IL COLLEGIO DI ROMA. [Estensore] Finanziario

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1 IL COLLEGIO DI ROMA composto dai Signori: Dott. Giuseppe Marziale Avv. Bruno De Carolis Avv. Pietro Sirena Prof. Avv. Diego Corapi Presidente Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia [Estensore] Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario Prof. Avv Marco Marinaro Membro designato dal C.N.C.U. nella seduta del 15/02/2013 dopo aver esaminato il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica, Fatto La ricorrente ha affermato: -che, il 14 dicembre 2006, avrebbe stipulato un contratto di fideiussione omnibus con la banca resistente, garantendo fino all importo di ,00 il saldo del conto corrente intestato a un terzo; -che nel corso del 2009 sarebbe venuta a conoscenza di un peggioramento delle condizioni economiche del debitore principale e avrebbe portato tale fatto a conoscenza della banca resistente; -che quest ultima l avrebbe viceversa rassicurata sull inesistenza di alcuna anomalia sul conto corrente del debitore principale; -che ciononostante, preoccupata della situazione e dalla genericità delle risposte avute dalla banca resistente, la ricorrente avrebbe richiesto mediante la lettera del 16 febbraio 2010 che l importo massimo garantito dalla fideiussione fosse ridotto a ,00; -che nel novembre del 2011, accompagnata dal proprio consulente, si sarebbe recata presso la filiale della banca resistente, ove avrebbe appreso che: a) la fideiussione non era stata ancora adeguata all importo massimo di ,00; b) il conto corrente del Pag. 2/6

2 debitore principale da mesi non era operativo; c) il saldo passivo di tale conto corrente non sono non era stato diminuito, ma aveva addirittura ecceduto il limite del fido concesso, senza che tale sconfinamento fosse stato in alcun modo autorizzato dalla ricorrente, in quanto fideiussore dell intestatario; -che a seguito delle contestazioni della ricorrente, sarebbero intercorsi tra le parti alcuni tentativi di definizione bonaria della controversia, i quali non avrebbero tuttavia avuto un esito positivo; -che con la raccomandata del 6 febbraio 2012, la banca resistente avrebbe dichiarato di non essere disposta a una definizione transattiva della controversia; -che con la raccomandata dell 8 marzo 2012, la ricorrente avrebbe revocato la garanzia fideiussoria, invitando la banca ad avanzare le proprie richieste restitutorie esclusivamente nei confronti del debitore principale. Ciò premesso, la ricorrente ha chiesto: -che sia accertato che nulla deve alla banca resistente in virtù della fideiussione che ha rilasciato; -che la banca resistente sia condannata al risarcimento del danno. La banca ha resistito al ricorso, affermando: -che il conto corrente del debitore principale sarebbe stato affidato fin dal giorno in cui la ricorrente si è obbligata a garantirlo (15 dicembre 2006); -che la richiesta della ricorrente di ridurre a ,00 l importo massimo garantito dalla fideiussione non avrebbe potuto essere accolta, in quanto la linea di credito garantita sarebbe stata già integralmente utilizzata dal debitore principale; -che la ricorrente avrebbe proposto allora alla banca resistente di pagare la somma di ,00 a saldo e stralcio della propria posizione debitoria; -che tale impegno transattivo non sarebbe stato tuttavia onorato; -che mediante la lettera del 24 gennaio 2012, la ricorrente avrebbe esposto mediante il suo avvocato svariate pretese e contestazioni riguardo all operato della banca nella gestione del rapporto di conto corrente intestato al debitore principale, proponendo di definire la propria posizione debitoria mediante il pagamento rateale della somma di 5.000,00; -che la banca resistente non avrebbe accettato tale proposta transattiva; -che mediante la lettera dell 8 marzo 2012, la ricorrente mediante il suo avvocato sarebbe receduta dalla fideiussione; -che mediante la lettera del 30 marzo 2012, la banca resistente avrebbe comunicato alla ricorrente che il suo debito attuale ammontava a ,00; -che mediante la lettera del 27 febbraio 2012, la ricorrente mediante il suo avvocato avrebbe richiesto precisazioni sulla fideiussione prestata, nonché copia di documentazione relativa al rapporto di conto corrente intestato al debitore Pag. 3/6

