IL COLLEGIO DI ROMA. [Estensore]

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1 IL COLLEGIO DI ROMA composto dai signori: Dott. Giuseppe Marziale..... Presidente Prof. Avv. Giuliana Scognamiglio.. Dott. Comm. Girolamo Fabio Porta. Membro designato dalla Banca d'italia [Estensore] Membro designato dalla Banca d'italia Avv. Michele Maccarone. Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario per le controversie in cui sia parte un consumatore Prof.ssa Liliana Rossi Carleo Membro designato dal C.N.C.U. nella seduta del dopo aver esaminato il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell'intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica, Fatto Il cliente stipulava nel novembre 2007 un contratto di finanziamento contro cessione del quinto dello stipendio per totali ,00 da restituire in 120 rate; il contratto era assistito da una copertura assicurativa obbligatoria per rischio impiego. In data 29 giugno 2008, il cliente cessava il suo rapporto di lavoro e di conseguenza veniva interrotto il rimborso del prestito. Con ricorso a questo Collegio, denuncia il comportamento della finanziaria, che non avrebbe attivato la copertura assicurativa obbligatoria in conseguenza del licenziamento e che, senza nessuna autorizzazione, avrebbe chiesto all attuale datore di lavoro di operare la trattenuta del quinto sul nuovo stipendio, al fine di estinguere l importo residuo del finanziamento, pari ad (n. 113 rate su 120). Nelle proprie controdeduzioni l intermediario sottolinea che: Pag. 2/6

2 la pratica in oggetto non è in regolare ammortamento e che la quota del TFR vincolata alla richiesta di finanziamento risulta tuttora indebitamente trattenuta dal cliente; in data 2 agosto 2010 inviava al cliente la messa in mora per il mancato pagamento del residuo prestito, prospettando per la liquidazione una nuova trattenuta in busta paga ovvero il pagamento diretto tramite bollettini postali; in data 25 marzo 2011 chiedeva la documentazione necessaria al fine di ripristinare le trattenute sulla nuova busta paga per ripianare il debito ancora in essere; non ha avuto nessun riscontro né dal cliente né dall attuale datore di lavoro per l eventuale seguito del prestito con l addebito nella busta paga. Ritenendo di aver operato correttamente ed in modo trasparente, nel rispetto degli interessi di tutte le parti coinvolte, incluso il cedente, chiede all ABF di rigettare il ricorso. Ritenuto il ricorso maturo per la decisione, questo Collegio lo ha esaminato in data 2 dicembre Diritto Si deve preliminarmente ritenere che la domanda della ricorrente rientri nella competenza del Collegio e che i presupposti per la presentazione del ricorso, previsti nel Provvedimento della Banca d Italia del 18 giugno 2009 e successive modificazioni, si siano verificati nel caso di specie. Passando ad esaminare il merito della vertenza, è il caso di ricordare che la cessione del quinto è in uno strumento creditizio fruibile da tutti i lavoratori dipendenti, a prescindere della natura del rapporto e dal datore di lavoro; la disciplina speciale che ne regola il funzionamento è contenuta nel d.p.r. 5 gennaio 1950, n. 180, come modificato dall art. 13-bis della l. n. 80/2005 ed integrato dal d.m. n. 313 del L istituto si basa, com è noto, sulla struttura contrattuale della cessione del credito (in particolare, di crediti futuri) disciplinata dagli artt e segg. c.c.: il creditore (lavoratore/pensionato cedente) modifica il rapporto obbligatorio con il Pag. 3/6

