Prof. Avv. Giuliana Scognamiglio Membro designato dalla Banca d'italia Prof. Avv. Gustavo Olivieri Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario per le controversie in cui sia parte un cliente professionista/imprenditore [Estensore] Prof. Avv. Federico Ferro Luzzi Membro designato da Confindustria, di concerto con Confcommercio, Confagricoltura e Confartigianato nella seduta del 16/9/2011, dopo aver esaminato il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell'intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica, Fatto Il ricorrente si è rivolto all ABF per chiedere il rimborso di 500,93 corrisposto alla banca per la commissione di affidamento addebitata il e non dovuta in quanto, a suo dire, la comunicazione dell aumento (immotivato ed esagerato) dallo 0,12% al 2% annuale non ci è mai pervenuta, impedendoci di rescindere subito dal contratto. Parte ricorrente ha precisato che appena è venuta a conoscenza dell aumento a mezzo dell arrivo dell estratto conto trimestrale ha contestato l importo e chiuso il conto. Dagli allegati al ricorso è emerso, tra l altro, che: con nota del , la parte ricorrente aveva proposto reclamo dichiarando, in particolare, di aver preso atto alla data attuale dell addebito contestato di 500,93; Pag. 2/7

2 con del , la parte ricorrente ha puntualizzato - con riferimento alla commissione contestata - che non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione da parte dell'istituto di variazioni dello stesso e quindi consideriamo allo stato attuale vigente la commissione in oggetto pari allo 0,120% annuo sulla base del quale avete addebitato 29,58 al termine del III trimestre 2009 ; con nota del , la banca ha negato il rimborso, sostenendo di aver inviato alla controparte le comunicazioni ex art. 118 T.U.B. L intermediario, dal canto suo, ha chiesto all ABF di non accogliere il ricorso in quanto infondato, sostenendo che la propria condotta è stata conforme sia alle vigenti norme emanate in materia di trasparenza bancaria che alle norme di cui all'art. 2 bis della L. n. 2 del Sulle modalità di invio della comunicazione di modifica unilaterale ex art. 118 T.U.B., la parte resistente ha precisato che la normativa vigente in materia non prescrive alcun obbligo di adottare lo strumento della raccomandata o della raccomandata AR. Ciò fa presumere che si sia inteso trattare questo tipo di comunicazione come qualunque altra che intercorre tra banca e cliente, accettando che si seguisse la prassi propria del settore. È fatto notorio che quando la banca deve inviare una comunicazione pur personalizzata ma a una pluralità significativa di destinatari - l'esempio tipico è quello rappresentato dall'invio degli estratti conto - utilizza la posta semplice (o prioritaria), nell' ottica di un bilanciamento di costi/benefici. Per quanto concerne i fatti contestati, la banca ha precisato che: o con comunicazione inviata al ricorrente in data , l intermediario ha effettuato una proposta ex art. 118 T.U.B. avvisando la controparte che, con decorrenza , la banca avrebbe introdotto la "Commissione di affidamento" (omnicomprensiva e applicata indipendentemente dall'effettivo prelevamento delle somme), calcolata in quote giornaliere complessivamente evidenziate ed addebitate a fine trimestre; Pag. 3/7

3 o o tale "Commissione" veniva determinata dalla banca nella percentuale dello 0,120% con conseguente addebito al cliente, in data , la somma di. 29,58, come risulta dall'e/c; successivamente, con missiva del , l intermediario effettuava una nuova "Proposta ex art. 118 T.U.B. comunicando al cliente che la "Commissione di Affidamento" veniva rideterminata, con decorrenza dall , nella misura del 2% annuale. In attuazione di tale modificazione unilaterale, la Banca ha addebitato, in data , la somma di 500,93 sul c/c del cliente; L intermediario ha inoltre evidenziato che: la parte ricorrente ha chiesto alla banca la restituzione della commissione ma prescinde, nella sostanza, da censure giuridicamente fondate o fondabili sul piano del diritto; la banca, nell'ambito della c.d. "Commissione di Affidamento", ha operato, nei confronti della cliente (beneficiaria di affidamenti per circa ,00 Euro), con modalità giuridicamente corrette, anche per ciò che concerne il profilo della quantificazione degli importi dovuti, applicando la stessa nella misura, tempo per tempo, contrattualmente prevista; ha correttamente esercitato lo ius variandi contrattualmente previsto con la cliente, ma anche che successivamente all'invio delle sopra citate lettere di modifica unilaterale, la controparte non ha provveduto, come era nelle sue facoltà, ad esercitare il diritto di recesso. La banca ha ritenuto, pertanto, corretto il proprio comportamento in quanto ha provveduto: 1) a modificare unilateralmente i contratti ai sensi dell'art. 118 del T.U.B., introducendo la "Commissione di affidamento", come previsto dall'art. 2 bis del D.L. 185/2008; 2) ad applicare la "Commissione di affidamento" nei limiti delle condizioni contrattuali tempo per tempo vigenti nei confronti della parte ricorrente; 3) a replicare puntualmente alla missiva di reclamo inviata dal cliente. Pag. 4/7