3 principale; -che mediante la lettera del 24 agosto 2012, la banca resistente avrebbe comunicato alla ricorrente le informazioni richieste riguardo alla fideiussione, precisando che una copia della documentazione richiesta avrebbe potuto esserle trasmessa soltanto a seguito del consenso del debitore principale; - che, interpellato, il debitore principale non avrebbe dato tale suo consenso, così come la banca resistente avrebbe comunicato alla ricorrente mediante la lettera del 19 ottobre 2012; -che la banca resistente si sarebbe comportata secondo buona fede, e in particolare non avrebbe concesso al terzo garantito alcun ulteriore affidamento o sconfinamento; -che il debitore principale avrebbe piuttosto integralmente utilizzato l affidamento di conto corrente che gli era stato concesso fin dall inizio; -che il debito complessivo della ricorrente sarebbe stato determinato, oltre che dalla restituzione della provvista utilizzata dal debitore principale, dalla maturazione degli interessi debitori e dal conteggio delle spese di gestione, secondo quanto previsto dal contratto. Ciò posto, la banca resistente ha chiesto: -che le domande dalla ricorrente siano respinte, perché infondate. Diritto Ai fini del presente giudizio è anzitutto irrilevante che (come affermato a p. 1 s. del reclamo) la banca resistente non abbia accettato la richiesta della ricorrente di ridurre a ,00 l importo massimo garantito dalla fideiussione di cui si tratta. In realtà, la ricorrente era infatti già obbligata al pagamento di quanto dovuto dal debitore principale, poiché quest ultimo aveva già utilizzato integralmente l apertura di credito che gli era stata concessa dalla banca resistente. La suddetta richiesta era pertanto propriamente finalizzata alla rinegoziazione di un debito che già la ricorrente aveva nei confronti della banca resistente. Secondo quanto è stato più volte ribadito da questo Arbitro, l ordinamento giuridico non pone a carico della banca alcun obbligo di rinegoziazione del debito di un suo cliente (decisione ABF, Collegio di Roma, n. 576 del 2011; decisione ABF, Collegio di Milano, n. 47 del 2010; decisione ABF, Collegio di Napoli, n. 948 del 2010), fermo restando ovviamente il dovere generale di comportarsi secondo buona fede. A fondamento del diritto che ha fatto valere innanzi a questo Arbitro la ricorrente ha altresì specificamente allegato che, senza la sua autorizzazione, la banca Pag. 4/6

4 resistente avrebbe tollerato nel novembre del 2011 che il debitore principale sconfinasse rispetto al limite massimo del fido che gli era stato originariamente concesso (p. 2 del reclamo). L art c.c. prevede che, se il creditore, senza speciale autorizzazione del fideiussore per un obbligazione futura, ha fatto credito al terzo, pur conoscendo che le condizioni patrimoniali di questo erano divenute tali da rendere notevolmente più difficile il soddisfacimento del credito, il fideiussore è liberato. Nel caso di specie, non risulta tuttavia provato dalla ricorrente che, oltre alla precedente apertura di credito di cui si è detto, la banca resistente abbia concesso alcun credito ulteriore al debitore principale, tanto meno a seguito del peggioramento delle sue condizioni patrimoniali. La somma di ,00, la quale è stata pretesa dalla banca resistente dopo il recesso della ricorrente dalla fideiussione che aveva prestato a suo favore (docc. 5 e 6 allegati alle controdeduzioni), è determinata infatti dalla restituzione della provvista originaria di ,00, alla quale si assommano gli interessi moratori e le spese (così come precisato a p. 1 delle controdeduzioni). Ai sensi dell art c.c., infatti, la fideiussione si estende a tutti gli accessori del debito principale, salvo patto contrario (che non è stato allegato, né tanto meno provato dalla ricorrente). La banca resistente ha adeguatamente dimostrato in via documentale di aver richiesto al debitore principale di dare il suo consenso affinché gli estratti conto fossero comunicati alla ricorrente (doc. 11 allegato alle controdeduzioni), così come previsto dall art. 5 delle condizioni generali di fideiussione (doc. 1 allegato alle controdeduzioni). La banca resistente ha successivamente comunicato alla ricorrente mediante il suo avvocato che tale consenso non era stato tuttavia dato dal debitore principale (p. 13 allegato alle controdeduzioni). Si deve peraltro rilevare che «quando sia stata prestata una fideiussione a garanzia di una apertura di credito bancaria in conto corrente e il debitore principale, non avendo contestato tempestivamente gli estratti conto inviatigli dalla banca, sia decaduto, ai sensi dell art c.c., dal diritto di impugnarli, le risultanze degli estratti conto sono vincolanti anche per il fideiussore, il quale non può pertanto contestare l ammontare del credito della banca» (Cass., 9 giugno 2010, Cass., 18 settembre 2008, n ; Cass., 5 dicembre 2003, n ; Cass., 17 luglio 2003, n ). Pag. 5/6

5 P.Q.M. Il Collegio respinge il ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6