3 datore di lavoro/ente previdenziale (ceduto) sostituendo a sé un soggetto terzo (finanziatore cessionario). Per i prestiti contro cessione del quinto il citato d.p.r. 180/50 (art. 54) prevede obbligatoriamente una doppia copertura assicurativa sul finanziamento, rispettivamente, a tutela del rischio vita del cliente e del rischio impiego assunto dalla società cessionaria che eroga il credito. Nel caso di specie, come in numerosi altri già sottoposti alla cognizione dell Arbitro Bancario Finanziario, stipulati anteriormente al regolamento ISVAP n. 29/2009, il costo della polizza assicurativa del rischio impiego che in principio varia, ovviamente, in base alla probabilità statistica del verificarsi del sinistro, dunque è tanto più elevato quanto minore è la stabilità del rapporto di lavoro, l importanza e la dimensione dell azienda datrice di lavoro, ecc. è di fatto sopportato dal cliente; la polizza è stipulata tuttavia a beneficio dell intermediario finanziario e copre il rischio che, durante l ammortamento del prestito, il rapporto d impiego si risolva per l una o l altra ragione. Nel caso di sinistro (cessazione del rapporto di lavoro), l assicuratore corrisponde all intermediario finanziario un indennizzo pari al credito residuo e resta di conseguenza surrogato nei diritti dell intermediario medesimo verso il mutuatario. L attivazione della garanzia assicurativa non è tuttavia automatica: dunque, in caso di risoluzione del rapporto di lavoro, l intermediario erogante il prestito: chiede all ex-datore di lavoro il versamento dell eventuale TFR maturato dal mutuatario; costituisce in mora il mutuatario per il rientro dal finanziamento per l importo del debito residuo, al netto del TFR maturato e riscosso; in caso di esito negativo di tali azioni, chiede all assicuratore di corrispondere l indennizzo per un importo pari al debito residuo in linea capitale; l assicuratore si surroga nei diritti dell intermediario nei confronti del mutuatario. Si può pertanto affermare, tornando al caso di specie, che le censure mosse dal ricorrente all intermediario non siano fondate, là dove, sull erroneo presupposto che la copertura assicurativa rischio impiego sia stata stipulata in suo favore, il Pag. 4/6

4 ricorrente ritiene che - al verificarsi dell evento licenziamento - l intermediario avrebbe dovuto immediatamente rivolgersi alla società di assicurazione, per ottenere da questa, a titolo di indennizzo, il pagamento del debito residuo, con effetto liberatorio nei confronti del debitore/finanziato. In realtà, come specificato nel contratto (art. 8), la polizza è emessa a beneficio dell intermediario finanziario, secondo lo schema dell assicurazione per conto altrui (art c.c.) ed il comportamento tenuto dall intermediario nel caso di specie è coerente con detto schema contrattuale. La domanda di accertamento dell illegittimità della condotta dell intermediario resistente è dunque infondata sul punto della mancata immediata attivazione, da parte di quest ultimo, della polizza assicurativa al verificarsi del sinistro. Non è per converso contemplato da alcuna disposizione di legge, né di contratto il diritto dell intermediario di prelevare il quinto, fino all estinzione del debito, sul nuovo stipendio che, come avvenuto nel caso di specie, il finanziato venga a percepire da un diverso datore di lavoro. Infatti, il datore di lavoro non può accettare una richiesta di cessione del quinto dello stipendio se questa non è presentata dal dipendente: pertanto, nessuna trattenuta sul nuovo stipendio può essere operata dal secondo datore di lavoro se non dietro richiesta ed autorizzazione del debitore. Non è al riguardo sufficiente, diversamente da quel che opina l intermediario, la notifica da parte di quest ultimo al nuovo datore della documentazione necessaria al ripristino delle trattenute in busta paga, a seguito della nuova assunzione ( ) (cfr. allegato 8 alle controdeduzioni). Il primo datore di lavoro è obbligato, una volta perfezionatosi il contratto di finanziamento CQS, a trattenere la rata indicata nel contratto stesso dalla busta paga del dipendente e a versarla alla banca erogante; tale obbligo persiste per tutta la durata del rapporto di lavoro e, alla cessazione di questo, si converte nell obbligo di versare alla banca erogante, fino alla concorrenza dell importo residuo del debito, tutte le somme dovute all ex-dipendente a titolo di TFR (cfr. art. 43 del d.p.r. n. 180/1950 cit.): nel caso di specie, dette somme sono state Pag. 5/6

5 erroneamente accreditate sul conto del debitore e dovranno essere da questi riversate all intermediario erogante il prestito. Sul secondo (eventuale) datore di lavoro non grava per converso alcun obbligo, se non quello di accedere alla eventuale richiesta del dipendente di operare la trattenuta sul nuovo stipendio e versarla alla banca, fino a completamento del piano di ammortamento del prestito. Ne consegue che la pretesa dell intermediario a che il nuovo datore di lavoro operi il ripristino delle trattenute in busta paga è illegittima ed in questo senso le doglianze del ricorrente sono fondate. In ragione della soccombenza, sia pure parziale, l intermediario è inoltre tenuto a versare alla Banca d Italia il contributo alle spese della procedura nella misura di 200,00 e a versare al ricorrente l importo di 20,00 quale rimborso della somma dallo stesso corrisposta alla presentazione del ricorso. P.Q.M. Il Collegio accoglie parzialmente il ricorso nei sensi di cui in motivazione. Dispone inoltre che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e al ricorrente di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6