4 Per quanto concerne l'esercizio dello ius variandi, la parte resistente ha sottolineato che secondo l ABF: l'istituto previsto dall'art. 118 del T.U.B. "si giustifica in funzione dell'esigenza di conservare, nel corso del tempo, l'equilibrio sinallagmatico originariamente voluto dalle parti, neutralizzando gli effetti di eventuali successivi eventi che possono alterarlo. In questa prospettiva, il giustificato motivo può dirsi ricorrere quando si modifichino i tassi di interesse di primaria importanza per il mercato creditizio oppure nell'ipotesi di un aumento generale dei costi industriali ovvero dei prezzi al consumo (Decisione Collegio di Milano n. 249 del )"; la legittimità "della modifica unilaterale delle condizioni contrattuali da parte degli intermediari, al fine di adeguarsi alle nuove disposizioni introdotte dall'art. 2 bis del D.L. 185/2008" (come, di fatto, è stato nel caso di specie Decisione Collegio di Milano n. 172 del ). Per questi motivi l intermediario chiede che il ricorso venga respinto. Diritto Il ricorso è fondato e la domanda di ripetizione in esso contenuta va accolta. La questione sottoposta al Collegio riguarda il mancato rispetto, da parte dell intermediario, delle condizioni alle quali l art. 118 T.U.B. subordina l efficacia nei confronti del cliente della proposta di modifica unilaterale del contratto, nella specie costituita dall aumento della commissione sull affidamento dallo 0.125% al 2%. E noto come la citata norma di legge, da una parte, ponga in capo alla banca l onere di comunicare espressamente al cliente la proposta di variazione unilaterale del contratto in forma scritta o mediante altro supporto durevole preventivamente accettato dal cliente (art. 118, comma 2, T.U.B.); dall altra, da tale comunicazione faccia decorrere il termine di sessanta giorni concesso al cliente per recedere dal contratto laddove non intenda accettare la variazione in peius del medesimo. La Banca resistente sostiene di aver assolto all onere di comunicazione sopra descritto, mentre il cliente contesta tale assunto. Pag. 5/7

5 Orbene, in base ai principi generali in tema di prova (art c.c.), non par dubbio che qualora il cliente contesti l avvenuta ricezione della proposta di variazione del contratto inviata dalla Banca ai sensi dell art. 118, T.U.B., sia onere di quest ultima provare, se del caso anche attraverso presunzioni, l avvenuta ricezione della comunicazione da parte del cliente. Infatti, come questo Collegio ha già avuto modo di affermare in diverse occasioni (cfr. dec. n. 1262/10), la comunicazione che la banca è tenuta ad effettuare in relazione alle proposte di modifica unilaterale del contratto si configura come un atto ricettizio che, come tale, produce effetti (solo) nel momento in cui perviene a conoscenza della persona alla quale è destinato (art c.c.); conoscenza che è da presumersi realizzata nel momento in cui tale atto sia giunto all indirizzo del destinatario (art c.c.), o comunque nella sua sfera di dominio e di controllo (Cass. 19 gennaio 2005, n. 971; Cass. 29 gennaio 2003, n. 773). Il Collegio si è con ciò limitato a recepire il costante orientamento della Cassazione nell applicazione dell art c.c., posto che le dichiarazioni indirizzate ad un determinato soggetto si reputano conosciute nel momento in cui giungono all indirizzo del destinatario (cfr., per tutte, Cass. n /2007). Tale circostanza è sua volta suscettibile di essere provata sia mediante produzione della lettera raccomandata con la relativa ricevuta di spedizione rilasciata dall ufficio postale (cfr., per tutte, Cass. n /2007), sia con ogni altro mezzo idoneo a fondare il convincimento del giudice in ordine alla suddetta circostanza (come, ad esempio, dichiarazioni di terzi incaricati di effettuare il recapito presso il domicilio indicato in contratto; ovvero trascrizioni tratte dai sistemi informatici della banca, qualora l invio sia stato effettuato attraverso un servizio di posta elettronica secondo modalità previamente concordate con il cliente). Nella specie, tuttavia, l intermediario si è limitato a produrre in atti una lettera semplice, senza fornire la prova, neppure presuntiva, della sua effettiva ricezione da parte del cliente. Ne discende che la variazione unilaterale del contratto introdotta dalla banca deve ritenersi inefficace nei confronti del correntista ai sensi dell art. 118, comma 3, T.U.B., con conseguente obbligo della banca di restituire le maggiori somme addebitate a tale titolo. Pag. 6/7

6 P.Q.M. Il Collegio accoglie il ricorso nei sensi di cui in motivazione. Dispone, inoltre, ai sensi della vigente normativa, che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e al ricorrente quella di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 7/7